Rispettare le regole o rischiare ?

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Vieri
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Rispettare le regole o rischiare ?
L’omelia di papa Francesco di domenica 15 novembre 2020
http://www.vatican.va/content/francesco ... overi.html" onclick="window.open(this.href);return false;

un ragionamento ed un confronto fra “pensieri diversi”….

L’omelia di oggi, giornata mondiale dedicata alla povertà ,riguardava un commento al noto Vangelo di Matteo relativa alla parabola dei talenti a voi tutti nota.

Due parole pronunciate da papa Francesco, in particolare, mi hanno lasciato pensare:

Rispettare le “regole” o “rischiare” ?

In breve chi aveva sotterrato l’unico talento ricevuto non ha voluto rischiare di investirlo ma solo di rispettare le regole del tempo ( come cita anche jw.org..)
nascondere il tuo talento sottoterra La grande quantità di preziosi e monete dissotterrata da archeologi e agricoltori nei paesi biblici è la prova che questa era una consuetudine.
Rendendo quindi al padrone quanto ricevuto pensava di aver compiuto né più né meno il suo dovere …….Un “dovere” però non riconosciuto dal padrone e che anzi aveva tolto questo ultimo talento ricevuto per darlo agli altri due.

Gli altri due invece “rischiando” nell’investire tali beni e rendendo al padrone il doppio di quanto ricevuto erano stati alla fine premiati.

Apparentemente alcuni “critici” potranno obiettare che alla fine questo povero servo non aveva fatto niente di male poiché non aveva dissipato tale denaro ma restituito quanto ricevuto mentre gli altri due che avevano “rischiato” potendo anche fare degli investimenti sbagliati potevano anche perdere quanto ricevuto.

Perché allora questa parabola che pare alla fine addirittura incongruente dando agli altri due ( più ricchi) l’unico talento tolto a quello che aveva ricevuto addirittura di meno ?

Sono andato du JW.org dove ho trovato questo lungo commento :
https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/110 ... ?q=talento" onclick="window.open(this.href);return false;
dove potete notare che la spiegazione è di tutt'altra natura vertendo principalmente su due cose.
La prima: di soffermarsi maggiormente sullo “schiavo” che aveva ricevuto un solo talento, per certi versi quasi scusandolo...…...
Domanda:
17. (a) Approvò questo schiavo il fatto che il suo signore fosse come l’agricoltore che egli descrisse? (b) Perché lo schiavo pensava che il suo signore non avesse nessun diritto di lamentarsi perché non riceveva nessun aumento?
Aveva paragonato il suo signore a un agricoltore che non solo raccoglieva dalla sua terra le messi ma anche mieteva prodotti dalla terra che non possedeva e non aveva coltivata raccogliendo grano che non aveva sparso per liberarlo dalla pula. Lo schiavo non approvava che il signore ottenesse l’aumento in quel modo.
Almeno accusò il suo signore di procurarsi l’aumento in tal modo. Così, conforme alla sua manifestata convinzione e attitudine, riconsegnò semplicemente il solo talento d’argento che il suo signore gli aveva affidato. Quindi, come egli pensava, giacché il suo signore non aveva subìto nessuna perdita, perché mai si sarebbe dovuto lamentare? Riceveva ciò che era suo. Lo schiavo non comprendeva che il denaro serve per farlo circolare e per usarlo in modo da trarne profitto.
La seconda, tale parabola, viene estrapolata in maniera decisamente fantasiosa attualizzandola ai tempi nostri…...( 1914 ecc. ecc....) prendendo in esame solo i passi più significativi:
21. Qual è la controparte dello schiavo nel culmine del moderno adempimento della parabola?
21 Questo “schiavo malvagio e pigro” ha una controparte moderna nell’adempimento della parabola al suo culmine nel nostro giorno. Come nel caso dei due compagni di schiavitù, lo schiavo inutile pure rappresenta una classe o gruppo di schiavi cristiani che in effetti sono al servizio o ai quali è stato affidato il servizio del Signore celeste, il Signore Gesù Cristo. Questa classe inutile comparve dopo che s’era cominciata la resa dei conti in quel primo anno del dopoguerra del 1919 E.V.
22. Quali altri pretesero d’essere al servizio del Signore celeste, ma come trascurarono i suoi “averi” dopo la fine della prima guerra mondiale?
22 Naturalmente, i componenti delle chiese settarie della cristianità professavano d’essere al servizio del celeste Signore Gesù Cristo. Quindi, coltivarono essi il campo che era estesamente aperto dinanzi a loro alla fine della prima guerra mondiale il giorno 11 novembre 1918, e generarono discepoli per il dominante Re Gesù Cristo, ora nella sua parusia? No; seguirono un corso di compromesso con i politicanti e i militaristi di questo mondo. Trascurarono gli “averi” del Regno del Re il cui dominio principesco deve avere un incremento senza fine. Rivolsero il loro interesse e la loro attenzione alla proposta Lega delle Nazioni, che il Consiglio Federale delle Chiese di Cristo d’America chiamò “l’espressione politica del Regno di Dio sulla terra”. (Isaia 9:6, 7) Cercarono di accrescere il numero dei sostenitori e degli adoratori di quell’organizzazione internazionale istituita dagli uomini per la pace e la sicurezza mondiale. Attualmente le sette e le denominazioni religiose della cristianità patrocinano la successiva organizzazione, le Nazioni Unite...........
Per concludere
34. L’osservabile adempimento di queste parti culminanti della parabola di Gesù cosa prova che è in corso, e perché?
34 Nella summenzionata maniera la parte culminante della parabola dei “talenti” si è adempiuta dall’anno 1919 E.V. Questo è stato osservato da persone e nazioni di tutta la terra abitata. Specialmente se ne rende conto la classe dello “schiavo buono e fedele”. Tutto prova che la parusia o invisibile presenza del re Gesù Cristo è stata in corso dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914. Perciò è una parte del grande “segno” della “presenza” di Cristo e del “termine del sistema di cose”, essendo questa parabola dei “talenti” parte della sua particolareggiata profezia inerente a tale “segno”. — Matteo 24:3.
Questa è in pratica la “logica spiegazione” di questa parabola secondo JW.org…….addirittura “profetica” su quanto predicato dalla WT attualizzando tali insegnamenti ai tempi nostri…..con il famoso anno del 1914 “sempre di moda”…..ma risponde VERAMENTE agli intendimenti di Gesù ?
Ne dubito fortemente.

Andiamo allora a riprendere le parole di papa Francesco: “Rispettare le regole o rischiare” dove notiamo allora delle ABISSALI differenze di interpretazione ……..

"Rispettare le regole":
In pratica sarebbe alla fine come dire: " comportarsi bene e farsi sempre gli affari propri"...
Ricevuto un talento restituire alla fine lo stesso talento senza aver fatto nella vita niente di più e niente di meno di quanto la "società" ed i "ben pensanti" ci hanno imposto di fare.

In riferimento ai tdG, un cosiddetto “buon cristiano” per essere tale pensa alla fine di meritare il paradiso (sulla terra) che se per tutta la sua vita è stato ligio a tutte le circa 60 regole imposte……….
Regole comportamentali supportate da varie lettere della Betel
https://www.infotdgeova.it/lettere-della-betel.html" onclick="window.open(this.href);return false;
non pensa minimamente di “rischiare” uscendo dai canoni e dalle regole dalla congregazione facendo o ragionando di testa propria ( pena la dissociazione) ma di seguire ovviamente le indicazioni e le regole imposte dal C.D.
Regole queste che consistono principalmente alla fine nel frequentare le adunanze, dare soldi (ovviamente solo alla WTS) ed andare per case a dare volantini …...segnando diligentemente le ore spese ........ma basta alla fine tutto questo ?

Andiamo a leggere allora che cosa aveva scritto Matteo 25,35-44
35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 
In pratica è un inno contro l’indifferenza poiche nella propria vita 1914 o non 1914….NON BASTA rispettare delle regole ( imposte da chi?…) ma di non rimanere indifferenti al mondo esterno e di “rischiare” mettendo ogni giorno in gioco la propria intelligenza e le proprie disponibilità al servizio del prossimo.

Non per niente, San Paolo nel suo inno alla carità la dice lunga…..

"Rischiare", aiutando veramente TUTTO il prossimo e non solo quelli della tua congregazione, significa coraggio, impegno, sacrificio ma se sono vere le parole : "date e vi sarà dato" "l'utile" finale sarà grande come per i talenti guadagnati.

Differenze abissali allora esistono fra le interpretazioni di questa congregazione falsamente cristiana dove l’unica cosa pare sia quella di profetizzare ,ma sempre sbagliando, le imminenti fini del mondo partendo sempre dal famoso 1914….ignorando però il mondo esterno dal quale senza fare opere di VERA e CONCRETA carità, pare desideri ignorarlo.
Per ulteriore riflessione desidero citare alcuni passi della omelia del papa di oggi:
http://www.vatican.va/content/francesco ... overi.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Quant’è importante ricordare questo: troppe volte, guardando alla nostra vita, vediamo solo quello che ci manca e ci lamentiamo di quello che ci manca. Allora cediamo alla tentazione del “magari!...”: magari avessi quel lavoro, magari avessi quella casa, magari avessi soldi e successo, magari non avessi quel problema, magari avessi persone migliori attorno a me!… Ma l’illusione del “magari” ci impedisce di vedere il bene e ci fa dimenticare i talenti che abbiamo. Sì, tu non hai quello, ma hai questo, e il “magari” fa sì che dimentichiamo questo. Ma Dio ce li ha affidati perché conosce ognuno di noi e sa di cosa siamo capaci; si fida di noi, nonostante le nostre fragilità. Si fida anche di quel servo che nasconderà il talento: Dio spera che, malgrado le sue paure, anche lui utilizzi bene quanto ha ricevuto. Insomma, il Signore ci chiede di impegnare il tempo presente senza nostalgie per il passato, ma nell’attesa operosa del suo ritorno. Quella brutta nostalgia, che è come un umore giallo, un umore nero che avvelena l’anima e la fa guardare sempre indietro, sempre agli altri, ma mai alle proprie mani, alle possibilità di lavoro che il Signore ci ha dato, alle nostre condizioni…, anche alle nostre povertà.
Arriviamo così al centro della parabola: è l’opera dei servi, cioè il servizio. Il servizio è anche la nostra opera, quello che fa fruttare i talenti e dà senso alla vita: non serve infatti per vivere chi non vive per servire. Dobbiamo ripetere questo, ripeterlo tanto: non serve per vivere chi non vive per servire. Dobbiamo meditare questo: non serve per vivere chi non vive per servire. Ma qual è lo stile del servizio? Nel Vangelo i servi bravi sono quelli che rischiano. Non sono cauti e guardinghi, non conservano quel che hanno ricevuto, ma lo impiegano. Perché il bene, se non si investe, si perde; perché la grandezza della nostra vita non dipende da quanto mettiamo da parte, ma da quanto frutto portiamo.
Va sottolineato che i servi che investono, che rischiano, per quattro volte sono chiamati «fedeli» (vv. 21.23). Per il Vangelo non c’è fedeltà senza rischio. “Ma, padre, essere cristiano significa rischiare?” – “Sì, caro o cara, rischiare. Se tu non rischi, finirai come il terzo [servo]: sotterrando le tue capacità, le tue ricchezze spirituali, materiali, tutto”. Rischiare: non c’è fedeltà senza rischio. Essere fedeli a Dio è spendere la vita, è lasciarsi sconvolgere i piani dal servizio. “Io ho questo piano, ma se servo…”. Lascia che si sconvolga il piano, tu servi. È triste quando un cristiano gioca sulla difensiva, attaccandosi solo all’osservanza delle regole e al rispetto dei comandamenti. Quei cristiani “misurati” che mai fanno un passo fuori dalle regole, mai, perché hanno paura del rischio. E questi, permettetemi l’immagine, questi che si prendono cura così di sé stessi da non rischiare mai, questi incominciano nella vita un processo di mummificazione dell’anima, e finiscono mummie.

Arriviamo così al finale della parabola: ci sarà chi avrà in abbondanza e chi avrà sprecato la vita e resterà povero (cfr v. 29). Alla fine della vita, insomma, sarà svelata la realtà: tramonterà la finzione del mondo, secondo cui il successo, il potere e il denaro danno senso all’esistenza, mentre l’amore, quello che abbiamo donato, emergerà come la vera ricchezza. Quelle cose cadranno, invece l’amore emergerà. Un grande Padre della Chiesa scriveva: «Così avviene nella vita: dopo che è sopraggiunta la morte ed è finito lo spettacolo, tutti si tolgono la maschera della ricchezza e della povertà e se ne vanno via da questo mondo. E sono giudicati solamente in base alle loro opere, alcuni realmente ricchi, altri poveri» (S. Giovanni Crisostomo, Discorsi sul povero Lazzaro, II, 3). Se non vogliamo vivere poveramente, chiediamo la grazia di vedere Gesù nei poveri, di servire Gesù nei poveri.
PS. per chi mi volesse accusare di proselitismo si apra veramente alle due interpretazioni evangeliche e di aprire veramente il suo cuore al vero significato del Vangelo.....
NON SIATE MUMMIE nell'anima.....
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Rispettare le regole o...essere allontanati dai tdG...

Messaggio da Vieri »

Achille ha postato in altra parte del forum:
La lettera:
“Caro amico Rosolinese, ti chiedo solo un minuto di attenzione. Mi chiamo Giovanni Crepaz e vivo a Rosolini da 4 anni. Sono stato allontanato (scomunicato) dalla Congregazione dei Testimoni di Geova perché ho fatto presente che il dovere dei cristiani, specie in questi tempi nei quali la pandemia è presente e la gente perde il lavoro, è secondo me quello di aiutare chi è nel bisogno, chi ha perso il lavoro e chi fatica ad arrivare alla fine del mese.

Aiutare secondo la carità cristiana sulla base della parabola del Buon Samaritano che aiutava anche i nemici, citando altre scritture bibliche, ma non sono riuscito a fare capire che cosa sia il Vero Cristianesimo.

Tutte le chiese cristiane stanno aiutando ospedali, mense per i poveri, comunità di recupero, tutti tranne loro, i Testimoni di Geova che dicono di essere i soli veri cristiani. Si aiutano solo tra di loro ma solo se si ha la lingua che “striscia per terra”. Chiedono in continuazione soldi ai loro adepti, soldi da mandare in America a gente che ne ha troppi e che li sfrutta in continuazione, mentre chi non è Testimone di Geova per loro può morire di fame.

Se volete saperne di più, potete contattarmi al numero: 345 9243927”.
Matteo 25,35-44
35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Da papa Francesco:
È triste quando un cristiano gioca sulla difensiva, attaccandosi solo all’osservanza delle regole e al rispetto dei comandamenti. Quei cristiani “misurati” che mai fanno un passo fuori dalle regole, mai, perché hanno paura del rischio. E questi, permettetemi l’immagine, questi che si prendono cura così di sé stessi da non rischiare mai, questi incominciano nella vita un processo di mummificazione dell’anima, e finiscono mummie.
COME DOVEVASI DIMOSTRARE ...... :piange:
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La risposta di un tdG convinto...

Messaggio da Vieri »

Blauage1
Altri fratelli sono stati aiutati materialmente con spesa di generi alimentari e con soldi per far fronte alle necessità impellenti.
Questi sono i fatti !
In effetti non si smentisce sul fatto che si aiutano SOLO tra di loro ed il famoso "prossimo" di "ama il prossimo tuo come te stesso"...sia limitato SOLO alla loro cerchia.... come se il mondo esterno non esistesse....:piange:
Una risposta VERGOGNOSA
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Romagnolo
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Messaggio da Romagnolo »

In riferimento ai tdG, un cosiddetto “buon cristiano” per essere tale pensa alla fine di meritare il paradiso (sulla terra) che se per tutta la sua vita è stato ligio a tutte le circa 60 regole imposte……….
Esattamente Vieri :ok: questa è la logica del TdG la logica che l' organizzazione geovista ci mette in testa quotidianamente.
Aggiungi le parole "Lealtà" , " Fedeltà" , "Umiltà" quest' ultima col senso di ubbidire senza contestare a qualsiasi disposizione presa dai propri superiori lungo tutta la scala gerarchica.
Fortunatamente in mezzo a queste parole viene dato posto anche al loro aspetto nobile e positivo comune a tutti, ma non si deve mai farlo collidere con l' interpretazione aggiuntiva geovista.
Comunque giusto per chiarire una cosa...non ci si compra il paradiso celeste o terrestre che sia con le azioni, ma solo grazie al sacrificio di riscatto di Gesù che apre tale possibilità!
Disubbidire alle direttive Teocratiche porta solo a perdere l' opportunità di esservi.
Ricordati che lo studio biblico è si gratuito, ma poi ricordati che la WT richiederà che tu le dia altrettanto gratis il tuo impegno, tempo e risorse.
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Romagnolo carissimo

Messaggio da Vieri »

Hai detto:
Comunque giusto per chiarire una cosa...non ci si compra il paradiso celeste o terrestre che sia con le azioni, ma solo grazie al sacrificio di riscatto di Gesù che apre tale possibilità!
In effetti "ciò che salva" è la fede e le opere.....e non solo le opere.....anche se ritengo che la benevolenza di Dio sia decisamente elevata.....salvandone molti di più di quanto si possa pensare....

Una semplice domanda:

Come avete notato ho messo in confronto due diverse interpretazioni ( JW.org e Chiesa Cattolica) assolutamente agli antipodi e dato il mio sbigottimento nell'aver notato una estrema manipolazione che reputo "fantasiosa" da parte della WTS, domando ai foristi come abbiano potuto avere il coraggio di estrapolare una parabola in tal genere attualizzandola ai tempi del 1919......
Ma come hanno potuto dare una simile interpretazione ? :boh:
Potrebbe risultare un interessante argomento di discussione....
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