Girella ha scritto:Caro Achille pur nella mia brevissima esperienza devo effettivamente concordare con quello che hai appena espresso. Le mie ricerche su internet relative ai TdG sono partite proprio da un sito/forum gestito da TdG, quando chiesi informazioni relativamente al loro corpo direttivo ricevetti informazioni vaghe del tipo "non val la pena di approfondire", eppure avevo solo chiesto che mi si spiegasse il background del loro corpo dirigente, curiosità che è stata soddisfatta solo da questo sito/forum.
Che siano anche bugiardi oltre che evasivi lo avevo capito anche da una recente discussione di cui allego un immagine
Brava Girella e per rinfrescare la memoria (sembra sempre molto corta) ecco chi e dove lo hanno insegnato:
La torre di Guardia del 15/3/1986 pag 18:
"12 Alcuni che hanno uno spirito critico sostengono che l’organizzazione di Geova sia troppo rigida circa il troncare qualsiasi contatto sociale con i disassociati. (II Giovanni 10, 11) Ma perché questi critici la pensano così? Stanno forse mettendo un vincolo familiare o un’errata lealtà a un amico al di sopra della lealtà a Geova, alle sue norme e alle sue esigenze? Tenete presente inoltre che,
se si continua ad avere contatti sociali con un disassociato, anche se si tratta di un parente, si può far concludere a colui che ha sbagliato che la sua condotta non sia poi tanto grave, causandogli così altro danno ancora.
Non frequentandolo, invece, è possibile si sviluppi in lui il desiderio di riavere ciò che ha perduto. Il modo di fare le cose seguito da Geova è sempre il migliore e serve a proteggerci. — Proverbi 3:5."
La torre di Guardia del 15/04/1988 pag 28:
"14 La situazione è diversa se il disassociato o dissociato è un parente che vive fuori di casa o non è dell’immediata cerchia familiare. Potrebbe essere possibile non avere quasi nessun contatto col parente. Anche se eventuali questioni di famiglia richiedessero qualche contatto, è certo che questi contatti dovrebbero essere mantenuti al minimo, in armonia col principio divino di “non mischiarvi con alcuno che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore [o colpevole di un altro peccato grave] . . . con un tale non dovete neppur mangiare”. — 1 Corinti 5:11, Versione Riveduta.
15 Si capisce che questo può essere difficile, a causa dei sentimenti e dei vincoli familiari, ad esempio dell’amore che i nonni provano verso i nipoti. Tuttavia questa è una prova di lealtà a Dio, come spiega la sorella citata a pagina 26. Chiunque provi la tristezza e il dolore che il parente disassociato ha in tal modo causato, può trovare conforto ed essere incoraggiato dall’esempio di alcuni parenti di Cora. — Salmo 84:10-12."
La torre di Guardia del 15/10/1988 pag 28:
"La situazione è diversa se il disassociato o dissociato è un parente che vive fuori di casa o non è dell’immediata cerchia familiare. Potrebbe essere possibile non avere
quasi nessun contatto col parente. Anche se eventuali questioni di famiglia richiedessero qualche contatto, è certo che questi contatti
dovrebbero essere mantenuti al minimo"
La torre di Guardia del 15/4/1991 pag 16:
"10 Dio comanda che, se un malvagio viene espulso, i cristiani devono ‘cessare di mischiarsi in sua compagnia, non mangiando nemmeno con un tal uomo’. In questo modo i leali che rispettano e vogliono seguire la legge di Dio troncano con lui ogni rapporto, compresi i rapporti sociali.
Alcuni di questi cristiani leali potrebbero essere parenti che non fanno parte dell’immediata cerchia familiare né vivono con il trasgressore. Per loro potrebbe essere difficile seguire questo comando divino, proprio come non era facile per i genitori ebrei sotto la Legge mosaica essere fra coloro che giustiziavano un figlio malvagio. Ma il comando divino è chiaro; possiamo quindi essere certi che la disassociazione è un provvedimento giusto"
La torre di Guardia del 1/11/1994:
"20 Ci sono occasioni, però, in cui un servitore di Geova non può mostrare compassione. (Confronta Deuteronomio 13:6-9). ‘Cessare di mischiarsi in compagnia’ di un intimo amico
o di un parente che è stato disassociato può mettere a dura prova un cristiano. In tal caso è importante non lasciarsi impietosire. (1 Corinti 5:11-13) Questa fermezza può persino incoraggiare il peccatore a pentirsi. "
Il libro "MANTENETEVI NELL'AMORE DI DIO" edito nel 2008 a pagina 208 dice:
"In altri casi il parente disassociato non fa' parte dell'immediata cerchia familiare o vive fuori casa.Anche se in qualche rara occasione dovesse rendersi necessario avere dei contatti per sbrigare questioni familiari,
tali contatti dovrebbero essere mantenuti al minimo. I familiari leali non cercano scuse per avere a che fare con un parente disassociato che non vive sotto lo stesso tetto. La lealta' a Geova e alla sua organizzazione li spinge piuttosto ad attenersi alle istruzioni scritturali sulla disassociazione."
Inserto del Ministero del Regno (km -I 8/2002), agosto 2002, pp.3,4:
"Benefici derivanti dalla lealtà a Geova: Cooperare con la disposizione scritturale della disassociazione ed evitare i trasgressori impenitenti reca benefici. Preserva la purezza della congregazione e ci distingue come sostenitori delle elevate norme morali della Bibbia. (1 Piet. 1:14-16) Ci protegge da influenze corruttrici. (Gal. 5:7-9) Inoltre dà al trasgressore la possibilità di trarre pieno beneficio dalla disciplina ricevuta che lo aiuterà a produrre “un pacifico frutto, cioè giustizia”. – Ebr. 12:11.
Dopo un discorso udito a un’assemblea di circoscrizione, un fratello e sua sorella
capirono che dovevano cambiare il modo in cui trattavano la madre, che viveva altrove e che era stata disassociata sei anni prima. Subito dopo l’assemblea l’uomo chiamò la madre e, dopo averle assicurato che le volevano bene, le spiegò che
non le avrebbero più parlato se non per questioni familiari importanti. Di lì a poco la madre cominciò a frequentare le adunanze e poi fu riassociata. Inoltre il marito incredulo cominciò a studiare e in seguito si battezzò.
Sostenendo lealmente la disposizione scritturale della disassociazione diamo prova del nostro amore per Geova e rispondiamo a colui che lo biasima. (Prov. 27:11) In cambio possiamo contare sulla Sua benedizione. Il re Davide scrisse di Geova: “In quanto ai suoi statuti, non mi allontanerò da essi. Con qualcuno leale agirai con lealtà”. – 2 Sam. 22:23, 26. "
La torre di Guardia del 15/2/2011 pag 31,32:
"15 Condividiamo il punto di vista di Gesù su coloro che si ostinano a seguire una condotta illegale? Dobbiamo riflettere su queste domande: ‘Sceglierei di frequentare regolarmente qualcuno che è stato disassociato o si è dissociato dalla congregazione cristiana? Che dire se fosse un parente stretto che non vive più in casa?’ Una situazione del genere pu `omettere a dura prova il nostro amore per la giustizia e la nostra lealtà a Dio.
16 Consideriamo l’esperienza di una sorella il cui figlio adulto un tempo amava Geova. In seguito, però, il figlio scelse di praticare impenitentemente l’illegalità. Così fu disassociato dalla congregazione. La sorella amava Geova,ma voleva bene anche al figlio e trovava molto difficile ubbidire al comando scritturale
di evitare di frequentarlo.
17 Che consiglio avreste dato a questa sorella? Un anziano la aiutò a capire che Geova comprendeva il suo dolore. La incoraggiò a riflettere sul dolore che dovette provare Geova quando alcuni dei suoi figli angelici si ribellarono. Nel corso del ragionamento, le fece notare che, pur sapendo quanto possa essere dolorosa una situazione del genere, Geova richiede che i peccatori impenitenti vengano disassociati. La sorella prestò ascolto ai consigli e sostenne lealmente la disposizione della disassociazione. Tale lealtà rallegra il cuore di Geova.— Prov. 27:11.
18 Se vi trovate in una situazione del genere, ricordate che Geova vi capisce. Troncando i rapporti con il disassociato o il dissociato, dimostrate di odiare gli atteggiamenti e i comportamenti che hanno portato a questa situazione. Ma dimostrate anche che amate abbastanza il trasgressore da agire nei suoi migliori interessi. La vostra lealtà a Geova può aumentare le probabilità che la persona che ha ricevuto la disciplina si penta e torni a Geova.
19 Una persona che fu disassociata e in seguito venne riassociata scrisse: “Sono felice che Geova ami tanto il suo popolo da far sì che la sua organizzazione sia mantenuta pura. Quello che agli estranei può sembrare un atteggiamento rigido, è un provvedimento sia necessario che veramente amorevole”. Pensate che questa persona sarebbe stata aiutata a pervenire a tale conclusione se i componenti della congregazione,
inclusi i suoi familiari, avessero mantenuto con lei contatti regolari mentre era disassociata? Sostenendo la disposizione scritturale della disassociazione dimostriamo di amare la giustizia e riconosciamo il diritto di Geova di stabilire norme di condotta."
Torre di Guardia del 15 luglio 2011 pagine 30-32
"Quando qualcuno che amiamo abbandona Geova:
12 Senza dubbio siamo tutti d’accordo sul fatto che per piacere a Dio dobbiamo essere fisicamente, moralmente e spiritualmente puri. (Leggi Tito 2:14).
A volte però possono sorgere situazioni in cui, sotto questo aspetto, la nostra lealtà al proposito di Dio viene dolorosamente messa alla prova. Supponiamo ad esempio che l’unico figlio di una coppia cristiana esemplare lasci la verità. Avendo preferito “il temporaneo godimento del peccato” a una buona relazione con Geova e con i propri genitori cristiani, il giovane viene disassociato.— Ebr.11:25.
13 I genitori sono affranti. In quanto alla disassociazione, sanno che la Bibbia dice di ‘cessar di mischiarsi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo’. (1 Cor. 5:11, 13)
Comprendono anche che il “qualcuno” menzionato in questa scrittura include i familiari che non vivono sotto lo stesso tetto.
Ma essi amano moltissimo
il loro figlio! Sopraffatti dalle emozioni, potrebbero ragionare: ‘Come possiamo aiutare nostro figlio a tornare a Geova se limitiamo drasticamente la nostra associazione con lui? Non sarebbe più utile mantenere contatti regolari?
14 Ci sentiamo vicini a quei genitori. Dopo tutto il loro figlio ha fatto la sua scelta, decidendo di seguire uno stile di vita non cristiano anziché continuare a godere della compagnia dei suoi genitori e degli altri compagni di fede. I genitori, invece, non hanno potuto fare altro che prendere atto della sua decisione. Non sorprende che si sentano impotenti.
15 Cosa faranno adesso questi cari genitori? Ubbidiranno alle chiare istruzioni di Geova?
O si sentiranno giustificati a frequentare regolarmente il loro figlio disassociato sostenendo che si tratta sempre di “necessarie questioni familiari”? Nel prendere la propria decisione, i genitori non devono trascurare di chiedersi cosa pensa Geova di quello che stanno facendo. Lo scopo di Geova è quello di mantenere pura l’organizzazione e, se possibile, di indurre i trasgressori a tornare in sè. In che modo i genitori cristiani possono agire in armonia con questo scopo?
16 Aaronne, fratello di Mosè, si trovò davanti a una situazione difficile in relazione a due suoi figli. Pensate come dev’essersi sentito quando i figli Nadab e Abiu offrirono fuoco illegittimo a Geova e questi li fece morire all’istante. Naturalmente ciò pose fine a qualsiasi associazione i due potessero avere con i loro genitori. Ma non è tutto. Geova comandò ad Aaronne e ai suoi figli fedeli: “Non andate con le teste scompigliate, e non dovete
strappare le vostre vesti [in segno di lutto], affinché non moriate e affinché [Geova]non si indigni contro tutta l’assemblea”. (Lev. 10: 1-6).
Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.
17 Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.
Amorevolmente dà loro l’opportunità di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?"
Eh si! "Non glielo hanno insegnato loro"
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)