Nucleare e Santa Sede

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=Marcuccio=
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Nucleare e Santa Sede

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Domanda: sappiamo che la Santa Sede è sempre stata favorevole al nucleare civile (forse qualcuno lo ricorda: la Santa Sede fu tra i fondatori dell’Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica [Aiea] nel '57), il Papa oggi dice: «Si utilizzino energie non pericolose».
C'è qualcuno che sa spiegarmi come sia possibile essere favorevoli al nucleare civile ed esortare all'uso di energie non pericolose (nucleare)?
Allo stato attuale delle cose scorgo dell'incoerenza, ma non conosco in modo approfondito le motivazioni della parte che giudico. Mi domando non tanto per criticare, quanto per capire le ragioni dell'altro.
Voi che ne pensate?

p.s.: si... ogni tanto mi faccio vivo
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Gabriella Prosperi
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Ma bentornato Marcuccio.
Non sono al corrente nè della vecchia nè della nuova dichiarazione, puoi postare qualche link così mi aggiorno?
Gabriella
La cosa più difficile a questo mondo? Vivere! Molta gente esiste, ecco tutto.Oscar Wilde
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Paxuxu
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Se rinunciamo al nucleare per il civile, dobbiamo licenziare, medici, infermieri e portantini (o come si chiamano adesso) che lavorano nei reparti di Radiologia negli ospedali, cliniche e ASL, ma in compenso ci salviamo dal nucleare, è questo che volete?


:sorriso:


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Justee
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=Marcuccio= ha scritto:Domanda: sappiamo che la Santa Sede è sempre stata favorevole al nucleare civile (forse qualcuno lo ricorda: la Santa Sede fu tra i fondatori dell’Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica [Aiea] nel '57), il Papa oggi dice: «Si utilizzino energie non pericolose».
C'è qualcuno che sa spiegarmi come sia possibile essere favorevoli al nucleare civile ed esortare all'uso di energie non pericolose (nucleare)?
Allo stato attuale delle cose scorgo dell'incoerenza, ma non conosco in modo approfondito le motivazioni della parte che giudico. Mi domando non tanto per criticare, quanto per capire le ragioni dell'altro.
Voi che ne pensate?

p.s.: si... ogni tanto mi faccio vivo
http://www.admin.ch/ch/i/rs/i7/0.732.011.it.pdf" target="_blank
Art. II Scopi
L’Agenzia ha lo scopo di accelerare e accrescere il contributo dell’energia nucleare alla pace, alla sanità e alla prosperità del mondo intero. Essa cura, nel limite dei suoi mezzi, che l’aiuto fornito da lei oppure a sua domanda o sotto la sua direzione o il suo controllo non sia usato in maniera da servire a fini militari.



http://www.vatican.va/roman_curia/secre ... ri_it.html" target="_blank
Signor Presidente,
il settore nucleare può essere una grande opportunità per il futuro. Ciò spiega il "rinascimento nucleare" che emerge a livello mondiale. Questo rinascimento sembra offrire prospettive di sviluppo e prosperità. Tuttavia, potrebbe ridursi a illusione senza un "rinascimento culturale e morale". Purtroppo, il mero benessere materiale non elimina i rischi e i conflitti legati alla povertà e alla miseria culturali e morali degli uomini e delle donne. Per questo motivo, le politiche energetiche devono essere considerate nella prospettiva dello "sviluppo integrale dell'essere umano" (Dichiarazione sul Diritto allo Sviluppo del 1986, pp 5), che implica non solo lo sviluppo materiale, ma, soprattutto, quello culturale e morale di ogni persona e di tutti i popoli. Sono tutti coinvolti in questo progetto ambizioso e indispensabile, sia all'esterno che all'interno dei settori nucleare ed energetico, in campi pubblico e privato, a livello governativo e non governativo. In tal modo, un impegno comune alla sicurezza e alla pace porterà non solo a un'equa distribuzione delle risorse della terra, ma, soprattutto, all'edificazione di un "ordine sociale e internazionale in cui diritti e libertà" di tutte le persone umane possano pienamente realizzarsi (Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo, Art. 28).

Grazie per la cortese attenzione.
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arwen
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Paxuxu ha scritto:Se rinunciamo al nucleare per il civile, dobbiamo licenziare, medici, infermieri e portantini (o come si chiamano adesso) che lavorano nei reparti di Radiologia negli ospedali, cliniche e ASL, ma in compenso ci salviamo dal nucleare, è questo che volete?


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Paxuxu
Si, forse si riferiva al nucleare usato nella medicina, se sei stato in un ospedale forse hai visto il reparto di medicina "nucleare", anch'io ho fatto esami particolari li. Senza dimenticare le cure per il cancro.......
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" Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro si allontana.
Oh no !. Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio;
Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. "
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Gabriella Prosperi ha scritto:Ma bentornato Marcuccio.
Non sono al corrente nè della vecchia nè della nuova dichiarazione, puoi postare qualche link così mi aggiorno?
Gabriella
Grazie Gabriella per il tuo "bentornato",
come al solito sono di passaggio, ma mi interessava avere la vostra opinione.
Allora il 24 aprile 2006 a p. 17 del "Corriere della Sera" si legge un articolo di Accattoli Luigi dove il Card. Martino afferma appunto che la Santa Sede è stata sempre a favore del nucleare civile essendo stata tra le altre tra i fondatori dell'AIEA come già detto nel mio primo post.
Si legge pure: «Il cardinale ricorda che "Chernobyl ha dato delle lezioni: tutti gli impianti nucleari che erano ancora arretrati sono stati riformati adottando delle misure di protezione per evitare pericoli analoghi" [...]» e ancora «Fa un paragone familiare: "È come insegnare a un bambino a usare un coltello: si deve fare attenzione perché può risultare pericoloso, ma se usato bene può essere utile".»
(http://archiviostorico.corriere.it/2006 ... 4104.shtml" target="_blank" target="_blank)

Ieri, sullo stesso giornale si legge che il Papa esorta - e giustamente aggiungerei io - ad un uso di energie "non pericolose" http://www.corriere.it/cronache/11_giug ... ff41.shtml" target="_blank" target="_blank

Per quanto mi riguarda, il paragone "familiare" del Cardinale è riduttivo... Il nucleare non è come un coltello nelle mani di un bambino, ma il nucleare è il nucleare nelle mani di un bambino che si crede abbastanza adulto per maneggiarlo. Magari l'uomo è abile, ma la natura è imprevedibile. Quasi tutta l'Europa sta valutando sul nucleare per quanto è successo a Fukushima. Forse questa tragedia giapponese ci ha insegnato che l'uomo non può prevedere un bel nulla.
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arwen
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Messaggio da arwen »

=Marcuccio= ha scritto:
Gabriella Prosperi ha scritto:Ma bentornato Marcuccio.
Non sono al corrente nè della vecchia nè della nuova dichiarazione, puoi postare qualche link così mi aggiorno?
Gabriella
Grazie Gabriella per il tuo "bentornato",
come al solito sono di passaggio, ma mi interessava avere la vostra opinione.
Allora il 24 aprile 2006 a p. 17 del "Corriere della Sera" si legge un articolo di Accattoli Luigi dove il Card. Martino afferma appunto che la Santa Sede è stata sempre a favore del nucleare civile essendo stata tra le altre tra i fondatori dell'AIEA come già detto nel mio primo post.
Si legge pure: «Il cardinale ricorda che "Chernobyl ha dato delle lezioni: tutti gli impianti nucleari che erano ancora arretrati sono stati riformati adottando delle misure di protezione per evitare pericoli analoghi" [...]» e ancora «Fa un paragone familiare: "È come insegnare a un bambino a usare un coltello: si deve fare attenzione perché può risultare pericoloso, ma se usato bene può essere utile".»
(http://archiviostorico.corriere.it/2006 ... 4104.shtml" target="_blank" target="_blank" target="_blank)

Ieri, sullo stesso giornale si legge che il Papa esorta - e giustamente aggiungerei io - ad un uso di energie "non pericolose" http://www.corriere.it/cronache/11_giug ... ff41.shtml" target="_blank" target="_blank" target="_blank

Per quanto mi riguarda, il paragone "familiare" del Cardinale è riduttivo... Il nucleare non è come un coltello nelle mani di un bambino, ma il nucleare è il nucleare nelle mani di un bambino che si crede abbastanza adulto per maneggiarlo. Magari l'uomo è abile, ma la natura è imprevedibile. Quasi tutta l'Europa sta valutando sul nucleare per quanto è successo a Fukushima. Forse questa tragedia giapponese ci ha insegnato che l'uomo non può prevedere un bel nulla.
Concordo con te pur essendo cattolica, la penso diversamente ( e posso, non è un dogma di fede ) dal santo padre. Occorrono altre fonti, basta vedere il Giappone.....
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Oh no !. Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio;
Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. "
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Lucio
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Paxuxu ha scritto:Se rinunciamo al nucleare per il civile, dobbiamo licenziare, medici, infermieri e portantini (o come si chiamano adesso) che lavorano nei reparti di Radiologia negli ospedali, cliniche e ASL, ma in compenso ci salviamo dal nucleare, è questo che volete?
Non confondere il referendum che parla delle CENTRALI con l'abolizione totale del nucleare come radioterapie ecc.
E' come confondere la polvere da sparo usata per le armi con quella usata per fare fuochi d'artificio!
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Paxuxu
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Messaggio da Paxuxu »

Sai com'è fatto un reattore nucleare controllato? Oppure come funziona il reparto radiologico di un ospedale e come si creano i raggi che servono per curare? E com'è fatta una centrale nucleare? E come fa la stella nana che noi chiamiamo Sola a continuare a creare i famosi venti solari, portatori del calore verso la terra? Che cos'è una fusione nucleare controllata? Beh, non servono centrali come quelle del Giappone per produrre energia.

Senza contare, che in Giappone non è esplosa la centrale nucleare per un guasto, ma a causa di un maremoto imprevisto.

Avete internet, bene documentatevi anche voi, sennò siete identici a coloro che prendono per oro colato ciò che dice il CD!


Paxuxu
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Paxuxu ha scritto:Senza contare, che in Giappone non è esplosa la centrale nucleare per un guasto, ma a causa di un maremoto imprevisto.
Avete internet, bene documentatevi anche voi, sennò siete identici a coloro che prendono per oro colato ciò che dice il CD!


Paxuxu
Questo discorso non è concreto. Anche se vi fossero dei reattori di terza generazione come si dice in Tv! Perché poi dobbiamo pure sperare che non arrivi un terremoto - imprevisto (dato che tra l'altro non si possono prevedere) - di "terza generazione".

E come dimenticarsi delle scorie visto che ad oggi non sappiamo come eliminarle? Non possiamo certo sperare di trovare una soluzione quando abbandoneremo questo pianeta.

Nei documenti citati da Justee c'è uno stralcio significativo:
«È vero che la sicurezza energetica e la sicurezza nucleare richiedono l'adozione di appropriate misure tecniche e legali, ma queste non possono mai essere, da sole, l'unica risposta a quella che è, soprattutto, una questione relativa alla natura umana. Le minacce alla sicurezza derivano da atteggiamenti e azioni ostili alla natura umana. Dunque è a livello umano che bisogna agire, a livello culturale ed etico. Se, nel breve periodo, sono necessarie misure tecniche e legali per proteggere materiali e siti nucleari e per prevenire atti di terrorismo nucleare, i cui eventuali effetti devastanti sono veramente difficili da immaginare, allora, sul lungo periodo, sono necessarie anche misure di prevenzione che possano incidere sulle più profonde radici culturali e sociali dell'attività criminale e del terrorismo. Indispensabili sono i programmi di formazione e di diffusione di una "cultura di sicurezza e incolumità" sia nel settore nucleare sia nella coscienza pubblica in generale. Un ruolo speciale deve essere riservato a codici di condotta per le risorse umane che, nel settore nucleare, devono essere sempre consapevoli dei possibili effetti della loro attività. La sicurezza dipende dallo Stato, ma, soprattutto, dal senso di responsabilità di ogni singola persona».

Ma qui il problema è incentrato sulle decisioni dell'uomo rispetto all'uso bellico o meno di armi nucleari. Questo documento, in questo senso, e soprattutto in questo stralcio è anacronistico dopo Fukushima. Dopo la tragedia vissuta dal popolo nipponico il problema lo si sta ponendo da molte parti in questi termini:
1) è possibile rendere sicure le centrali nucleari sapendo che i fenomeni catastrofici sono imprevedibili?
2) è razionale mettere il carro davanti ai buoi producendo un tipo di energia che ha delle scorie che non sappiamo come eliminare?

Ma poi il mio quesito era un altro... te lo ripropongo: mi pare ci sia una incoerenza tra la voce del Papa e quello che fa nei fatti la Santa Sede... e non è per criticare, vorrei innanzitutto capire se mi mancano dei dati per capire meglio le ragioni di far parte dell'AIEA e incoraggiare ad usare energia non pericolosa.
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lorenzo74
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Messaggio da lorenzo74 »

=Marcuccio= ha scritto:
Paxuxu ha scritto:Senza contare, che in Giappone non è esplosa la centrale nucleare per un guasto, ma a causa di un maremoto imprevisto.
Avete internet, bene documentatevi anche voi, sennò siete identici a coloro che prendono per oro colato ciò che dice il CD!


Paxuxu
Questo discorso non è concreto. Anche se vi fossero dei reattori di terza generazione come si dice in Tv! Perché poi dobbiamo pure sperare che non arrivi un terremoto - imprevisto (dato che tra l'altro non si possono prevedere) - di "terza generazione".

E come dimenticarsi delle scorie visto che ad oggi non sappiamo come eliminarle? Non possiamo certo sperare di trovare una soluzione quando abbandoneremo questo pianeta.

Nei documenti citati da Justee c'è uno stralcio significativo:
«È vero che la sicurezza energetica e la sicurezza nucleare richiedono l'adozione di appropriate misure tecniche e legali, ma queste non possono mai essere, da sole, l'unica risposta a quella che è, soprattutto, una questione relativa alla natura umana. Le minacce alla sicurezza derivano da atteggiamenti e azioni ostili alla natura umana. Dunque è a livello umano che bisogna agire, a livello culturale ed etico. Se, nel breve periodo, sono necessarie misure tecniche e legali per proteggere materiali e siti nucleari e per prevenire atti di terrorismo nucleare, i cui eventuali effetti devastanti sono veramente difficili da immaginare, allora, sul lungo periodo, sono necessarie anche misure di prevenzione che possano incidere sulle più profonde radici culturali e sociali dell'attività criminale e del terrorismo. Indispensabili sono i programmi di formazione e di diffusione di una "cultura di sicurezza e incolumità" sia nel settore nucleare sia nella coscienza pubblica in generale. Un ruolo speciale deve essere riservato a codici di condotta per le risorse umane che, nel settore nucleare, devono essere sempre consapevoli dei possibili effetti della loro attività. La sicurezza dipende dallo Stato, ma, soprattutto, dal senso di responsabilità di ogni singola persona».

Ma qui il problema è incentrato sulle decisioni dell'uomo rispetto all'uso bellico o meno di armi nucleari. Questo documento, in questo senso, e soprattutto in questo stralcio è anacronistico dopo Fukushima. Dopo la tragedia vissuta dal popolo nipponico il problema lo si sta ponendo da molte parti in questi termini:
1) è possibile rendere sicure le centrali nucleari sapendo che i fenomeni catastrofici sono imprevedibili?
2) è razionale mettere il carro davanti ai buoi producendo un tipo di energia che ha delle scorie che non sappia(mo come eliminare?

Ma poi il mio quesito era un altro... te lo ripropongo: mi pare ci sia una incoerenza tra la voce del Papa e quello che fa nei fatti la Santa Sede... e non è per criticare, vorrei innanzitutto capire se mi mancano dei dati per capire meglio le ragioni di far parte dell'AIEA e incoraggiare ad usare energia non pericolosa.
:strettamano: :quoto100: e vorrei aggiungere una mia personale riflessione:in giappone e' stato il maremoto a danneggiare la centrale di fukushima,(cioe' troppa acqua),ma se in europa accadesse il contrario,cioe' una siccita grave?come si raffredderebbero i reattori?se ci documentiamo su internet ,come ci suggerisce il nostro amico paxuxu, scopriremo che e' proprio quello che sta accadendo in francia!!!
È meglio essere ignorante di una cosa piuttosto che apprenderla male (Publilio Siro)
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Trianello
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=Marcuccio= ha scritto: Ma poi il mio quesito era un altro... te lo ripropongo: mi pare ci sia una incoerenza tra la voce del Papa e quello che fa nei fatti la Santa Sede... e non è per criticare, vorrei innanzitutto capire se mi mancano dei dati per capire meglio le ragioni di far parte dell'AIEA e incoraggiare ad usare energia non pericolosa.
Secondo me, questa incoerenza non c'è. Tu la vedi, probabilmente, perché parti dal presupposto che il nucleare sia intrinsecamente pericoloso. Ora, però, siccome ci sono moltissimi esperti in materia (tra cui parecchi sono premi Nobel) che non lo giudicano necessariamente tale, non necessariamente lanciare un appello a favore delle fonti di energia "sicure" significa condannare il nucleare senza appello.
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Trianello ha scritto: Secondo me, questa incoerenza non c'è. Tu la vedi, probabilmente, perché parti dal presupposto che il nucleare sia intrinsecamente pericoloso. Ora, però, siccome ci sono moltissimi esperti in materia (tra cui parecchi sono premi Nobel) che non lo giudicano necessariamente tale, non necessariamente lanciare un appello a favore delle fonti di energia "sicure" significa condannare il nucleare senza appello.
In questi giorni stavo cercando di trovare una soluzione a questa che secondo me, ad oggi, mi sembra una incoerenza. Ma non so quanto la mia soluzione possa essere giusta, corretta e veritiera. La vorrei proporre in seguito.

Sono d'accordo che ci sono esperti in materia pro o contro, altri invece (e questi mi sembrano più equilibrati e sono d'accordo con loro) pongono problemi che ad oggi sono insoluti: scorie e sicurezza. Questi scienziati non sono né contro, né pro, ma guardano al principio etico - secondo me valido - che se a caccia si muove un cespuglio, nel dubbio se dietro di esso si nasconde un uomo o la preda, non si spara).

Il nucleare è pericoloso come qualsiasi altra fonte se gestita in maniera non sufficiente. E il problema, credo, sta qui, ad oggi. Quanto sappiamo gestire il nucleare rispetto agli inaspettati corsi della nostra Terra? Non è la stessa cosa se nelle falde acquifere cade della radioattività, anziché qualsiasi altra cosa, perché la radioattività sconvolge direttamente in dna.

Sembra che fra trent'anni vi saranno centrali di quarta generazione... ma il problema rimane lì. Se hai soluzioni concrete rispetto a smaltimento di scorie e sicurezza, Trianello, pubblicali su Nature e farò una campagna pubblicitaria affinché ti diano il nobel!

Per quanto riguarda la mia soluzione rispetto a quello che credo sia, per adesso, una incoerenza vorrei capire meglio se l'essere iscritti all'AIEA (1) significhi essere favorevoli all'energia nucleare soltanto (2) o essere favorevoli al nucleare "civile" (3) che, diversamente dall'energia nucleare - per cui è necessaria una centrale -, non produce scorie che non sappiamo, ad oggi, come eliminare.

(1) In ogni caso far parte dell'AIEA, in linea di principio, significa forse sostenere l'energia atomica, non le scorie o i disastri, sarebbe ovvio, ma è così? Magari si vuole guardare in particolare alla famosa "fusione fredda" che farebbe mettere di lato ogni altra forma di energia e non creerebbe alcun tipo di scarti radioattivi?

(2) La dichiarazione del Papa, potrebbe essere indice che ci sia in atto un ripensamento, e questo sarebbe un primo segnale anche perché - lo sappiamo - certi meccanismi hanno dinamiche lente così che anche il Vaticano, in sede AIEA, sosterrà in seguito una linea di ripensamento.

(3) Questa per me potrebbe essere una soluzione ottimale. Insomma, così si potrebbe parlare di una contraddizione solo apparente, ma non ho fonti a sostegno di quanto ipotizzo...

Comunque per quanto dici tu e cioè che probabilmente vedo l'incoerenza della situazione perché partirei dal presupposto che il nucleare sia intrinsecamente pericoloso... no... non sei sulla via giusta. Al referendum ho votato "SI" (x4) perché penso - a posteriori, soprattutto dopo Fukushima - al principio etico detto poco sopra.
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tartuca
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Messaggio da tartuca »

Scusate ma tutto questo mi sembra un po' ai limiti; la storia insegna che se una centrale in Russia esplode, lo scotto lo paga tutta l'Europa!
Noi non vogliamo il Nucleare come centrali,giusto, però compriamo energia elettrica dalla Francia che ha ancora in funzione centrali al plutonio e questo permette ad un francese di avere acqua calda riscaldamento e piastre elettriche in cucina per la cifra di circa 20 euro ( avete letto bene!!!) per ogni appartenente della famiglia : fatevi i conti in tasca.
Se poi succedesse qualcosa alla centrale della Svizzera ( a circa 5 km dal confine con l'Italia) o a quella francese della Savoia ( a circa 20 km dal confine) voi pensate che ,poichè c'è un confine di mezzo non pagheremmo le conseguenze?
Il 90% del nostro debito è formato dall'acquisto di energia sotto le sue svariate forme.
Se andrete in Francia vedrete le colonnine per la ricarica delle auto elettriche, ricarica che dura circa 100km e costa circa 3 euro!
Riuscite a fare i conti di quello che significa?
Però noi, non volendo il nucleare, vogliamo avere tutto e ci lamentiamo di quanto è caro............
Inoltre, non volendo il nucleare, non possiamo partecipare ad alcun programma nucleare europeo e quindi nemmeno opporci ad alcuna decisione: come diceva Shakespeare " Ma Bruto dice che Cesare era ambizioso
e Bruto è un uomo d'onore!"
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Messaggio da Cogitabonda »

Scusa Tartuca. ma quello che dici cosa c'entra con il Vaticano?
Secondo me la tua risposta è pertinente nel thread sul referendum, ma non in questo.
Compiacersi di aver ragione è sgradevole - Avere troppa coscienza di sé è odioso - Commiserarsi è infame
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tartuca ha scritto: [...] la storia insegna che se una centrale in Russia esplode, lo scotto lo paga tutta l'Europa!
Un detto sapienziale cinese avverte che la storia, intesa come esperienza, "è il pettine che la natura dona ai calvi". Per i prossimi cinque anni la democrazia italiana ha parlato: no al nucleare. Non credo sia proprio realistica l'immagine che dipingi dello scenario dello "scotto" per tutta l'Europa, perché i colori di questo scenario non molto ipotetico, purtroppo, ha tinte molto più scure di così. Lo scotto, infatti, non lo paga tutta l'Europa di "oggi", ma anche quella di "domani" e questo domani è da intendersi in modo prolungato nel tempo.
Noi non vogliamo il Nucleare come centrali, giusto, però compriamo energia elettrica dalla Francia che ha ancora in funzione centrali al plutonio e questo permette ad un francese di avere acqua calda riscaldamento e piastre elettriche in cucina per la cifra di circa 20 euro (avete letto bene!!!) per ogni appartenente della famiglia: fatevi i conti in tasca. Se poi succedesse qualcosa alla centrale della Svizzera (a circa 5 km dal confine con l'Italia) o a quella francese della Savoia (a circa 20 km dal confine) voi pensate che, poichè c'è un confine di mezzo non pagheremmo le conseguenze?
Personalmente lo penso, cioè penso che pagheremmo le conseguenze. Tuttavia due errori non farebbero una soluzione corretta. Capisco che per molti è l'economia a guidare l'etica, ma per me, come scelta personale - che sono contento sia stata condivisa, almeno nei risultati, al 95% dagli italiani con la voce referendaria - è il contrario: è l'etica che deve guidare l'economia. Detto questo potrebbero offrirmi energia a gratis, ma se questo dovesse significare il rischio - possibile e non certo - della vita mia e delle generazioni future, allora dico un no deciso al rischio cercando soluzioni alternative che offrano rischi inferiori e "gestibili".

Trovo che la questione "etica ed economia" sia molto interessante, ma non è il centro di questo thread... tuttavia potrebbe darsi che sia utile lo stesso per estendere i confini della mia domanda. Chissà.
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=Marcuccio= ha scritto: Comunque per quanto dici tu e cioè che probabilmente vedo l'incoerenza della situazione perché partirei dal presupposto che il nucleare sia intrinsecamente pericoloso... no... non sei sulla via giusta. Al referendum ho votato "SI" (x4) perché penso - a posteriori, soprattutto dopo Fukushima - al principio etico detto poco sopra.
Pensa che invece io proprio sul quesito relativo al nucleare mi sono astenuto. Perché? Perché non ho la competenza per poter decidere se il nostro Paese debba o meno rinunciare ad una fonte di energia che mi dicono avere i suoi pro e i suoi contro, ma che molti esperti in materia (gente che, appunto, della cosa sa molto più di me) non giudica come da scartare "a priori". Personalmente ritengo che la politica energetica di una nazione debba essere determinata da persone competenti in materia e non a furor di popolo (soprattutto sull'onda emozionale di un disastro quale quello recentemente avvenuto in Giappone).
Per ciò che concerne più strettamente il tema di questa discussione, continuo a non vedere alcuna contraddizione tra il sostegno dato dal Vaticano all'AIEA e il recente appello del Pontefice a favore delle fonti di energia sicure. Per quanto ne so, infatti, l'AIEA non si occupa di progettare e costruire reattori nucleari, ma di promuovere l'utilizzo pacifico dell'energia nucleare e di impedirne l'utilizzo per scopi militari. Tale agenzia internazionale ha vinto persino un premio Nobel per la pace proprio in ragione degli sforzi profusi per evitare la proliferazione nucleare. Sostenere l'AIEA, quindi, significa sostenere l'utilizzo pacifico dell'energia nucleare (qualora questo sia possibile senza grandi rischi, come ha chiarito implicitamente il Santo Padre nel suo recente intervento) e, al contempo, essere impegnati contro l'utilizzo militare delle tecnologie nucleari. Altresì, significa sostenere quell'organismo internazionale preposto ad intervenire proprio nei tanto deprecati casi di incidente nucleare al fine di aiutare le autorità locali a salvaguardare la salute delle popolazioni coinvolte. Significa non guardare al nucleare come al Bau Bau, ma come a una risorsa che, nonostante i suoi indiscussi rischi, non è però da scartare a priori, allineandosì così al parere della maggioranza di coloro che su questa materia hanno una competenza specifica.
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Trianello ha scritto: Pensa che invece io proprio sul quesito relativo al nucleare mi sono astenuto. Perché? Perché non ho la competenza per poter decidere se il nostro Paese debba o meno rinunciare ad una fonte di energia che mi dicono avere i suoi pro e i suoi contro, ma che molti esperti in materia (gente che, appunto, della cosa sa molto più di me) non giudica come da scartare "a priori". Personalmente ritengo che la politica energetica di una nazione debba essere determinata da persone competenti in materia e non a furor di popolo (soprattutto sull'onda emozionale di un disastro quale quello recentemente avvenuto in Giappone).
Hai esercitato un tuo dovere e ti è stato dato il diritto di scegliere secondo quanto la tua ragione ti concede. Io ho esercitato il mio diritto-dovere. Su una cosa, ovviamente, ho bisogno che tu ti spieghi meglio. Che significa per te "a priori" se, come penso, consideri vero e corretto il principio etico che ho descritto con l'analogia del cacciatore nel bosco che vede muoversi un cespuglio e non spara fin quando non è certo che si tratti della preda correlata al fatto di scartare il nucleare.
Io non vedo un "a priori", non vedo "onda emozionale", vedo anzi un ragionamento concreto, "a posteriori", raziocinante e ponderato su basi realistiche.

Quello che chiami "onda emozionale" ha causato un danno reale, sia agli uomini, sia alla Terra... non è un "a priori" rivolgersi ad altre fonti energetiche più "gestibili", ma è una cosa necessaria "a posteriori" vista l'incapacità attuale di gestire in modo sufficiente gli effetti degli errori.

Tra le altre l'errore, può essere solo umano perché non è possibile prevedere ciò che la Terra farà. Non si tratta del fatto che alcuni guardano al nucleare come ad un "Bau Bau", come erroneamente sostieni. Alcuni lo fanno, d'accordo, fatti loro, ma si tratta di sapere se siamo sufficientemente in grado - e, visto Chernobyl e Fukushima, non lo siamo - di emettere energia in sicurezza perché, come già detto, le fonti attuali di energia sono più o meno "gestibili". Quando invece il problema riguarda il settore nucleare non siamo neanche lontanamente vicini a ciò che si può chiamare "gestibilità del danno". E chi ci dice che debba esserci per forza un danno? L'imprevedibilità di alcuni eventi. Sarebbe sciocco pensare di avviare una centrale nucleare senza cercare di prevedere un problema. E difatti le misure di sicurezza e tutte le tecnologie del settore servono per contenere eventuali danni. Problema: l'uomo è stato in grado - ad oggi - di saper prevedere l'entità di azioni del nostro Pianeta? No. Si poteva prevedere che una centrale ben studiata fosse messa in difficoltà alla maniera di Fukushima? No. Si possono creare centrali migliori? Certamente. A rischio sufficientemente gestibile? Ad oggi no perché è impossibile prevedere quanto le azioni della Terra. A questo punto è razionale costruire qualcosa che potrebbe determinare - non per certo, ma come possibilità (siamo al cespuglio che si muove)- la nostra fine?

E questo se ci limitassimo al danno di non emettere in sicurezza energia nucleare. E le scorie? Se una petroliera si apre e il suo contenuto si diffonde nell'acqua del mare si corre ai ripari e il danno è immenso, enorme, che rischia anche di estinguere specie animali. I danni sono specifici, calcolabili al 90% e si corre ai ripari. Il danno è fatto, ma - come alcuni dicono - si piange con un occhio. Quando, invece, è la radioattività in causa i "ripari" non sono, ad oggi, sufficienti.
Come già detto è il dna ad essere sconvolto. I danni? Imprevedibili, il tempo per vedere i primi effetti? Dieci anni. Quanto perdura quell'attività? Un tempo che noi potremmo definire "per sempre". Il danno è fatto è non si hanno nemmeno occhi per piangere.

Altro che "Bau Bau", forse sarebbe giusto - se mai - non guardare al nucleare come ad un "Micio Micio". Forse non ti rendi conto perché è successo a seimila miglia dal nostro Bel Paese, ma è una tragedia mondiale. Parli di esperti e fai bene, concordo, ma in maniera diversa appoggiandomi ad un principio etico irrinunciabile detto sopra. Gli esperti "pro" non possono assicurare - con le risorse tecnologiche che abbiamo a disposizione oggi - una gestibilità sufficiente del danno, come invece per le altre fonti. E il Papa esorta ad un uso di energie non pericolose: chissà se anche lui ragiona "a priori" o "sull'onda emozionale" o forse, come credo, si rende conto anche lui, come chiunque senza per questo essere specialisti del settore, che "a posteriori", non si ha ad oggi la capacità di gestire una energia pericolosa come quella che ha il nucleare i cui effetti sull'uomo e sulla Terra sono imprevedibili ed "eterni". Chissà se - più laicamente parlando - la Germania ha fatto lo stesso ragionamento. Magari c'è di mezzo pure l'economia, ma il fine è il benessere dell'uomo.
Per ciò che concerne più strettamente il tema di questa discussione, continuo a non vedere alcuna contraddizione tra il sostegno dato dal Vaticano all'AIEA e il recente appello del Pontefice a favore delle fonti di energia sicure. Per quanto ne so, [...]
Sto leggendo alcune cose e, magari, non appena finisco ne porto i risultati. Se dovessi approfondire prima tu e arrivare prima tu, bene. Io sarei contento perché mi risparmierei il lavoro di lettura. Anche se - sinceramente - penso che sul tema specifico l'incoerenza è probabilmente apparente. Esortare al nucleare civile non è favorire l'energia nucleare tout court.
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