Mia esperienza
Inviato: 31/07/2021, 20:46
Buonasera a tutti da Alessandro. Racconto la mia esperienza TDG risalente a più di 20 anni fa.
Mio padre, quando avevo pochi mesi di vita, venne accalappiato dai TDG e così io crebbi nell'infanzia e adolescenza in seno alle congregazioni.
Mia madre , al contrario di mio padre, non cadde mai nella trappola avendo un carattere molto più forte di lui.
Crescendo, i TDG dapprima si dimostrarono affabili ma vedevo, mi accorgevo, seppur bambino, che c'era un qualcosa di diverso nel rapporto di molti di loro. Io, figlio di mio padre, operaio, e tutti gli altri miei coetanei figli di uomini d'ufficio, gestori d'azienda ecc.
In me crescendo cresceva anche la voglia di non frequentare le adunanze. Quando mia mamma doveva sostituire in guardiola mio padre (portiere nello stabile d'abitazione), io la pregavo di far tardi nelle sue faccende, così che lui mancasse all'adunanza. Mi rompevo le scatole ovviamente; ma d'altronde un bambino deve andare ai compleanni, giocare con gli amici e non certo pregare un Dio , mai visto e che mai si è fatto sentire. Ma la fede è fede e non giudico chi crede; ma io non credo.
Mi piacevano sì i racconti: Giosuè in primis, Mosè ecc. Ma questo perché mi piaceva, come mi piace la storia.
Rammento un fatto che ancora oggi è impresso nella mia mente: ero in Servizio con mio padre ed altri due, uno dei quali un Anziano. Mio padre andò con l'altro "fratello" mentre io, su per giù di 9 - 10 anni, andai con l'Anziano che, per tutta la durata del Servizio, non faceva altro che infierire ricordandomi che io non ero come gli altri figli TDG; di come io ancora non avevo fatti i discorsi mentre gli altri si (tipo dei damerini) ; di come io non ero ligio nel vestire (spesso andavo in tuta fregandomene totalmente) ... insomma di come fossi "inutile". Ecco, così mi sentivo.
Una volta, ricordo, fu proprio eclatante: verso gli 11 anni e con l'adolescenza che sta conquistando pian piano il corpo e gli ormoni , con un mio amichetto di Congregazione scrivevamo su dei fogli delle domande con risposte a crocette, sulle donne e ragazze TDG. Domande tipo:
"ma a tizia cosa gli faresti?"
"a caia faresti questo?"
"come ce la vedi a far questo e quello..."
cose così, discorsi adolescenziali in una fase della vita dove gli ormoni, anche TDG stanno non a palla, di più.
Il mio amichetto scriveva, io mettevo le crocette. Ed ecco il tutto: quella sera dimenticammo in giro quel foglietto e così la volta dopo, una domenica, entrando in Congregazione vidi venirmi dappresso quel mio amichetto dell'epoca e di quel "mondo parallelo", che mi disse:
"Alessandro, mi spiace non ci possiamo più vedere, meglio che non parliamo più"
ovviamente chiesi spiegazioni e mi disse:
"hanno trovato il biglietto che hai scritto"
ma che aveva scritto lui. Praticamente: lui, il figlio di un Anziano, era innocente. Io, il figlio di mio padre, l'ultima ruota del carro spesso all'acustica, ero colpevole. Ricordo che disse:
"ha detto mio padre di starmi lontano perché tu sei pregno della Bestia Selvaggia".
Risi anche allora. Ora, a 37 anni, dico che io toglierei la genitorialità ad un padre che dice al figlio che il suo amichetto è frequentatore del Demonio, giacché ad 11 anni uno è in piena formazione caratteriale dell'uomo che sarà nel futuro (U. Galimberti, filosofo, spiega bene cosa avviene nella mente di un umano fra gli 8 e i 12 anni. Ed è psicologia, non Bibbia).
Anni dopo, pochi, lasciai i TDG, tanto nemmeno ero battezzato tale, ma avevo tenuto sempre il mio battesimo cattolico fatto in San Pietro in Vaticano per volere anche di mio nonno, amico di un cardinale dell'epoca che non cito. Anni dopo di me, ebbe a lasciare anche mio padre e tabula rasa come sapete: nessuno gli parlò più. Ogni tanto però viene chi lo accalappiò ricordandogli che se non torna in seno a Dio morirà.
Andai nel corso degli anni da degli psicologi e quando racconto loro tutte queste cose, ed anche di più, tutti hanno concordato e concordano come i Tdg hanno giocato un ruolo ferale nella mia infanzia, contribuendo per il 90% alle mie insicurezze.
Bravi i prescelti !
Attendo curioso vostre risposte. Buona serata.
Alessandro
Mio padre, quando avevo pochi mesi di vita, venne accalappiato dai TDG e così io crebbi nell'infanzia e adolescenza in seno alle congregazioni.
Mia madre , al contrario di mio padre, non cadde mai nella trappola avendo un carattere molto più forte di lui.
Crescendo, i TDG dapprima si dimostrarono affabili ma vedevo, mi accorgevo, seppur bambino, che c'era un qualcosa di diverso nel rapporto di molti di loro. Io, figlio di mio padre, operaio, e tutti gli altri miei coetanei figli di uomini d'ufficio, gestori d'azienda ecc.
In me crescendo cresceva anche la voglia di non frequentare le adunanze. Quando mia mamma doveva sostituire in guardiola mio padre (portiere nello stabile d'abitazione), io la pregavo di far tardi nelle sue faccende, così che lui mancasse all'adunanza. Mi rompevo le scatole ovviamente; ma d'altronde un bambino deve andare ai compleanni, giocare con gli amici e non certo pregare un Dio , mai visto e che mai si è fatto sentire. Ma la fede è fede e non giudico chi crede; ma io non credo.
Mi piacevano sì i racconti: Giosuè in primis, Mosè ecc. Ma questo perché mi piaceva, come mi piace la storia.
Rammento un fatto che ancora oggi è impresso nella mia mente: ero in Servizio con mio padre ed altri due, uno dei quali un Anziano. Mio padre andò con l'altro "fratello" mentre io, su per giù di 9 - 10 anni, andai con l'Anziano che, per tutta la durata del Servizio, non faceva altro che infierire ricordandomi che io non ero come gli altri figli TDG; di come io ancora non avevo fatti i discorsi mentre gli altri si (tipo dei damerini) ; di come io non ero ligio nel vestire (spesso andavo in tuta fregandomene totalmente) ... insomma di come fossi "inutile". Ecco, così mi sentivo.
Una volta, ricordo, fu proprio eclatante: verso gli 11 anni e con l'adolescenza che sta conquistando pian piano il corpo e gli ormoni , con un mio amichetto di Congregazione scrivevamo su dei fogli delle domande con risposte a crocette, sulle donne e ragazze TDG. Domande tipo:
"ma a tizia cosa gli faresti?"
"a caia faresti questo?"
"come ce la vedi a far questo e quello..."
cose così, discorsi adolescenziali in una fase della vita dove gli ormoni, anche TDG stanno non a palla, di più.
Il mio amichetto scriveva, io mettevo le crocette. Ed ecco il tutto: quella sera dimenticammo in giro quel foglietto e così la volta dopo, una domenica, entrando in Congregazione vidi venirmi dappresso quel mio amichetto dell'epoca e di quel "mondo parallelo", che mi disse:
"Alessandro, mi spiace non ci possiamo più vedere, meglio che non parliamo più"
ovviamente chiesi spiegazioni e mi disse:
"hanno trovato il biglietto che hai scritto"
ma che aveva scritto lui. Praticamente: lui, il figlio di un Anziano, era innocente. Io, il figlio di mio padre, l'ultima ruota del carro spesso all'acustica, ero colpevole. Ricordo che disse:
"ha detto mio padre di starmi lontano perché tu sei pregno della Bestia Selvaggia".
Risi anche allora. Ora, a 37 anni, dico che io toglierei la genitorialità ad un padre che dice al figlio che il suo amichetto è frequentatore del Demonio, giacché ad 11 anni uno è in piena formazione caratteriale dell'uomo che sarà nel futuro (U. Galimberti, filosofo, spiega bene cosa avviene nella mente di un umano fra gli 8 e i 12 anni. Ed è psicologia, non Bibbia).
Anni dopo, pochi, lasciai i TDG, tanto nemmeno ero battezzato tale, ma avevo tenuto sempre il mio battesimo cattolico fatto in San Pietro in Vaticano per volere anche di mio nonno, amico di un cardinale dell'epoca che non cito. Anni dopo di me, ebbe a lasciare anche mio padre e tabula rasa come sapete: nessuno gli parlò più. Ogni tanto però viene chi lo accalappiò ricordandogli che se non torna in seno a Dio morirà.
Andai nel corso degli anni da degli psicologi e quando racconto loro tutte queste cose, ed anche di più, tutti hanno concordato e concordano come i Tdg hanno giocato un ruolo ferale nella mia infanzia, contribuendo per il 90% alle mie insicurezze.
Bravi i prescelti !
Attendo curioso vostre risposte. Buona serata.
Alessandro