Domanda: La distruzione di Pompei e il Libro dell'Apocalisse. Ci fu influenza?

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MatrixRevolution
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Domanda: La distruzione di Pompei e il Libro dell'Apocalisse. Ci fu influenza?

Messaggio da MatrixRevolution »

Stavo pensando al fatto che la scrittura de L'Apocalisse di S.Giovanni sia stimata risalire intorno al 100 D.C.
Quello però che non riesco a spiegarmi perché nel libro ci siano riferimenti all'incendio di Roma del 64 D.C. ed a Nerone ma non ad un evento più clamoroso che accadde circa 15 anni dopo: L'esplosione del Vesuvio e la distruzione di Pompei ed Ercolano.
Questo mi porta a dubitare che il libro sia stato redatto nel 100 ma prima di tale evento.

Avete elementi al riguardo?
Franci94
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Messaggio da Franci94 »

Ciao!
Perché avrebbe dovuto citare l'eruzione del 79 d.C. del Vesuvio?
L'incendio a Roma nel 64 d.C. VIENE CITATO PERCHÉ era la ragione di ACCUSE e poi PERSECUZIONI contro i Cristiani, di cui Nerone era l'istigatore. In questo periodo Paolo e Pietro furono UCCISI. Direi che sia un argomento moolto più importante da trattare!

Per quanto riguarda la data della composizione secondo Ireneo di Lione è la fine del regno di Domiziano (morto nel 96 d.C.)
E ciò è ragionevole perché nell'opera si parla di persecuzioni da parte di pubblici ufficiali, si dice che ci sono stati già dei martiri e che tutta la cristianità corre un tremendo pericolo.
Nell'opera si dice che la partecipazione al regno millenario è il premio dei martiri che hanno rifiutato il "segno della bestia" sulla fronte e sulla mano, un riferimento al culto imperiale romano: Domiziano pretese che nella parte orientale dell'impero gli si riconoscessero onori divini mentre era ancora in vita, e di qui ebbero inizio le ultime persecuzioni dei cristiani su base religiosa; fu proprio ad Efeso che fece costruire un tempio dedicato al culto imperiale. Altri indizi interni sono il riferimento alla lunga storia della Chiesa di Smirne, che però all'epoca di Paolo di Tarso non esisteva ancora, e alla ricchezza della comunità di Laodicea, città completamente distrutta da un terremoto nel 60/61.

Altri autori, sia antichi (Clemente di Alessandria, Origene, San Gerolamo) sia moderni (Wetscott, Lightfoot e William Salmon), hanno attribuito l'opera al periodo di Nerone. Il testo stesso (17: 9-11) sembra suggerire un compromesso. Interpretando il "sesto re" come Nerone e l'ottavo come Domiziano, l'esilio di Giovanni a Patmos, durante il quale è ambientata l'Apocalisse, viene a coincidere con le persecuzioni di Nerone (67 d.C. ca.). La redazione del testo, però, deve coincidere con l'epoca di Domiziano, delle cui persecuzioni l'autore è tanto informato da considerarlo una reincarnazione di Nerone (= "uno dei sette").

In ogni caso, non penso sia un evento rilevante!
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MatrixRevolution
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Messaggio da MatrixRevolution »

Franci94 ha scritto:...
In ogni caso, non penso sia un evento rilevante!
Una "Montagna" (per i Romani Il Vesuvio era un semplice monte) che prende vita e distrugge con il fuoco e zolfo due città Romane non è un evento rilevante?! Io se fossi stato uno degli scrittori de L'Apocalisse ci avrei fatto almeno un bel capitolo sull'Ira del Signore che si abbatte sulla Bestia... :saggio:
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Quixote
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Messaggio da Quixote »

Be’, ti dovresti domandare perché, chi ha redatto Rivelazione, non ne ha parlato. La risposta pura e semplice, che sembra ironica ma non lo è affatto, è perché non era un TdG, e aveva altro per la testa che catastrofismi per coonestare il suo credo. Corretti i rilievi di Franci, Apocalisse è ormai concordemente datata sotto Domiziano, anche in ottica delle prime persecuzioni (ove è assai dubbio che quella di Nerone possa ritenersi tale, quanto meno se vista in chiave puramente religiosa) quindi a fine del sec. I. Devi poi pensare che la zona di Pompei, piú che di influenza romana, era di cultura e spesso anche stirpe greca (a Pompei, in particolare, la popolazione era mista di origini, sia preindoeuropee, che elleniche, che romane (i veterani di Silla). È non era questo che aveva di mira, e contro cui si scagliava, l’autore di Rivelazione, che ce l’aveva in primis coi sette colli. Infine vacci piano col pensare che il mondo antico fosse cosí credulone: di fiamme, in quel “formidabil monte”, discorrevano già Diodoro, Vitruvio, e Strabone, tutti vissuti prima dell’eruzione del 79 d. C.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
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Messaggio da MatrixRevolution »

Quixote ha scritto:Be’, ti dovresti domandare perché, chi ha redatto Rivelazione, non ne ha parlato. La risposta pura e semplice, che sembra ironica ma non lo è affatto, è perché non era un TdG, e aveva altro per la testa che catastrofismi per coonestare il suo credo...
Secondo me invece è proprio il contrario. Io ne avrei approfittato a man bassa. Forse la distruzione di Gerusalemme e la conseguente diaspora degli ebrei del 70 ha avuto un qualche ruolo. :boh:
virtesto
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Un parere...

Messaggio da virtesto »

di Edmondo Lupieri , che ha scritto un bel libro su l'Apocalisse di Giovanni, sulla possibilità che il N.666 si riferisca a Nerone. Il brano riportato è uno stralcio di un lungo discorso:


" Comunque sia, indipendentemente dalla più o meno scarsa verosimiglianza di giochi interlinguistici o aritmologici talora dai toni estremi, individuare nel 666 il nome di un determinato imperatore romano è alquanto riduttivo rispetto al tono generale del testo che vuole avere una validità cosmica; l'eventuale coincidenza con un determinato nome può anche essere significativa, ma questo aspetto contingente della profezia dovrebbe essere secondario rispetto a quello generale. La bestia è l'incarnazione di Satana, tutto il male del potere su questa terra.»

Comunque la possibilità che siano esistiti martiri cristiani ai tempi di Nerone è remota, molto remota. Giuseppe Flavio, per esempio, era a Roma ospite di Poppea in quel periodo e non vide niente. Come sapete Poppea era la moglie di Nerone.
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Quixote
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Messaggio da Quixote »

Mai detto il contrario, ma a chi credere? L’errore di voi storici dell’internet è che vi affidate alla prima fonte consultata: ora Poppea muore, presumibilmente, nel 65; Flavio Giuseppe è ancor libero nel 66. A chi credere? Non, come fai tu, alla prima tradizione che ti fa comodo, ma al senso della storia, non alla sua veridicità, che irrimediabilmente ci sfugge (che m’importa se si sono incontrati o meno?). Anch’io nego la persecuzione di Nerone, ma in quanto persecuzione cristiana, non in quanto intervento finalizzato contro individui che, a stare alle fonti, apparivano “nemici del genere umano”. Il problema vero e storico e legale delle persecuzioni si pone solo al tempo di Plinio e Traiano, quindi almeno e oltre un decennio dopo Domiziano: esisteva o no un decreto che proibisse il culto cristiano, e quindi rendesse i cristiani passibili di persecuzioni? Il resto, mio caro amico, sono solo chiacchiere, ed espressioni sentimentali e faziose del nostro ego, che con la storia, rettamente intesa, nulla hanno a che fare. Che la persecuzione di Nerone non sia mai avvenuta è irrilevante, rilevante è il pensiero e il dibattito storico sulla stessa, che è dibattito storico non sul passato, ma sul presente, sul rapporto presente passato che noi instauriamo, in base sí alle nostre idee, ma anche ai nostri pregiudizi.

Ad ogni modo, se non vi spiace, torniamo in topic.
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