Tradizione?

In questo spazio si discute di argomenti di vario genere relativi ai Testimoni di Geova e che non sono inclusi nelle altre sezioni

Moderatore: Cogitabonda

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Julian
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Tradizione?

Messaggio da Julian »

In questo forum sono presenti diversi utenti cattolici molto preparati. A loro chiedo di chiarire un concetto, quello della tradizione, che molti fraintendono o non conoscono.
Su internet ho trovato questa definizione:
La Tradizione Apostolica è la trasmissione del messaggio di Cristo, compiuta, sin dalle origini del cristianesimo, mediante la predicazione, la testimonianza, le istituzioni, il culto, gli scritti ispirati. Gli Apostoli hanno trasmesso ai loro successori, i Vescovi, e, attraverso questi, a tutte le generazioni fino alla fine dei tempi, quanto hanno ricevuto da Cristo e appreso dallo Spirito Santo.
Qualcuno può estendere e chiarire il discorso?

Pace.
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Mi piacerebbe farlo di persona, perché l'argomento mi sta molto a cuore, derivando da esso implicazioni di importanza capitale. L'idea stessa di quali siano i testi che compongono la Sacra Scrittura è un dato tràdito, cioè trasmesso, facente parte della Tradizione, ma purtroppo oggi e domani sono ai seggi elettorali a servire lo stato quindi nel frattempo leggiti quel che dice il Catechismo della CHiesa Cattolica sull'argomento:

http://www.vatican.va/archive/catechism ... 2a2_it.htm" target="_blank

Ora vado a letto, o domani chissà cosa combino con schede e registri.

Ad maiora
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Paxuxu
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Messaggio da Paxuxu »

Non vorrei essere quell'elettore che prova a fargli una domanda religiosa, rischia di non trovare più la strada di casa.


:risata: :risata: :risata:


Paxuxu
Julian
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Messaggio da Julian »

Mi piacerebbe farlo di persona ....ma purtroppo oggi e domani sono ai seggi elettorali a servire lo stato
Prima il dovere, poi il piacere! :sorriso:
Attendiamo con pazienza.

Pace
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Ely
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Messaggio da Ely »

Sono particolarmente interessata anch'io a questo argomento perchè penso che proprio verificando ciò si può riuscire a capire qual'è la religione che più delle altre ha tramandato quel che facevano e credevano i primi cristiani, quelli più vicini alla comparsa del Figlio di Dio in terra.

Ely
Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo ..., di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, ... quasi che il giorno del Signore sia imminente. (II Tess. 2,1-2)

Mia presentazione: http://freeforumzone.leonardo.it/discus ... 370991&p=1" onclick="window.open(this.href);return false;
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Trianello
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Messaggio da Trianello »

In questo breve scritto presente sul mio Sito si trova, tra le altre cose, anche una succinta trattazione del concetto di "tradizione" così come lo incontra nella dottrina cattolica:

http://www.esserecattolici.com/modules. ... le&sid=153" target="_blank

Sto lavorando anche ad un articolo specifico sul tema da inserire nella nuova versione del Sito di cui sopra, ma ancora non l'ho finito e, pertanto, non posso postarlo.
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Deus non deserit si non deseratur

Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)
Julian
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Messaggio da Julian »

Riprendo il discorso. Mi pare di capire che la tradizione non è altro che un patrimonio di conoscenze ininterrottamente trasmesse dagli apostoli a noi. Questo patrimonio non è però qualcosa di statico, ma progredisce nel tempo.
A questo punto mi chiedo:
Chi mi assicura che nel corso del tempo questa tradizione non prenda strade sbagliate?
Se progressivamente matura, può essere usata come metro per vagliare un ‘intuizione teologica nuova?
Quando i Padri hanno idee diverse su un argomento, come ci si fa a regolare?

Pace.
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Francesco Franco Coladarci
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Messaggio da Francesco Franco Coladarci »

Julian dice.
Chi mi assicura che nel corso del tempo questa tradizione non prenda strade sbagliate?
Te lo assicura la stessa che ha stilato i libri canonici, dichiarandoli, "Ispirati" e infallibile "Parola di Dio" preservandoli integri fino a noi, se hai fede nelle Sacre Scritture nel canone biblico, allora puoi anche avere fede che la "Sacra Traditio" si è mantenuta inalterata così come trasmetta dagli apostoli in poi.
Franco
“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
(Cardinal Joseph Ratzinger )

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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Il canone del NT è anch'esso frutto della tradizione. Ergo, se si ammette che essa col tempo possa mutarsi ed errare, cioè che non sia sempre infallibile, allora nulla garantisce che lo fosse anche quando venne creato il canone del NT, né che lo sia oggi che essa tramanda quale sia questo canone del NT. Infatti in nessun punto della Bibbia è scritto quali sono i libri della Bibbia, è un dato che trasmette la tradizione, di generazione in generazione.
Sicché, se si ammette che la Tradizione possa sbagliare evolvendosi, qualsiasi punto della sua evoluzione sarebbe insicuro, e dunque 0 si dovrebbe buttare alle ortiche la certezza che il canone del NT sia anch'esso sicuro, essendo quest'ultimo frutto della Tradizione, e della tradizione del IV sec. per la precisione.
La tradizione inoltre non è del singolo, ma della Chiesa: le eresie dei singoli vengono appunto corrette nel confronto inter-soggettivo tra tutti i depositari della tradizione.

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Trianello
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Messaggio da Trianello »

Julian ha scritto:Riprendo il discorso. Mi pare di capire che la tradizione non è altro che un patrimonio di conoscenze ininterrottamente trasmesse dagli apostoli a noi. Questo patrimonio non è però qualcosa di statico, ma progredisce nel tempo.
A questo punto mi chiedo:
Chi mi assicura che nel corso del tempo questa tradizione non prenda strade sbagliate?
Se progressivamente matura, può essere usata come metro per vagliare un ‘intuizione teologica nuova?
Quando i Padri hanno idee diverse su un argomento, come ci si fa a regolare?

Pace.
La nuova "intuzione teologica" non deve essere in contraddizione con quanto da sempre insegnato dalla Chiesa, anzi deve esserne in qualche modo uno sviluppo naturale, così come il frutto è lo sviluppo naturale del fiore. Il progresso del dogma, infatti, non avviene per "innovazioni", ma per un sempre più esauriente approfondimento di quanto ci è stato consegnato dalla Chiesa fin dai tempi apostolici.
Ci sono, è vero, punti su cui alcuni padri erano in disaccordo... e allora, che si fa? Ci si affida al Magistero della Chiesa, che, nella fede cattolica (come recita il CCC) costituisce un trinomio inscindibile con la Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura. Del resto, il fatto che un singolo padre della Chiesa o alcuni padri della Chiesa abbiano cantato fuori dal coro non è che dimostri l'inesistenza del coro, anzi... Ti basterà leggere un qualsiasi manuale di dogmatica per verificare come le varie prese di posizione del Magistero Straordinario siano in accordo con il "coro" di cui sopra, anche se, qui o lì, lungo la storia, si sono stati pareri discordanti e, avolte, anche illustri. Un esempio classico, a questo proposito, è la dottrina dell'Immacolata Concezione di Maria, che San Tommaso d'Aquino (per secoli e fino ad oggi considerato come il più illustre tra i dottori delle Chiesa latina) non condivideva, ma che, nonostante questo, in ragione del fatto che su questo punto, appunto, il santo dottore era in decisa minoranza (tanto da trovarsi fuori dal coro) è stato definita in modo infallible dal Magistero Straordinario in perfetto accordo con la genuina Tradizione della Chiesa.
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Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)
Naaman
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Messaggio da Naaman »

Eppure la descrizione che Luca fa dei nazareni nel libro degli Atti è così diversa rispetto a quello che troviamo nella maggior parte delle chiese cristiane esistenti.

(Atti 21:20) 20 Dopo avere udito questo, essi glorificavano D-o, e gli dissero: “Vedi, fratello, quante migliaia di credenti ci sono fra i giudei; e tutti sono zelanti nella Legge.

La chiesa apostolica era zelante nella Legge. Pure i convertiti gentili ovvero..."quelli delle nazioni che si volgono a D-o" dovevano "astenersi dalle cose contaminate dagli idoli, e dalla fornicazione e da ciò che è strangolato"...ovvero osservare quei precetti della Torah (la Legge) che si applicano ai "figli di Noè" (Atti 15:19-20)

A me sembra palese che ci sia qualcosa di profondamente diverso...in un punto cruciale: non ci si muove nei parametri della Torah...
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Dnick
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Messaggio da Dnick »

Naaman ha scritto:(Atti 21:20) 20 Dopo avere udito questo, essi glorificavano D-o, e gli dissero: “Vedi, fratello, quante migliaia di credenti ci sono fra i giudei; e tutti sono zelanti nella Legge.
Ma questo va relazionato alla luce di ciò che è riportato nella lettere paoline
come
Romani 2:14-15;
Romani - Capitolo 3
[19]Ora, noi sappiamo che tutto ciò che dice la legge lo dice per quelli che sono sotto la legge, perché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio. [20]Infatti in virtù delle opere della legge nessun uomo sarà giustificato davanti a lui, perché per mezzo della legge si ha solo la conoscenza del peccato.
[21]Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; [22]giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c'è distinzione: [23]tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, [24]ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. [25]Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati, [26]nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù. [27]Dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. [28]Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge. [29]Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche dei pagani? Certo, anche dei pagani! [30]Poiché non c'è che un solo Dio, il quale giustificherà per la fede i circoncisi, e per mezzo della fede anche i non circoncisi. [31]Togliamo dunque ogni valore alla legge mediante la fede? Nient'affatto, anzi confermiamo la legge.
Romani - Capitolo 4
[13]Non infatti in virtù della legge fu data ad Abramo o alla sua discendenza la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede; [14]poiché se diventassero eredi coloro che provengono dalla legge, sarebbe resa vana la fede e nulla la promessa. [15]La legge infatti provoca l'ira; al contrario, dove non c'è legge, non c'è nemmeno trasgressione. [16]Eredi quindi si diventa per la fede, perché ciò sia per grazia e così la promessa sia sicura per tutta la discendenza, non soltanto per quella che deriva dalla legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi.
inoltre Romani 6,14 ;Romani 7,4-6;Galati 2,16-21; in lettera agli Ebri; lettera di Giacomo e altri.
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Trianello
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Messaggio da Trianello »

Naaman ha scritto:Eppure la descrizione che Luca fa dei nazareni nel libro degli Atti è così diversa rispetto a quello che troviamo nella maggior parte delle chiese cristiane esistenti.

(Atti 21:20) 20 Dopo avere udito questo, essi glorificavano D-o, e gli dissero: “Vedi, fratello, quante migliaia di credenti ci sono fra i giudei; e tutti sono zelanti nella Legge.

La chiesa apostolica era zelante nella Legge. Pure i convertiti gentili ovvero..."quelli delle nazioni che si volgono a D-o" dovevano "astenersi dalle cose contaminate dagli idoli, e dalla fornicazione e da ciò che è strangolato"...ovvero osservare quei precetti della Torah (la Legge) che si applicano ai "figli di Noè" (Atti 15:19-20)

A me sembra palese che ci sia qualcosa di profondamente diverso...in un punto cruciale: non ci si muove nei parametri della Torah...
In primo luogo andrebbe chiarito che cosa si intende in questi testi per "zelante nella legge" (ma il discorso qui ci porterebbe troppo lontano). Non c'è dubbio comunque che i cristiani provenienti dal giudaismo, da principio, continuarono a praticare la legge (del resto questa non è incompatibile con il Vangelo, che Cristo stesso presentò come un compimento della medesima). La questione in gioco non era se i giudei potessero diventare cristiani continuando ad essere (etnicamente) giudei e, pertanto, continuando a comportarsi come tali, ma se fosse necessario essere giudei per essere cristiani. Gli apostoli, in continuità con l'insegnamento di Gesù, compresero che non era necessario per i convertiti a Cristo osservare le legge giudaica. Siccome erano però nati degli attriti tra "deboli nella fede" (per parafrasare Paolo) che provenivano dal giudaismo, da una parte, e dal paganesimo, dall'altra, proprio in ragione dell'osservanza di alcune norme della legge giudaica, il Concilio di Gerusalemme decise di far rispettare a tutti un minimo di regole di base per evitare che tali attriti si riproponessero. Regole che, evidentemente, non avevano un valore imperituro ed universale, ma locale e temporaneo: lo testimonia il fatto che Paolo, scrivendo ai Corinzi (per esempio) le ignora totalmente (questo perché, probabilmente, nella comunità cristiana di Corinto, essendo la componente di provenienza giudaica minoritaria, non c'erano grossi problemi di attrito tra questa e i cristiani provenienti dal paganesimo).
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Messaggio da Julian »

Trianello vorrei chiederti cosa ne pensi del problema dell’inerranza biblica. Per quanto ne sappia tutti i padri erano convinti dell’assoluta inerranza delle scritture. Come mai questa idea è stata abbandonata? Non faceva forse parte della tradizione di cui abbiamo parlato?

Pace.
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Trianello
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Julian ha scritto:
Trianello vorrei chiederti cosa ne pensi del problema dell’inerranza biblica. Per quanto ne sappia tutti i padri erano convinti dell’assoluta inerranza delle scritture. Come mai questa idea è stata abbandonata? Non faceva forse parte della tradizione di cui abbiamo parlato?
Dipende tutto da cosa si intende per “inerranza”. Il concetto di “inerranza” delle Scritture così come questo è inteso dai fondamentalisti biblici è un parto della modernità ed è figlio della rivoluzione scientifica. I fondamentalisti biblici assumono il concetto di “esattezza” così come questo è stato partorito dalla scienza moderna e lo applicano acriticamente al testo sacro, incuranti del fatto che il suddetto fu scritto in un periodo storico ed in un ambiente culturale in cui questo concetto non esisteva assolutamente e che, appunto, non fu scritto per ottemperare al medesimo. Così, per ironia della sorte, poi gli stessi fondamentalisti biblici sono costretti a tentare di contraddire quanto ci dice la scienza lì dove questa ci dice qualcosa che non è in accordo che con la lettura che loro fanno della Bibbia, inventandosi tutta una pseudo-scienza che sembrerebbe, invece, dare ragione a quest'ultima. Tutto ciò, ovviamente, dipende dal fatto che la fede di costoro nella Bibbia è fondata sulla Bibbia stessa, lì dove, invece la fede cattolica è fondata sulla Chiesa (e la stessa cosa valeva per i Padri). Diceva Agostino che non avrebbe creduto al Vangelo se non vi fosse stato costretto dall'autorità della Chiesa.
Ora, è evidente che la lettura che i Padri facevano della Bibbia non occupava alcun posto il moderno metodo storico-critico, ma questo non significa che gli stessi avrebbero sottoscritto il concetto di “inerranza” così come questo è stato elaborato dai fondamentalisti biblici contemporanei. Semplicemente, per lo più, non si posero mai il problema di dover giustificare una qualche discrepanza tra il dettato biblico e i dati scientifici, e questo in ragione del fatto che, al loro tempo, la scienza sperimentale non esisteva e non esisteva nemmeno il concetto di “esattezza” da questa propugnato. Lì dove, però, se lo posero il problema, il loro atteggiamento non fu certo di ottuso attaccamento alla lettera, perché, come dicevo, la loro fede nella Bibbia non dipendeva dalla Bibbia stessa, ma dall'autorità della Chiesa, la quale li assicurava, così come assicura noi oggi, che questa non erra su ciò che concerne la nostra salvezza ed i mezzi per ottenerla. Scriveva, infatti, Agostino, a riguardo degli autori della Sacra Scrittura, che “lo Spirito di Dio che parlava per mezzo di essi, non intendeva ammaestrare gli uomini su queste cose (cioè sull'intima costituzione degli oggetti visibili), che non hanno importanza alcuna per la salvezza eterna.” De Gen. ad litt. 2, 9, 29. Per Agostino l'unica cosa su cui la Scrittura non può errare, quindi, è ciò che concerne la nostra salvezza, tutto il resto non mette in gioco l'autorevolezza della Bibbia quale parola di Dio, che, appunto, non si impone alla nostra attenzione di credenti come autorità storico-scientifica, ma in quanto additata dalla Chiesa come autorevole in relazione alla salvezza degli uomini.
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