Eravamo rimasti all’ultimo Post di Achille nel quale citava il 1/Tess. 14-17 e sottolineava testualmente ,rigando, il v.17 per enfatizzarne il contenuto cioè:
…saremo rapiti insieme con loro (i morti) tra le nuvole per andare incontro al Signore nell’aria e così saremo sempre col Signore.”
Quindi, in conformità al suo intendimento di questo versetto, scrive che non ci sarà vita eterna sulla Terra ma, secondo l’interpretazione di questo signore, andremo tutti in cielo. E’ meglio chiarire che il versetto in questione non accenna al cielo, è Achille Lorenzi che fa questa aggiunta personale. Quindi i buoni vanno in cielo ,i cattivi distrutti e allora, la Terra resterà disabitata?
Io non sono d’accordo su quel intendimento del v.17 ma nemmeno tutti i teologi cristiani sulla Terra abitata sono d’accordo con quel signore . D’accordo saranno i Testimoni di Geova, Brisa compreso, in quanto i Tessalonicesi, tutti, facevano parte dei 144.000 unti che sono/ saranno andati in cielo. Secondo loro.
Bisogna fare un pochino di esegesi biblica per capire il versetto e così demoliamo le “certezze” sottolineate . Quel :” saremo rapiti” non vuol dire essere portati da un luogo basso ad uno alto, indica invece :” l’impressione provata da chi si è sentito afferrato da una forza sovrumana ed elevato in alto al di sopra del cielo atmosferico ove ha potuto vedere le glorie infinite, fino al terzo cielo, cioè fino alla presenza stessa di Dio.. ..ove abita il Signore sedente alla destra del Padre suo” In pochissime parole vuol dire essere in uno stato di estasi totale, senza spostarsi da Salonicco….
A conferma di quanto sopra vediamo in Atti /8- 39,40 ove c’è scritto che:” …lo spirito del Signore rapì Filippo…” ma subito dopo: “ … quanto a Filippo si trovò ad Azoto (sulla terra) a predicare il Vangelo..” Anche qui vediamo che Filippo non è salito su, su…
E le nuvole. Anche qui c’è una allegoria. Prelevo da Cathopedia:” In termini generali la nube è nell’Antico Testamento un simbolo privilegiato per indicare il mistero della presenza divina; essa manifesta Dio pur velandolo. Il simbolismo naturale delle nubi che facilita la contemplazione della sapienza onnipotente, dovette aiutare a tradurre l’esperienza della presenza divina. L’ Esodo parla anche di ‘colonna di fuoco e di nube’ (Es 14,24) manifestando così il duplice volto del mistero divino: santità inaccessibile al peccatore, vicinanza di grazia per l’eletto”
Poi Cathopedia continua parlando della nube che manifesta la gloria di Dio, poi le nubi escatologiche e tante altre inserite dopo Paolo nel N.T. L’autore del libro già citato, Candido Pozo, per commentare il versetto in questione scrive semplicemente che quelle nuvole significano intimità dei credenti con Gesù e questo collima con Cathopedia più sopra che scrive :” ..vicinanza di grazia con l’eletto”
Necessita esegesi anche quel : ” andare incontro al Signore” ; a Pag.113 del libro di Pozo: “nel testo in greco originale (Del v.17) viene usata, per esprimere quel ‘incontro’ una espressione tecnica usata per designare la cerimonia pubblica durante le visite ufficiali dei re alle città ellenistiche; il popolo usciva fuori delle mura per ‘andare incontro ’ al sovrano ed accompagnarlo in un corteo trionfale quando entrava in città. Il modo usato da Paolo per descrivere il momento della Parusia (o venuta) nella prima fra le sue lettere che ha scritto, , suggerisce già, nella sua stessa terminologia, una solenne visita regale”. Parliamo sempre di 1/Tess. 4/17.
Così ha scritto Candido Pozo. Chi è costui? Dopo aver ottenuto la licenza in filosofia all’università di Madrid, si laureò in teologia alla Pontificia università Gregoriana di Roma. Professore alla facoltà di teologia di Granada, decano della stessa; professore alla Pontificia università Gregoriana. Collaboratore di diverse riviste ed enciclopedie. Il suo libro è stato stampato dalle ‘Paoline’ .Ho voluto specificare il curriculum per mostrare che non attingo dal primo che passa.
Quindi, con l’annunciata Parusia di Gesù, con la sua seconda venuta, non si va in cielo, si rimane in Terra, perché quella venuta di Gesù rappresenta proprio la realtà ultima, l’escatologia.
Vivremo tutti su una Terra paradisiaca!!!!!!!!!
Ma rimango ancora più basito leggendo il primo Post di Achille. Mostra che ha letto 1/Cor.15.44 solo che l’ha letto dalla TNM, una Bibbia che in questo Forum è stata dimostrata mille volte inaffidabile. Scrive infatti che: “ ciò che è fisico deve divenire spirituale” Sulla TNM infatti:
“…è seminato corpo fisico , è destato corpo spirituale, se c’è un corpo fisico ce n’è anche uno spirituale.” Tutte le altre Bibbie della Terra abitata invece scrivono:
“ … è seminato corpo naturale (o animale), è destato corpo spirituale, se c’è un corpo naturale ce n’è anche uno spirituale..”
In greco originale per ‘corpo naturale’ c’è : ” Soma psychikon” che si traduce appunto usando ‘naturale’ o ‘animale’ (raramente’ psichico’) che significa il corpo come lo abbiamo ora ,noi, tutti i viventi. Per’ corpo spirituale’ c’è : ” Soma pneumatikon”
La ragione della differenza di traduzione l’ho spiegata qui, negli anni, non ricordo nemmeno quante volte, ma nessuno prende mai nota.
Proviamo ancora a spiegare, e pazienza. Dunque per la WTS gli abitanti di Corinto sono tutti degli ‘unti’ per cui vanno in cielo; fanno parte dei 144.000. Per cui si mette la parola ‘fisico’ contrapponendola a ‘spirituale’ come per dire che da un corpo materiale si passa ad uno spirito puro. I Testimoni di Geova , ed altri, abboccano e non considerano che c’è la parola ‘corpo’ che in greco originale è “Soma” che vuol dire corpo in carne e ossa. Anche in italiano per indicare le fattezze di una persona parliamo dei sui ‘tratti SOMAtici’. Spero tanto di essere stato chiaro.
I teologi, biblisti, scholars della cristianità, tutti, concordano con quanto dice, per esempio, Tom Wright nel suo libro:” Che cosa ha veramente detto Paolo” stampato dalla Claudiana. Questi ha insegnato Nuovo Testamento a Oxford, a Cambridge e all’università di Mc Gill. E’ autore di numerose opere specialistiche su Paolo, quindi a pag. 59 scrive semplicemente:
“Quando Paolo parla di un corpo spirituale (1/Cor15,44) non intende “spirituale’ in senso platonico, cioè non materiale. Intende un corpo (fisico in qualche modo) visibile che è costituito da “spirito”. Paolo credeva, infatti, che Gesù fosse passato attraverso la morte e ne fosse uscito dall’altra parte. Gesù era giunto ad una nuova fisicità di cui non c’era alcun precedente e di cui non c’era stato finora alcun altro esempio. E questo era accaduto ‘secondo le Scritture.””
Nel primo post di Achille in questa discussione, questo signore suggerisce di leggere un Link che indica , per approfondire e convincere che lui ha ragione. Solo che lui scrive lì:”… Come dice Paolo, ‘non tutti moriranno, ma tutti saranno trasformati (1Cor.15.51)….non avrebbero gustato la morte ma sarebbero stati ‘trasferiti’ alla presenza di Dio” Cioè per lui con quella trasformazione diventerebbero ‘spiriti’ che saliranno su, su alla presenza di Dio…… Come gli Unti geovisti.
Torniamo a parlare di Paolo, per dire che l’esempio che lui ha per dire quanto scrive, è quello di Gesù che è risorto col suo corpo, non quello dell’ortolano come scrivono i Testimoni di Geova. Paolo, addirittura, spera che la Parusia arrivi quando lui è ancora in vita per cui ci sarà la trasformazione del suo corpo in ‘spirituale’ qui, sulla Terra. Non ci sarà nemmeno un ‘aldilà’!
Già che ho aperto quel libro aggiungo a proposito della risurrezione:
“La speranza della risurrezione- non, come egli dice, di essere spogliati del proprio corpo, ma di essere vestiti in modo ancor più completo-è la realtà della vita futura. Risurrezione non significa semplicemente risuscitare; è la trasformazione, il cambiamento dell’attuale fisicità in un nuovo modo di essere, del quale Gesù, nel suo corpo risuscitato, è solo un prototipo.”
E’ sottinteso che qui Tom Wright si riferisce a 2/Cor.5/1-10. Questi versetti sono ben spiegati nel libro:” Dopo la morte…?” scritto da Andrè Gounelle e Francois Vouga, edito sempre da Claudiana. Questi due sono teologi di alto spessore. A pag. 157 trattano appunto:” 2/Cor. 5, 1-10 l’interpretazione antropologica” Mi vien troppo lungo riportare tutto. Qui commentiamo, sbrigativamente, solamente 2/Cor. 5/1-4, il testo:
“Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo una abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli. Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste; a condizione però di essere trovati già vestiti, non nudi .In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto un peso, non volendo essere spogliati ma sopravvestiti, perché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita”
Se leggete questi versetti sulla TNM vedrete che, nel limite del possibile, cercano di renderla incomprensibile sempre per via del problema ‘Unti’. Qui vediamo che Paolo vorrebbe essere tra coloro che la venuta del Signore troverà vivi e il cui corpo sarà trasformato senza passare per la morte. Essi rivestiranno (sopravvestiti) il corpo spirituale sopra il corpo animale (1Cor. 15.44.53.54) assorbito dal primo. Quindi la ‘realtà ultima’ di Paolo non è fondata sull’aspirazione ad una liberazione dalla realtà di questo mondo, ma sulle certezze delle promesse eterne (2Cor.4/16-18), un corpo nuovo, spirituale, qui, sulla terra.
Del libro di Philippe H. Menoud, teologo all’università di Neuchatel, intitolato:” Dopo la morte : immortalità o resurrezione?” (Sempre di Claudiana) Dal capitolo intitolato .”Tra morte e resurrezione” vi faccio una sintesi della teologia di Paolo e accontentavi, troppo esteso andare oltre. :
“Paolo insegna in modo costante ed univoco una sola dottrina della redenzione, in tre tappe.
Prima l’esistenza presente, nel corso della quale ha inizio la rigenerazione, resa possibile dallo Spirito donato al credente; è l’essere in ‘Cristo’
Poi l’esistenza dopo la morte e prima della resurrezione, uno stato intermedio dove il credente è privato del corpo, ma questa nudità è compensata da una comunione col Cristo più intima di quella che è possibile
Infine , l’adempimento finale, mediante il dono del corpo risuscitato (Il corpo spirituale/materiale di 1/Cor.15.44). Sarà questa la vita della persona ricostituita, nel mondo nuovo instaurato al ritorno di Cristo.
Paolo insegna dunque che il credente continua a vivere temporaneamente spogliato di ogni elemento corporeo, nel periodo fra morte e la resurrezione. Questa nudità è una sopravvivenza dell’essere”””
(Questo libro di Menoud , l’avevo prestato ad un TdG il quale poi è scappato in Sicilia per non subire processo di disassociazione e non me la più restituito)
Achille Lorenzi nel suo Post si chiede:” ..dove è scritto che gli esseri umani vivranno per sempre in un corpo fisico sulla Terra? E’ scritto nella Bibbia, basta saperla leggere.
Affinchè non vi manchi niente vi trascrivo alcuni spezzoni dal libro di Hans Kung, un personaggio, scomparso recentemente, che non necessita di allegare il suo curriculum. Il libro si intitola:” Vita eterna? Riflessioni sull’aldilà”, della mitica BUR..
Da pag.144,;” Resurrezione del corpo? …ma nel destarsi e alzarsi dalla morte non si tratta del ritorno al precedente stato di veglia della vita di tutti i giorni, bensì della radicale trasformazione in uno stato definitivo totalmente diverso e incredibilmente nuovo; nella vita eterna…. La nuova vita rimane per noi sperabile, ma del tutto incomprensibile e irrappresentabile.
Quando parla della resurrezione Paolo non pensa , perciò, direttamente alla maniera greca, all’immortalità di un’anima, che dovrebbe essere liberata dal carcere del corpo mortale…..la fede cristiana, in generale, parla, non dell’immortalità dell’anima, ma dell” immortalità”, insopprimibile, del rapporto con Dio. Quest’ultimo però interessa l’uomo nella totalità della sua esistenza psico-fisica. Non si tratta “ dell’anima” ma della extramondano persona in quanto unità vivente di un essere spirituale e corporeo, fondata dalla chiamata di Dio.
Quindi una resurrezione corporea, un risuscitamento dell’uomo con il suo corpo? No e sì. No, se per corpo si intende psicologicamente il singolo corpo, il “cadavere”, le “reliquie” Sì, se la parola “corpo” viene intesa, nel senso del “soma” neotestamentario più personalmente che psicologicamente: come l’identica realtà personale, il medesimo io con l’intera sua storia.””””” Naturalmente Hans Kung ha un linguaggio più sopraffino anche nei concetti; è una spanna più alta della media.
Anche qui, già che ho qui il libro aperto di Hans Kung, aggiungo qualche spezzatino che riguarda la parola ‘cielo’:
“Il cielo della fede non è un lassù sovramondano; non è un cielo nel senso della fisica…..la rappresentazione ingenuamente antropomorfa di un cielo sopra le nuvole non è più riproponibile…..Dio, in quanto ‘Essere supremo” non abita in senso locale o spaziale “sopra” il mondo in un “sovramondo”; i cristiani credono che Dio è nel mondo…..il cielo della fede non è neppure un aldilà extramondano; non è un cielo in senso metafisico…..il cielo della fede non è un luogo, ma un modo di essere; il Dio infinito non è localizzabile nello spazio né limitabile nel tempo………Ludwig Feuerbach ha interpretato giustamente, quando nel suo capitolo sulla fede nell’immortalità, definisce Dio come “il cielo in potenza” e il cielo reale come “Dio in atto”. Dio e cielo, in effetti, si identificano: “Finchè siamo su questa terra Dio è il regno dei cieli, in futuro il regno dei
cieli è Dio” Il cielo è il futuro del mondo e dell’uomo, futuro che è Dio stesso….”””
Ho letto on-line una lunga trattazione che riguarda il nostro caso, cioè Paolo, resurrezione ecc .Anche oltre-oceano la pensano come noi; vi faccio leggere qui sotto la conclusione alle quali arriva lo ‘scholar’ americano:
Conclusion
Many scholars today profess to find in 1 Corinthians 15 a conception of the resurrection at variance with the Easter faith evident in the Gospels, the book of Acts, and the historic Christian creeds. However, there is no scholarly or exegetical basis for this conclusion. The specific way in which Paul shapes his argument, the structure of the syntax in which his thought is given expression, and the lexical meaning of his key terms, re veal that he conceived of resurrection as a tangible, physical e vent involving the body of flesh and bones. In affirming that Jesus has been “raised” (15:4), Paul affirmed the resurrection of Jesus’s crucified body from the tomb. And in affirming that the faithful will be “raised” (15:42–44, 52), Paul affirmed that our present perishable bodies will be endowed, through the power of Jesus’s resurrection, with imperishable life. In 1 Corinthians 15, as in the Gospels and Acts, the resurrection is understood as the miraculous revivification of the mortal body of flesh and bones, and its transformation so as to be imperishable.
About the Author
JAMES P. WARE, PhD, is Professor of New Testament and Ancient Christianity at the University of Evansville in Evansville, Indiana. He is the author of books and articles on Paul’s letters and theology, including a new tool for the study of and heartbreak intrinsic to human existence in this vale of tears.
Torniamo in Italia e propongo il link qui sotto, che riguarda un articolo di Mons. Gianfranco Ravasi apparso su “Avvenire” intitolato: “Su anima e corpo San Paolo batte i greci” L’articolo è semplicemente bellissimo, da leggere senza dubbio e da
ritagliare:
https://www.avvenire.it/agora/pagine/an ... te-i-greci" onclick="window.open(this.href);return false;
I
o avrei ancora tanto materiale su questo tema, già assemblato da tempo, da aggiungere, ma non ho l’impressione di avere un “uditorio” ricettivo su questi argomenti.
Infatti le asserzioni completamente sballate di Achille sono rimaste on-line senza correzioni o smentite. Anche il nostro sapientone è rimasto zitto. Si trattava del argomento fondante del cristianesimo: la resurrezione dei morti ed il suo destino.
Senz’altro alla Bethel di Roma il mio ex fratello in fede Denni Angeli, che ci legge sempre ,avrà brindato a leggere che il sito Infotdgeova, “Analisi critica del…..” è passato ad una ideologia simil-geovista.
Distruggete quel Link che Achille nel primo post ha suggerito di leggere.
P.S. Fra i vari libri che ho su Paolo ho anche quello del teologo negazionista Herman Detering. Il titolo: “The falsified Paul” Negava l’esistenza di Paolo. Ad un certo momento della mia vita, leggendo quel libro, mi ero innamorato di quella idea che Paolo fosse un personaggio fasullo. Anni fa facemmo un bel ping-pong con Polymetis in questo Forum, ove io sostenevo che Paolo, appunto, non fosse mai esistito. Sono state poi, soprattutto, le letture di Richard Carrier che mi hanno fatto rinsavire. Richard Carrier mi ha spiegato, per esempio, che eliminando il Paolo degli Atti degli Apostoli si comincia a delineare una figura reale di Paolo . Atti è ‘fiction’ pura. Dico questo perché un nostro zelante forista tempo fa tirò fuori una mia vecchia discussione e la ripresentò per mettermi in merda. Quindi ora gioco di anticipo.