Il libro di Apocalisse è una vaccata di dimensioni apocalittiche!

Sezione dove porre domande sulla Bibbia e sulla sua interpretazione

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Studente Biblico

Il libro di Apocalisse è una vaccata di dimensioni apocalittiche!

Messaggio da Studente Biblico »

Mentre leggevo il libro di Apocalisse, alias "il fantastico mondo di un tizio di nome Giovanni", mi sono imbattuto in questi versetti che tra le tante vaccate apocalittiche presenti nel libro, questi hanno attirato particolarmente la mia attenzione.

- Ma le nazioni non dovevano esser abolite del tutto e sostituite dal Regno di Dio? (secondo l'intendimento geovista).

Apocalisse 20:7-9

"Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre (o sviare) le nazioni che sono ai quattro angoli della terra [ad eccezione della città "diletta" e del "campo dei santi"], Gog e Magog, per radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare [non si comprende se si stia parlando numericamente di nazioni, soldati o persone]. E salirono sulla superficie della terra e assediarono il campo dei santi e la città diletta [Gerusalemme?]; ma un fuoco dal cielo discese e le divorò."

Apocalisse 21:10 / 23,24

Egli mi trasportò in spirito su una grande e alta montagna, e mi mostrò la santa città, Gerusalemme [di nuovo], che scendeva dal cielo da presso Dio, [...] La città non ha bisogno di sole, né di luna che la illumini, perché la gloria di Dio la illumina, e l'Agnello è la sua lampada. Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra vi porteranno la loro gloria [nonostante tutte le nazioni siano andate distrutte poco prima: "un fuoco dal cielo discese e le divorò". Forse se ne formeranno di nuove e provenienti dalla nuova Gerusalemme? e a che scopo?].

- Giovanni si prosta dinanzi all'angelo per la seconda volta nonostante l'ammonizione precedente. Lapsus dello scrittore?

Apocalisse 19:10

Io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo. Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo. Io sono un servo come te e come i tuoi fratelli che custodiscono la testimonianza di Gesù: adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia».

Apocalisse 22:8,9

Io, Giovanni, sono quello che ha udito e visto queste cose. E, dopo averle viste e udite, mi prostrai ai piedi dell'angelo che me le aveva mostrate, per adorarlo. Ma egli mi disse: «Guàrdati dal farlo; io sono un servo come te e come i tuoi fratelli, i profeti [quali profeti?], e come quelli che custodiscono le parole di questo libro. Adora Dio!»

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Achille
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Non mi sembrano poi "contraddizioni" così apocalittiche.
Si può trovare una plausibile spiegazione in merito.
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Ho buttato via il libro, quindi vado un po' memoria. Una cosa che mi lasciò molto perplesso fu la spiegazione di Riv.8:5 in cui i <lampi e voci e tuoni> si riferivano ad un fuoco acceso dagli "unti" (per modo di dire) nella cristianità nel 1919 e lo spirito di Dio fu evidente all' assemblea tenutasi a Cedar Point in Ohio in cui Rutherford si presentò dopo essere stato scarcerato. Ecco, se questa è l'intendimento del Corpo Direttivo , poveri noi , chi ci ha creduto e chi tutt'ora ci crede.
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sandrosolustri ha scritto:Ho buttato via il libro, quindi vado un po' memoria. Una cosa che mi lasciò molto perplesso fu la spiegazione di Riv.8:5 in cui i <lampi e voci e tuoni> si riferivano ad un fuoco acceso dagli "unti" (per modo di dire) nella cristianità nel 1919 e lo spirito di Dio fu evidente all' assemblea tenutasi a Cedar Point in Ohio in cui Rutherford si presentò dopo essere stato scarcerato. Ecco, se questa è l'intendimento del Corpo Direttivo , poveri noi , chi ci ha creduto e chi tutt'ora ci crede.
Il libro "Rivelazione, il suo culmine è vicino" lo trovi online, nel sito della wts. Qui però "Studente biblico" sta criticando il libro dell'Apocalisse in sé, non le interpretazioni della wts.
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Achille ha scritto:
sandrosolustri ha scritto:Ho buttato via il libro, quindi vado un po' memoria. Una cosa che mi lasciò molto perplesso fu la spiegazione di Riv.8:5 in cui i <lampi e voci e tuoni> si riferivano ad un fuoco acceso dagli "unti" (per modo di dire) nella cristianità nel 1919 e lo spirito di Dio fu evidente all' assemblea tenutasi a Cedar Point in Ohio in cui Rutherford si presentò dopo essere stato scarcerato. Ecco, se questa è l'intendimento del Corpo Direttivo , poveri noi , chi ci ha creduto e chi tutt'ora ci crede.
Il libro "Rivelazione, il suo culmine è vicino" lo trovi online, nel sito della wts. Qui però "Studente biblico" sta criticando il libro dell'Apocalisse in sé, non le interpretazioni della wts.
Scusate. Ha ragione Achille. Studente Biblico ha commentato il libro di Apocalisse in toto, giudicandolo in quei termini. Per me è solo un testo di impossibile interpretazione. Mi sono addentrato erroneamente sui diktat :mirror: W.T. e questi li ho trovati risibili.
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Achille ha scritto:Non mi sembrano poi "contraddizioni" così apocalittiche.
Si può trovare una plausibile spiegazione in merito.
Al di la delle possibili interpretazioni che è possibile darne, non si comprende come sia possibile, trascorsi i mille anni, l'esistenza delle nazioni nonostante queste vengano sostituite dal Regno di Dio secondo la profezia di Daniele. Non si comprende perchè Satana vada a sviare proprio queste anzichè tentar di sviare molto più semplicemente la "città santa". Qualcuno potrebbe obiettare che Satana non avrebbe potuto farlo poichè protetta da Dio, ma se così fosse non si spiega l'assurdità di muovere le nazioni contro di essa, pur sapendo chiaramente di non riuscire nell'intento (a meno che Satana non sia un perfetto idiota). Tra l'altro non si comprende l'esistenza di nazioni e re intenti a portare la loro "gloria" nella nuova città santa nonostante queste siano andate distrutte in precedenza e non si comprende quale sia la loro effettiva provenienza. Non si comprende il perchè di una sostituzione successiva della cosiddetta "Città Santa", dato che la precedente pare non sia andata distrutta, ma protetta. I versi in questione, come tutto il libro di Apocalisse pare abbiano fin troppe analogie con la Gerusalemme del primo secolo e con ciò che si credeva ai tempi. Se la sua interpretazione risulta tutt'oggi impossibile da decifrare è per un motivo molto semplice: si tratta di un racconto di fantasia che si ispira in modo quasi diretto alla testimonianza di Cristo riguardo la sua seconda venuta (parusia) poichè contiene elementi scopiazzati dai Vangeli e dall'Antico Testamento, poi adattati al suo contesto. Il testo è certamente ispirato alla testimonianza di Cristo riguardo la sua venuta, ma non ha alcuna analogia con l'originale testimonianza contenuta nei Vangeli, nemmeno lontanamente parlando.
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"Giovanni" s'era bevuto anche il Nilo in piena?

A parte gli scherzi credo ci troviamo davanti ad uno di quei casi, che in certi ambienti accadono anche oggi nel 2020, dove il delirio di una persona che soffre di allucinazioni viene preso seriamente, ed è impressionante pensare a quante vite per millenni questa visione abbia influenzato.

O magari è la rielaborazione in chiave Cristiana di un mito antecedente?
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Mauro1971 ha scritto:"Giovanni" s'era bevuto anche il Nilo in piena?

A parte gli scherzi credo ci troviamo davanti ad uno di quei casi, che in certi ambienti accadono anche oggi nel 2020, dove il delirio di una persona che soffre di allucinazioni viene preso seriamente, ed è impressionante pensare a quante vite per millenni questa visione abbia influenzato.

O magari è la rielaborazione in chiave Cristiana di un mito antecedente?
A me da l'impressione che sia più che altro una raccolta di scopiazzamenti tratti dal libro di Esodo ed in particolare dal racconto delle piaghe d'Egitto ed ispirato a ciò che andavano predicando i "cristiani" del primo secolo ed in particolare i seguaci di Paolo di Tarso. Da quello che so, il libro in questione fu aggiunto al canone biblico soltanto a partire dal V secolo E.V., prima di allora non era mai stato preso in considerazione. Tra l'altro non mi risulta che Cristo andasse predicando una cosa del genere (dato che il libro afferma di essere la vera testimonianza di Cristo).
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Messaggio da Mauro1971 »

Stavo più pensando al Mazdaismo, che se non ricordo male dovrebbe essere stato il primo culto "Apocalittico", ma è davvero cosa buttata li molto grezzamente.
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Messaggio da ringo74 »


@studentebiblico
Al di la delle possibili interpretazioni che è possibile darne, non si comprende come sia possibile, trascorsi i mille anni, l'esistenza delle nazioni nonostante queste vengano sostituite dal Regno di Dio secondo la profezia di Daniele. Non si comprende perchè Satana vada a sviare proprio queste anzichè tentar di sviare molto più semplicemente la "città santa". Qualcuno potrebbe obiettare che Satana non avrebbe potuto farlo poichè protetta da Dio, ma se così fosse non si spiega l'assurdità di muovere le nazioni contro di essa, pur sapendo chiaramente di non riuscire nell'intento (a meno che Satana non sia un perfetto idiota). Tra l'altro non si comprende l'esistenza di nazioni e re intenti a portare la loro "gloria" nella nuova città santa nonostante queste siano andate distrutte in precedenza e non si comprende quale sia la loro effettiva provenienza. Non si comprende il perchè di una sostituzione successiva della cosiddetta "Città Santa", dato che la precedente pare non sia andata distrutta, ma protetta. I versi in questione, come tutto il libro di Apocalisse pare abbiano fin troppe analogie con la Gerusalemme del primo secolo e con ciò che si credeva ai tempi. Se la sua interpretazione risulta tutt'oggi impossibile da decifrare è per un motivo molto semplice: si tratta di un racconto di fantasia che si ispira in modo quasi diretto alla testimonianza di Cristo riguardo la sua seconda venuta (parusia) poichè contiene elementi scopiazzati dai Vangeli e dall'Antico Testamento, poi adattati al suo contesto. Il testo è certamente ispirato alla testimonianza di Cristo riguardo la sua venuta, ma non ha alcuna analogia con l'originale testimonianza contenuta nei Vangeli, nemmeno lontanamente parlando.
mamma mia,

un critico letterario del romanzo "La Bibbia".

a me avevano imparato a leggere la Bibbia come libro di fede e non di scienza, ma devo rivedere i parametri altrimenti non sarò considerato al passo con i tempi.

Dopo il disappunto sulla critica testuale di un libro che per i credenti è ispirato dallo Spirito Santo, voglio chiederti, chi sono coloro che inizieranno la vita nel millennio, cioè coloro che entreranno nel millennio?

Altra domanda, secondo te durante il millennio si continua a morire oppure no?

shalom
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Messaggio da Studente Biblico »

ringo74 ha scritto:
Dopo il disappunto sulla critica testuale di un libro che per i credenti è ispirato dallo Spirito Santo, voglio chiederti, chi sono coloro che inizieranno la vita nel millennio, cioè coloro che entreranno nel millennio?

Altra domanda, secondo te durante il millennio si continua a morire oppure no?

shalom
Secondo la testimonianza contenuta nei Vangeli non vi è alcun esplicito riferimento ad un "regno millenario" (cioè dalla durata stabilita in 1000 anni) ma si parla piuttosto di un futuro Regno Celeste della durata indefinita in cui sarà data la vita eterna a coloro che ne faranno parte. Coloro che ne faranno parte saranno individui trovati a compiere opere buone come indicato in Matteo al capitolo 7 verso 21: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.". Non è richiesta alcuna conversione, fede o partecipazione ad alcuna religione "cristiana", poichè i loro insegnamenti sono fuorvianti e sono in netto contrasto con la volontà di Dio e con la testimonianza di Cristo. La religione "cristiana" stessa nel suo insieme è in netto contrasto con l'insegnamento di Cristo, qualunque essa sia. Il termine "religione", il termine "culto", e il termine "organizzazione" sono anch'essi in netto contrasto. Gesù non è il fondatore del "Cristianesimo", ovvero una corrente religiosa incentrata sul suo nome e sui suoi insegnamenti, poichè ciò che insegnava aveva origine dal Padre e non da egli stesso. Matteo 7:22,23 dice: "Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!".".

Riguardo al morire, direi che ciò sia possibile poichè la vita eterna non è la stessa cosa dell'immortalità. Si può effettivamente morire in caso di incidente, poichè il nostro corpo non è indistruttibile, ma in tal caso Cristo può risorgere colui che per un motivo o l'altro dovesse perdere la vita (si vedano le resurrezioni ad opera di Cristo narrate nei Vangeli). E' comunque da escludere la morte per malattia o vecchiaia.
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Massimo D.
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Mi sa che anche a quei tempi erano conosciute certe sostanze, che evidentemente il nostro Giovannino assymeva. Le droghe ci sono sempre state, non darei troppo peso alle parole di una persona sotto effetto. Cioè rigá, questo vedeva i draghi, le bestie con sette teste. Stava proprio a pezzi.
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Massimo D.
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Assumeva, non assymeva.
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Ileana
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Massimo D.

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Trovo molto disdicevole quanto Massimo D. ha scritto sull’autore dell’Apocalisse; anche se lo avesse detto per scherzo, beh personalmente, e come insegnante l’ho sempre fatto presente agli allievi, ritengo che su certi argomenti gravi o su certi personaggi appartenenti alla sfera del “sacro” (indipendentemente dal fatto che si creda o no) non si possa scherzare. Tanto di materia per ridere non ne manca proprio! E anche a me piace scherzare, ma entro certi limiti.

Questa osservazione mi consente peraltro di dire due parole su questo ultimo libro della Bibbia, che giustamente suscita una sfilza di interrogativi, dal momento che è uno dei più difficili della Scrittura e certamente è il più difficile del Nuovo Testamento. Che fare allora? Attrezzarsi degli strumenti opportuni per capirlo ed evitare di fraintenderlo grossolanamente, come fanno i TdG. Intanto occorre sapere qual è il genere letterario: è la letteratura cosiddetta "apocalittica", quella tipica dei periodi di grosse difficoltà, come ad esempio le persecuzioni degli ebrei da parte di Antioco Epifane (167-4 a. Cr.) o quella romana dei cristiani ai tempi di Giovanni. Il genere fu scelto perché in quel periodo(fine 1° sec. d. Cr.) si presentava come uno strumento conosciuto e largamente diffuso per consolare e sostenere i fedeli in momenti di grossa difficoltà, per spiegare il senso degli avvenimenti e rinforzare la speranza in tempi migliori.
Quanto all’autore, la redazione finale (probabilmente del 95 d. Cr.) deriva da materiale elaborato all’interno di una “scuola”. Si può dunque parlare di “paternità giovannea” nel senso che Giovanni ha presieduto alla crescita di questa “teologia”, ma non si potrà mai dire in modo sicuro e definitivo se l’Apocalisse è opera di suo pugno.

L’opera presenta molti simboli e un linguaggio cifrato e astruso, non solo perché queste sono caratteristiche del genere apocalittico, ma perché è stata volutamente scritta “in codice”, così che, se il libro fosse caduto nelle mani di qualche ufficiale romano, questi non lo avrebbe riconosciuto come cristiano e quindi giudicato sovversivo e pericoloso, visto che tra l’altro descrive anche la caduta dell’impero romano.

Di seguito mi rifaccio a un noto biblista: “La lettura dell’Apocalisse richiede certo molta fatica, ma è affascinante. Occorre però capirlo correttamente. Ad esempio, ci si deve sbarazzare di una pessima convinzione, ancorchè assai “vulgata”, e cioè che il suo scopo sia quello di rivelarci il futuro e di soddisfare in tal modo le nostre curiosità sul “poi”. E’ vero che il termine “apocalisse” evoca scenari terrificanti, che caratterizzano la fine del mondo e per questo ha dato vita a molte speculazioni su quanto tempo manca alla fine del mondo, o quanto ci vorrà prima del ritorno di Cristo, speculazioni che si sono poi rivelate del tutto infondate. Il libro invece intende insegnare alla comunità cristiana a leggere il presente: un presente, come il nostro, carico di perplessità e di incertezze, di violenza, di cadute di valori e di disorientamento”. Così Bruno Maggioni, autore de “L’Apocalisse. Per una lettura profetica del tempo presente”, Cittadella ed.

Oltre al notevole uso del simbolismo, un’altra difficoltà è costituita dal fatto che l’autore dà per scontata la conoscenza di vari libri dell’Antico Testamento, cosa pacifica nelle comunità giovannee costituite per lo più da cristiani provenienti dall’ebraismo. Per questo io mi sono sempre rifiutata di tenere un corso sull’Apocalisse, se prima non mi veniva data la possibilità di spiegare ai corsisti, mediante una lettura rapsodica, almeno questi libri: Esodo, Ezechiele, Daniele, Amos, Zaccaria.
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Ray
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Messaggio da Ray »

E’ vero che il termine “apocalisse” evoca scenari terrificanti, che caratterizzano la fine del mondo e per questo ha dato vita a molte speculazioni su quanto tempo manca alla fine del mondo, o quanto ci vorrà prima del ritorno di Cristo, speculazioni che si sono poi rivelate del tutto infondate. Il libro invece intende insegnare alla comunità cristiana a leggere il presente: un presente, come il nostro, carico di perplessità e di incertezze, di violenza, di cadute di valori e di disorientamento”.
Molti pseudo-cristiani è vero hanno speculato ,o meglio dire un po' tutte le religioni cristiane hanno approfittato...

Insegnare ?
Anche il racconto di cappuccetto rosso ci insegna a non fidarci del lupo.
In tal proposito, chi uccide più pecore il lupo o il Pastore ?
Ultima modifica di Ray il 02/10/2020, 19:01, modificato 1 volta in totale.
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Mario70
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Messaggio da Mario70 »

Ileana ha scritto:Trovo molto disdicevole quanto Massimo D. ha scritto sull’autore dell’Apocalisse; anche se lo avesse detto per scherzo, beh personalmente, e come insegnante l’ho sempre fatto presente agli allievi, ritengo che su certi argomenti gravi o su certi personaggi appartenenti alla sfera del “sacro” (indipendentemente dal fatto che si creda o no) non si possa scherzare. Tanto di materia per ridere non ne manca proprio! E anche a me piace scherzare, ma entro certi limiti.

Questa osservazione mi consente peraltro di dire due parole su questo ultimo libro della Bibbia, che giustamente suscita una sfilza di interrogativi, dal momento che è uno dei più difficili della Scrittura e certamente è il più difficile del Nuovo Testamento. Che fare allora? Attrezzarsi degli strumenti opportuni per capirlo ed evitare di fraintenderlo grossolanamente, come fanno i TdG. Intanto occorre sapere qual è il genere letterario: è la letteratura cosiddetta "apocalittica", quella tipica dei periodi di grosse difficoltà, come ad esempio le persecuzioni degli ebrei da parte di Antioco Epifane (167-4 a. Cr.) o quella romana dei cristiani ai tempi di Giovanni. Il genere fu scelto perché in quel periodo(fine 1° sec. d. Cr.) si presentava come uno strumento conosciuto e largamente diffuso per consolare e sostenere i fedeli in momenti di grossa difficoltà, per spiegare il senso degli avvenimenti e rinforzare la speranza in tempi migliori.
Quanto all’autore, la redazione finale (probabilmente del 95 d. Cr.) deriva da materiale elaborato all’interno di una “scuola”. Si può dunque parlare di “paternità giovannea” nel senso che Giovanni ha presieduto alla crescita di questa “teologia”, ma non si potrà mai dire in modo sicuro e definitivo se l’Apocalisse è opera di suo pugno.

L’opera presenta molti simboli e un linguaggio cifrato e astruso, non solo perché queste sono caratteristiche del genere apocalittico, ma perché è stata volutamente scritta “in codice”, così che, se il libro fosse caduto nelle mani di qualche ufficiale romano, questi non lo avrebbe riconosciuto come cristiano e quindi giudicato sovversivo e pericoloso, visto che tra l’altro descrive anche la caduta dell’impero romano.

Di seguito mi rifaccio a un noto biblista: “La lettura dell’Apocalisse richiede certo molta fatica, ma è affascinante. Occorre però capirlo correttamente. Ad esempio, ci si deve sbarazzare di una pessima convinzione, ancorchè assai “vulgata”, e cioè che il suo scopo sia quello di rivelarci il futuro e di soddisfare in tal modo le nostre curiosità sul “poi”. E’ vero che il termine “apocalisse” evoca scenari terrificanti, che caratterizzano la fine del mondo e per questo ha dato vita a molte speculazioni su quanto tempo manca alla fine del mondo, o quanto ci vorrà prima del ritorno di Cristo, speculazioni che si sono poi rivelate del tutto infondate. Il libro invece intende insegnare alla comunità cristiana a leggere il presente: un presente, come il nostro, carico di perplessità e di incertezze, di violenza, di cadute di valori e di disorientamento”. Così Bruno Maggioni, autore de “L’Apocalisse. Per una lettura profetica del tempo presente”, Cittadella ed.

Oltre al notevole uso del simbolismo, un’altra difficoltà è costituita dal fatto che l’autore dà per scontata la conoscenza di vari libri dell’Antico Testamento, cosa pacifica nelle comunità giovannee costituite per lo più da cristiani provenienti dall’ebraismo. Per questo io mi sono sempre rifiutata di tenere un corso sull’Apocalisse, se prima non mi veniva data la possibilità di spiegare ai corsisti, mediante una lettura rapsodica, almeno questi libri: Esodo, Ezechiele, Daniele, Amos, Zaccaria.
Il filone apocalittico era molto noto, come Enoch ad esempio o i testi Esseni, nel secondo secolo giravano diverse apocalissi, quella di Pietro e di Giovanni erano le più note, alla fine solo quella di Giovanni entrò nel canone, non senza grosse difficoltà, ma erano tutti ovviamente testi pseudoepigrafi.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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C'è anche una pagina nel sito su questo libro:
https://www.infotdgeova.it/l-apocalisse ... anni-.html" onclick="window.open(this.href);return false;
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Mauro e le sue molto superficiali osservazioni...

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Mauro1971 ha scritto:"Giovanni" s'era bevuto anche il Nilo in piena?

A parte gli scherzi credo ci troviamo davanti ad uno di quei casi, che in certi ambienti accadono anche oggi nel 2020, dove il delirio di una persona che soffre di allucinazioni viene preso seriamente, ed è impressionante pensare a quante vite per millenni questa visione abbia influenzato.

O magari è la rielaborazione in chiave Cristiana di un mito antecedente?
Premesso che la cosa che si nota per primo nei commenti dell'apocalisse di Giovanni su Wikipedia è che il testo sia di difficile attribuzione da un lato e di difficile interpretazione dall'altro. Punto

Certo se lo leggiamo come un tdG alla lettera sopra ci potremmo fantasticare ed inventare tutto quello che vogliamo e che quindi letto pari pari senza ragionarci su andremmo alla fine a pensare come ha scritto Mauro.

Se invece andiamo un po' a fondo su tale libro che per inciso non viene mai citato insieme agli altri Vangeli ma come un testo a parte...possiamo sapere da
https://profezie3m.altervista.org/archi ... cal1-1.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
del quale riprendo alcuni punti:
Dice S. Agostino di "non allontanarsi per nulla dal senso letterale, a meno che non vi sia una qualche ragione che non permetta di tenerlo, o una necessità che imponga di lasciarlo". Ad esempio, di fronte ad espressioni come queste: "il mare vide e si ritrasse, il Giordano si volse indietro, i monti saltellarono come arieti, le colline come agnelli di un gregge" (Sal 114, 3-4), non si può dubitare che si tratti di un chiaro simbolismo che non può essere letto in senso letterale!

(N.d.R. = Insomma bisogna privilegiare il senso letterale, e passare al senso simbolico [sempre però partendo dal senso letterale] solo "se" e "quando" il testo stesso —evidentemente — lo suggerisce, oppure l’analogia della fede oppure il parallelismo con altri passi corrispondenti, oppure l’interpretazione unanime dei Padri. Bisogna evitare che con il pretesto del simbolismo, si sfoci in affermazioni di pura fantasia, senza alcun riferimento autentico al senso letterale = N.d.R.

Ci sono descrizioni che chiaramente vanno interpretate in modo simbolico:

1) Le CAVALLETTE del Cap.9: è evidente che queste cavallette che hanno l’aspetto di cavalli, che hanno corone sulla testa, che hanno capelli di donne, denti di leone, ventre simile a corazze di ferro, code di scorpioni (cfr. Ap 9,7-10)... non sono vere cavallette, ma tutte queste caratteristiche illustrate sono solo simbolismi per indicare la violenza e la ferocia della loro attività demoniaca.

Infatti è detto che il loro re era l’angelo dell’Abisso (Ap 9,11). 2) LA CITTÀ QUADRATA (Ap 21). La nuova Gerusalemme, discesa dal cielo, in pratica è un cubo: è detto che ha forma quadrata, (fondata cioè sui quattro Vangeli), ha dodici fondamenta (I 12 Patriarchi delle 12 tribù d’Israele), ha dodici porte (I 12 Apostoli), ha il "legno della vita" al centro della città (la Croce di Cristo); il "fiume d’acqua viva" piena di Spirito Santo.

È evidente che ci troviamo di fronte ad un simbolismo per esprimere le caratteristiche spirituali della Nuova Gerusalemme.

Sarebbe ridicolo immaginarla realmente come un cubo largo 12.000 stadi, alto e lungo 12.000 stadi! (cfr. Ap 21,16-17). 3)

I 144.000 (12x12x1000). Anche qui il numero è evidentemente simbolico.

Non si tratta di una conta aritmetica, sia che si pensi che essi sono tutti i martiri dall’inizio della Chiesa fino alla fine del mondo, sia se si pensa che si tratta in modo particolare solo dei martiri che hanno attraversato la "grande tribolazione" e hanno rifiutato il marchio della bestia e quindi sono riferiti solo alla persecuzione dell’Anticristo (cfr. Ap 7,1-4). Inoltre non si può ammettere che sono solo quelli che vengono dalle tribù di Israele (cfr. Ap 7,5-8) e quindi solo ebrei convertiti! 4) "DALLA BOCCA ESCE UNA SPADA AFFILATA".


Nel Cap. 19, a proposito del cavaliere che cavalca un cavallo bianco è detto, tra l’altro che "dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le genti" (Ap 19,15).

Anche qui è evidente che si tratta di un simbolismo per indicare il potere della Parola di Dio e la sua caratteristica di non tornare mai senza aver prodotto un effetto.
4) La "BESTIA CHE SALE DAL MARE" che ha 10 corna e sette teste, simile ad una pantera, con le zampe di un orso e la bocca di leone (cfr. Ap 13,1-2) è un simbolismo per descrivere la ferocia e la cattiveria dell’Anticristo; inoltre la sua descrizione è la sintesi delle 4 bestie che sorgono dal mare — nel libro di Daniele — una delle quali riesce a "far cadere le stelle dal cielo" (cfr. Dan 7,1-8).

In pratica insieme ad espressioni realistiche e letterali, esistono anche espressioni simboliche. Se, ad esempio, dico che Cristo ha "potenza ed energia" (Ap 5,12) uso un’espressione realistica; se invece lo chiamo "il leone di Giuda" (Ap 5,5), uso un’espressione simbolica. Bisogna fare molta attenzione a discernere le due posizioni.

ALCUNI SIMBOLI PARTICOLARI

Cielo: trascendenza divina.
Terra: il livello umano e della storia.
Corno: potenza. Vendemmia: il giudizio escatologico.
Il Monte Sion: Gerusalemme.
In Ap 5,6 viene presentato "l’Agnello in piedi come sgozzato. avente sette corna e sette occhi". 1) Sgozzato perché esprime il sacrifico cruento della Croce: 2) in piedi, perché esprime la sua risurrezione: l’unione dei due tratti simbolici significa l’unione dei due aspetti della Pasqua di Cristo. 7 CORNA: pienezza del potere. 7 OCCHI: la pienezza dell’onniveggenza, della conoscenza. Angelo "geometra" (Ap 21).

"Il libro dell’Apocalisse è pieno di simboli".

1) Vi sono i SIMBOLI DI COLORI: il BIANCO, è il colore della luce, è il colore che indica la presenza del divino; per questo gli eletti che partecipano alla liturgia del Cielo, sono "avvolti in bianche vesti" (Ap 7,9).

Al Cap. 19 troviamo un CAVALLO BIANCO (Ap 19,11): "Colui che lo cavalca si chiama "fedele" e "verace". È avvolto in un mantello intriso di sangue e il nome è Verbo di Dio".
Il NERO indica la morte, o una grande ristrettezza; il ROSSO-SCARLATTO è simbolo del lusso e della lussuria (è il colore delle vesti della grande prostituta del Cap. 17).
Opposto al bianco è il ROSSO che evoca SANGUE. Il manto del Drago affamato di vittime è di colore rosso (Ap 12,3) e anche la prostituta, Babilonia, cavalca una bestia scarlatta ed è ammantata di porpora e di scarlatto (Ap 17,3-4).

2) Vi sono i SIMBOLI DI ANIMALI: il SIMBOLO DELL’AGNELLO e il SIMBOLO DEL DRAGO ROSSO; il SIMBOLO DEI CAVALLI (i celebri quattro cavalli del Capitolo 6); il SIMBOLO DELLE CAVALLETTE e così via.

3) Vi sono SIMBOLI DI NUMERI: il numero 4 indica il cosmo.
Il numero 7 indica la perfezione e la totalità. All’origine di tale concetto c’erano — con tutta probabilità — i SETTE GIORNI DELLA CREAZIONE DI DIO.

Da qui si è sviluppata la teoria sulle SETTE ETÀ DEL MONDO, sulla sua durata (sette giorni, equivalenti a 7 mila anni). Giovanni aveva già usato nel suo Vangelo lo schema della "SETTIMANA COSMICA". Ma il valore del numero 7 — in rapporto alla venuta del Messia — era già stato sottolineato nella profezia di Daniele sulle SETTANTA SETTIMANE (Dan 9,14 ss).

Il 7 è, per eccellenza, il numero di Cristo e di Dio: Cristo invia 7 lettere ad altrettante Chiese; apre 7 sigilli; ordina a 7 angeli di far squillare 7 trombe e ad altri 7 angeli di versare 7 coppe. Ma troviamo il 7 anche nella bestia che sale dal mare: 7 corna, cioè pienezza del potere del male.

La metà di 7 (3,5) e le frazioni (un terzo), indicano parzialità, indicano un tempo limitato (tre anni e mezzo, oppure 1260 giorni oppure 42 mesi oppure "un tempo, due tempi e la metà di un tempo" indicano tutti la stessa cosa, lo stesso periodo di tempo). Il numero 12 è il numero perfetto perché è il numero delle tribù di Israele, il numero degli Apostoli. 144 cubiti (l2x12) misurano le mura di Gerusalemme (Ap 21,17).

Il numero 10 indica una quantità non trascurabile ma limitata. Il numero 1000 indica una quantità smisurata (si capisce allora il significato del numero degli eletti, indicato al Capitolo 7: sono 144.000. cioè 12 x 12 x 1000, segnati in fronte col sigillo divino, cioè è indicato col simbolismo numerico, un numero immenso di salvati).

Il 6 è il numero dell’imperfezione e 666 è il numero della Bestia (l’Anticristo) alla quale il Drago (il Diavolo), cioè Satana, trasmette il suo potere: per quanto sia forte e sempre debolissima, perché solo Dio è l’onnipotente! Quindi 666 è il numero della massima imperfezione e della massima debolezza.

Simbolo di potere (Cristo e il drago e la bestia, al servizio del drago, portano il diadema: il potere di Cristo è vero e illimitato, mentre il potere del drago è uno scimmiottamento falso, ingannevole e limitato).

Le CORNA sono simbolo di potenza (il drago rosso ha sette teste e dieci corna: scimmiotta Dio, ma ha un potere limitato). E così via" (Angelo Comastri, Apocalisse, Ed. Messaggero Padova, 2001, pp. 17-18).

SISTEMI DI INTERPRETAZIONE

"Possiamo distinguere quattro grandi sistemi interpretativi.

1) Il primo è quello della "storia della Chiesa" che vede nei simboli dell’Apocalisse i grandi eventi della storia della Chiesa divisa in sette periodi, l’ultimo dei quali dovrebbe coincidere con il regno millenario che precederà immediatamente la fine del mondo. Fervido assertore di tale interpretazione fu Gioacchino da Fiore, il quale attendeva l’inaugurazione del millennio per il 1260, cifra corrispondente ai giorni della missione profetica dei due Testimoni (cfr. Ap 11,3). Una interpretazione simile è ritenuta oggi dai "testimoni di geova" che ritengono imminente la grande battaglia di Armaghedón (cfr. Ap 16.16), a cui seguirà la fine del mondo: i segni premonitori sono ravvisati nelle grandi catastrofi dei nostri tempi.

2) Il secondo è quello della "storia contemporanea" all’autore, sorto nel secolo XVI in opposizione all’interpretazione "spiritualista" del Medioevo, vede nell’Apocalisse una descrizione della lotta che la Chiesa primitiva dovette sostenere contro il giudaismo e il paganesimo (l’idolatria degli imperatori romani che si proclamavano "dio" e volevano per questo essere adorati da tutti).
Questo sistema è stato ripreso dalla critica razionalistica, la quale non vede altro nell’Apocalisse che una storia simbolica degli avvenimenti del secolo I della nostra era. (N.d.R. = è evidente che ci troviamo di fronte ad una grave e indebita operazione riduttiva di tutto il messaggio dell’Apocalisse. Solo le 7 lettere alle 7 Chiese, sono riferite certamente all’epoca contemporanea a Giovanni = N.d.R.).

3) Il terzo, quello "escatologico", riconosce nell’Apocalisse soltanto l’annuncio della fine del mondo e degli eventi che la preparano. Il sistema andò molto in voga nel secolo XVII, per opera specialmente di Cornelio a Lapide; anche oggi ha molti sostenitori soprattutto tra coloro che accentuano la parentela dello scritto giovanneo con la letteratura apocalittica.

4) Il quarto, infine, quello della "teologia della storia", il quale sulla scia dell’interpretazione patristica, attribuisce alle profezie dell’Apocalisse un valore eminentemente religioso: le visioni di Giovanni riguardano, sì, gli "ultimi tempi", ma questi, secondo la nota concezione biblica, hanno avuto già inizio con la venuta di Cristo e si protrarranno fino alla sua gloriosa parusia; nel loro insieme abbracciano l’eterna lotta tra il bene e il male, fra la Chiesa e le "potenze di questo mondo", il cui esito sarà la vittoria di Dio. Quest’ultimo sistema incontra sempre più il favore della moderna esegesi cattolica" (Nuovissima Versione della Bibbia, Apocalisse, San Paolo, 2002, pp.18-20).

LIBRO PROFETICO

L’Apocalisse è un libro profetico, vuol dire che - al di là della scorza - legge in profondità la storia e la vede in prospettiva futura. L’autore che ha davanti a sé la situazione della comunità cristiane in Asia Minore, alla fine del primo secolo (quando la persecuzione era estesa a tutto l’impero e l’imperatore Domiziano voleva per sé un culto divino), fa un annuncio profetico: io annuncio la fine di questa situazione d’idolatria (l’uomo che si mette al posto di Dio) e la fine di questa persecuzione, ma sappiate che tutte le idolatrie che verranno nel futuro faranno la stessa fine, fino a quando verrà l’ultimo giorno nel quale brillerà solo la verità che Gesù è il Signore; e chi si stacca volutamente da Lui, precipiterà nella sua scelta di vuoto e di orgoglio, mentre coloro che sono stati lavati nel suo Sangue (cioè che hanno creduto in Lui fino in fondo) entreranno nella nuova città e nella festa dei redenti" (Angelo Comastri, Apocalisse, Ed. Messaggero Padova, p. 17).
In breve vediamo che occorre molto "grano salis" per interpretare correttamente tali simbolismi e senza ovviamente "aver bevuto....
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Messaggio da Mauro1971 »

Giovanni beveva Sangiovese del Sinai, Grappa di Tessalonica elevata in barrique e Passito di Nazareth. In grandi quantità.

Stasera gli farò compagnia con del Lambrusco, ma resto umile.
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Messaggio da Ray »

Simbolismi ? OK...

Cappuccetto rosso = Rappresenta i fedeli .La Chiesa.

La mamma di C.Rosso = Il mondo ,il potere .

Il lupo = il malvagio, che ti vuole mangiare ,ti porta dal lato oscuro della forza. :cer:

La nonna = Le vittime di questo sistema di cose.

Il cacciatore = Il Salvatore ,colui che salva il popolo dal maligno .

La versione di Perrault più antica e priva del cacciatore ,cappuccetto rosso in ultimo giace con il lupo
Questo racconto ci fa capire che i fedeli o cappuccetto rosso devono stare lontano dagli sconosciuti cioè il lupo o i pseudo -santoni.

Il racconto dei fratelli Grimm include il cacciatore ,il Salvatore del popolo.

La profezia ? Bene prevede che molti si faranno ingannare dai falsi santoni, quelli veri sono finiti. :cer:
:ciao:
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Re: Il libro di Apocalisse è una vaccata di dimensioni apocalittiche!

Messaggio da Scimeon »

La terra sarà sempre divisa in nazioni e re, secondo il libro.
Sono particolari che non si conoscono; anche perché saranno aperti nuovi rotoli. L'unica cosa che si sa è che i 144000 saranno re e sacerdoti.

Non credo sia un lapsus, semplicemente Giovanni si prostra due volte davanti all' angelo.
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Re: Il libro di Apocalisse è una vaccata di dimensioni apocalittiche!

Messaggio da Vieri »

Scimeon
L'unica cosa che si sa è che i 144000 saranno re e sacerdoti.
Ma questo lo sapete voi ma a me onestamente non risulta visto che Gesù nel Vangelo non cita mai questi benedetti 144.000 trovati e conteggiati dai TdG....
Dubito molto poi che un TdG considerato "unto" e quindi parte di questi 144-000, solo per il fatto di aver preso un pezzo di pane e bevuto del vino senza essere stato benedetto da nessuno possa poi diventare re o sacerdote al pari per esempio di un San Francesco... :ironico:
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Re: Il libro di Apocalisse è una vaccata di dimensioni apocalittiche!

Messaggio da Scimeon »

Condivido che un vero unto non possa svolgere una vita casa e chiesa fregandosene del resto del mondo e magari apparire sano, quando nel nuovo testamento si parla di altro.
Del resto i tdG non sanno cos'è una chiesa, quindi che ti vuoi aspettare ? Se prima non si identifica Israele, è inutile trarre conclusioni.

La rivelazione del numero si trova solo nell' apocalisse di Giovanni. Però nel nuovo testamento viene anticipato che molti saranno gli invitati e pochi gli eletti...
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Re: Il libro di Apocalisse è una vaccata di dimensioni apocalittiche!

Messaggio da VictorVonDoom »

Scimeon ha scritto: 05/11/2023, 18:08 Condivido che un vero unto non possa svolgere una vita casa e chiesa fregandosene del resto del mondo e magari apparire sano, quando nel nuovo testamento si parla di altro.
Del resto i tdG non sanno cos'è una chiesa, quindi che ti vuoi aspettare ? Se prima non si identifica Israele, è inutile trarre conclusioni.

La rivelazione del numero si trova solo nell' apocalisse di Giovanni. Però nel nuovo testamento viene anticipato che molti saranno gli invitati e pochi gli eletti...
Ma non ti sembra che abbiamo ascoltato abbastanza scemenze del genere nei TdG per vederle ripetute dal nuovo "ho capito tutto io"? :ironico:
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Re: Il libro di Apocalisse è una vaccata di dimensioni apocalittiche!

Messaggio da Achille »

Scimeon ha scritto: 05/11/2023, 15:26Sono particolari che non si conoscono; anche perché saranno aperti nuovi rotoli.
Tu continui ad usare lo stesso linguaggio dei TdG, da cui sei molto influenzato. Per esempio, parli di "nuovi rotoli", attribuendo a questa espressione a stessa interpretazione (sbagliata) dei TdG.
Mi soffermo solo su un particolare: dove si trova nell'Apocalisse l'espressione nuovi rotoli? Citami il passo dove si legge che vennero aperti dei "nuovi rotoli".
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Re: Il libro di Apocalisse è una vaccata di dimensioni apocalittiche!

Messaggio da Scimeon »

Non ci avevo fatto caso. Il contesto dice chiaramente che il libro o rotolo al singolare descrive il contenuto dei libri plurale.
Beh grazie. Ma è quello che noto da sempre, non capiscono quello che dicono loro stessi.

Il problema di fondo sta' nella lacuna più pericolosa, dal quale nascono i fraintesi.
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Re: Il libro di Apocalisse è una vaccata di dimensioni apocalittiche!

Messaggio da VictorVonDoom »

Forse non hai capito bene cosa voleva dirti Achille :risata: :risata:
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Re: Il libro di Apocalisse è una vaccata di dimensioni apocalittiche!

Messaggio da Scimeon »

Tu non hai capito la mia risposta.
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Re: Il libro di Apocalisse è una vaccata di dimensioni apocalittiche!

Messaggio da Achille »

Scimeon ha scritto: 06/11/2023, 10:11 Non ci avevo fatto caso. Il contesto dice chiaramente che il libro o rotolo al singolare descrive il contenuto dei libri plurale.
Ma dove hai letto queste cose? Ti avevo chiesto dove si parla di NUOVI rotoli. La risposta è che non è scritto da nessuna parte. Quindi quando i TdG (e anche tu) usano questa espressione aggiungono a quello che è scritto.

Ma anche quello che scrivi tu non sta scritto da nessuna parte: «..il libro o rotolo al singolare descrive il contenuto dei libri plurale».
Ma è quello che noto da sempre, non capiscono quello che dicono loro stessi.
Mi sa che non è solo un problema dei TdG...
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Re: Il libro di Apocalisse è una vaccata di dimensioni apocalittiche!

Messaggio da Scimeon »

Bla bla

Queste cose, quali cose ? Chiunque sappia leggere vede che ho confermato che non c'è scritto il termine "nuovi", quindi devo dedurre che lo fai apposta ?

Io ho creduto alla parola su quel verso, perché sono uno che si fida, ed è per questo che non ho mai controllato. Quindi il ragionare non c'entra. Semplicemente non ho ragionato perché non la considero una questione influente.
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