E i laicisti rispondono alla crisi “con un’estensione dei sistemi di controllo religioso, molto spesso in nome della lotta contro l’islam”. E così, “per proibire il velo si proibiscono il crocifisso e la kippah”. “Ma allo stesso tempo, questo secolarismo non promuove valori positivi”, chiosa.
L'islamista politologo di cui si parla nell'articolo dice anche cose per me condivisibili ma non penso che "questo secolarismo" non promuova valori positivi: valori positivi ce ne sono forse fin troppi, il problema è legato soprattutto all'ipocrisia e all'intolleranza, ma queste caratteristiche sono in comune con le ideologie religiose.
Per larga parte "questo secolarismo" ha mirato al bersaglio cattolico, il bersaglio interno grosso, e per questo c'è stata un'alleanza strumentale, che in minima parte continua, con il protestantesimo e le sue derivazioni. Però ogni contesto ha vissuto e vive situazioni un po' diverse. In America, per esempio, con una derivazione protestante molto più forte, il dissidio tra "secolarismo" e "fondamentalismo evangelico" si è manifestato prima. Anche l'Islam ha beneficiato molto di questa tacita alleanza (strumentale non sui valori) anti cattolica però in situazioni come quella francese, con un cattolicesimo sconfitto o fortemente ridimensionato, può darsi che le cose siano un po' cambiate e che l'alleanza strumentale tra "questo secolarismo" e l'islam non sia più così scontata. Le troppe differenze sostanziali alla fine non possono che minare l'alleanza a livello di vertici culturali.
