Riporto la "mia" riflessione sul Diluvio universale estrapolata da
https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=13&t=8241" onclick="window.open(this.href);return false;
senza doverla riscrivere. Fa troppo caldo, non vorrei sciogliermi come neve al sole, portate pazienza.
In definitiva il Diluvio è accaduto realmente oppure è un racconto finalizzato a qualcosa? Che sia accaduto realmente non è possibile verificarlo perché mancano indizi sostanziali per applicare quello che la scienza definisce “Metodo sperimentale galileiano”. Questo prevede: OSSERVAZIONE, MISURAZIONE, REGISTRAZIONE DEI DATI, FORMULAZIONE DI UNA IPOTESI, VERIFICA SPERIMENTALE, FORMULAZIONE DI UNA TEORIA, e se l’ipotesi non risulta verificata si riparte dall’osservazione. Questo per sommi capi il metodo scientifico. Minimo mancano i resti dell’arca, quindi è impossibile procedere con metodo scientifico. Per quanto riguarda le testimonianze geologiche, anche se in epoche passate ci sono stati eventi di un certo rilievo, credo sia impossibile attribuirli con certezza matematica al diluvio biblico. Possono esserci state mille altre cause. Si resta, quindi, solo nel campo di pareri personali non risolutivi.
Ad ogni modo, la domanda iniziale di questa discussione, se il diluvio al tempo di Noè è stato un avvenimento realmente accaduto oppure solamente un racconto per farci comprendere qualcosa, era solamente per lanciare uno spunto di riflessione.
Le dimensioni abnormi dei dati riportati dal racconto, come le dimensioni dell’arca, il tempo per costruirla, troppo poche persone dedicate all’impresa “titanica”, raccolta a coppie di “tutte” le specie viventi, l’abnorme quantità d’acqua necessaria (anche se a quel tempo poteva realmente esistere la Vapor canopy o Volta acquea), la pretesa necessità di distruggere tutta la terra a causa di pochi uomini malvagi (e poi che c’entra tutta la terra?), mi fanno propendere per considerare il racconto del diluvio solo come base per un insegnamento.
A mio giudizio il nocciolo dell’insegnamento risiede in due versetti, peraltro ripetuti altrove nella Bibbia:
Genesi 6:22 “Noé fece così; fece tutto quello che Dio gli aveva comandato”.
Genesi 7:5 “Noé fece tutto quello che il Signore gli aveva comandato”
Altri punti notevoli:
Esodo 40:16 “Mosé fece così; fece interamente come il Signore gli aveva ordinato”.
Levitico 8:4 “Mosé fece come il Signore gli aveva ordinato e la comunità fu convocata … “.
Levitico 3:42 “Mosé fece il censimento … secondo l’ordine che il Signore gli aveva dato”.
Numeri 17:11 “Mosé fece così; fece come il Signore gli aveva comandato”.
Numeri 27:22 “Mosé fece come il Signore gli aveva ordinato”.
Deuteronomio 1:3 “… Mosé parlò ai figli d’Israele e disse tutto quello che il Signore gli aveva ordinato di dire loro”.
2 Samuele 5:25 “Davide fece così come il Signore gli aveva comandato e sconfisse i Filistei da Gheba fino a Ghezer”.
Geremia 26:8 “Appena Geremia ebbe finito di pronunciare tutto quello che il Signore gli aveva comandato di dire a tutto il popolo …”.
Ci sono altri passi ma per brevità mi limito a questi.
Il racconto del diluvio, reale o simbolico che sia, mette in evidenza la grande fede in Dio di un uomo. E’ il dipinto di come Dio gradisce ed approva l’uomo che di Egli totalmente si fida e nelle cui mani forti si affida. Le eventuali domande di Noè non hanno lo scopo di mettere Dio alla prova, ma per meglio capirlo e meglio adeguarsi come figlio.
Probabilmente l’enormità dell’impresa in cui Dio lo coinvolge rappresenta l’enorme potenzialità che abbiamo di fare il bene, ma neanche ci rendiamo conto, … “se aveste fede quanto un granello di senape, direste a questo monte: ‘passa da qui a là’ e passerà; e niente vi sarà impossibile”. (Matteo 17:20)
La fede di Noè trionfò su tutti i ragionamenti stolti degli uomini del suo tempo. Per costruire una così grande nave, tale da non essere mai vista prima, e rifornire di cibo le creature viventi gli richiedeva molto tempo, lavoro e spesa. I suoi vicini ridevano di lui ma, nonostante tutte le loro derisioni, Noè, per fede, andò avanti: la sua ubbidienza era pronta e risoluta. Avendo iniziato a costruire, egli non smise finché non ebbe terminato: come fece lui così anche noi possiamo fare. Egli temette il diluvio e, perciò, preparò l'arca… “Per fede Noé, divinamente avvertito di cose che non si vedevano ancora, con pio timore, preparò un’arca per la salvezza della sua famiglia; con la sua fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che si ha per mezzo della fede”. (Ebrei 11:7)
Quanto alla sopportazione alla fatica ed alle derisioni, Noé può benissimo essere una prefigurazione di Gesù … “Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio. Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate perdendovi d’animo”. (Ebrei 12:2,3)
L’apostolo Paolo considera colonne della fede anche Mosé, Davide, Geremia …”Per fede Mosé, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve tempo i piaceri del peccato …”. (Ebrei 11:24,25) La posizione di figlio della figlia del faraone gli avrebbe garantito un posto nell’aristocrazia, forse perfino la successione al faraone. Ma egli possedeva, per nascita, un sangue più nobile, essendo membro del popolo terreno eletto da Dio. Da questa sua elevata posizione non poteva abbassarsi fino alla famiglia dei reali d’Egitto. Una vita di peccato ed ingiustizie gli avrebbero valso due righe di geroglifici ed un corpo mummificato. Invece la sua memoria vive nel libro eterno di Dio. Anziché risiedere in un museo egizio, risiede nel cuore di milioni di giusti.
“Che dirò di più? Poiché il tempo mi mancherebbe per raccontare di Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide, Samuele e dei profeti, i quali per fede conquistarono regni, praticarono la giustizia, ottennero l’adempimento di promesse, chiusero le fauci dei leoni …”. (Ebrei 11:32,33) A questo punto della lettera agli ebrei, Paolo formula una domanda retorica: Che dirò di più? Egli ha già passato in rassegna una lunga serie di uomini e donne che hanno dimostrato fede e perseveranza ai tempi dell’A. T. Quanti esempi dovrà presentare ancora per farsi capire? E’ chiaro che egli non ha esaurito gli esempi, ma soltanto il tempo. Gliene sarebbe occorso troppo per entrare nei particolari.
Comunque Noé è fra i primi ad essere menzionati nella sua lettera agli ebrei. La fede di Noé riconobbe l’avvertimento di Dio, il quale aveva minacciato di distruggere il mondo con un diluvio. Che egli debba essere stato lo zimbello del popolo è indubbio. Ma la fede di Noè fu ricompensata: la sua famiglia fu salvata ed il mondo subì la condanna a motivo dell’empia condotta e della cattiva testimonianza. Probabilmente molti dei primi cristiani giudei cui fu indirizzata questa lettera tendevano a domandarsi perché, pur avendo ragione, costituivano una minoranza. Dalle pagine dell’A. T. lo stesso Noé ricordava loro che, ai suoi tempi, solo otto persone avevano ragione ed il resto del mondo torto, e per questo perì!
Che dire ancora? Il diluvio è realmente accaduto? Forse non lo sapremo mai con certezza! Ma non importa. Basilare è riconoscere l’insegnamento che dà il racconto. Importante è riconoscere il valore della fede di questi uomini del passato meritevoli di particolare attenzione da parte di Dio. Imitare la loro fede sicuramente ci sarà di grande utilità. Ora e per sempre.
Saluti, Titano.