Solo Dio mi può redimere

Tutto ciò che riguarda la dottrina dei Testimoni di Geova.

Moderatore: polymetis

Avatar utente
brisa
Utente Senior
Messaggi: 900
Iscritto il: 24/01/2011, 10:24
Contatta:

Messaggio da brisa »

Gabriele Traggiai ha scritto:Brisa:
Come saremmo stati figli di Adamo se Adamo non avesse peccato, quindi figli di un uomo, ma in realtà figli di Dio comunque. Ma mi rendo conto che per te questo discorso ha poco senso visto che non credi che Adamo sia mai esistito.
L'intero mondo cristiano, a parte i testimoni di Geova (come te) e alcuni gruppi fondamentalisti, crede che Adamo non sia mai esistito, ma che è semplicemente un racconto "che vuole trasmettere un concetto". D'altra parte è provabile in maniera oggettiva e in ogni caso non sposta di una virgola il credo Cristiano.

Gabry
Questa è una delle ragioni che mi fanno dubitare del credo cristiano. Se non c'è stato un uomo che ha peccato non capisco che bisogno ci fosse di una redenzione. Se Adamo è solo una figura mitica che vuole trasmettere il concetto dell'umanità peccatrice (almeno credo che sia così) allora la colpa è di Dio perchè è Dio stesso che la creata così, e se è così allora sarebbe una cosa giusta e dovuta che abbia pagato di persona.
Avatar utente
brisa
Utente Senior
Messaggi: 900
Iscritto il: 24/01/2011, 10:24
Contatta:

Messaggio da brisa »

cavdna ha scritto:vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello:
brisa ha scritto:......................Come saremmo stati figli di Adamo se Adamo non avesse peccato, quindi figli di un uomo, ma in realtà figli di Dio comunque. Ma mi rendo conto che per te questo discorso ha poco senso visto che non credi che Adamo sia mai esistito. :sorriso:
R I S P O S T A

mio caro fratello


di quali figli parli???

potresti cortesemente spiegarmi a chi appartiene (discendenza di quali genitori) la donna che Caino prenderà in moglie???

grazie :strettamano:

vi saluto in CRISTO RISORTO


Non so, puoi dirmelo tu?
Avatar utente
Mario70
Utente Gold
Messaggi: 6295
Iscritto il: 10/06/2009, 21:28
Località: Roma
Contatta:

Messaggio da Mario70 »

brisa ha scritto:
polymetis ha scritto: Ciao, scusa se ti rispondo solo ora ma vedo solo adesso la tua replica. La risposta è che si parla di due tipi di necessità diverse. Come ti ha detto Mario Dio non è in sincrono solo col nostro presente, ma è atemporale, e quindi tutta la linea temporale gli è ora davanti agli occhi, il che implica che Dio in questo momento vede Mosè esattamente come vede me e te, o vede il trentesimo secolo. In questo senso Dio sa tutto quello che accadrà nel corso della storia, e siccome lo sa, sa che qualcosa deve accadere. Per questo le profezie dicono che Cristo doveva morire, perché banalmente Dio ha scelto questa strada, e, poiché vede ogni epoca, conosce perfettamente tutto lo svolgersi degli eventi. Ma questo non vuol dire che Dio non avrebbe potuto scegliere un’altra via. Quello che voglio dire non è che se Cristo avesse scelto di non morire il debito sarebbe stato comunque pagato dalla sua sofferenza dal valore infinito, infatti il fatto che dovesse morire non si riferisce al fatto che fosse necessario quel carico di sofferenza, bensì il “dovere” si riferisce al fatto che Dio ha scelto così e dunque così ha realizzato. Il punto è che se avesse voluto scegliere diversamente, anche meno sarebbe bastato. Spero d’essere stato chiaro. Ricapitolando: tutto è necessario nella storia, perché Dio vede tutto, ma questo non implica che tutto è necessario nel senso che non esistono altre strade per raggiungere i medesimi risultati, bensì tutto è necessario perché in quanto Dio vede ogni epoca egli sa cosa accadrà necessariamente.
Grazie dell'interessante risposta, c'è pero una cosa che non capisco in riferimento alla morte di Cristo. Stai affermando che Dio ha fatto profetizzare quel tipo di morte e sofferenze perchè lo ha semplicemente visto o perchè ha ritenuto che è quello che doveva accadere e dunque ha condotto gli avvenimenti affinchè accadesse?

Te lo chiedo perché a mio parere le due cose sono molto diverse. Se è vera la prima allora posso anche credere che sarebbe bastato molto meno per redimere l’umanità, ma se è vera la seconda allora non posso crederci, perché se Dio ha scelto quella strada guidando gli avvenimenti affinchè la imboccassero, devo per forza pensare che quello e solo quello fosse il cammino “necessario”. O no?
E' una domanda che non ha molto senso perchè il figlio di Dio è atemporale esattamente come lo è il padre essendo entrambi lo stesso Dio, non c'è un momento in cui egli non è incarnato perchè non esistono "momenti" in quella dimensione ma solo nella nostra, da noi c'è la storia c'è il presente e c'è il futuro, da lui tutto è.

Vedi Brisa il Geova dei testimoni è un Dio limitato che vive nel tempo, non è onnisciente (anche se lo asseriscono a parole) non hanno capito realmente cosa significa essere onnisciente, o Dio sa tutto o no, nel primo caso si è onniscienti, nel secondo no.
La favoletta che limiterebbe la sua onniscienza per non turbare il libero arbitrio è una emerita cavolata, il fatto di conoscere tutto non implica che egli sia responsabile, le creature sono realmente libere di scegliere, lui non interferisce sulle singole scelte, ma semplicemente le conosce.
Ciao
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

Allora, come già detto si tratta di necessità di ordine diverso. È vero sia che Dio ha visto quello che per noi sarebbe il passato, cioè che Gesù sarebbe stato crocifisso ( e lo ha visto perché quel momento della storia, come qualunque altro momento, per lui era, è e sarà il suo eterno presente), ma, almeno in questo caso, oltre ad averlo visto l'ha anche causato. Questo vuol dire che era necessario che così avvenisse nel senso che dio ha stabilito che così fosse, ma non implica che sia necessario nel senso che sarebbe stata l'unica strada in grando di redimere l'uomo. Vale a dire che Dio ha scelto la miglior via possibile, la più perfetta, la più potente, ma questo non implica che sarebbe stata l'unica percorribile. Sarebbe cioè bastato anche meno per redimere l'uomo. Il fatto che fosse necessario che Cristo morisse non dipende cioè dal fatto che che solo la morte di Cristo sarebbe stata sufficiente, bensì la necessità deriva dal fatto che Dio ha scelto liberamente la miglior strada possibile, una strada sovrabbondan te.
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Avatar utente
Trianello
Utente Master
Messaggi: 3356
Iscritto il: 10/06/2009, 23:45
Contatta:

Messaggio da Trianello »

Scusate se intervengo solo ora, ma, in questo periodo, non riesco ad esser molto presente nel Forum. Ci tengo, però, a dare un piccolo contributo alla discussione.
La questione può essere affrontata sotto diversi punti di vista. Interessante è, a questo proposito, la citazione che Mario ha fatto di Sant'Anselmo d'Aosta, la quale sottintende un discorso metafisico assai complesso secondo cui l'uomo non può essere veramente libero se non è soggetto a Dio e a lui soltanto (ma qui il discorso si farebbe, appunto, assai complesso).
Il modo più semplice di affrontare la questione è quello di rifarsi ad un approccio di tipo “legale” (che è appunto solo uno degli approcci possibili alla materia, ma è certamente il più intuitivo).
L’umanità, per via del peccato originale, era esclusa dalla visione di Dio. Essa era una massa condannata alla perdizione (massa peditionis, come dice S. Agostino). Dio ha comunque deciso di intervenire per salvare le sue amate creature da questa triste condizione. Certamente, però, Dio non poteva fare come se il peccato non ci fosse: Egli infatti è assoluta verità e l’esistenza del peccato è una verità. Dio avrebbe potuto offrire ad ogni singolo uomo la grazia del pentimento, dando così ad ognuno la possibilità di redimersi. In questo caso, però, il peccato non sarebbe stato adeguatamente riparato. Il peccato, infatti, ha una gravità infinita (sul piano morale), in quanto offesa a Dio, la cui dignità è infinita, mentre le opere buone delle persone umane (nel caso di eventuali opere compiute per riparare al peccato) hanno sempre un valore finito. Pertanto, anche se pentito e desideroso di riparare al peccato, l’uomo non sarebbe mai stato in grado di soddisfare adeguatamente l’offesa fatta a Dio e lo stesso discorso vale per qualsiasi creatura (sia pure la più eccelsa), la quale godrà sempre di una dignità in qualche modo limitata, in quanto essere per partecipazione, rispetto all'essere sussistente che è Dio e che gode di una dignità infinita (e qui rimando al concetto di creazione ed al rapporto tra creatura e Creatore).
Era necessario conciliare misericordia e giustizia. Ecco allora il perché dell’Incarnazione redentrice: il Verbo eterno, assumendo la natura umana, si è fatto solidale con gli uomini e a nome nostro ha offerto a Dio il sacrificio riparatore. Tale sacrificio, in quanto compiuto da uno di noi a nome nostro, appartiene a tutti noi. D’altro canto, essendo stato compiuto dal Verbo, che è Dio, ha quel valore infinito che nessuna opera semplicemente umana avrebbe mai potuto avere.
Con la morte e la resurrezione di Cristo si è realizzata la redenzione dell’umanità ed è stata riaperta per ognuno di noi la strada che conduce alla salvezza.
Presentazione

Deus non deserit si non deseratur

Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)
cavdna

Messaggio da cavdna »

vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello:
brisa ha scritto:Non so, puoi dirmelo tu?
R I S P O S T A

mio caro fratello


dimendichi la Tua stessa affermazione??? :conf: :boh:


brisa ha scritto:.................che per te questo discorso ha poco senso visto che non credi che Adamo sia mai esistito. :sorriso:


sei Tu che asserisci in maniera indiretta, ma pur sempre asserzione E': che Adamo è esistito veramente

sai quello che non riesco a comprendere nel capitolo 4 di Genesi E':
1. "nessuno tocchi Caino" ed ancora : "e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere"

se vi erano solo Adamo Eva e Caino, (visto che Abele era già stato ucciso da Caino), a chi era riferito quel nessuno?? :boh: e quel chiunque??? :boh: :conf:

2. Caino andò ad abitare "nel paese di Nod, ad oriente di Eden."
chi costruì il Paese di Nod :boh: :conf: (forse suo padre Adamo???)
inoltre,
i Paesi non erano agglomerati di .... epoche successive al primo Uomo??? :boh: :conf: (cosa insegna la Preistoria e la Storia???)

3. la moglie di Caino di quale discendenza fa parte, : "Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio. "

4. la chiusura del capitolo 4 e l'apertura del capitolo 5 di Genesi parlano che solo dopo la morte di Abele Adamo e Eva.... : "[1] Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio;

[2] maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati.

[3] Adamo aveva centotrenta anni quando generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set. "


si parla della Genealogia di Adamo e la discendenza dopo la morte di Abele (il figlio Set) non menzionando affatto Caino, ancor meno della sua eventuale moglie

ecco questi sono i miei dubbi

se puoi cortesemente arrecarmi una qualche spiegazione nel merito te ne sarei grato

grazie :strettamano:

vi saluto in CRISTO RISORTO

cavdna

Messaggio da cavdna »

vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello :

brisa ha scritto:Questa è una delle ragioni che mi fanno dubitare del credo cristiano. Se non c'è stato un uomo che ha peccato non capisco che bisogno ci fosse di una redenzione. Se Adamo è solo una figura mitica che vuole trasmettere il concetto dell'umanità peccatrice (almeno credo che sia così) allora la colpa è di Dio perchè è Dio stesso che la creata così, e se è così allora sarebbe una cosa giusta e dovuta che abbia pagato di persona.
R I S P O S T A

mio caro fratello

DIO ha Creato la Creatua non come marionetta, come se incapace di libero arbitrio, rendendola assoggettata al SUO AMORE
DIO non costringe l'Uomo ad amarlo

DIO nella SUA Infinita Bontà Crea la SUA Creatura totalmente "libera"
libera di Amarlo o di rinnegarlo - - -questo significa davvero AMORE senza fine

il Peccato (e con il peccato, la morte, la sofferenza, la malattia etc. etc....) è subentrato per l'azione LIBERA della Creatura

E' l'Uomo che nella sua LIBERTA' ha fallito e NON DIO

DIO soccorre con il SUO AMORE l'ERRORE della Creatura
DIO permette il Peccato solo perché nella SUA Infinita MISERICORDIA ha già sconfitto il Peccato

(dirà l'Apostolo Paolo: ".......
[54] Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata ingoiata per la vittoria.
[55] Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?
[56] Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge.
[57] Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! "


grazie :strettamano:

vi saluto in CRISTO RISORTO

Avatar utente
Voyager65
Utente Senior
Messaggi: 854
Iscritto il: 28/08/2009, 12:09
Contatta:

Messaggio da Voyager65 »

Scusami Michele ma non mi convinco del tutto, tu dici:
“E' l'Uomo che nella sua LIBERTA' ha fallito e NON DIO”
Ma l’uomo ha fallito appunto perché libero dunque Dio ci avrebbe fatti capaci di fallire, dov’è allora la nostra colpa? E che colpa ne hanno le successive generazioni se l’uomo ha fallito, ma l’uomo chi?
Se per “uomo” intendiamo l’umanità in generale ovvero la creatura “Homo sapiens” allora ecco che il fallimento dell’uomo sta insito nella sua natura, cioè l’uomo è stato creato peccatore, tra l’altro quando si parla figurativamente di “peccato originale” si parla di peccato all’origine, ad esempio per una strada urbana si dice che il “peccato originale” fu che quella strada fu costruita troppo stretta, non che prima fosse stata costruita sbagliata, semplicemente allora non esistevano le automobili, parimenti penso che l’uomo si sia evoluto per vivere su questo pianeta e lottare per la sua sopravvivenza il nostro esserci evoluti in creature senzienti ha determinato l’esistenza di una creatura in grado di distruggere il pianeta in quanto siamo rimasti soggetti ai nostri istinti animali (il peccato) e questo “peccare” altro non è che mettere in pratica azioni vantaggiose per l’animale uomo e la sua sopravvivenza, ad esempio la promiscuità sessuale è vantaggiosa in quanto consente all’animale uomo di aumentare le possibilità di trasmettere i suoi geni, il furto è vantaggioso in quanto permette all’animale uomo di ottenere maggiori risorse per la sua alimentazione, insomma l’uomo membro del CD in quanto animale corre dietro i beni materiali altrui ed offre ai babbei creduloni in cambio i vani beni spirituali della WT$!
Che ci piaccia o no, se noi siamo stati fatti così la colpa può essere attribuita a chi l’ha creato se un creatore esiste, nel cristianesimo abbiamo Dio che si fa uomo e muore per le sue creature “difettose”, ma stona la credenza che il peccato possa separarci da Dio in quanto noi siamo stati fatti così cioè vittime degli stessi nostri istinti se davvero il peccato fosse qualcosa che stonerebbe con la giustizia di Dio, gli sarebbe bastato semplicemente crearci ex novo privi degli istinti animali che ci spingono a privilegiare la nostra sopravvivenza non per nulla, a causa dei nostri istinti, gli antichi dicevano: “l’uomo è lupo all’uomo” oppure “mors tua vita mea” che ci piaccia o no, noi siamo soltanto creature materiali e quello che chiamiamo “peccato” è ciò che ha consentito la sopravvivenza ai nostri antenati ma urta contro la necessità della vita moderna, quella di vivere in pace ed in collaborazione con i nostri simili, in parte ci siamo riusciti ma purtroppo l’animale uomo spunta sempre fuori ed ecco la … cronaca nera!

In conclusione noi uomini siamo vittime del peccato insito in noi e francamente un Dio che viene a giudicarci e condannarci per magari mandarci all'inferno se non passiamo la vita intera a snocciolare rosari e preghiere e chissà quali penitenze, non mi interessa!
Se la sapienza di questo mondo è stoltezza presso Dio, l'ignoranza lo è ancora di più!
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

Dio sa benissimo che siamo peccatori, infatti il cristianesimo tutto, cattolici e protestanti, insegna contro i pelagiani che noi non possiamo salvarci grazie alle nostre opere.. L'abisso che ci separa dal Creatore è troppo grande perché noi possiamo meritarne l'amore... E la Bibbia lo dice chiaro e tondo:
"Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera.
Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono: e avremo il tuo timore. "(Sal 129)

Chi pensa che Dio ci dannerà perché, in quanto peccatori, non possiamo che peccare, evidentemente non ha mai letto San Paolo.
Non è possibile che la nostra giustizia ci salvi, ciò che ci salva è l'accettare la grazia divina.

Per chi volesse approfondire la dottrina cattolica e luterana su questo punto, sarà opportuno leggere la Dichiarazione Congiunta sulla Giustificazione:

http://www.vatican.va/roman_curia/ponti ... on_it.html" target="_blank" target="_blank
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
cavdna

Messaggio da cavdna »

vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello:
Voyager65 ha scritto:Scusami Michele ma non mi convinco del tutto, tu dici:
“E' l'Uomo che nella sua LIBERTA' ha fallito e NON DIO”
Ma l’uomo ha fallito appunto perché libero dunque Dio ci avrebbe fatti capaci di fallire, dov’è allora la nostra colpa? E che colpa ne hanno le successive generazioni se l’uomo ha fallito, ma l’uomo chi?
...............................................................In conclusione noi uomini siamo vittime del peccato insito in noi e francamente un Dio che viene a giudicarci e condannarci per magari mandarci all'inferno se non passiamo la vita intera a snocciolare rosari e preghiere e chissà quali penitenze, non mi interessa!
R I S P O S T A

mio caro fratello


il peccato "è compagno di viaggio dell'Uomo", si questo è vero

è anche vero però, che DIO ha SI' Creato l'Uomo impefetto e fragile = peccatore

ma non lo ha destinato per la "deriva"

la Creatura è stata dotata di intelligenza e ragione (pieno e RESPONSABILE libero arbitrio)
ma a questo gli ha anche GARANTITO la SUA GRAZIA e la SUA MISERICORDIA

il peccato commesso, deve solo essere riconosciuto con l'intelligenza e la ragione
e la Creatura può liberamente tuffarsi nella MISERICORDIA di DIO
oppure rinnegarla

ovvero,

DIO non giudica nessuno
E' la stessa Creatura che si giudica da solo
il "giudizio" E' l'effetto delle libere decisoni che ognuno di Noi prende
DIO si limita a "RATIFICARE" nel rispetto delle decisioni già prese dalla Creartura

inoltre,
la Liturgia di quest'ultima Domenica del Tempo Ordinario della Chiesa Cattolica ci ricordava nel Vangelo di Matteo :
"«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. "


DIO non ci giudica per la quantità di "esortazioni/preghiere" che rimangono/lasciano nella STERILITA',
DIO giudica l'"esortazioni/preghiere" che portano ..a .. "COMPIERE le OPERE che LUI ci ha destinato di compiere"

grazie :strettamano:

vi saluto in CRISTO RISORTO

Avatar utente
Mario70
Utente Gold
Messaggi: 6295
Iscritto il: 10/06/2009, 21:28
Località: Roma
Contatta:

PECCATO E ORTODOSSI

Messaggio da Mario70 »

Volevo ricordare la posizione della chiesa ortodossa in merito al peccato, in base alla quale l'uomo non "nasce nel peccato", non credono ad una tara ereditaria che l'uomo si porta dietro dalla nascita, altrimenti non sarebbe realmente libero di scegliere, per chi è interesssato studi quanto segue:

http://digilander.libero.it/ortodossia/ ... ginale.htm

"Potremo fare un esempio che mostra ancor meglio la posizione cristiano-orientale: se mio padre dilapida una notevole eredità, il peccato e la colpa di tale azione sono suoi, non li eredito io che, semmai, eredito il fatto di trovarmi senza un quattrino. Eredito le conseguenze di un peccato e di una colpa, non queste ultime. Dal momento in cui l'umanità (Adamo ed Eva) rompe il rapporto con Dio annulla il cammino verso la sua perfezione. Perciò la teologia patristica ha generalmente visto il peccato originale come una malattia e non ha parlato di un'eredità della colpa, ma solo di un'eredità della corruzione e della morte. "

ciao
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
Avatar utente
brisa
Utente Senior
Messaggi: 900
Iscritto il: 24/01/2011, 10:24
Contatta:

Messaggio da brisa »

Devo ammettere la mia difficoltà a capire il concetto di peccato originale così come viene spiegato dalla religione cristiana. Non riesco a non vederlo come qualcosa di estremamente astratto e "fumoso". Quando cavdna scrive: "il Peccato (e con il peccato, la morte, la sofferenza, la malattia etc. etc....) è subentrato per l'azione LIBERA della Creatura", non riesco a distogliere la mia attenzione da quel verbo, "subentrare".

Se il peccato è "subentrato" per l'azione della creatura, devo presupporre che c'è stato un tempo in cui il peccato non c'era? Se invece il peccato è insito nella creatura fin dalla sua formazione, come posso esimere il Creatore dalla colpa? Ma poi mi chiedo anche, quale creatura ha peccato? Se posso identificare un colpevole ben specifico, come potrebbe esserlo Adamo, posso capire tutto l'ambaradan che ne segue, ma affermare che l'umanità ha peccato è come dire che il popolo ebraico ha ucciso Cristo, una generalizzazione senza senso.

Faccio poi un'ultima considerazione. Se Dio non ha creato l'uomo così com'è ora ma questi è il risultato di un'evoluzione, voluta da Dio finché si vuole ma pur sempre di evoluzione si tratta, dare la colpa della morte, delle sofferenze e delle malattie al peccato è un'altra cosa che per me non ha senso. Se l'australopiteco si ammalava, soffriva e moriva, (e non certo per colpa del peccato visto che attribuire il libero arbitrio a quello che era poco più di una scimmia sarebbe alquanto strano) non c'è niente di strano che pure l'homo erectus e poi l'homo sapiens (e chiunque ci fosse nel mezzo) soffrissero, si ammalassero e morissero. E' la natura che fa semplicemente il suo corso.

In quale momento il Peccato si è preso la colpa di tutte le nefandezze che accadono all'uomo? A che punto dell'evoluzione la redenzione provveduta da un Dio incarnato si è resa indispensabile?
Avatar utente
Paxuxu
Utente Master
Messaggi: 4044
Iscritto il: 17/07/2009, 12:40
Contatta:

Messaggio da Paxuxu »

brisa ha scritto:Devo ammettere la mia difficoltà a capire il concetto di peccato originale così come viene spiegato dalla religione cristiana. Non riesco a non vederlo come qualcosa di estremamente astratto e "fumoso". Quando cavdna scrive: "il Peccato (e con il peccato, la morte, la sofferenza, la malattia etc. etc....) è subentrato per l'azione LIBERA della Creatura", non riesco a distogliere la mia attenzione da quel verbo, "subentrare".

Se il peccato è "subentrato" per l'azione della creatura, devo presupporre che c'è stato un tempo in cui il peccato non c'era? Se invece il peccato è insito nella creatura fin dalla sua formazione, come posso esimere il Creatore dalla colpa? Ma poi mi chiedo anche, quale creatura ha peccato? Se posso identificare un colpevole ben specifico, come potrebbe esserlo Adamo, posso capire tutto l'ambaradan che ne segue, ma affermare che l'umanità ha peccato è come dire che il popolo ebraico ha ucciso Cristo, una generalizzazione senza senso.

Faccio poi un'ultima considerazione. Se Dio non ha creato l'uomo così com'è ora ma questi è il risultato di un'evoluzione, voluta da Dio finché si vuole ma pur sempre di evoluzione si tratta, dare la colpa della morte, delle sofferenze e delle malattie al peccato è un'altra cosa che per me non ha senso. Se l'australopiteco si ammalava, soffriva e moriva, (e non certo per colpa del peccato visto che attribuire il libero arbitrio a quello che era poco più di una scimmia sarebbe alquanto strano) non c'è niente di strano che pure l'homo erectus e poi l'homo sapiens (e chiunque ci fosse nel mezzo) soffrissero, si ammalassero e morissero. E' la natura che fa semplicemente il suo corso.

In quale momento il Peccato si è preso la colpa di tutte le nefandezze che accadono all'uomo? A che punto dell'evoluzione la redenzione provveduta da un Dio incarnato si è resa indispensabile?
Mi piace il discorso e lo quoto in toto!


Paxuxu
Avatar utente
Voyager65
Utente Senior
Messaggi: 854
Iscritto il: 28/08/2009, 12:09
Contatta:

Messaggio da Voyager65 »

Paxuxu ha scritto:
brisa ha scritto: ...
In quale momento il Peccato si è preso la colpa di tutte le nefandezze che accadono all'uomo? A che punto dell'evoluzione la redenzione provveduta da un Dio incarnato si è resa indispensabile?
Mi piace il discorso e lo quoto in toto!
Paxuxu
Anch'io quoto e giro la domanda ai pazienti Cavdna e Polymetis;
Se il peccato fa parte del nostro essere in quanto pare che consista semplicemente nell'esserci evoluti dalla bestia, perchè si dovrebbe essere condannati solo se seguiamo i nostri istinti?
:boh:
Se la sapienza di questo mondo è stoltezza presso Dio, l'ignoranza lo è ancora di più!
Avatar utente
Mario70
Utente Gold
Messaggi: 6295
Iscritto il: 10/06/2009, 21:28
Località: Roma
Contatta:

Messaggio da Mario70 »

brisa ha scritto:Devo ammettere la mia difficoltà a capire il concetto di peccato originale così come viene spiegato dalla religione cristiana. Non riesco a non vederlo come qualcosa di estremamente astratto e "fumoso". Quando cavdna scrive: "il Peccato (e con il peccato, la morte, la sofferenza, la malattia etc. etc....) è subentrato per l'azione LIBERA della Creatura", non riesco a distogliere la mia attenzione da quel verbo, "subentrare".

Se il peccato è "subentrato" per l'azione della creatura, devo presupporre che c'è stato un tempo in cui il peccato non c'era? Se invece il peccato è insito nella creatura fin dalla sua formazione, come posso esimere il Creatore dalla colpa? Ma poi mi chiedo anche, quale creatura ha peccato? Se posso identificare un colpevole ben specifico, come potrebbe esserlo Adamo, posso capire tutto l'ambaradan che ne segue, ma affermare che l'umanità ha peccato è come dire che il popolo ebraico ha ucciso Cristo, una generalizzazione senza senso.

Faccio poi un'ultima considerazione. Se Dio non ha creato l'uomo così com'è ora ma questi è il risultato di un'evoluzione, voluta da Dio finché si vuole ma pur sempre di evoluzione si tratta, dare la colpa della morte, delle sofferenze e delle malattie al peccato è un'altra cosa che per me non ha senso. Se l'australopiteco si ammalava, soffriva e moriva, (e non certo per colpa del peccato visto che attribuire il libero arbitrio a quello che era poco più di una scimmia sarebbe alquanto strano) non c'è niente di strano che pure l'homo erectus e poi l'homo sapiens (e chiunque ci fosse nel mezzo) soffrissero, si ammalassero e morissero. E' la natura che fa semplicemente il suo corso.

In quale momento il Peccato si è preso la colpa di tutte le nefandezze che accadono all'uomo? A che punto dell'evoluzione la redenzione provveduta da un Dio incarnato si è resa indispensabile?
Sono proprio questi i dubbi che mi fanno preferire la posizione ortodossa rispetto a quella occidentale, hai letto il post che ho segnalato?
Io l'ho trovato molto interessante, per quanto riguarda la seconda parte non credo che ci sia mai stato un momento nel quale l'uomo avrebbe dovuto vivere per sempre, essendo il fine ultimo dell'uomo la vita spirituale con la sua deificazione, la morte è connaturata all'uomo da sempre, credo che il peccato abbia rovinato la speranza celeste non quella terrestre, Cristo libera o redime la nostra anima, non il nostro corpo fisico altrimenti gia ora dovremmo vivere per sempre non credi?
Accettando l'evoluzione come un fatto, credo che Dio sia intervenuto in una determinata data storica per rendere l'animale scimmia come uomo a sua immagine dotato di coscienza e razionalità, quando e dove non mi è dato saperlo e onestamente non mi interessa un granchè.
ciao
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
cavdna

Messaggio da cavdna »

vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello :

brisa ha scritto:Devo ammettere la mia difficoltà a capire il concetto di peccato originale così come viene spiegato dalla religione cristiana. Non riesco a non vederlo come qualcosa di estremamente astratto e "fumoso". Quando cavdna scrive: "il Peccato (e con il peccato, la morte, la sofferenza, la malattia etc. etc....) è subentrato per l'azione LIBERA della Creatura", non riesco a distogliere la mia attenzione da quel verbo, "subentrare".
R I S P O S T A

mio caro fratello


il peccato apparitene alla azione libera dell'Uomo e non per l'effetto di una "trasmissione" di DIO

DIO però, permette il peccato, perché ancor prima di commetterlo è già stato riparato da colui che E' fuori dallo spazio/tempo = DIO

brisa ha scritto:Se il peccato è "subentrato" per l'azione della creatura, devo presupporre che c'è stato un tempo in cui il peccato non c'era? Se invece il peccato è insito nella creatura fin dalla sua formazione, come posso esimere il Creatore dalla colpa? Ma poi mi chiedo anche, quale creatura ha peccato? Se posso identificare un colpevole ben specifico, come potrebbe esserlo Adamo, posso capire tutto l'ambaradan che ne segue, ma affermare che l'umanità ha peccato è come dire che il popolo ebraico ha ucciso Cristo, una generalizzazione senza senso.
R I S P O S T A

infatti,
nello stesso momento della Creazione possiamo affermare che il peccato non era ancora stato "consumato"

DIO prima Crea la Creatura e poi un Giardino

DIO aveva offerto un "Giardino in Eden" a Oriente alla SUA Creatura

ovvero,
DIO crea uno spazio ove i "DUE" (il Creatore e la Creatura) possono relazionarsi a conoscersi e ad Amarsi.
Ma la disobbedienza dell'Uomo tradisce il progetto di DIO (in questo preciso momento avviene l'inciampo)

l'albero del bene e del male (....."la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza".............),
(nel vicino Oriente antico, veniva spesso usato, il "mito" del giardino primordiale secondo lo schema dei due alberi: albero della vita-albera della morte,
ma nel brano Bibblico vi E' la variante : l'albero della vita e l'albero del bene e del male;
tale variazione non sembra essere né casuale né tantomeno priva di significato.
Questo adattamento ci induce a pensare che dietro l'albero della conoscenza del bene e del male
si celi il senso teologico attribuito dal passo biblico al peccato della prima coppia.
Nel nostro caso bene e male, i due opposti, indicano la totalità,
oggetto del verbo yãda' (= conoscere) il quale, considerato nella totalità dei suoi possibili significati, indica sia l'onniscienza che l'onnipotenza,
ovvero due prerogative esclusivamente divine e quindi in nessun caso accessibili all'uomo.
D'altro canto, l'associazione col serpente ci suggerisce l'allusione all'acquisto di forme parziali, minori di divinità,
alle quali l'uomo avrebbe potuto aspirare precisamente in Silia ed in Canaan, in determinate circostanze:
si tratta di quelle attribuite all'umanità nel contesto dei culti della fertilità.
Da queste pratiche risultava una specie di domiio sulla natura, elemento che permetteva all'uomo di essere veramente
simile ad un essere divino», godendo, godendo anche se solo in forma limitata, durante il culto, della «conoscenza del bene e del male».
Con ogni probabilità ci troviamo in presenza di un racconto che mira alla rivelazione della particolaità peccaminosità, davanti a JHWH ËLÖHÌM,
dei culti idolatrici cananei della fertilità che lsraele aveva ben presenti davanti ai suoi occhi, in Palestina)



brisa ha scritto:Faccio poi un'ultima considerazione. Se Dio non ha creato l'uomo così com'è ora ma questi è il risultato di un'evoluzione, voluta da Dio finché si vuole ma pur sempre di evoluzione si tratta, dare la colpa della morte, delle sofferenze e delle malattie al peccato è un'altra cosa che per me non ha senso. Se l'australopiteco si ammalava, soffriva e moriva, (e non certo per colpa del peccato visto che attribuire il libero arbitrio a quello che era poco più di una scimmia sarebbe alquanto strano) non c'è niente di strano che pure l'homo erectus e poi l'homo sapiens (e chiunque ci fosse nel mezzo) soffrissero, si ammalassero e morissero. E' la natura che fa semplicemente il suo corso.
R I S P O S T A

Noi non sappiamo in quale momento e in quale modo E' intervenuto DIO nella storia della vita dell'Uomo

però mi pare ovvio che in un particolare momento sia accaduto un preciso intevento di DIO
ove l'animale rimane animale, legato ai suoi istinti
e costituisce l'Uomo capace di intelligenza e di ragione a "governatore" di questo sistema di cose Create: "... lo coltivasse e lo custodisse..."

nella sua permanenza terrana, l'Umo deve "aspirare" al nuovo Adamo - il CRISTO
EGLI E' l'Uomo pefetto ove tutti noi dobbiamo diriggerci

da EGLI ha ricevuto la vita il primo Uomo
da ESSO ha ricevuto la MISERICORDIA l'intera Uminità


brisa ha scritto:In quale momento il Peccato si è preso la colpa di tutte le nefandezze che accadono all'uomo? A che punto dell'evoluzione la redenzione provveduta da un Dio incarnato si è resa indispensabile?
R I S P O S T A

forse ti ho già risposto??? :boh:

grazie :strettamano:

vi saluto in CRISTO RISORTO
cavdna

Messaggio da cavdna »

vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello:

Voyager65 ha scritto:Anch'io quoto e giro la domanda ai pazienti Cavdna e Polymetis;
Se il peccato fa parte del nostro essere in quanto pare che consista semplicemente nell'esserci evoluti dalla bestia, perchè si dovrebbe essere condannati solo se seguiamo i nostri istinti? :boh:
R I S P O S T A

mio caro fratello


in quale circostanza Ti E' stato fatto leggere che sarà il Tuo istinto a decretare il "giudizio" di DIO???

in questo ambito, più e più volte E' stato offerto in lettura
che l'Uomo si differisce dall'animale proprio per non essere semplicemente e limitatamente assoggettato all'istinto
ma "dotato" di
pensiero/"ragione"
dotato di
"libero arbitrio",
dotato di un "compito" (governare) assegnato da DIO" da scvolgere con intelligenza, competenza e ragionevolezza

grazie :strettamano:

vi saluto in CRISTO RISORTO

cavdna

Messaggio da cavdna »

con la SUA SANTA CROCE HA REDENDO il MONDO

Vi saluto in CRISTO SIGNORE

miei cari fratelli e sorelle

DIO continuando la SUA Opera Creatrice, ha Creato l'Uomo e subito dopo lo ha posto in un giardino (Paradiso Terrestre)
luogo preparato per poter permettere l'incontro/conoscenza/Amore tra il Creatore e la Creatura =(la perfetta armonia)

ma la libera azione dell'Uomo (il primo Uomo/Adamo, in via di evoluzione) tradisce il progetto di DIO

DIO interrompe questa COMUNIONE (Giardino Terrestre)

ma nella pienezza dei tempi
DIO si INCARNA nel seno della Vergine Maria, e venne ad abitare in mezzo a Noi

GESU' subito dopo il Battesimo di Giovanni, fu condotto dallo SPIRITO SANTO nel deserto,

e dopo un digiuno di quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame e fu tentato da Satana

il primo Uomo (Adamo in via di evoluzione) soccombe alle tentazioni

il nuovo Uomo (l'Uomo evoluto-l'Uomo perfetto-l'ultimo "stadio" dell'evoluzione dell'Uomo) - /-/- (Noi tutti dovremmo ambire a questo ultimo "stadio") resiste alle tentazioni e le VINCE

e con la sua VITTORIA ristabilisce e INNAUGURA i TEMPI MESSIANICI - ristabilisce l'armonia della PRIMA CREAZIONE, interrotta dal Peccato
"[12] Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto

[13] e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano. "


ovvero stava con gli animali feroci (le fiere, richiamano le profezie di Isaia) e gli Angeli (l'aromonia interrotta E' ora ripristinata, con la presenza Angelica qui sulla Terra)

quale BENEDIZIONE per Noi CRISTIANI

infatti è una vera Benedizione per Tutta la Cristianità la REDENZIONE offertaci da CRISTO immolato sulla Croce

Noi Cristiani infatti
possiamo vivere in ogni Liturgia
e in particolar modo in quella EUCARISTICA (FONTE e CULMINE del MISTERO DI SALVEZZA)
uno spazio/tempo di quel Giardino Terrestre (immersi nei TEMPI MESSIANICI)

la Liturgia EUCARISTICA offrre al Credente quel : " l'incontro/conoscenza/Amore tra il Creatore e la Creatura "

quindi - la Cristianità.
non E' solo Tradizione Apostolica;
non E' solo Bibbia
E' sopratutto COMUNIONE tra Creatore e Creatura attraverso l'innagurazione dei TEMPI MESSIANI di CRISTO = PARADISO TERRESTRE

ed allora ci sarebbe da chiedersi
quale "ricompensa" otterranno quelle Organizzazione di Uomini che vietano simili ESPERIENZA di COMUNIONE
privando del PANE della VITA e della totale COMUNIONE con DIO ai propri adepti

grazie :fiori e bacio: :strettamano: :fiori e bacio:

vi saluto in CRISTO RISORTO

Avatar utente
Dingus JJ
Utente Master
Messaggi: 3614
Iscritto il: 07/02/2010, 17:02
Contatta:

Messaggio da Dingus JJ »

Aquarivs ha scritto:Qua state introducendo l'amore per giustificare l'ilogicità del discorso. Se dio lo ha fatto per amore che significato ha tutta questa pantomima? Non faceva prima a perdonarci e buonanotte?

Non ha senso inoltre per due motivi: 1 Lui non ha dimostrato che l'umanità lo desidera e lo serve. Perché chi si è sacrificato per lui era sempre lui. Punto primo.
Punto secondo: Se l'uomo è stato redento per mano di dio e a causa del suo amore come mai ha dovuto inscenare tutta questa farsa? E come mai giacché è l'iddio onnipotente non ha risolto perdonando e basta?
...."l'amore che fa da ponte e' nello stesso tempo la corrente che divide inesorabilmente.Amante amare amato sono tre,o forse tremila,cose senza vasi comunicanti-a parte quelli di vasi di fiori per le piu' fortunate-.L'amore non ha riguardo che per la brutalita' insondabile del proprio pudore disatteso e trascura le sue vittime nell'attimo stesso in cui si rassegna a prendersene cura.L'amore e' una malattia,e se non e' inguaribile non e' tale.L'amore finisce per diventare odioso:una meraviglia brutta.Ma quasi tutte le energie della gente sono spese in questa lotta contro l'evidenza per amare e essere amati intimamente e intrinsecamente,poco o niente e' lasciato al senso dello stato,all'amore estrinseco e pubblico per il prossimo di cui siamo individualmente emissari e immissari al contempo.E tuttavia il fallimento di questo tipo di amore intimo e' pari solo allo sforzo che ha dispiegato........"
" Aldo Busi,L'amore e' una budella gentile.Milano,1990

a' Acqua','namo a farse na bira!
CHIAMIAMO CINICO CHI NON CONDIVIDE LE NOSTRE ILLUSIONI.
IL CINICO E' COLUI CHE CONOSCE IL PREZZO DI TUTTE LE COSE MA IL VALORE DI NESSUNA.
LA VERITA STA SPESSO NEL MEZZO, MA MAI NELLE SALE DEL REGNO!

Le origini del Dingus
cavdna

continuo con i "frammenti"

Messaggio da cavdna »


Vi saluto in CRISTO SIGNORE

miei cari fratelli e sorelle:

i simboli dei linguaggi-Bibblici

ho più volte detto che l'Antico Testamento è la prefigurazione del Nuovo Testamento
e il Nuovo Testamento è la realizzazione di ciò che era prefigurato nel Vecchio Testamento

la caduta
Adamo = l'Uomo Creato
dal costato di Adamo proviene EVA
Eva = la collettività degli Uomini (l'insieme)

il Giardino Eden = Paradiso Terrestre (luogo Creato per l'incontro tra la Creatura e il Creatore)

il Peccato subentra dal "LEGNO" dell'albero del bene e dall'albero del male
e da una libera azione che L'Essere Creato ha SCELTO, in risposta alla seduzione proposta dal tentatore
(Antico Testamento)

la REDENZIONE
CRISTO il Nuovo Adamo (L'uomo perfetto, l'Uomo incorruttibile, l'Uomo che vince la tentazione) - il FIGLIO dell'Uomo
Maria = la Nuova Eva = la CHIESA (Madre che genera nella fede - nessuno può chiamare DIO PADRE se non ha la CHIESA come MADRE)
(in Maria, si riconoscono tutti i Figli di DIO - il Cristianesimo)
il deserto (Luogo del "NULLA")

il deserto si contrappone (per istaurare/innaugurare i TEMPI MESSIANICI) al "Giardino in Eden" a Oriente - causa di inciampo/caduta
(dal "NULLA" - ovvero senza speranza, si riparte là dove nell'inciampo di ove vi era TUTTO si era caduti)

la REDENZIONE sconfigge la morte (punto estremo del Peccato) PROPRIO sul "LEGNO" della CROCE (il SUO SI! ASSOLUTO)

(dal legno (Albero) subentra il peccato "AT", dal legno (CROCE) subentra la REDENZIONE "NT")

e dal costato di CRISTO (Nuovo Adamo), ove sgorga "acqua e sangue", si instaura definitivamente il REGNO di DIO

dall'Acqua (simbolo del nostro Battesimo), e dal Sangue (simbolo del Sacramento/Sacrificio) viene Generata la "Nuova CHIESA"

ed E' proprio in questa CHIESA che si può pregustare il PARADISO TERRESTRE (non accessibile per la Caduta)
attraverso la Liturgia EUCARISTICA, (Liturgia della PAROLA e Liturgia EUCARISTICA = doppia MENSA )
viene offerto al Credente di inserirsi nell'"armonia MESSIANICA" (stava con le fiere e gli Angeli lo servivano)
viene offerto al Credente un SPAZIO/TEMPO ove poter "Convivere/Comunione" la Sua personale Espererienza con il CEATORE

viene offerto al Credente di poter conoscere il CREATORE e farsi conoscere dal CREATORE
viene offerto al Credente di CIBARSI del pane VIVO disceso dal Cielo (PAROLE di vita ETERNA - la NUOVA manna..... )

il SIGNORE DIO chiede ad ognuno di Noi di accostarci a LUI (rito della Liturgia EUCARISTICA)
perché EGLI AMA Tutte le Creature e nulla DISTRUGGE di quello che ha Creato

grazie :fiori e bacio: :strettamano: :fiori e bacio:

vi saluto in CRISTO RISORTO


Avatar utente
brisa
Utente Senior
Messaggi: 900
Iscritto il: 24/01/2011, 10:24
Contatta:

Messaggio da brisa »

Mario70 ha scritto:
brisa ha scritto:Devo ammettere la mia difficoltà a capire il concetto di peccato originale così come viene spiegato dalla religione cristiana. Non riesco a non vederlo come qualcosa di estremamente astratto e "fumoso". Quando cavdna scrive: "il Peccato (e con il peccato, la morte, la sofferenza, la malattia etc. etc....) è subentrato per l'azione LIBERA della Creatura", non riesco a distogliere la mia attenzione da quel verbo, "subentrare".

Se il peccato è "subentrato" per l'azione della creatura, devo presupporre che c'è stato un tempo in cui il peccato non c'era? Se invece il peccato è insito nella creatura fin dalla sua formazione, come posso esimere il Creatore dalla colpa? Ma poi mi chiedo anche, quale creatura ha peccato? Se posso identificare un colpevole ben specifico, come potrebbe esserlo Adamo, posso capire tutto l'ambaradan che ne segue, ma affermare che l'umanità ha peccato è come dire che il popolo ebraico ha ucciso Cristo, una generalizzazione senza senso.

Faccio poi un'ultima considerazione. Se Dio non ha creato l'uomo così com'è ora ma questi è il risultato di un'evoluzione, voluta da Dio finché si vuole ma pur sempre di evoluzione si tratta, dare la colpa della morte, delle sofferenze e delle malattie al peccato è un'altra cosa che per me non ha senso. Se l'australopiteco si ammalava, soffriva e moriva, (e non certo per colpa del peccato visto che attribuire il libero arbitrio a quello che era poco più di una scimmia sarebbe alquanto strano) non c'è niente di strano che pure l'homo erectus e poi l'homo sapiens (e chiunque ci fosse nel mezzo) soffrissero, si ammalassero e morissero. E' la natura che fa semplicemente il suo corso.

In quale momento il Peccato si è preso la colpa di tutte le nefandezze che accadono all'uomo? A che punto dell'evoluzione la redenzione provveduta da un Dio incarnato si è resa indispensabile?
Sono proprio questi i dubbi che mi fanno preferire la posizione ortodossa rispetto a quella occidentale, hai letto il post che ho segnalato?
Io l'ho trovato molto interessante, per quanto riguarda la seconda parte non credo che ci sia mai stato un momento nel quale l'uomo avrebbe dovuto vivere per sempre, essendo il fine ultimo dell'uomo la vita spirituale con la sua deificazione, la morte è connaturata all'uomo da sempre, credo che il peccato abbia rovinato la speranza celeste non quella terrestre, Cristo libera o redime la nostra anima, non il nostro corpo fisico altrimenti gia ora dovremmo vivere per sempre non credi?
Accettando l'evoluzione come un fatto, credo che Dio sia intervenuto in una determinata data storica per rendere l'animale scimmia come uomo a sua immagine dotato di coscienza e razionalità, quando e dove non mi è dato saperlo e onestamente non mi interessa un granchè.
ciao
Sì, l'ho letto e l'ho trovato interessante ma il fatto è che non risolve il mio dubbio, CHI ha peccato? Anzi, se è possibile il punto di vista ortodosso mi complica ancora di più la vita, perchè facendo una netta distinzione tra peccato e conseguenze del medesimo (ereditiamo le seconde e non il primo) crea una ben più precisa divisione tra il presunto primo peccatore e i successivi eredi. In definitiva mi pare difficile accettare la spiegazione di un'umanità generica che pecca (raffigurata da Adamo) e di un altrettanto generica umanità che ne eredita le conseguenze.

Anche il discorso che fai sulla redenzione dell'anima non mi è per niente chiara. Da cosa deve essere redenta una ipotetica anima creata dal nulla e infusa in un corpo destinato a morire? Che colpe deve scontare un'anima che da quanto mi è dato di sapere non ha nessun tipo di influenza sulle nostre decisioni?
Avatar utente
brisa
Utente Senior
Messaggi: 900
Iscritto il: 24/01/2011, 10:24
Contatta:

Messaggio da brisa »

cavdna ha scritto:vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello :
brisa ha scritto:Devo ammettere la mia difficoltà a capire il concetto di peccato originale così come viene spiegato dalla religione cristiana. Non riesco a non vederlo come qualcosa di estremamente astratto e "fumoso". Quando cavdna scrive: "il Peccato (e con il peccato, la morte, la sofferenza, la malattia etc. etc....) è subentrato per l'azione LIBERA della Creatura", non riesco a distogliere la mia attenzione da quel verbo, "subentrare".
R I S P O S T A

mio caro fratello


il peccato apparitene alla azione libera dell'Uomo e non per l'effetto di una "trasmissione" di DIO

DIO però, permette il peccato, perché ancor prima di commetterlo è già stato riparato da colui che E' fuori dallo spazio/tempo = DIO
Il che continua a non rispondere alla domanda di chi sia quell'Uomo che ha peccato.
brisa ha scritto:Se il peccato è "subentrato" per l'azione della creatura, devo presupporre che c'è stato un tempo in cui il peccato non c'era? Se invece il peccato è insito nella creatura fin dalla sua formazione, come posso esimere il Creatore dalla colpa? Ma poi mi chiedo anche, quale creatura ha peccato? Se posso identificare un colpevole ben specifico, come potrebbe esserlo Adamo, posso capire tutto l'ambaradan che ne segue, ma affermare che l'umanità ha peccato è come dire che il popolo ebraico ha ucciso Cristo, una generalizzazione senza senso.
R I S P O S T A

infatti,
nello stesso momento della Creazione possiamo affermare che il peccato non era ancora stato "consumato"

DIO prima Crea la Creatura e poi un Giardino

DIO aveva offerto un "Giardino in Eden" a Oriente alla SUA Creatura

ovvero,
DIO crea uno spazio ove i "DUE" (il Creatore e la Creatura) possono relazionarsi a conoscersi e ad Amarsi.
Ma la disobbedienza dell'Uomo tradisce il progetto di DIO (in questo preciso momento avviene l'inciampo)
Questi discorsi in cui si mischiano confusamente figure allegoriche con elementi reali mi fanno andare ancor più in confusione. Dio crea la Creatura (reale) e poi crea un giardino (allegoria) ovvero uno "spazio" (reale?, allegorico?). Insomma, mi sembra un giochino in cui in base alle necessità si sposta il discorso prima su un piano e poi su un altro. In altri termini, se il progetto di Dio passa attraverso l'evoluzione (e mi pare di capire che questo è un fatto appurato) è necessario accettare tale evoluzioni in TUTTI i suoi termini, dunque non solo fisici, ma anche morali. L'evoluzione spiega non solo i primi ma anche i secondi, mentre mi sembra che voi accette i primi ma i secondi no, attribuendone comunque una parte di merito a un presunto intervento di Dio in un presunto e non meglio identificato momento della storia umana ( Dio crea l'uomo a sua immagine e somiglianza...).

Ma in tutto questo, rimane sempre quella domanda che mi frulla insistentemente nella testa: CHI ha peccato?
brisa ha scritto:In quale momento il Peccato si è preso la colpa di tutte le nefandezze che accadono all'uomo? A che punto dell'evoluzione la redenzione provveduta da un Dio incarnato si è resa indispensabile?
R I S P O S T A

forse ti ho già risposto??? :boh:

grazie :strettamano:

vi saluto in CRISTO RISORTO
Diciamo che ci hai provato :mrgreen: , e ti ringrazio...
Avatar utente
teodoro studita
Nuovo Utente
Messaggi: 187
Iscritto il: 28/09/2009, 8:26
Contatta:

Messaggio da teodoro studita »

Rispondo all'invito a parlare su alcune questioni della visione ortodossa del cosiddetto "peccato originale".

Concordo in larga parte con molte delle obiezioni sollevate e, in effetti, a leggere il post di Trianello che sintetizza il paradigma anselmiano, sorge (almeno in me) una voglia potente di diventare atei. Meglio atei che schiavi di un capriccioso leguleio travestito da Dio che nella migliore delle ipotesi riesce ad essere una caricatura di se stesso. Provo a rispondere a questo post di Brisa perché mi sembra il più adatto per dire qualcosa.
brisa ha scritto:Devo ammettere la mia difficoltà a capire il concetto di peccato originale così come viene spiegato dalla religione cristiana. Non riesco a non vederlo come qualcosa di estremamente astratto e "fumoso".
Attenzione, non "cristiana", ma "cattolica". La spiegazione è fumosa in quanto a mio avviso poco consistente. Anche oggi la teologia non ha detto l'ultima parola ed esistono posizioni molto diverse. Ciò che emerge quindi è in primo luogo la necessità di chiarezza, sono d'accordo.
Se il peccato è "subentrato" per l'azione della creatura, devo presupporre che c'è stato un tempo in cui il peccato non c'era?
Un'idea fondamentale che vorrei trasmettere è che non c'è mai stato un tempo umano in cui non esisteva il peccato. Ciò che la teologia occidentale chiama "peccato originale originante" non è altro (nella mia visione) che l'opzione del male che l'uomo possiede in quanto uomo. In altre parole sei uomo in quanto puoi discernere il bene e, eventualmente, decidere di farlo. La scimmia non ha questa opzione, e dunque non è un uomo. Genesi 3 va dunque letta come un mythologoumenon, non come un fatto in qualche modo accaduto all'inizio della storia dell'uomo (così dice il Catechismo della CC!), né tantomeno alla lettera come nell'idea della WT.
Se invece il peccato è insito nella creatura fin dalla sua formazione, come posso esimere il Creatore dalla colpa?
Non il peccato è insito, ma l'opzione. E questa opzione l'ha data proprio il Creatore. Questi, tuttavia, ha dato anche la facoltà del discernimento (tocchiamo qui anche ciò che i cattolici chiamano "morale naturale"), dunque la colpa è sempre personale, di chi scientemente opta per il male.
Ma poi mi chiedo anche, quale creatura ha peccato? Se posso identificare un colpevole ben specifico, come potrebbe esserlo Adamo, posso capire tutto l'ambaradan che ne segue, ma affermare che l'umanità ha peccato è come dire che il popolo ebraico ha ucciso Cristo, una generalizzazione senza senso.
Conosci, o hai mai sentito parlare di un uomo dotato di ragione (escludiamo dunque gli infanti o coloro che non possono intendere o volere) che non abbia peccato? Risponde la Liturgia: "Uno solo è Santo, uno solo è Signore, Gesù Cristo". Dunque tutti hanno peccato, e questo è del tutto normale.
Faccio poi un'ultima considerazione. Se Dio non ha creato l'uomo così com'è ora ma questi è il risultato di un'evoluzione, voluta da Dio finché si vuole ma pur sempre di evoluzione si tratta, dare la colpa della morte, delle sofferenze e delle malattie al peccato è un'altra cosa che per me non ha senso.
Infatti in questo modo non ha senso. L'esistenza fisica (quella che conosciamo) si svolge in una "cornice" che ha le sue regole. In queste ore qualcuno sta sperimentando che una di queste regole, cioè la forza di gravità, può fare decine di migliaia di morti. Questo tuttavia non è un male, è solo l'ambito materiale in cui si svolge una fase, piccola ma importante, della nostra vita. Questo mondo così com'è, costituito di fattori naturali e di intrecci di volontà libere (anche di fare il male) è il playground sul quale esercitiamo la nostra umanità e siamo chiamati ad attualizzarla, cioè a divenire fin d'ora icona di Cristo, nostro Archetipo. So che non è facile in una riga afferrare questo concetto ma è di vitale importanza rifletterci su per poter andare avanti. Dio non ha bisogno dell'uomo, dunque nel momento in cui decide di crearlo lo fa con un atto gratuito. Come ogni padre, anche Dio vuole per i suoi figli il meglio, e cosa c'è di meglio che essere come Dio? Il "modello" (archetipo) originario per l'uomo è dunque Gesù Cristo. Tuttavia Dio non vuole creare degli automi o dei pupazzi, perché anche (o sopratutto) la libertà è una condizione irrinunciabile. Dunque serve un terreno in cui questa libertà possa essere esercitata senza condizionamenti. L'uomo, attraverso l'azione dello Spirito che agisce nella Chiesa, ha i mezzi per poter attualizzare questo archetipo e restaurare la sua perfetta santità, oscurata dall'esistenza nel mondo, cioè dai peccati grandi o piccoli che commettiamo. Per farlo, tuttavia, deve vivere in questo mondo, che ha le sue regole, ivi compresa la morte fisica. In generale, mi sembra che attribuiamo una eccessiva importanza alla morte, cosa sulla quale dobbiamo riflettere pensando che siamo chiamati ad un'esistenza eterna. Dunque la morte e le sofferenze sono parte di questa storia ma non sono il centro del quadro, ma solo la cornice.
A che punto dell'evoluzione la redenzione provveduta da un Dio incarnato si è resa indispensabile?
Il NT ci dice chiaramente che l'Incarnazione è avvenuta "alla pienezza dei tempi". Personalmente interpreto questo momento come il migliore dal punto di vista della storia dell'uomo, un uomo che aveva già avuto Socrate e che aveva gli strumenti cognitivi necessari per capire l'azione di Dio, e i mezzi pratici (le vie di comunicazione del mediterraneo rese sicure dall'impero romano) per divulgarla.

Purtroppo non ho molto tempo da dedicare ai forum, spero comunque di aver dato qualche piccolo spunto di riflessione.
Cordialità,
_____________________________________________________________________
TEODORO STUDITA
Chi non conosce la storia non conosce nulla (R.Taft)
_____________________________________________________________________
Avatar utente
Mario70
Utente Gold
Messaggi: 6295
Iscritto il: 10/06/2009, 21:28
Località: Roma
Contatta:

Messaggio da Mario70 »

Che piacere leggerti, sarò di parte ma le argomentazioni ortodosse smuovono in me qualcosa in più rispetto a quelle cattoliche, mi sembra che sono sempre una spanna avanti.
Grazie maestro delle precisazioni.
Ciao
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
cavdna

Messaggio da cavdna »

Vi saluto in CRISTO SIGNORE

Mio caro fratello:
brisa ha scritto: Diciamo che ci hai provato :mrgreen: , e ti ringrazio...


R I S P O S T A

Mio caro fratello


…..diciamo che hai deliberatamente scelto di non leggere i miei successivi post per non entrare nel merito e per potere continuare a dire che non Ti ho fornito risposte


brisa ha scritto:Devo ammettere la mia difficoltà a capire il concetto di peccato originale così come viene spiegato dalla religione cristiana. Non riesco a non vederlo come qualcosa di estremamente astratto e "fumoso". Quando cavdna scrive: "il Peccato (e con il peccato, la morte, la sofferenza, la malattia etc. etc....) è subentrato per l'azione LIBERA della Creatura", non riesco a distogliere la mia attenzione da quel verbo, "subentrare".
cavdna ha scritto: R I S P O S T A
mio caro fratello

il peccato apparitene alla azione libera dell'Uomo e non per l'effetto di una "trasmissione" di DIO
DIO però, permette il peccato, perché ancor prima di commetterlo è già stato riparato da colui che E' fuori dallo spazio/tempo = DIO
Il che continua a non rispondere alla domanda di chi sia quell'Uomo che ha peccato.

R I S P O S T A

La Bibbia non è il Libro del come e del quando è stato Creato l’Uomo

La Bibbia E’ IL LIBRO del “PIANO di SALVEZZA del NOSTRO DIO”

La Bibbia non è un Libro dettato da DIO

La Bibbia è un Libro “ISPIRATO da DIO”
(tutti sappiamo la differenza tra ispirato e dettato)

La Bibbia presenta due (2) racconti della Creazione

Il primo, Scritto secoli successivi al secondo (ma anteposto a TUTTA la Scrittura)
Il secondo, del tutto differente dal primo - nei contenuti (o viceversa)

Nel Sacro Testo della Genesi troviamo tre tradizioni Scritturali : quella jahwista, quella elohista e quella sacerdotale

Il primo racconto presenta la tradizione sacerdotale
Il secondo racconto presenta la tradizione jahwista,

E a tal proposito, riallaciandomi a quanto precedentemente detto, aggiungo dall’Apostolo Paolo (Rm 5,12-21):
“Vediamo infatti come il processo di demitizzazione del mistero del male, iniziato dall’autore jahwista,
si completa nella riflessione paolina del rapporto tra l’Adam dell’Eden ed il suo, per così dire,
«ultimo termine evolutivo», Gesù Cristo.
È vero che Paolo accenna all’Adam dell’Eden, alludendo perciò stesso ad un elemento mitico:
per l’Apostolo però, Adamo è un personaggio storico e il Paradiso una condizione esistita.
Difatti egli non fa risalire il peccato dell’uomo primordiale ad una causa mitica, al diavolo;
come ad esempio succede in Sap 2,24, dove si fa derivare l’entrata nel mondo del peccato
dall’invidia del diavolo.
Per Paolo, semplicemente il peccato deriva dal peccare.
A conferma di ciò è interessante notare che, al contrario della traduzione della Volgata
che rendeva il greco ef’hô pántes hêmarton con «nel quale tutti hanno peccato»,
riferito alla colpa di Adamo,
le traduzioni moderne traducono
«perché tutti hanno peccato».
È dunque da considerare una doppia realtà, del peccato originario ma anche del fatto che questo
peccato è stato ratificato da tutti gli uomini:
ci troviamo così di fronte all’affermazione di una libera volontà personale.
In Rm 5 appare un unico punto dell’esistenza di Adam:
per suo tramite il peccato è entrato nel mondo.
Pertanto, Paolo non parte dalla morte come fenomeno per chiarire poi teologicamente
una realtà fisica mediante il mito;
in realtà, punto d’arrivo e di snodo in senso assoluto del ragionare nella fede dell’apostolo,
riguardo alla morte e al peccato, non è assolutamente una spiegazione mitica,”
che ne riveli una origine tanto primordiale quanto ineluttabile;
al contrario, per Paolo il problema della ricerca dell’origine del male risulta ormai superato
dalla giustificazione, esperimentata storicamente e concretamente in Gesù Cristo,
della grazia della nuova vita nello Spirito nella libertà dal peccato e dalla morte."


Cortesemente rileggiti i post che hai saltato

brisa ha scritto: Se il peccato è "subentrato" per l'azione della creatura, devo presupporre che c'è stato un tempo in cui il peccato non c'era? Se invece il peccato è insito nella creatura fin dalla sua formazione, come posso esimere il Creatore dalla colpa? Ma poi mi chiedo anche, quale creatura ha peccato? Se posso identificare un colpevole ben specifico, come potrebbe esserlo Adamo, posso capire tutto l'ambaradan che ne segue, ma affermare che l'umanità ha peccato è come dire che il popolo ebraico ha ucciso Cristo, una generalizzazione senza senso.
cavdna ha scritto:R I S P O S T A
infatti,
nello stesso momento della Creazione possiamo affermare che il peccato non era ancora stato "consumato"
DIO prima Crea la Creatura e poi un Giardino
DIO aveva offerto un "Giardino in Eden" a Oriente alla SUA Creatura
ovvero,
DIO crea uno spazio ove i "DUE" (il Creatore e la Creatura) possono relazionarsi a conoscersi e ad Amarsi.
Ma la disobbedienza dell'Uomo tradisce il progetto di DIO (in questo preciso momento avviene l'inciampo)
Questi discorsi in cui si mischiano confusamente figure allegoriche con elementi reali mi fanno andare ancor più in confusione. Dio crea la Creatura (reale) e poi crea un giardino (allegoria) ovvero uno "spazio" (reale?, allegorico?). Insomma, mi sembra un giochino in cui in base alle necessità si sposta il discorso prima su un piano e poi su un altro. In altri termini, se il progetto di Dio passa attraverso l'evoluzione (e mi pare di capire che questo è un fatto appurato) è necessario accettare tale evoluzioni in TUTTI i suoi termini, dunque non solo fisici, ma anche morali. L'evoluzione spiega non solo i primi ma anche i secondi, mentre mi sembra che voi accette i primi ma i secondi no, attribuendone comunque una parte di merito a un presunto intervento di Dio in un presunto e non meglio identificato momento della storia umana ( Dio crea l'uomo a sua immagine e somiglianza...).
Ma in tutto questo, rimane sempre quella domanda che mi frulla insistentemente nella testa: CHI ha peccato?
R I S P O S T A

L’Antico Testamento è la prefigurazione del Nuovo Testamento,
il Nuovo Testamento E’ la Realizzazione di quanto era stato annunciato nel Vecchio Testamento
(senza questa chiave di lettura, i Sacri Testi rischiano di portare alla deriva)

Pertanto se E’ prefigurazione del Nuovo, i suoi contenuti vanno riletti alla LUCE del Nuovo Testamento
Per questo motivo avevo precedentemente parlato della Liturgia EUCARISTICA come il Paradiso Terrestre

Chi ha peccato??
Io leggo Adamo, ma traduco l’Uomo

ed il peggiore peccato è non tanto averlo commesso, quanto il non saperlo riconoscere

Un esempio,
Ho conseguito con successo l’esame di guida, mi viene consegnata la patente,
quindi sono abile per condurre “alcuni” automezzi.
Ma alla mia prima uscita, provoco un incidente mortale e mi viene tolto l’abilitazione per condurre gli automezzi (niente più patente = pericolo pubblico)
Però, prima di incorrere nel provvedimento restrittivo, io godevo di ogni privilegio per la conduzione
(vi è un istante in cui io ho tutti i benefici della patente)
Sarebbe errato dire che: per colpa di quelle persone morte, io non ho più facoltà alla guida
Mentre, sarebbe più giusto affermare che: E’ giusto la restrizione che mi hanno applicato, perché E’ MIA colpa, E’ MIA l’incapacità ad avere una guida sicura
e sarebbe meglio che ritorni alla “scuola giuda” o rinunci alla patente.

brisa ha scritto:In quale momento il Peccato si è preso la colpa di tutte le nefandezze che accadono all'uomo? A che punto dell'evoluzione la redenzione provveduta da un Dio incarnato si è resa indispensabile?
cavdna ha scritto: R I S P O S T A

forse ti ho già risposto??? :boh:

grazie :strettamano:

vi saluto in CRISTO RISORTO
Diciamo che ci hai provato :mrgreen: , e ti ringrazio...


R I S P O S T A

Diciamo che devi appropriarti di una “chiave di lettura per addentrarti nei Sacri testi”

Grazie

Vi saluto in CRISTO RISORTO
Avatar utente
polymetis
Moderatore
Messaggi: 4612
Iscritto il: 16/06/2009, 15:43
Contatta:

Messaggio da polymetis »

Un'idea fondamentale che vorrei trasmettere è che non c'è mai stato un tempo umano in cui non esisteva il peccato. Ciò che la teologia occidentale chiama "peccato originale originante" non è altro (nella mia visione) che l'opzione del male che l'uomo possiede in quanto uomo. In altre parole sei uomo in quanto puoi discernere il bene e, eventualmente, decidere di farlo.
Quest'idea è tipica della maggioranza dei teologi cattolici contemporanei, il sorgere della coscienza umana comporta simultaneamente la possibilità, per gradi, di una peccaminosità delle azioni sempre maggiore, così come l'eredità di peccato dei nostri avi crea un clima fetido ed irrespirabile che fa nascere ognuno di noi in una società corrotta da questa possibilità del peccato, e dunque c'è un'ereditarietà umana del peccato originale sia nel senso che si eredita la fragilità insita nella condizione creaturale, sia nel senso che l'uomo eredita, tramite la storia, la civiltà corrotta che hanno creato i suoi padri, i suoi nonni. Scriveva papa Benedetto XVI:

«Adamo, questo termine nella Bibbia esprime l’unità di tutto l’essere “uomo”, tanto che si parla dell’idea biblica di una “personalità corporativa” […] Categorie come peccato ereditario, risurrezione della carne, giudizio universale, ecc., si possono intendere unicamente a partire da qui, perché il luogo del peccato ereditario va individuato proprio in questo reticolato collettivo che preesiste come dato spirituale all’esistenza del singolo, non in qualche eredità biologica che si trasmette fra individuo del resto completamente separati gli uni dagli altri, Parlare di esso vuole appunto dire che nessun uomo può più cominciare dal punto zero, da uno status integritatis(completamente non toccato dalla storia).» (J. Ratzinger, Introduzione al cristianesimo, Brescia, 2005, Queriniana, pagg. 226.240)


Ad maiora
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Avatar utente
Francesco Franco Coladarci
Moderatore
Messaggi: 3864
Iscritto il: 16/07/2009, 21:24
Contatta:

Messaggio da Francesco Franco Coladarci »

Ho trovato questo articolo interessante in merito al quesito del "peccato originale", volevo mettere il link, ma ho preferito inserire tutto l'articolo.


A cura di padre Antonio Rungi- teologo morale

Il peccato secondo la morale cattolica


1.Introduzione.

Questa XVII lezione di teologia morale intendo dedicarla interamente alla dottrina sul peccato originale, alla fondamentale caduta del genere umano da cui ha avuto origine tutto il male nell’uomo e nel mondo e tutto ciò che è negativo per l’essere umano e la creazione. Il dolore, la sofferenza, la morte, il peccato e tutto ciò che è negativo ha origine in questo atto di ribellione di Adamo ed Eva, i nostri progenitori, nel Paradiso Terrestre. Partendo dal dato biblico e dalla nostra prospettiva religiosa e di fede cerchiamo di comprendere, per quanto ci è possibile, che cosa sia esattamente il peccato originale.
In questi giorni qualche collega di scuola mi pone frequentemente questa domanda: E’ Dio che ha creato l’uomo o l’uomo ha creato Dio. In poche parole, la religione ce la siamo costruita noi nel tempo oppure essa è base della vita stessa dell’uomo e del cosmo, perché la sua origine sta in Dio che è creatore. Per chi ha fede e conserva questa fede, il discorso sulla creazione del mondo e dell’uomo è scontato, ma non tutti oggi danno per scontate le verità della fede. Certamente il supporto della ragione, della riflessione, della scienza è importante anche per fare sana teologia e sana dottrina cristiana, ma è pur vero che dove non arriva la ragione e la scienza arriva la fede. E noi poggiamo il nostro discorso del peccato o di ogni altro tema morale proprio sulla fede. Il peccato originale rientra in un valutazione religiosa della persona e della stessa storia ed umanità. Sappiamo che il peccato originale lo contraiamo, ma non lo commettiamo, nel senso che per il fatto che apparteniamo la genere umano nasciamo con questo limite ontologico ed etico. Tale peccato lo si elimina con il sacramento del Battesimo come ben sappiamo. Tuttavia non vengono eliminate le conseguenze di tale peccato a livello personale e globale.

2. Il peccato originale secondo il Catechismo della Chiesa cattolica

2.1. La caduta

Dio è infinitamente buono e tutte le sue opere sono buone. Tuttavia nessuno sfugge all'esperienza della sofferenza, dei mali presenti nella natura - che appaiono legati ai limiti propri delle creature - e soprattutto al problema del male morale. Da dove viene il male? Mi chiedevo donde il male, e non sapevo darmi risposta”, dice sant'Agostino nelle “Confessioni” e la sua sofferta ricerca non troverà sbocco che nella conversione al Dio vivente. Infatti “il mistero dell'iniquità” (2Ts 2,7) si illumina soltanto alla luce del “Mistero della pietà” (1Tm 3,16). La rivelazione dell'amore divino in Cristo ha manifestato ad un tempo l'estensione del male e la sovrabbondanza della grazia [Cf Rm 5,20 ]. Dobbiamo, dunque, affrontare la questione dell'origine del male, tenendo fisso lo sguardo della nostra fede su colui che, solo, ne è il vincitore [Cf Lc 11,21-22; Gv 16,11; 1Gv 3,8 ]. (CCC, 385).

2.2. “Laddove è abbondato il peccato,ha sovrabbondato la grazia”

2.2.1. La realtà del peccato

Nella storia dell'uomo è presente il peccato: sarebbe vano cercare di ignorarlo o di dare altri nomi a questa oscura realtà. Per tentare di comprendere che cosa sia il peccato, si deve innanzi tutto riconoscere il profondo legame dell'uomo con Dio, perché, al di fuori di questo rapporto, il male del peccato non può venire smascherato nella sua vera identità di rifiuto e di opposizione a Dio, mentre continua a gravare sulla vita dell'uomo e sulla storia. (CCC, 386). La realtà del peccato, e più particolarmente del peccato delle origini, si chiarisce soltanto alla luce della Rivelazione divina. Senza la conoscenza di Dio che essa ci dà, non si può riconoscere chiaramente il peccato, e si è tentati di spiegarlo semplicemente come un difetto di crescita, come una debolezza psicologica, un errore, come l'inevitabile conseguenza di una struttura sociale inadeguata, ecc. Soltanto conoscendo il disegno di Dio sull'uomo, si capisce che il peccato è un abuso di quella libertà che Dio dona alle persone create perché possano amare lui e amarsi reciprocamente. (CCC, 387).

2.2.2. Il peccato originale - una verità essenziale della fede

Col progresso della Rivelazione viene chiarita anche la realtà del peccato. Sebbene il Popolo di Dio dell'Antico Testamento abbia in qualche modo conosciuto la condizione umana alla luce della storia della caduta narrata dalla Genesi, non era però in grado di comprendere il significato ultimo di tale storia, significato che si manifesta appieno soltanto alla luce della morte e della Risurrezione di Gesù Cristo [Cf Rm 5,12-21]. Bisogna conoscere Cristo come sorgente della grazia per conoscere Adamo come sorgente del peccato. È lo Spirito Paraclito, mandato da Cristo risorto, che è venuto a convincere “il mondo quanto al peccato” (Gv 16,8), rivelando colui che del peccato è il Redentore. (CCC, 388). La dottrina del peccato originale è, per così dire, “il rovescio” della Buona Novella che Gesù è il Salvatore di tutti gli uomini, che tutti hanno bisogno della salvezza e che la salvezza è offerta a tutti grazie a Cristo. La Chiesa, che ha il senso di Cristo, [Cf 1Cor 2.16] ben sa che non si può intaccare la rivelazione del peccato originale senza attentare al Mistero di Cristo. (CCC, 389)

2.2.3. Per leggere il racconto della caduta

Il racconto della caduta (Gen 3) utilizza un linguaggio di immagini, ma espone un avvenimento primordiale, un fatto che è accaduto all'inizio della storia dell'uomo [GS, 13]. La Rivelazione ci dà la certezza di fede che tutta la storia umana è segnata dalla colpa originale liberamente commessa dai nostri progenitori. (CCC, 390)

2.2.4. La caduta degli angeli

Dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori c'è una voce seduttrice, che si oppone a Dio, [Cf Gen 3,1-5] la quale, per invidia, li fa cadere nella morte [Cf Sap 2,24]. La Scrittura e la Tradizione della Chiesa vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato Satana o diavolo [Cf Gv 8,44; 391 Ap 12,9]. La Chiesa insegna che all'inizio era un angelo buono, creato da Dio. Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi”. (CCC, 391). La Scrittura parla di un peccato di questi angeli [Cf 2Pt 2,4]. Tale “caduta” consiste nell'avere, questi spiriti creati, con libera scelta, radicalmente ed irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno. Troviamo un riflesso di questa ribellione nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: “Diventerete come Dio” (Gen 3,5). “Il diavolo è peccatore fin dal principio” (1Gv 3,8), “padre della menzogna” (Gv 8,44). (CCC, 392). A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell'infinita misericordia divina. “Non c'è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta come non c'è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte” (CCC, 393). La Scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesù chiama “omicida fin dal principio” (Gv 8,44), e che ha perfino tentato di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre [Cf Mt 4,1-11 ]. “Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo” (1Gv 3,8). Di queste opere, la più grave nelle sue conseguenze è stata la seduzione menzognera che ha indotto l'uomo a disobbedire a Dio. (CCC, 394). La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l'edificazione del Regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo Regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni - di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica - per ogni uomo e per la società, questa azione è permessa dalla divina Provvidenza, la quale guida la storia dell'uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell'attività diabolica è un grande mistero, ma “noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28). (CCC, 395).

2.3. Il peccato originale

2.3.1.La prova della libertà

Dio ha creato l'uomo a sua immagine e l'ha costituito nella sua amicizia. Creatura spirituale, l'uomo non può vivere questa amicizia che come libera sottomissione a Dio. Questo è il significato del divieto fatto all'uomo di mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male, “perché quando tu ne mangiassi, certamente moriresti” (Gen 2,17). “L'albero della conoscenza del bene e del male” (Gen 2,17) evoca simbolicamente il limite invalicabile che l'uomo, in quanto creatura, deve liberamente riconoscere e con fiducia rispettare. L'uomo dipende dal Creatore, è sottomesso alle leggi della creazione e alle norme morali che regolano l'uso della libertà. (CCC, 396).

2.3.2. Il primo peccato dell'uomo

L'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore [Cf Gen 3,1-11] e, abusando della propria libertà, ha disobbedito al comandamento di Dio. In ciò è consistito il primo peccato dell'uomo [Cf Rm 5,19]. In seguito, ogni peccato sarà una disobbedienza a Dio e una mancanza di fiducia nella sua bontà. (CCC, 397). Con questo peccato, l'uomo ha preferito se stesso a Dio, e, perciò, ha disprezzato Dio: ha fatto la scelta di se stesso contro Dio, contro le esigenze della propria condizione di creatura e conseguentemente contro il suo proprio bene. Costituito in uno stato di santità, l'uomo era destinato ad essere pienamente “divinizzato” da Dio nella gloria. Sedotto dal diavolo, ha voluto diventare “come Dio”, [Cf Gen 3,5 ] ma “senza Dio e anteponendosi a Dio, non secondo Dio” (CCC, 398). La Scrittura mostra le conseguenze drammatiche di questa prima disobbedienza. Adamo ed Eva perdono immediatamente la grazia della santità originale [Cf Rm 3,23]. Hanno paura di quel Dio [Cf Gen 3,9-10] di cui si son fatti una falsa immagine, quella cioè di un Dio geloso delle proprie prerogative [Cf Gen 3,5]. (CCC, 399). L'armonia nella quale essi erano posti, grazie alla giustizia originale, è distrutta; la padronanza delle facoltà spirituali dell'anima sul corpo è infranta; [Cf Gen 3,7] l'unione dell'uomo e della donna è sottoposta a tensioni; [Cf Gen 3,11-13] i loro rapporti saranno segnati dalla concupiscenza e dalla tendenza all'asservimento [Cf Gen 3,16]. L'armonia con la creazione è spezzata: la creazione visibile è diventata aliena e ostile all'uomo [Cf Gen 3,17; Gen 3,19]. A causa dell'uomo, la creazione è “sottomessa alla caducità” (Rm 8,20). Infine, la conseguenza esplicitamente annunziata nell'ipotesi della disobbedienza [Cf Gen 2,17] si realizzerà: l'uomo tornerà in polvere, quella polvere dalla quale è stato tratto [Cf Gen 3,19]. La morte entra nella storia dell'umanità [Cf Rm 5,12]. (CCC, 400). Dopo questo primo peccato, il mondo è inondato da una vera “invasione” del peccato: il fratricidio commesso da Caino contro Abele; [Cf Gen 4,3-15 ] la corruzione universale quale conseguenza del peccato; [Cf Gen 6,5; Gen 6,12; Rm 1,18-32] nella storia d'Israele, il peccato si manifesta frequentemente soprattutto come infedeltà al Dio dell'Alleanza e come trasgressione della Legge di Mosè; anche dopo la Redenzione di Cristo, fra i cristiani, il peccato si manifesta in svariati modi [Cf 1Cor 1-6; Ap 2-3]. La Scrittura e la Tradizione della Chiesa richiamano continuamente la presenza e l'universalità del peccato nella storia dell'uomo: Quel che ci viene manifestato dalla Rivelazione divina concorda con la stessa esperienza. Infatti, se l'uomo guarda dentro al suo cuore, si scopre anche inclinato al male e immerso in tante miserie che non possono certo derivare dal Creatore che è buono. Spesso, rifiutando di riconoscere Dio quale suo principio, l'uomo ha infranto il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine, e al tempo stesso tutto il suo orientamento sia verso se stesso, sia verso gli altri uomini e verso tutte le cose create [GS, 13]. (CCC, 401).

2.3.4. Conseguenze del peccato di Adamo per l'umanità

Tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo. San Paolo lo afferma: “Per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati costituiti peccatori” (Rm 5,19); “Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato” (Rm 5,12). All'universalità del peccato e della morte l'Apostolo contrappone l'universalità della salvezza in Cristo: “Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita” (Rm 5,18). (CCC, 402). Sulle orme di san Paolo la Chiesa ha sempre insegnato che l'immensa miseria che opprime gli uomini e la loro inclinazione al male e alla morte non si possono comprendere senza il loro legame con la colpa di Adamo e prescindendo dal fatto che egli ci ha trasmesso un peccato dal quale tutti nasciamo contaminati e che è “morte dell'anima”. Per questa certezza di fede, la Chiesa amministra il Battesimo per la remissione dei peccati anche ai bambini che non hanno commesso peccati personali. (CCC, 403). In che modo il peccato di Adamo è diventato il peccato di tutti i suoi discendenti? Tutto il genere umano è in Adamo “come un unico corpo di un unico uomo”. Per questa “unità del genere umano” tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo, così come tutti sono coinvolti nella giustizia di Cristo. Tuttavia, la trasmissione del peccato originale è un mistero che non possiamo comprendere appieno. Sappiamo però dalla Rivelazione che Adamo aveva ricevuto la santità e la giustizia originali non soltanto per sé, ma per tutta la natura umana: cedendo al tentatore, Adamo ed Eva commettono un peccato personale, ma questo peccato intacca la natura umana, che essi trasmettono in una condizione decaduta. Si tratta di un peccato che sarà trasmesso per propagazione a tutta l'umanità, cioè con la trasmissione di una natura umana privata della santità e della giustizia originali. Per questo il peccato originale è chiamato “peccato” in modo analogico: è un peccato “contratto” e non “commesso”, uno stato e non un atto. (CCC, 404). Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale. Consiste nella privazione della santità e della giustizia originali, ma la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata “concupiscenza”). Il Battesimo, donando la vita della grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l'uomo verso Dio; le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell'uomo e lo provocano al combattimento spirituale. (CCC, 405). La dottrina della Chiesa sulla trasmissione del peccato originale è andata precisandosi soprattutto nel V secolo, in particolare sotto la spinta della riflessione di sant'Agostino contro il pelagianesimo, e nel XVI secolo, in opposizione alla Riforma protestante. Pelagio riteneva che l'uomo, con la forza naturale della sua libera volontà, senza l'aiuto necessario della grazia di Dio, potesse condurre una vita moralmente buona; in tal modo riduceva l'influenza della colpa di Adamo a quella di un cattivo esempio. Al contrario, i primi riformatori protestanti insegnavano che l'uomo era radicalmente pervertito e la sua libertà annullata dal peccato delle origini; identificavano il peccato ereditato da ogni uomo con l'inclinazione al male (“concupiscentia”), che sarebbe invincibile. La Chiesa si è pronunciata sul senso del dato rivelato concernente il peccato originale soprattutto nel II Concilio di Orange nel 529 e nel Concilio di Trento nel 1546. (CCC, 406).

2.3.5. Un duro combattimento

La dottrina sul peccato originale - connessa strettamente con quella della Redenzione operata da Cristo - offre uno sguardo di lucido discernimento sulla situazione dell'uomo e del suo agire nel mondo. In conseguenza del peccato dei progenitori, il diavolo ha acquisito un certo dominio sull'uomo, benché questi rimanga libero. Il peccato originale comporta “la schiavitù sotto il dominio di colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo”. Ignorare che l'uomo ha una natura ferita, incline al male, è causa di gravi errori nel campo dell'educazione, della politica, dell'azione sociale [CA, 25] e dei costumi. (CCC,407). Le conseguenze del peccato originale e di tutti i peccati personali degli uomini conferiscono al mondo nel suo insieme una condizione peccaminosa, che può essere definita con l'espressione di san Giovanni: “il peccato del mondo” (Gv 1,29). Con questa espressione viene anche significata l'influenza negativa esercitata sulle persone dalle situazioni comunitarie e dalle strutture sociali che sono frutto dei peccati degli uomini [RP, 16]. (CCC,408). La drammatica condizione del mondo che “giace” tutto “sotto il potere del maligno” (1Gv 5,19), [Cf 1Pt 5,8] fa della vita dell'uomo una lotta: Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall'origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio [GS, 37]. (CCC,409).

2.3.6. “Tu non l'hai abbandonato in potere della morte”

Dopo la caduta, l'uomo non è stato abbandonato da Dio. Al contrario, Dio lo chiama, [Cf Gen 3,9] e gli predice in modo misterioso che il male sarà vinto e che l'uomo sarà sollevato dalla caduta [Cf Gen 3,15]. Questo passo della Genesi è stato chiamato “Protovangelo”, poiché è il primo annunzio del Messia redentore, di una lotta tra il serpente e la Donna e della vittoria finale di un discendente di lei. (CCC,410). La Tradizione cristiana vede in questo passo un annunzio del “nuovo Adamo”, [Cf 1Cor 15,21-22; 1Cor 15,45] che, con la sua obbedienza “fino alla morte di croce”(Fil 2,8) ripara sovrabbondantemente la disobbedienza di Adamo [Cf Rm 5,19-20]. Inoltre, numerosi Padri e dottori della Chiesa vedono nella Donna annunziata nel “protovangelo” la Madre di Cristo, Maria, come “nuova Eva”. Ella è stata colei che, per prima e in una maniera unica, ha beneficiato della vittoria sul peccato riportata da Cristo: è stata preservata da ogni macchia del peccato originale e, durante tutta la sua vita terrena, per una speciale grazia di Dio, non ha commesso alcun peccato. (CCC, 411). Ma perché Dio non ha impedito al primo uomo di peccare? San Leone Magno risponde: “L'ineffabile grazia di Cristo ci ha dato beni migliori di quelli di cui l'invidia del demonio ci aveva privati”. E san Tommaso d'Aquino: “Nulla si oppone al fatto che la natura umana sia stata destinata ad un fine più alto dopo il peccato. Dio permette, infatti, che ci siano i mali per trarre da essi un bene più grande. Da qui il detto di san Paolo: "Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia" (Rm 5,20). E il canto dell'Exultet: "O felice colpa, che ha meritato un tale e così grande Redentore!". (CCC,412).

3. Approfondimento scritturistico e teologico

Partendo dalla prospettiva didattica del problem solving, cioè del porsi delle domande, è legittimo chiedersi in questa sede di riflessione: Dio Onnipotente e Onnisciente poteva non sapere che Adamo ed Eva ''si sarebbero comportati male''? Se si, forse ci sembrerebbe sminuente per Dio. Tutto il rapporto uomo-Dio è regolato dal libero arbitrio, su questo non ci piove, ma al di sopra di questo c'è la domanda che forse avrà risposta solo alla fine dei tempi. Perchè Dio ci ha creati sapendo che avremmo creato uno strappo?
Proviamo a dare delle risposte a livello generale per poi entrare nel merito della dottrina vera e propria sul peccato originale
A S.Agostino e a S.Tommaso, l’evento del peccato originale, come atto compiuto dai nostri progenitori, non appariva quasi mitologico e poco religioso. Era per loro la risposta più normale che Dio potesse dare al problema della presenza del male nel mondo: se Dio è buono e onnipotente, perché esiste il male?
Certamente i primi capitoli della Genesi non vanno letti secondo i nostri criteri storiografici. Già nel 1948 il segretario della Pontificia Commissione Biblica, in una lettera molto autorevole scritta al Card. Suhard, scriveva: “i primi undici capitoli della Genesi... riferiscono in un linguaggio semplice e figurato, adattato alle intelligenze di un'umanità meno progredita, le verità fondamentali presupposte all'economia della salvezza e in pari tempo la descrizione popolare delle origini del genere umano e del popolo eletto”. Il testo sacro, parlando dell’albero della conoscenza del bene e del male fà capire che non si tratta di un albero materiale come quelli che noi vediamo. È evidente l’allusione ad un fatto di ordine spirituale. Per la Bibbia di Gerusalemme si tratta della “facoltà di decidere da se stessi ciò che è bene e ciò che è male, e di agire di conseguenza: una rivendicazione di autonomia morale con la quale l’uomo rinnega il suo stato di creatura. Il primo peccato dell’uomo è stato un attentato alla sovranità di Dio, una colpa di orgoglio. Questa rivolta si è espressa concretamente con la trasgressione di un precetto posto da Dio e qui rappresentato sotto l’immagine del frutto proibito”.

Circa l’accadimento del peccato originale come atto ecco che cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Il racconto della caduta (Gen 3) utilizza un linguaggio di immagini, ma espone un avvenimento primordiale, un fatto che è accaduto all'inizio della storia dell'uomo (GS,13). La Rivelazione ci dà la certezza di fede che tutta la storia umana è segnata dalla colpa originale liberamente commessa dai nostri progenitori ” (CCC 390).
Andando nel merito del successivo quesito “Perchè Dio ci ha creati sapendo che avremmo creato uno strappo, S. Agostino risponde:“Dio, essendo sommamente buono, non permetterebbe in alcun modo che nelle sue opere ci fosse il male se non fosse così potente e buono da trarre il bene anche dal male”. Dice ancora il medesimo Santo che Dio è così onnipotente che converte il male in bene: “Dio sa fare buon uso non solo delle cose buone, ma anche di quelle cattive”. E S. Tommaso: “Appartiene all’infinita bontà di Dio il permettere che vi siano dei mali e da essi trarre dei beni”.
Quale sia tutto il bene che Dio ne ricava è impossibile per ora saperlo. Il più delle volte vediamo solo gli effetti immediati del male. Tuttavia qualcosa vediamo già: “Dal più grande male morale che mai sia stato commesso, il rifiuto e l'uccisione del Figlio di Dio, causata dal peccato di tutti gli uomini, Dio, con la sovrabbondanza della sua grazia, (Cf Rm 5,20) ha tratto i più grandi beni: la glorificazione di Cristo e la nostra Redenzione. Con ciò, però, il male non diventa un bene” (CCC 312). Per questo La Chiesa, nella liturgia del Sabato Santo, fa sue le parole di S. Ambrogio: “O felice colpa che ci hai meritato un così grande Redentore”.
Sono interessanti le risposte che il Catechismo della Chiesa Cattolica offre alla tema del peccato originale.

1.“A questo interrogativo tanto pressante quanto inevitabile, tanto doloroso quanto misterioso, nessuna rapida risposta potrà bastare” (CCC 309).

2.“Così, col tempo, si può scoprire che Dio, nella sua Provvidenza onnipotente, può trarre un bene dalle conseguenze di un male” (CCC 312).

3.“L’insieme della fede cristiana che costituisce la risposta a tale questione: la bontà della creazione, il dramma del peccato, l'amore paziente di Dio che viene incontro all'uomo con le sue Alleanze, con l'Incarnazione redentrice del suo Figlio, con il dono dello Spirito, con il radunare la Chiesa, con la forza dei sacramenti, con la vocazione ad una vita felice, alla quale le creature libere sono invitate a dare il loro consenso, ma alla quale, per un mistero terribile, possono anche sottrarsi” (CCC 309).

4.E infine ecco una grande affermazione, che lo stesso Catechismo evidenzia: “Non c'è un punto del messaggio cristiano che non sia, per un certo aspetto, una risposta al problema del male” (CCC 309).

Si può applicare anche alla tua domanda quanto Giovanni Paolo II scrive nell’enciclica Salvifici doloris: “La sofferenza è presente nel mondo per sprigionare amore, per far nascere opere di amore verso il prossimo, per trasformare tutta la civiltà umana nella "civiltà dell’amore". In questo amore il significato salvifico della sofferenza si realizza fino in fondo e raggiunge la sua dimensione definitiva... Cristo allo stesso tempo ha insegnato all’uomo a far del bene con la sofferenza e a far del bene a chi soffre” (SD 30). San Paolo ha detto: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8,28). È in quest’orizzonte che si deve cercare la risposta definitiva alla tua domanda. Allora si può comprendere la bella testimonianze di san Tommaso Moro, il quale poco prima del martirio consola la figlia dicendo: “Nulla accade che Dio non voglia, e io sono sicuro che qualunque cosa avvenga, per quanto cattiva appaia, sarà in realtà sempre per il meglio” (cfr. Liturgia delle Ore, III, Ufficio delle letture del 22 giugno). E si può comprendere anche quanto disse Giuliana di Norwich: “Imparai dalla grazia di Dio che dovevo rimanere fermamente nella fede, e quindi dovevo saldamente e perfettamente credere che tutto sarebbe finito in bene...: «Tu stessa vedrai che ogni specie di cosa sarà per il bene»” (Rivelazioni dell'amore divino, 32).

4. Il peccato originale nel Magistero di Giovanni Paolo II

In un recente convegno sul peccato originale nel magistero di Giovanni Paolo II, si è cercato di approfondire l’argomento in relazione al mondo moderno, in cui si fa fatica ad accettare l’idea di peccato. Il peccato originale è ancora più difficile da comprendere perché ereditario. L’insesgnamento di Giovanni Paolo II al riguardo ci aiuta alla comprensione. Nel 1986, nelle catechesi dedicate a spiegare il Credo, Giovanni Paolo II, volle trattare in modo particolareggiato il tema del peccato originale. In una di essa (quella del 24 settembre), il Papa afferma che nei confronti del peccato originale la cultura moderna solleva forti riserve perché non riesce ad ammettere l’idea di un peccato ereditario connesso con la decisione di un capostipite e ritiene che questa concezione contrasti con una visione personalistica dell’uomo. Ma subito dopo aggiunge che è proprio questo insegnamento ecclesiale sul peccato originale che si rivela di estrema importanza per l’uomo di oggi, il quale, dopo aver rifiutato la fede in questa materia non riesce più a darsi ragione dei risvolti misteriosi ed angoscianti del male di cui fa quotidiana esperienza e “finisce per oscillare tra un ottimismo sbrigativo ed irresponsabile e un radicale e disperato pessimismo”. La Chiesa invece, accettando il dogma del peccato originale, sa che nell’intimo del cuore umano c’è una lotta tremenda tra il bene e il male e che solo unendosi alla vittoria di Cristo redentore l’umanità e il singolo potranno essere anche loro vittoriosi. Il realismo cristiano non nasconde questa ferita della natura umana, ma cerca di alleviarla e risanarla con la grazia di Cristo. Perciò mantiene una visione serena ed equilibrata che poi si applica all’educazione, ai giudizi morali sulle situazioni familiari, sociali, economiche, culturali e politiche. Un altro aspetto importante della problematica attuale è che il peccato di Adamo e di Eva è letto da alcuni come la scoperta della scienza che si ribella a Dio. Seppure il peccato originale lo scopriamo attraverso la rivelazione, anche la sola ragione, pur senza un concetto esplicito di peccato originale, intravede un male originario e una condizione umana che è profondamente segnata dall’esperienza del male. Qui il dialogo tra fede e ragione si presenta quanto mai fruttuoso. Un aiuto viene al riguardo dalle scienze psicologiche e dalle implicazioni del dogma sul peccato originale per il cosmo. Non Bisogna dimenticare quel testo della lettera ai Romani dove San Paolo dice che la creazione geme aspettando la sua redenzione (Rm 8, 19-23). C’è qui un filone molto interessante di riflessione per l’ecologia e per la stessa teologia.

Il peccato originale è stato “un male necessario” per usare un’espressione che ricorre nel libro “Memoria e identità”. Questa espressione di Giovanni Paolo II va letta e colta nel contesto in cui egli la usa e con il senso giusto. Il Papa certo non vuole dire che Dio abbia l’intenzione di volere un qualunque male, cosa che in Dio è semplicemente impossibile. Vuol dire che Dio può permettere dei mali per poi trarne maggiori beni per l’umanità. Il caso estremo è senza dubbio la Passione, crocifissione e morte del Figlio di Dio incarnato. Questo è il più grande male in assoluto della storia dell’umanità. Ma da questo male Dio ha saputo trarre i più grandi beni della redenzione e della grazia. In questo senso, la Chiesa parla nella liturgia pasquale del peccato originale come di una “colpa felice” (O felix culpa) che ci donò un tale redentore. Giovanni Paolo II nelle sue catechesi sul peccato originale, ha sviluppato fondamentalmente la dottrina della Chiesa, contenuta in modo speciale nel decreto del Concilio di Trento su questa materia, servendosi anche della solida dottrina dei grandi teologi, sopratutto di S.Tommaso d’Aquino. Ma egli, preoccupato di dare una visione personalistica di questo dogma, e nel più grande rispetto della tradizione, ha cercato di mostrare, come il dogma del peccato originale, pur nel mistero che l’avvolge, non sia contrario alla ragione umana. Nella catechesi del 1° ottobre del 1986 egli dice che “il peccato originale in nessun discendente di Adamo possiede il carattere di colpa personale. Esso è la privazione della grazia santificante in una natura che, per colpa dei progenitori, è stata distorta dal suo fine soprannaturale. È un peccato della natura, rapportabile solo analogicamente al peccato della persona”. Questa dottrina è stata poi accolta nel CCC, 404 e mostra la preoccupazione di Giovanni Paolo II di offrire una visione personalistica di questo dogma, nella più grande fedeltà alla grande tradizione magisteriale e teologica.

5. Conclusione

Concludo questa lezione con riportarvi il testo integrale del compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, che è una sintesi del testo più elaborato del Catechismo generale, ma che dà la possibilità concreta di pervenire ad una sintesi e a fissare alcuni concetti chiave e di precisa dottrina cattolica in questo ambito.
Anche qui troviamo il sistema di domanda risposta che aiuta a fissare meglio i concetti essenziali, in quanto in un sano e produttivo insegnamento alla fine bisogna pervenire ad acquisizione di conoscenze adeguate e certe, in quanto la dottrina cattolica non va assolutamente presa sotto gamba, ma necessita di approfondimento riflessione, anche perché è frutto di 2000 anni di teologia e di studi approfonditi, soprattutto dei Padri della Chiesa, a cui necessariamente facciamo riferimento, oppure ai Concili ecumenici o al magistero ordinario dei Sommi Pontefici.
Come si comprende la realtà del peccato? Nella storia dell'uomo è presente il peccato. Tale realtà si chiarisce pienamente soltanto alla luce della Rivelazione divina, e soprattutto alla luce di Cristo Salvatore di tutti, che ha fatto sovrabbondare la grazia proprio là dove è abbondato il peccato.

Che cos'è la caduta degli angeli? Con tale espressione si indica che Satana e gli altri demoni, di cui parlano la Sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa, da angeli creati buoni da Dio, si sono trasformati in malvagi, perché, con libera e irrevocabile scelta, hanno rifiutato Dio e il suo Regno, dando così origine all'inferno. Essi tentano di associare l'uomo alla loro ribellione contro Dio; ma Dio afferma in Cristo la sua sicura vittoria sul Maligno.

In che cosa consiste il primo peccato dell'uomo? L'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore e, disobbedendo Gli, ha voluto diventare «come Dio» senza Dio, e non secondo Dio (Gn 3,5). Così Adamo ed Eva hanno perduto immediatamente, per sé e per tutti i loro discendenti, la grazia originale della santità e della giustizia.

Che cos'è il peccato originale? Il peccato originale nel quale tutti gli uomini nascono è lo stato di privazione della santità e della giustizia originali. È un peccato da noi «contratto», non «commesso»; è una condizione di nascita, e non un atto personale. A motivo dell'unità di origine di tutti gli uomini, esso si trasmette ai discendenti di Adamo con la natura umana, «non per imitazione, ma per propagazione». Questa trasmissione rimane un mistero che non possiamo comprendere appieno.

Quali altre conseguenze provoca il peccato originale? In conseguenza del peccato originale la natura umana, senza essere interamente corrotta, è ferita nelle sue forze naturali, è sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza, al potere della morte, ed è incline al peccato. Tale inclinazione è chiamata concupiscenza.

Dopo il primo peccato, che cosa ha fatto Dio? Dopo il primo peccato, il mondo è stato inondato di peccati, ma Dio non ha abbandonato l'uomo in potere della morte, ma, al contrario, gli ha predetto in modo misterioso - nel «Protovangelo» (Gn 3,15) - che il male sarebbe stato vinto e l'uomo sollevato dalla caduta. E il primo annuncio del Messia redentore. Perciò la caduta sarà perfino chiamata felice colpa, perché «ha meritato un tale e così grande Redentore» (Liturgia della Veglia pasquale).

Padre Antonio Rungi
Tratto da.
http://teologiamoralecattolicaon-line.myblog.it/" target="_blank

Franco
“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
(Cardinal Joseph Ratzinger )

skype: el_condor4
Avatar utente
brisa
Utente Senior
Messaggi: 900
Iscritto il: 24/01/2011, 10:24
Contatta:

Messaggio da brisa »

teodoro studita ha scritto:Un'idea fondamentale che vorrei trasmettere è che non c'è mai stato un tempo umano in cui non esisteva il peccato. Ciò che la teologia occidentale chiama "peccato originale originante" non è altro (nella mia visione) che l'opzione del male che l'uomo possiede in quanto uomo. In altre parole sei uomo in quanto puoi discernere il bene e, eventualmente, decidere di farlo. La scimmia non ha questa opzione, e dunque non è un uomo. Genesi 3 va dunque letta come un mythologoumenon, non come un fatto in qualche modo accaduto all'inizio della storia dell'uomo (così dice il Catechismo della CC!), né tantomeno alla lettera come nell'idea della WT.
Mi interessa questo commento perché mi pare descriva un concetto per me nuovo, sempre se ho capito bene.
Mi vuoi dire che nella visione ortodossa il peccato non è stato un fantomatico atto di disubbidienza perpetrato da un’Umanità non meglio identificata? Non un rifiuto di Dio e della sua morale? Allora cosa redime il sacrificio di Cristo?
Se invece il peccato è insito nella creatura fin dalla sua formazione, come posso esimere il Creatore dalla colpa?
Non il peccato è insito, ma l'opzione. E questa opzione l'ha data proprio il Creatore. Questi, tuttavia, ha dato anche la facoltà del discernimento (tocchiamo qui anche ciò che i cattolici chiamano "morale naturale"), dunque la colpa è sempre personale, di chi scientemente opta per il male.
Siamo d’accordo, ma l’opzione del male è parte del libero arbitrio e quest’ultimo è intrinsecamente legato alla natura della creatura, dunque esisterà per sempre. Come può allora Dio eliminare il peccato senza eliminare il libero arbitrio?
Ma poi mi chiedo anche, quale creatura ha peccato? Se posso identificare un colpevole ben specifico, come potrebbe esserlo Adamo, posso capire tutto l'ambaradan che ne segue, ma affermare che l'umanità ha peccato è come dire che il popolo ebraico ha ucciso Cristo, una generalizzazione senza senso.
Conosci, o hai mai sentito parlare di un uomo dotato di ragione (escludiamo dunque gli infanti o coloro che non possono intendere o volere) che non abbia peccato? Risponde la Liturgia: "Uno solo è Santo, uno solo è Signore, Gesù Cristo". Dunque tutti hanno peccato, e questo è del tutto normale.
D’accordo, ma qui parlavamo del “peccato originale”, cioè quello che teoricamente è stato commesso da “Adamo”, che secondo alcuni è una figura mitica che rappresenta un’umanità primigenia che deliberatamente si è allontanata da Dio, è quest’ultima che mi risulta una generalizzazione senza senso. Posso comprendere due persone che peccano e propagano il peccato (o le conseguenze) ai discendenti, ma un’Umanità che pecca tutta insieme (quanti? Dieci?, cento?, Mille?, Di più?) mi risulta ostica da accettare.
Faccio poi un'ultima considerazione. Se Dio non ha creato l'uomo così com'è ora ma questi è il risultato di un'evoluzione, voluta da Dio finché si vuole ma pur sempre di evoluzione si tratta, dare la colpa della morte, delle sofferenze e delle malattie al peccato è un'altra cosa che per me non ha senso.
Infatti in questo modo non ha senso. L'esistenza fisica (quella che conosciamo) si svolge in una "cornice" che ha le sue regole. In queste ore qualcuno sta sperimentando che una di queste regole, cioè la forza di gravità, può fare decine di migliaia di morti. Questo tuttavia non è un male, è solo l'ambito materiale in cui si svolge una fase, piccola ma importante, della nostra vita. Questo mondo così com'è, costituito di fattori naturali e di intrecci di volontà libere (anche di fare il male) è il playground sul quale esercitiamo la nostra umanità e siamo chiamati ad attualizzarla, cioè a divenire fin d'ora icona di Cristo, nostro Archetipo. So che non è facile in una riga afferrare questo concetto ma è di vitale importanza rifletterci su per poter andare avanti. Dio non ha bisogno dell'uomo, dunque nel momento in cui decide di crearlo lo fa con un atto gratuito. Come ogni padre, anche Dio vuole per i suoi figli il meglio, e cosa c'è di meglio che essere come Dio? …
E perché allora non crearlo direttamente come Dio? Penso che non sarebbe stato male saltare qualche stadio intermedio.
A che punto dell'evoluzione la redenzione provveduta da un Dio incarnato si è resa indispensabile?
Il NT ci dice chiaramente che l'Incarnazione è avvenuta "alla pienezza dei tempi". Personalmente interpreto questo momento come il migliore dal punto di vista della storia dell'uomo, un uomo che aveva già avuto Socrate e che aveva gli strumenti cognitivi necessari per capire l'azione di Dio, e i mezzi pratici (le vie di comunicazione del mediterraneo rese sicure dall'impero romano) per divulgarla.
Non chiedevo quale fosse il momento migliore per l’incarnazione del Figlio, ma qual è stato il momento in cui la redenzione si è resa necessaria.
Avatar utente
brisa
Utente Senior
Messaggi: 900
Iscritto il: 24/01/2011, 10:24
Contatta:

Messaggio da brisa »

cavdna ha scritto:Vi saluto in CRISTO SIGNORE

Mio caro fratello:[/size]
brisa ha scritto: Diciamo che ci hai provato :mrgreen: , e ti ringrazio...


R I S P O S T A

Mio caro fratello


…..diciamo che hai deliberatamente scelto di non leggere i miei successivi post per non entrare nel merito e per potere continuare a dire che non Ti ho fornito risposte
Cortesemente rileggiti i post che hai saltato
Certo che diventa particolarmente difficile interagire con te se hai di queste reazioni. Accusarmi di non aver letto i tuoi post e di non averlo fatto al preciso scopo di accusarti di qualche cosa, è sgradevole e antipatico. Ti ho anche ringraziato per le risposte che ha TENTATO di darmi. E ho scritto TENTATO perchè semplicemente le tue risposte non mi hanno convinto. Mi dispiace per il tuo ego ma è così che stanno le cose. E non ho commentato i tuoi successivi post, e non lo faccio adesso, perchè non mi hanno detto assolutamente niente.
Chi ha peccato??
Io leggo Adamo, ma traduco l’Uomo
Lo puoi tradurre come ti pare, ma non risponde alla domanda, è solo un modo per sfuggirla.
Un esempio,
Ho conseguito con successo l’esame di guida, mi viene consegnata la patente,
quindi sono abile per condurre “alcuni” automezzi.
Ma alla mia prima uscita, provoco un incidente mortale e mi viene tolto l’abilitazione per condurre gli automezzi (niente più patente = pericolo pubblico)
Però, prima di incorrere nel provvedimento restrittivo, io godevo di ogni privilegio per la conduzione
(vi è un istante in cui io ho tutti i benefici della patente)
Sarebbe errato dire che: per colpa di quelle persone morte, io non ho più facoltà alla guida
Mentre, sarebbe più giusto affermare che: E’ giusto la restrizione che mi hanno applicato, perché E’ MIA colpa, E’ MIA l’incapacità ad avere una guida sicura
e sarebbe meglio che ritorni alla “scuola giuda” o rinunci alla patente.
Certo, sarebbe più giusto, ma che i tuoi figli, i tuoi nipoti, i nipoti dei tuoi nipoti, che a questi venga imposta la restrizione di non guidare ti pare giusto?

Inoltre siamo sempre lì, se tu hai causato il problema abbiamo identificato il colpevole senza se e senza ma, se però mi vieni a dire che chi ha provocato l'incidente mortale non sei veramente tu ma un misterioso "gruppo dei cavdna" allora vado in crisi...
Diciamo che ci hai provato :mrgreen: , e ti ringrazio...


Diciamo che devi appropriarti di una “chiave di lettura per addentrarti nei Sacri testi”
Già, peccato che le chiavi di lettura non sono come la stella di Negroni... :risata:
Avatar utente
brisa
Utente Senior
Messaggi: 900
Iscritto il: 24/01/2011, 10:24
Contatta:

Messaggio da brisa »

Franco Coladarci ha scritto:Ho trovato questo articolo interessante in merito al quesito del "peccato originale", volevo mettere il link, ma ho preferito inserire tutto l'articolo.
A cura di padre Antonio Rungi- teologo morale

Il peccato secondo la morale cattolica...
Tratto da.
http://teologiamoralecattolicaon-line.myblog.it/" target="_blank" target="_blank" target="_blank

Franco
Quello che più mi ha colpito di questo lungo scritto è l'incapacità di spiegare la realtà senza staccarsi da quello che si considera un mito. Tutte le volte in cui si parla del peccato e delle conseguenze, l'autore parla di Adamo e Eva, dell'inganno perpetrato dal Diavolo e via dicendo, come persone reali e avvenimenti accaduti davvero. Insomma, quando si cerca di rispondere alle domande Chi? Come? Quando? Che cosa?
sembra quasi impossibile farlo con un po' di logica senza prendere alla lettera gli avvenimenti di Genesi.

Sono sempre più perplesso.
Rispondi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 22 ospiti