PIETRO STAVA A ROMA ?

In questo spazio si discute di argomenti di vario genere relativi ai Testimoni di Geova e che non sono inclusi nelle altre sezioni

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mancagraziella
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PIETRO STAVA A ROMA ?

Messaggio da mancagraziella »

Nel libro ragioniamo pag 381 scrive che nella Bibbia non è scritto che Pietro stava a Roma .Ciò che sorprende è il fatto che la società metta in dubbio pure la presenza dell'apostolo Pietro a Roma .Come possiamo smentirli ?
Ho fatto delle ricerche in vari siti e ecco cosa ho trovato : Antichi scrittori romani quali Clemente Romano , Iganzio di Antiochia ,Ireneo ,Tertuliano ,Eusebio ,riconoscono che Pietro avesse operato a Roma e vi fosse morto .Anzi pare proprio che Pietro sia arrivato a Roma prima di Paolo ;questo perchè quando Paolo scrive ai romani (57 d,C) essi risultano già convertiti ("la fama della vostra fede si espande in tutto il mondo",rm 1,8 ).Paolo ,infatti conoscerà la capitale solo col suo terzo viaggio del 59-62 d.c, a causa di continui impedimenti,sebbene si dichiarasse "pronto a predicare il Vangelo anche a voi di Roma " (rm 1,10-15).
Chi mi può aiutare ? Grazia :timido:
Italia

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Pietro a Roma [modifica]
Secondo la tradizione cristiana, Pietro finì i suoi giorni a Roma,[63] crocifisso a testa in giù sotto Nerone, benché l'autenticità di tale evento sia ancora oggi fonte di grande dibattito fra gli studiosi della Bibbia. Unico documento che ci riferisce gli avvenimenti succedutisi dall'arrivo di Pietro nella città eterna fino al suo martirio sono dei testi apocrifi, denominati "Atti di Pietro", di contenuto abbastanza favolistico e senza dubbio poco fedeli alla realtà, simbolo comunque di una devozione molto antica che vedeva in Pietro il padre evangelizzatore della città eterna.

È improbabile che Pietro vi sia giunto nel 42, essendosi recato a Gerusalemme per il concilio. Secondo Lattanzio Pietro andò a Roma quando già Nerone era salito al trono,[64] dunque dal 54 in poi. Quel che stupisce inoltre è la mancanza di riferimenti a Pietro negli atti degli apostoli, che narrano anche la permanenza di Paolo a Roma, e il suo non nominare l'apostolo nelle lettere ai Colossesi e a Filemone, nei quali ringrazia i compagni che lo sostengono a Roma.

Antiche tradizioni lo fanno ospite a casa del senatore Pudente (sulla quale oggi sorge la chiesa di Santa Pudenziana, dove è conservata la tavola dove l'apostolo avrebbe celebrato l'eucaristia) e della casa, sull'Aventino, di Aquila e Priscilla (la chiesa di Santa Prisca è stata edificata sui resti della loro casa). Anche l'attuale basilica di San Sebastiano fu venerata da tempi antichissimi come Domus Petri, e un'iscrizione del papa Damaso all'interno della chiesa attesterebbe che lì abitarono Pietro e Paolo. Ugualmente la chiesa di Santa Maria in via Lata sorgerebbe proprio dove vi era una casa in cui abitarono Pietro, Paolo e Luca, che qui scrisse gli Atti degli apostoli. Si ricorda poi la località ad nymphas sancti Petri, sulla via Nomentana, presso il cimitero dell'Ostriano, dove secondo la tradizione l'apostolo battezzava i fedeli.

A Roma ebbe fine, secondo antiche tradizioni, lo scontro fra Pietro e il mago Simone di cui parlano anche Eusebio di Cesarea e Giustino. Secondo la loro testimonianza questi era giunto a Roma al tempo di Claudio, e Pietro l'aveva seguito proprio per confutare le sue teorie.[65] Eusebio sottolinea inoltre che Simone era noto per la sua vita immorale, famoso per i prodigi della sua magia, che gli conquistarono la fama del popolo che edificò in suo onore perfino una statua su cui era inciso "Semoni Deo Sancto".[66] Ancora oggi nella chiesa di Santa Francesca Romana si conserva una pietra con i solchi di due ginocchia, secondo la tradizione, quella su cui Pietro si inginocchiò pregando il maestro di fermare gli incantesimi dell'avversario.

Secondo antiche tradizione, Pietro venne arrestato a seguito della persecuzione neroniana e rinchiuso, insieme a Paolo, all'interno del Carcere Mamertino (dove poi sorse la chiesa di "San Pietro in Carcere") dove i due carcerieri, destinati a diventare i santi Processo e Martiniano, vedendo i miracoli operati dai due apostoli, chiesero il battesimo. Allora Pietro, facendo un segno di croce verso la Rupe Tarpea, riuscì a farne scaturire dell'acqua e con essa battezzò i due carcerieri che subito dopo aprirono loro le porte per invitarli alla fuga, venendo però scoperti e giustiziati.

Questa sembra però essere una leggenda infondata perché il carcere Mamertino era destinanto a prigionieri che si dovevano custodire con attenzione (basti pensare a Giugurta e Vercingetorige) e non di certo a un uomo come l'apostolo, uno dei tanti immigrati nella capitale dell'Impero, almeno che Nerone non lo ritenesse talmente pericoloso da scatenare una rivolta fra i cristiani. Benché non esistano prove certe della permanenza dei due nel carcere, la tradizione è comunque molto antica e la trasformazione del carcere in chiesa si fa risalire al IV secolo per volere di papa Silvestro I.

Fuggito dal carcere, Pietro si diresse verso la via Appia, ferito per la stretta delle catene. Nei pressi delle terme di Caracalla avrebbe perso la fascia che gli stringeva una gamba, oggi custodita nella chiesa dei santi Nereo e Achilleo, detta appunto "in fasciola".[67] Una leggenda narra che lungo la via Appia egli incontrò il Maestro che lo invitò a tornare a Roma per morirvi martire.

Catturato nuovamente dai soldati dell'imperatore venne crocifisso, secondo un'antica tradizione, trasmessaci da Girolamo, Tertulliano, Eusebio e Origene, a testa in giù per sua stessa richiesta fra il 64, anno della persecuzione anti-cristiana di Nerone, e il 67.

Un punto abbastanza controverso fu poi la questione se Pietro e Paolo fossero stati martirizzati nello stesso giorno e nello stesso anno. Il Martirologio Romano, i Sinassari delle Chiese orientali, nonché il Decretum Gelasianum del V secolo affermano: «Non in un giorno diverso, come vanno blaterando gli eretici, ma nello stesso tempo e nello stesso giorno Paolo fu con Pietro coronato di morte gloriosa nella città di Roma sotto l'imperatore Nerone»[68], fissandone quindi la data al 29 giugno 67.

L'archeologa Margherita Guarducci, famosa per aver studiato a fondo la Tomba di Pietro e aver trovato i resti di colui si pensa sia San Pietro[69], dopo una serie di delucidazioni, giunse alla conclusione che la sua morte avvenne il 13 ottobre 64[70].
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

http://www.infotdgeova.it/pacebene.htm" target="_blank" target="_blank
PIETRO A ROMA
Il CD dei TG pensa di scalfire la verità dottrinale sul Papato aggirando l'ostacolo. Dimostrando cioè che Pietro non sarebbe mai venuto a Roma. Se questo fosse vero, ne conseguirebbe che i Papi, tutti Vescovi di Roma, non potrebbero reclamare per sé il legame con le origini, ovvero essere depositari della successione apostolica. Ebbene il nostro intento qui sarà solo di dimostrare che il CD, per sostenere questa sua tesi, bara, inganna. Quindi non faremo ricorso alle varie e decisive testimonianze storiche, letterarie e archeologiche, che dimostrano che Pietro è venuto a Roma e quindi depongono per la successione apostolica incentrata sui Vescovi di Roma (che, essendo successori di Pietro, fanno da Papa, da Pastori universali) ma osserveremo che la prova che il CD propone per la sua tesi è fasulla, perfino da presa in giro. Ci è di guida il libro, già citato di L. MINUTI I Testimoni di Geova non hanno la Bibbia, Coletti, che tratta della "prova" geovista nelle pagine 112-116, con documentazione dei testi geovisti alla pag. 193 (DOC 100 e 101). In buona sostanza il CD, in Ragioniamo p. 381, avanza la tesi che quando S. Pietro, nella sua lettera, dice che si trovava a Babilonia stesse davvero là e non a Roma (criptata sotto quel nome per evitare ulteriori persecuzioni) come è parere di tutti gli interpreti. E sostiene questa tesi appoggiandosi a questa considerazione:

1) - che Pietro stesse alla vera Babilonia (quella sul Tigri ed Eufrate) «era coerente con l'incarico affidatogli di predicare ai giudei (come indicato in Galati 2:9), dal momento che Babilonia ospitava una folta comunità ebraica.» Ma, per parare l'obiezione storica (il che dimostrerà che il CD insulta anche le verità storiche!) che Babilonia a quel tempo era un cumulo di rovine e perciò non poteva ospitare una "folta comunità", il CD addita la seguente "prova":

2) - «l'Encyclopaedia Judaica (Gerusalemme, 1971, Vol. 15, col. 755), parlando della stesura del Talmud Babilonese, menziona le "grandi accademie (del giudaismo) a babilonia" durante l'era volgare.» Il che non si sa se definirlo sconcertante o umoristico! Il ragionamento è questo: l'Enciclopedia suddetta attesta che la stesura del Talmud Babilonese (cosi definito poiché ve n'è anche uno Palestinese), opera ciclopica che ha richiesto l'intervento dei migliori cervelli, è indice certo della esistenza delle "grandi accademie del giudaismo"; e queste, a loro volta, sarebbero indice certo della presenza della "folta comunità ebraica", giacché per avere molti cervelli, crema della popolazione, ci vuole una popolazione molto vasta! Questo il nerbo della prova. Senonché...

Senonché, come dimostra chiaramente di sapere il CD per averlo scritto in epoca precedente a "Ragioniamo" (che è del 1985), l'epoca della stesura del «Talmud babilonese risale al 420 d. C.»!!! Lo troviamo scritto nel libro geovista intitolato

"Preparato per ogni opera buona", pag. 75, opera del 1960). Cioè Pietro sarebbe stato a Babilonia sul Tigri-Eufrate nel V secolo!

La presa in giro ovviamente sta nell'aver collocato allegramente la stesura del Talmud "durante l'era volgare" e non al suo posto preciso. L'era volgare non va da Cristo ad oggi? Che ne dite? Se questa del CD è logica non ci sarà lecito fare anche noi un ragionamento analogo imparando dal CD? Proviamo... Potremmo sostenere che l’Apostolo Paolo è stato in America perché la Città di San Paolo non sarebbe venuta su senza un forte impulso di fede che solo la presenza fattiva dell'apostolo Paolo poteva dare. Ed è coerente che sia stato così, giacché quella città è stata appunto costruita in America "durante l'era volgare"!

Di qui la domanda nasce spontanea: dobbiamo fare i nostri complimenti a Pietro per la sua longevità o piuttosto dire al Corpo Direttivo: "Guarda che tu la sai lunga ma non la sai raccontare'!"?
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55emma55
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Messaggio da 55emma55 »

:risatina: :risatina: :risatina: :risatina: non sanno che inventarsi per diversificarsi dalle altre religione!!! tra un pò diranno pure che il gallo ha cantato 5 volte perchè hai tempi i galli erano di un'altra razza!!! :risata: :risata: :risata: :risata:
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Messaggio da Bicchiere mezzo pieno »

http://digilander.libero.it/domingo7/PI ... 20ROMA.htm

PIETRO FU A ROMA O A BABILONIA?


ESISTEVA ANCORA BABILONIA AI TEMPI DI PIETRO?


PIETRO A ROMA: QUALI TESTIMONI?

Una tradizione, assai antica, ha creduto che Pietro sia andato a Roma, dove avrebbe subito il martirio sotto la persecuzione di Nerone. Per secoli questa fu la fede della Chiesa. Solo nel XIV secolo, Marsilio da Padova avanzò dubbi sul fatto che Pietro fosse stato vescovo di Roma. In seguito, larga parte del protestantesimo tentò di mettere in dubbio anche la venuta di Pietro a Roma con evidenti finalità polemiche verso la chiesa cattolica ed il vescovo di Roma. [1]



Sebbene il Nuovo Testamento non parli chiaramente del martirio romano di Pietro, nel saluto finale della sua prima epistola Pietro dice: "La chiesa che è in Babilonia, eletta come voi, vi saluta" (1 Pietro 5, 13). Poiché l'antica Babilonia giaceva distrutta da molti secoli e in Mesopotamia non esisteva una comunità cristiana ma solo di una colonia giudaica, Babilonia deve essere per forza il nome simbolico di Roma, nome peraltro assai amato nell'apocalittica giudaica e cristiana (Apocalisse 17-18-19).

TESTIMONIANZE AUTOREVOLI A FAVORE DI ROMA

Clemente Romano (ca. 96 d.C.) per primo parla della morte di Pietro e di Paolo, dicendo: "Per l'invidia e gelosia furono perseguitate le più grandi e più giuste colonne le quali combatterono sino alla morte. Poniamoci dinanzi agli occhi i buoni apostoli. Pietro che per l'ingiusta invidia soffrì non uno, ma numerosi tormenti, e così col martirio raggiunse il posto della gloria. Fu per effetto di gelosia e discordia che Paolo mostrò come si consegua il premio della pazienza …." (Clemente, 1 Corinzi V, 2-5)



Ignazio, vescovo di Antiochia, verso il 110 d.C. durante il suo viaggio verso Roma per subirvi il martirio, pur non ricordando il martirio dell'apostolo, scrive alla chiesa ivi esistente di non voler impartire loro "degli ordini come Pietro e Paolo" poiché essi "erano liberi, mentre io sono schiavo" (Ignazio, Ai Romani 4, 3). Siccome Pietro non scrisse alcuna lettera ai Romani, si deve dedurre che egli avesse loro impartito dei comandi di presenza.



Papia di Gerapoli, verso il 130 d.C. afferma che Pietro scrisse da Roma la sua lettera (Papia in Eusebio, Storia Ecclesiastica II, 15, 2), usando il termine figurato di Babilonia per indicare Roma.



Origene (185-254) è il primo a ricordarci che Pietro fu crocifisso a Roma con il capo all'ingiù. Egli infatti scrive: "Si pensa che Pietro predicasse ai Giudei della dispersione per tutto il Ponto, la Galazia, la Bitinia, la Cappadocia e l'Asia e che infine venisse a Roma dove fu affisso alla croce con il capo all'ingiù, così infatti aveva pregato di essere posto in croce". (Origene in Eusebio, Storia Ecclesiastica III, 1, 2).



Dionigi, vescovo di Corinto, verso il 170 d.C., in una lettera parzialmente conservata da Eusebio, attribuisce a Pietro e Paolo la fondazione della chiesa di Corinto e la loro predicazione simultanea in Italia dove assieme subirono il martirio. "Con la vostra ammonizione voi (Romani) avete congiunto Roma e Corinto in due fondazioni che dobbiamo a Pietro e Paolo. Poiché ambedue, venuti nella nostra Corinto hanno piantato e istruito noi, allo stesso modo poi, andati in Italia, insieme vi insegnarono e resero testimonianza (con la loro morte) al medesimo tempo" (Dionigi in Eusebio, Storia Ecclesiastica II, 25).



Clemente Alessandrino (150-215) ricorda che, "quando Pietro ebbe predicato pubblicamente la Parola a Roma e dichiarato il Vangelo nello Spirito, molti degli ascoltatori chiesero a Marco, che lo aveva seguito da lungo tempo e ricordava i suoi detti, di metterli per iscritto" (Eusebio, Storia Ecclesiastica VI, 14).



Tertulliano (160-240) ripete che Pietro fu crocifisso a Roma durante la persecuzione neroniana, dopo aver ordinato Clemente, il futuro vescovo romano (Scorpiace XV; Sulla prescrizione degli eretici XXXII); lo stesso Tertulliano ricorda anche il martirio comune di Pietro e Paolo a Roma, sottolineando come Pietro avesse sofferto lo stesso martirio di Gesù e come Paolo fosse stato ucciso come Giovanni Battista (Sulla prescrizione degli eretici XXXVI). Degna di nota è anche la testimonianza di Tertulliano, secondo la quale Giovanni battezzò con le acque del Giordano e Pietro con le acque del Tevere (Il Battesimo, IV)



Ireneo, vescovo di Lione (140-202), ricorda che "Matteo... compone il suo Vangelo mentre Pietro e Paolo predicavano e fondavano la chiesa …" e parla "… della chiesa grandissima e antichissima e a tutti nota, la chiesa fondata e stabilita a Roma dai due gloriosissimi apostoli Pietro e Paolo …. con questa chiesa, in ragione della sua origine più eccellente, deve essere necessariamente d'accordo ogni chiesa, cioè i fedeli che vengono da ogni parte ….la chiesa nella quale per tutti gli uomini sempre è stata conservata la tradizione che viene dagli apostoli …" (Contro le eresie III, 1-3)



Eusebio di Cesarea (260-337) ricorda come, sotto il regno di Claudio, la Provvidenza condusse Pietro a Roma per porre fine al potere di Simon Mago (Eusebio, Storia Ecclesiastica, II, 14). Egli inoltre ricorda come, a Roma, sotto l'impero di Nerone, Paolo venne decapitato e Pietro crocifisso (Eusebio, Storia Ecclesiastica, II, 25; Eusebio, Storia Ecclesiastica, III, 1).



Girolamo (347-420) scrive che "Simon Pietro venne a Roma per debellare Simon Mago …occupò a Roma la cattedra episcopale per 25 anni, fino all'ultimo anno di Nerone …..fu crocifisso con il capo all'ingiù e i piedi rivolti verso l'alto, dichiarandosi indegno di venir crocifisso come il suo Signore" (Gli uomini illustri I).

BABILONIA IN MESOPOTAMIA

Nel 331 a.C. Alessandro Magno entrò a Babilonia, ne rimase affascinato, eseguì imponenti lavori di ammodernamento e proclamò la città capitale del suo nuovo impero. Morto Alessandro, l'impero venne diviso in quattro parti dopo la battaglia di Ipso (301): la Tracia e l'Asia Minore andarono a Lisimaco, la Macedonia e la Grecia a Cassandro, l'Egitto a Tolomeo, la Mesopotamia e la Persia a Seleuco.



Seleuco I (304-280) ed Antioco I (280-261) fecero costruire la nuova città di Seleucia (sul fiume Tigri), con l'intento di soppiantare la vecchia Babilonia (sull'Eufrate). Nel 275 a.C. fu quindi emanato un editto in base al quale tutti i babilonesi avrebbero dovuto lasciare Babilonia per recarsi a Seleucia: le mura e le fortezze di Babilonia furono smantellate e la sua vita economica e politica venne ridotta ai minimi termini. Babilonia continuò però a vivere perché non fu abbandonata da tutti.



Verso il 120 a.C. i seleucidi entrarono in guerra con i Parti, popolo situato ad oriente della Persia: la città fu abbandonata, i resti di quella che era stata una grande città furono rasi al suolo da satrapo Euemero (o Evemero) e la rovina di Babilonia fu completa.



Secondo Flavio Giuseppe e Filone (Flavio Giuseppe , Antichità Giudaiche XV, 2, 2 ; Filone , Legatio ad Caium, 182) presso le antiche rovine vivevano ancora all’inizio del I secolo dell’era volgare alcuni giudei. Sempre secondo Flavio Giuseppe, le rovine di Babilonia sarebbero state abbandonate nella seconda metà del sec. I dagli stessi giudei che si trasferirono a Seleucia (Antichità Giudaiche XVIII, 3, 8).



In pratica presso le rovine di Babilonia c'era una piccola comunità giudaica ma dell’esistenza di chiese cristiane non abbiamo alcuna testimonianza storica attendibile. Nel 116 d.C. Traiano svernò a Babilonia, ma secondo gli storici del tempo la città era ormai diventata un cumulo di macerie.

[Visto che nella sua lettera Pietro dice "vi salutano i cristiani di Babilonia", e visto che al suo tempo quindi Babilonia era un cumulo di macerie, allora questo significa che Pietro era a Roma che per i cristiani, si evince dall'Apocalisse, era la moderna "Babilonia"]

BABILONIA IN EGITTO

Che Pietro si riferisse sicuramente di Roma emerge dalla considerazione che, ai tempi di Pietro cioè nel I secolo, esistevano ben due città di Babilonia: una in Mesopotamia e l’altra in Egitto. Un saluto da Roma non avrebbe creato equivoci, mentre un saluto da Babilonia -intesa letteralmente- non poteva che creare confusione presso i destinatari dell’epistola.



Secondo Strabone (Geografia XVII, 30) e Flavio Giuseppe (Antichità Giudaiche, II, 15) Babilonia d’Egitto era posta sopra un canale che congiungeva il Nilo con il Mar Rosso, possedeva una guarnigione militare ed era abitata da numerosissimi giudei.



Poiché nella lettera di Pietro ci sono i saluti di Marco "Vi saluta la comunità che è stata eletta come voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, mio figlio". (1 Pietro 5,13) e visto che esistono testimonianze di Marco quale primo vescovo di Alessandria di Egitto (Filone, La vita contemplativa, 17, 3 e Eusebio, Storia Ecclesiastica, II, 16), molti cristiani copti credono ancora oggi che la prima lettera di Pietro sia partita dall’Egitto.



Anche qui non abbiamo alcuna testimonianza storica attendibile dell’esistenza di comunità cristiane verso la metà del I secolo.

[Idem come sopra]
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Achille
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Messaggio da Achille »

Vedi sull'argomento anche questa pagina:

http://www.infotdgeova.it/citazioni/minuti.php" target="_blank

La seconda parte: L’Encyclopaedia Judaica.

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Messaggio da brunodb2 »

Achille Lorenzi ha scritto:Vedi sull'argomento anche questa pagina:

http://www.infotdgeova.it/citazioni/minuti.php" target="_blank" target="_blank" target="_blank

La seconda parte: L’Encyclopaedia Judaica.

Achille
Vedi anche qui:
http://www.vasodipandora.org/?q=node/230/play" target="_blank" target="_blank

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Il fatto che Pietro non sia mai stato a Roma...

Messaggio da virtesto »

...è sostenuto non solo dal CD dei Torreguardiani ma anche da tutte le Chiese Protestanti, compresi i seri e compunti Valdesi. Adesso è tardi, domani, se trovo il tempo, potrei scrivere anch'io un bel " Lenzuolo" a sostegno della tesi che Pietro non ha mai soggiornato a Roma.
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Messaggio da Bicchiere mezzo pieno »

virtesto ha scritto:...è sostenuto non solo dal CD dei Torreguardiani ma anche da tutte le Chiese Protestanti, compresi i seri e compunti Valdesi. Adesso è tardi, domani, se trovo il tempo, potrei scrivere anch'io un bel " Lenzuolo" a sostegno della tesi che Pietro non ha mai soggiornato a Roma.
Veramente le chiese storiche protestanti come i Luterani e gli anglicani non mi sembra che abbiano mai negato la presenza di Pietro a Roma, ma semmai il primato petrino che infatti non riconoscono, nè tanto meno riconoscono la gerarchia ecclesaistica della Chiesa. Le chiese protestanti del terzo protestantesimo invece non le ritengo molto affidabili dal punto di vista della ricerca visto che spesso credono alle vicende della Genesi come fatti accaduti realmente.

Comunque non capisco in quale "Babilonia" Pietro potesse stare visto che la Babilonia dei tempi di Pietro era senza abitanti perchè diroccata.

Fra l'altro, se fosse tutta una montatura che senso avrebbe inventarsi un primato petrino? Visto che dal NT emerge chiaramente che Paolo è stato a Roma più volte sarebbe stato molto più comodo che la Chiesa avesse rivendicato un primato paolino. Invece rivendica il primato di Pietro. Questo mi fa pensare che la presenza di Pietro a Roma è verosimile giacchè se tutto fosse stato inventato la Chiesa avrebbe creato il mito del primato di Paolo piuttosto che quello di Pietro.
Mamy

Messaggio da Mamy »

Nella mia raccolta de LA STORIA UNVERSALE (ARMANDO CURCIO EDITORE)trovo:S.PIETRO._S. Pietro cominciò subito dopo la Pentecoste la sua entusiastica predicazione,esrcitando ancge la sua funzione di vicario di CRISTO.Predicò in varie parti dell'Asia doveorganizzò numerose chiese:poi,andò a Roma,vi fondò la Chisa romana e vi esrcitò funzione divescovo.Cacciato da Roma in conseguenza dell'editto dell'imperatore Claudio,passò ancora in Asia donde ritornò poi a Roma quando salì al trono Nerone:ma nella persecuzione mossa da quest'imperatore ai Cristani,S.Pietro subì con S,Paolo, il martirio e venne crocifisso(29 giugno del 67 d. C.)
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Messaggio da Achille »

Una discussione del vecchio forum su questo stesso argomento:

http://freeforumzone.leonardo.it/discus ... dd=4593233" target="_blank

E un articolo che parla del ritrovamento della tomba di Pietro:

Clicca per vedere l'immagine a dimensioni originali Clicca per vedere l'immagine a dimensioni originali
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prays

Messaggio da prays »

Gabriella Prosperi ha scritto:http://www.infotdgeova.it/pacebene.htm" target="_blank" target="_blank
...In buona sostanza il CD, in Ragioniamo p. 381, avanza la tesi che quando S. Pietro, nella sua lettera, dice che si trovava a Babilonia stesse davvero là e non a Roma (criptata sotto quel nome per evitare ulteriori persecuzioni) come è parere di tutti gli interpreti. E sostiene questa tesi appoggiandosi a questa considerazione:

1) - che Pietro stesse alla vera Babilonia (quella sul Tigri ed Eufrate) «era coerente con l'incarico affidatogli di predicare ai giudei (come indicato in Galati 2:9), dal momento che Babilonia ospitava una folta comunità ebraica.» Ma, per parare l'obiezione storica (il che dimostrerà che il CD insulta anche le verità storiche!) che Babilonia a quel tempo era un cumulo di rovine e perciò non poteva ospitare una "folta comunità", il CD addita la seguente "prova":

2) - «l'Encyclopaedia Judaica (Gerusalemme, 1971, Vol. 15, col. 755), parlando della stesura del Talmud Babilonese, menziona le "grandi accademie (del giudaismo) a babilonia" durante l'era volgare.» Il che non si sa se definirlo sconcertante o umoristico! Il ragionamento è questo: l'Enciclopedia suddetta attesta che la stesura del Talmud Babilonese (cosi definito poiché ve n'è anche uno Palestinese), opera ciclopica che ha richiesto l'intervento dei migliori cervelli, è indice certo della esistenza delle "grandi accademie del giudaismo"; e queste, a loro volta, sarebbero indice certo della presenza della "folta comunità ebraica", giacché per avere molti cervelli, crema della popolazione, ci vuole una popolazione molto vasta! Questo il nerbo della prova. Senonché...

Senonché, come dimostra chiaramente di sapere il CD per averlo scritto in epoca precedente a "Ragioniamo" (che è del 1985), l'epoca della stesura del «Talmud babilonese risale al 420 d. C.»!!! Lo troviamo scritto nel libro geovista intitolato

"Preparato per ogni opera buona", pag. 75, opera del 1960). Cioè Pietro sarebbe stato a Babilonia sul Tigri-Eufrate nel V secolo!

La presa in giro ovviamente sta nell'aver collocato allegramente la stesura del Talmud "durante l'era volgare" e non al suo posto preciso. L'era volgare non va da Cristo ad oggi? Che ne dite? Se questa del CD è logica non ci sarà lecito fare anche noi un ragionamento analogo imparando dal CD? Proviamo... Potremmo sostenere che l’Apostolo Paolo è stato in America perché la Città di San Paolo non sarebbe venuta su senza un forte impulso di fede che solo la presenza fattiva dell'apostolo Paolo poteva dare. Ed è coerente che sia stato così, giacché quella città è stata appunto costruita in America "durante l'era volgare"!

Di qui la domanda nasce spontanea: dobbiamo fare i nostri complimenti a Pietro per la sua longevità o piuttosto dire al Corpo Direttivo: "Guarda che tu la sai lunga ma non la sai raccontare'!"?
Qualcuno riesce a spiegarmi la logica di questo documento , perchè a prima vista mi sembra scritto da un ubriaco.
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

prays ha scritto:Qualcuno riesce a spiegarmi la logica di questo documento , perchè a prima vista mi sembra scritto da un ubriaco.
Non vorrei pensare di te che, non potendo confutare lo scritto, denigri lo scrittore.
Cortesemente, mi spieghi dove è la mancanza di logica?
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Per una trattazione sul tema potete leggere:...

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...http://www.giveshare.org/churchhistory/ ... index.html" target="_blank. Così evito di farvi il mio' lenzuolo'.
prays

Messaggio da prays »

Gabriella Prosperi ha scritto:
prays ha scritto:Qualcuno riesce a spiegarmi la logica di questo documento , perchè a prima vista mi sembra scritto da un ubriaco.
Non vorrei pensare di te che, non potendo confutare lo scritto, denigri lo scrittore.
Cortesemente, mi spieghi dove è la mancanza di logica?
Tempo e voglia permettendo.
Gabriella
Ad esempio come arriva a questa conclusione? "Cioè Pietro sarebbe stato a Babilonia sul Tigri-Eufrate nel V secolo!"

Oppure, che senso ha quest'altra affermazione: "La presa in giro ovviamente sta nell'aver collocato allegramente la stesura del Talmud "durante l'era volgare" e non al suo posto preciso". Dove sarebbe la presa in giro?

E mi fermo qui...
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

prays ha scritto:
Gabriella Prosperi ha scritto:
prays ha scritto:Qualcuno riesce a spiegarmi la logica di questo documento , perchè a prima vista mi sembra scritto da un ubriaco.
Non vorrei pensare di te che, non potendo confutare lo scritto, denigri lo scrittore.
Cortesemente, mi spieghi dove è la mancanza di logica?
Tempo e voglia permettendo.
Gabriella
Ad esempio come arriva a questa conclusione? "Cioè Pietro sarebbe stato a Babilonia sul Tigri-Eufrate nel V secolo!"

Oppure, che senso ha quest'altra affermazione: "La presa in giro ovviamente sta nell'aver collocato allegramente la stesura del Talmud "durante l'era volgare" e non al suo posto preciso". Dove sarebbe la presa in giro?

E mi fermo qui...
L'epoca in cui si suppone Pietro fosse a Babilonia, è dimostrato storicamente, avrebbe predicato alle rovine, mentre in epoca molto successiva e le pibblicazioni WTS riportano l'indicazione del Talmud babilonese, era abitata.
Pietro quindi se predicò nell'epoca descritta doveva esser longevo quanto Matusalemme.
L'indicazione di era volgare è sottilmente ingannatrice, perchè l'era volgare o dopo Cristo dura tutt'ora.
Indicazione vaga, non credi?
Gabriella
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prays

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Gabriella Prosperi ha scritto: L'epoca in cui si suppone Pietro fosse a Babilonia, è dimostrato storicamente, avrebbe predicato alle rovine, mentre in epoca molto successiva e le pibblicazioni WTS riportano l'indicazione del Talmud babilonese, era abitata. Pietro quindi se predicò nell'epoca descritta doveva esser longevo quanto Matusalemme.
Continuo a non capire. Storicamente nel 1° secolo Babilonia era un cumulo di rovine disabitato mentre era abitata nei secoli successivi? Quali sarebbero le fonti storiche?
L'indicazione di era volgare è sottilmente ingannatrice, perchè l'era volgare o dopo Cristo dura tutt'ora.
Indicazione vaga, non credi?
Gabriella
Sarò tardo, ma continuo a non comprendere dove stia la vaghezza né dove sia l'inganno.

"l'epoca della stesura del «Talmud babilonese risale al 420 d. C." afferma una nostra pubblicazione (comunque c'è pure una Torre di Guardia del 1998 che afferma la stessa cosa) mentre il libro Ragioniamo dice: "L’Encyclopaedia Judaica (Gerusalemme, 1971, Vol. 15, col. 755), parlando della stesura del Talmud babilonese, menziona le “grandi accademie [del giudaismo] a Babilonia” durante l’èra volgare."

Non so, ma dalle vostre parti il 420 d.C. non si trova "durante l'era volgare"?
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

Infatti, 420 d.C. "grandi comunità giudaiche" non I secolo d.C.
La sottigliezza sta nel fatto che, se non si consultano tutti i testi pubblicati dalla WTS per arrivare a leggere la data, si potrebbe pensare al I secolo.
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Messaggio da Bicchiere mezzo pieno »

Continuo a non capire. Storicamente nel 1° secolo Babilonia era un cumulo di rovine disabitato mentre era abitata nei secoli successivi? Quali sarebbero le fonti storiche?
BABILONIA IN MESOPOTAMIA

Nel 331 a.C. Alessandro Magno entrò a Babilonia, ne rimase affascinato, eseguì imponenti lavori di ammodernamento e proclamò la città capitale del suo nuovo impero. Morto Alessandro, l'impero venne diviso in quattro parti dopo la battaglia di Ipso (301): la Tracia e l'Asia Minore andarono a Lisimaco, la Macedonia e la Grecia a Cassandro, l'Egitto a Tolomeo, la Mesopotamia e la Persia a Seleuco.



Seleuco I (304-280) ed Antioco I (280-261) fecero costruire la nuova città di Seleucia (sul fiume Tigri), con l'intento di soppiantare la vecchia Babilonia (sull'Eufrate). Nel 275 a.C. fu quindi emanato un editto in base al quale tutti i babilonesi avrebbero dovuto lasciare Babilonia per recarsi a Seleucia: le mura e le fortezze di Babilonia furono smantellate e la sua vita economica e politica venne ridotta ai minimi termini. Babilonia continuò però a vivere perché non fu abbandonata da tutti.



Verso il 120 a.C. i seleucidi entrarono in guerra con i Parti, popolo situato ad oriente della Persia: la città fu abbandonata, i resti di quella che era stata una grande città furono rasi al suolo da satrapo Euemero (o Evemero) e la rovina di Babilonia fu completa.



Secondo Flavio Giuseppe e Filone (Flavio Giuseppe , Antichità Giudaiche XV, 2, 2 ; Filone , Legatio ad Caium, 182) presso le antiche rovine vivevano ancora all’inizio del I secolo dell’era volgare alcuni giudei. Sempre secondo Flavio Giuseppe, le rovine di Babilonia sarebbero state abbandonate nella seconda metà del sec. I dagli stessi giudei che si trasferirono a Seleucia (Antichità Giudaiche XVIII, 3, 8).



In pratica presso le rovine di Babilonia c'era una piccola comunità giudaica ma dell’esistenza di chiese cristiane non abbiamo alcuna testimonianza storica attendibile. Nel 116 d.C. Traiano svernò a Babilonia, ma secondo gli storici del tempo la città era ormai diventata un cumulo di macerie.
Non so, ma dalle vostre parti il 420 d.C. non si trova "durante l'era volgare"?
Credo che la vaghezza sia nel collegare il Talmud al primo secolo, quando Pietro era in vita, con un generico “durate l’Era Volgare” perché visto che da altre pubblicazione della stessa WTS si evince che la WTS sapeva che il Talmud era stato redatto in secoli successivi al primo, pare essere messo apposta ambiguamente, così da collegare il Talmud al primo secolo.
prays

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Bicchiere mezzo pieno ha scritto:
Credo che la vaghezza sia nel collegare il Talmud al primo secolo, quando Pietro era in vita, con un generico “durate l’Era Volgare” perché visto che da altre pubblicazione della stessa WTS si evince che la WTS sapeva che il Talmud era stato redatto in secoli successivi al primo, pare essere messo apposta ambiguamente, così da collegare il Talmud al primo secolo.
Perdonatemi, ma da dove si evincerebbe che l'intento è quello di far credere che il Talmud fosse redatto quando Pietro era in vita? Lo scopo della citazione (e a me pare evidente) è quello di far capire che siccome ancora nel IV e V secolo c'era una comunità ebraica a Babilonia, è verosimile che ci fosse pure 3, 4 secoli prima. Per cui non era niente di strano che Pietro fosse lì a predicare a quegli ebrei, in armonia con Galati 2:6-9
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Messaggio da Achille »

L'argomento trattato nella pagina di "pacebene" è ripreso da questa pagina:

http://www.infotdgeova.it/citazioni/minuti.php" target="_blank

Qui è trattato in maniera più ampia e a me sembra molto chiaro quello che ha scritto don Minuti.

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Messaggio da Bicchiere mezzo pieno »

Lo scopo della citazione (e a me pare evidente) è quello di far capire che siccome ancora nel IV e V secolo c'era una comunità ebraica a Babilonia, è verosimile che ci fosse pure 3, 4 secoli prima.
Già perchè nell'arco di 400 anni ovviamente le cose non possono cambiare vero? Scompaiono interi popoli e interte città nel giro di 100 anni e in 400 anni invece non può succedere? Comunque secondo me sarebbe stato molto meno ambiguo esplicitare proprio quello che hai messo in evidenza tu, ossia che se nel IV o V secolo è stato redatto il Talmud allora è probabile che anche 3 o 4 secoli prima (sebbene stando alla storia non c'è proprio nulla di scontato nemmeno da un decennio all'altro) c'erano delle comunità giudaiche in Babilonia.
Posta così com'è la frase è decisamente ambigua e da lì possono formarsi ovviamente dei sospetti.
Comunque il solo fatto che è stato redatto il Talmud a Babilonia nel IV-V secolo non è dimostrzione che a babilonai ci fossero comunità giudaiche.
prays

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Achille Lorenzi ha scritto:L'argomento trattato nella pagina di "pacebene" è ripreso da questa pagina:

http://www.infotdgeova.it/citazioni/minuti.php" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank

Qui è trattato in maniera più ampia e a me sembra molto chiaro quello che ha scritto don Minuti.

Achille
Effettivamente è molto chiara la sua assoluta malafede. Nel tentativo di far credere che il Corpo Direttivo prende in giro i lettori, don Minuti non solo li prende in giro veramente ma li tratta come dei dementi.

Libro Ragioniamo pagina 381:
"Che egli si trovasse a Babilonia era coerente con l’incarico affidatogli di predicare ai giudei (come indicato in Galati 2:9), dal momento che Babilonia ospitava una folta comunità ebraica. L’Encyclopaedia Judaica (Gerusalemme, 1971, Vol. 15, col. 755), parlando della stesura del Talmud babilonese, menziona le “grandi accademie [del giudaismo] a Babilonia” durante l’èra volgare."
Commento di don Minuti in cui dimostra la sua disonestà o la sua incapacità di leggere:
proprio approfittando della quasi generale ignoranza su tali dati - roba da specialisti! - il Corpo Direttivo ha imbastito la sua audacissima frode storica, esprimendosi - in quella pagina 381 - con accostamenti i quali fanno credere al lettore che il Talmud orientale sia stato composto a Babilonia proprio quando Pietro era in vita.
La frase che ho sottolineato è un'evidente invenzione, in quanto la citazione del Ragioniamo non dice assolutamente quello che afferma don Minuti.
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Messaggio da Achille »

prays ha scritto:
Effettivamente è molto chiara la sua assoluta malafede. ...Commento di don Minuti in cui dimostra la sua disonestà o la sua incapacità di leggere
Risparmiati questi offensivi attacchi alle persone e limitati ad argomentare.
Grazie.

Achille/mod
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Bicchiere mezzo pieno ha scritto:
Lo scopo della citazione (e a me pare evidente) è quello di far capire che siccome ancora nel IV e V secolo c'era una comunità ebraica a Babilonia, è verosimile che ci fosse pure 3, 4 secoli prima.
Già perchè nell'arco di 400 anni ovviamente le cose non possono cambiare vero? Scompaiono interi popoli e interte città nel giro di 100 anni e in 400 anni invece non può succedere? Comunque secondo me sarebbe stato molto meno ambiguo esplicitare proprio quello che hai messo in evidenza tu, ossia che se nel IV o V secolo è stato redatto il Talmud allora è probabile che anche 3 o 4 secoli prima (sebbene stando alla storia non c'è proprio nulla di scontato nemmeno da un decennio all'altro) c'erano delle comunità giudaiche in Babilonia.
Posta così com'è la frase è decisamente ambigua e da lì possono formarsi ovviamente dei sospetti.
Comunque il solo fatto che è stato redatto il Talmud a Babilonia nel IV-V secolo non è dimostrzione che a babilonai ci fossero comunità giudaiche.
Mi fate veramente impazzire. Vi si dimostra che avete preso una cantonata ma dovete per forza giustificarvi. "Per me era meglio scriverla in un altro modo"; "la frase è ambigua"; "bla bla bla". Chissà perchè voi le cose le scrivereste sempre meglio. La realtà è che non c'è niente di ambiguo né di vago in quella frase. C'è solo un libretto di qualcuno che considerate un esperto di tdG e non provate nemmeno a ragionare con la vostra testa se sta scrivendo delle idiozie oppure no. Vi fa solo comodo vedere le cose con i suoi occhi.
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prays ha scritto:
Bicchiere mezzo pieno ha scritto:
Lo scopo della citazione (e a me pare evidente) è quello di far capire che siccome ancora nel IV e V secolo c'era una comunità ebraica a Babilonia, è verosimile che ci fosse pure 3, 4 secoli prima.
Già perchè nell'arco di 400 anni ovviamente le cose non possono cambiare vero? Scompaiono interi popoli e interte città nel giro di 100 anni e in 400 anni invece non può succedere? Comunque secondo me sarebbe stato molto meno ambiguo esplicitare proprio quello che hai messo in evidenza tu, ossia che se nel IV o V secolo è stato redatto il Talmud allora è probabile che anche 3 o 4 secoli prima (sebbene stando alla storia non c'è proprio nulla di scontato nemmeno da un decennio all'altro) c'erano delle comunità giudaiche in Babilonia.
Posta così com'è la frase è decisamente ambigua e da lì possono formarsi ovviamente dei sospetti.
Comunque il solo fatto che è stato redatto il Talmud a Babilonia nel IV-V secolo non è dimostrzione che a babilonai ci fossero comunità giudaiche.
Mi fate veramente impazzire. Vi si dimostra che avete preso una cantonata ma dovete per forza giustificarvi. "Per me era meglio scriverla in un altro modo"; "la frase è ambigua"; "bla bla bla". Chissà perchè voi le cose le scrivereste sempre meglio. La realtà è che non c'è niente di ambiguo né di vago in quella frase. C'è solo un libretto di qualcuno che considerate un esperto di tdG e non provate nemmeno a ragionare con la vostra testa se sta scrivendo delle idiozie oppure no. Vi fa solo comodo vedere le cose con i suoi occhi.
Mi fate veramente impazzire. Vi si dimostra che avete preso una cantonata ma dovete per forza giustificarvi.
Rilassati. Beviti un the verde che fa bene alla salute. La cantonata esiste solo nella tua immaginazione. La frase è e resta ambigua. Puoi contestare che non è volutamente ambigua ma ambigua è e resta. E da qui quindi la deduzione di Minuti. Ma di che cosa ti lamenti? Molto spesso anche le citazioni dei testi della Chiesa voi li fraintendete a modo vostro.
La realtà è che non c'è niente di ambiguo né di vago in quella frase.
Sì come no. E' perfettamente chiarissimo. Scherziamo? Preferisco lasciarti nelle tue convinzioni.
Vi fa solo comodo vedere le cose con i suoi occhi.
E a te invece fa comodo vedere le cose sempre con gli occhi della difesa a oltranza. Io ho solo detto che la frase è ambigua e così com'è posta in effetti fa capire una cosa per un'altra.

PS: tranquillo che non è il libretto di Minuti che fa pensare che ci sia qualcosa che non va nella frase ma la frase di per sè stessa (la apgina del libro "Ragioniamo" la vediamo anche noi). Non impazzire per queste cose, ma siediti e beviti il tuo thè.
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Messaggio da Sal80 »

Papia di Gerapoli, verso il 130 d.C. afferma che Pietro scrisse da Roma la sua lettera (Papia in Eusebio, Storia Ecclesiastica II, 15, 2), usando il termine figurato di Babilonia per indicare Roma.
Ha qualcuno un link o una scannerizzazione di questa affermazione della "Storia Ecclesiastica II"?
Dico questo, perchè Papia di Gerapoli viene menzionato spesso come esempio di fede dalla WTS, e secondo una TorrediGuardia del 1993, i suoi scritti sono stati perduti:

La sua opera
Senza dubbio Papia aveva a disposizione un’abbondanza di informazioni spirituali. Possiamo solo immaginare con che attenzione dovette ascoltare i particolari sulla vita e il ministero di ciascun apostolo. Verso il 135 E.V. Papia mise per iscritto in un suo libro ciò che aveva da dire. Purtroppo questo libro è andato perduto. È citato da Ireneo, che professò il cristianesimo nel II secolo E.V. e dallo storico Eusebio di Cesarea, del IV secolo. Nel IX secolo E.V. il libro veniva ancora letto e potrebbe essere esistito fino al XIV secolo.
TG 15.09.1993 pag.7-8

grazie!
Ci sono due errori che si possono fare lungo la via verso la verità...non andare fino in fondo, e non iniziare.
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Messaggio da Bicchiere mezzo pieno »

Se ho usato dei toni stizitti con te mi scuso (non è nemmeno nel mio stile) ma nemmeno tu sei stato tanto carino con i tuoi interlocutori caro Prays.
Io ho solo detto che la frase così com'è messa fa capire una cosa per un'altra se uno già non conosce quando è stato scritto il Talmud da altre fonti. Il primo impatto è la deduzione che il Talmud venne redatto proprio nel primo secolo considerando, come dicevo anche prima, che nell'arco di 100 anni le cose possono essere rovesciate completamente con sparizione di interi popoli e di intere città.
Siccome io do per implicito che il fatto che nel IV o V secolo ci fossero comunità giudaiche non dimostra niente riguardo al primo, la prima cosa che viene da pensare è che il CD voglia far credere che il Talmud venne scritto nello stesso primo secolo.
Se non è così e per il CD è scontato che siccome nel IV e V secolo c'erano comunità giudaiche allora di sicuro c'erano anche nel primo, allora in tal caso l'espressione non sarebbe a uso strumentale, ma dato che io e con me tanti altri, non diamo le cose così per scontate come fa il CD allora le perplessità vengono.
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Ho trovato anche quest'altra citazione della Watchtower che riguarda specificamente le comunità a Babilonia nel primo secolo.

Libro Perspicacia, volume I, pag.856, voce "Esilio":
<<Nel I secolo E.V.
Nel I secolo E.V. c’erano insediamenti ebraici a Tessalonica, Atene, Corinto, Efeso, Roma, Babilonia e in altre città. (At 17:1, 16, 17; 18:1, 4, 19) A Babilonia, dove Pietro predicò, c’era una numerosa comunità ebraica. (1Pt 5:13) Secondo Giuseppe Flavio, nel I secolo a.E.V. c’erano a Babilonia “un gran numero” di ebrei. (Antichità giudaiche, XV, 14 [ii, 2]) Nel 49 o agli inizi del 50 E.V. l’imperatore romano Claudio espulse tutti gli ebrei da Roma. Il provvedimento colpì anche gli ebrei divenuti cristiani, fra i quali Aquila e Priscilla (Prisca), che Paolo incontrò a Corinto verso il 50 E.V., poco dopo l’editto di Claudio. (At 18:2) Essi accompagnarono Paolo a Efeso, e quando egli scrisse da Corinto ai cristiani di Roma (nel 56 E.V. ca.), evidentemente essi erano di nuovo a Roma, perché Claudio era morto e ora regnava Nerone. Anche molti altri ebrei fecero ritorno a Roma. — At 18:18, 19; Ro 16:3, 7, 11.
In adempimento della profezia di Gesù riportata in Luca 21:24, nel 70 E.V. l’esercito romano al comando di Tito circondò Gerusalemme, che in quel tempo era affollata di ebrei venuti da molti paesi per celebrare la festa dei pani non fermentati. I romani assediarono la città e infine la distrussero; 1.100.000 ebrei morirono e 97.000 furono presi prigionieri e dispersi fra le nazioni.>> (La sottolineatura è mia)

Qualche esperto sa indicarmi se questa citazione è corretta o solo fuori dal contesto?
E ci sono altre fonti che supporterebbero questa "prova"?
O altre fonti che specificamente indicano che nel I secolo Babilonia fosse disabitata?

Inoltre un'altra considerazione: Ma la profezia che riguardava la distruzione di Babilonia, non indicava che questa città non sarebbe più stata abitata?
Vedi Isaia 13 (cito la TNM per prays) :
19 E Babilonia, l’adornamento dei regni, la bellezza dell’orgoglio dei caldei, deve divenire come quando Dio rovesciò Sodoma e Gomorra. 20 Non sarà mai abitata, né risiederà di generazione in generazione. E l’arabo non vi pianterà la sua tenda, e i pastori non vi faranno giacere . 21 E certamente vi giaceranno i frequentatori delle regioni aride, e le loro case dovranno essere piene di gufi. E vi dovranno risiedere gli struzzi, e vi salteranno gli stessi demoni a forma di capro. 22 E gli sciacalli dovranno ululare nelle sue torri di dimora, e la grossa serpe sarà nei palazzi di squisito diletto. E il tempo per lei è prossimo a venire, e i suoi stessi giorni non saranno rimandati”.
Geremia 51 (sempre dalla TNM per prays):
37 E Babilonia deve divenire mucchi di pietre, covo di sciacalli, oggetto di stupore e qualcosa a cui fischiare, senza abitante.
"La mente che rinuncia, una volta per tutte, ad una speranza inutile, riceve come ricompensa una serenità crescente." - Raymond Victor FRANZ.
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Qualche esperto sa indicarmi se questa citazione è corretta o solo fuori dal contesto?
http://digilander.libero.it/domingo7/PI ... 20ROMA.htm" target="_blank" target="_blank

“Secondo Flavio Giuseppe e Filone (Flavio Giuseppe , Antichità Giudaiche XV, 2, 2 ; Filone , Legatio ad Caium, 182) presso le antiche rovine vivevano ancora all’inizio del I secolo dell’era volgare alcuni giudei. Sempre secondo Flavio Giuseppe, le rovine di Babilonia sarebbero state abbandonate nella seconda metà del sec. I dagli stessi giudei che si trasferirono a Seleucia (Antichità Giudaiche XVIII, 3, 8).



In pratica presso le rovine di Babilonia c'era una piccola comunità giudaica ma dell’esistenza di chiese cristiane non abbiamo alcuna testimonianza storica attendibile. Nel 116 d.C. Traiano svernò a Babilonia, ma secondo gli storici del tempo la città era ormai diventata un cumulo di macerie.”
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