La donna di Apocalisse capitolo 12

Tutto ciò che riguarda la dottrina dei Testimoni di Geova.

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ryuzaki77
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La donna di Apocalisse capitolo 12

Messaggio da ryuzaki77 »

Oggi a messa si è letto il capitolo 12 dell'apocalisse. Qui si parla della donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle. Per la prima volta ho visto questa scrittura in una chiave nuova. Il riferimento è andato subito alla Madonna, infatti il capitolo parla di lei che era incinta e che partorì un figlio maschio che avrebbe governato sulle nazioni e che poi sarebbe stato rapito in cielo, verso Dio, verso il suo trono. Il diavolo cerca di divorare il bambino ma non ci riesce e poi scaglia la sua violenza sulla donna che però viene tratta in salvo.
Ora non ricordo bene: per i tdg chi rappresenta la donna? Anche per loro è Maria?
Perché il riferimento è chiarissimo...
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

La donna potrebbe rappresentare Israele, che partorisce il messia, oppure il popolo santo dei tempi messianici (cioè la Chiesa), oppure ancora Maria. Direi che sono queste tre le interpretazioni in maggior voga tra i biblisti.
Quanto ai TdG, ti lascio rispondere da chi lo è stato.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Achille
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Messaggio da Achille »

Per i TdG, secondo gli attuali "intendimenti", la "Donna" sarebbe l'organizzazione celeste che "partorisce" il Regno di Dio nel 1914 :blu:

Per Russell invece la donna era la falsa religione che avrebbe generato l'Anticristo!!! :conf:

http://www.infotdgeova.it/storia/russell.php" onclick="window.open(this.href);return false;

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Esempi più che evidenti che la Guida divina non ha mai avuto a che fare con questa organizzazione.

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Ray
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Messaggio da Ray »

PREDISPOSTO IL NUOVO GOVERNO DELLA TERRA
10 Allorché Satana indusse Adamo ed Eva a unirsi a lui nella ribellione, Geova comprese il bisogno di un nuovo governo per l’umanità. Quindi Dio annunciò subito il suo proposito di istituire tale governo. Si riferì a questo governo quando pronunciò la sentenza contro il serpente, rivolto in effetti a Satana il Diavolo: “Porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei. Egli ti schiaccerà la testa e tu gli schiaccerai il calcagno”. — Genesi 3:14, 15.
11 Potreste però chiedere: ‘Dov’è che qui si parla di un governo?’ Osserviamo attentamente questa dichiarazione e lo vedremo. La scrittura dice che ci sarebbe stata inimicizia, odio, fra Satana e la “donna”. Inoltre ci sarebbe stato odio fra il “seme” o progenie di Satana e il “seme” o progenie della donna. Dobbiamo innanzi tutto capire chi è la “donna”.
12 Non si tratta di una donna terrena. Satana non prova nessun particolare odio per qualche donna letterale. È invece una donna simbolica, che rappresenta cioè qualcos’altro. Lo conferma l’ultimo libro della Bibbia, Rivelazione o Apocalisse, dove troviamo altre informazioni su di lei. Qui la “donna” è descritta come “avvolta di sole, con la luna sotto i piedi . . . e una corona di dodici stelle sul capo”. Per poter capire chi rappresenta questa donna, notate ciò che dice Rivelazione in merito al figlio di lei: “Ella partorì un figlio maschio che doveva governare tutte le nazioni con verga di ferro: e il figlio di lei fu rapito e portato presso Dio e il suo trono”. — Apocalisse (Rivelazione) 12:1-5, La Bibbia Concordata.
13 Comprendendo chi è o cos’è il “figlio maschio”, saremo aiutati a capire chi o che cosa rappresenta la “donna”. Il figlio non è una persona letterale, come non lo è la donna. La scrittura mostra che questo “figlio maschio” deve “governare tutte le nazioni”. Perciò il “figlio” rappresenta il governo di Dio il cui re è Gesù Cristo. La “donna”, quindi, rappresenta l’organizzazione di Dio composta di fedeli creature angeliche. Come il “figlio maschio” venne dalla “donna”, così il re Gesù Cristo venne dall’organizzazione celeste, l’insieme delle leali creature spirituali che in cielo cooperano per adempiere il proposito di Dio. Galati 4:26 chiama questa organizzazione “la Gerusalemme di sopra”. Perciò quando Adamo ed Eva si ribellarono alla sovranità di Dio, Geova prese disposizioni per un governo reale che sarebbe servito a dare una speranza a quelli che amano la giustizia

pe 117


articolo sensazionale apparso nella Torre di Guardia inglese del 1° marzo 1925, che conteneva un’illuminata spiegazione del capitolo 12 di Rivelazione che alcuni trovarono difficile accettare.
I personaggi simbolici menzionati in questo capitolo furono identificati come segue: la “donna” in procinto di partorire (vv. 1, 2) “l’organizzazione [celeste] di Dio”; il “dragone” (v. 3) “l’organizzazione del diavolo”; il ‘figlio maschio’ (v. 5) “il nuovo regno, o nuovo governo”. In base a ciò, per la prima volta si ebbe una spiegazione chiara: Ci sono due organizzazioni distinte e in lotta: quella di Geova e quella di Satana. E dopo la “guerra in cielo” (v. 7) Satana e i suoi sostenitori demonici furono cacciati via dal cielo e scagliati giù sulla terra.
“Ci siamo messi a sedere e abbiamo studiato tutta la notte finché sono riuscito a capirlo benissimo”, scrisse Earl E. Newell, che in seguito prestò servizio come rappresentante viaggiante della Watch Tower Society. “Siamo andati a un’assemblea a Portland (Oregon) dove abbiamo trovato i fratelli tutti turbati e alcuni sul punto di abbandonare La Torre di Guardia a motivo di questo articolo”. Perché per alcuni era così difficile accettare questa spiegazione del capitolo 12 di Rivelazione?
Tanto per cominciare c’era una netta differenza con quanto era stato pubblicato nel Finished Mystery, che in gran parte era una raccolta postuma di scritti del fratello Russell. Walter J. Thorn, che serviva come pellegrino viaggiante, spiegò: “L’articolo sulla ‘Nascita della nazione’ era . . . difficile da accettare a motivo di una precedente interpretazione del caro fratello Russell, che credevamo fosse l’ultima parola su Rivelazione”. Non sorprende dunque che qualcuno inciampasse per questa spiegazione. “Indiscutibilmente questa interpretazione potrebbe rivelarsi uno strumento di vagliatura”, osservò J. A. Bohnet, un altro pellegrino, “ma quelli dalla fede veramente ardente e sincera non saranno scossi e si rallegreranno”.
Certo quelli dalla fede veramente ardente e sincera si rallegrarono per la nuova spiegazione. Adesso era così chiaro per loro: ciascuno apparteneva o all’organizzazione di Geova o a quella di Satana. “Ricordate”, spiegava l’articolo “Nascita della nazione”, “sarà nostro privilegio . . . combattere valorosamente per la causa del nostro Re proclamando il suo messaggio, che ci ha dato da proclamare”.
Negli anni ’20 e poi negli anni ’30 la conoscenza della Bibbia divenne sempre più chiara. Si eliminarono celebrazioni e feste mondane, come il Natale. Anche altre pratiche e credenze furono abbandonate quando si comprese che avevano radici che disonoravano Dio. Comunque, oltre ad abbandonare pratiche e credenze sbagliate, gli Studenti Biblici continuarono a confidare che Geova avrebbe rivelato progressivamente la verità
jv 78


Nella visione di Rivelazione l’apostolo Giovanni vide una donna celeste che gridava “nelle sue doglie e nel suo travaglio per partorire”. Il neonato era “un figlio, un maschio, che deve pascere tutte le nazioni con una verga di ferro”. Nonostante i tentativi del dragone per divorarlo, “il figlio di lei fu rapito presso Dio e il suo trono”. (Ri 12:1, 2, 4-6) Il fatto che il figlio è presso Dio indica che Dio riconosce il figlio come proprio, poiché nell’antichità c’era l’usanza di presentare il neonato al padre perché lo riconoscesse. (Vedi GENERARE, PARTORIRE). Ne consegue che la “donna” è la “sposa” di Dio, la “Gerusalemme di sopra”, la “madre” di Cristo e dei suoi fratelli spirituali. — Gal 4:26; Eb 2:11, 12, 17.
La celeste “donna” di Dio naturalmente è perfetta e la nascita avviene senza dolore letterale. Le doglie dunque indicano simbolicamente che la “donna” si rende conto che la nascita è vicina; la attende con ansia. — Ri 12:2.............
L’apostolo Paolo cita questa profezia di Isaia capitolo 54 e la applica alla “Gerusalemme di sopra [che] è libera, ed . . . è nostra madre”. (Gal 4:26, 27) Questo ci aiuta a capire la visione descritta in Rivelazione 12:1-5, in cui una “donna” celeste incinta partorisce “un figlio, un maschio, che deve pascere tutte le nazioni con una verga di ferro”. Questo pascere tutte le nazioni con una verga di ferro ha stretta relazione con il messianico Regno di Dio e perciò la visione deve riguardare la nascita di quel Regno; infatti, una volta sventato l’attacco di Satana contro il “figlio” appena nato, si ode l’annuncio: “Ora son venuti la salvezza e la potenza e il regno del nostro Dio e l’autorità del suo Cristo”. (Ri 12:10) La sofferenza che l’incinta “donna” celeste prova prima del parto richiama alla mente l’espressione di Paolo in Galati 4:19, dove le “doglie del parto” pare rappresentino il commosso interesse e il fervido desiderio di vedere il pieno sviluppo delle cose desiderate (nel caso di Paolo il pieno sviluppo cristiano dei credenti galati)
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Francesco Franco Coladarci
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Messaggio da Francesco Franco Coladarci »

Una interessante trattazione su questo capitolo la si può leggere in questo link.
http://www.parrocchiadiformigine.it/gm/ ... /ap_12.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
Franco
“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
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Messaggio da papà61 »

Quindi anche per la Chiesa Cattolica la Donna rappresenta il Popolo di Dio, un organizzazione Umana.. . :ciuccio:
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Messaggio da ryuzaki77 »

papà61 ha scritto:Quindi anche per la Chiesa Cattolica la Donna rappresenta il Popolo di Dio, un organizzazione Umana.. . :ciuccio:
L'interpretazione che il foglietto 'La Domenica' (che troviamo in chiesa) dà è riferita a Maria. Anche a me, leggendo il capitolo, sembra abbastanza evidente...
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Messaggio da papà61 »

La donna rappresenta il popolo di
Dio
, il drago le forze demoniache; la loro vicenda esprime momenti e
aspetti dello scontro tra bene e male, nel quale si articola e si
sviluppa la storia della salvezza!

copiato e incollato dal pdf postato da Franco Coladarci.
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Amalia
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Messaggio da Amalia »

papà61 ha scritto:La donna rappresenta il popolo di
Dio
, il drago le forze demoniache; la loro vicenda esprime momenti e
aspetti dello scontro tra bene e male, nel quale si articola e si
sviluppa la storia della salvezza!

copiato e incollato dal pdf postato da Franco Coladarci.
Ho scorso in rapida lettura la quarantina di pagine del PDF postato da Franco ed è molto interessante e ben fatto...mi sfugge però chi sia l'autore del breve saggio...è un teologo, un professore, un sacerdote?...insomma, quali credenziali autorevoli ha la fonte? Non è per mettere in dubbio la validità della stessa, intendiamoci, la mia domanda è volta solo a corroborare la validità del testo potendolo far risalire ad un autore di indubbia credibilità, semmai lo dovessi citare a mia volta...
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

papà61 ha scritto:Quindi anche per la Chiesa Cattolica la Donna rappresenta il Popolo di Dio, un organizzazione Umana.. . :ciuccio:
La Chiesa Cattolica non ha un'interpretazione di questo versetto. Gli esegeti cattolici sono liberi di pensare quello che vogliono, non esiste un parere ufficiale su cosa debbano significare i singoli passi biblici. Questo tipo di discorso ha senso solo nelle sette.
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Messaggio da Amalia »

polymetis ha scritto:
papà61 ha scritto:Quindi anche per la Chiesa Cattolica la Donna rappresenta il Popolo di Dio, un organizzazione Umana.. . :ciuccio:
La Chiesa Cattolica non ha un'interpretazione di questo versetto. Gli esegeti cattolici sono liberi di pensare quello che vogliono, non esiste un parere ufficiale su cosa debbano significare i singoli passi biblici. Questo tipo di discorso ha senso solo nelle sette.
Questa non la sapevo! Quindi ogni parroco, a secondo della sua esegesi di un "singolo passo" può predicare dal pulpito quello che lui intende? Sempre in armonia con il completo messaggio biblico credo, e spero...ma allora se vado a messa in una chiesetta di campagna dove il curato mi spiega le cose alla sua maniera e senza una buona preparazione teologica sono in qualche modo svantaggiata rispetto a chi, per esempio, segue la messa in duomo o cattedrale, officiata magari dal vescovo o da sacerdoti preparati in teologia e bravi esegeti...ma non è un discrimine questo tra cattolici che ricevono un insegnamento diverso a seconda di chi lo impartisce? non capisco :boh:
Vorrei che chi mi insegna una cosa così importante come l'esegesi biblica sia in armonia con l'interpretazione che ne dà collettivamente la Chiesa tutta e non abbandonarmi a esegeti che pensano quello che vogliono...
se vuoi allargare il discorso che qui è un po' OT puoi scrivermi in privato...queste tue frasi mi hanno turbata un po' ma forse ho frainteso io :strettamano:
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Messaggio da papà61 »

polymetis ha scritto:
papà61 ha scritto:Quindi anche per la Chiesa Cattolica la Donna rappresenta il Popolo di Dio, un organizzazione Umana.. . :ciuccio:
La Chiesa Cattolica non ha un'interpretazione di questo versetto. Gli esegeti cattolici sono liberi di pensare quello che vogliono, non esiste un parere ufficiale su cosa debbano significare i singoli passi biblici. Questo tipo di discorso ha senso solo nelle sette.
quindi ognuno può interpretare come vuole? e chi ha diritto, allora, di stabilire cosa è "giusto" e cosa no? allora ognuno che legge la bibbia ci puo tirar uori quello che crede, tutto e il conrario di tutto. e perché la chiesa non ha un interpetazione?
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Francesco Franco Coladarci
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Messaggio da Francesco Franco Coladarci »

Già Sant'Ireneo comprendeva la difficoltà del libro dell'Apocalisse, e Eusebio non nutriva una grande stima per questo libro, in effetti non è un libro facile, come invece fanno i TdG con una lettura letteralistica, per qualcuno che vorrebbe approfondire tale libro, il quale richiede abbondante pazienza ma ne vale la pena, questo è il link dove c'è l'intera trattazione dell'Apocalisse.
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Giulioplasma
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mmmmmm a me l'interpretazione della madonna non mi sconfinfera per nulla....

Messaggio da Giulioplasma »

Scusatemi ma sarò voce fuori dal coro, infatti la spiegazione della madonna come la donna a cui si riferisce l'apocalisse lascia molti particolari inspiegati. Il simbolismo della donna in piedi sulla Luna e vestita di sole mi ricorda moltissimo la fase alchemica dell'albedo nella sua trasmutazione in Rubedo e quindi la filosofia ermetica e prima ancora egizia e caldea dalle quali l'alchimia deriva. A me sembra evidentemente un linguaggio per iniziati che comprendono simboli e segreti non accessibili ai "comuni" fedeli.

"Con la prima fase (Nigredo) ci siamo liberati dell'”impurità” cioè abbiamo riconosciuto le dinamiche distruttive della nostra vita, i condizionamenti che stanno bloccando il nostro processo evolutivo. Con la seconda fase (Albedo) abbiamo preso contatto con la nostra parte maschile e femminile, comprendendo che senza un perfetto equilibrio tra queste parti, non è possibile raggiungere la perfetta unità e armonia interiore. Entrando nella terza fase (Rubedo) dobbiamo consolidare quanto appreso per concludere la grande Opera alchemica, che porta alla trasmutazione definitiva del grezzo metallo (il piombo=l'animo umano imperfetto) nell'Oro (l'espressione perfetta e divina della nostra anima)."

Inoltre non avrebbe senso andare a comunicare in modo misterioso una cosa che tutti i cristiani sapevano benissimo e cioè la storia di Gesù e della madonna...
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arwen
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Messaggio da arwen »

E' anche vero che spesso la Madonna è apparsa proprio cosi, come nella visione dell' apocalisse, con tanto di serpente verdastro sotto i piedi e corona di docici stelle sul capo ( Rue du bac, Parigi, penso )....forse il passo ha una duplice spiegazione o valenza. :boh: :conf:
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" Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro si allontana.
Oh no !. Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio;
Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. "
William Shakespeare
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Messaggio da MauriF »

Interessante discussione.

Ho provato a cercare qualche legame fra i vari simbolismi ed in effetti il sole, la luna e le dodici stelle sono un riferimento ad un altro episodio biblico.
Il sogno di Giacobbe di Genesi 37,9-10

Il sole è Giacobbe, la luna è la sua moglie e le stelle sono i figli che costituiranno le dodici tribù di Israele.

La donna è illuminata dal sole, poggia sulla luna ed è ornata da 12 stelle.

La figura è una figura celeste, visto che tutti gli elementi che la ornano sono celesti.

Il sole, maschile, potrebbe essere Dio che le effonde la sua grazia.
La luna, rappresenta la parte femminile...come nelle rappresentazioni del cantico dei cantici dove Dio è il ragazzo e Israele è la fanciulla che ama.
Le dodici stelle sono le dodici tribù di Israele che ornano la donna.

Il drago invece al contrario è una figura terrestre...ed il riferimento è sempre alla Genesi (3,15).

Secondo me non c'è niente di alchemico se si prende come fonte il passo della Genesi che ho riportato.

fonte wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Donna_dell%27Apocalisse" onclick="window.open(this.href);return false;
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papà61
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Messaggio da papà61 »

Allora la donna può essere l'Europa Unita, il figlio l'Euro e il dragone il Dollaro... :risatina:
E che c'entra l'albedo? Non è il potere riflettente di un corpo celeste? La terra ad esempio ha un albedo di 0,39.
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Messaggio da MauriF »

albedo e rubedo sono fasi alchemiche ;)

Ci sono rappresentazioni di afrodite in cui il sole è sopra la luna ad indicare queste due fasi.

Ma trovare legami fra la rappresentazione di queste fasi e la donna di Apocalisse 12 è una forma di "pareidolia" simbolica secondo me.

Ciascun simbolo ha il suo contesto particolare e viene inevitabilmente demitizzato ed adattato.
Ciò significa che un simbolo preso in un determinato contesto non è detto che rappresenti il medesimo concetto se osservato in un contesto diverso.

Basta vedere anche solo nei libri della Bibbia come varia l'utilizzo del simbolismo del serpente.

Quello che pare evidente è che la luna utilizzata come simbolo della femminilità ed il sole utilizzato come simbolo di mascolinità siano elementi derivati da una visione pagana.
Infondo si doveva parlare una lingua ed utilizzare dei simboli che la gente riusciva a capire in quel determinato contesto. Adesso probabilmente ci risultano meno immediati.
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Messaggio da Cogitabonda »

Cara Amalia credo che ti sarebbe utile leggere con attenzione la "Dei Verbum", costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II sulla Divina Rivelazione. Il testo lo trovi qui: http://www.vatican.va/archive/hist_coun ... um_it.html

Vorrei che tu notassi in particolare questo passo, nel capitolo III
Perciò, dovendo la sacra Scrittura esser letta e interpretata alla luce dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta (25), per ricavare con esattezza il senso dei sacri testi, si deve badare con non minore diligenza al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell'analogia della fede. È compito degli esegeti contribuire, seguendo queste norme, alla più profonda intelligenza ed esposizione del senso della sacra Scrittura, affinché mediante i loro studi, in qualche modo preparatori, maturi il giudizio della Chiesa. Quanto, infatti, è stato qui detto sul modo di interpretare la Scrittura, è sottoposto in ultima istanza al giudizio della Chiesa, la quale adempie il divino mandato e ministero di conservare e interpretare la parola di Dio (26).
Nei paragrafi precedenti si parlava della necessità di conoscere il contesto storico e i generi letterari in cui le Scritture sono state scritte, quindi l'importanza di avere più studiosi impegnati nell'esegesi. Dal passo che ho citato si comprende che la Chiesa non avallerebbe un'eventuale interpretazione che andasse contro i suoi insegnamenti fondamentali sul percorso verso la salvezza.
Compiacersi di aver ragione è sgradevole - Avere troppa coscienza di sé è odioso - Commiserarsi è infame
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

papà61 ha scritto:Allora la donna può essere l'Europa Unita, il figlio l'Euro e il dragone il Dollaro... :risatina:
Ci son molti pretendenti per la parte del dragone :risata:
Gabriella
La cosa più difficile a questo mondo? Vivere! Molta gente esiste, ecco tutto.Oscar Wilde
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Messaggio da filadelfo »

Gabriella Prosperi ha scritto:
papà61 ha scritto:Allora la donna può essere l'Europa Unita, il figlio l'Euro e il dragone il Dollaro... :risatina:
Ci son molti pretendenti per la parte del dragone :risata:
Gabriella
ma prendendo spunto da questo passo :risata: :risata: :risata: :risata: :risata: :occhiol: e assciandolo con ciò che dice Gesù in Lc 1 "il tempo è compiuto" ecco che ci troviamo a calcolare la vera data della fine del modo :felice: :felice: :felice: :boh: :conf: :help: un tempo più due tempi più mezzo tempo e voilat il gioco è fatto anch'io mi sono trasformato in illuminato progressivo. Lasciando le facezie e parlando sul serio niente di più difficile che interpretare Ap ma per me la più "bella" è appunto legata alla Vergine Maria. :ilovejesus:
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Come ha detto Polymetis, ci sono tre interpretazioni valide tra i biblisti. Il passo riprende la figura della donna profeticamente annunciata in Gen 3,15, nella quale si sovrappongono tre figure scritturistiche, cosa non strana in un testo simbolico come quello apocalittico. Riassumendo: "Abbiamo dunque tre immagini sovrapposte: Eva, Maria, la Chiesa. La Chiesa, Popolo di Dio, è in primo piano. Però, dal punto di vista mariano, ciò significa che si vede in Maria colei che incarna e che rappresenta per eccellenza il Popolo di Dio, la fraternità di tutti i discepoli di Gesù" (A. George, Marie dans le Nouveau Testament, Desclèe, 1981, pag. 140).
Le verità della fede sono una collana di perle preziose, tenute insieme da un filo che è la divinità di Cristo. Tagliato il filo perdete tutta la collana. (padre A. Gasparino)
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Giulioplasma
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A mio avviso pensare alla Bibbia come un libro totalmente autoreferenziale che trova sempre in se stessa la spiegazione a se stessa è un madornale errore che nasconde la volontà di sviluppare un senso elitario di separazione dal resto del mondo che è il contrario di quell'atto di riconnessione che è la religione. Inoltre è evidente che un linguaggio simbolico abbia numerose interpretazioni altrimenti perché usarlo? In particolare il linguaggio ermetco/alchemico è presente in tutta la bibbia e posso dirvi che i religiosi cattolici di alta cultura lo hanno sempre saputo, vorrei fosse possibile visitare l'enorme laboratorio alchemico che c'è sotto la cattedrale di San Marco dei Frati Predicatori Domenicani a Firenze, si estende quasi per l'intera grandezza della cattedrale. Purtroppo c'è stato un mio amico in circostanze particolarissime e adesso i frati negano persino l'esistenza di quel luogo.....
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Ray
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:ok:
:quoto100:
:occhiol:
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Quixote
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Giulioplasma ha scritto:A mio avviso pensare alla Bibbia come un libro totalmente autoreferenziale che trova sempre in se stessa la spiegazione a se stessa è un madornale errore che nasconde la volontà di sviluppare un senso elitario di separazione dal resto del mondo che è il contrario di quell'atto di riconnessione che è la religione. Inoltre è evidente che un linguaggio simbolico abbia numerose interpretazioni altrimenti perché usarlo? In particolare il linguaggio ermetco/alchemico è presente in tutta la bibbia e posso dirvi che i religiosi cattolici di alta cultura lo hanno sempre saputo, vorrei fosse possibile visitare l'enorme laboratorio alchemico che c'è sotto la cattedrale di San Marco dei Frati Predicatori Domenicani a Firenze, si estende quasi per l'intera grandezza della cattedrale. Purtroppo c'è stato un mio amico in circostanze particolarissime e adesso i frati negano persino l'esistenza di quel luogo.....
Ti sfugge un piccolo particolare. Tu puoi bene interpretare la Bibbia in senso iniziatico, gnostico, alchemico; così come puoi farlo in senso antropologico e sociologico, o viceversa psicologico e addirittura psicoanalitico; et cetera. Ma non è il messaggio della Bibbia. Non è quello che ci hanno trasmesso gli Ebrei. Ti sfugge cioè che queste interpretazioni sono posteriori alla redazione del NT, e sono dovute, particolarmente per il NT, all’incontro scontro del genuino messaggio giudaico-cristiano col pensiero ellenistico, e al fondersi di varie tradizioni, nutrite anche di filosofie orientali. Ergo, se vuoi interpretare la Bibbia a modo tuo, liberissimo, ma se veramente vuoi capire quello che vi è riposto non puoi prescindere da quello che era l’originale messaggio cristiano quale viene prospettato dalle Scritture e dai primi padri apostolici. In questo senso già Ireneo, nell’Adversus haereses avrà dei grossi distinguo con le teorie gnostiche che si andavano allora diffondendo, non come substrato al Cristianesimo nascente, ma come superstrato che aveva forse radici nei misteri orfici e nelle religioni orientali, ma che non aveva nulla a che fare coi Vangeli e con la Rivelazione stessa. Nei primi padri anche il simbolismo numerico presente nel VT viene messo decisamente da parte; viceversa sarà proprio Ireneo a stabilire una connessione fra Daniele e Rivelazione, seguito poi dal suo discepolo Ippolito, offrendo una base teorica al messaggio apocalittico, nel senso di avvento del Regno dei Cieli, marana tha.

Tutto ciò era già implicito nel primo diffondersi delle comunità cristiane, anteriormente alla messa per iscritto dei Vangeli stessi, e tanto più alla tarda Rivelazione. Già Paolo, infatti, nella seconda ai Tessalonicesi metteva in guardia da un attesa prematura del ritorno di Cristo, che verrà come un ladro di notte. Che è proprio il senso profondo di questo ritorno: il cristiano, in maniera rivoluzionaria, vede il tempo in modo diverso dai Romani e dai Greci. E questo giudizio finale, questa “fine del mondo”, o comunque la si voglia denominare, ha il singolare privilegio di espandersi, e di camminare al passo con la storia, e di modificarsi col passare dei secoli. A ciò valevano le stesse persecuzioni, ogni volta interpretate come fine dei tempi; non ancora quella di Claudio del 48, in cui Aquila fu costretto a fuggire da Roma, ma ove le autorità romane non distinguevano ancora fra cristiani e giudei (tanto da ritenere Christo/Chresto un caporione dei tumulti romani). Ma certo già la persecuzione di Nerone fu una dura prova, e, al tempo di Domiziano (Nero redivivus secondo alcuni), con la sua politica ostile ai Cristiani, il motivo apocalittico comincia a rivelarsi in tutta la sua eversiva potenzialità millenaristica: non a caso è a quest’epoca che gli storici e i filologi fanno risalire l’Apocalisse stessa. Perché è in quest’epoca che si delinea l’ostilità di fondo fra Cristianesimo e mondo antico, fra Cristiani e Impero romano, sicché è facile e quasi banale vedere nei simbolismi dell’Apocalisse Roma, i suoi sette colli e i suoi imperatori. Tale ostilità si andrà in seguito acuendo: in Ippolito è molto più marcata che non in Ireneo, tanto da fargli profetizzare un termine cronologico all’Impero: il 500 (non lontano invero dalla realtà, se consideriamo la caduta del solo Impero d’Occidente). Ma questa prospettiva ha poi la proprietà di mutare e precisarsi col mondo che va avanti; ed ecco che nel medioevo Dante vede nella donna-meretrice la stessa Chiesa, ormai corrotta e simoniaca. Intere generazioni hanno creduto di vivere nel tempo della fine: gruppi di eretici dei primi secoli e del Medioevo (si pensi anche al tempo dello spirito in Gioacchino da Fiore ecc.), fino ai giorni nostri e agli stessi TdG. Volta a volta nell’Anticristo hanno identificato Attila, Lutero, Hitler, o il papa di turno. I TdG in questo non han mostrato nulla di nuovo, se non, spesso, una maggior insipienza rispetto a chi li ha preceduti.

Quindi anche la domanda di Amalia è mal posta: la Chiesa non può dare un’interpretazione puntuale della Rivelazione; se Dio avesse voluto che l’uomo la conoscesse avrebbe parlato più chiaro. Ma se l’uomo conoscesse le cose ultime, verrebbe a mancare la ragione stessa del suo vivere, che è l’in-certezza. Ovvero possederebbe già l’onniscienza di Dio, quella cioè che i gruppi settari pretendono di avere — col bel risultato di diffondere una falsa profezia dietro l’altra — ma che non pertiene all’uomo. Quello che l’uomo può invece fare, quello che deve fare il lettore della Rivelazione, è innanzitutto abbandonare tutte le teorie che si sono sovrapposte nei secoli al messaggio originario del testo, che va prima di tutto inquadrato nei suoi fondamenti storici e filolofici. Quindi bisogna rifarsi anzitutto alla chiesa primitiva e ai primi padri apostolici, cercando poi di vederne l’evoluzione, specie nei suoi riflessi e nelle sue implicazioni millenariste, escatologiche, e nel suo orizzonte cristologico. Denotazioni mariane non sono da escludere a priori, ma mi sembrano secondarie, e comunque più tarde. Comunque Citocromo ha ragione: un testo simbolico non può avere una sola chiave di lettura, specie all’interno di una Bibbia dove ogni cosa può essere intesa come prefigurazione di un’altra. E ha ragione Polymetis nel lasciare le interpretazioni troppo rigide e dettagliate al fondamentalismo delle sette: di per sé il messaggio generale della Rivelazione è relativamente chiaro. Ma sui singoli particolari, è solo la storia, la vita dell’uomo che va avanti, che ne precisa il senso, inteso non nel qui e ora, non nella definizione di questo male, di questo particolare Satana, ma in un senso più profondo e quasi direi metafisico, che vieta di introdurre paragoni di per sé appariscenti, ma nella realtà aleatori e transeunti, legati come sono a una troppo precisa e concreta realtà storica, che la visione, di per sé, non contempla, non può contemplare.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
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Ray
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Ti sfugge cioè che queste interpretazioni sono posteriori alla redazione del NT, e sono dovute, particolarmente per il NT, all’incontro scontro del genuino messaggio giudaico-cristiano col pensiero ellenistico, e al fondersi di varie tradizioni, nutrite anche di filosofie orientali. Ergo, se vuoi interpretare la Bibbia a modo tuo, liberissimo, ma se veramente vuoi capire quello che vi è riposto non puoi prescindere da quello che era l’originale messaggio cristiano quale viene prospettato dalle Scritture e dai primi padri apostolici..............Tutto ciò era già implicito nel primo diffondersi delle comunità cristiane, anteriormente alla messa per iscritto dei Vangeli stessi, e tanto più alla tarda Rivelazione. Già Paolo, infatti, nella seconda ai Tessalonicesi metteva in guardia da un attesa prematura del ritorno di Cristo, che verrà come un ladro di notte. Che è proprio il senso profondo di questo ritorno: il cristiano, in maniera rivoluzionaria, vede il tempo in modo diverso dai Romani e dai Greci..........

La Didaché è uno scritto antichissimo: è stata scritta verso il 50 dopo Cristo, quasi in contemporanea con i Vangeli di Matteo, Marco e Luca, certamente da qualcuno che aveva seguito le predicazioni di Gesù Cristo. E’ una sorta di compendio dei precetti insegnati da Cristo e contiene in sintesi tutti i principi trasmessi dall’Antico e dal Nuovo Testamento.
......E’ l’esaltazione della semplicità: con un linguaggio estremamente lineare ed in pochissimi tratti passa dalla Genesi all’Apocalisse, cioè dall’inizio della vita caratterizzata dal dono di Dio che è la libertà al ritorno di Cristo che è misericordia e giustizia.

Ci fa vedere quale era il vero spirito dei cristiani delle primissime comunità, dandoci la possibilità di assimilarci ad essi, semplicemente seguendo i suoi essenziali insegnamenti.

Ci riporta con spirito semplice alla forza dei grandi Cristiani di tutti i tempi, ai Santi, dai primi martiri a Sant'Agostino, a San Francesco, a Santa Teresa di Lisieux, a San Massimiliano Kolbe, a Madre Teresa di Calcutta.
La Didaché è un documento della massima importanza perché è il più antico della cultura Cristiana dopo i Libri del Nuovo Testamento
capitolo primo

Le vie sono due:

Della vita l'una e della morte l'altra.

Grande è la differenza tra l'una e l'altra via.

Questa è la via della vita:

In primo luogo amerai Dio che ti ha fatto; in secondo luogo il prossimo tuo come te stesso; tutto quello poi che non vuoi sia fatto a te, tu stesso non farlo agli altri.

Pertanto l'insegnamento pratico di queste parole è il seguente: benedite coloro che vi maledicono e pregate per i vostri nemici; digiunate per coloro che vi perseguitano. .....................


http://www.garganonline.net/Didache.html" onclick="window.open(this.href);return false;


Anche questa tesi...fa riflettere......

.......Né gli evangelisti, né Paolo, né tanto meno gli apocrifi parlano favorevolmente di Pietro. Nella prima parte degli Atti si tratta diffusamente di lui, ma in modo leggendario per cui la sua persona storica ci risulta completamente sconosciuta, come del resto anche quella di molti altri apostoli.......
http://impegno-laico.blogspot.it/2012/0 ... e-del.html" onclick="window.open(this.href);return false;
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Giulioplasma
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Quixote ha scritto:
Giulioplasma ha scritto:A mio avviso pensare alla Bibbia come un libro totalmente autoreferenziale che trova sempre in se stessa la spiegazione a se stessa è un madornale errore che nasconde la volontà di sviluppare un senso elitario di separazione dal resto del mondo che è il contrario di quell'atto di riconnessione che è la religione. Inoltre è evidente che un linguaggio simbolico abbia numerose interpretazioni altrimenti perché usarlo? In particolare il linguaggio ermetco/alchemico è presente in tutta la bibbia e posso dirvi che i religiosi cattolici di alta cultura lo hanno sempre saputo, vorrei fosse possibile visitare l'enorme laboratorio alchemico che c'è sotto la cattedrale di San Marco dei Frati Predicatori Domenicani a Firenze, si estende quasi per l'intera grandezza della cattedrale. Purtroppo c'è stato un mio amico in circostanze particolarissime e adesso i frati negano persino l'esistenza di quel luogo.....
Ti sfugge un piccolo particolare. Tu puoi bene interpretare la Bibbia in senso iniziatico, gnostico, alchemico; così come puoi farlo in senso antropologico e sociologico, o viceversa psicologico e addirittura psicoanalitico; et cetera. Ma non è il messaggio della Bibbia. Non è quello che ci hanno trasmesso gli Ebrei. Ti sfugge cioè che queste interpretazioni sono posteriori alla redazione del NT, e sono dovute, particolarmente per il NT, all’incontro scontro del genuino messaggio giudaico-cristiano col pensiero ellenistico, e al fondersi di varie tradizioni, nutrite anche di filosofie orientali. Ergo, se vuoi interpretare la Bibbia a modo tuo, liberissimo, ma se veramente vuoi capire quello che vi è riposto non puoi prescindere da quello che era l’originale messaggio cristiano quale viene prospettato dalle Scritture e dai primi padri apostolici. In questo senso già Ireneo, nell’Adversus haereses avrà dei grossi distinguo con le teorie gnostiche che si andavano allora diffondendo, non come substrato al Cristianesimo nascente, ma come superstrato che aveva forse radici nei misteri orfici e nelle religioni orientali, ma che non aveva nulla a che fare coi Vangeli e con la Rivelazione stessa. Nei primi padri anche il simbolismo numerico presente nel VT viene messo decisamente da parte; viceversa sarà proprio Ireneo a stabilire una connessione fra Daniele e Rivelazione, seguito poi dal suo discepolo Ippolito, offrendo una base teorica al messaggio apocalittico, nel senso di avvento del Regno dei Cieli, marana tha.

Tutto ciò era già implicito nel primo diffondersi delle comunità cristiane, anteriormente alla messa per iscritto dei Vangeli stessi, e tanto più alla tarda Rivelazione. Già Paolo, infatti, nella seconda ai Tessalonicesi metteva in guardia da un attesa prematura del ritorno di Cristo, che verrà come un ladro di notte. Che è proprio il senso profondo di questo ritorno: il cristiano, in maniera rivoluzionaria, vede il tempo in modo diverso dai Romani e dai Greci. E questo giudizio finale, questa “fine del mondo”, o comunque la si voglia denominare, ha il singolare privilegio di espandersi, e di camminare al passo con la storia, e di modificarsi col passare dei secoli. A ciò valevano le stesse persecuzioni, ogni volta interpretate come fine dei tempi; non ancora quella di Claudio del 48, in cui Aquila fu costretto a fuggire da Roma, ma ove le autorità romane non distinguevano ancora fra cristiani e giudei (tanto da ritenere Christo/Chresto un caporione dei tumulti romani). Ma certo già la persecuzione di Nerone fu una dura prova, e, al tempo di Domiziano (Nero redivivus secondo alcuni), con la sua politica ostile ai Cristiani, il motivo apocalittico comincia a rivelarsi in tutta la sua eversiva potenzialità millenaristica: non a caso è a quest’epoca che gli storici e i filologi fanno risalire l’Apocalisse stessa. Perché è in quest’epoca che si delinea l’ostilità di fondo fra Cristianesimo e mondo antico, fra Cristiani e Impero romano, sicché è facile e quasi banale vedere nei simbolismi dell’Apocalisse Roma, i suoi sette colli e i suoi imperatori. Tale ostilità si andrà in seguito acuendo: in Ippolito è molto più marcata che non in Ireneo, tanto da fargli profetizzare un termine cronologico all’Impero: il 500 (non lontano invero dalla realtà, se consideriamo la caduta del solo Impero d’Occidente). Ma questa prospettiva ha poi la proprietà di mutare e precisarsi col mondo che va avanti; ed ecco che nel medioevo Dante vede nella donna-meretrice la stessa Chiesa, ormai corrotta e simoniaca. Intere generazioni hanno creduto di vivere nel tempo della fine: gruppi di eretici dei primi secoli e del Medioevo (si pensi anche al tempo dello spirito in Gioacchino da Fiore ecc.), fino ai giorni nostri e agli stessi TdG. Volta a volta nell’Anticristo hanno identificato Attila, Lutero, Hitler, o il papa di turno. I TdG in questo non han mostrato nulla di nuovo, se non, spesso, una maggior insipienza rispetto a chi li ha preceduti.

Quindi anche la domanda di Amalia è mal posta: la Chiesa non può dare un’interpretazione puntuale della Rivelazione; se Dio avesse voluto che l’uomo la conoscesse avrebbe parlato più chiaro. Ma se l’uomo conoscesse le cose ultime, verrebbe a mancare la ragione stessa del suo vivere, che è l’in-certezza. Ovvero possederebbe già l’onniscienza di Dio, quella cioè che i gruppi settari pretendono di avere — col bel risultato di diffondere una falsa profezia dietro l’altra — ma che non pertiene all’uomo. Quello che l’uomo può invece fare, quello che deve fare il lettore della Rivelazione, è innanzitutto abbandonare tutte le teorie che si sono sovrapposte nei secoli al messaggio originario del testo, che va prima di tutto inquadrato nei suoi fondamenti storici e filolofici. Quindi bisogna rifarsi anzitutto alla chiesa primitiva e ai primi padri apostolici, cercando poi di vederne l’evoluzione, specie nei suoi riflessi e nelle sue implicazioni millenariste, escatologiche, e nel suo orizzonte cristologico. Denotazioni mariane non sono da escludere a priori, ma mi sembrano secondarie, e comunque più tarde. Comunque Citocromo ha ragione: un testo simbolico non può avere una sola chiave di lettura, specie all’interno di una Bibbia dove ogni cosa può essere intesa come prefigurazione di un’altra. E ha ragione Polymetis nel lasciare le interpretazioni troppo rigide e dettagliate al fondamentalismo delle sette: di per sé il messaggio generale della Rivelazione è relativamente chiaro. Ma sui singoli particolari, è solo la storia, la vita dell’uomo che va avanti, che ne precisa il senso, inteso non nel qui e ora, non nella definizione di questo male, di questo particolare Satana, ma in un senso più profondo e quasi direi metafisico, che vieta di introdurre paragoni di per sé appariscenti, ma nella realtà aleatori e transeunti, legati come sono a una troppo precisa e concreta realtà storica, che la visione, di per sé, non contempla, non può contemplare.
Ciao Quixote. No non mi sfugge nulla, semplicemente non sono affatto daccordo con te e con la tua visione/interpretazione. Anzitutto come ho gia detto interpretare la bibbia come un libro a se stante nato dal nulla culturale di un popolo di pecorai è pura fantascienza! Miti, storie e simboli biblici si ritrovano in scritti moooolto posteriori alla bibbia, scritti accadici o addirittura sumeri come l'Enuma Elish o l'Epopea di Gilgamesh, la Bibbia è a tutti gli effetti una elaborazione di miti precedenti e un insieme di racconti religiosi ebraici che risentono moltissimo delle culture vicine, come è normale che sia sempre e per tutti i popoli. L'alchimia è nata molto dopo è vero, tuttavia si fonda su filosofie esoteriche molto più antiche di cui i culti orfici sono solo la parte più "moderna". Altrettanto hanno inciso la magia caldea e la religiosità egizia. Quindi a mio parere pensare alla Bibbia come a un libro che porti un messaggio unitario è una ingenuità storica. Questo è ovviamente il mio punto di vista se parliamo in termini oggettivi, se invece si affronta l'argomento come un fatto di fede alzo le mani e mi tiro indietro in quanto trovo inutile qualsiasi discussione che abbia la fede come fondamento.
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Giulioplasma ha scritto: Ciao Quixote. No non mi sfugge nulla, semplicemente non sono affatto daccordo con te e con la tua visione/interpretazione. Anzitutto come ho gia detto interpretare la bibbia come un libro a se stante nato dal nulla culturale di un popolo di pecorai è pura fantascienza! Miti, storie e simboli biblici si ritrovano in scritti moooolto posteriori alla bibbia, scritti accadici o addirittura sumeri come l'Enuma Elish o l'Epopea di Gilgamesh, la Bibbia è a tutti gli effetti una elaborazione di miti precedenti e un insieme di racconti religiosi ebraici che risentono moltissimo delle culture vicine, come è normale che sia sempre e per tutti i popoli. L'alchimia è nata molto dopo è vero, tuttavia si fonda su filosofie esoteriche molto più antiche di cui i culti orfici sono solo la parte più "moderna". Altrettanto hanno inciso la magia caldea e la religiosità egizia. Quindi a mio parere pensare alla Bibbia come a un libro che porti un messaggio unitario è una ingenuità storica. Questo è ovviamente il mio punto di vista se parliamo in termini oggettivi, se invece si affronta l'argomento come un fatto di fede alzo le mani e mi tiro indietro in quanto trovo inutile qualsiasi discussione che abbia la fede come fondamento.
Nessun fatto di fede, che non ho. Solo motivazioni filologiche e storiche. La Bibbia, o meglio il pensiero giudaico-cristiano, si distingue proprio per la sua originale impostazione, che nel corso dei secoli non è, né può essere, la stessa, ovviamente più o meno penetrata da influenze esterne, che però non minano la sua peculiarità. Parlare di pecorai è un grosso errore epistemologico-antropologico-sociologico. Meglio parlare di culture diverse, diversamente espresse, e dense di significato. Tanto più che non da oggi (es. Levy-Strauss) si tende a mettere in discussione anche il “primitivismo“ di culture ben anteriori all’epoca cosiddetta storica. Il mito del buon selvaggio è finito con Rousseau. Altro che Gilgamesh, so anch’io che il serpente ruba l’immortalità all’uomo molto prima del Bereshit.

Quanto alla fattispecie, ho solo messo in evidenza che la cultura e la predicazione cristiana delle origini non ha niente a che vedere con interpretazioni di tipo iniziatico-gnostico. Questo è un fatto storico e di qui occorre partire. Poi ognuno è libero di farci sopra le sue riflessioni, e di trarne le sue conclusioni, anche in senso “alchemico”. Ma questa non è più né filologia né storia, né teologia. È semmai filosofia, il cui valore, discutibile e discusso, lascio ad altri decidere. Semmai, io ho solo suggerito che prima di indagare gli effetti, sarebbe meglio interrogarsi sulle cause. Se poi qualcuno preferisce il cammino inverso, liberissimo.
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Quixote, la cultura e la predicazione cristiana delle origini nessuno di noi sa com'era in quanto non abbiamo nessun documento storico attendidibile che ne parli ma soltanto un testo religioso ovvero i vangeli e pochi scritti di qualche storico romano che parla appena di un fatto così marginale a quel tempo. Successivamente tanti ne hanno parlato naturalmente ma i contemporanei molto poco. Ah sui quattro vangeli canonici molti titolati studiosi dicono che sono stati scritti molto dopo e quindi se avessero ragione in realtà non avremmo neanche quelli. Poi ci si mette pure il papa che va a dire che Gesù era un esseno e abbiamo fatto tombola... Resta il fatto che i linguaggi misteriosi e simbolici sono sempre scelti per trasmettere dottrine esoteriche a chi ha la chiave interpretativa giusta e essoteriche a tutti gli altri.... La donna dell'apocalisse con la madonna non c'entra nulla di nulla a parer mio.
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"State contenti, umana gente, al quia; ché se potuto aveste veder tutto, mestier non era parturir Maria" (A. Dante, III Purgatorio).

Ogni volta che leggo l'Apocalisse, mi torna in mente questo verso di Dante: la rivelazione è compiuta con la venuta di Cristo sulla terra ma questo non significa, a mio parere, che essa possa essere compresa nella sua totalità attraverso l'uso del nostro limitato intelletto.

E alla stessa maniera, i limiti della nostra mente ci impediscono di avere una visione totale dei "novissimi". Possiamo appunto, interpretare, cercare di dare un senso alle scritture ma ciò che rimane è il tentativo, forse goffo, da parte degli uomini di avvicinarsi all'essenza ontologica della Rivelazione.

Per me non cambia nulla sapere se la donna vestita di sole sia Maria, Israele, la Chiesa. Il senso è che nella lotta finale tra il bene e il male, chi vince è il bene.

E' il senso che rende il significato al di là del volere a tutti i costi dare una corrispondenza alle figure "allegoriche" del testo.
"In dubio legis, stat lex. In dubio existentiae legis, virtus" (Alfonso Maria de' Liguori, dottore della Chiesa)

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