Riflessioni su 2 Corinzi 12,9-10

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Vieri
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Riflessioni su 2 Corinzi 12,9-10

Messaggio da Vieri »

2 Corinzi 12,9-10
9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.
Carissimi, quanti di voi sono “vecchi” come me di 78 anni compiuti?
Buon per voi pochi o forse nessuno.
Voi direte allora perché questo ennesima e noiosa riflessione del sottoscritto?

Semplice e su queste parole volevo soffermarmi sul termine “precarietà” che direi di questi tempi possa rappresentare per tutti una parola di grande attualità.
La conoscenza ed il prendere atto della "precarietà" della vita non porta pertanto a considerare le nostre debolezze terrene e forse a spingerci ad una maggiore umiltà e tolleranza per il prossimo?

Prendere atto delle nostre debolezze, specie quando in periodo di Covid magari un nostro parente o conoscente ci ha lasciato quali "sentimenti" può portare ?
Menefreghismo ? Attesa di Armageddon? Paura? Compassione?...oppure "forza" ?
Questa è la domanda allora per tutti.

Io sarei dell'opinione che su questo tema, pochi ci pensino seriamente, un po' per superficialità un po' pensando anche che certi "fatti" capitino solo ad altri poichè per età o per "destino" ci pare di sentirci sempre "esenti" ed immortali.
E' solo quando abbiamo una certa età con maggiore tempo e diversi "problemi" che allora si pensa di più .

Come allora la viviamo, la superiamo, vinciamo questa "precarietà" per rimanere sempre sereni ogni giorno?
Pensiamo solo e sempre agli aspetti economici oppure a fare anche una breve riflessione sulla nostra vita?

La mi risposta e la mia "forza" la conoscete già ed attendo allora la vostra....
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Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
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