Mi presento
Inviato: 09/03/2010, 11:58
Un saluto a tutti gli utenti del forum.
Mi piacerebbe presentarmi con nome e cognome, purtroppo però non mi è possibile, in quanto nonostante io abbia troncato di netto ogni rapporto con la WTS ancora non desidero subire l'ostracismo dei disassociati.
Ho notato come ogni utente abbia arricchito con la sua esperienza questo forum e desidero fare la stessa cosa, cercando di essere obiettivo al massimo, sincero ma cauto.
Vivo nel nordest benestante ma provengo da una famiglia modesta e poco istruita. Questo è stato un bene ed un male, in quanto la pochezza di mezzi seppur abbia reso difficile la quotidianità mi ha insegnato quali sono i veri valori nella vita.
Sin da bambino ho dimostrato una spiccata intelligenza e senso di critica: a 6 anni leggevo in pochi giorni i classici di Stevenson in versione per adulti (organizzando delle vere e proprie maratone) e scartavo la TV in favore di fumetti ed altre letture. A quell'età, la mia famiglia conobbe i TdG.
A dire le cose come stanno, per noi furono una vera e propria ancora di salvezza. Mio padre era un ex delinquente e tossico e la "Verità" lo cambiò nell'intimo, trasformandolo in un uomo responsabile ed amante della famiglia. Un "miracolo", che mise al sicuro me, mia madre e permise a mio fratello di nascere e godere di una famiglia nel complesso piacevole. Per un pò le cose andarono abbastanza bene: negli anni della mia infanzia, seppur vivendo con poco, c'era serenità. Le attività teocratiche erano un bel complemento per tutto e tenevano coesa la famiglia. Mia madre svolgeva il servizio di pioniera, mio padre faceva del suo meglio ottenendo qualche privilegio ed io mi sforzavo di essere parte attiva di un pò di tutto. Non eravamo proprio la famiglia del Mulino Bianco, anzi spesso c'erano problemi, ma era tutto nella norma.
Non mi pesava affatto di essere diverso; non mi sentivo solo. Non andavo mai a compleanni nè feste, mi fu negata ovviamente l'opportunità di intraprendere un percorso sportivo agonistico (il che provocò una enorme frattura e crollo di fiducia tra me ed i miei genitori), ma sopportavo. Convinto che fosse la Verità, di sapere quello che le povere persone ignoranti "del Mondo" non potevano capire a motivo della loro piccola mente, sopportavo. Arrivò l'adolescenza e con essa i problemi.
Non furono gli ormoni il vero problema, fu la mia personalità. Divenni una persona estremamente introversa e diffidente e questo è facile da spiegarsi. Non avevo amici. A parte i rapporti coi compagni di classe o coi "fratelli" dovuti alla mera interazione con l'ambiente, nel mio intimo non c'era nessuno. Non avevo una "compagnia" con cui passare le serate o amici particolarmente fidati con cui confidarmi liberamente. Esistevano alcune persone, solo una TdG e neanche battezzata, coi cui effettivamente avevo un rapporto più profondo che si può chiamare amicizia. Ma la presenza piena di persone fidate, mancava. E manca tutt'ora, tra l'altro.
Sapevo di non potermi fidare dei fratelli; se dicevo qualcosa apertamente, qualcosa di "contrario" o "peccaminoso", sapevo che potevo o "farli inciampare" o finire inquisito da qualche anziano. Cosa che in effetti accadde, nel momento in cui un fratello che ritenevo mio amico nominato Servitore di Ministero, udì tramite la moglie che facevo arti marziali e minaccò di dire tutto agli anziani se non l'avessi fatto io di persona.
Per nulla spaventato, mi rivolsi agli anziani di persona e puff! Tutti i miei "privilegi" (tenere il microfono, fare il piantone all'entrata e pulire i cessi è un privilegio) svanirono come per magia. Questo perchè dopo ore di visite pastorali non furono in grado con la Bibbia di farmi ragionevolmente cambiare idea. Per forza, non esistono basi scritturali che vietino al cristiano di imparare a difendersi. Al contrario, sapere come colpire evita all'avversario di subire danni accidentalmente più gravi di quelli che potresti causargli colpendo a casaccio. Come guidare senza patente, per capirsi. Ma loro quanto a capirsi, deficitano.
Fecero pressioni ed alla fine, mollai comunque le arti marziali. La cessazione di ogni attività fisica e l'accumulo di stress per la seconda volta (prima per l'agonismo da ragazzino) mi portarono ad avere problemi di obesità. Meglio grasso e debole che sano e forte, no? Solo com'ero, la mia autostima crollò sepolta dietro una maschera di strafottenza.
Arrivarono di certo altre batoste interessanti! Decisi che non era bello avere la testa rasata come tutti gli altri ed iniziai a portare i capelli un pò più lunghi. Questo comportò la convocazione a casa dell'anziano capetto di turno che mi fece notare che "avrei potuto far inciampare qualcuno". Ovviamente era ridicolo che qualcuno perdesse la fede perchè "si vedono i riccioli dietro le orecchie" e dopo aver sprecato un paio d'ore a casa sua, decisi che i capelli li tenevo come volevo ed i privilegi poteva infilarseli dove più gli piaceva.
Qualche tempo prima ricevetti un cazziatone pubblico dopo aver tenuto un discorso alla "Scuola di Ministero" perchè avevo tenuto la giacca sbottonata sul podio. Dopo che dal palco l'anziano aveva finito di insultarmi, corsi ai bagni tenendo a stento le lacrime per l'umiliazione. Bastardo, avevo 14 anni.
Poi arrivò lui. Il perfettino, il modello. Dato che la nostra congregazione stava iniziando a zoppicare, con calo di nominati, fughe di massa verso un'altra congregazione e calo di entusiasmo da parte dei proclamatori, iniziò una lunga processione di rinforzi, nominati che uno dopo l'altro si trasferivano e poi scappavano nel vano tentativo di migliorare le cose.
A quel tempo, arrivò una famiglia molto conosciuta e potente. Lui anziano, 4 figli, moglie e figlia superpioniere, figlio maggiore betelita e poi lui. Bello, giovane, sorridente e falso come la moneta da 3 euro.
Questo bell'imbusto era la personificazione apparente di come un giovane deve mettere in pratica il libro "I Giovani Chiedono". Quel sorrisetto mezzobeffardo che aveva sempre mi irritava. Ad irritarmi maggiormente, c'era che me lo additavano perpetuamente come esempio. Alla fine, me lo appiopparono come compagno di classe, sfruttando un contatto con la segreteria della scuola per farci mettere in classe assieme.
Fu un disastro. Mentre io venivo spesso additato come "cattiva compagnia" perchè ero me stesso, lui si rivelò un enorme ipocrita, tenendo comportamenti naturali e normali per un ragazzo qualcunque, ma decisamente fuori luogo per il TdG perfettino che mostrava di essere. Aveva quella che chiamavano doppia vita e lì sì che "inciampai".
Persi ogni fiducia nei fratelli, me ne tenevo sapientemente alla larga, ma ero intrappolato tra due fuochi, i cattivi del mondo ed i cattivi in sala. Caddi in depressione, iniziai a pensare al suicidio.
Poi la conobbi, per caso. Bruttina sì, ma satura di gioia di vivere. Mi contagiò in parte con la sua allegria e ci mettemmo insieme. Lei era "del mondo", tutto avvenne in segreto, le cose presero quella che per i Tdg è una "brutta piega". Ci lasciammo, lei era in difficoltà per la mia religione e per i sensi di colpa che mi facevo.
Non era l'amore della mai vita, però le volevo bene e mi fidavo di lei; la cosa mi fece arrabbiare ma non più di tanto. Per dar pace alla mai coscienza, dissi tutto agli anziani. Commisi "atti impuri" di lievissima entità, bazzecole; dopo aver letto sulle TdG che avrei ricevuto una riprensione, qualche consiglio ed una pacca sulle spalle, mi confidai con un giovane anziano di cui mi fidavo. Inizialmente mi rassicurò, poi però mi disse che avrebbe sentito un altro anziano per organizzare una chiacchierata assieme. Non sapevo che sarebbe stato un "secondo testimone", pensavo volessero incoraggiarmi, pregare con me e poi magari mettere giù un programma di studio e servizio. Cazzate.
Dopo l'incontro, mi dissero che ci sarebbe stato un comitato. "In fin dei conti è stato commesso un reato", mi dissero. Non potevo crederci. Caddi in uno stato di depressione definitiva ed assoluta. Mi sentivo solo, incompreso, perso... Dio mi puniva nonostante il mio pentimento, minacciavano di cacciarmi, eppure la mia ragazza l'avevo persa anche per causa loro, ma avevo scelto di lasciarla andare in favore della fede. Ero ad un passo dal suicidio. Solo e peccatore, che essere immondo ero.
La settimana prima del comitato poi, per caso, una sera, conobbi lei. La ragazza che divenne l'amore della mia vita e che tutt'ora, purtroppo, amo. Carina, gentile, sincera, umile... accadde tutto con un'alchimia perfetta. Lei era l'esatto opposto di me ed io d lei. Per questo era tutto perfetto. Me ne innamorai perdutamente. Pensai che Geova mi avesse gettato un'ancora di salvezza ed un motivo per lottare.
Arrivò il comitato: 3 anziani, uno dei quali nemmeno mi conosceva (nemmeno ci eravamo mai presentati...), il testimone fuori ad aspettare, cioè l'anziano con cui mi ero confidato. Mi costrinsero a raccontare tutto, anche i dettagli più intimi, cosa che con sommo disgusto feci, ma solo perchè desideravo restare nella "Verità" per amore della ragazza che avevo appena conosciuto e che desideravo salvare. Alla fine mi fu "concessa misericordia" (quando udii queste esatte parole, volevo mettere loro le mani addosso) ma mi furono nuovamente tolti i privilegi (che tanto avevo già rifiutato spontaneamente tempo prima).
Poi sparirono tutti. Nessun anziano cercò di recuperarmi, di conoscermi, di incoraggiarmi. Fatto il comitato, sparirono. E sparirono pure i fratelli, da me e dalla mia famiglia, che venne isolata completamente. Io intanto mi facevo in 4 per portare nella "Verità" questa ragazza; fu difficile, lei fece in effetti dei bei progressi, il nostro amore era la cosa più bella del mondo, ci amavamo e tutto andava bene.
Passai 2 anni in Paradiso. Non c'è nessun Nuovo Mondo o Paradiso Celeste che possa entusiasmare quanto un vero amore. Nessuno.
Belli giovani ed innamorati, spesso soli, ci concedemmo l'amore pienamente. La sua coscienza era tranquillissima, la mia invece, penalizzata da quel che aveva assimilato in una vita intera di IGC, scalciava. Al punto da farmi andare in depressione, di nuovo.
Non credevo più pienamente ai TdG e lei se ne era accorta. Senza che me ne accorgessi, il mio abbattimento finì per intaccare il nostro rapporto. I giovani TdG ci snobbavano, questo perchè lei era "del mondo" ed io "ribelle", nonostante le mie proteste per farla sentire accolta. Non mostravano nessun sincero interesse per me o per lei, dovevo chiamarli arrabbiato per avere un invito. La mia soliudine, finì per farla soffrire.
A quel punto mi strappò il cuore, lasciandomi.
Da allora, vivo da diversi mesi ormai, quasi un anno, il mio Inferno. Non temere, Geova è vicino a chi ha il cuore rotto. Non temere, Geova non permette che siate tentati più di quanto possiate sopportare. Non temere, Geova farà la via di fuga. Certo, come no? Pensare che più di una volta, l'avevo anche minacciata di lasciarla se non avesse cambiato la sua vita per la religione. "Geova è più importante lo sai... io voglio vivere per sempre con te, non morire con te", le avevo detto più di una volta. Certo, come no...
Quindi eccomi qui. Al momento mi trovo in una famiglia isolata dai TdG, senza amici dentro o fuori, con i genitori separati in casa, mi sveglio intrappolato in una routine che mi disgusta e sferzato dalla sofferenza continua della mia separazione. Mi sveglio e penso a lei che non c'è, vivo con la morsa al cuore per quello che è stato, mi addormento pensando a lei, la sogno per poi svegliarmi. Mi tratta come un criminale, non mi vuole nè vedere nè sentire. Ed io l'amo ancora e non riesco a farne a meno.
Dio? L'ho pregato, gli ho chiesto pietà, perdono, mi sono messo nelle sue mani... bell'affare ho fatto. Ho scoperto per caso InfoTDGeova e la rabbia è cresciuta. Ho permesso che la morale distorta di un credo fasullo plasmasse la mai coscenza e la mia mente, portandomi a mentire e ricattare la ragazza che amo. L'ho persa, e per che cosa? Ho lasciato che la mia adolescenza, i miei interessi, che la gioia di vivere mi venissero negate per riceve in cambio solo solitudine.
Ho perso ogni fede in Dio, anzi da buon Veneto bestemmio spesso e volentieri. Scrivo questa esperienza perchè so che ci sono molti giovani TdG che si sentono come me. E so che ci sono molte persone che non vogliono perdere l'amore.
L'amore, quello vero, è la cosa più importante delal vita. Anzi è l'unica cosa che ci rende Uomini e non animali. Non è Dio, non è l'intelletto, ma è solo l'amore. Non sacrificatelo, non lasciate che si indebolisca.
Non c'è nessun Inferno, in questo mondo o nell'altro se c'è, peggio di quel che potreste vivere se vi doveste ritrovare ad esistere col cuore strappato.
Mi piacerebbe presentarmi con nome e cognome, purtroppo però non mi è possibile, in quanto nonostante io abbia troncato di netto ogni rapporto con la WTS ancora non desidero subire l'ostracismo dei disassociati.
Ho notato come ogni utente abbia arricchito con la sua esperienza questo forum e desidero fare la stessa cosa, cercando di essere obiettivo al massimo, sincero ma cauto.
Vivo nel nordest benestante ma provengo da una famiglia modesta e poco istruita. Questo è stato un bene ed un male, in quanto la pochezza di mezzi seppur abbia reso difficile la quotidianità mi ha insegnato quali sono i veri valori nella vita.
Sin da bambino ho dimostrato una spiccata intelligenza e senso di critica: a 6 anni leggevo in pochi giorni i classici di Stevenson in versione per adulti (organizzando delle vere e proprie maratone) e scartavo la TV in favore di fumetti ed altre letture. A quell'età, la mia famiglia conobbe i TdG.
A dire le cose come stanno, per noi furono una vera e propria ancora di salvezza. Mio padre era un ex delinquente e tossico e la "Verità" lo cambiò nell'intimo, trasformandolo in un uomo responsabile ed amante della famiglia. Un "miracolo", che mise al sicuro me, mia madre e permise a mio fratello di nascere e godere di una famiglia nel complesso piacevole. Per un pò le cose andarono abbastanza bene: negli anni della mia infanzia, seppur vivendo con poco, c'era serenità. Le attività teocratiche erano un bel complemento per tutto e tenevano coesa la famiglia. Mia madre svolgeva il servizio di pioniera, mio padre faceva del suo meglio ottenendo qualche privilegio ed io mi sforzavo di essere parte attiva di un pò di tutto. Non eravamo proprio la famiglia del Mulino Bianco, anzi spesso c'erano problemi, ma era tutto nella norma.
Non mi pesava affatto di essere diverso; non mi sentivo solo. Non andavo mai a compleanni nè feste, mi fu negata ovviamente l'opportunità di intraprendere un percorso sportivo agonistico (il che provocò una enorme frattura e crollo di fiducia tra me ed i miei genitori), ma sopportavo. Convinto che fosse la Verità, di sapere quello che le povere persone ignoranti "del Mondo" non potevano capire a motivo della loro piccola mente, sopportavo. Arrivò l'adolescenza e con essa i problemi.
Non furono gli ormoni il vero problema, fu la mia personalità. Divenni una persona estremamente introversa e diffidente e questo è facile da spiegarsi. Non avevo amici. A parte i rapporti coi compagni di classe o coi "fratelli" dovuti alla mera interazione con l'ambiente, nel mio intimo non c'era nessuno. Non avevo una "compagnia" con cui passare le serate o amici particolarmente fidati con cui confidarmi liberamente. Esistevano alcune persone, solo una TdG e neanche battezzata, coi cui effettivamente avevo un rapporto più profondo che si può chiamare amicizia. Ma la presenza piena di persone fidate, mancava. E manca tutt'ora, tra l'altro.
Sapevo di non potermi fidare dei fratelli; se dicevo qualcosa apertamente, qualcosa di "contrario" o "peccaminoso", sapevo che potevo o "farli inciampare" o finire inquisito da qualche anziano. Cosa che in effetti accadde, nel momento in cui un fratello che ritenevo mio amico nominato Servitore di Ministero, udì tramite la moglie che facevo arti marziali e minaccò di dire tutto agli anziani se non l'avessi fatto io di persona.
Per nulla spaventato, mi rivolsi agli anziani di persona e puff! Tutti i miei "privilegi" (tenere il microfono, fare il piantone all'entrata e pulire i cessi è un privilegio) svanirono come per magia. Questo perchè dopo ore di visite pastorali non furono in grado con la Bibbia di farmi ragionevolmente cambiare idea. Per forza, non esistono basi scritturali che vietino al cristiano di imparare a difendersi. Al contrario, sapere come colpire evita all'avversario di subire danni accidentalmente più gravi di quelli che potresti causargli colpendo a casaccio. Come guidare senza patente, per capirsi. Ma loro quanto a capirsi, deficitano.
Fecero pressioni ed alla fine, mollai comunque le arti marziali. La cessazione di ogni attività fisica e l'accumulo di stress per la seconda volta (prima per l'agonismo da ragazzino) mi portarono ad avere problemi di obesità. Meglio grasso e debole che sano e forte, no? Solo com'ero, la mia autostima crollò sepolta dietro una maschera di strafottenza.
Arrivarono di certo altre batoste interessanti! Decisi che non era bello avere la testa rasata come tutti gli altri ed iniziai a portare i capelli un pò più lunghi. Questo comportò la convocazione a casa dell'anziano capetto di turno che mi fece notare che "avrei potuto far inciampare qualcuno". Ovviamente era ridicolo che qualcuno perdesse la fede perchè "si vedono i riccioli dietro le orecchie" e dopo aver sprecato un paio d'ore a casa sua, decisi che i capelli li tenevo come volevo ed i privilegi poteva infilarseli dove più gli piaceva.
Qualche tempo prima ricevetti un cazziatone pubblico dopo aver tenuto un discorso alla "Scuola di Ministero" perchè avevo tenuto la giacca sbottonata sul podio. Dopo che dal palco l'anziano aveva finito di insultarmi, corsi ai bagni tenendo a stento le lacrime per l'umiliazione. Bastardo, avevo 14 anni.
Poi arrivò lui. Il perfettino, il modello. Dato che la nostra congregazione stava iniziando a zoppicare, con calo di nominati, fughe di massa verso un'altra congregazione e calo di entusiasmo da parte dei proclamatori, iniziò una lunga processione di rinforzi, nominati che uno dopo l'altro si trasferivano e poi scappavano nel vano tentativo di migliorare le cose.
A quel tempo, arrivò una famiglia molto conosciuta e potente. Lui anziano, 4 figli, moglie e figlia superpioniere, figlio maggiore betelita e poi lui. Bello, giovane, sorridente e falso come la moneta da 3 euro.
Questo bell'imbusto era la personificazione apparente di come un giovane deve mettere in pratica il libro "I Giovani Chiedono". Quel sorrisetto mezzobeffardo che aveva sempre mi irritava. Ad irritarmi maggiormente, c'era che me lo additavano perpetuamente come esempio. Alla fine, me lo appiopparono come compagno di classe, sfruttando un contatto con la segreteria della scuola per farci mettere in classe assieme.
Fu un disastro. Mentre io venivo spesso additato come "cattiva compagnia" perchè ero me stesso, lui si rivelò un enorme ipocrita, tenendo comportamenti naturali e normali per un ragazzo qualcunque, ma decisamente fuori luogo per il TdG perfettino che mostrava di essere. Aveva quella che chiamavano doppia vita e lì sì che "inciampai".
Persi ogni fiducia nei fratelli, me ne tenevo sapientemente alla larga, ma ero intrappolato tra due fuochi, i cattivi del mondo ed i cattivi in sala. Caddi in depressione, iniziai a pensare al suicidio.
Poi la conobbi, per caso. Bruttina sì, ma satura di gioia di vivere. Mi contagiò in parte con la sua allegria e ci mettemmo insieme. Lei era "del mondo", tutto avvenne in segreto, le cose presero quella che per i Tdg è una "brutta piega". Ci lasciammo, lei era in difficoltà per la mia religione e per i sensi di colpa che mi facevo.
Non era l'amore della mai vita, però le volevo bene e mi fidavo di lei; la cosa mi fece arrabbiare ma non più di tanto. Per dar pace alla mai coscienza, dissi tutto agli anziani. Commisi "atti impuri" di lievissima entità, bazzecole; dopo aver letto sulle TdG che avrei ricevuto una riprensione, qualche consiglio ed una pacca sulle spalle, mi confidai con un giovane anziano di cui mi fidavo. Inizialmente mi rassicurò, poi però mi disse che avrebbe sentito un altro anziano per organizzare una chiacchierata assieme. Non sapevo che sarebbe stato un "secondo testimone", pensavo volessero incoraggiarmi, pregare con me e poi magari mettere giù un programma di studio e servizio. Cazzate.
Dopo l'incontro, mi dissero che ci sarebbe stato un comitato. "In fin dei conti è stato commesso un reato", mi dissero. Non potevo crederci. Caddi in uno stato di depressione definitiva ed assoluta. Mi sentivo solo, incompreso, perso... Dio mi puniva nonostante il mio pentimento, minacciavano di cacciarmi, eppure la mia ragazza l'avevo persa anche per causa loro, ma avevo scelto di lasciarla andare in favore della fede. Ero ad un passo dal suicidio. Solo e peccatore, che essere immondo ero.
La settimana prima del comitato poi, per caso, una sera, conobbi lei. La ragazza che divenne l'amore della mia vita e che tutt'ora, purtroppo, amo. Carina, gentile, sincera, umile... accadde tutto con un'alchimia perfetta. Lei era l'esatto opposto di me ed io d lei. Per questo era tutto perfetto. Me ne innamorai perdutamente. Pensai che Geova mi avesse gettato un'ancora di salvezza ed un motivo per lottare.
Arrivò il comitato: 3 anziani, uno dei quali nemmeno mi conosceva (nemmeno ci eravamo mai presentati...), il testimone fuori ad aspettare, cioè l'anziano con cui mi ero confidato. Mi costrinsero a raccontare tutto, anche i dettagli più intimi, cosa che con sommo disgusto feci, ma solo perchè desideravo restare nella "Verità" per amore della ragazza che avevo appena conosciuto e che desideravo salvare. Alla fine mi fu "concessa misericordia" (quando udii queste esatte parole, volevo mettere loro le mani addosso) ma mi furono nuovamente tolti i privilegi (che tanto avevo già rifiutato spontaneamente tempo prima).
Poi sparirono tutti. Nessun anziano cercò di recuperarmi, di conoscermi, di incoraggiarmi. Fatto il comitato, sparirono. E sparirono pure i fratelli, da me e dalla mia famiglia, che venne isolata completamente. Io intanto mi facevo in 4 per portare nella "Verità" questa ragazza; fu difficile, lei fece in effetti dei bei progressi, il nostro amore era la cosa più bella del mondo, ci amavamo e tutto andava bene.
Passai 2 anni in Paradiso. Non c'è nessun Nuovo Mondo o Paradiso Celeste che possa entusiasmare quanto un vero amore. Nessuno.
Belli giovani ed innamorati, spesso soli, ci concedemmo l'amore pienamente. La sua coscienza era tranquillissima, la mia invece, penalizzata da quel che aveva assimilato in una vita intera di IGC, scalciava. Al punto da farmi andare in depressione, di nuovo.
Non credevo più pienamente ai TdG e lei se ne era accorta. Senza che me ne accorgessi, il mio abbattimento finì per intaccare il nostro rapporto. I giovani TdG ci snobbavano, questo perchè lei era "del mondo" ed io "ribelle", nonostante le mie proteste per farla sentire accolta. Non mostravano nessun sincero interesse per me o per lei, dovevo chiamarli arrabbiato per avere un invito. La mia soliudine, finì per farla soffrire.
A quel punto mi strappò il cuore, lasciandomi.
Da allora, vivo da diversi mesi ormai, quasi un anno, il mio Inferno. Non temere, Geova è vicino a chi ha il cuore rotto. Non temere, Geova non permette che siate tentati più di quanto possiate sopportare. Non temere, Geova farà la via di fuga. Certo, come no? Pensare che più di una volta, l'avevo anche minacciata di lasciarla se non avesse cambiato la sua vita per la religione. "Geova è più importante lo sai... io voglio vivere per sempre con te, non morire con te", le avevo detto più di una volta. Certo, come no...
Quindi eccomi qui. Al momento mi trovo in una famiglia isolata dai TdG, senza amici dentro o fuori, con i genitori separati in casa, mi sveglio intrappolato in una routine che mi disgusta e sferzato dalla sofferenza continua della mia separazione. Mi sveglio e penso a lei che non c'è, vivo con la morsa al cuore per quello che è stato, mi addormento pensando a lei, la sogno per poi svegliarmi. Mi tratta come un criminale, non mi vuole nè vedere nè sentire. Ed io l'amo ancora e non riesco a farne a meno.
Dio? L'ho pregato, gli ho chiesto pietà, perdono, mi sono messo nelle sue mani... bell'affare ho fatto. Ho scoperto per caso InfoTDGeova e la rabbia è cresciuta. Ho permesso che la morale distorta di un credo fasullo plasmasse la mai coscenza e la mia mente, portandomi a mentire e ricattare la ragazza che amo. L'ho persa, e per che cosa? Ho lasciato che la mia adolescenza, i miei interessi, che la gioia di vivere mi venissero negate per riceve in cambio solo solitudine.
Ho perso ogni fede in Dio, anzi da buon Veneto bestemmio spesso e volentieri. Scrivo questa esperienza perchè so che ci sono molti giovani TdG che si sentono come me. E so che ci sono molte persone che non vogliono perdere l'amore.
L'amore, quello vero, è la cosa più importante delal vita. Anzi è l'unica cosa che ci rende Uomini e non animali. Non è Dio, non è l'intelletto, ma è solo l'amore. Non sacrificatelo, non lasciate che si indebolisca.
Non c'è nessun Inferno, in questo mondo o nell'altro se c'è, peggio di quel che potreste vivere se vi doveste ritrovare ad esistere col cuore strappato.