La Bibbia è ancora valida?
Inviato: 12/09/2011, 11:08
E' argomento d'oggi discutere sulla validità del testo biblico, ci si domanda: è ragionevole affidarsi a ciò che abbiamo tra le mani, oppure è meglio dubitare, scegliere un approccio diverso, e rassegnarsi ad altro?
Tutte le varianti riscontrate nei testi biblici sono tali da compromettere il senso di ciò che è scritto, oppure non hanno un'importanza tale da essere considerate pregiudizievoli.
Secondo me ognuno può rendersi conto da solo della situazione attraverso una versione che riporti almeno le varianti principali al testo che sono state riscontrate. Io l'ho fatto, e posso assicurare chiunque che la struttura della Bibbia è talmente solida non poter essere messa in crisi da quelle diversità. Ogni concetto che viene espresso è ripreso e trattato decine di volte in punti e libri diversi, tanto da non poter essere minimamente messo in dubbio.
Quando acquistai la mia auto, sei anni fa, era perfetta; oggi ha un graffio sulla fiancata, un bozzo sul paraurti e la targa storta. Eppure mi porta a casa esattamente come il primo giorno. Si potrebbe considerare anche che esistono fior fiore di carrozzieri che saprebbero rendergli ciò che ha perso e così tornare come al primo giorno; ed è ciò che accade con la critica testuale, che dovrebbe sopire ogni gran problema. Eppure lo scetticismo sembra crescere.
Secondo me, però la ragione è da ricercarsi altrove. Non faccio distinzioni di confessione, metto tutti sullo stesso piano, poiché mi sembra che la tendenza sia piuttosto generalizzata.
Oggi viviamo un mondo in cui non si vogliono regole, le persone cercano solo la libertà, o quello che considerano tale, ogni consiglio su come indirizzare i loro passi viene visto come un'ingerenza inaccettabile in ciò che non compete a chi lo da. A dire il vero non è che sia una gran novità, poiché son cose sempre esistite: ciò che cambia è la pretesa di voler essere sempre dalla parte del giusto, anche quando la nostra morale è tale da non porre dubbi sull'errore.
Il sistema migliore per non venir giudicati è uccidere i giudici e, siccome, il Giudice Supremo non può essere ucciso, basta ridurlo al silenzio. Per ottenerlo si fa in modo di togliere autorità a ciò che ne parla riducendolo a qualcosa d'inaffidabile; e così la coscienza appare salva.
Questo accade generalmente da parte dei non addetti ai lavori. Entrando, invece, nel merito di chi dovrebbe tenere alto il valore di ciò per cui ha deciso di lavorare e dedicargli la vita (almeno si dovrebbe supporre) si notano, stranamente, le stesse tendenze, e qui cen'è per tutti, basti pensare ai Valdesi, in campo evangelico protestante, ma non solo a loro. Non voglio parlare del cattolicesimo perché penso sia giusto che lo faccia solo chi vi appartiene.
Qui le cose prendono un colore diverso. Visto che per la tendenza prima esposta, le comunità non crescono; perché sono sempre più rari quelli che vogliono mettersi in discussione, si è pensato bene di venirgli incontro smussando le parti che danno più fastidio, e rendere più piacevole e, perché no, trendy, l'approccio. Naturalmente se si vuol mantenere il nome di cristiani, bisogna intervenire su ciò che per i "vecchi" fedeli era normativo, quindi ancora le scritture, bollandole come antiquate, appartenenti ad un mondo che ormai non c'è più, e che, quindi, non fa più testo. Ovviamente dietro a tutto questo c'è ancora il "vecchio" bisogno di prestigio, potere, soldi; nonché l'ingresso di qualche deriva politica, che non appartiene certo solo al pensiero attuale.
A questo aggiungerei anche qualcosa di molto più moderno, che è in relazione con la globalizzazione. E' fuori discussione che se chi ha in mente il villaggio globale vuole qualche probabilità in più di riuscita, debba per forza puntare sulla religione. Per questo occorre fare in modo che tutte le religioni abbiano un comune denominatore che le porti su un piano di eguaglianza, conciliandole tra loro e facendole convergere in un culto più o meno omologato. Da questo nascerebbe un unico centro superiore di riferimento globale. Per raggiungere tale scopo tutte devono cedere qualcosa, e per farlo accettare occorre minare le loro basi che nel caso del cristianesimo, e moltissime altre, sono ovviamente le scritture.
Questo, in poche parole, il mio punto di vista.
Tutte le varianti riscontrate nei testi biblici sono tali da compromettere il senso di ciò che è scritto, oppure non hanno un'importanza tale da essere considerate pregiudizievoli.
Secondo me ognuno può rendersi conto da solo della situazione attraverso una versione che riporti almeno le varianti principali al testo che sono state riscontrate. Io l'ho fatto, e posso assicurare chiunque che la struttura della Bibbia è talmente solida non poter essere messa in crisi da quelle diversità. Ogni concetto che viene espresso è ripreso e trattato decine di volte in punti e libri diversi, tanto da non poter essere minimamente messo in dubbio.
Quando acquistai la mia auto, sei anni fa, era perfetta; oggi ha un graffio sulla fiancata, un bozzo sul paraurti e la targa storta. Eppure mi porta a casa esattamente come il primo giorno. Si potrebbe considerare anche che esistono fior fiore di carrozzieri che saprebbero rendergli ciò che ha perso e così tornare come al primo giorno; ed è ciò che accade con la critica testuale, che dovrebbe sopire ogni gran problema. Eppure lo scetticismo sembra crescere.
Secondo me, però la ragione è da ricercarsi altrove. Non faccio distinzioni di confessione, metto tutti sullo stesso piano, poiché mi sembra che la tendenza sia piuttosto generalizzata.
Oggi viviamo un mondo in cui non si vogliono regole, le persone cercano solo la libertà, o quello che considerano tale, ogni consiglio su come indirizzare i loro passi viene visto come un'ingerenza inaccettabile in ciò che non compete a chi lo da. A dire il vero non è che sia una gran novità, poiché son cose sempre esistite: ciò che cambia è la pretesa di voler essere sempre dalla parte del giusto, anche quando la nostra morale è tale da non porre dubbi sull'errore.
Il sistema migliore per non venir giudicati è uccidere i giudici e, siccome, il Giudice Supremo non può essere ucciso, basta ridurlo al silenzio. Per ottenerlo si fa in modo di togliere autorità a ciò che ne parla riducendolo a qualcosa d'inaffidabile; e così la coscienza appare salva.
Questo accade generalmente da parte dei non addetti ai lavori. Entrando, invece, nel merito di chi dovrebbe tenere alto il valore di ciò per cui ha deciso di lavorare e dedicargli la vita (almeno si dovrebbe supporre) si notano, stranamente, le stesse tendenze, e qui cen'è per tutti, basti pensare ai Valdesi, in campo evangelico protestante, ma non solo a loro. Non voglio parlare del cattolicesimo perché penso sia giusto che lo faccia solo chi vi appartiene.
Qui le cose prendono un colore diverso. Visto che per la tendenza prima esposta, le comunità non crescono; perché sono sempre più rari quelli che vogliono mettersi in discussione, si è pensato bene di venirgli incontro smussando le parti che danno più fastidio, e rendere più piacevole e, perché no, trendy, l'approccio. Naturalmente se si vuol mantenere il nome di cristiani, bisogna intervenire su ciò che per i "vecchi" fedeli era normativo, quindi ancora le scritture, bollandole come antiquate, appartenenti ad un mondo che ormai non c'è più, e che, quindi, non fa più testo. Ovviamente dietro a tutto questo c'è ancora il "vecchio" bisogno di prestigio, potere, soldi; nonché l'ingresso di qualche deriva politica, che non appartiene certo solo al pensiero attuale.
A questo aggiungerei anche qualcosa di molto più moderno, che è in relazione con la globalizzazione. E' fuori discussione che se chi ha in mente il villaggio globale vuole qualche probabilità in più di riuscita, debba per forza puntare sulla religione. Per questo occorre fare in modo che tutte le religioni abbiano un comune denominatore che le porti su un piano di eguaglianza, conciliandole tra loro e facendole convergere in un culto più o meno omologato. Da questo nascerebbe un unico centro superiore di riferimento globale. Per raggiungere tale scopo tutte devono cedere qualcosa, e per farlo accettare occorre minare le loro basi che nel caso del cristianesimo, e moltissime altre, sono ovviamente le scritture.
Questo, in poche parole, il mio punto di vista.