Dubbio su Gesù..

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wireless
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Dubbio su Gesù..

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Cosa pensate di questa persona che sostiene che la storia di Gesù è un mito pagano tratta dal Dio Horus? Ne avete già parlato?

:grazie:

Ciao!
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

Ti do il link, ma poichè è una lunghissima discussione, ti copio/incollo quanto dice in merito Polimetys:
https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.p ... ilit=horus" target="_blank" target="_blank
''Un'altra cosa: affrontare argomenti di delicatezza ed importanza capitale come il Gesù storico ha richiesto nei maggiori biblisti di questo pianeta anni di studi, e nessuno di loro è giunto ad avvallare le tesi complottiste di certa divulgazione scandalistica (si pensi al can can sui falsi misteri a Qumran, su Giacomo mastro di giustizia, sui manoscritti che sarebbero stati occultati e la loro pubblicazione tardata, ed altre fandonie simili). Tuttavia i dilettanti che si ritengono in possesso di queste notizie bomba sul cristianesimo primitivo, ma che in realtà sono solo disinformazione che farebbe ridere qualunque grecista (e infatti loro grecisti non lo sono), si permettono di sparare giudizi tranchant sul cristianesimo primitivo, su Gesù, o gli apostoli, urlando alla "pia frode" o altre scemenze siffatte. Da quelli che sostengono che Gesù sia copiato da Mitra ed Attis, a quelli che sostengono che Gesù fosse un esseno, la rete è infestata da questi dilettanti girovaghi che non fanno altro che ripetere surrettiziamente ai cristiani: poveri idioti, aprite gli occhi, siete stati tutti ingannati da chissà quale cospirazione, e da Paolo, "il vero inventore del cristianesimo" (idea di moda nell'ottocento, ora vagliata e demolita). Sicché questa gente che esige per se stessa rispetto, non si rende conto di essere la prima ad offendere i cristiani e tutto quello in cui credono con affermazioni lapidarie e infondate. Ovviamente la critica è sacrosanta, e sarebbe veramente salutare e lodevole se qualcuno ci liberasse da un errore millenario. Quando però andiamo a vedere da che pulpito vengono queste prediche sul "Gesù esseno", "Gesù-Horus" ,"Gesù-Mitra", Gesù marziano, Gesù morto in India, Gesù zelota, e compagnia cantante, non ci si può che irritare nel vedere come questa sicumera venga da individui senza alcuna preparazione filologica, e che le loro convinzioni si basano sulle sabbie mobili e sulla disinformazione internettiana. Dopo anni di tiro al bersaglio da parte di questa cricca di dilettanti, i cristiani sono giustamente iper-sensibili ed irritabili, anche perché si rendono conto che le presunte verità di questi "mitologi del cristianesimo" internettiani non hanno alcun riscontro presso le persone veramente competenti, cioè il mondo accademico. Si deve dunque scusare se a volte andiamo molto poco per il sottile quando ci viene fatta la ramanzina, per l'ennesima volta, sulla cospirazione mondiale di cui siamo vittime, insultando così la competenza di chi a queste discipline si dedica professionalmente da decenni. Non può esigere rispetto chi per primo non si rende conto della propria posizione di persona non qualificata a sparare sentenze su argomenti antichistici. Sicché, la prossima volta che qualcuno si lamenterà che i grecisti fanno pensare i loro esami di greco contro i dilettanti, queste persone si rammentino che solo loro quelle che hanno iniziato a mancare di rispetto, affrontando con toni perentori e da vati argomenti nei quali si sono dimostrati del tutto a digiuno di metodo storico-critico e di filologia. Ci pensino, i plebei detrattori di Paolo o di Cristo, la prossima volta che invocano rispetto. Pensino ai loro toni.''
Gabriella
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wireless
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come sempre, preciso! :appl:

:grazie:
flabot
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wireless ha scritto:" target="_blank

Cosa pensate di questa persona che sostiene che la storia di Gesù è un mito pagano tratta dal Dio Horus? Ne avete già parlato?

:grazie:

Ciao!



Un saggio teologo del XIX secolo, George Tyrrell, ha affermato che se qualcuno guardasse in un pozzo alla ricerca del Gesù storico, l'immagine riflessa dalle acque del pozzo sarebbe, solitamente, quella del proprio volto.


Il buon Poly. invece, vuole che tutti vedano il suo di volto :blu: :triste: :piange: :lingua: :risata: :risata: :risata: :risata: :risata: :risata: :risata: :risata: :ok: :strettamano: :timido:
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siril
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"...a quelli che sostengono che Gesù fosse un esseno..." attenzione, forse un giorno, Benedetto XVI potrebbe essere tra "quelli"
Povero te che credi agli uomini, ne rimmarrai deluso, perché tutti noi siamo solo peccatori.(Polymetis)
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polymetis
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"...a quelli che sostengono che Gesù fosse un esseno..." attenzione, forse un giorno, Benedetto XVI potrebbe essere tra "quelli"
Ecco, un altro che non ha capito le allusioni agli esseni nel "Gesù di Nazaret" di Benedict XVI.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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The Red Baron
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wireless ha scritto:" target="_blank

Cosa pensate di questa persona che sostiene che la storia di Gesù è un mito pagano tratta dal Dio Horus? Ne avete già parlato?

:grazie:

Ciao!
Tutto può essere nella vita, mai puntare tutto su una cosa, meglio diversificare
potrebbe essere tutta un'invenzione per il controllo delle Masse :ciuccio:
Ci sono due tipi di sciocchi, chi non ha dubbi, chi dubita di tutto
entrambi sono dispensati dal pensare

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siril
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polymetis ha scritto:
"...a quelli che sostengono che Gesù fosse un esseno..." attenzione, forse un giorno, Benedetto XVI potrebbe essere tra "quelli"
Ecco, un altro che non ha capito le allusioni agli esseni nel "Gesù di Nazaret" di Benedict XVI.
Eh lo so..siamo in tanti a non capire le allusioni di Benedict XVI. Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire? Ad ogni modo quanto riporto è veramente scritto dal Papa nel suo libro? (la mia copia l'ho persa durante il mio ultimo trasloco)
"Ci colpisce la devota serietà di questi scritti: sembra che Giovanni il Battista, ma forse anche Gesù e la sua famiglia, fossero vicini a questa comunità. In ogni caso i manoscritti di Qumram presentano molteplici punti di contatto con l’annuncio cristiano. Non è da escludere che Giovanni il Battista abbia vissuto per qualche tempo in questa comunità e abbia in parte ricevuto da essa la sua formazione religiosa." Mi spiegi l'allusione? E mi spieghi, se così, è stato detto, quali sarebbero i punti di contatto tra gli esseni e la Chiesa Cattolica?
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Trianello
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Eh lo so..siamo in tanti a non capire le allusioni di Benedict XVI. Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire? Ad ogni modo quanto riporto è veramente scritto dal Papa nel suo libro? (la mia copia l'ho persa durante il mio ultimo trasloco)
"Ci colpisce la devota serietà di questi scritti: sembra che Giovanni il Battista, ma forse anche Gesù e la sua famiglia, fossero vicini a questa comunità. In ogni caso i manoscritti di Qumram presentano molteplici punti di contatto con l’annuncio cristiano. Non è da escludere che Giovanni il Battista abbia vissuto per qualche tempo in questa comunità e abbia in parte ricevuto da essa la sua formazione religiosa." Mi spiegi l'allusione? E mi spieghi, se così, è stato detto, quali sarebbero i punti di contatto tra gli esseni e la Chiesa Cattolica?
Ratzinger qui sta semplicemente citando un'ipotesi di lavoro oggi condivisa da tanti studiosi. E' probabile che Giovanni abbia avuto un qualche contatto con la comunità di Qumran (sia per la collocazione geografica della sua predicazione sia per i temi della medeisma). E' altresì possibile che lo stesso Gesù sia stato per un certo periodo al seguito di Giovanni (così come sembrerebbe affermare il IV Vangelo). Questo non toglie che tra il messaggio di Gesù e le dottrine della setta di Qumran ci siano delle differenze sostanziali. Si pensi solo all'ossessione che a Qumran si aveva per il concetto di "purezza" e la centralità che i rituali di purificazione avevano nella vita della comunità, lì dove Gesù invece ebbe a dire che non è ciò che entra dalla bocca a renderci impuri, ma ciò che ne esce, liquidando in un solo colpo tutte le norme di purità. E questo è solo un esempio.
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siril
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Mi trovi d'accordo..ma permettimi due riflessioni. La prima: prima della scoperta dei manoscritti esseni avrebbe la chiesa potuto affermare, sulle poche indicazioni bibliche e storiche dell'epoca, ciò che di fatto ha affermato Benedetto XVI? Penso di no. La seconda: per quel poco che so degli esseni sono del parere che i loro insegnamenti siano molto distanti dal cattolicesimo (faccio presente che per me cattolicesimo e cristianesimo sono due cose differenti) ma Benedetto XVI parla di "punti di contatto"; mi farebbe piacere sapere quali sono.
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Ad esempio il battesimo e i pasti in comune (quella che è divenuta la nostra eucaristia in origine era un pasto comunitario)
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erro o gli esseni erano caratterizzati da una grande, e imminente, aspettativa messianica? Gesù può avere qualche relazione con questa?
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Gran parte degli ebrei aspettano il messia. Non capisco la domanda. Vuoi sapere se Gesù è un messia esseno?
A parte che c'è da fare un lungo discorso sul doppio messianesimo.
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E' vero ho posto la domanda in forma nebulosa (colpa della lettura de "la chiave di Hiram" di Knight e Lomas). Volevo riferirmi, più che alla aspettativa messianica, alla visione apocalittica, che mi sembra più in "simbiosi" con il cristianesimo. Interessante anche il discorso del doppio messianesimo (stiamo parlando di quello esseno, vero?) e si, Gesù potrebbe essere uno dei due messia (quello "Davidico")?
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Trianello
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Acc... tu sì che ti dai a letture erudite.
Uhm... se vuoi trovare un po' di notizie storicamente fondate sull'argomento, puoi leggerti il terzo volume, a cura di P. Sacchi e P. Collini, dell'Indice concettuale del medio giudaismo, dedicato proprio al tema del messianismo, oppure Gesù messia? Un dilemma storico di G. Jossa.
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ebbene si...ma sai... sono turnista e per le notti devo scegliere qualcosa che mi tenga sveglio...e se l'opera da te indicata si compone di almeno tre volumi dubito che faccia al caso mio...ma ci proverò. Scherzo... grazie per il consiglio.
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MatrixRevolution
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wireless ha scritto:" target="_blank
Cosa pensate di questa persona che sostiene che la storia di Gesù è un mito pagano tratta dal Dio Horus? Ne avete già parlato?
:grazie:
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E' una cosa che gira da parecchio tempo ma è basata su informazioni completamente inventate. Ancora sto cercando di capire che cosa vogliono ottenere con questa tecnica disinformativa.
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The Red Baron
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Cosa pensate di questa persona che sostiene che la storia di Gesù è un mito pagano tratta dal Dio Horus? Ne avete già parlato?

:grazie:

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Tutto è possibile :blu:
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Lucifero il Figlio dell'Aurora
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In una nota community che frequentavo e che tutt'ora frequento, qualche anno fa andava tantissimo di moda (ma c'è chi lo sostiene ancora tutt'ora, mio malgrado) la tesi che Gesù fosse una scopiazzatura di Horus, Mithra, Prometeo, Bhudda, per il semplice fatto che tutti questi miti avevano una simbologia comune astrologica basata sulla processione degli equinozi, delle costellazioni, i 12 segni zodiacali e quant'altro. Devo ammetterlo, all'inizio (stiamo parlando di anni fa), io fui uno dei primi e più accaniti sostenitori di questa tesi, convinto che, se tale notizia era riportata con cosi' tanta sicumera e perfino precisione quasi maniacale riguardo i dettagli che Gesù avrebbe in comune con tutti questi personaggi, evidentemente una solida base ci doveva pur essere. Col tempo mi accorsi che non era cosi', facendo un attento esame auto-critico con queste semplici constatazioni:
1) Andiamo, tutti hanno sentito parlare, chi piu' chi meno di chi era il Dio egiziano Horo o di chi era Bhudda o Prometeo o Krishna, ecc. se le somiglianze erano cosi' tante e cosi' eclatanti perchè nessuno ci arrivò mai prima e anzi proprio non ne senti' mai parlare in nessun testo scolastico e/o di mitologia?
2) La mancanza delle fonti. Tutti si vantano delle proprie liste di paralleli tra le somiglianze di Gesù con questo o quel tipo, ma uno straccio di fonte (documenti, papiri, testimonianze storiche, anche una stele di pietra, etc.) non si è mai visto. Lo stesso tipo del video, ma vi sembra che stia affermando con quale base o fonte dichiara quel che asserisce, o quel che dice cosi' com'è ha la stessa valenza e autorità di quel che può dire il portinaio sotto casa mia? Ma se non esistevano fonti allora da dove era spuntata fuori l'idea del Cristo scopiazzato? Da li' scoprii che la storia del Cristo/Sole (che in un certo senso è anche vera, ma non nel modo abusato e strumentalizzato dagli anticristiani) si rifaceva esclusivamente a libri di una certa Murdock che a sua volta si rifaceva alle tesi del libro di un certo Massey. Furono loro i primi a portare le tesi del Gesù/Horus etc, in quei loro libri, ma se li si legge, puntualmente, non compare uno straccio di fonte o documentazione da cui hanno attinto le informazioni per poter supporre una cosa del genere. Praticamente, la lista è stata inventata di sana pianta, in cui gli autori hanno rivelato forse la loro quasi morbosa conoscenza dei vangeli, visto che i particolari a cui si estendevano le somiglianze riguardavano perfino cose come il mantello scarlatto con cui Gesù andò alla croce, qualche infarinatura di astronomia, ma poco o nulla invece per quanto riguarda i culti cui c'era il presunto parallelo. Le poche somiglianze erano chiaramente forzate per chi conoscenza l'originale storia di quei personaggi mitici e tutte le altre proprio inventate di sana pianta. Da allora non mi fidai mai più dei siti atei e anticlericali che proponevano le loro tesi scandalistiche senza però nemmeno portare uno straccio di prova o coordinata precisa per questa o quella citazione e decisi di fare ricerca critica del cristianesimo per conto proprio o con l'ausilio di autori più seri che avevano l'accortezza di dare almeno qualche riferimento preciso su cui poter fare un confronto veritiero.



Saluti
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Lucifero il Figlio dell'Aurora
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Messaggio da Lucifero il Figlio dell'Aurora »

erro o gli esseni erano caratterizzati da una grande, e imminente, aspettativa messianica? Gesù può avere qualche relazione con questa?
Gesù, come d'altra parte gli stessi apostoli e primi cristiani, erano certamente apocalittici e caratterizzati dall'attesa imminente della [seconda] venuta messianica. Basti ricordare a tal proposito le più emblematiche frasi di Cristo in tal senso suggellate solennemente dalla sua formula irrevocabile dell'Amen:
In verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo. - Matteo 10:23
In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno - Matteo 16:28
In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada - Matteo 24:34


Esistono molti altri versi ma questi sono certamente i più espliciti e significativi.
il Figlio dell'Uomo (titolo ripreso sicuramente dal Libro di Enoch) è ovviamente Cristo stesso che come suo solito, si riferisce a se stesso in terza persona.

Comunque sia, per quanto riguardo le somiglianze tra i due culti, cito Wikipedia che alla pagina Esseni sembra essere abbastanza precisa e documentata in merito:

* Similitudini filologiche:

Sono quelle che emergono dal confronto tra i manoscritti degli esseni e gli scritti del Nuovo Testamento. Secondo Betz e Riesner: “E’ davvero sorprendente constatare quanto spesso essenismo e cristianesimo primitivo facciano riferimento a un gruppo ben definito di testi veterotestamentari. Poteva esserci, qui, la stessa tradizione esegetica” (Otto Betz, Rainer Riesner, Gesù, Qumran e il Vaticano, LEV, 1995, pag. 221)
Jean Danielou identifica questa comune tradizione esegetica in una raccolta di Testimonia messianiche (4QTest/4Q175) rinvenuta a Qumran, contenente una selezione di profezie dell’Antico Testamento, che sarebbe stata utilizzata anche dai primi cristiani. (Jean Danielou, I Manoscritti del Mar Morto e le origini del cristianesimo, Arkeios, Roma, 1993, pag. 37)
Esistono, inoltre, paralleli filologici che risultano estranei alle tradizioni giudaiche veterotestamentarie. Ad esempio i temi relativi ai “figli della luce” e “i figli delle tenebre”, i “molti / la maggior parte”, la giustificazione “solo per grazia”, la figura del “mebaqqer”, rappresentano punti di contatto presenti nell’essenismo e nel cristianesimo, ma assenti nelle tradizioni esegetiche del giudaismo coevo, rappresentato da gruppi quali i Farisei e i Sadducei, la cui impostazione culturale era improntata ad una fedele e rigorosa osservanza e conformità agli scritti dell’Antico Testamento. Secondo Danielou, si tratta di temi “in cui è più chiara la dipendenza del cristianesimo nei confronti di Qumran” (Jean Danielou, I Manoscritti del Mar Morto e le origini del cristianesimo, Arkeios, Roma, 1993, pag. 33)
Per quanto riguarda le analisi filologiche comparative, André Paul afferma: “Tra gli scritti di Qumran e il Nuovo Testamento anche le rassomiglianze sono precise. Un dato testo particolare, una data espressione o titolo trovano in entrambi corrispondenze sorprendenti. La materia è così ricca che la scelta diventa necessaria”. (André Paul, I Manoscritti del Mar Morto, Elledici, Torino, 2002, pag. 267)
Joseph Fitzmyer fa notare che: “le formule introduttorie del Nuovo Testamento erano invariabilmente più vicine alle formule di Qumran che alle formule mishnaiche, talvolta anche una traduzione letterale delle formule di Qumran.” (Joseph Fitzmyer, Qumran, Queriniana, Brescia, 1995, pag. 159)
Martinez e Barrera aggiungono: “Certo è che i testi del Nuovo Testamento mostrano numerosi paralleli e punti di contatto con quelli di Qumran. Poiché gli scritti esseni sono più antichi di quelli cristiani, è logico supporre che i primi possono avere influito sui secondi”. (Martinez – Barrera, Gli uomini di Qumran, Paideia, Brescia, 1996, pag. 326)

* Similitudini relative alle usanze rituali, alla teologia e alle consuetudini organizzative:

Anche in questi casi le similitudini risultano significative a causa della divergenza esistente tra l’essenismo e le coeve usanze e tradizioni giudaiche. Jean Danielou sottolinea che: “Fu quando la prima chiesa incominciò a svilupparsi, che essa dovette darsi una forma più istituzionale. E qui ancora emergono i punti di contatto con la comunità di Qumran. [...] Risulta così evidente che la prima comunità cristiana è immersa in un ambiente ebreo e vicino a Qumran, dal quale essa riprende numerose forme di espressione”. (Jean Danielou, I Manoscritti del Mar Morto e le origini del cristianesimo, Arkeios, Roma, 1993, pag. 30-39)

Tra le usanze rituali e teologiche, che presentano significative similitudini tra essenismo e cristianesimo, si possono ricordare: i pasti comunitari, le preghiere quotidiane, il battesimo, il calendario solare, la Didaché, il Testamento dei XII patriarchi, la resurrezione dai morti, le beatitudini. Tra le consuetudini organizzative: il matrimonio e il divorzio, la comunione dei beni, l’organizzazione gerarchica, l’organizzazione giudiziaria, l’ascetismo, la vita associata, l’ospitalità.

Nei paragrafi seguenti sono elencati alcuni paralleli tratti dai manoscritti di Qumran e dagli scritti neotestamentari, ed altri aspetti riguardanti le usanze rituali e sociali delle rispettive comunità:

Scribi e Farisei
La Comunità di Qumran presenta similitudini notevoli con la testimonianza evangelica; infatti nell'attesa della liberazione dall'oppressione romana, si ponevano in conflitto con la classe politica e sacerdotale (i sadducei etichettati come collaborazionisti), gli scribi ed i farisei messi alla berlina anche da Gesù (farisei, sadducei, scribi, pubblicani... guai a voi! in Matteo 23)

Il rito cenobitico
Era previsto che in un gruppo di 10 uomini vi fosse almeno un sacerdote, che quando questi si riuniscono a cena per discutere e chiedere chiarimenti al sacerdote si disponessero a tavola secondo la scala gerarchica e che questi avessero a tavola sia del pane che del vino; il primo a toccare pane e vino doveva essere il sacerdote (definito in quest'indicazione "messia d'Israele") che li benediceva, quindi tutti gli altri commensali, che benedicevano anche loro il pane "ciascuno secondo la propria dignità".

I Molti
Un esempio che si cita spesso è costituito dall'espressione “i molti / la maggior parte”, un termine generico che è venuto a designare un intero gruppo di fedeli in diversi passi del Nuovo Testamento. È probabile che nelle parole eucaristiche di Gesù, come sono riportate in Matteo e in Marco, il termine sia usato per indicare il gruppo dei discepoli, mentre nel testo parallelo, Luca abbia sentito la necessità di spiegarne il significato per i suoi lettori.
« Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati” » (Matteo 26,27-28)
« Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: “questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza, versato per molti” » (Marco 14,23-24)
« Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi” » (Luca 22,20)

Un caso più chiaro è nella Seconda Lettera ai Corinti di Paolo:
« se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me soltanto, ma in parte almeno, senza voler esagerare, tutti voi. Per quel tale però è già sufficiente il castigo che gli è venuto dai più » (2Co 2,5-6)

A Qumran i membri a pieno diritto sono designati con la stessa parola ebraica che sta dietro l'espressione paolina “i molti / la maggior parte”. La Regola della comunità detta norme su chi può parlare e quando può intervenire durante le assemblee generali di tutto il gruppo: « Nella seduta dei molti nessuno proferisca alcuna parola senza il gradimento dei molti, né di colui che fa da ispettore dei molti » (Regola della comunità VI, 11-12)

Il termine compare in questo senso: 26 volte nelle colonne VI-VIII, una volta nella colonna IX, e tre volte nel Documento di Damasco. In alcuni di questi casi è chiaro che “i molti” avevano funzioni giudiziarie, proprio come in 2 Corinti : « Inoltre nessuno introduca una causa contro il suo prossimo davanti ai molti se prima non v'è stata una ritenzione davanti ai testimoni » (Regola della comunità VI, 1)

Grazie ai testi di Qumran, oggi è finalmente chiaro che le espressioni neotestamentarie “i molti” o “la maggioranza” indicano sempre la totalità degli uomini o dei membri della comunità.


Il rito eucaristico
Il rito dell'eucaristia, descritto dall'evangelista Luca:
« poi preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo "questo è il mio corpo che è dato per voi: fate questo in ricordo di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi » (Luca 22,19-20

Presenta dei paralleli con alcuni riti esseni, tuttavia, come riferisce il Vangelo di Giovanni, durante la cena Gesù lavò i piedi ai suoi discepoli e disse loro di farlo l'un l'altro:« "Quando dunque ebbe loro lavato i piedi e ripreso le sue vesti, si mise di nuovo a tavola, e disse loro: Capite quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono. Se io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io. In verità, vi dico che il servo non è maggiore del suo signore, né il messaggero è maggiore di colui che lo ha mandato". » (Gv 13,13-16)

Alle similitudini eucaristiche con il rito esseno corrisponde una grande differenza: Non vi è ordine gerarchico, non vi è sottomissione di casta o di livello. Il maestro Gesu' invece lava i piedi ai discepoli; ma soprattutto, gli esseni dovevano lavarsi -prima- di essere a tavola, non sarebbe stata tollerata perché impura, una vasca d'acqua per i piedi durante il pasto. « ...in ogni luogo in cui saranno dieci uomini del consiglio della comunità, tra di essi non mancherà un sacerdote: si siederanno davanti a lui, ognuno secondo il proprio grado, e così, nello stesso ordine, sarà domandato il loro consiglio in ogni cosa. E allorché disporranno la tavola per mangiare o il vino dolce per bere, il sacerdote stenderà per primo la sua mano per benedire in principio il pane e il vino dolce... » (Regola della Comunità, V)

« ...e quando si raduneranno alla mensa comune oppure a bere il vino dolce, allorché la mensa comune sarà pronta e il vino dolce da bere sarà versato, nessuno stenderà la sua mano sulla primizia del pane e del vino dolce prima del sacerdote, giacché egli benedirà la primizia del pane e del vino dolce e stenderà per primo la sua mano sul pane. Dopo, il Messia di Israele stenderà le sue mani sul pane e poi benediranno tutti quelli dell'assemblea della comunità, ognuno secondo la sua dignità. In conformità di questo statuto essi si comporteranno in ogni refezione, allorché converranno insieme almeno dieci uomini... » (Regola dell'Assemblea, II)

Le similitudini non giustificano inoltre l'idea di una vera e propria derivazione del rito cristiano da quello esseno. Al riguardo scrive Hans Conzelmann « L'idea cristiana del pasto sacramentale e la sua forma sono state prese in prestito da modelli non-cristiani? Il giudaismo non ha sacramenti: l'idea che mangiando e bevendo determinate sostanze consacrate secondo un rituale determinato si crea la comunione con Dio, gli è estranea. Però esistono, nel giudaismo, pasti sacri, soprattutto la cena di "pesah" che si celebra una volta l'anno in ricordo delle liberazione del popolo dalla schiavitu' di Egitto. I cristiani hanno molto presto interpretato la loro Santa Cena come cena di "pesah": Cristo morendo era il vero agnello di pesah (pasquale)....Recentemente si è portato l'esempio della setta di Qumran, che celebrava due volte al giorno il suo pasto con pane e mosto. Ma anche questa è soltanto un'affinità esteriore. » (a pag.74-75 dell'op.cit. "Le origini del Cristianesimo")

Partendo dall'ebraicità di Gesù appariva piuttosto difficile giustificare il rito eucaristico, ossia il cibarsi del sangue e della carne del dio, atto apertamente blasfemo per la comunità ebraica del tempo sebbene piuttosto diffuso in altre religioni orientali. Questo tema era già sentito in età apostolica, e la lettera agli ebrei dà un'interpretazione rivolta all'ebraismo della morte di Cristo, mettendola in relazione con i sacrifici del tempio di Gerusalemme, durante i quali gli animali venivano uccisi e consumati.


Il tema del deserto

Il tema del deserto, presente nel racconto su Giovanni Battista dell'evangelista Marco: « Come è scritto nel profeta Isaia: "Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri" » (Marco 1,2-3)

Presenta dei paralleli con un passo della regola della comunità: « [...] in base a queste norme saranno separati di mezzo al soggiorno degli uomini dell'ingiustizia per andare nel deserto a preparare la via di lui, come sta scritto "nel deserto preparate la via, appianate nella steppa una strada per il nostro Dio [...] » (Regola della Comunità, VIII, 13-14)

Entrambe le citazioni provengono da un passo del profeta Isaia, riportato nel libro di Isaia: « Preparate nel deserto la via del Signore, appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio! Ogni valle sia colmata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; i luoghi scoscesi siano livellati, i luoghi accidentati diventino pianeggianti. Allora la gloria del Signore sarà rivelata, e tutti, allo stesso tempo, la vedranno; perché la bocca del Signore l'ha detto » (Isaia 40,3-5)

Ma ciò non desta molta meraviglia in quanto il libro di Isaia era ampiamente utilizzato e copiato a Qumran ed era utilizzato da tutti gli ebrei per i risvolti messianici ed escatologici. Anche in ambito cristiano i risvolti profetici messianici ed escatologici vennero marcati e sottolineati.


I Figli della Luce

Il tema della luce è presente in vari passi del vangelo secondo Giovanni:
« ...la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio ...
...Camminate mentre avete la Luce, perché non vi sorprendano le Tenebre; chi cammina nelle Tenebre non sa dove va. Mentre avete la Luce credete nella Luce, per diventare Figli della Luce ...
...Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre... » (Giovanni 3,19-21;22,35-36;22,46)

Questo presenta dei paralleli con alcuni documenti esseni:
« ...Per il saggio affinché ammaestri tutti i Figli della Luce... In una sorgente di Luce sono le origini della verità e da una fonte di Tenebra le origini dell'ingiustizia... » (Regola della Comunità)

« ...allorché i Figli della Luce porranno mano all'attacco contro il partito dei Figli delle Tenebre... » (Regola della Guerra)

L’organizzazione gerarchica

L’organizzazione di Qumran comprendeva per prima cosa, il Consiglio dei Dodici. Ma al di sotto, esistevano degli ispettori (mebaqqer) che avevano la responsabilità di gruppi ristretti. I loro compiti consistevano principalmente nel ricevere ed esaminare i nuovi membri, nel presiedere le riunioni, in incarichi di tipo economico relativi alla gestione dei beni dei membri della comunità. Il mebaqqer si prende cura dei molti come un padre, consolando, sostenendo, correggendo; esamina i nuovi aspiranti in ogni cosa, dalle loro azioni alla loro intelligenza, forza, ricchezza e vigila che non entri nessun indegno. Il termine esseno mebaqqer corrisponde esattamente al termine greco episkopos (ispettore, sovrintendente) che, nella prima comunità cristiana, designava un’autorità con un grado inferiore al consiglio dei dodici apostoli. Le funzioni dell’episkopos cristiano, coincidevano con quelle del mebaqqer esseno: essi dirigevano le riunioni, si occupavano dell’ammissione dei nuovi membri interrogandoli e battezzandoli, gestivano i beni comuni, e provvedevano ai bisogni della comunità. Inoltre esisteva un altro gruppo nella comunità cristiana: quello dei profeti, di cui ci parla la Didaché e il Pastore di Erma.

Secondo Adalbert Hamman (La vita quotidiana dei primi cristiani, Rizzoli, Milano, 1993, pag. 190), che cita le testimonianze di Giustino e Ireneo, i profeti cristiani avevano ricevuto il dono di guarire, di parlare varie lingue e di conoscere il futuro. Flavio Giuseppe menziona numerosi esseni che erano profeti e veggenti, Filone parla di esseni guaritori dei mali del corpo e dell’anima. Essi assolvevano pertanto una funzione all’interno della comunità, che presenta significative similitudini con il gruppo dei profeti cristiani. (Jean Danielou, I Manoscritti del Mar Morto e le origini del cristianesimo, Arkeios, Roma, 1993, pag. 31)


Comunque, per una lettura integrale del testo, dove assieme alle similitudini ci sono anche le differenze e varie opinioni, rimando alla stessa pagina di Wiki:
http://it.wikipedia.org/wiki/Esseni#Sim ... _cristiana" target="_blank" target="_blank


Nota personale : Un altro particolare che Wikipedia non dice, è che gli esseni hanno in comune anche un altro elemento con l'insegnamento cristiano che era estraneo al giudaismo contemporaneo : il celibato. Infatti l'innovativa esortazione alla castità di Gesù ("vi sono alcuni eunuchi che si sono fatti tali per il Regno dei cieli"), era un elemento presente e contemplato nello stesso Essenismo di cui ci parlano l'Apologia pro Iudaeis, di Filone Alessandrino, 14-17 (questo testo di Filone ci e' pervenuto da Eusebio, in Praeparatio evangelica VIII,11,1-18), il de Bellum iudaicum, di Giuseppe Flavio, II,120, il Naturalis historia, di Plinio il Vecchio, V,15,73 e il Kata pason aireseon élenchos o Refutatio omnium haeresium, di Ippolito Romano, IX,18.



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Mario70
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Messaggio da Mario70 »

Lucifero il Figlio dell'Aurora ha scritto:
erro o gli esseni erano caratterizzati da una grande, e imminente, aspettativa messianica? Gesù può avere qualche relazione con questa?
Gesù, come d'altra parte gli stessi apostoli e primi cristiani, erano certamente apocalittici e caratterizzati dall'attesa imminente della [seconda] venuta messianica. Basti ricordare a tal proposito le più emblematiche frasi di Cristo in tal senso suggellate solennemente dalla sua formula irrevocabile dell'Amen:
In verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo. - Matteo 10:23
In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno - Matteo 16:28
In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada - Matteo 24:34


Esistono molti altri versi ma questi sono certamente i più espliciti e significativi.
il Figlio dell'Uomo (titolo ripreso sicuramente dal Libro di Enoch) è ovviamente Cristo stesso che come suo solito, si riferisce a se stesso in terza persona.

Comunque sia, per quanto riguardo le somiglianze tra i due culti, cito Wikipedia che alla pagina Esseni sembra essere abbastanza precisa e documentata in merito:

* Similitudini filologiche:

Sono quelle che emergono dal confronto tra i manoscritti degli esseni e gli scritti del Nuovo Testamento. Secondo Betz e Riesner: “E’ davvero sorprendente constatare quanto spesso essenismo e cristianesimo primitivo facciano riferimento a un gruppo ben definito di testi veterotestamentari. Poteva esserci, qui, la stessa tradizione esegetica” (Otto Betz, Rainer Riesner, Gesù, Qumran e il Vaticano, LEV, 1995, pag. 221)
Jean Danielou identifica questa comune tradizione esegetica in una raccolta di Testimonia messianiche (4QTest/4Q175) rinvenuta a Qumran, contenente una selezione di profezie dell’Antico Testamento, che sarebbe stata utilizzata anche dai primi cristiani. (Jean Danielou, I Manoscritti del Mar Morto e le origini del cristianesimo, Arkeios, Roma, 1993, pag. 37)
Esistono, inoltre, paralleli filologici che risultano estranei alle tradizioni giudaiche veterotestamentarie. Ad esempio i temi relativi ai “figli della luce” e “i figli delle tenebre”, i “molti / la maggior parte”, la giustificazione “solo per grazia”, la figura del “mebaqqer”, rappresentano punti di contatto presenti nell’essenismo e nel cristianesimo, ma assenti nelle tradizioni esegetiche del giudaismo coevo, rappresentato da gruppi quali i Farisei e i Sadducei, la cui impostazione culturale era improntata ad una fedele e rigorosa osservanza e conformità agli scritti dell’Antico Testamento. Secondo Danielou, si tratta di temi “in cui è più chiara la dipendenza del cristianesimo nei confronti di Qumran” (Jean Danielou, I Manoscritti del Mar Morto e le origini del cristianesimo, Arkeios, Roma, 1993, pag. 33)
Per quanto riguarda le analisi filologiche comparative, André Paul afferma: “Tra gli scritti di Qumran e il Nuovo Testamento anche le rassomiglianze sono precise. Un dato testo particolare, una data espressione o titolo trovano in entrambi corrispondenze sorprendenti. La materia è così ricca che la scelta diventa necessaria”. (André Paul, I Manoscritti del Mar Morto, Elledici, Torino, 2002, pag. 267)
Joseph Fitzmyer fa notare che: “le formule introduttorie del Nuovo Testamento erano invariabilmente più vicine alle formule di Qumran che alle formule mishnaiche, talvolta anche una traduzione letterale delle formule di Qumran.” (Joseph Fitzmyer, Qumran, Queriniana, Brescia, 1995, pag. 159)
Martinez e Barrera aggiungono: “Certo è che i testi del Nuovo Testamento mostrano numerosi paralleli e punti di contatto con quelli di Qumran. Poiché gli scritti esseni sono più antichi di quelli cristiani, è logico supporre che i primi possono avere influito sui secondi”. (Martinez – Barrera, Gli uomini di Qumran, Paideia, Brescia, 1996, pag. 326)

* Similitudini relative alle usanze rituali, alla teologia e alle consuetudini organizzative:

Anche in questi casi le similitudini risultano significative a causa della divergenza esistente tra l’essenismo e le coeve usanze e tradizioni giudaiche. Jean Danielou sottolinea che: “Fu quando la prima chiesa incominciò a svilupparsi, che essa dovette darsi una forma più istituzionale. E qui ancora emergono i punti di contatto con la comunità di Qumran. [...] Risulta così evidente che la prima comunità cristiana è immersa in un ambiente ebreo e vicino a Qumran, dal quale essa riprende numerose forme di espressione”. (Jean Danielou, I Manoscritti del Mar Morto e le origini del cristianesimo, Arkeios, Roma, 1993, pag. 30-39)

Tra le usanze rituali e teologiche, che presentano significative similitudini tra essenismo e cristianesimo, si possono ricordare: i pasti comunitari, le preghiere quotidiane, il battesimo, il calendario solare, la Didaché, il Testamento dei XII patriarchi, la resurrezione dai morti, le beatitudini. Tra le consuetudini organizzative: il matrimonio e il divorzio, la comunione dei beni, l’organizzazione gerarchica, l’organizzazione giudiziaria, l’ascetismo, la vita associata, l’ospitalità.

Nei paragrafi seguenti sono elencati alcuni paralleli tratti dai manoscritti di Qumran e dagli scritti neotestamentari, ed altri aspetti riguardanti le usanze rituali e sociali delle rispettive comunità:

Scribi e Farisei
La Comunità di Qumran presenta similitudini notevoli con la testimonianza evangelica; infatti nell'attesa della liberazione dall'oppressione romana, si ponevano in conflitto con la classe politica e sacerdotale (i sadducei etichettati come collaborazionisti), gli scribi ed i farisei messi alla berlina anche da Gesù (farisei, sadducei, scribi, pubblicani... guai a voi! in Matteo 23)

Il rito cenobitico
Era previsto che in un gruppo di 10 uomini vi fosse almeno un sacerdote, che quando questi si riuniscono a cena per discutere e chiedere chiarimenti al sacerdote si disponessero a tavola secondo la scala gerarchica e che questi avessero a tavola sia del pane che del vino; il primo a toccare pane e vino doveva essere il sacerdote (definito in quest'indicazione "messia d'Israele") che li benediceva, quindi tutti gli altri commensali, che benedicevano anche loro il pane "ciascuno secondo la propria dignità".

I Molti
Un esempio che si cita spesso è costituito dall'espressione “i molti / la maggior parte”, un termine generico che è venuto a designare un intero gruppo di fedeli in diversi passi del Nuovo Testamento. È probabile che nelle parole eucaristiche di Gesù, come sono riportate in Matteo e in Marco, il termine sia usato per indicare il gruppo dei discepoli, mentre nel testo parallelo, Luca abbia sentito la necessità di spiegarne il significato per i suoi lettori.
« Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati” » (Matteo 26,27-28)
« Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: “questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza, versato per molti” » (Marco 14,23-24)
« Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi” » (Luca 22,20)

Un caso più chiaro è nella Seconda Lettera ai Corinti di Paolo:
« se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me soltanto, ma in parte almeno, senza voler esagerare, tutti voi. Per quel tale però è già sufficiente il castigo che gli è venuto dai più » (2Co 2,5-6)

A Qumran i membri a pieno diritto sono designati con la stessa parola ebraica che sta dietro l'espressione paolina “i molti / la maggior parte”. La Regola della comunità detta norme su chi può parlare e quando può intervenire durante le assemblee generali di tutto il gruppo: « Nella seduta dei molti nessuno proferisca alcuna parola senza il gradimento dei molti, né di colui che fa da ispettore dei molti » (Regola della comunità VI, 11-12)

Il termine compare in questo senso: 26 volte nelle colonne VI-VIII, una volta nella colonna IX, e tre volte nel Documento di Damasco. In alcuni di questi casi è chiaro che “i molti” avevano funzioni giudiziarie, proprio come in 2 Corinti : « Inoltre nessuno introduca una causa contro il suo prossimo davanti ai molti se prima non v'è stata una ritenzione davanti ai testimoni » (Regola della comunità VI, 1)

Grazie ai testi di Qumran, oggi è finalmente chiaro che le espressioni neotestamentarie “i molti” o “la maggioranza” indicano sempre la totalità degli uomini o dei membri della comunità.


Il rito eucaristico
Il rito dell'eucaristia, descritto dall'evangelista Luca:
« poi preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo "questo è il mio corpo che è dato per voi: fate questo in ricordo di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi » (Luca 22,19-20

Presenta dei paralleli con alcuni riti esseni, tuttavia, come riferisce il Vangelo di Giovanni, durante la cena Gesù lavò i piedi ai suoi discepoli e disse loro di farlo l'un l'altro:« "Quando dunque ebbe loro lavato i piedi e ripreso le sue vesti, si mise di nuovo a tavola, e disse loro: Capite quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore; e dite bene, perché lo sono. Se io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io. In verità, vi dico che il servo non è maggiore del suo signore, né il messaggero è maggiore di colui che lo ha mandato". » (Gv 13,13-16)

Alle similitudini eucaristiche con il rito esseno corrisponde una grande differenza: Non vi è ordine gerarchico, non vi è sottomissione di casta o di livello. Il maestro Gesu' invece lava i piedi ai discepoli; ma soprattutto, gli esseni dovevano lavarsi -prima- di essere a tavola, non sarebbe stata tollerata perché impura, una vasca d'acqua per i piedi durante il pasto. « ...in ogni luogo in cui saranno dieci uomini del consiglio della comunità, tra di essi non mancherà un sacerdote: si siederanno davanti a lui, ognuno secondo il proprio grado, e così, nello stesso ordine, sarà domandato il loro consiglio in ogni cosa. E allorché disporranno la tavola per mangiare o il vino dolce per bere, il sacerdote stenderà per primo la sua mano per benedire in principio il pane e il vino dolce... » (Regola della Comunità, V)

« ...e quando si raduneranno alla mensa comune oppure a bere il vino dolce, allorché la mensa comune sarà pronta e il vino dolce da bere sarà versato, nessuno stenderà la sua mano sulla primizia del pane e del vino dolce prima del sacerdote, giacché egli benedirà la primizia del pane e del vino dolce e stenderà per primo la sua mano sul pane. Dopo, il Messia di Israele stenderà le sue mani sul pane e poi benediranno tutti quelli dell'assemblea della comunità, ognuno secondo la sua dignità. In conformità di questo statuto essi si comporteranno in ogni refezione, allorché converranno insieme almeno dieci uomini... » (Regola dell'Assemblea, II)

Le similitudini non giustificano inoltre l'idea di una vera e propria derivazione del rito cristiano da quello esseno. Al riguardo scrive Hans Conzelmann « L'idea cristiana del pasto sacramentale e la sua forma sono state prese in prestito da modelli non-cristiani? Il giudaismo non ha sacramenti: l'idea che mangiando e bevendo determinate sostanze consacrate secondo un rituale determinato si crea la comunione con Dio, gli è estranea. Però esistono, nel giudaismo, pasti sacri, soprattutto la cena di "pesah" che si celebra una volta l'anno in ricordo delle liberazione del popolo dalla schiavitu' di Egitto. I cristiani hanno molto presto interpretato la loro Santa Cena come cena di "pesah": Cristo morendo era il vero agnello di pesah (pasquale)....Recentemente si è portato l'esempio della setta di Qumran, che celebrava due volte al giorno il suo pasto con pane e mosto. Ma anche questa è soltanto un'affinità esteriore. » (a pag.74-75 dell'op.cit. "Le origini del Cristianesimo")

Partendo dall'ebraicità di Gesù appariva piuttosto difficile giustificare il rito eucaristico, ossia il cibarsi del sangue e della carne del dio, atto apertamente blasfemo per la comunità ebraica del tempo sebbene piuttosto diffuso in altre religioni orientali. Questo tema era già sentito in età apostolica, e la lettera agli ebrei dà un'interpretazione rivolta all'ebraismo della morte di Cristo, mettendola in relazione con i sacrifici del tempio di Gerusalemme, durante i quali gli animali venivano uccisi e consumati.


Il tema del deserto

Il tema del deserto, presente nel racconto su Giovanni Battista dell'evangelista Marco: « Come è scritto nel profeta Isaia: "Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri" » (Marco 1,2-3)

Presenta dei paralleli con un passo della regola della comunità: « [...] in base a queste norme saranno separati di mezzo al soggiorno degli uomini dell'ingiustizia per andare nel deserto a preparare la via di lui, come sta scritto "nel deserto preparate la via, appianate nella steppa una strada per il nostro Dio [...] » (Regola della Comunità, VIII, 13-14)

Entrambe le citazioni provengono da un passo del profeta Isaia, riportato nel libro di Isaia: « Preparate nel deserto la via del Signore, appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio! Ogni valle sia colmata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; i luoghi scoscesi siano livellati, i luoghi accidentati diventino pianeggianti. Allora la gloria del Signore sarà rivelata, e tutti, allo stesso tempo, la vedranno; perché la bocca del Signore l'ha detto » (Isaia 40,3-5)

Ma ciò non desta molta meraviglia in quanto il libro di Isaia era ampiamente utilizzato e copiato a Qumran ed era utilizzato da tutti gli ebrei per i risvolti messianici ed escatologici. Anche in ambito cristiano i risvolti profetici messianici ed escatologici vennero marcati e sottolineati.


I Figli della Luce

Il tema della luce è presente in vari passi del vangelo secondo Giovanni:
« ...la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio ...
...Camminate mentre avete la Luce, perché non vi sorprendano le Tenebre; chi cammina nelle Tenebre non sa dove va. Mentre avete la Luce credete nella Luce, per diventare Figli della Luce ...
...Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre... » (Giovanni 3,19-21;22,35-36;22,46)

Questo presenta dei paralleli con alcuni documenti esseni:
« ...Per il saggio affinché ammaestri tutti i Figli della Luce... In una sorgente di Luce sono le origini della verità e da una fonte di Tenebra le origini dell'ingiustizia... » (Regola della Comunità)

« ...allorché i Figli della Luce porranno mano all'attacco contro il partito dei Figli delle Tenebre... » (Regola della Guerra)

L’organizzazione gerarchica

L’organizzazione di Qumran comprendeva per prima cosa, il Consiglio dei Dodici. Ma al di sotto, esistevano degli ispettori (mebaqqer) che avevano la responsabilità di gruppi ristretti. I loro compiti consistevano principalmente nel ricevere ed esaminare i nuovi membri, nel presiedere le riunioni, in incarichi di tipo economico relativi alla gestione dei beni dei membri della comunità. Il mebaqqer si prende cura dei molti come un padre, consolando, sostenendo, correggendo; esamina i nuovi aspiranti in ogni cosa, dalle loro azioni alla loro intelligenza, forza, ricchezza e vigila che non entri nessun indegno. Il termine esseno mebaqqer corrisponde esattamente al termine greco episkopos (ispettore, sovrintendente) che, nella prima comunità cristiana, designava un’autorità con un grado inferiore al consiglio dei dodici apostoli. Le funzioni dell’episkopos cristiano, coincidevano con quelle del mebaqqer esseno: essi dirigevano le riunioni, si occupavano dell’ammissione dei nuovi membri interrogandoli e battezzandoli, gestivano i beni comuni, e provvedevano ai bisogni della comunità. Inoltre esisteva un altro gruppo nella comunità cristiana: quello dei profeti, di cui ci parla la Didaché e il Pastore di Erma.

Secondo Adalbert Hamman (La vita quotidiana dei primi cristiani, Rizzoli, Milano, 1993, pag. 190), che cita le testimonianze di Giustino e Ireneo, i profeti cristiani avevano ricevuto il dono di guarire, di parlare varie lingue e di conoscere il futuro. Flavio Giuseppe menziona numerosi esseni che erano profeti e veggenti, Filone parla di esseni guaritori dei mali del corpo e dell’anima. Essi assolvevano pertanto una funzione all’interno della comunità, che presenta significative similitudini con il gruppo dei profeti cristiani. (Jean Danielou, I Manoscritti del Mar Morto e le origini del cristianesimo, Arkeios, Roma, 1993, pag. 31)


Comunque, per una lettura integrale del testo, dove assieme alle similitudini ci sono anche le differenze e varie opinioni, rimando alla stessa pagina di Wiki:
http://it.wikipedia.org/wiki/Esseni#Sim ... _cristiana" target="_blank" target="_blank" target="_blank


Nota personale : Un altro particolare che Wikipedia non dice, è che gli esseni hanno in comune anche un altro elemento con l'insegnamento cristiano che era estraneo al giudaismo contemporaneo : il celibato. Infatti l'innovativa esortazione alla castità di Gesù ("vi sono alcuni eunuchi che si sono fatti tali per il Regno dei cieli"), era un elemento presente e contemplato nello stesso Essenismo di cui ci parlano l'Apologia pro Iudaeis, di Filone Alessandrino, 14-17 (questo testo di Filone ci e' pervenuto da Eusebio, in Praeparatio evangelica VIII,11,1-18), il de Bellum iudaicum, di Giuseppe Flavio, II,120, il Naturalis historia, di Plinio il Vecchio, V,15,73 e il Kata pason aireseon élenchos o Refutatio omnium haeresium, di Ippolito Romano, IX,18.



Saluti
C'è la possibilità che alcuni esseni che vennero in contatto con il cristianesimo delle origini, abbiano dato origine agli ebioniti, dei giudeo cristiani che negavano la divinità di Cristo, considerandolo un profeta con una relazione speciale con Dio, tema ripreso dai futuri musulmani, a parte questa peculiare setta, le idee essene non ebbero molta rilevanza nel cristianesimo ortodosso.
Ciao
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Mario70 ha scritto:C'è la possibilità che alcuni esseni che vennero in contatto con il cristianesimo delle origini, abbiano dato origine agli ebioniti, dei giudeo cristiani che negavano la divinità di Cristo, considerandolo un profeta con una relazione speciale con Dio, tema ripreso dai futuri musulmani, a parte questa peculiare setta, le idee essene non ebbero molta rilevanza nel cristianesimo ortodosso.
Ciao
Ecco il punto è proprio questo: c'è chi, forse in cerca di "sensazionalismi" finalizzati a vendere qualche copia del loro libro, affermano che parlando degli esseni o dei primi cristiani in realtà si parli, addirittura, della stessa cosa e chi ne parla invece come se fossero distinte e separate. Ma se come dice Mario70 il cristianesimo ortodosso non è stato influenzato dal movimento esseno, l'affermazione del Papà non sembra contradditoria? O devo pensare, che dovendo fare i conti con quegli studiosi che sostengono che un'influenza ci sia stata, stia, per così dire, mettendo le mani avanti...
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siril ha scritto:Ecco il punto è proprio questo: c'è chi, forse in cerca di "sensazionalismi" finalizzati a vendere qualche copia del loro libro, affermano che parlando degli esseni o dei primi cristiani in realtà si parli, addirittura, della stessa cosa e chi ne parla invece come se fossero distinte e separate. Ma se come dice Mario70 il cristianesimo ortodosso non è stato influenzato dal movimento esseno, l'affermazione del Papà non sembra contradditoria? O devo pensare, che dovendo fare i conti con quegli studiosi che sostengono che un'influenza ci sia stata, stia, per così dire, mettendo le mani avanti...
L'affermazione non contraddice la tesi secondo cui il Cristianesimo si è sviluppato in modo indipendente rispetto all'essenismo, perché il Papa parla di contatti tra Giovanni e gli esseni. Ora, in effetti, tale contatto c'è, ma questo non significa che Giovanni fosse un membro della setta essenica (anche se non possiamo escludere una sua qualche frequentazione con la medesima). Il messaggio di Cristo, però, così come reinterpreta a modo suo quello di Giovanni, si distanzia in modo abbastanza netto da quello esseno: si pensi, come ho detto sopra, solo all'ossessione degli esseni per la purità, che invece è un elemento contro cui Gesù prese nettamente posizione.
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Messaggio da Lucifero il Figlio dell'Aurora »

Il fatto che nel cristianesimo ci siano degli elementi di distacco (come è giusto che sia, altrimenti non sarebbero due religioni a se stanti), nulla toglie alle numerose accomunanze che danno tutto il diritto di pensare che non solo il Battista ma Cristo stesso, fu un appartenente, e in seguito, probabilmente dopo l'inizio del suo ministero pubblico, distaccatosi da una eventuale setta essena cui apparteneva. Se è poi vero che la setta essena dava molto importanza e forse considerava addirittura come testo sacro il Libro Enoch, come fa pensare il suo ritrovamento a Qumran, diventano allora più evidenti e addirittura fondamentali gli aspetti messianici che legano l'escatologia (e l'angelologia) essenica con quella gesuana.



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polymetis
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L’ipotesi di un Gesù esseno è già stata ampiamente criticata, e, decisamente, sono in ben pochi a crederci.
Se A e B sono simili, non necessariamente si sono copiati a vicenda, perché potrebbero al contrario essere simili in quanto entrambi ispirati ad un terzo, cioè C. La vicinanze tra Gesù e gli esseni sono cioè spesso spiegabili col comune humus in cui sono cresciuti, il giudaismo del II tempio, e certi paralleli si chiarificano vedendo la letteratura intra-testamentaria.
Da ultimo, se anche ci fossero dei plagi diretti, questo ancora non implica un'adesione di Gesù agli esseni. Se ad esempio la dottrina sociale della Chiesa imita in qualche punto quella dei comunisti, tra l’altro danto tutt’altro significato alla presunte somiglianze formali, ciò non implica che don Sturzo fosse mai stato comunista, implica semplicemente che conosceva alcune dottrine loro, o del movimento operaio, che gli piacevano, e dunque le imitò. Scrive a questo proposito il papirologo protestante C. Thiede in un suo volume sugli esseni:


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Carsten Peter Thiede, I rotoli del Mar Morto, Milano, 2003, Mondadori
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Lucifero il Figlio dell'Aurora
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Polymetis
L’ipotesi di un Gesù esseno è già stata ampiamente criticata, e, decisamente, sono in ben pochi a crederci.
Veramente il numero non mi sembra cosi' esiguo. Solo per fare alcuni nomi si possono citare Otto Betz, Rainer Riesner, Jean Danielou, André Paul, Joseph Fitzmyer, Garcia Martinez Florentino e Barrera Julio Trebolle.
Se A e B sono simili, non necessariamente si sono copiati a vicenda, perché potrebbero al contrario essere simili in quanto entrambi ispirati ad un terzo, cioè C. La vicinanze tra Gesù e gli esseni sono cioè spesso spiegabili col comune humus in cui sono cresciuti, il giudaismo del II tempio, e certi paralleli si chiarificano vedendo la letteratura intra-testamentaria.
capisco perfettaente Ma è proprio questo il punto, ci sono elementi invece che sono estranei al giudaismo del secondo tempio e che sono invece caratteristici dell'essenismo e del proto-cristianesimo. Ad esempio, sapresti dirmi gentilmente da dove viene l'espressione "Figli della Luce/delle Tenebre" e chi ne farebbe uso caratteristico nella letteratura intratestamentaria all'infuori della comunità essena e cristiana? Grazie. Come dice, giustamente anche Wikipedia, citando le dovute fonti "Esistono, paralleli filologici che risultano estranei alle tradizioni giudaiche veterotestamentarie. Ad esempio i temi relativi ai “figli della luce” e “i figli delle tenebre”, i “molti / la maggior parte”, la giustificazione “solo per grazia”, la figura del “mebaqqer”, rappresentano punti di contatto presenti nell’essenismo e nel cristianesimo, ma assenti nelle tradizioni esegetiche del giudaismo coevo, rappresentato da gruppi quali i Farisei e i Sadducei, la cui impostazione culturale era improntata ad una fedele e rigorosa osservanza e conformità agli scritti dell’Antico Testamento. Secondo Danielou, si tratta di temi “in cui è più chiara la dipendenza del cristianesimo nei confronti di Qumran” (Jean Danielou, I Manoscritti del Mar Morto e le origini del cristianesimo, Arkeios, Roma, 1993, pag. 33)"



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polymetis
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Veramente il numero non mi sembra cosi' esiguo. Solo per fare alcuni nomi si possono citare Otto Betz, Rainer Riesner, Jean Danielou, André Paul, Joseph Fitzmyer, Garcia Martinez Florentino e Barrera Julio Trebolle.
Questi non sono tanti, e poi, visto che ho usato il tempo presente, non dovresti citare gente morta, che ovviamente non può avere dell'aggiornamento bibliografico. Da ultimo, non scambiamo i pareri di chi dice che Gesù ha avuto contatti con gli esseni, o che singole dottrine possono essere mutuate dagli esseni, con chi invece sostiene che Gesù fu un esseno. Sono cose diverse, ed evidentemente i redattori di wikidilettantismo non sono in grado di cogliere queste sfumature.

"capisco perfettaente Ma è proprio questo il punto, ci sono elementi invece che sono estranei al giudaismo del secondo tempio e che sono invece caratteristici dell'essenismo e del proto-cristianesimo. Ad esempio, sapresti dirmi gentilmente da dove viene l'espressione "Figli della Luce/delle Tenebre" e chi ne farebbe uso caratteristico nella letteratura intratestamentaria all'infuori della comunità essena e cristiana"

la mia risposta era molto più lunga ed articolata. Ho detto che alcune dottrine sono prese dall'humus comune della letteratura intratestamentaria ed antico-testamentaria, altre dottrine invece, come ripeto, non occorre essere esseni per conoscerle. Io posso fondare una nuova religione ed inserire elementi islamici perché sono uno studioso di religioni, dunque conoscono alcune teorie islamiche, mi piacciono, e le mutuo il linguaggio, ma questo non vuol dire che io sia mai stato musulmano. Non occorre cioè essere esseno per conoscere alcune dottrine essene, e sopratutto non è lecito usare queste analogie per sostenere che Gesù sia stato un esseno a fronte del fatto che le divergenze superano di gran lunga le similarità, e che per di più le somiglianze sono sono formali e di linguaggio, le differenze invece sono di contenuto e sostanza.
Non bisogna poi fare confusione tra Gesù e il Nuovo Testamento, e non sto parlando delle differenze tra il Gesù storico e le parole che gli agiografi gli mettono in bocca, ma proprio delle differenze tra le parole di Gesù riportate nei Vangeli e i commenti di spiegazione che può mettere un evangelista, il quale, ulteriormente, può aver mutuato quelle parole dal lessico esseno senza essere stato un esseno.
Da ultimo, la luce è un simbolo di positività e di bene contrapposto alle tenebre in tutte le culture, e questo non perché le culture si siano influenzate a vicenda, ma perché banalmente di notte le persone, in ogni angolo del globo, non vedevano i pericoli. Sicché le tenere sono da sempre simbolo del male, e la luce del bene: queste analogie si creano automaticamente anche a migliaia di km di distanza senza che 2 culture si siano mai incontrate, e la loro comune base è che gli esseri umani sono fatti in un solo modo, e dunque di notte nessuno ci vede. Vale a dire che non è neppure necessario supporre, di rigore, che quell'espressione sia mutuata dagli esseni, e che Gesù li abbia anche solo conosciuti (o Gesù o Giovanni, visto che quei logia non ci sono nei sinottici), in quanto sono metafore talmente ovvie che potrebbe anche essere un puro caso il chiamare chi fa il bene figlio della luce.
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Lucifero il Figlio dell'Aurora
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Messaggio da Lucifero il Figlio dell'Aurora »

e poi, visto che ho usato il tempo presente, non dovresti citare gente morta, che ovviamente non può avere dell'aggiornamento bibliografico.
Veramente tra i citati c'è gente tutt'ora in vita e vegeta e in carne ed ossa, piuttosto perchè allora tu mi citi Thiede che è morto e sepolto da oltre un lustro e che non può dunque essere lui piuttosto a conoscenza degli ultimi sviluppi riguardo Qumran e gli Esseni?
E poi la parola tanti o pochi mi sembra una parola relativa e opinabile, dobbiamo ridurci a farci delle liste ora? Discutiamo piuttosto sulle tesi, i nomi di chi le sostengono sono si importanti, ma secondari, che possono dare appoggio ma non conferma...
Non occorre cioè essere esseno per conoscere alcune dottrine essene, e sopratutto non è lecito usare queste analogie per sostenere che Gesù sia stato un esseno a fronte del fatto che le divergenze superano di gran lunga le similarità
Guarda, se dovessimo usare il tuo rigorismo metodologico, allora dovremmo perfino estromettere le connessioni tra Gesù e l'ebraismo, giacchè le differenze tra l'ebraismo e il cristianesimo (non parliamo poi del cattolicesimo), sono molto, ma molto più numerose delle sue similitudini....
Da ultimo, la luce è un simbolo di positività e di bene contrapposto alle tenebre in tutte le culture, e questo non perché le culture si siano influenzate a vicenda, ma perché banalmente di notte le persone, in ogni angolo del globo, non vedevano i pericoli. Sicché le tenere sono da sempre simbolo del male, e la luce del bene: queste analogie si creano automaticamente anche a migliaia di km di distanza senza che 2 culture si siano mai incontrate, e la loro comune base è che gli esseri umani sono fatti in un solo modo, e dunque di notte nessuno ci vede
Ragion di più ti chiedo perchè questa locuzione è assente nella tradizione veterotestamentaria e talmudica se è cosi' ovvio il collegamento? Ovviamente sono pronto ad essere smentito, ma voglio fonti non chiacchere.



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polymetis
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“Veramente tra i citati c'è gente tutt'ora in vita e vegeta e in carne ed ossa, piuttosto perchè allora tu mi citi Thiede che è morto e sepolto da oltre un lustro e che non può dunque essere lui piuttosto a conoscenza degli ultimi sviluppi riguardo Qumran e gli Esseni?


Io non ho detto che sono tutti morti. Semplicemente ho detto che c’è nel tuo elenco della gente morta, e siccome la mia affermazione era: “ decisamente, sono in ben pochi a crederci”, non è possibile che per smentire quest’affermazione si citi della gente morta, visto che ovviamente essa non crede, bensì credeva, che Gesù fosse un esseno. Se io posso citare Thiede è perché io, a differenza di te, non stavo quotando una frase al tempo presente in cui si chiedeva, al tempo presente, cosa credono gli studiosi.
Inoltre, la gente da te citata, non crede che Gesù sia stato un esseno, ma solo che nel NT ci siano temi esseni.
“E poi la parola tanti o pochi mi sembra una parola relativa e opinabile, dobbiamo ridurci a farci delle liste ora? Discutiamo piuttosto sulle tesi, i nomi di chi le sostengono sono si importanti, ma secondari, che possono dare appoggio ma non conferma...”
I tuoi pochi sono nessuno. Nessuno della lista di nomi che hai fabbricato, tratta da citazioni riportate da wikipedia, parla, almeno in quelle citazioni, di un Gesù esseno. Si limitano a dire che ci sono delle influenze essene sulla letteratura del NT. Non è assolutamente lo stesso che parlare di un Gesù che fu esseno. Se altrove abbiano detto che Gesù è un esseno non lo so, o meglio, per alcuni di essi è impossibile, visto che come nel caso di Joseph Fitzmyer ho letto dei suoi contributi sull’argomento e non mi sembrava di questo parere, a meno che non abbia cambiato idea, e ne dubito.
“Guarda, se dovessimo usare il tuo rigorismo metodologico, allora dovremmo perfino estromettere le connessioni tra Gesù e l'ebraismo, giacchè le differenze tra l'ebraismo e il cristianesimo (non parliamo poi del cattolicesimo), sono molto, ma molto più numerose delle sue similitudini...”
Non capisco cosa c’entri questa frase, che tra l’altro risponde solo alla seconda delle mie obiezioni. La prima è che non occorre far parte di un gruppo per conoscerne le dottrine, la seconda obiezione è che con gli esseni Gesù ha più differenze che somiglianze, e di contenuto, non di forma. Tu dici che, quanto alla seconda obiezione, dovremmo escludere Gesù dall’ebraismo perché le differenze tra cattolicesimo ed ebraismo sono molte. Ma cosa c’entra? Dovremmo parlare semmai delle ipotetiche differenze tra Gesù e l’ebraismo, non tra il cattolicesimo e l’ebraismo. Il cattolicesimo non solo la dottrina di Gesù, è la dottrina su Gesù.
“Ragion di più ti chiedo perchè questa locuzione è assente nella tradizione veterotestamentaria e talmudica se è cosi' ovvio il collegamento? Ovviamente sono pronto ad essere smentito, ma voglio fonti non chiacchere.”
Veramente non mi sono mai interessato all’argomento, ma, veramente, t’ho già smentito, mostrando che: 1)Per conoscere una locuzione non occorre far parte di un gruppo. Allah, il clemente e il misericordioso… Così inizia ogni Sura del Corano, e se scrivessi un trattato su Dio forse citerei questa bella espressione. Vuol forse dire che faccio parte oppure ho fatto parte dell’islam?
2)Non occorre che si rinvenga una locuzione simile in altre sezioni dell’ebraismo, giacché nulla esclude che, se anche Gesù non avesse conosciuto gli esseni, essa si sia generata automaticamente nella testa di Giovanni partendo da una valenza positiva della luce, che ha in varie culture. Ad esempio anni fa i comparativisti delle religioni, in preda al delirio, sostenevano che l’iconografia della Madonna col bambino in braccio fosse mutuata da Iside che tiene in braccio Horus, e che dunque l’idea fosse copiata dagli egiziani. Ovviamente è stato loro replicato che le donne tengono i loro figli in braccio in ogni angolo del globo, e che se dunque ad un cristiano fosse saltato in mente di rappresentare Maria con Gesù bambino, rifacendosi a qualunque donna vedeva in strada, avrebbe potuto rappresentarla con Gesù in braccio. Il discorso qui è il medesimo: la luce ha una valenza positiva ovunque, dall’Australia all’Iran, e questo perché tutti gli uomini alla luce ci vedono, mentre nelle tenebre non scorgono i pericoli che arrivano. Sicché, sarebbe così improbabile che per puro caso due fonti indipendentemente abbiano forgiato una espressione simile? Se non si accetta l’ipotesi 2, c’è sempre la 1.
Ipotesi 3: non c'è arrivata la letteratura ebraica coeva a Gesù, anzi, prima di Qumran non avevamo assolutamente niente, e il NT era solo come una splendida palma che si staglia nel nulla. Sicché, vista la frammentarietà del materiale pervenuto, nulla ci autorizza a dire che una fonte ne copi un'altra, e che non si tratti invece di un topos letterario dell'epoca, oggi per noi inattingibile vista la scarsezza delle nostre attestazioni letterarie. Entrambi, sia esseni che Giovanni, potrebbero attingere da una ulteriore fonte terza andata perduta. Se non si accetta l'ipotesi 3, si veda la 1.

Ad maiora
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sasa1965
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Messaggio da sasa1965 »

Mi permetto di intervenire in questa discussione , perché la questione di Gesù esseno mi interessa da molti anni.
E vero che fra gli insegnamenti, cristiani e le tradizioni essene vi sono notevoli similitudini, ma è altrettanto vero che le differenze fra i due movimenti sono notevoli.
Ma forse la controversia che è emersa in questa discussione, è fondamentalmente frutto di un equivoco. “L'errore” di fondo è dovuto al fatto che, molti si sono lasciati forviare dall'equazione ormai smentita da molti ricercatori, esseni=comunità di Qumran.
Come prima cosa bisogna dire che la suddetta comunità, non risiedeva precisamente nella zona delle grotte dove sono stati ritrovati i famosi manoscritti, ma era stanziata in un bassopiano che dista qualche chilometro dalla “biblioteca”, e precisamente nell'insediamento di Khirbet Qumran , infatti quest'ultimo è noto agli archeologi dall'inizio del XIX secolo, mentre le grotte furono esplorate solo a partire dal 1949.
In oltre bisogna distinguere i vari periodi di occupazione del sito di Khirbet Qumran. Le ricerche archeologiche, hanno stabilito che il sito venne occupato e abbandonato in diverse epoche. In origine secondo alcuni studiosi, la località sul mar morto, dovrebbe corrisponde alla biblica città del sale, abbandonata per lungo tempo , conobbe il suo periodo di massima espansione, durante la rivolta dei Maccabei, del quale periodo si hanno le più importanti testimonianze archeologiche (monete). L'insediamento venne improvvisamente abbandonato, alla fine del primo secolo aventi cristo, forse a causa di un forte terremoto, o come sostegno meglio le testimonianze degli scavi (segni di incendio nel livello del periodo Erodiano) a causa di un attacco militare.
Il sito fu quasi sicuramente disabitato fino alla fine del regno di Erode il grande.
Dalle monete ritrovate sembra che sia stato successivamente rioccupato in coincidenza con l'inizio del regno di Archelao, fino a circa il 68 e.v. Quando sembra(ma non è certo) sia stato distrutto dalle truppe romane. Una successiva occupazione di Khirbet Qumran si presuma ci sia stata durante la seconda rivolta anti-romana del 132-135 e.v..
Questa breve analisi è stata doverosa, per comprendere
1)che le grotte, con i relativi manoscritti non sono necessariamente collegate con l'insediamento, infatti non si sa quando i testi furono riposti nelle grotte. Una nuova teoria vuole che i testi furono portati da Gerusalemme e zone limitrofe, durante la prima rivolta contro Roma , per preservarli dalla distruzione.
2)Che Khirbet Qumran è stato abito in diversi periodi, non si sa con certezza da chi. Va notato che le varie occupazioni nel corso del tempo, possono essere attribuire a diversi gruppi Giudaici.
I testi rinvenuti nelle 11 grotte, sono sostanzialmente divisi in 2 categorie, Biblici (che comprendoni testi canonici e non canonici e pesharim ) il secondo gruppo di rotoli è definito testi settari.
Sono questi ultimi che posso, farci capire chi erano gli abitanti di Khirbet Qumran (supponendo che gli abitanti siano il gruppo che scrisse almeno parte dei rotoli) . Incredibile a dirsi, ma in questi testi non ricorre mai il nome esseni. Per descrive se stessi la comunità descritta nei manoscritti si autodefinisce, I santi, i figli della luce, i poveri, e anche i custodi del nuovo patto.
In effetti non esiste nessun legame certo fra esseni e Qumran. Questa identificazione la dobbiamo a i primi studiosi dei rotoli, che per 40 anni ne hanno avuto l'assoluto monopolio. Questo gruppo conosciuto come l'equipe internazionale, pensarono di riconoscere negli abitanti dell'insediamento e secondo loro anche gli autori dei rotoli, negli esseni, secondo la descrizione che ne fa Plinio il vecchio:
“A ovest [del Mar Morto], gli Esseni hanno posto la necessaria distanza tra loro e l’insalubre costa. Essi sono un popolo unico nel suo genere e ammirevoli sopra tutti gli altri nel mondo intero, senza donne e avendo completamente rinunciato all’amore, senza denaro e avendo per compagnia solo gli alberi da palma. Grazie alla moltitudine dei nuovi arrivati, questo popolo rinasce ogni giorno in eguale numero; in verità affluiscono in gran numero coloro che, stanchi delle alterne vicende della fortuna, la vita indirizza ad adottare i loro costumi. Così, incredibile a dirsi, da migliaia di secoli esiste un popolo che è eterno ma in cui non nasce nessuno: talmente fecondo per essi è il pentimento che altri provano per le proprie vite passate! Al disotto degli Esseni vi era la città di Engedi, seconda solo a Gerusalemme per fertilità e boschetti di palme, ma oggi è diventata un’altro cumulo di cenere. Poi vi è la fortezza di Masada, situata su uno scoglio e non lontano il Mar Morto. E fin qui arriva la Giudea.”
Una seconda testimonianza, potrebbe essere quella di Dione di Prusa, che dice:
"Gli Esseni [...] costituiscono un'intera polis prosperosa presso il Mar Morto, nel centro della Palestina, non lontano da Sodoma."
Forte di questi 2 allusioni De Vaux, si affretto a dichiarare che i rotoli e l'insediamento, erano appartenuti a dei “monaci” Ebrei, un gruppo ascetico, dedito alla preghiera e alla collezione di libri, i quali al pari dei monaci nostrani erano casti e non si sposavano, conosciti nell'antichità come esseni.
Quest'ipotesi però non teneva conto di altre 2 testimonianze del periodo, una di Giuseppe Flavio, il quale afferma fra le altre cose che gli esseni, non abitano in una sola città, ma in varie città prendono domicilio in molti (come invece aveva ipotizzato De Vaux, interpretando Dione e Plinio), ma cosa più importante alcuni gruppi di esseni prendevano moglie e avevano figli.
La seconda nota stonata e suonata da Filone di Alessandria, il quale sostiene, che gli esseni erano si un gruppo pacifico, ma che vivevano in tutti i villaggi d'Israele. Da notare, che gli scavi di padre Pixner hanno confermato che un intero quartiere esseno era situato proprio nel cuore dell'antica Gerusalemme, probabilmente Gesù, consumò l'ultima cena proprio nel quartiere esseno della città santa.
Un altro punto che contrasta con la tesi del equipe internazionale si trova proprio nei leggendari rotoli. Essi contengono alcuni “trattati” come il rotolo della guerra e il rotolo di Rame, che tutto sono meno che un breviario di candide preghiere di santi monaci.
Questa è per sommi capi la teoria “tradizionale”, che oggi viene rigettata da molti studiosi.
Una seconda ipotesi venne formulata alla fine degli anni 80 del secolo scorso da alcuni studiosi i più importanti sono Sukenik, Eisenman, Golb, i quali fecero notare, che
1)L'ultimo stadio di ricostruzione dell'insediamento di Khirbet Qumran, somigliava più a una fortezza (infatti sembra che ci sia almeno una torre fortificata, una spessa cinta muraria, e quasi certamente una fucinai per forgiare ami).
2)Un secondo riferimento, nelle guerre Giudaiche di Giuseppe riporta, quanto segue: Quando giunge con gloria [gli Esseni] giudicano la morte come migliore della conservazione della vita. I loro spiriti, del resto, furono sottoposti ad ogni genere di prove dalla guerra contro i Romani, nella quale furono stirati e contorti, bruciati e fratturati, fatti passare sotto ogni strumento di tortura, affinché bestemmiassero il legislatore oppure mangiassero alcunché di illecito, ma rifiutarono ambedue le cose: neppure adularono mai i loro torturatori né piansero. In effetti sembra molto probabile che molti esseni combatteremo nella guerra contro Roma, e si comportarono eroicamente.
Da notare che prima della scoperta delle grotte, il luogo fu classificato come una fortezza difensiva. Una altra anomalia e la quasi completa assenza di materiale scrittorio nel sito (sono stati trovati solo alcuni calamai), questo fatto deporrebbe contro l'identificazione classica .
Basandosi su queste testimonianze, è stata avanzata l'ipotesi che Khirbet Qumran, fosse un avamposto militare, che nulla aveva che spartire con le grotte e i rotoli.
La teoria meno ortodossa avanzata dal prof. R. Eisenman, ipotizza che durante il primo secolo l'insediamento sia stato occupato, da i Giudeocristiani guidati da Giacomo fratello di Gesù, i quali non sarebbero altro che, una delle correnti dell'Essenismo, sempre secondo quest'ipotesi il gruppo fondato da Gesù sarebbe stato fra i più attivi durante rivolta del 66 e.v. E nella successiva guerra contro Roma. Eisenman, fa notare che la rivolta Ebraica, si scateno come conseguenza dell'omicidio di Giacomo.
Un colpo mortale all'ipotesi classica, lo ha forse inferto nel 2005 gli scavi di Magen e Peleg, duranti i quali sono stati ritrovati gioielli ,monili e contenitori per cosmetici, che sono logicamente incompatibili con una comunità di asceti.

Un ultima ipotesi da prendere in considerazione è conosciuta come “ipotesi di Groningen” , formulata da uno dei più autorevoli studiosi della questine Qumranica, Florentino Garcia Martinez, lo studioso che vede un legame stretto fra gli abitanti del sito e i rotoli, ipotizza che, gli autori dei testi settari, risiedessero a Khirbet Qumran, sarebbero in ultima analisi una corrente scismatica del essenismo, che era invece diffuso in tutta la Palestina. Egli vede nel maestro di giustizia il capo di questi riformatori che si opponeva all'uomo della menzogna, identificabile come “la guida spirituale” degli esseni. Questa teoria riuscirebbe a chiarire le differenze che si riscontrano nel resoconto degli storici (Plinio, Filone e Flavio) su Qumran e gli Esseni.
Qual'è il legame fra Esseni, Qumran e movimenti di Gesù?
Che Egli fosse un esseno o il maestro di giustizia, mi sembra più tosto improbabile. I nuovi studi sul sito e i rotoli , fanno emergere però altri possibili scenari in cui collocare, Gesù e il suo movimento. Lungi dall'essere un gruppo monolitico e stanziato solo sulle sponde del mar morto, gli esseni, vengono reinterpretati come un movimento di un giudaismo diverso , definito Enochiano (Boccaccini), diffusosi a partire dal secondo secolo avanti cristo, in tutta la Palestina e oltre. Con il passare del tempo come sempre accada, il gruppo (gli esseni) patì delle scissioni, fra queste la comunità del mar morto , probabilmente gli zeloti (prove archeologiche sembrano legareli strettamente). Stando alle usanze(il calendario, ecc.) in comune, il movimento di Gesù avrebbe tutte le caratteristiche per discendere se non direttamente dal pensiero esseno, da uno dei movimenti a essi collegati, come la comunità di Qumran. E' chiaro che per adesso non si può dare una risposta definitiva a questa questione, ma sicuramente i futuri studi sulla setta di Qumran gli esseni e anche gli zeloti, potranno meglio fissare le radici del pensiero del maestro di Nazarete e dei Nazorei.

Ciao
Se abbiamo bisogno di leggende, che queste leggende abbiano almeno l'emblema della verità! Mi piacciono le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, odio quelle degli impostori.


François-Marie Arouet
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