TRADUZIONE DEL NUOVO MONDO: luca 23 :36 Anche i soldati si prendevano gioco di lui: si avvicinavano, gli offrivano vino aspro | |
vino acido o aceto ?
Moderatore: polymetis
vino acido o aceto ?
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CiaoTranqui ha scritto:meglio tradurre vino aspro o aceto ?
TRADUZIONE DEL NUOVO MONDO:
luca 23 :36 Anche i soldati si prendevano gioco di lui: si avvicinavano, gli offrivano vino aspro
Io lo vendemmio ogni anno, e dal ricavato, ne traggo circa 6/700 litri, di vino asprino..
Ora Il vitigno è quello che produce, l'asprino di Aversa, quindi a riguardo della domanda, penso sia sbagliato dire "aspro", e più corretto , dire "aceto"; ma posso sbagliarmi..
Buona giornata
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Quanto ci Ama Gesù, Egli Donò la Sua Vita per noi
Luca 23,34 Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno».
1 Giovanni 4,8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
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- Mauro1971
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Tutti i Legionari venivano provvisti e bevevano acqua con una leggera quantità di aceto diluita, questo anche per mantenerla potabile. Semplicemente il Legionario dette da bere a Gesù ciàò che aveva nelle sue bisacce.
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"Io riconosco di essere un dilettante nella misura in cui io cerco ricavare diletto da tutto ciò che faccio" (Philo Vance)
Su di me
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Pressappoco Mauro, ma la questione è forse più complessa, e va letta sí nella denotazione (cioè qual fosse in realtà la bevanda) che nella connotazione (cioè che cosa Luca, e solo lui, volesse intendere, in confronto ai luoghi paralleli di Matteo e Giovanni).
Nel primo caso si trattava appunto di una bevanda acetata, non certo aceto puro, ché i sodati romani non erano speziali, tanto più al séguito e nell’espletamento di una crocifissione. Probabilmente si trattava della posca (potete vedere la voce anche su Wiki) acqua mescolata a aceto di vino e magari delle spezie e/o miele per migliorarne il sapore; comunque dissetante e rinfrescante, normalmente usata nel mondo antico; da escludere quindi il vino aspro, che è vino grezzo e ruvido (perfetto per arrosti…), ma è anche term. tecn. d’uso che non ha nulla a che fare con l’aceto.
Nel secondo la questione è più complessa, perché sia da Matteo 27, 34 che da Giovanni 19, 28-30, non risulta il ludibrio e la derisione di cui Gesú è fatto oggetto dai soldati romani, anzi sembra quasi, da parte loro, un atto di compassione, forse indotto dagli astanti. In effetti pare anche fosse d’uso, se proprio Luca ricorda (23, 27-28) le “Figlie di Gerusalemme”, in sostanza una specie di pie donne, che, assistevano i condannati, giungendo a somministrare o far somministrare loro (in questo caso con la compiacenza dei i Romani?) una bevanda stupefacente capace di lenirne le sofferenze e intorpidirli. Strano che proprio Luca vi accenni, ma non ne parli, per altro è noto che egli sia il più lontano dalle tradizioni giudaiche, quindi da Matteo, ma anche dal tardo Giovanni, in cui forse giocavano anche motivi di inopportunità, per non contrariare l’ambiente pagano/romano su cui ormai si andava esercitando il proselitismo.
Ad ogni modo il gr. oxos vale, ‘aceto/bevanda acetata’, più difficile è pensare al vino, se mai non acetato ma acerbo, ma questo non è nelle intenzioni di Luca, che gioca sulla indifferenza e sullo sprezzo dei Romani, oltretutto liquidando l’episodio in una riga, senza commento, nel segno di una brevitas che suona anche retorica.
Nel primo caso si trattava appunto di una bevanda acetata, non certo aceto puro, ché i sodati romani non erano speziali, tanto più al séguito e nell’espletamento di una crocifissione. Probabilmente si trattava della posca (potete vedere la voce anche su Wiki) acqua mescolata a aceto di vino e magari delle spezie e/o miele per migliorarne il sapore; comunque dissetante e rinfrescante, normalmente usata nel mondo antico; da escludere quindi il vino aspro, che è vino grezzo e ruvido (perfetto per arrosti…), ma è anche term. tecn. d’uso che non ha nulla a che fare con l’aceto.
Nel secondo la questione è più complessa, perché sia da Matteo 27, 34 che da Giovanni 19, 28-30, non risulta il ludibrio e la derisione di cui Gesú è fatto oggetto dai soldati romani, anzi sembra quasi, da parte loro, un atto di compassione, forse indotto dagli astanti. In effetti pare anche fosse d’uso, se proprio Luca ricorda (23, 27-28) le “Figlie di Gerusalemme”, in sostanza una specie di pie donne, che, assistevano i condannati, giungendo a somministrare o far somministrare loro (in questo caso con la compiacenza dei i Romani?) una bevanda stupefacente capace di lenirne le sofferenze e intorpidirli. Strano che proprio Luca vi accenni, ma non ne parli, per altro è noto che egli sia il più lontano dalle tradizioni giudaiche, quindi da Matteo, ma anche dal tardo Giovanni, in cui forse giocavano anche motivi di inopportunità, per non contrariare l’ambiente pagano/romano su cui ormai si andava esercitando il proselitismo.
Ad ogni modo il gr. oxos vale, ‘aceto/bevanda acetata’, più difficile è pensare al vino, se mai non acetato ma acerbo, ma questo non è nelle intenzioni di Luca, che gioca sulla indifferenza e sullo sprezzo dei Romani, oltretutto liquidando l’episodio in una riga, senza commento, nel segno di una brevitas che suona anche retorica.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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Primo post — Presentazione — Staurós: palo o croce? (link esterno)
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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- Giovanni64
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Questa tua informazione mi ha fatto fare una veloce ricerca etimologica e qualche riflessione semiseria e off topic.Quixote ha scritto:Ad ogni modo il gr. oxos vale, ‘aceto/bevanda acetata’
Avevo più o meno immaginato che, in analogia a quello che accade per l'idrogeno (generatore d'acqua) anche per l'ossigeno l'etimologia fosse del tipo "generatore di ossidi" (anche se come si sa anche l'ossigeno in combutta con l'idrogeno è un generatore d'acqua. Fra l'altro si tratta di un matrimonio a 3 soggetti, di cui due dello stesso genere, a riprova che non sta scritto da nessuna parte che il solo matrimonio possibile è quello a 2. Scherzo, naturalmente)
In realtà, stando a quanto ho potuto verificare velocemente per curiosità, è la parola ossido che deriverebbe da ossigeno e non viceversa (forse e in qualche misura e senso).
E l'ossigeno invece si chiama così a causa di un errore, cioè si pensava che l'ossigeno fosse il generatore di tutti gli acidi.
Ora poi succede ancora un fatto forse ulteriormente curioso. Se si va a controllare l'etimologia di ossido si legge:
Cioè ossido etimologiamente sarebbe un acido acido. Tuttavia questo ossido acido acido di solito è invece basico e quando è acido si può specificarlo dicendo che è un ossido acido cioè un acido acido acidoDal fr. oxide, comp. di ox(y)- ‘ossi-’ e del suff. -ide di acide ‘acido’ •sec. XVIII.
- Giovanni64
- Utente Master
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Sono andato a vedere anche l'etimologia di ossimoro (cosa che ad alcuni di questo forum sicuramente era già nota e ovvia)
Dal greco: oxymoron, ossia composto da oxis, che vuol dire acuto, e moros, che significa ottuso.
Ma allora si potrebbe "coniare":
Morogèna: la classica madre sempre incinta degli imbecilli.
Poi mi è sorto un sospetto: ma vuoi vedere che il termine usatisssimo dagli americani "moron" e che io consideravo di origine slang ha la stessa origine greca? Ebbene sì!
Moron was originally a scientific term, coined by psychologist Henry Goddard from a Greek word meaning "foolish" and used to describe a person with a genetically determined mental age between 8 and 12 on the Binet scale. It was also once applied to people with an IQ of 51-70 and was a step up from "imbecile" (IQ of 26-50) and two steps up from "idiot" (IQ of 0-25). The word moron, along with "retarded" and "feeble-minded" (among others), was once considered a valid descriptor in the psychological community, though these words have all now passed into common slang use, exclusively in a detrimental context.
Dal greco: oxymoron, ossia composto da oxis, che vuol dire acuto, e moros, che significa ottuso.
Ma allora si potrebbe "coniare":
Morogèna: la classica madre sempre incinta degli imbecilli.
Poi mi è sorto un sospetto: ma vuoi vedere che il termine usatisssimo dagli americani "moron" e che io consideravo di origine slang ha la stessa origine greca? Ebbene sì!
Moron was originally a scientific term, coined by psychologist Henry Goddard from a Greek word meaning "foolish" and used to describe a person with a genetically determined mental age between 8 and 12 on the Binet scale. It was also once applied to people with an IQ of 51-70 and was a step up from "imbecile" (IQ of 26-50) and two steps up from "idiot" (IQ of 0-25). The word moron, along with "retarded" and "feeble-minded" (among others), was once considered a valid descriptor in the psychological community, though these words have all now passed into common slang use, exclusively in a detrimental context.
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