L’EMPHATIC DIAGLOTT DI BENJAMIN WILSON, L'ANTENATA DELLA TRADUZIONE DEL NUOVO MONDO

La Bibbia dei Testimoni di Geova è davvero una traduzione fedele ed accurata delle Sacre Scritture?

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Metallo Pesante
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L’EMPHATIC DIAGLOTT DI BENJAMIN WILSON, L'ANTENATA DELLA TRADUZIONE DEL NUOVO MONDO

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La Emphatic Diaglott è l'antenata della The Kingdom Interlinear Translation of the Greek Scriptures (1969 e 1985), la traduzione interlineare edita dalla Watchtower Society. Fu pubblicata nel 1864 da Benjamin Wilson, e descritto, per oltre settant’anni, sia agli Studenti Biblici prima e ai Testimoni di Geova dopo, come una traduzione mitica, una sorta di dono di Dio che aveva permesso a Charles Taze Russell di capire qual era stato l’errore dei Secondi Avventisti e di correggerlo. Nell'opuscolo Prosperità, del 1928, veniva infatti riferito:

Per la maggioranza delle persone è greco. Questo è vero alla lettera per quanto riguarda il Nuovo Testamento. Tutte le traduzioni inglesi di quest’opera in quanto al significato di ciò che l’originale Nuovo Testamento in greco contiene sono frutto del lavoro di questo o di quell’uomo o di quel gruppo di persone. Non c’è quindi da stupirsi se qualcuno ha detto che la Bibbia è come un violino con il quale ognuno suona la sua musica! Tutti quelli che in in modo o nell’altro prendono parte al lavoro di traduzione cercano di portare avanti le loro idee, e il risultato sono le centinaia di credi che si basano tutti su traduzioni errate. Ma non è così con l’Emphatic Diaglott! Esso contiene il Nuovo Testamento nel greco originale con una traduzione interlineare parola per parola libera e moderna. Inoltre in esso sono state inserite varie note da importanti manoscritti e una vasta scelta di riferimenti. Il Diaglott è assolutamente indispensabile per capire il vero vangelo.

Non era stata scelta a caso: l'autore, Benjamin Wilson, autodidatta amante della Bibbia nato nel 1817 a Helifax, in Inghilterra, credeva a diverse cose a cui credevano gli Studenti Biblici. Riporta Sergio Pollina nel suo libro I Testimoni di Geova e i cristianesimi delle origini. Antropologia di un movimento religioso contemporaneo, scrive:

I suoi biografi indicano che egli era un autodidatta. Una sua pronipote, Leila Whitehead, narra che il padre di Benjamin era un uomo colto e uno studioso, ma essendo povero non si poté permettere di man-dare i suoi figli a scuola. L’istruzione che egli impartì loro fu però nettamente superiore a quella che molti a quel tempo ricevevano nelle scuole private. Così egli organizzò una scuola nella sua stessa casa non soltanto per i suoi quattro figli, ma anche per quelli del vicinato che avessero desiderato frequentarla. Le lezioni si tenevano di sera e i ragazzi furono anche addestrati a svolgere alcuni lavori. Crescendo, la Bibbia divenne una parte essenziale dei loro studi e, con il trascorrere del tempo tutti loro abbandonarono la Chiesa battista per aderire alla Chiesa cristiana per la questione del battesimo per la remissione dei peccati. Il potere della resurrezione di Cristo e di ciò che essa significava li aiutò a comprendere la natura mortale dell’uomo e la necessità della resurrezione. Il ritorno di Cristo e lo stabilimento del Regno sulla terra li ricondusse alle promesse abramiche. Così i ragazzi divennero delle persone istruite.[1]

La scelta, dicevamo, non era affatto casuale: nel 1855 Benjamin iniziò a pubblicare un giornale religioso, The Gospel Banner, e fu in quel tempo che nacque il progetto dell’Emphatic Diaglott, che vide uscì nel 1864, opera dovuta del tutto al lavoro di Benjamin Wilson. Pochi anni dopo, come narra la Zion’s Watch Tower di febbraio 1881, vi fu la Grande Delusione degli Avventisti, che attendevano la fine nell’autunno del 1874, e fu proprio allora che B.N. Keith, collaboratore di Barbour, “fu usato dal Signore per gettare un raggio di luce su un soggetto che era fonte di molta confusione … Il fratello K[eith] aveva letto attentamente il capitolo 24 di Matteo nell’Emphatic Diaglott, una nuova e precisa traduzione parola per parola del Nuovo Testamento, e quando giunse ai versetti 37 e 39 fu molto sorpreso nello scoprire che esso usava la parola presenza quando parlava del Figlio dell’Uomo”. Questo fatto incise profondamente sia in Barbour che in Russell che a quel tempo gli si associava, e a convincere entrambi che la presenza invisibile di Cristo fosse iniziata nel 1874. Non solo: vi erano anche affinità religiose. Wilson era membro della Chiesa Cristadelfiana, confessione religiosa cristiana che crede che le chiese organizzate sono apostate, non credeva nella trinità, non crede nell’immortalità dell’anima né nell’inferno di fuoco, ma nella morte eterna come punizione dei malvagi, tutti temi cari agli Studenti Biblici, e tutti temi che condizioneranno la traduzione della sua edizione, spingendo Charles Taze Russell a battersi per acquisire i diritti di pubblicazione della citata traduzione.

Essa è stata fortemente lodata sulle pubblicazioni della Watchtower Society. Consolation dell’8 novembre 1944 riportava:

Una delle tre edizioni delle Scritture pubblicate dalla Società Torre di Guardia è l’Emphatic Diaglott. La disposizione di quest’opera e gli strumenti per lo studio critico che essa consente agli Studenti della Bibbia ne fanno la traduzione delle Scritture Greche di più grande valore per uno studio analitico … di valore incalcolabile nel campo degli studi critici e analitici … È stato detto a volte che è necessario rifarsi al testo greco per risolvere alcune difficoltà. L’interlineare non sempre è sufficiente … Ma per poter accedere al testo greco e quindi trarre il massimo beneficio dall’Emphatic Diaglott è necessario studiare le due pa-gine di materiale introduttivo sull’alfabeto greco e alcuni degli aspetti fondamentali della grammatica greca.

E Consolation del 22 novembre 1944 aggiungeva che:

In gran parte la traduzione enfatica del signor Wilson è molto buona … La traduzione di alcuni versetti nel Diaglott è nettamente superiore a quella di altre traduzioni, ed è anche interessante notare che il signor Wilson usa anche il nome “Geova” in molte parti della sua traduzione enfatica … In verità, quindi, The Emphatic Diaglott ci apre un vasto campo di studio delle Scritture Greche. Nessun’altra traduzione può esserle paragonata sotto questo aspetto. Trarrete grande beneficio ed edificazione, e sarete un più capace mi-nistro del vangelo se studierete The Emphatic Diaglott.

Ma che ne pensano i biblisti di questa traduzione? lo studioso Bruce M. Metzger scrisse in un articolo del 1953 intitolato The Jehovah'S Witnesses and Jesus Christ: A Biblical and Theological Appraisal (trad. italiana I Testimoni di Geova e Gesù Cristo: una valutazione biblica e teologica):

Uno dei libri a cui si fa riferimento nelle note in calce della Traduzione del Nuovo Mondo è l’Emphatic Diaglott, pubblicato nel 1864 da Benjamin Wilson, un editore autodidatta di Geneva nell’Illinois, che pubblicava anche un quindicinale intitolato The Gospel Banner and Millennial Advocate. Il suo cosiddetto Diaglott è una strana edizione del testo greco del Nuovo Testamento (1806) di J.J. Griesbach, con una impacciata traduzione interlineare che, per molti aspetti si può definire un’antenata della Traduzione del Nuovo Mondo. Si tratta di un’edizione antiquata del testo greco alla quale i Testimoni di Geova fanno riferimento nel loro fiducioso convincimento che “il significato letterale del testo greco dice così e così”. Il dott. Isaac Hall l’ha definito un’edizione “stupefacente” e “famigerata”.[2]

Insomma, non si smentiscono mai...

NOTE

[1] Sergio Pollina, I Testimoni di Geova e i cristianesimi delle origini. Antropologia di un movimento religioso contemporaneo, e-book, 2018, pp. 622-623, https://www.infotdgeova.it/files/cristianesimi.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
[2] Bruce M. Metzger, The Jehovah'S Witnesses and Jesus Christ: A Biblical and Theological Appraisal, in Theology Today 10/1 (April 1953), pp. 65-85, in http://www.bible-researcher.com/metzger.jw.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Metallo Pesante
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Messaggio da Metallo Pesante »

La base è sempre quella: la frasetta d'effetto "Cosa insegna realmente la Bibbia" è una bufala. Perché? Perché i TdG si cercano il traduttore che gli dice quello che loro vogliono farsi dire: Russell scelse il cristadelfiano Benjamin Wilson, e chi venne dopo si scelse altre traduzioni che più gli facevano comodo, come Wescott e Hort ecc. Non si misero davanti al testo in maniera neutrale, ma cercarono chi gli solleticasse le orecchie...
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Mario70
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Messaggio da Mario70 »

Metallo Pesante ha scritto:La base è sempre quella: la frasetta d'effetto "Cosa insegna realmente la Bibbia" è una bufala. Perché? Perché i TdG si cercano il traduttore che gli dice quello che loro vogliono farsi dire: Russell scelse il cristadelfiano Benjamin Wilson, e chi venne dopo si scelse altre traduzioni che più gli facevano comodo, come Wescott e Hort ecc. Non si misero davanti al testo in maniera neutrale, ma cercarono chi gli solleticasse le orecchie...
Attenzione all'epoca il W&H era il miglior testo critico del NT in circolazione, non confondiamo le competenze di questi autori con quelle delll'unitariano Wilson...
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Mario70 ha scritto:
Metallo Pesante ha scritto:La base è sempre quella: la frasetta d'effetto "Cosa insegna realmente la Bibbia" è una bufala. Perché? Perché i TdG si cercano il traduttore che gli dice quello che loro vogliono farsi dire: Russell scelse il cristadelfiano Benjamin Wilson, e chi venne dopo si scelse altre traduzioni che più gli facevano comodo, come Wescott e Hort ecc. Non si misero davanti al testo in maniera neutrale, ma cercarono chi gli solleticasse le orecchie...
Attenzione all'epoca il W&H era il miglior testo critico del NT in circolazione, non confondiamo le competenze di questi autori con quelle delll'unitariano Wilson...

Ok, ma va detto che sebbene nel 1985, quando fu pubblicata l’edizione della Traduzione Interlineare del Regno, nessuno usava più da tempo il testo di Westcott e Hort, essi continuano a definirlo “estesamente accettato” e di “riconosciuta eccellenza”. Le cose non stanno proprio così. Da tempo, ormai, sono soltanto due i testi greci adottati da tutti i comitati di traduzione del mondo, unanimemente riconosciuti come il “Testo Standard”, e cioè il Nestle–Aland e il Greek New Testament delle Società Bibliche Unite. E, come dice il libro Il testo del Nuovo Testamento a pagina 40: “Tutto sommato, ognuno dei collaboratori dovrà convenire che il nuovo testo standard rappresenta l’optimum di ciò che è raggiungibile allo stato attuale delle nostre conoscenze”.
Ostinarsi a usare il testo di Westcott e Hort è come usare la macchina per scrivere quando si possiede un computer. Era buona un tempo. Oggi è obsoleta.
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Messaggio da Mario70 »

Metallo Pesante ha scritto:
Mario70 ha scritto:
Metallo Pesante ha scritto:La base è sempre quella: la frasetta d'effetto "Cosa insegna realmente la Bibbia" è una bufala. Perché? Perché i TdG si cercano il traduttore che gli dice quello che loro vogliono farsi dire: Russell scelse il cristadelfiano Benjamin Wilson, e chi venne dopo si scelse altre traduzioni che più gli facevano comodo, come Wescott e Hort ecc. Non si misero davanti al testo in maniera neutrale, ma cercarono chi gli solleticasse le orecchie...
Attenzione all'epoca il W&H era il miglior testo critico del NT in circolazione, non confondiamo le competenze di questi autori con quelle delll'unitariano Wilson...

Ok, ma va detto che sebbene nel 1985, quando fu pubblicata l’edizione della Traduzione Interlineare del Regno, nessuno usava più da tempo il testo di Westcott e Hort, essi continuano a definirlo “estesamente accettato” e di “riconosciuta eccellenza”. Le cose non stanno proprio così. Da tempo, ormai, sono soltanto due i testi greci adottati da tutti i comitati di traduzione del mondo, unanimemente riconosciuti come il “Testo Standard”, e cioè il Nestle–Aland e il Greek New Testament delle Società Bibliche Unite. E, come dice il libro Il testo del Nuovo Testamento a pagina 40: “Tutto sommato, ognuno dei collaboratori dovrà convenire che il nuovo testo standard rappresenta l’optimum di ciò che è raggiungibile allo stato attuale delle nostre conoscenze”.
Ostinarsi a usare il testo di Westcott e Hort è come usare la macchina per scrivere quando si possiede un computer. Era buona un tempo. Oggi è obsoleta.
Ovviamente mi riferivo all'epoca di fine '800 inizio 900.
Il fatto che continuarono ad usare il W&H anche negli anni seguenti credo dipendesse più dai diritti di autore che altro, lessi qualcosa da qualche parte al riguardo, avrebbero dovuto sganciare parecchi soldi se avessero adottato il NA.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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Messaggio da Quixote »

Francamente non capisco perché: gli studiosi che pubblicano i Canti del Leopardi secondo le più recenti edd. critiche, non debbono soldi a nessuno, io stesso li ho pubblicati sull’internet, nel 1998, seguendo, salvo poche lezioni, il testo del Peruzzi, mi pare del 1981 (ma ne aveva poi fatto una seconda ed. riveduta proprio nel ’98, ma indipendente dalla mia che era di gennaio). Naturalmente le cose cambiano se riporti l’apparato, che è opera recente e naturalmente dovuta all’editore moderno, ma il puro testo neotestamentario non ha di questi problemi, in quanto risale, salvo poche scelte decisionali, a due millenni or sono; come non ce l’ha quello di Leopardi, che risale agli autografi o alle stampe da lui autorizzate nel primo Ottocento. Questa mia considerazione invero lascia il tempo che trova, ove non si voglia malignare su ragioni improbabili espresse da non so chi, e davvero non so su che fragile fondamento.

Ad ogni modo non è grosso problema: il Wescott-Hort rimane un buon testo, a suo modo scientifico, con precedenti insigni come Lachmann e Tiscendorf, e la tradizione biblica, come quella di Leopardi, non è in dubbio che in pochi luoghi. Non è che dicendo che il Nestle-Aland sia più aggiornato si guadagni molto. Il punto è piuttosto che a voler fare critica seria non la si fa sulle interlineari, ma sul testo greco. È imprescindibile e certo non basta, come riportato da Metallo Pesante riguardo Consolation del 1944, aggiungere che «per poter accedere al testo greco e quindi trarre il massimo beneficio dall’Emphatic Diaglott è necessario studiare le due pagine di materiale introduttivo sull’alfabeto greco e alcuni degli aspetti fondamentali della grammatica greca». Il greco non lo impari in due minuti, occorre conoscerne la musicalità, aver tradotto almeno un po’ di Omero, Saffo, Archiloco, Senofonte ecc. (oltre che, naturalmente, il NT) per avvertirne un po’ lo stile, che è basilare nella interpretazione, altro che grammatica, e mi domando con qual assurda pretesa i TdG pretendano di offrire studi biblici, dato che nella stragrande maggioranza dei casi non detengono questo requisito, che, a tacer d’altro, il mio povero zio prete certamente deteneva, ho persino ereditato i testi su cui si era formato.

Poi quando leggo, sempre su Consolation 1944, che «il signor Wilson usa anche il nome “Geova” in molte parti della sua traduzione enfatica …», perdonate il romagnolismo, ma davvero mi cascano le palle, perché ciò va contro a ogni serio approccio filologico, dato che il nome sacro non è presente in nessun manoscritto del NT. Posso indulgere a lui autodidatta, che scriveva oltre un secolo e mezzo fa, ma assolutamente non perdono chi oggi si lasci andare a simili ingenuità, dopo Maas, Pasquali, e poi Fränkel, Reynolds e Wilson (naturalmente altro Wilson) su cui mi sono formato, per quanto riguarda la filologia classica, se pur non era il mio indirizzo principale, più orientato verso quella romanza o moderna. Le regole alla fine sono le stesse e se vuoi comprendere i pastori, come già suggeriva Herder, devi essere empatico con essi, e non lo sei se non parli la loro lingua. Altro che interlineari, giustamente definite da Benjamin l’ideale di ogni traduzione, ma non perché davvero traducano, ma perché arricchiscono e sostanziano il linguaggio che traduce. Il che è l’esatto contrario di quel che fa di norma la TNM, perché per citare solo un caso ben noto, quando traduce ‘presbitero’ con ‘anziano’, invece di arricchire, in omaggio a una comprensione infantile, probabilmente mirata al proselitismo in frange poco acculturate, delimita e immiserisce la lingua, perché ‘anziano’ è termine troppo diversamente semantizzato per equivalere al termine originario, che in questo caso è meglio lasciar tal quale, per conservarne la pregnanza, e, appunto, arricchire la lingua che traduce.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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