ANCORA SUL TETRAGRAMMA E IL NUOVO TESTAMENTO
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ANCORA SUL TETRAGRAMMA E IL NUOVO TESTAMENTO
Nel XX secolo i progressi della scienza biblica e la crescente apertura della Chiesa Cattolica e di altre chiese cristiane alle esigenze della ricerca e dell'esegesi hanno portato ad un fiorire di nuove traduzioni dai testi originali e all'inevitabile riscoperta del nome di Dio. Alla riscoperta del nome divino hanno indubbiamente contribuito pure le polemiche portate avanti dalla Watchtower Society. Sulla base di alcuni indizi la Società Torre di Guardia ha anche ipotizzato la presenza del tetragramma nel Nuovo Testamento, soprattutto nella primitiva redazione aramaica del Vangelo di Matteo. Il valore scientifico di tale ipotesi (peraltro in parte condivisa anche da alcuni attendibili studiosi)[1] è stato però ridotto sensibilmente dalle pesanti accuse, rivolte a tutta la cristianità antica, di aver dolosamente eliminato il nome di Dio da tutti i manoscritti, da tutti i papiri e da tutti i codici delle scritture greche e cristiane.
Come ben saprete, il Talmud parla di "nomi della divinità" (Dio è infatti conosciuto con moltissimi nomi sia nell'Antico Testamento come YHWH, YHWH Elohim, YH, Elohim, El, El Shaddaj, Elijon, Eloah, Adon, Adonay, Ab, Mare, che nel Nuovo Testamento cioè Dio=Theos, Signore=Kurios, Signore=Despotes, Potenza=Dinameos, Benedetto=Eulogetou, Onnipotente=Dunatos, Altissimo= Upsistou, Iah=Yahvé) e non di "tetragrammi" come qualcuno ha sostenuto.
Questo qualcuno è il dott. Matteo Pierro, come spiega nell'articolo JHWH: il Tetragramma nel Nuovo Testamento, in “Rivista Biblica”, anno XLV, n. 2, aprile-giugno 1997, pp. 183-186, https://digilander.libero.it/domingo7/Y ... tament.htm" onclick="window.open(this.href);return false;.
L’articolo di Matteo Pierro (che guarda caso è un Testimone di Geova ) fu attaccato con parecchio sdegno e non poca intolleranza da molti cattolici ed evangelici, soprattutto perché accolto da un’autorevole rivista biblica edita dalle Edizioni Dehoniane, che in passato ha pubblicato non pochi libri di ex TdG (Raymond Franz, Carl Olof Jonsson, Achille Aveta ecc.).
Una replica serena, abbastanza equilibrata e priva di pregiudizi si può comunque leggere nell'articolo di Carmelo Savasta, cioè Il Nome Divino nel Nuovo Testamento, in “Rivista Biblica”, anno XLVI, n. 1, gennaio-marzo, 1998, pp. 89-92, https://digilander.libero.it/domingo7/Savasta.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
Buona lettura.
[1] Sulla possibilità della presenza del tetragramma in alcune antiche copie delle Scritture Greche Cristiane, limitatamente alle citazioni tratte dal Vecchio Testamento, si veda il lavoro scientifico di G. Howard, The Tetragram and the New Testament, in “Journal of Biblical Literature”, Vol. 96, marzo 1977, pp. 63-83, in pdf a questo indirizzo https://digilander.libero.it/domingo7/howard.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;. L’autore molto prudentemente si limitò a formulare ipotesi, domande ed interrogativi (a differenza della Watchtower Society che usò le sue ricerche come fosse oro colato per confermare l'uso del Tetragramma nel Nuovo Testamento: https://wol.jw.org/en/wol/s/r1/lp-e?q=g ... =par&r=occ" onclick="window.open(this.href);return false;). Secondo Howard un’eventuale rimozione del tetragramma dal Nuovo Testamento non avrebbe comunque inciso più di tanto sull’affermazione della divinità di Cristo ma potrebbe spiegare alcune ambiguità legate alla confusione dell’uso di θεος con κυριος in vari papiri e manoscritti (come in Romani 10,16-17; Romani 14,10-11; 1 Corinzi 2,16; 1 Pietro 3,14-15; 1 Corinzi 10,9, Giuda 5). Howard ipotizzò che gli ebrei avessero mantenuto l’uso del tetragramma nelle copie pre-cristiane della Settanta usando lettere aramaiche, caratteri paleo-ebraici e traslitterazioni in greco. L’uso del tetragramma sarebbe continuato anche nel I secolo dell’era cristiana, in chiara polemica con la cristianità, come mostrano le versioni di Aquila, Teodozione e Simmaco. Per quanto riguarda i cristiani è possibile che i giudei cristiani abbiano conservato il tetragramma nelle loro copie della Settanta e negli scritti del Nuovo Testamento, almeno per quanto riguarda le citazioni prese dalla legge, dai salmi e dai profeti. Solo verso la fine del I secolo la chiesa dei gentili, formata soprattutto da pagani convertiti al cristianesimo e ormai incapace di comprendere il senso del Santo Nome, potrebbe aver sostituito il tetragramma con θεος e con κυριος (utilizzando anche i cosiddetti nomina sacra θς e κς). Del tetragramma sarebbe stata così conservata memoria solo in alcune sette giudaico-cristiane, come quella degli ebioniti.
Come ben saprete, il Talmud parla di "nomi della divinità" (Dio è infatti conosciuto con moltissimi nomi sia nell'Antico Testamento come YHWH, YHWH Elohim, YH, Elohim, El, El Shaddaj, Elijon, Eloah, Adon, Adonay, Ab, Mare, che nel Nuovo Testamento cioè Dio=Theos, Signore=Kurios, Signore=Despotes, Potenza=Dinameos, Benedetto=Eulogetou, Onnipotente=Dunatos, Altissimo= Upsistou, Iah=Yahvé) e non di "tetragrammi" come qualcuno ha sostenuto.
Questo qualcuno è il dott. Matteo Pierro, come spiega nell'articolo JHWH: il Tetragramma nel Nuovo Testamento, in “Rivista Biblica”, anno XLV, n. 2, aprile-giugno 1997, pp. 183-186, https://digilander.libero.it/domingo7/Y ... tament.htm" onclick="window.open(this.href);return false;.
L’articolo di Matteo Pierro (che guarda caso è un Testimone di Geova ) fu attaccato con parecchio sdegno e non poca intolleranza da molti cattolici ed evangelici, soprattutto perché accolto da un’autorevole rivista biblica edita dalle Edizioni Dehoniane, che in passato ha pubblicato non pochi libri di ex TdG (Raymond Franz, Carl Olof Jonsson, Achille Aveta ecc.).
Una replica serena, abbastanza equilibrata e priva di pregiudizi si può comunque leggere nell'articolo di Carmelo Savasta, cioè Il Nome Divino nel Nuovo Testamento, in “Rivista Biblica”, anno XLVI, n. 1, gennaio-marzo, 1998, pp. 89-92, https://digilander.libero.it/domingo7/Savasta.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
Buona lettura.
[1] Sulla possibilità della presenza del tetragramma in alcune antiche copie delle Scritture Greche Cristiane, limitatamente alle citazioni tratte dal Vecchio Testamento, si veda il lavoro scientifico di G. Howard, The Tetragram and the New Testament, in “Journal of Biblical Literature”, Vol. 96, marzo 1977, pp. 63-83, in pdf a questo indirizzo https://digilander.libero.it/domingo7/howard.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;. L’autore molto prudentemente si limitò a formulare ipotesi, domande ed interrogativi (a differenza della Watchtower Society che usò le sue ricerche come fosse oro colato per confermare l'uso del Tetragramma nel Nuovo Testamento: https://wol.jw.org/en/wol/s/r1/lp-e?q=g ... =par&r=occ" onclick="window.open(this.href);return false;). Secondo Howard un’eventuale rimozione del tetragramma dal Nuovo Testamento non avrebbe comunque inciso più di tanto sull’affermazione della divinità di Cristo ma potrebbe spiegare alcune ambiguità legate alla confusione dell’uso di θεος con κυριος in vari papiri e manoscritti (come in Romani 10,16-17; Romani 14,10-11; 1 Corinzi 2,16; 1 Pietro 3,14-15; 1 Corinzi 10,9, Giuda 5). Howard ipotizzò che gli ebrei avessero mantenuto l’uso del tetragramma nelle copie pre-cristiane della Settanta usando lettere aramaiche, caratteri paleo-ebraici e traslitterazioni in greco. L’uso del tetragramma sarebbe continuato anche nel I secolo dell’era cristiana, in chiara polemica con la cristianità, come mostrano le versioni di Aquila, Teodozione e Simmaco. Per quanto riguarda i cristiani è possibile che i giudei cristiani abbiano conservato il tetragramma nelle loro copie della Settanta e negli scritti del Nuovo Testamento, almeno per quanto riguarda le citazioni prese dalla legge, dai salmi e dai profeti. Solo verso la fine del I secolo la chiesa dei gentili, formata soprattutto da pagani convertiti al cristianesimo e ormai incapace di comprendere il senso del Santo Nome, potrebbe aver sostituito il tetragramma con θεος e con κυριος (utilizzando anche i cosiddetti nomina sacra θς e κς). Del tetragramma sarebbe stata così conservata memoria solo in alcune sette giudaico-cristiane, come quella degli ebioniti.
Spiace deluderti, ma a quanto risulta non esiste traccia in Accademia di un contributo, polemico o meno, della WTS o più correttamente CD, per quanto concerne il nome di Dio e il tetragramma, tanto più che la relativa discussione risale al Rinascimento, o poco dopo (quindi ben prima di Russell e suoi epigoni), e che la presenza del tetragramma (questione diversa dal nome divino) sia dibattuta non implica che nella tradizione cristiana, confortata dalla concordia assoluta di migliaia di codici, si debba mutare qualcosa. Ciò che è possibile – ma tutto è possibile – non è provato, quindi si può ipotizzare ma è argomento quod gratis adfirmatur gratis negatur; come Matteo Pierro, davvero ingenuo e indotto quando scrive: «Come molti sanno, il primo libro del NT, l’evangelo di Matteo, fu scritto in ebraico». Tutto da dimostrare, anzi contradetto da varia critica recente, che lo considera addirittura nato in greco.
Ma poi il punto è che questa è obsoleta linguistica storica del XIX secolo: secondo quella del XX, sincronica e non diacronica, il nome è pura convenzione, ergo verrebbe a cadere tutta la sua sacralità, perché non farebbe differenza chiamare Dio Geova, o ‘tavolo’, o ‘marsupiale’. Nè il tetragramma godrebbe di sorte piú felice. Quanto meno in Accademia, poi, nel variegato mondo del web, ognuno è libero di esprimere le proprie fantasie.
Ma poi il punto è che questa è obsoleta linguistica storica del XIX secolo: secondo quella del XX, sincronica e non diacronica, il nome è pura convenzione, ergo verrebbe a cadere tutta la sua sacralità, perché non farebbe differenza chiamare Dio Geova, o ‘tavolo’, o ‘marsupiale’. Nè il tetragramma godrebbe di sorte piú felice. Quanto meno in Accademia, poi, nel variegato mondo del web, ognuno è libero di esprimere le proprie fantasie.
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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Su Matteo Pierro vedi qui:
https://www.infotdgeova.it/una-vittoria-di-pirro.html" onclick="window.open(this.href);return false;
In questa pagina (in fondo) si può scaricare l'articolo originale di "Rivista Biblica":
https://www.infotdgeova.it/il-ripristin ... i-dio.html" onclick="window.open(this.href);return false;
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In questa pagina (in fondo) si può scaricare l'articolo originale di "Rivista Biblica":
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quixote
sul tetragamma
vorrei una tua opinione se possibile
su una particolarita nelle lettere scritte alla rivista ebraica shalom
gli estensori omettono di scrivere geova ma scrivono g.
lo fanno per rispetto?
come mai si sentono offesi se viene usato un lemma che nulla a che vedere col tetragamma?
e se vuoi una tua opinione su...ottenere privilegi.......
in discussine in altro 3d
sul tetragamma
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Si, può darsi. Può darsi che non usi "Geova" sulla rivista Shalom come forma di rispetto, forma che personalmente non avrei usato perché se credo che quello è il Sacro Nome, allora lo utilizzo, ma parlo per me... Sui privilegi non credo...cattivo esempio ha scritto:quixote
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- Achille
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Per CE
Quanto alla prima questione non saprei, non conosco gli usi della rivista in questione, può ben darsi che sia una forma abituale di rispetto per il nome divino, e Geova effettivamente lo è in quanto rimanda comunque al tetragramma, quali che siano le sue origini ibride. Che io poi pensi che prescrivere di pronunciare o non pronunciare il nome divino siano le due facce di una stessa medaglia è opinione mia, ognuno ha diritto alle sue scelte, se critico quella geovista è perché non è correttamente motivata, ma direi quasi imposta ed esclusiva, non tollerando altre scelte.
Quanto alla seconda questione non ho capito di che thread parli, ad ogni modo su questioni interne del geovismo siete molto più preparati di me.
PS - Chiedo scusa ad Achille, non m’ero accorto del suo post.
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Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
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GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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Primo post — Presentazione — Staurós: palo o croce? (link esterno)
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