I testimoni di Geova e gli obblighi dei datori di lavoro negli USA in materia di libertà di culto

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I testimoni di Geova e gli obblighi dei datori di lavoro negli USA in materia di libertà di culto

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Negli Stati Uniti la legge vieta discriminazioni sul lavoro in base alla religione, oltre che sulla base di razza, colore, sesso e nazionalità d'origine. Divieto sancito da una legge del 1964. Questa legge stabilisce anche che il datore di lavoro deve ragionevolmente venire incontro alle richieste del lavoratore per l'osservanza di pratiche religiose, purché queste non creino difficoltà eccessive per l'azienda.
Nel 1977 la Corte Suprema fu chiamata a pronunciarsi sul concetto di "difficoltà eccessive" e stabilì che il datore di lavoro fosse tenuto a fare le concessioni essenziali minime.
Lo scorso 31 marzo la Corte Suprema degli Stati Uniti, rigettando il ricorso presentato da un testimone di Geova e da un avventista del 7° giorno, ha dimostrato di non voler accrescere gli obblighi per i datori di lavoro a fronte delle esigenze di culto dei dipendenti.
Il caso del TdG rguardava Jason Small, anziano di una congregazione di Collierville, un sobborgo di Memphis. Questo signore era mancato dal lavoro in due diversi giorni, a poca distanza l'uno dall'altro. Poiché assenze simili erano state numerose in passato, l'azienda punì Jason Small con due giorni di sospensione dal lavoro senza stipendio. Small fece causa all'azienda in un tribunale federale e perse. Ora sappiamo che il suo tentativo di ricorrere alla Corte Suprema non ha avuto successo.
Ci sono però tre giudici della Corte Suprema, i conservatori Clarence Thomas, Neil Gorsuch e Samuel Alito che sarebbero favorevoli a rivedere la sentenza del 1977 per fare maggiori concessioni alle esigenze di culto.

La fonte di queste informazioni è questo articolo dell'agenzia Reuters: https://www.reuters.com/article/us-usa- ... SKBN2BS18G" onclick="window.open(this.href);return false;
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Achille
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La traduzione automatica dell'articolo:

La Corte Suprema degli Stati Uniti respinge le accuse di pregiudizi religiosi sul posto di lavoro

WASHINGTON (Reuters) - La Corte Suprema degli Stati Uniti lunedì ha eluso l'opportunità di espandere ulteriormente i diritti religiosi, respingendo due casi in cui i dipendenti hanno accusato le aziende di violare la legge federale contro la discriminazione non soddisfacendo le richieste di permessi per adempiere agli obblighi religiosi.

I giudici hanno rifiutato di ascoltare gli appelli di due uomini di diverse denominazioni cristiane - un testimone di Geova del Tennessee e un avventista del settimo giorno della Florida - contro sentenze di tribunali inferiori che respingevano le loro affermazioni di pregiudizio religioso illegale. I tribunali inferiori hanno ritenuto che le sistemazioni che gli uomini cercavano avrebbero messo troppe difficoltà ai datori di lavoro.

In un dissenso, i giudici conservatori Neil Gorsuch e Samuel Alito hanno affermato che la corte avrebbe dovuto occuparsi del caso dal Tennessee. La Corte Suprema ha adottato una visione ampia delle libertà religiose in una serie di casi importanti negli ultimi anni.

In questione nelle cause erano le indennità che le aziende devono concedere ai dipendenti per motivi religiosi per conformarsi al titolo VII del Civil Rights Act del 1964, che vieta la discriminazione sul lavoro basata sulla religione, nonché sulla razza, colore, sesso e origine nazionale.

Gorsuch ha scritto che i diritti religiosi in base alla legge sul lavoro sono "un uomo strano" perché non ricevono la stessa protezione di altri diritti garantiti dalla legge federale, come quelli che si applicano ai disabili.

"Unico tra i diritti civili protetti dalla legge comparabili, un datore di lavoro può farne a meno quasi per capriccio", ha scritto Gorsuch.

Secondo la legge, i datori di lavoro devono ragionevolmente accogliere l'osservanza o le pratiche religiose dei lavoratori a meno che ciò non causi all'azienda "indebite difficoltà" - che la Corte Suprema in un caso del 1977 ha determinato essere qualcosa di più di un minore, o "de minimis", onere. I critici dello standard "de minimis" hanno sostenuto che danneggia particolarmente le minoranze religiose.

L'anno scorso, in un appello simile che la corte ha rifiutato di ascoltare che coinvolgeva un membro della Chiesa avventista del settimo giorno, tre giudici conservatori - Alito, Gorsuch e il giudice Clarence Thomas - hanno indicato che la corte dovrebbe considerare di annullare il precedente del 1977.

Il caso del Tennessee riguardava Jason Small, un dirigente della congregazione dei Testimoni di Geova nel sobborgo di Collierville a Memphis che lavorava come spedizioniere presso Memphis Light, Gas and Water, una grande azienda di servizi pubblici. Piccolo lavoro mancato nel 2015 per assistere al culto durante la festa del Venerdì Santo e anche per un dovere della congregazione il mercoledì successivo, anche se le sue richieste di ferie erano state negate.

Small è stato sospeso per due giorni senza stipendio. L'azienda ha affermato che Small ha perso il lavoro in "più occasioni".

Il caso della Florida ha coinvolto Mitche Dalberiste, un'avventista del settimo giorno. GLE Associates, una società della Florida che esegue il monitoraggio della sicurezza dei cantieri, ha revocato la sua offerta di lavoro dopo aver rivelato che non sarebbe stato in grado di lavorare di sabato, cosa che ha osservato dal tramonto di venerdì al tramonto di sabato.

GLE, in una dichiarazione in tribunale, ha detto che Dalberiste ha mentito sulla sua capacità di lavorare nei fine settimana e ha detto che si è rammaricato di essere stato trascinato in una "causa alimentata da interessi speciali nel tentativo di aggirare il Congresso". Dalberiste è rappresentato in parte dal Becket Fund for Religious Liberty, un gruppo legale per i diritti religiosi.

Entrambi gli uomini sono stati citati in giudizio in un tribunale federale, accusando discriminazione religiosa in violazione del titolo VII.
Nel caso di Small, la 6a Corte d'Appello del Circuito degli Stati Uniti con sede a Cincinnati, Ohio, ha stabilito che accoglierlo avrebbe causato difficoltà più che "de minimis" alle operazioni della società e agli altri dipendenti. L'11a Corte d'Appello del Circuito degli Stati Uniti di Atlanta, in Georgia, ha emesso una sentenza simile contro Dalberiste.
"Tantum religio potuit suadere malorum".
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Cogitabonda
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Messaggio da Cogitabonda »

Mi sembra interessante da discutere la posizione del giudice di Corte Suprema Neil Gorsuch, secondo il quale non è giusto che il diritto a esercitare pratiche di culto abbia meno garanzie rispetto a quelle assicurate ai disabili.

Dal mio punto di vista la legislazione riguardante i disabili ha a che fare con due diverse aree: quella dei diritti e quella dei bisogni. Sancire per legge un certo diritto significa obbligare tutti gli altri a rispettarlo. Una persona con disabilità ha dei bisogni maggiori per poter condurre una vita normale e il soddisfacimento di quei bisogni è essenziale per poter godere dei suoi diritti, quindi è giusto che la società intera si faccia carico di soddisfarli. Si può dire lo stesso di coloro che praticano una religione? La pratica di un culto quali bisogni crea, oltre a quelli che sono già soddisfatti dalla legislazione corrente su ciò che spetta a tutti i lavoratori?

Prendiamo per esempio un cattolico. Le sue necessità di osservanza religiosa comportano che debba necessariamente evitare i turni domenicali? No, perché la sua Chiesa gli consente di osservare il precetto andando a messa il sabato pomeriggio, quindi c'è un grado di flessibilità che permette di conciliare le necessità del lavoratore e quelle dell'azienda. Il solo caso di conflitto grave che mi viene in mente sarebbe quello di una missione di lavoro coincidente con la Pasqua in un luogo in cui non ci sono chiese cattoliche. Evitare che questo accada non mi sembra un onere eccessivo per un datore di lavoro.

Prendiamo invece il caso del nostro testimone di Geova, Jason Small. Concedergli di non avere un turno di lavoro coincidente con la Commemorazione mi sembra giusto. Ma tutte le altre assenze come si spiegano? Probabilmente con le esigenze che comportano i suoi doveri di anziano. Ma svolgere il ruolo di anziano è un bisogno? Intendo dire un bisogno la cui mancata soddisfazione impedirebbe a quel signore di praticare la sua religione?

Mi sembra un argomento di riflessione adatto alla giornata di oggi, festa del lavoro.
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Mauro1971
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Messaggio da Mauro1971 »

Quindi quel giudice vorrebbe equiparare legalmente chi segue una religione ad un disabile.

Suppongo la cosa potrebbe aprire posizioni nella filosofia del diritto e quindi a catena nella giurisprudenza piuttosto pesanti, per quanto in un futuro non vicino e del tutto eventuale.
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