Inviato: 07/09/2020, 23:53
E allora curati con la medicina del Seicento e fatti fare dei salassi con le sanguisughe per purificare il sangue. Oggi vanno gli antibiotici, domani chissà...secoli fa andava geova
domani chissà.
Ma che discorsi sono? E' ovvio che una persona debba agire per essere razionale sulla base delle migliori informazioni di cui disponga al momento, perché questo è lo stato della scienza attuale. Altrimenti col tuo ragionamento si potrebbe giustificare e qualsiasi cosa in qualsiasi campo. Infatti, per quale campo si potrebbe mai sapere cosa dirà la scienza tra 4 secoli? E ciononostante non è forse il caso di adeguarsi a quello che per ora la comunità scientifica ha capito?
Le tue sono parole a caso.
Le critiche all'uso del Nome fatte ai TdG? Penso che cambierebbero. Perché si sarebbe eliminato il 50% del problema. I TdG sono criticati per due aspetti:"e critiche non cambierebbero di un millimetro"
1)Usano uno sgorbio errato che non esiste e che NON è il nome di Dio né un'italianizzazione del nome di Dio, bensì è l'italianizzazione di un nome latino inesistente in ebraico.
2)I testimoni di Geova sono criticati per l'uso del nome di Dio, quale che sia il nome usato, perché si tratta di una pratica anti-apostolica.
Permarrebbero le critiche relative al punto 2, ma si eviterebbero le critiche concernerti il punto 1.
A me sembra che se c'è una parola che gli italiani non usano questa è proprio Geova, a meno che non debbano parlare dell'omonima setta ovviamente. Quanto a Jahvè secondo me è stato orecchiato da parecchia gente, anche in chiesa, ma, grazie al cielo, non lo usano. Perché mai dovrebbero farlo visto che Gesù Cristo e gli apostoli non pronunziavano il Nome?"è quello che dicevo prima
se tu fossi nel trecento in toscana useresti il latino la lingua dei colti cosa che non faceva il volgo
il volgo oggi javhè non lo usa"
Forme come Yahweh o Jahvè sono utilizzate da chi voglia scrivere libri a tema religioso o filosofico. Non è che stia parlando di chissà quale cultura specialistica. Penso che semplicemente gli uomini di cultura italiani, che si tratti di giornalisti, filosofi, storici dell'arte, o simili, se devono citare il dio di Israele, utilizzerebbero Yahweh. Insomma, se aprissi un libro di Massimo Cacciari, Odifreddi, o qualche altro dei nostri inutili intellettuali à la page troverei Yahweh o Jahvè (fermo restando che Cacciari è ben sopra Odifreddi).
Anzi, vorrei citare Odifreddi sul nome Geova, perché ovviamente essendo ateo guarda alla nostra disputa un po' dal di fuori. Ecco cosa dice in un suo scritto:
"Il Quinto Libro degli Stromati o Miscellanea di Clemente di Alessandria trascrive in greco il tetragramma come Iaoue, il che ha il vantaggio di ridurre l’ineffabilità di una scrittura totalmente consonantica all’immanenza di una pronuncia che per noi è panvocalica. Per successive contaminazioni si è poi arrivati all’uso corrente, che è Jahvé o qualcosa di simile, benché la setta dei cosiddetti “testimoni” abbia adottato Geova." (P. Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici). Longanesi, 2007)
https://books.google.it/books?id=buRdBJ ... =onepage&q" onclick="window.open(this.href);return false;
Questa citazione mi interessa per due motivi. Odifreddi, che ovviamente non sta litigando né coi cattolici né coi TdG per sapere come si pronuncia il nome, si lascia andare en passant all'affermazione che la forma Jahvè sarebbe quella corrente. Questa testimonianza è importante perché questa dichiarazione non è una tesi che lo scrittore stia cercando di argomentare, è semplicemente un dato di fatto che elenca, come se io, mentre sto parlando di quanto è bella la mia casa, dicessi: "è rossa come una ferrari".
Ma la citazione è anche importante perché ci fa capire che Geova è adottato dalla setta dei testimoni nonostante l'uso corrente sia un altro.
Cito Odifreddi non perché io lo stimi come intellettuale, ma proprio perché non lo stimo. Mi sembra proprio il classico esempio da citare qualora volessimo avere una campionatura di cosa scrivono gli intellettuali mediocri e mainstream di casa nostra. Questo lo dico per far capire che non serve essere dei filologi per usare Jahvè. E' semplicemente la forma adottata da chiunque in italiano voglia parlare di argomenti religiosi e voglia usare una forma vocalizzata. Ad es. qualsiasi critico d'arte che scriva per Panorama, se volesse recensire una mostra d'arte sacra, userebbe Jahvè e non Geova.
Ad maiora