Recensione a F. Arduini, S. Pizzorni, “La Bibbia prima del dogma”
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Recensione a F. Arduini, S. Pizzorni, “La Bibbia prima del dogma”
Come prevedibile, nessuna rivista scientifica ha accettato la recensione, per i motivi che avevamo già immaginato ex ante. Ho ottenuto di poter stampare una breve nota di segnalazione, che riassumerò da questa. Dunque godetevi la mia recensione integrale.
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F. Arduini, S. Pizzorni, La Bibbia prima del dogma. La Traduzione del Nuovo Mondo come paradigma dell’ermeneutica biblica. Aracne, Roma, 2013.
La Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (d'ora in poi NM) è il nome della versione del testo biblico in uso presso la Congregazione dei Testimoni di Geova. La NM, tradotta dapprima in inglese a partire dagli anni '50 del secolo scorso e apparsa in italiano a partire dal 1963, è da sempre oggetto di trasversali critiche per le sue scelte traduttive, giudicate perlopiù orientate teologicamente fino al limite della falsificazione. Per la prima volta tale polemica, fino ad oggi confinata all'ambito dell'apologetica confessionale, prova ad affacciarsi al mondo dell'editoria scientifica. In questo agile saggio edito da Aracne gli autori si pongono il non banale obiettivo di elevare la NM a "paradigma dell'ermeneutica biblica", missione resa ancor più interessante dal fatto che né Arduini né Pizzorni sono specialisti nell'ambito della scienza della traduzione o della filologia biblica.
Il lavoro si apre con una condivisibile introduzione sui criteri di traduzione (pp. 13-23) che enuncia, tra l'altro, i principi sottesi all'opera dell'anonimo traduttore della NM. Appena si entra nel vivo della trattazione, tuttavia, iniziano a manifestarsi alcune contraddizioni: alle pp.17-18, ad esempio, sono gli stessi autori a disattendere i principi appena enunciati quando difendono la traduzione di Gv 1,1 “la Parola era un dio” (NM), a motivo dell'assenza dell'articolo davanti a θεός salvo poi rendere "La legge" invece di "legge / una legge" nel caso sintatticamente analogo (ma teologicamente irrilevante) di Rm 3,28. Analogamente, le considerazioni sull'uso corretto dell'equivalenza formale secondo cui “Il significato di una parola o di un’espressione può cambiare a seconda del contesto in cui viene usata” (p. 38), come pure rimarcato nella prefazione, sembrano non applicarsi a נֶפֶשׁ (che la NM rende costantemente "anima") per una precisa scelta dottrinale, proprio il motivo che autori e prefattore sostengono costituisca il principale elemento distorsivo delle traduzioni diverse dalla NM.
Ancora, gli autori presentano la NM come opera di un non meglio precisato "comitato internazionale di studiosi" (p. 24) laddove è stato da anni acclarato che nessuno dei cinque traduttori potesse vantare alcuna competenza specialistica nell'ambito delle lingue bibliche. Le fotografie che questo comitato fece del papiro Fouad 266 vengono presentate come un elemento cruciale di questo processo, sebbene tale testimone sia rilevante unicamente per la questione della presenza del tetragramma in alcune recensioni della versione greca dell'AT, valutazione soprendente almeno quanto quella in cui si afferma che il codice di Leningrado “è conservato nell'URSS” (sic, p. 27).
Procedendo oltre, gli autori ricordano che nelle note della NM il lettore “viene inoltre indirizzato a testi specialistici dove è possibile approfondire gli eventuali problemi traduttivi” (p. 33) senza tuttavia specificare che tali opere di rimando sono selezionate unicamente tra quelle che possono in qualche modo essere citate a sostegno delle scelte della NM quando esse si discostino significativamente dal consensus accademico. Analogamente, Arduini e Pizzorni menzionano il fatto che la NM riporti in calce le lezioni varianti dai principali testimoni manoscritti per consentire al lettore di farsi un'idea (p. 40) portando l'esempio di At 20,28, sebbene proprio in quel passo non sia affatto riportata la variante, ma la lezione autentica, mentre la variante (che per di più è un emendamento congetturale!) è inserita in textu.
Nel secondo capitolo si trattano alcune importanti questioni sull'AT. Stupisce qui il modo sbrigativo con cui agli autori liquidano la scelta dei traduttori della NM di ignorare un principio elementare della sintassi ebraica come il waw inversivo (p. 41), ma soprattutto colpisce il grande spazio dedicato alla scelta della NM di introdurre forzosamente il tetragramma anche nel NT, rifacendosi a vecchie teorie ampiamente rifiutate dalla pressoché unanime totalità degli studiosi. In questo frangente, gli autori sollevano obiezioni all' interpretazione corrente di A.Pietersma secondo cui la LXX non contenesse il tetragramma se non nelle sue revisioni giudaizzanti e, pur accennando ai testi di Qumran, dimenticano di ricordare che proprio quei testi hanno fornito ulteriore evidenza della caduta in disuso del tetragramma in un ambiente ebraico e non certo ellenizzante come nella vulgata delle pubblicazioni della Società Torre di Guardia. Purtroppo in questo caso gli autori si spingono alla vera e propria falsificazione, citando un autorevole studio di Tov per fargli affermare il contrario di quanto dica sull'uso dei tetrapuncta (pp. 68-69) proprio in sostituzione del nome divino.
Sulla scorta di tali premesse e su quella — ancor più problematica — che tutti i 27 libri del NT siano stati composti entro il I secolo e in ambiente giudaico palestinese (p. 70), gli autori affermano che “è naturale pensare che, con tutta probabilità, gli scrittori del NT consultassero copie della LXX in cui il nome divino non era stato ancora sostituito da κύριος” (p. 64), donde l'ardua apologia dell'interpolazione del tetragramma nel NT.
L'anelito all'approccio scientifico enunciato nell'introduzione sembra lasciare il passo ad un approccio apologetico nella sostanza quando il testo inizia ad affrontare la traduzione di brani significativi per la cristologia. Gli autori, ad esempio, ricordano in più occasioni che in brani come Fil 2,11 e Gv 1,1 l'intento dell'autore non fosse quello di identificare Gesù con YHWH (p. 82 e scc.) o “l’identificazione del Gesù biblico con il Dio dell’AT” (p. 280) dimenticandosi, tuttavia, che tale lettura teologica di marca modalista non sia sostenuta da alcuno nel panorama degli studi. Più in generale, Arduini e Pizzorni affermano che quando si ha a che fare con passi biblici che possono riguardare la divinità di Cristo tutti i traduttori – salvo quelli della NM – sarebbero influenzati dalla loro cristologia (p. 108), sebbene non menzionino il fatto che anche le traduzioni scientifiche e non confessionali, che difficilmente possono essere accusate di pregiudizio teologico, operano di norma in una direzione nettamente divergente rispetto a quella della traduzione geovista.
Nel terzo capitolo il saggio rende ragione delle scelte traduttive della NM nei passi dove il lessema θεός può esser riferito a Cristo. Tale scelta stupisce, dal momento che le critiche verso la NM riguardano solo una piccola parte di questi. Anche in questo caso si assiste a una certa distorsione nella presentazione dell'obiettività, come quando gli autori evocano Moulton per sostenere l'idea che τοῦ ἰδίου in At 20,20 possa sottintendere "Figlio" (p. 112) cosa che, tuttavia, Moulton non ha mai affermato. Relativamente a questi brani, gli autori si limitano ad ammettere la marginalità della scelta della NM e a giustificarla come "non impossibile" sotto il profilo teorico.
Proseguendo nella lettura, ci si imbatte ancora in qualche difficoltà, come quando gli autori, commentando la traduzione di Gv 14,14 dichiarano: “si sottolinea che l’edizione critica di riferimento di Nestle e Aland, rende esattamente come la CEI” (p. 153), paragone – tra un'edizione critica e una versione italiana – difficile a intendersi, seguito poi da un pasticcio nella presentazione delle varianti testuali di Gv 1,18 (p. 160) con fonti omesse e grande disordine concettuale.
Per finire, si deve notare che l'ortografia dei pur pochi lessemi greci presenta problemi nei diacritici (θεὸς in luogo di θεός ripetuto una quindicina di volte; due occorrenze di οὗτος con due accenti). I testi ebraici, infine, sono presentati in interlineare da sinistra a destra e senza diacritici. Queste dimenticanze, oltre alla presenza di alcune note incomplete (e.g. n. 254) lascerebbero pensare all'uso di materiale di seconda mano e ad una certa disinvoltura nelle tecniche di cut-paste.
A parte va considerata l'ultima sezione del libro, dedicata al tentativo di giustificare il rifiuto di tutta la letteratura geovista (ivi compresa la Traduzione del Nuovo Mondo) di riconoscere la croce quale strumento del supplizio di Gesù, a favore di un semplice palo verticale. Il capitolo è affidato al dr. Simone Frattini, di cui sappiamo solo essere il titolare del sito testimonidigeova.net e non avere pubblicazioni al suo attivo. La sezione sulla crocifissione si apre con una nota di metodo con la quale l'autore prende le distanze dalla letteratura "di parte cattolica" o "di matrice cattolica" (p. 195) ponendosì così in ottica manifestamente apologetica. Il testo, che tenta di presentare le fonti sulla crocifissione romana, risulta fortemente problematico sul piano metodologico e disastroso su quello dell'ortografia al punto che delle molte fonti greche citate, nessuna è esente da vistosi errori di trascrizione. Tra i più curiosi si possono citare κύλον (p.194 per ξύλον, ripetuto in larga parte delle successive citazioni del lessema), σταυροϋν e άνε (p. 227) e ancora il "verbo ἀνεσταυροῦν" (p. 228), ὐντες (nota 415), τριακοσίονς, πρώτονς, ἔμφντον, αὑὐτοῦ, ἐστe (sic, p. 252, mentre si discute di una "equivalenza alle lettere greche JE"), πρὁσδήσας (p. 266), ξύλος (p. 275). Non mancano, infine, traslitterazioni fantasiose (e.g. anastauro'o, p. 195), ed errori di latino (um pro dum, p. 217), il tutto unito a qualche svista tipografica (e.g. il lessema crux scritto talora in italico, talora in tondo).
L'autore, soprattutto, sembra non avere particolar confidenza con la presentazione e l'esegesi di un testo antico. Il risultato è una metodologia di utilizzo delle fonti piuttosto bizzarra che prende come riferimento la datazione dei testimoni manoscritti o la "rilevanza storica" attribuita a seconda che l'autore descriva avvenimenti storici o meno. Così, a puro titolo di esempio, l'Oneirocritica di Artemidoro è destituta da Frattini di ogni utilità poiché non descrive un caso concreto di crocifissione. Sono stranamente omesse alcune fonti fondamentali (come Luciano), e nelle altre emerge il notevole pregiudizio di stampo teologico (i Testimoni di Geova stigmatizzano filosofi e autori pagani come manifestazioni sataniche) con cui le fonti sono affrontate. A proposito di Firmico Materno si leggerà, ad esempio: “il testo in questione è altamente filosofico, non cristiano, e chiaramente influenzato da religioni pagane”. Emblematica di questo metodo complessivo l'affermazione, tra le conclusioni della sezione, secondo cui l'identificazione dello stauròs del NT con una croce a due bracci “sarebbe basata non su fonti propriamente storiche, bensì sulle visioni mistiche dello pseudo Barnaba, di Giustino e, molto più tardi, di Tertulliano, direttamente legate al logos e alla forma del X platonici (sic) oltre che al simbolismo mistico cristiano del loro ambiente” (p. 276).
Delle circa 170 voci di bibliografia (che non distingue fonti da studi), una trentina abbondante sono fonti – indicizzate in modo davvero sui generis – o traduzioni di fonti, una quindicina sono opere di critica alla NM, e una dozzina tra lavori ottocenteschi e altri comunque di almeno 70 anni fa. Di ciò che resta, notevole è il peso attribuito a opere marginali e totalmente irrilevanti nel panorama degli studi: significativi in tal senso, oltre i ben sette titoli editi dalla ditta di pulizie (sic!) Azzurra7, anche il ricorso a una oscura tesi dottorale inedita del 1961 il cui unico pregio sembrerebbe essere quello di affermare qualcosa di simile a ciò che gli autori cercavano.
Fra tutti i problemi del testo, quest'ultimo è forse il più vistoso: non presentare lo stato dell'arte ma una selezione bibliografica orientata a sostenere in modo capzioso tesi del tutto minoritarie e destituite di ogni credibilità nell'attuale panorama degli studi.
L'impressione complessiva, per concludere, è quella di un'opera sostanzialmente dilettantistica, sensazione accentuata da un ampio ricorso ad una terminologia di stampo confessionale (e.g. "theos anche per esseri diversi da Dio Onnipotente", p. 144; "l'Iddio Onnipotente", p.152 e passim; “mediare tra gli uomini e la lingua divina, compito arduo perché sulla lingua umana pesa "la maledizione divina". ”, p. 280). Pur dunque nel lodevole tentativo di smarcarsi dal settarismo per affacciarsi alla letteratura scientifica, il saggio di Arduini e Pizzorni sembra fallire sostanzialmente il suo obiettivo.
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F. Arduini, S. Pizzorni, La Bibbia prima del dogma. La Traduzione del Nuovo Mondo come paradigma dell’ermeneutica biblica. Aracne, Roma, 2013.
La Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (d'ora in poi NM) è il nome della versione del testo biblico in uso presso la Congregazione dei Testimoni di Geova. La NM, tradotta dapprima in inglese a partire dagli anni '50 del secolo scorso e apparsa in italiano a partire dal 1963, è da sempre oggetto di trasversali critiche per le sue scelte traduttive, giudicate perlopiù orientate teologicamente fino al limite della falsificazione. Per la prima volta tale polemica, fino ad oggi confinata all'ambito dell'apologetica confessionale, prova ad affacciarsi al mondo dell'editoria scientifica. In questo agile saggio edito da Aracne gli autori si pongono il non banale obiettivo di elevare la NM a "paradigma dell'ermeneutica biblica", missione resa ancor più interessante dal fatto che né Arduini né Pizzorni sono specialisti nell'ambito della scienza della traduzione o della filologia biblica.
Il lavoro si apre con una condivisibile introduzione sui criteri di traduzione (pp. 13-23) che enuncia, tra l'altro, i principi sottesi all'opera dell'anonimo traduttore della NM. Appena si entra nel vivo della trattazione, tuttavia, iniziano a manifestarsi alcune contraddizioni: alle pp.17-18, ad esempio, sono gli stessi autori a disattendere i principi appena enunciati quando difendono la traduzione di Gv 1,1 “la Parola era un dio” (NM), a motivo dell'assenza dell'articolo davanti a θεός salvo poi rendere "La legge" invece di "legge / una legge" nel caso sintatticamente analogo (ma teologicamente irrilevante) di Rm 3,28. Analogamente, le considerazioni sull'uso corretto dell'equivalenza formale secondo cui “Il significato di una parola o di un’espressione può cambiare a seconda del contesto in cui viene usata” (p. 38), come pure rimarcato nella prefazione, sembrano non applicarsi a נֶפֶשׁ (che la NM rende costantemente "anima") per una precisa scelta dottrinale, proprio il motivo che autori e prefattore sostengono costituisca il principale elemento distorsivo delle traduzioni diverse dalla NM.
Ancora, gli autori presentano la NM come opera di un non meglio precisato "comitato internazionale di studiosi" (p. 24) laddove è stato da anni acclarato che nessuno dei cinque traduttori potesse vantare alcuna competenza specialistica nell'ambito delle lingue bibliche. Le fotografie che questo comitato fece del papiro Fouad 266 vengono presentate come un elemento cruciale di questo processo, sebbene tale testimone sia rilevante unicamente per la questione della presenza del tetragramma in alcune recensioni della versione greca dell'AT, valutazione soprendente almeno quanto quella in cui si afferma che il codice di Leningrado “è conservato nell'URSS” (sic, p. 27).
Procedendo oltre, gli autori ricordano che nelle note della NM il lettore “viene inoltre indirizzato a testi specialistici dove è possibile approfondire gli eventuali problemi traduttivi” (p. 33) senza tuttavia specificare che tali opere di rimando sono selezionate unicamente tra quelle che possono in qualche modo essere citate a sostegno delle scelte della NM quando esse si discostino significativamente dal consensus accademico. Analogamente, Arduini e Pizzorni menzionano il fatto che la NM riporti in calce le lezioni varianti dai principali testimoni manoscritti per consentire al lettore di farsi un'idea (p. 40) portando l'esempio di At 20,28, sebbene proprio in quel passo non sia affatto riportata la variante, ma la lezione autentica, mentre la variante (che per di più è un emendamento congetturale!) è inserita in textu.
Nel secondo capitolo si trattano alcune importanti questioni sull'AT. Stupisce qui il modo sbrigativo con cui agli autori liquidano la scelta dei traduttori della NM di ignorare un principio elementare della sintassi ebraica come il waw inversivo (p. 41), ma soprattutto colpisce il grande spazio dedicato alla scelta della NM di introdurre forzosamente il tetragramma anche nel NT, rifacendosi a vecchie teorie ampiamente rifiutate dalla pressoché unanime totalità degli studiosi. In questo frangente, gli autori sollevano obiezioni all' interpretazione corrente di A.Pietersma secondo cui la LXX non contenesse il tetragramma se non nelle sue revisioni giudaizzanti e, pur accennando ai testi di Qumran, dimenticano di ricordare che proprio quei testi hanno fornito ulteriore evidenza della caduta in disuso del tetragramma in un ambiente ebraico e non certo ellenizzante come nella vulgata delle pubblicazioni della Società Torre di Guardia. Purtroppo in questo caso gli autori si spingono alla vera e propria falsificazione, citando un autorevole studio di Tov per fargli affermare il contrario di quanto dica sull'uso dei tetrapuncta (pp. 68-69) proprio in sostituzione del nome divino.
Sulla scorta di tali premesse e su quella — ancor più problematica — che tutti i 27 libri del NT siano stati composti entro il I secolo e in ambiente giudaico palestinese (p. 70), gli autori affermano che “è naturale pensare che, con tutta probabilità, gli scrittori del NT consultassero copie della LXX in cui il nome divino non era stato ancora sostituito da κύριος” (p. 64), donde l'ardua apologia dell'interpolazione del tetragramma nel NT.
L'anelito all'approccio scientifico enunciato nell'introduzione sembra lasciare il passo ad un approccio apologetico nella sostanza quando il testo inizia ad affrontare la traduzione di brani significativi per la cristologia. Gli autori, ad esempio, ricordano in più occasioni che in brani come Fil 2,11 e Gv 1,1 l'intento dell'autore non fosse quello di identificare Gesù con YHWH (p. 82 e scc.) o “l’identificazione del Gesù biblico con il Dio dell’AT” (p. 280) dimenticandosi, tuttavia, che tale lettura teologica di marca modalista non sia sostenuta da alcuno nel panorama degli studi. Più in generale, Arduini e Pizzorni affermano che quando si ha a che fare con passi biblici che possono riguardare la divinità di Cristo tutti i traduttori – salvo quelli della NM – sarebbero influenzati dalla loro cristologia (p. 108), sebbene non menzionino il fatto che anche le traduzioni scientifiche e non confessionali, che difficilmente possono essere accusate di pregiudizio teologico, operano di norma in una direzione nettamente divergente rispetto a quella della traduzione geovista.
Nel terzo capitolo il saggio rende ragione delle scelte traduttive della NM nei passi dove il lessema θεός può esser riferito a Cristo. Tale scelta stupisce, dal momento che le critiche verso la NM riguardano solo una piccola parte di questi. Anche in questo caso si assiste a una certa distorsione nella presentazione dell'obiettività, come quando gli autori evocano Moulton per sostenere l'idea che τοῦ ἰδίου in At 20,20 possa sottintendere "Figlio" (p. 112) cosa che, tuttavia, Moulton non ha mai affermato. Relativamente a questi brani, gli autori si limitano ad ammettere la marginalità della scelta della NM e a giustificarla come "non impossibile" sotto il profilo teorico.
Proseguendo nella lettura, ci si imbatte ancora in qualche difficoltà, come quando gli autori, commentando la traduzione di Gv 14,14 dichiarano: “si sottolinea che l’edizione critica di riferimento di Nestle e Aland, rende esattamente come la CEI” (p. 153), paragone – tra un'edizione critica e una versione italiana – difficile a intendersi, seguito poi da un pasticcio nella presentazione delle varianti testuali di Gv 1,18 (p. 160) con fonti omesse e grande disordine concettuale.
Per finire, si deve notare che l'ortografia dei pur pochi lessemi greci presenta problemi nei diacritici (θεὸς in luogo di θεός ripetuto una quindicina di volte; due occorrenze di οὗτος con due accenti). I testi ebraici, infine, sono presentati in interlineare da sinistra a destra e senza diacritici. Queste dimenticanze, oltre alla presenza di alcune note incomplete (e.g. n. 254) lascerebbero pensare all'uso di materiale di seconda mano e ad una certa disinvoltura nelle tecniche di cut-paste.
A parte va considerata l'ultima sezione del libro, dedicata al tentativo di giustificare il rifiuto di tutta la letteratura geovista (ivi compresa la Traduzione del Nuovo Mondo) di riconoscere la croce quale strumento del supplizio di Gesù, a favore di un semplice palo verticale. Il capitolo è affidato al dr. Simone Frattini, di cui sappiamo solo essere il titolare del sito testimonidigeova.net e non avere pubblicazioni al suo attivo. La sezione sulla crocifissione si apre con una nota di metodo con la quale l'autore prende le distanze dalla letteratura "di parte cattolica" o "di matrice cattolica" (p. 195) ponendosì così in ottica manifestamente apologetica. Il testo, che tenta di presentare le fonti sulla crocifissione romana, risulta fortemente problematico sul piano metodologico e disastroso su quello dell'ortografia al punto che delle molte fonti greche citate, nessuna è esente da vistosi errori di trascrizione. Tra i più curiosi si possono citare κύλον (p.194 per ξύλον, ripetuto in larga parte delle successive citazioni del lessema), σταυροϋν e άνε (p. 227) e ancora il "verbo ἀνεσταυροῦν" (p. 228), ὐντες (nota 415), τριακοσίονς, πρώτονς, ἔμφντον, αὑὐτοῦ, ἐστe (sic, p. 252, mentre si discute di una "equivalenza alle lettere greche JE"), πρὁσδήσας (p. 266), ξύλος (p. 275). Non mancano, infine, traslitterazioni fantasiose (e.g. anastauro'o, p. 195), ed errori di latino (um pro dum, p. 217), il tutto unito a qualche svista tipografica (e.g. il lessema crux scritto talora in italico, talora in tondo).
L'autore, soprattutto, sembra non avere particolar confidenza con la presentazione e l'esegesi di un testo antico. Il risultato è una metodologia di utilizzo delle fonti piuttosto bizzarra che prende come riferimento la datazione dei testimoni manoscritti o la "rilevanza storica" attribuita a seconda che l'autore descriva avvenimenti storici o meno. Così, a puro titolo di esempio, l'Oneirocritica di Artemidoro è destituta da Frattini di ogni utilità poiché non descrive un caso concreto di crocifissione. Sono stranamente omesse alcune fonti fondamentali (come Luciano), e nelle altre emerge il notevole pregiudizio di stampo teologico (i Testimoni di Geova stigmatizzano filosofi e autori pagani come manifestazioni sataniche) con cui le fonti sono affrontate. A proposito di Firmico Materno si leggerà, ad esempio: “il testo in questione è altamente filosofico, non cristiano, e chiaramente influenzato da religioni pagane”. Emblematica di questo metodo complessivo l'affermazione, tra le conclusioni della sezione, secondo cui l'identificazione dello stauròs del NT con una croce a due bracci “sarebbe basata non su fonti propriamente storiche, bensì sulle visioni mistiche dello pseudo Barnaba, di Giustino e, molto più tardi, di Tertulliano, direttamente legate al logos e alla forma del X platonici (sic) oltre che al simbolismo mistico cristiano del loro ambiente” (p. 276).
Delle circa 170 voci di bibliografia (che non distingue fonti da studi), una trentina abbondante sono fonti – indicizzate in modo davvero sui generis – o traduzioni di fonti, una quindicina sono opere di critica alla NM, e una dozzina tra lavori ottocenteschi e altri comunque di almeno 70 anni fa. Di ciò che resta, notevole è il peso attribuito a opere marginali e totalmente irrilevanti nel panorama degli studi: significativi in tal senso, oltre i ben sette titoli editi dalla ditta di pulizie (sic!) Azzurra7, anche il ricorso a una oscura tesi dottorale inedita del 1961 il cui unico pregio sembrerebbe essere quello di affermare qualcosa di simile a ciò che gli autori cercavano.
Fra tutti i problemi del testo, quest'ultimo è forse il più vistoso: non presentare lo stato dell'arte ma una selezione bibliografica orientata a sostenere in modo capzioso tesi del tutto minoritarie e destituite di ogni credibilità nell'attuale panorama degli studi.
L'impressione complessiva, per concludere, è quella di un'opera sostanzialmente dilettantistica, sensazione accentuata da un ampio ricorso ad una terminologia di stampo confessionale (e.g. "theos anche per esseri diversi da Dio Onnipotente", p. 144; "l'Iddio Onnipotente", p.152 e passim; “mediare tra gli uomini e la lingua divina, compito arduo perché sulla lingua umana pesa "la maledizione divina". ”, p. 280). Pur dunque nel lodevole tentativo di smarcarsi dal settarismo per affacciarsi alla letteratura scientifica, il saggio di Arduini e Pizzorni sembra fallire sostanzialmente il suo obiettivo.
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TEODORO STUDITA
Chi non conosce la storia non conosce nulla (R.Taft)
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TEODORO STUDITA
Chi non conosce la storia non conosce nulla (R.Taft)
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Bella recensione, sobria ed educata, ma puntuale, precisa e pertinente, nonché ammirevole per sintesi. Concordo nel giudizio finale: «un lodevole tentativo di smarcarsi dal settarismo», purtroppo vanificato dall’insana politica della WTS, che, finché continuerà ad osteggiare l’istruzione superiore, non potrà produrre che risultati destinati al fallimento o, al più, a una assai dubbia scientificità.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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Primo post — Presentazione — Staurós: palo o croce? (link esterno)
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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Primo post — Presentazione — Staurós: palo o croce? (link esterno)
Non ho letto il testo in oggetto, per cui ti ringrazio per la puntuale recensione del medesimo che me ne risparmierà la fatica.teodoro studita ha scritto:Analogamente, le considerazioni sull'uso corretto dell'equivalenza formale secondo cui “Il significato di una parola o di un’espressione può cambiare a seconda del contesto in cui viene usata” (p. 38), come pure rimarcato nella prefazione, sembrano non applicarsi a נֶפֶשׁ (che la NM rende costantemente "anima") per una precisa scelta dottrinale, proprio il motivo che autori e prefattore sostengono costituisca il principale elemento distorsivo delle traduzioni diverse dalla NM.
Una cosa interessante da notare è che, a quanto mi dicono, la nuova edizione della NM in inglese (che ancora non possiedo) ha abbandonato la "strategia traduttiva" di rendere sempre nefesh con il termine "soul". Immagino che la prossima versione italaiana della medesima traduzione si adeguerà.
Complimenti per la pregevole capacità di sintesi, che io non possiedo in alcun modo, e anche per lo sforzo di non far oggetto di satira troppo spinta questo imbarazzante libercolo pieno di errori. Come già spiegato nella discussione parallela, non so come tu abbia potuto pensare che qualche rivista avrebbe voluto pubblicare una recensione di questo libro, ma sono felice di questa tua pia illusione, perché ti ha dato modo di scrivere questo bel pezzo. In effetti una cosa viene sempre più in luce quando si ha a che fare coi dilettanti: oltre la patente assenza di metodo, si evidenzia il modo superficiale con cui trattano la bibliografia, e come essi restino solo alla superficie dei problemi. I Testimoni di Geova sanno già che le loro tesi sono minoritarie, ma si illudono almeno che un manipolo di studiosi le condivida: quando però si vanno a controllare le fonti citate, come hai fatto tu, questo gruppo di presunti sostenitori (scelti in base alla sola simpatia), si sfoltisce ulteriormente. Il problema è che nessuno può avere tempo per correre dietro alle citazioni fasulle di questo genere di letteratura apologetico.Come prevedibile, nessuna rivista scientifica ha accettato la recensione, per i motivi che avevamo già immaginato ex ante. Ho ottenuto di poter stampare una breve nota di segnalazione, che riassumerò da questa. Dunque godetevi la mia recensione integrale.
Ad maiora
Presentazione
Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Appena visto questo tread mi sono fatto un giro sul sito che vi da degli asini (ma lo sanno che rischiano dal punto di vista legale?) . Stanno già affilando le armi, spero che invece di attaccare la persona attacchino la recensione altrimenti vale il detto che non potendo attaccare l'argomento si attacca chi lo sostiene. Una domanda ci vuole. Questi autori almeno riportano i propri curricola per poter sapere se hanno le competenze necessarie? Ho letto Beduhn e mi è piaciuta molto la sua onestà e il suo metodo, inoltre ha un curriculum di rispetto. Al contrario di certi pareri trovo rassicurante sapere chi ho davanti. Inoltre mi piacerebbe che invece di giocare a chi fa la battuta più spiritosa, come quegli sfaccendati che si incontrano nei bar, in quel sito argomentassero agli appunti qui fatti.
Presentazione
Dt 18:21,22 Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta? Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore; l'ha detta il profeta per presunzione: di lui non devi aver paura.
Mai discutere con un TDG, ti trascina al suo livello e ti frega con l'esperienza : Wilde
Dt 18:21,22 Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta? Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore; l'ha detta il profeta per presunzione: di lui non devi aver paura.
Mai discutere con un TDG, ti trascina al suo livello e ti frega con l'esperienza : Wilde
Inceve è successo proprio quello che speravi che non succedesse!cercaverità ha scritto:Appena visto questo tread mi sono fatto un giro sul sito che vi da degli asini (ma lo sanno che rischiano dal punto di vista legale?) . Stanno già affilando le armi, spero che invece di attaccare la persona attacchino la recensione altrimenti vale il detto che non potendo attaccare l'argomento si attacca chi lo sostiene. Una domanda ci vuole. Questi autori almeno riportano i propri curricola per poter sapere se hanno le competenze necessarie? Ho letto Beduhn e mi è piaciuta molto la sua onestà e il suo metodo, inoltre ha un curriculum di rispetto. Al contrario di certi pareri trovo rassicurante sapere chi ho davanti. Inoltre mi piacerebbe che invece di giocare a chi fa la battuta più spiritosa, come quegli sfaccendati che si incontrano nei bar, in quel sito argomentassero agli appunti qui fatti.
Ed è proprio quello che ho scritto nell'altro thread!
Credo che invece di limitarsi (nell'altro sito) a dire di non sapere se chi scrive "quella roba è in malafede, non sa leggere o è spaventosamente ignorante. Mi chiedo se certa gente non si vergogno di scrivere certe sciocchezze... forse si, dato che non si firma neppure!", perchè non scrivono una bella controrecensione?Poi a me non sembra che "nell'altro sito" si firmino con nome, cognome, indirizzo e codice fiscale!Ma piuttosto a me sembra che si diano i privilegi di anziani e servitori sotto nomina di admini e moderatori!Forse perchè in congrega sono dei poveri disadattati che non se li caga nessuno!Scusatemi per il termine poco ortodosso ma mi è uscito dall'anima(a prescindere da come si consideri quest'ultima!)
Nel buio totale una voce d'uomo mi disse: "Vieni verso di me, non voglio farti del male...", ma io accesi un cerino e vidi ch'ero sul margine di un precipizio, e l'uomo che mi parlava era, invece, dalla parte opposta...
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Ecco, proprio dei veri amanti della libertà. Fortuna che c'è la libertà di religione, se i TDG avessero il potere ci farebbero vedere i sorci verdi.
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Dt 18:21,22 Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta? Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore; l'ha detta il profeta per presunzione: di lui non devi aver paura.
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E' un onore, avrebbe offeso la loro ammirazionecercaverità ha scritto:Appena visto questo tread mi sono fatto un giro sul sito che vi da degli asini
Gabriella
La cosa più difficile a questo mondo? Vivere! Molta gente esiste, ecco tutto.Oscar Wilde
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La malafede è evidente dal fatto che Teodoro Studita ha sempre messo la sua faccia e il suo nome e cognome ovunque, basta fare una ricerca elementare per capire chi è, soprattutto lo conosce bene colui che ha scritto quanto avete riportato, lui si che è anonimo, ha fatto innumerevoli conversazioni con Valerio per poi dileguarsi facendosela sotto quando gli è stato chiesto di fare un confronto dal vivo senza il filtro del PC e senza poter fare i famosi copia incolla internettiani le cui conversazioni sono piene; mente quindi sapendo di mentire, ma che bravo testimone di Geova che abbiamo trovato, a quanto pare gli brucia perché non ha né la cultura né i titoli necessari per poterlo smentire (a differenza di Valerio le cui referenze e i cui lavori sono pubblici), quando non si hanno argomenti validi si attacca la persona, mossa scontata e prevedibile, dice di voler fare una contro recensione, potrà scrivere quello che vuole, tanto i suoi fratelli che lo leggeranno non capiranno niente comunque, non avendo studiato nulla di filologia biblica o di greco o di ebraico, nè hanno la benché minima preparazione scientifica per poter capire di cosa si sta discutendo, lo applaudiranno semplicemente perché scriverà qualcosa, a prescindere dalle corbellerie che scriverà, esattamente come hanno fatto nel loro sito, credono di aver smentito quanto scritto sul sito di Achille senza rendersi conto di non aver smentito proprio nulla, la verità, che gli piaccia o no, non può essere smentita, ma ai poveri tdg ignoranti che leggono quel sito gli basta che sia stato scritto qualcosa, tanto poverini non hanno gli strumenti necessari per poter capire se quello che leggono sia vero o falso.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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teodoro studita:
Nel secondo capitolo si trattano alcune importanti questioni sull'AT. Stupisce qui il modo sbrigativo con cui agli autori liquidano la scelta dei traduttori della NM di ignorare un principio elementare della sintassi ebraica come il waw inversivo (p. 41), ma soprattutto colpisce il grande spazio dedicato alla scelta della NM di introdurre forzosamente il tetragramma anche nel NT, rifacendosi a vecchie teorie ampiamente rifiutate dalla pressoché unanime totalità degli studiosi. In questo frangente, gli autori sollevano obiezioni all' interpretazione corrente di A.Pietersma secondo cui la LXX non contenesse il tetragramma se non nelle sue revisioni giudaizzanti e, pur accennando ai testi di Qumran, dimenticano di ricordare che proprio quei testi hanno fornito ulteriore evidenza della caduta in disuso del tetragramma in un ambiente ebraico e non certo ellenizzante come nella vulgata delle pubblicazioni della Società Torre di Guardia. Purtroppo in questo caso gli autori si spingono alla vera e propria falsificazione, citando un autorevole studio di Tov per fargli affermare il contrario di quanto dica sull'uso dei tetrapuncta (pp. 68-69) proprio in sostituzione del nome divino.
Sulla scorta di tali premesse e su quella — ancor più problematica — che tutti i 27 libri del NT siano stati composti entro il I secolo e in ambiente giudaico palestinese (p. 70), gli autori affermano che “è naturale pensare che, con tutta probabilità, gli scrittori del NT consultassero copie della LXX in cui il nome divino non era stato ancora sostituito da κύριος” (p. 64), donde l'ardua apologia dell'interpolazione del tetragramma nel NT.
L'anelito all'approccio scientifico enunciato nell'introduzione sembra lasciare il passo ad un approccio apologetico nella sostanza quando il testo inizia ad affrontare la traduzione di brani significativi per la cristologia. Gli autori, ad esempio, ricordano in più occasioni che in brani come Fil 2,11 e Gv 1,1 l'intento dell'autore non fosse quello di identificare Gesù con YHWH (p. 82 e scc.) o “l’identificazione del Gesù biblico con il Dio dell’AT” (p. 280) dimenticandosi, tuttavia, che tale lettura teologica di marca modalista non sia sostenuta da alcuno nel panorama degli studi. Più in generale, Arduini e Pizzorni affermano che quando si ha a che fare con passi biblici che possono riguardare la divinità di Cristo tutti i traduttori – salvo quelli della NM – sarebbero influenzati dalla loro cristologia (p. 108), sebbene non menzionino il fatto che anche le traduzioni scientifiche e non confessionali, che difficilmente possono essere accusate di pregiudizio teologico, operano di norma in una direzione nettamente divergente rispetto a quella della traduzione geovista.
Ray
Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
Genesi
Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
Genesi
I TdG vivono in un mondo alieno, se pensano che questo libro, i cui intenti apologetici e il taglio dilettantesco sono più che palesi, possa essere considerato un'opera scientifica. O banalmente, sono così immersi nel loro mondo alienato, da non rendersi conto di che cosa sia la vera scienza. Io non mi sono ancora ripreso dalla lettura del capitolo sulla crocifissione, che chiaramente o non è stato riletto da alcun revisore, o è stato revisionato da gente che non sa il greco: la densità degli errori ortografici e dei ragionamenti strampalati era tale da risultare un pugno nell'occhio per chiunque fosse stato minimamente avvezzo alle discipline. Ma non c'è di che stupirsi, con le case editrici a pagamento ho visto pubblicare cose peggiori, solo che si trattava di Heidegger, e dunque non c'era una schiera di settari pronti a partigianerie confessionali.Questa è l'unica recensione esistente di questo libro?
A parte le autoreferenze geoviste che valgono come il due di picche, nessuno studioso, oltre a Teodoro, ha recensito quest'opera?
Se è così, si tratta di un silenzio che vale più di mille parole.
Non so se i TdG internettiani risponderanno alla recensione di Teodoro, e questo per vari motivi: 1)Poiché la recensione di Teodoro non è anonima, ed essi lo conoscono, Teo potrà giustamente dir loro che non ha tempo per interloquire con dei dilettanti anonimi che non possono mostrare alcun curriculum antichistico, cioè un percorso di studi che possa renderli in grado di discutere sensatamente di queste discipline. 2)Quanto agli autori del libro, che anonimi non sono, forse troveranno il tempo. Visto che nessuno ha preso in considerazione questo libro infarcito di strafalcioni, e che non ha avuto recensioni di alcun genere, se non questa di Teo che lo stronca, chi potrebbe mai dire che gli autori siano occupati a dibattere con altri?
Certo il confronto se mai ci sarà dovrà avvenire su internet, unico luogo appropriato, perché della spazzatura simile non troverebbe mai spazio per un dibattito su un riviste del settore. Infatti mi chiedevo come Teo avesse potuto sperare che una rivista scientifica prendesse in considerazione di recensire un libro il cui scopo, dissimulato oppure no, è quello di fare apologia della Bibbia dei TdG, cioè l'opera ascientifica per antonomasia. Bisogna tenere i luoghi del dibattito accademico puri da questo morbo, non sia mai che i TdG si illudano di avere una qualche serietà se potessero accadere agli spazi stampati in cui gli accademici usualmente si confrontano, bisogna anzi rivendicare che l'unico luogo appropriato per parlare di queste amenità è un forum internettiano, o una fiera della satira ambulante.
Ciò detto, credo che Teo abbia cose più importanti da fare che continuare ad occuparsi dei TdG e delle loro pretese assurde. Qualunque cosa accada, le persone con una formazione che le metta in grado di comprendere hanno già capito da un pezzo da che parte stare, e dunque sarebbe bene non fare troppo caso all'eventuale claque che questo libercolo e le sue apologie potrebbero riscuotere tra la turba dei dilettanti. Si tratta dello schiamazzo di gente che decide a simpatia che cosa credere.
Ad maiora
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
- teodoro studita
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Ho visto, non capisco perché sbraitino che non ho firmato la recensione dal momento che anche le pietre sanno chi sono.
In ogni modo a scanso di equivoci e a titolo di "firma" questo il mio profilo su Academia.edu dove chiunque può trovare tutti i dati che vuole, CV, qualche pubblicazione, etc. : https://pul.academia.edu/ValerioPolidori" onclick="window.open(this.href);return false;
In ogni modo a scanso di equivoci e a titolo di "firma" questo il mio profilo su Academia.edu dove chiunque può trovare tutti i dati che vuole, CV, qualche pubblicazione, etc. : https://pul.academia.edu/ValerioPolidori" onclick="window.open(this.href);return false;
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TEODORO STUDITA
Chi non conosce la storia non conosce nulla (R.Taft)
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Foto indirizzo telefoni studi...teodoro studita ha scritto:Ho visto, non capisco perché sbraitino che non ho firmato la recensione dal momento che anche le pietre sanno chi sono.
In ogni modo a scanso di equivoci e a titolo di "firma" questo il mio profilo su Academia.edu dove chiunque può trovare tutti i dati che vuole, CV, qualche pubblicazione, etc. : https://pul.academia.edu/ValerioPolidori" onclick="window.open(this.href);return false;
Ma Valerio non è sufficiente, vogliono anche il gruppo sanguigno, ed il numero dei peli pubici altrimenti per loro rimani anonimo!
Se penso a chi parla di anonimato mi viene proprio da ridere.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
Mario70 ha scritto:Foto indirizzo telefoni studi...teodoro studita ha scritto:Ho visto, non capisco perché sbraitino che non ho firmato la recensione dal momento che anche le pietre sanno chi sono.
In ogni modo a scanso di equivoci e a titolo di "firma" questo il mio profilo su Academia.edu dove chiunque può trovare tutti i dati che vuole, CV, qualche pubblicazione, etc. : https://pul.academia.edu/ValerioPolidori" onclick="window.open(this.href);return false;
Ma Valerio non è sufficiente, vogliono anche il gruppo sanguigno, ed il numero dei peli pubici altrimenti per loro rimani anonimo!
Se penso a chi parla di anonimato mi viene proprio da ridere.
dicono che ormai "QUI" si è alla frutta!
beh io dico menomale, che qui si è alla frutta, perché "LA" hanno finito di prendere il caffè e ammazza caffè già da molto tempo!
magari a noi rimane ancora qualcosina!!
Nel buio totale una voce d'uomo mi disse: "Vieni verso di me, non voglio farti del male...", ma io accesi un cerino e vidi ch'ero sul margine di un precipizio, e l'uomo che mi parlava era, invece, dalla parte opposta...
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Vi prego, miei signori, il regolamento vieta polemiche trasversali con altri forum. S'è già detto quel che c'era da dire: Teo ha proposto questa recensione ad alcune riviste, che, come era prevedibile, l'hanno rifiutata non per via della recensione in sé ma perché non s'addice ad una rivista specialistica di recensire letteratura non scientifica. In compenso però, se una recensione era impensabile, Teo ci informava all'inizio di questa discussione che: "Ho ottenuto di poter stampare una breve nota di segnalazione, che riassumerò da questa".
In questo modo direi che si salvano capra e cavoli. Il testo da recensire infatti non ha la dignità accademica per una recensione vera e propria, e a mio avviso neppure per una breve nota, ma poiché Teo è riuscito a convincere gli editori della rivista a pubblicare almeno una nota, verrà in questa maniera turata la bocca a coloro che lamentano che questa recensione di Teo non è apparsa su una rivista specialistica.
Costoro infatti non si rendono conto che è la natura del libro da recensire che impedisce la pubblicazione di una recensione intera, infatti il mondo accademico non è interessato ad occuparsi delle pretese assurde dei TdG e della loro pia illusione di significare qualcosa. Teo ci farà certamente sapere quando la rivista da lui prescelta pubblicherà la nota di recensione che scriverà, quanto ai TdG possono tranquillamente rimanere a schiamazzare sui loro forum e sui siti che si creano da soli per diffondere le loro teorie settarie.
Vorrei consigliare a Teo di mettere nella breve nota che redigerà qualche esempio di citazioni distorte delle fonti contemporanee, giacché molti TdG sono seriamente convinti che le loro teorie abbiano un qualche appoggio accademico a causa dei collage di tarocchi con cui mamma WTS li ha abituati nelle loro pubblicazioni, una prassi che, a quanto m'è dato di leggere nella recensione estesa che Teo ci ha regalato, neppure questi figli dello Schiavo hanno abbandonato. Infatti non basta che un testo sia pieno di riferimenti, occorre che siano autentici, ben contestualizzati, di matrice autorevole, e ovviamente concatenati in maniera logica. Purtroppo un dilettante davanti ad una bibliografia in nota a piè di pagina non è in grado di fare nessuno di questi controlli, e ciò che a lui può sembrare ben scritto è, agli occhi dello specialista, un colabrodo filologico.
Il mondo accademico, che non considera affatto le teorie stravaganti dei TdG, non ha ovviamente bisogno d'essere salvato da questo libro, ma forse la carità cristiana ci impone di provare ad aprire gli occhi agli ingenui TdG dilettanti internettiani che si avvicinano con fiducia a questo saggio credendovi di trovare dell'autentica erudizione.
Ad maiora
In questo modo direi che si salvano capra e cavoli. Il testo da recensire infatti non ha la dignità accademica per una recensione vera e propria, e a mio avviso neppure per una breve nota, ma poiché Teo è riuscito a convincere gli editori della rivista a pubblicare almeno una nota, verrà in questa maniera turata la bocca a coloro che lamentano che questa recensione di Teo non è apparsa su una rivista specialistica.
Costoro infatti non si rendono conto che è la natura del libro da recensire che impedisce la pubblicazione di una recensione intera, infatti il mondo accademico non è interessato ad occuparsi delle pretese assurde dei TdG e della loro pia illusione di significare qualcosa. Teo ci farà certamente sapere quando la rivista da lui prescelta pubblicherà la nota di recensione che scriverà, quanto ai TdG possono tranquillamente rimanere a schiamazzare sui loro forum e sui siti che si creano da soli per diffondere le loro teorie settarie.
Vorrei consigliare a Teo di mettere nella breve nota che redigerà qualche esempio di citazioni distorte delle fonti contemporanee, giacché molti TdG sono seriamente convinti che le loro teorie abbiano un qualche appoggio accademico a causa dei collage di tarocchi con cui mamma WTS li ha abituati nelle loro pubblicazioni, una prassi che, a quanto m'è dato di leggere nella recensione estesa che Teo ci ha regalato, neppure questi figli dello Schiavo hanno abbandonato. Infatti non basta che un testo sia pieno di riferimenti, occorre che siano autentici, ben contestualizzati, di matrice autorevole, e ovviamente concatenati in maniera logica. Purtroppo un dilettante davanti ad una bibliografia in nota a piè di pagina non è in grado di fare nessuno di questi controlli, e ciò che a lui può sembrare ben scritto è, agli occhi dello specialista, un colabrodo filologico.
Il mondo accademico, che non considera affatto le teorie stravaganti dei TdG, non ha ovviamente bisogno d'essere salvato da questo libro, ma forse la carità cristiana ci impone di provare ad aprire gli occhi agli ingenui TdG dilettanti internettiani che si avvicinano con fiducia a questo saggio credendovi di trovare dell'autentica erudizione.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
In effetti caro Mario questo è l'aspetto più comico. Accusare Teo di anonimato? Loro, che sono tutti anonimi, perché altrimenti non sarebbero considerati esemplari dai confratelli in sala? E poi per difendere un libro del genere, dove si discute di greco senza saperlo scrivere neppure in maniera corretta, confondendo forme verbali e lettere... Gli errori negli accenti sarebbero di per sé già gravi, perché nulla mostra l'incompetenza di un autore come la sua incapacità di accentare le parole in greco (nello scritto) ed in latino (nel parlato). Ciò che al non grecista sembrano piccolezze, in realtà hanno un mondo dietro. Dovere sapere cari amici che gli accenti non si mettono a caso, né sono da imparare a memoria parola per parola: dietro ogni accento greco ci sono delle precise regole di collocazione che dipendono non solo da una valutazione delle sillabe che vediamo, ma della storia etimologica della parola, o dal posto che occupa nel sistema verbale. La conoscenza dell'accentazione greca rivela tutta la conoscenza o l'ignoranza che un autore ha dell'intero sistema della lingua greca, e quando gli errori sono sistematici, non è possibile parlare di sviste, ma di dilettenti che fanno a caso ed ogni volta hanno bisogno di andare su un dizionario a controllare un accento. Anche in latino la faccenda è simile: potete sapere tutto della qualità di un latinista dal fatto che egli sappia se la penultima sillaba di una parola sia lunga o breve, e dove cada l'accento di conseguenza, perché ancora una volta è la grammatica latina nel suo insieme che viene implicata nella determinazione di queste cose. Ma qui, in questo libro, andiamo ben oltre l'ignoranza degli accenti: gli orrori che io stesso avevo segnalato, con gente che ripetutamente mostra di non sapere neppure con che lettere siano scritte le parole greche, mostra come dinnanzi a simili testi si debba stendere un velo pietoso. Nel mondo accademico possono certo uscire dei libri con tesi strampalate, e da stroncare con un'opportuna recensione che puntualmente verrà pubblicata. Ma sempre di libri all'interno del mondo accademico si tratta, poiché opera di studiosi. Un libro del genere invece, non fa parte del mondo accademico, e dunque è addirittura indegno di una recensione di stroncatura che degli accademici dedichebbero al testo di un loro collega che non gli è piaciuto. Questo libro è cioè semplicemente fuori dal circuito, di un altro genere rispetto a quelli recensiti, anche per farne delle stroncature, sulle riviste del settore. E' un fuori casta, un paria. Non può essere né elogiato né stroncato su una rivista accademica perché, come i libri di Dan Brown, non fa parte del mondo accademico. Non si può prenderlo in considerazione nel mondo accademico neppure per demolirlo, esattamente come non si prenderà in considerazione un libro scritto da Giacobbo. La pubblicazione di questa nota che Teo è riuscito ad estorcere è a mio avviso già troppo.Mario70 ha scritto:Foto indirizzo telefoni studi...teodoro studita ha scritto:Ho visto, non capisco perché sbraitino che non ho firmato la recensione dal momento che anche le pietre sanno chi sono.
In ogni modo a scanso di equivoci e a titolo di "firma" questo il mio profilo su Academia.edu dove chiunque può trovare tutti i dati che vuole, CV, qualche pubblicazione, etc. : https://pul.academia.edu/ValerioPolidori" onclick="window.open(this.href);return false;
Ma Valerio non è sufficiente, vogliono anche il gruppo sanguigno, ed il numero dei peli pubici altrimenti per loro rimani anonimo!
Se penso a chi parla di anonimato mi viene proprio da ridere.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Vorrei fare i miei complimenti a Valerio per la pazienza avuta nel redigere questa recensione, visto che fra l'altro non era neanche obbligato a farla.
A quanto ho capito nonostante abbia cercato in qualche modo di farla pubblicare da riviste specialistiche, non è riuscito nel suo intento in quanto l'opera in oggetto non è considerata abbastanza scientifica da essere oggetto di attenzione.
Vediamo se, almeno, come dice Polymetis, verrà pubblicata come nota, così almeno gli sforzi di recensire non siano persi.
A quanto ho capito nonostante abbia cercato in qualche modo di farla pubblicare da riviste specialistiche, non è riuscito nel suo intento in quanto l'opera in oggetto non è considerata abbastanza scientifica da essere oggetto di attenzione.
Vediamo se, almeno, come dice Polymetis, verrà pubblicata come nota, così almeno gli sforzi di recensire non siano persi.
- Ray
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Che dire ,anche se il mondo scientifico non prende in seria considerazione le pubblicazioni della Wt,e di seguito sarebbe una incongruenza o un paradosso recensire l' "inrecensibile",a noi ex tdg fa d'uopo per sdoganare quest'altra ennesima bufala teocratica made in WT.
e...
e...
Ray
Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Che ci vuoi fare Ray, è la vita. Sai che sento i TDG dire addirittura che frasi come, la maggioranza degli studiosi pensa, non hanno senso. A volte è così non lo nego, ma in generale ha ragione la maggioranza . Poi li sento affermare pure che dire studiosi seri non ha senso. Insomma secondo i TDG ci sono due opinioni a questo mondo: le loro e quelle sbagliate E' per questo che se mi fermano o provano a parlare di religione mi chiudo a loro.
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Dt 18:21,22 Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta? Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore; l'ha detta il profeta per presunzione: di lui non devi aver paura.
Mai discutere con un TDG, ti trascina al suo livello e ti frega con l'esperienza : Wilde
Dt 18:21,22 Se tu pensi: Come riconosceremo la parola che il Signore non ha detta? Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non accadrà e non si realizzerà, quella parola non l'ha detta il Signore; l'ha detta il profeta per presunzione: di lui non devi aver paura.
Mai discutere con un TDG, ti trascina al suo livello e ti frega con l'esperienza : Wilde
I TdG non sanno generalmente nulla di quello che il mondo accademico pensa, perché derubricano quello che si produce e si ricerca nelle università come "roba del demonio". Non c'è da stupirsi che nessuno, in nessun campo, prenda in considerazione i TdG. L'ultima volta che sono stato a sentire un loro discorso, vaneggiavano sparando la data esatta del diluvio, data che ovviamente che non riporta nessun libro di storia o archeologia visto che in quel periodo le civiltà della Mesopotamia sono continuate del tutto indifferenti alle allucinazioni cronologiche di Brooklyn. E così via per le altre materie: i TdG non possano pensare che dei biologi prendano in considerazione i loro libri, se vi si espone il creazionismo e si rifiuta l'evoluzione dell'uomo, o che che orientalisti prendano in considerazione la loro cronologia campata per aria, se neppure sanno datare correttamente quando cadde Gerusalemme. Allo stesso modo, che possono sapere quei TdG internettiani di come un accademico antichista leggerebbe il libro di Arduini, quell'opera che tratta di greco senza neppure saperlo scrivere, e che in un testo di qualche centinaio di pagine riesce ad infilare 70 errori ortografici che storpiano la lingua degli elleni? Come può il mondo accademico prendere un considerazione un libro in cui si scarta l'attendibilità delle fonti in base al loro grado di "paganesimo", che tralascia le citazioni antiche scomode, le cataloga con divisioni senza alcun senso storiografico, e data quelle che riporta sbagliando secolo (come nel caso di Firmico Materno)?cercaverità ha scritto:Che ci vuoi fare Ray, è la vita. Sai che sento i TDG dire addirittura che frasi come, la maggioranza degli studiosi pensa, non hanno senso. A volte è così non lo nego, ma in generale ha ragione la maggioranza . Poi li sento affermare pure che dire studiosi seri non ha senso. Insomma secondo i TDG ci sono due opinioni a questo mondo: le loro e quelle sbagliate E' per questo che se mi fermano o provano a parlare di religione mi chiudo a loro.
Questo libro, come tutte le pubblicazioni dei TdG che provano ad accreditarli, è un tremendo pasticcio.
Presentazione
Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Mi è giunta notizia che il testo de la Bibbia prima del dogma è stato rivisto dagli autori e, presumibilmente, corretto e depurato dagli errori piú evidenti. Certo non dichiareranno mai la fonte di queste correzioni, ma credo si debba dare atto agli autori di buona volontà, e comunque riconoscere a questo lavoro di essere un tantino al di sopra delle normali pubblicazioni di marca geovista. Se l’intento apolegetico rimane evidente, almeno non è una pubblicazione cosí sbalestrata come quelle offerte dalla insipiente e fuorviante Torre di guardia, per cui i TdG, interessandosene, verranno introdotti in un mondo un po’ piú serio di quello che sono soliti frequentare. Sicché ben vengano pubblicazioni come queste, magari non proprio scientifiche, ma che nel tono meno favolistico e piú attento al mondo accademico, se pur inficiato da manchevolezze evidenti, potrebbero invitare il lettore a un approfondimento, che potrebbe anche finire non in linea con le tesi di fondo.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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Dovrebbero ringraziare Polymetis e Teodoro per le correzioni che apporteranno nella nuova edizione. E magari scriverlo ancheQuixote ha scritto:Mi è giunta notizia che il testo de la Bibbia prima del dogma è stato rivisto dagli autori e, presumibilmente, corretto e depurato dagli errori piú evidenti. Certo non dichiareranno mai la fonte di queste correzioni, ma credo si debba dare atto agli autori di buona volontà, e comunque riconoscere a questo lavoro di essere un tantino al di sopra delle normali pubblicazioni di marca geovista. Se l’intento apolegetico rimane evidente, almeno non è una pubblicazione cosí sbalestrata come quelle offerte dalla insipiente e fuorviante Torre di guardia, per cui i TdG, interessandosene, verranno introdotti in un mondo un po’ piú serio di quello che sono soliti frequentare. Sicché ben vengano pubblicazioni come queste, magari non proprio scientifiche, ma che nel tono meno favolistico e piú attento al mondo accademico, se pur inficiato da manchevolezze evidenti, potrebbero invitare il lettore a un approfondimento, che potrebbe anche finire non in linea con le tesi di fondo.
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Dovrebbero ringraziare Polymetis e Teodoro per le correzioni che apporteranno nella nuova edizione. E magari scriverlo anche.
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
Genesi
Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Gia' Ray, anche per me Achille e Quixote peccano di ottimismo . Staremo a vedere...
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Più che ottimisti, a me sembra che stiano semplicemente indicando quale sarebbe la cosa giusta e corretta da fare.Gabriella Prosperi ha scritto:Gia' Ray, anche per me Achille e Quixote peccano di ottimismo . Staremo a vedere...
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Compiacersi di aver ragione è sgradevole - Avere troppa coscienza di sé è odioso - Commiserarsi è infame
Be’, siamo onesti: glie ne abbiam dette di tutti i colori, io fra gli altri; “dovrebbero” farlo, ma non mi sento di criticarli se non lo fanno… Vero è che quando in altri lidi criticarono, anche con appellativi poco lusinghieri, la mia paginetta sullo staurós, io ringraziai e immisi immediatamente il loro link.Cogitabonda ha scritto: Più che ottimisti, a me sembra che stiano semplicemente indicando quale sarebbe la cosa giusta e corretta da fare.
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come è che la chiamavano ai miei tempi?Quixote ha scritto:
Be’, siamo onesti: glie ne abbiam dette di tutti i colori, io fra gli altri; “dovrebbero” farlo, ma non mi sento di criticarli se non lo fanno… Vero è che quando in altri lidi criticarono, anche con appellativi poco lusinghieri, la mia paginetta sullo staurós, io ringraziai e immisi immediatamente il loro link.
Ah già. .. onestà intellettuale.
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«Chi è capace di una visione generale è dialettico, e chi non lo è, no», PLATONE, Repubblica VII,537 c.
Croce-via: un crocevia di croci.
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Risentirsi delle critiche, soprattutto se fatte con certi toni, è del tutto umano. Però lo studioso serio sa mettere da parte l'amor proprio in nome della ricerca del vero. Non dimentichiamo che anche gli accademici sono abituati a dirsene di tutti i colori.minstrel ha scritto:come è che la chiamavano ai miei tempi?Quixote ha scritto:Be’, siamo onesti: glie ne abbiam dette di tutti i colori, io fra gli altri; “dovrebbero” farlo, ma non mi sento di criticarli se non lo fanno… Vero è che quando in altri lidi criticarono, anche con appellativi poco lusinghieri, la mia paginetta sullo staurós, io ringraziai e immisi immediatamente il loro link.
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Stiamo a vedere.
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Troppo buono. La tua è la "bontà" delle persone intellettualmente non di parte e obiettive. "Loro" invece si ritengono i migliori in assoluto, ma non ammetteranno che le correzioni degli strafalcioni contenuti nel libro sono state fatte grazie alle osservazioni espresse in un forum "apostata". Subito pronti ad insultare e ad offendere in presenza di qualche errore altrui, ma non disposti ad ammettere i loro di errori. Hanno imparato molto bene la lezione da "mamma WTS".Quixote ha scritto:Be’, siamo onesti: glie ne abbiam dette di tutti i colori, io fra gli altri; “dovrebbero” farlo, ma non mi sento di criticarli se non lo fanno… Vero è che quando in altri lidi criticarono, anche con appellativi poco lusinghieri, la mia paginetta sullo staurós, io ringraziai e immisi immediatamente il loro link.
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