mi ripresento

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xiro
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mi ripresento

Messaggio da xiro »

Eccomi qua!

Mi ripresento con il mio nick storico, "xiro". Nel vecchio forum, per problemi tecnici non potevo più utilizzarlo, ed ero diventato "Al Nair". E' semplicemente un nick, eppure fa parte della mia personalità, e mi fa piacere potermene riappropriare adesso. A causa di vicissitudini personali, ultimamente frequentavo poco, e quel poco spesso in maniera poco significativa, per cui molti di voi potranno non ricordarsi affatto di me.

In passato avevo presentato la parte finale della mia storia da TdG, ora ritengo opportuno ripresentare di nuovo la mia esperienza, a partire dall'inizio.

Sono nato nel 1970 in una cittadina della Calabria, proprio nello stesso anno in cui mia madre ricevette e accolse la visita di una coppia di pionieri speciali, marito e moglie. In breve tempo la mia famiglia fece progresso nella "verità", e si battezzarono. La piccola congregazione crebbe rapidamente, mentre nel giro di pochi anni mio fratello maggiore, che comunque era ancora un ragazzino, si battezzo, abbandonò le scuole medie e divenne pioniere regolare. Mio padre, pur avendo solo la licenza elementare, ma dotato di ottime capacità ed eccellente memoria, impegnandosi molto nella "teocrazia", venne presto nominato anziano.
Mia madre era la classica donna di casa, sempre pronta a preparare in poco tempo deliziose cene per decine di invitati. Casa nostra, per diversi anni, fu tappa fissa per la settimana di visita dei sorveglianti, a cui fornivamo alloggio, prima colazione, almeno un pranzo, nella giornata di arrivo (le altre giornate erano prenotate da altre famiglie), e diverse cene.

Il ricordo che ho di mio fratello in versione "spirituale", è di qualche passeggiata in campagna, mentre lui mi descriveva la bellezza della natura e mi diceva che nel "nuovo ordine" il mondo sarebbe stato tutto così. A parte questi ricordi frammentari, lo ricordo poi quasi come un ribelle. Infatti a un certo punto abbandonò non solo il servizio di pioniere regolare, ma divenne del tutto inattivo, frequentando solo qualche adunanza di domenica, spesso presentandosi alla fine solo per chiacchierare con gli amici dopo l'adunanza. Ovviamente senza giacca e cravatta. Frequentava regolarmente sia la commemorazione che le assemblee. Comunque vennero fatti diversi tentativi per recuperarlo alla piena attività, senza alcun successo.
Col senno di poi, ricollego questo drastico cambiamento con la delusione del 1975. Non ne abbiamo mai parlato, ma sono convinto che sia così.
Comunque è un tipo in gamba, e pur avendo abbandonato gli studi alle medie, è riuscito professionalmente, pur avendo conseguito licenza media e diploma solo con le scuole serali.

Nonostante i "problemi" di mio fratello, mio padre mantenne sempre la nomina di anziano, che perse poi per altre vicissitudini.

Mia sorella, un pò svogliata negli studi, ma nella norma dal punto di vista "teocratico", diventa pioniera regolare negli anni '80, e lo rimane per diversi anni, fino a un matrimonio poi andato a rotoli.

Io sono il più piccolo della famiglia. Bambino modello, imparai prestissimo e da solo a leggere e scrivere, e ben presto iniziai a seguire i miei in predicazione. Ovviamente partecipavo fin da piccolo a tutta la trafila teocratica, preparazione delle varie adunanze, adunanze, seguivo mio padre nelle trasferte per i discorsi in altre congregazioni, ecc. A dir la verità ero un po' insofferente, e avrei voluto più tempo per me stesso, ma comunque abbozzavo e accettavo la situazione.
A scuola cominciai a sentirmi diverso dagli altri, non potendo partecipare a diverse attività (ad esempio, il giorno di carnevale si faceva una festicciola in classe e tutti i bambini tranne me si presentavano mascherati), e ritenevo tutto ciò umiliante. Ben presto scoprii che si poteva fare qualche compromesso, senza necessariamente dirlo ai genitori, e così cominciai a fare alcune cose, tipo addobbare l'albero di Natale in classe, fare gli auguri, cantare l'inno nazionale, astenendomi da altre, come la preghiera mattutina che ancora a quei tempi veniva recitata, anche per la presenza di una maestra vecchio stampo.
Questo modo di fare mi condusse sempre più a una doppia vita, ed ebbe il suo apice alle scuole medie: esemplare in sala, a volte peggio di uno del "mondo" a scuola. A un certo punto mia madre intuisce qualcosa e mi dichiara l'intenzione di suicidarsi qualora io, il suo bambino modello, avessi lasciato la verità.
In realtà, a volte ero preso da un terrore improvviso, pensando che da un momento all'altro sarebbe potuto arrivare Armaghedon, dovei sarei stato inevitabilmente distrutto. Pensavo anche a una cara sorella unta, morta da alcuni anni, che certamente dai cieli mi osservava con delusione, avendomi conosciuto da bambino esemplare.

A scuola andavo bene, ed avrei gradito fare un liceo, ma la mia scelta delle superiori fu condizionata dalla pressante politica anti-universitaria della Società negli anni '80.

Comunque a un certo punto decisi di prendere la strada che allora ritenevo giusta, e mettere la testa a posto, per cui a 15 troncai tutte le amicizie del mondo, mi battezzai e ben presto intrapresi il servizio di pioniere regolare mentre ancora frequentavo le superiori. Acquisii alcuni privilegi, come responsabile del reparto acustica, conduttore di comitive, ecc. Alla soglia del diploma, mi venne prospettato dal sorvegliante di circoscrizione il servizio alla Betel.

Nel frattempo mio fratello venne disassociato, successivamente ad un litigio con un fratello. Tipicamente, nella nostra zona, la famiglia del disassociato non si presentava all'adunanza la sera dell'annuncio, perché la cosa era vista come un'onta o un lutto. Invece noi non solo ci presentammo regolarmente, ma quella sera tenemmo regolarmente alcune parti dal podio. Tutto ciò accrebbe la stima di tutti nei nostri confronti, e quella sera ricevemmo diversi complimenti e attestati di solidarietà. Ovviamente la vita cambiò in casa: niente più preparazione Torre di Guardia, o inviti a cena, niente visite, a causa della presenza di mio fratello. Questo fino a quando non decise di andarsene a vivere per conto suo.

Mi si prospettava una carriera teocratica brillante, invece da li a poco, per me e il resto della mia famiglia si sarebbe presentata una catastrofe umana, familiare e teocratica, di cui vi racconterò la prossima volta.


Un abbraccio a tutti voi!
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Brambilla Bruna
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Messaggio da Brambilla Bruna »

:carezza: :fiori: :bnvto: Xiro IN :loveitdg: :sala regno: :ok: :bacio: :fiori e bacio: BRUNA
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Davide P.
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Messaggio da Davide P. »

Benvenuto...
Attendo il resto della tua esperienza, nella cui prima parte per alcuni aspetti mi ritrovo.

Buona permanenza in questo nuovo forum...

:biinfo: :ciao:

Davide
Italia

Messaggio da Italia »

:biinfo:
xiro
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Messaggio da xiro »

Grazie per i messaggi di benvenuto!

Rileggendomi, volevo precisare che la mia insofferenza per le continue attività teocratiche, che riducevano il tempo per il gioco, cominciò a partire dalle elementari, mentre prima ne ero entusiasta, anche perchè coinvolto con grado e responsabilità minori.

A presto per la seconda parte!
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daniela47
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Messaggio da daniela47 »

Prima di tutto benvenuto e felice di risentirti

Ci stai facendo appassionare alla tua storia.
Stai descrivendo le sensazioni altilenante che hai provato là dentro, con molta efficacia.
Mi sembra di capire dalle vostre esperienze che questi sentimenti contradditori che provano i TDG all'interno dell'organizzazione portino a sofferenze non solo pesanti ma anche difficili da individuare dentro voi stessi.

Quindi per arrivare a interiorizzarvi dovete fare non poca fatica.

Siamo ansiosi di sentire il seguito della tua storia.
vitale
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Messaggio da vitale »

Ribenvenuto e :strettamano:

:ciao: Vitale
La famiglia, i figli, la religione, la politica, non hanno più spina dorsale
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Gabriele Traggiai
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Messaggio da Gabriele Traggiai »

Benvenuto anche da queste parti.....

Ciao
Gabry :bnvto:
xiro
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Messaggio da xiro »

Proseguo con la mia storia.

Negli ultimi anni, immediatamente precedenti il mio battesimo, e successivi, le condizioni econimiche della mia famiglia tendevano a diventare disastrose, e i miei si arrangiavano come possibile per tirare avanti. Anche in considerazione di questo, il sorvegliante di circoscrizione dell'epoca, parlando con me e i miei, mi prospettò il servizio alla Betel, una volta finiti gli studi.
Col senno di poi, mi sarei semplicemente dato la zappa sui piedi, dato che è noto che i beteliti faticano tanto, e ricevono appena il sufficiente per sopravvivere; il consiglio più opportuno, sarebbe stato quello di lasciare il servizio di pioniere regolare e cercarmi un buon lavoro, anche emigrando se necessario...

Mentre la vita teocratica proseguiva regolarmente, improvvisamente la situazione si capovolse. Vengo informato da mia madre di una vicenda privata riguardante la nostra famiglia, sui preferisco al momento non fornire dettagli. La vicenda è tale da dover coinvolgere un comitato giudiziario dei TdG, ma se avessimo avuto il coraggio di denunciare, sarebbe stata la cosiddetta giustizia secolare a doversi occupare della cosa.
Il comitato si riunisce più volte, e all'ultima udienza è presente anche un sorvegliante di circoscrizione. Il verdetto finale riflette la classica giustizia al contrario dell'organizzazione, che tende a proteggere sè stessa, senza alcun riguardo nei confronti delle persone. In definitiva, mia madre viene disassociata, mentre mio cognato che era stato nominato servitore di ministero proprio in quel periodo, viene semplicemente rimosso.
Un tribunale ordinario avrebbe certamente considerato mia madre e la mia famiglia parte lesa, condannato mio cognato a una pena detentiva (sebbene questa raramente viene scontata integralmente in Italia), ed a un risarcimento economico.
La giustizia TdG, ha funzionato esattamente al contrario.
Contestualmente, mio padre si dissociò dalla congregazione.

Per me fu un colpo al cuore, ma rimasi ancora associato per non perdere le amicizie. Smisi però di andare in predicazione, e iniziai a presenziare alle adunanze in jeans, maglietta e capelli rasati.
La cosa che mi ferì di più, fu il sentire pettegolezzi sulla vicenda, e il vedere una coppia di pioniere mie coetanee fare risatine di scherno nei confronti di mio padre, che pur dissociato, si offriva di accompagnarmi in macchina alle adunanze.
In tutto questo, nessun anziano mi avvicinò per parlarmi, o darmi conforto.
Occasionalmente mi incontravo con qualche fratello, ma incominciavo ad approfondire vecchie amicizie del mondo, e a farmene di nuove.

Per quanto riguarda il mio futuro, insieme ai miei decidemmo che avrei potuto tentare la strada dell'università, verificando dopo un anno se ciò fosse stato un peso per la situazione economica della famiglia.
Fu così che mi iscrissi alla facoltà di ingegneria, coronando un mio sogno. La vicenda della fuoriuscita dei miei, pur nella sua tristezza, mi offriva una opportunità impensabile pochi mesi prima.
Contestualmente, mio padre libero da attività teocratiche, comincia ad ingranare con il lavoro, e in breve tempo la situazione economica si risolleva, ci da tranquillità, e io posso proseguire negli studi.

Durante l'università, che frequentai in un'altra città, tentai un paio di volte di riprendere la frequenza delle adunanze, ma mi accorsi che la cosa non mi interessava più, che quella non poteva essere la “verità”, che c'erano molte incongruenze e storture, che l'organizzazione non poteva essere retta dallo “spirito santo”, anche alla luce della vicenda dei miei.
Tra l'altro, a una di quelle adunanze (uno studio di libro), mi venne indirettamente rivolto un “cazziatone” a causa della mia irregolarità e del mio modo di vestire.
Fu così che smisi definitivamente di associarmi ai TdG, diventando agnostico, pur rispettando i diversi credi religiosi, ed essendo alla costante ricerca di un'alternativa spirituale.
Ebbi una compagna, e occasionalmente fumavo, senza preoccuparmi di eventuali conseguenze per la mia associazione con i TdG.

A un certo punto, però, decisi di fare chiarezza, e scrissi una lettera di dissociazione. Fui convocato per parlarne, e a dir la verità fui incoraggiato a rivedere la mia posizione, e ad esporre i miei dubbi, ma il colloquio non fu soddisfacente per me, e così fu fissata un'udienza ufficiale alla quale non mi presentai. Da allora sono un dissociato.

Venni anche a sapere che nei tempi successivi alla mia dissociazione, ci fu un tracollo, specialmente di giovani, nella mia ex congregazione. Diversi si allontanarono, sia in maniera ufficiale che informale, figli di nominati intrapresero la carriera militare, una pioniera regolare andò a convivere con un uomo del mondo, un'altra abbandonò per iscriversi all'università (dopo diversi anni si è anche dissociata).

I miei, tuttavia, non hanno mai abbandonato l'idea che quella fosse la “verità”. Infatti, dopo diversi anni, si sono riassociati, e vivono attivamente all'interno della congregazione, ricoprendo anche determinati ruoli.
I rapporti con me e mio fratello, comunque rimangono meravigliosi. Avendo vissuto sulla loro pelle cosa significa l'ostracismo, si comportano con noi in maniera normale, ci invitano regolarmente a pranzo e cena, e ci ospitano in casa; ovviamente evitando di prendere discorsi religiosi.

Mio cognato, dall'epoca dei fatti, vive ai margini della congregazione. E' un violento, e in diverse occasioni ha picchiato mia sorella. Non è stato mai disassociato, ma gli anziani hanno “autorizzato” mia sorella a vivere separata (che tristezza però doversi far autorizzare...).
Mia sorella frequenta per inerzia, ormai quella è la sua vita, ma non la vedo tanto convinta. Oltretutto fa il minimo indispensabile, dovendo occuparsi lei dei figli, con dei lavoretti saltuari che le capitano. Non si è mai diplomata perché all'epoca faceva la pioniera...
E' molto affezionata ai miei.

Quanto a me, dopo la laurea, ho trovato subito un buon lavoro, che mi ha consentito quasi immediatamente la solidità necessaria per costruire una famiglia, attualmente con due bambini.
Occasionalmente frequentiamo la chiesa cattolica, ma con molti distinguo, e punti di vista personali su diverse questioni.

In sostanza, la vicenda che ha colpito la mia famiglia, pur nel dolore che ha provocato nell'immediato, ha consentito che ognuno di noi realizzasse le proprie aspettative. Non avrei avuto il coraggio di intraprendere una mia strada, se non fosse successo quel qualcosa che rompesse il tutto. Allo stesso tempo, i miei sono TdG, e anche loro hanno intrapreso la loro via, senza che ci siano problemi tra noi. E' accaduto quello che dovrebbe accadere di norma, che ognuno deve essere libero di scegliere la propria vita, senza che vi siano ostacoli frapposti da un'organizzazione. Ma mi rendo conto che questo è stato reso possibile da una coincidenza di avvenimenti e di tempi...

Forse quella che ci ha rimesso di più è stata mia sorella, col marito che si ritrova.

Questo è quanto. Vi ringrazio ancora per i vostri messaggi di benvenuto, e mi scuso per eventuali errori, dovuti al fatto che ho scritto di getto, senza ricontrollare tutto.

A presto!
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

xiro ha scritto: ognuno deve essere libero di scegliere la propria vita, senza che vi siano ostacoli frapposti da un'organizzazione.
...e da alcuna religione, aggiungerei senz'altro.
Benvenuto.
Gabriella
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Eva70@
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Messaggio da Eva70@ »

:bnvto:


Eva
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daniela47
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Messaggio da daniela47 »

xiro ha scritto:Proseguo con la mia storia.

Negli ultimi anni, immediatamente precedenti il mio battesimo, e successivi, le condizioni econimiche della mia famiglia tendevano a diventare disastrose, e i miei si arrangiavano come possibile per tirare avanti. Anche in considerazione di questo, il sorvegliante di circoscrizione dell'epoca, parlando con me e i miei, mi prospettò il servizio alla Betel, una volta finiti gli studi.
Col senno di poi, mi sarei semplicemente dato la zappa sui piedi, dato che è noto che i beteliti faticano tanto, e ricevono appena il sufficiente per sopravvivere; il consiglio più opportuno, sarebbe stato quello di lasciare il servizio di pioniere regolare e cercarmi un buon lavoro, anche emigrando se necessario...

Mentre la vita teocratica proseguiva regolarmente, improvvisamente la situazione si capovolse. Vengo informato da mia madre di una vicenda privata riguardante la nostra famiglia, sui preferisco al momento non fornire dettagli. La vicenda è tale da dover coinvolgere un comitato giudiziario dei TdG, ma se avessimo avuto il coraggio di denunciare, sarebbe stata la cosiddetta giustizia secolare a doversi occupare della cosa.
Il comitato si riunisce più volte, e all'ultima udienza è presente anche un sorvegliante di circoscrizione. Il verdetto finale riflette la classica giustizia al contrario dell'organizzazione, che tende a proteggere sè stessa, senza alcun riguardo nei confronti delle persone. In definitiva, mia madre viene disassociata, mentre mio cognato che era stato nominato servitore di ministero proprio in quel periodo, viene semplicemente rimosso.
Un tribunale ordinario avrebbe certamente considerato mia madre e la mia famiglia parte lesa, condannato mio cognato a una pena detentiva (sebbene questa raramente viene scontata integralmente in Italia), ed a un risarcimento economico.
La giustizia TdG, ha funzionato esattamente al contrario.
Contestualmente, mio padre si dissociò dalla congregazione.

Per me fu un colpo al cuore, ma rimasi ancora associato per non perdere le amicizie. Smisi però di andare in predicazione, e iniziai a presenziare alle adunanze in jeans, maglietta e capelli rasati.
La cosa che mi ferì di più, fu il sentire pettegolezzi sulla vicenda, e il vedere una coppia di pioniere mie coetanee fare risatine di scherno nei confronti di mio padre, che pur dissociato, si offriva di accompagnarmi in macchina alle adunanze.
In tutto questo, nessun anziano mi avvicinò per parlarmi, o darmi conforto.
Occasionalmente mi incontravo con qualche fratello, ma incominciavo ad approfondire vecchie amicizie del mondo, e a farmene di nuove.

Per quanto riguarda il mio futuro, insieme ai miei decidemmo che avrei potuto tentare la strada dell'università, verificando dopo un anno se ciò fosse stato un peso per la situazione economica della famiglia.
Fu così che mi iscrissi alla facoltà di ingegneria, coronando un mio sogno. La vicenda della fuoriuscita dei miei, pur nella sua tristezza, mi offriva una opportunità impensabile pochi mesi prima.
Contestualmente, mio padre libero da attività teocratiche, comincia ad ingranare con il lavoro, e in breve tempo la situazione economica si risolleva, ci da tranquillità, e io posso proseguire negli studi.

Durante l'università, che frequentai in un'altra città, tentai un paio di volte di riprendere la frequenza delle adunanze, ma mi accorsi che la cosa non mi interessava più, che quella non poteva essere la “verità”, che c'erano molte incongruenze e storture, che l'organizzazione non poteva essere retta dallo “spirito santo”, anche alla luce della vicenda dei miei.
Tra l'altro, a una di quelle adunanze (uno studio di libro), mi venne indirettamente rivolto un “cazziatone” a causa della mia irregolarità e del mio modo di vestire.
Fu così che smisi definitivamente di associarmi ai TdG, diventando agnostico, pur rispettando i diversi credi religiosi, ed essendo alla costante ricerca di un'alternativa spirituale.
Ebbi una compagna, e occasionalmente fumavo, senza preoccuparmi di eventuali conseguenze per la mia associazione con i TdG.

A un certo punto, però, decisi di fare chiarezza, e scrissi una lettera di dissociazione. Fui convocato per parlarne, e a dir la verità fui incoraggiato a rivedere la mia posizione, e ad esporre i miei dubbi, ma il colloquio non fu soddisfacente per me, e così fu fissata un'udienza ufficiale alla quale non mi presentai. Da allora sono un dissociato.

Venni anche a sapere che nei tempi successivi alla mia dissociazione, ci fu un tracollo, specialmente di giovani, nella mia ex congregazione. Diversi si allontanarono, sia in maniera ufficiale che informale, figli di nominati intrapresero la carriera militare, una pioniera regolare andò a convivere con un uomo del mondo, un'altra abbandonò per iscriversi all'università (dopo diversi anni si è anche dissociata).

I miei, tuttavia, non hanno mai abbandonato l'idea che quella fosse la “verità”. Infatti, dopo diversi anni, si sono riassociati, e vivono attivamente all'interno della congregazione, ricoprendo anche determinati ruoli.
I rapporti con me e mio fratello, comunque rimangono meravigliosi. Avendo vissuto sulla loro pelle cosa significa l'ostracismo, si comportano con noi in maniera normale, ci invitano regolarmente a pranzo e cena, e ci ospitano in casa; ovviamente evitando di prendere discorsi religiosi.

Mio cognato, dall'epoca dei fatti, vive ai margini della congregazione. E' un violento, e in diverse occasioni ha picchiato mia sorella. Non è stato mai disassociato, ma gli anziani hanno “autorizzato” mia sorella a vivere separata (che tristezza però doversi far autorizzare...).
Mia sorella frequenta per inerzia, ormai quella è la sua vita, ma non la vedo tanto convinta. Oltretutto fa il minimo indispensabile, dovendo occuparsi lei dei figli, con dei lavoretti saltuari che le capitano. Non si è mai diplomata perché all'epoca faceva la pioniera...
E' molto affezionata ai miei.

Quanto a me, dopo la laurea, ho trovato subito un buon lavoro, che mi ha consentito quasi immediatamente la solidità necessaria per costruire una famiglia, attualmente con due bambini.
Occasionalmente frequentiamo la chiesa cattolica, ma con molti distinguo, e punti di vista personali su diverse questioni.

In sostanza, la vicenda che ha colpito la mia famiglia, pur nel dolore che ha provocato nell'immediato, ha consentito che ognuno di noi realizzasse le proprie aspettative. Non avrei avuto il coraggio di intraprendere una mia strada, se non fosse successo quel qualcosa che rompesse il tutto. Allo stesso tempo, i miei sono TdG, e anche loro hanno intrapreso la loro via, senza che ci siano problemi tra noi. E' accaduto quello che dovrebbe accadere di norma, che ognuno deve essere libero di scegliere la propria vita, senza che vi siano ostacoli frapposti da un'organizzazione. Ma mi rendo conto che questo è stato reso possibile da una coincidenza di avvenimenti e di tempi...

Forse quella che ci ha rimesso di più è stata mia sorella, col marito che si ritrova.

Questo è quanto. Vi ringrazio ancora per i vostri messaggi di benvenuto, e mi scuso per eventuali errori, dovuti al fatto che ho scritto di getto, senza ricontrollare tutto.

A presto!

Dici:
Occasionalmente frequento la chiesa cattolica, ma con molti distinguo e punti di vista personali, su diverse questioni.

Ecco vedi pensi che sarebbe stato possibile e che te lo avrebbero permesso nell'esplicare la fede del geovismo ?

Hai ritrovato una gran bella fortuna ritrovando la tua libertà e ti auguro di godertela assieme alla tua famiglia
xiro
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Messaggio da xiro »

Esplicare punti di vista personali? Certo che no, specialmente su questioni che implicano il mettere in dubbio l'interpretazione dello "schiavo"!
Anche se qualche atteggiamento un pò "border line", in determinate circostanze è stato tollerato (vedi il caso di mio fratello prima della disassociazione), e comunque sempre entro certi limiti. Ma parlo di "atteggiamenti", non di vedute personali su questioni religiose.

Nella chiesa cattolica di oggi, da semplice fedele ti puoi permettere punti di vista personali. Certo se si è un teologo o si è ad alti livelli nelle gerarchie le cose cambiano, ma senza arrivare all'emarginazione come viene praticata dai tdG.
Però mi ha colpito ciò che scrive Franz al riguardo, all'inizio del suo libro. Paragonando tre casi di dissenso, nei tdG, negli avventisti e nella chiesa cattolica, nei fatti, l'atteggiamento più assolutistico e liquidatorio si è avuto proprio tra i paladini della (propria) libertà religiosa, i tdG. Chiesa cattolica e avventisti, in casi simili, si sono presi anni o mesi per esaminare la questione (non certo le poche ore dei comitati giudiziari), e non hanno condannato i dissidenti all'emarginazione.
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kitty
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Messaggio da kitty »

Ciao Xiro!!
Una grossa pacca sulla spalla anche da parte mia!!
A presto!!!! :welcome:
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