Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè.
Moderatore: Francesco Franco Coladarci
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Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè.
Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè.
Uno di loro chiese all’altro:
- Tu credi nella vita dopo il parto?
- Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello saremo più tardi.
- Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita?
- Non lo so, ma sicuramente... ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca.
-Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione … Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto.
- Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.
- Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla.
- Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremmo la mamma e lei si prenderà cura di noi.
- Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora?
- Dove? Tutta in torno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe.
- Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista.
- Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai? ... Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa ...
- Sarà ma io mi fido poco o nulla di quello che non vedo...
(Guru PV Zen)
Uno di loro chiese all’altro:
- Tu credi nella vita dopo il parto?
- Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello saremo più tardi.
- Sciocchezze! Non c’è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita?
- Non lo so, ma sicuramente... ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca.
-Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d’alimentazione … Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto.
- Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.
- Però nessuno è tornato dall’aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita. E in fin dei conti, la vita non è altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla.
- Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremmo la mamma e lei si prenderà cura di noi.
- Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora?
- Dove? Tutta in torno a noi! E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe.
- Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista.
- Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, si riesce a sentirla o percepire come accarezza il nostro mondo. Sai? ... Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora soltanto stiamo preparandoci per essa ...
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No. Il pensiero razionale è indissolubilmente legato al linguaggio, cosa che un bambino apprende un 2 anni - 2 anni e mezzo circa dopo aver sviluppato il cervello, e questo senza contare quanto questo debba ancora crescere e svilupparsi ulteriormente dopo la nascita.Brambilla Bruna ha scritto:Bello davvero Francesca ...ma mi chiedo se veramente un bimbo pensa nel ventre della Mamma...???
Un bebè non può quindi materialmente pensare in questi termini.
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Davvero bella
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Questo sicuramente, è una funziona diversa dal pensiero razionale. Mi sembra, se ricordo bene, che da un certo mese in poi sognino pure. Ma non so se ricordo bene.Brambilla Bruna ha scritto:lo sai non mi sono mai posta queste domande per i miei figli ...
ma sono sicura almeno di una cosa ..che riconoscono le voci ..quella della la Mamma di certo...
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Carissima Francesca,
Bello, aiuta a riflettere. (Se si ha voglia di riflettere.)
--------------------------------
Messaggiodi Brambilla Bruna » oggi, 8:25
Bello davvero Francesca ...ma mi chiedo se veramente un bimbo pensa nel ventre della Mamma...???
Carissime Bruna e Francesca,
Non ricordo molto di quel periodo. Sono sicuro solo di una cosa: da grande avrei voluto fare l'apostata. C'è voluta una vita, ma poi ci sono riuscito.
Matisse
Bello, aiuta a riflettere. (Se si ha voglia di riflettere.)
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Messaggiodi Brambilla Bruna » oggi, 8:25
Bello davvero Francesca ...ma mi chiedo se veramente un bimbo pensa nel ventre della Mamma...???
Carissime Bruna e Francesca,
Non ricordo molto di quel periodo. Sono sicuro solo di una cosa: da grande avrei voluto fare l'apostata. C'è voluta una vita, ma poi ci sono riuscito.
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E' comunque una gradevole metafora.
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Avete mai visto qualcuno morire?
Non morto, ma proprio nel momento della morte. Non viene spinto fuori, non va da qualche parte.
Fa un'ultimo respiro, in qualche maniera sembra quasi aggrapparsi alla vita, poi basta. Si posso aprire gli occhi, ma sono appannati, vuoti, vitrei, la cornea è perlacea (a causa del potassio se ben ricordo).
Non ha nulla a che vedere con un parto, non c'è davvero alcuna similitudine, se non negli occhi di chi vuole vedercela per forza credendo che qualcosa sia andato da qualche parte in quel momento.
In realtà nel parto è il bambino che opera attivamente per uscire, ed il gemello non vedrebbe suo fratello morire ma uscire fisicamente.
Quando qualcuno muore vedi che muore. Punto, non c'è null'altro, e non perchè io creda o meno, ma perchè non c'è davvero nient'altro di osservabile in quel momento.
Per cui per quanto questo passaggio sia poetico ed emotivamente coinvolgente, perdonatemi ma da ateo lo trovo errato già solo nei presupposti.
Se poi volete viverlo come una cosa emozionante da suonarvela e cantarvela da soli tra di voi va benissimo, ma non vi aspettate che possa in qualche modo "far ragionare" un non credente, ci vorrebbe quantomeno un analogia realmente pertinente con la morte, che abbia un senso concreto.
Non morto, ma proprio nel momento della morte. Non viene spinto fuori, non va da qualche parte.
Fa un'ultimo respiro, in qualche maniera sembra quasi aggrapparsi alla vita, poi basta. Si posso aprire gli occhi, ma sono appannati, vuoti, vitrei, la cornea è perlacea (a causa del potassio se ben ricordo).
Non ha nulla a che vedere con un parto, non c'è davvero alcuna similitudine, se non negli occhi di chi vuole vedercela per forza credendo che qualcosa sia andato da qualche parte in quel momento.
In realtà nel parto è il bambino che opera attivamente per uscire, ed il gemello non vedrebbe suo fratello morire ma uscire fisicamente.
Quando qualcuno muore vedi che muore. Punto, non c'è null'altro, e non perchè io creda o meno, ma perchè non c'è davvero nient'altro di osservabile in quel momento.
Per cui per quanto questo passaggio sia poetico ed emotivamente coinvolgente, perdonatemi ma da ateo lo trovo errato già solo nei presupposti.
Se poi volete viverlo come una cosa emozionante da suonarvela e cantarvela da soli tra di voi va benissimo, ma non vi aspettate che possa in qualche modo "far ragionare" un non credente, ci vorrebbe quantomeno un analogia realmente pertinente con la morte, che abbia un senso concreto.
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Da agnostico non posso fare a meno di quotarti
"Peggio che dire una menzogna è passare tutta la vita rimanendo fedeli ad una menzogna." (Robert Brault)
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A costo di sembrare cinica ma francamente non l'ho trovato nè poetico nè tantomeno coinvolgente.Mauro1971 ha scritto: Per cui per quanto questo passaggio sia poetico ed emotivamente coinvolgente, perdonatemi ma da ateo lo trovo errato già solo nei presupposti.
Avevo capito subito dove si voleva andare a parare e da subito non l'ho trovato pertinente nel fine che si era prefissato.
.... e dopo la morte si ritorna... nel ventre materno!
Povero te che credi agli uomini, ne rimmarrai deluso, perché tutti noi siamo solo peccatori.(Polymetis)
PresentazioneSì e in tanti prima di morire vedono un tunnel di luce o la luce.. Razionalmente parlando non si può dire se si tratti di una reazione chimica del cervello o di qualcosa di soprannaturale, perchè è difficile appurarlo perciò nessuno può dire con certezza matematica che "non va da nessuna parte" perchè in quel momento nessuno è con lui o in lui.... ..Mauro1971 ha scritto:Avete mai visto qualcuno morire?
Non morto, ma proprio nel momento della morte. Non viene spinto fuori, non va da qualche parte.
Fa un'ultimo respiro, in qualche maniera sembra quasi aggrapparsi alla vita, poi basta. Si posso aprire gli occhi, ma sono appannati, vuoti, vitrei, la cornea è perlacea (a causa del potassio se ben ricordo).
E io invece ci vedo un parallelo perfetto, perchè per chi crede morire, è come rinascere di nuovo.. Dopotutto anche noi viviamo come nel grembo materno in un mondo che ci nutre e sostiene, che ci da luce ed aria, grazie a qualcosa anzi Qualcuno che ci ha donato la meravigliosa capacità di pensare e di discernere di cosa è bene o male, ci ha dato il libero arbitrio, questo che ci consente di essere degli esseri superiori alle altre creature viventi, ed infine ci ha dato un universo intero infinito solo per noi... Se tutto fosse transitorio ecco io personalmente non ci vedo un senso...ha nulla a che vedere con un parto, non c'è davvero alcuna similitudine, se non negli occhi di chi vuole vedercela per forza credendo che qualcosa sia andato da qualche parte in quel momento.
In realtà nel parto è il bambino che opera attivamente per uscire, ed il gemello non vedrebbe suo fratello morire ma uscire fisicamente.
Certo Mauro ognuno può suonarsela e cantarsela da solo, esprimere un'opinione ed esporla liberamente, nessuno vuole convincere l'altro del contrario, ma non ci vedo un qualcosa di poco nobile, o di "poetico ed emozionalmente coinvolgente" in quello che si chiama speranza, piuttosto è qualcosa di più quello che milioni di persone vorrebbero credere. Non farlo non avrebbe senso per tutte quelle persone che disperate e sofferenti si trovano a dover campare e sopravvivere per poi morire. Che senso avrebbe se la vita è solo un passaggio che finisce nel nulla? Soffrire per far cosa? Ecco che allora acquista un senso la meravigliosa creazione della vita, con la Fede da non confondere con la creduloneria che può anche essere di chi "crede" che esista il nulla dopo la morteQuando qualcuno muore vedi che muore. Punto, non c'è null'altro, e non perchè io creda o meno, ma perchè non c'è davvero nient'altro di osservabile in quel momento.
Per cui per quanto questo passaggio sia poetico ed emotivamente coinvolgente, perdonatemi ma da ateo lo trovo errato già solo nei presupposti.
Se poi volete viverlo come una cosa emozionante da suonarvela e cantarvela da soli tra di voi va benissimo, ma non vi aspettate che possa in qualche modo "far ragionare" un non credente, ci vorrebbe quantomeno un analogia realmente pertinente con la morte, che abbia un senso concreto.
E che dire dei bambini nati morti? O di quelli abortiti? Mai concepiti ma vissuti nel grembo materno, per poi soffrire e morire per sempre? Mi dispiace Mauro ma per me è difficile da crederlo...
- Mauro1971
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Non parlo di chi ha esperienze di pre-morte. Non sei veramente morto del tutto se puoi tornare in vita, i tessuti sono ancora vivi, nessuno è tornato "indietro" dalla Morte vera e propria. Parlo invece dell'osservare una persona morire.Lizzy75 ha scritto:Sì e in tanti prima di morire vedono un tunnel di luce o la luce.. Razionalmente parlando non si può dire se si tratti di una reazione chimica del cervello o di qualcosa di soprannaturale, perchè è difficile appurarlo perciò nessuno può dire con certezza matematica che "non va da nessuna parte" perchè in quel momento nessuno è con lui o in lui.... ..Mauro1971 ha scritto:Avete mai visto qualcuno morire?
Non morto, ma proprio nel momento della morte. Non viene spinto fuori, non va da qualche parte.
Fa un'ultimo respiro, in qualche maniera sembra quasi aggrapparsi alla vita, poi basta. Si posso aprire gli occhi, ma sono appannati, vuoti, vitrei, la cornea è perlacea (a causa del potassio se ben ricordo).
Hai mai visto una persona morire?
Si si, il parto non è morire. Il bambino non muore nel ventre della madre per "rinascere". Questo è ciò che intendo quando affermo che questo ce lo può vedere solo chi vuole vedercelo. Tu dai per scontato che ci sia un passaggio di qualcosa all'atto della morte. Ma un bambino esce vivo dall'utero, chi muore, muore e basta.E io invece ci vedo un parallelo perfetto, perchè per chi crede morire, è come rinascere di nuovo.. Dopotutto anche noi viviamo come nel grembo materno in un mondo che ci nutre e sostiene, che ci da luce ed aria, grazie a qualcosa anzi Qualcuno che ci ha donato la meravigliosa capacità di pensare e di discernere di cosa è bene o male, ci ha dato il libero arbitrio, questo che ci consente di essere degli esseri superiori alle altre creature viventi, ed infine ci ha dato un universo intero infinito solo per noi... Se tutto fosse transitorio ecco io personalmente non ci vedo un senso...ha nulla a che vedere con un parto, non c'è davvero alcuna similitudine, se non negli occhi di chi vuole vedercela per forza credendo che qualcosa sia andato da qualche parte in quel momento.
In realtà nel parto è il bambino che opera attivamente per uscire, ed il gemello non vedrebbe suo fratello morire ma uscire fisicamente.
[/quote]Certo Mauro ognuno può suonarsela e cantarsela da solo, esprimere un'opinione ed esporla liberamente, nessuno vuole convincere l'altro del contrario, ma non ci vedo un qualcosa di poco nobile, o di "poetico ed emozionalmente coinvolgente" in quello che si chiama speranza, piuttosto è qualcosa di più quello che milioni di persone vorrebbero credere. Non farlo non avrebbe senso per tutte quelle persone che disperate e sofferenti si trovano a dover campare e sopravvivere per poi morire. Che senso avrebbe se la vita è solo un passaggio che finisce nel nulla? Soffrire per far cosa? Ecco che allora acquista un senso la meravigliosa creazione della vita, con la Fede da non confondere con la creduloneria che può anche essere di chi "crede" che esista il nulla dopo la morteQuando qualcuno muore vedi che muore. Punto, non c'è null'altro, e non perchè io creda o meno, ma perchè non c'è davvero nient'altro di osservabile in quel momento.
Per cui per quanto questo passaggio sia poetico ed emotivamente coinvolgente, perdonatemi ma da ateo lo trovo errato già solo nei presupposti.
Se poi volete viverlo come una cosa emozionante da suonarvela e cantarvela da soli tra di voi va benissimo, ma non vi aspettate che possa in qualche modo "far ragionare" un non credente, ci vorrebbe quantomeno un analogia realmente pertinente con la morte, che abbia un senso concreto.
E che dire dei bambini nati morti? O di quelli abortiti? Mai concepiti ma vissuti nel grembo materno, per poi soffrire e morire per sempre? Mi dispiace Mauro ma per me è difficile da crederlo...
Il fatto che la cruda realtà per te sia insopportabile non la rende meno vera.
Non è bello/brutto, piacevole/spiacevole un parametro che renda una cosa vera o falsa, non c'entra assolutamente nulla, così come quanta gente ci creda o meno.
Ripeto, questa è una metafora che può apprezzare solo chi a priori "crede" alla morale della storiella. Per gli altri è errata alla base in quanto i due eventi, nascita e morte, sono oggettivamente totalmente dissimili per cui il parallelo è privo di senso.
Di storielle di questo tipo me ne sono sentito raccontare a iosa da bambino dentro i tdg che usano molto metafore incoerenti per dimostrare i loro punti. Ovviamente non ne hanno il monopolio, è una tecnica usata in lungo ed in largo soprattutto nelle religioni.
Pensi davvero che da adulto possano in qualche modo influire davvero sui miei pensieri?
Necessito di argomenti ben più fondati e soprattutto con prove inoppugnabili per poterli prendere in considerazione.
ATTENZIONE: ALTA POSSIBILITA' DI CONTENUTI FORTEMENTE DISSACRANTI.
"Sradica le tue domande dal loro terreno, e ne vedrai penzolare le radici. Altre domande!" (F. Herbert)
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anche io la percepisco ....
...... come una gradevole metafora , e perfino come una fiaba , che come tutte ha il compito . di far passare il significato ...... E non ci vedo nemmeno la ragione per la quale dobbiamo essere credenti , per accettare un significato che induce più che altro a riflettere !!! il linguaggio è chiaramente da fiaba ,,,,,possiamo pensare forse che i bambini dentro la pancia parlino ??? non dobbiamo credere , dobbiamo capire !!!!! o no !!!???Gabriella Prosperi ha scritto:E' comunque una gradevole metafora.
Gabriella
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Perdonami Mara, ma "capire" cosa?mara ha scritto:...... come una gradevole metafora , e perfino come una fiaba , che come tutte ha il compito . di far passare il significato ...... E non ci vedo nemmeno la ragione per la quale dobbiamo essere credenti , per accettare un significato che induce più che altro a riflettere !!! il linguaggio è chiaramente da fiaba ,,,,,possiamo pensare forse che i bambini dentro la pancia parlino ??? non dobbiamo credere , dobbiamo capire !!!!! o no !!!???Gabriella Prosperi ha scritto:E' comunque una gradevole metafora.
Gabriella
Che la morte è una nascita?
E non credo proprio, sono TANTO diverse Mara.
Per cui comprendo il discorso "fiaba", solo che la fiaba è sbagliata.
E sinceramente ho passato l'eta per le fiabe. Necessito di spiegazioni un tantino più consistenti.
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Beh ti rispondo con una domanda: hai mai visto una persona morire mentre ha un’esperienza di pre-morte? La persona in questione sembra morta, ha gli occhi sbarrati, cervello spento ed elettroencefalogramma piatto, ma intanto il suo io si trova proiettato in Paradiso; è già successo, e a tantissime persone che non immagini. Tutti i racconti di pre-morte sono praticamente uguali. Eben Alexander un famoso neochirurgo americano, uno studioso del cervello, dapprima scettico riguardo le esperienze di pre-premorte si è ricreduto dopo che una meningite fulminante lo stava uccidendo. Il suo cervello era praticamente spento e ha detto di aver visto il paradiso e infine Dio. E poi si è risvegliato e guarito miracolosamente, questo me lo sai spiegare? Sua citazione:“Un’infermiera che lavorava nei campi di sterminio della Seconda guerra mondiale ha raccontato che in tanti lettini del lager i prigionieri avevano intagliato delle farfalle. Questo perché sono comuni nelle esperienze di viaggi nell’aldilà. Compaiono anche nel Libro dei Morti degli antichi egizi. Non sono ricordi, sono reali. E tutti possono vedere Dio”.Non parlo di chi ha esperienze di pre-morte. Non sei veramente morto del tutto se puoi tornare in vita, i tessuti sono ancora vivi, nessuno è tornato "indietro" dalla Morte vera e propria. Parlo invece dell'osservare una persona morire.
Hai mai visto una persona morire?
Si ma nel racconto, che naturalmente vuole essere una metafora, il bambino non sa cosa lo aspetta all’uscita dell’utero. Morirà? O vivrà? Sa solo che dovrà attivarsi per uscire al momento del parto, ha delle aspettative incerte il che non è tanto diversoSi si, il parto non è morire. Il bambino non muore nel ventre della madre per "rinascere". Questo è ciò che intendo quando affermo che questo ce lo può vedere solo chi vuole vedercelo. Tu dai per scontato che ci sia un passaggio di qualcosa all'atto della morte. Ma un bambino esce vivo dall'utero, chi muore, muore e basta.
di chi attende di morire, che non sa cosa lo aspetta là fuori…
Di argomenti concreti e fondati te ne ho postato, per me potrebbe essere non credibile anche il fatto che si vive solo per poi morire visto che di testimonianze di miracoli e vita pre morte ne ho letto a tonnellate. Se io ti dico di aver visto qualcuno uccidere un uomo e quindi do una testimonianza,dai per scontato che sia vero, dopo aver visto l’insieme degli indizi che possono essere messi insieme come prova. Beh non vedo nessun indizio che indichi che dopo la morte esista il nulla..Il fatto che la cruda realtà per te sia insopportabile non la rende meno vera.
Non è bello/brutto, piacevole/spiacevole un parametro che renda una cosa vera o falsa, non c'entra assolutamente nulla, così come quanta gente ci creda o meno.
Ripeto, questa è una metafora che può apprezzare solo chi a priori "crede" alla morale della storiella. Per gli altri è errata alla base in quanto i due eventi, nascita e morte, sono oggettivamente totalmente dissimili per cui il parallelo è privo di senso.
Di storielle di questo tipo me ne sono sentito raccontare a iosa da bambino dentro i tdg che usano molto metafore incoerenti per dimostrare i loro punti. Ovviamente non ne hanno il monopolio, è una tecnica usata in lungo ed in largo soprattutto nelle religioni.
Pensi davvero che da adulto possano in qualche modo influire davvero sui miei pensieri?
Necessito di argomenti ben più fondati e soprattutto con prove inoppugnabili per poterli prendere in considerazione.
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Si si si, anche con più dettagli in quello Tibetano. Siamo sempre li, in reaqltà la persona non è morta, i tessuti sono ancora vivi. Cosa devo dirti, ho visto mia madre morire, non so se abbia avuto espereienza di pre-morte (nota il suffisso pre, cioè prima), so che è morta.Lizzy75 ha scritto:Beh ti rispondo con una domanda: hai mai visto una persona morire mentre ha un’esperienza di pre-morte? La persona in questione sembra morta, ha gli occhi sbarrati, cervello spento ed elettroencefalogramma piatto, ma intanto il suo io si trova proiettato in Paradiso; è già successo, e a tantissime persone che non immagini. Tutti i racconti di pre-morte sono praticamente uguali. Eben Alexander un famoso neochirurgo americano, uno studioso del cervello, dapprima scettico riguardo le esperienze di pre-premorte si è ricreduto dopo che una meningite fulminante lo stava uccidendo. Il suo cervello era praticamente spento e ha detto di aver visto il paradiso e infine Dio. E poi si è risvegliato e guarito miracolosamente, questo me lo sai spiegare? Sua citazione:“Un’infermiera che lavorava nei campi di sterminio della Seconda guerra mondiale ha raccontato che in tanti lettini del lager i prigionieri avevano intagliato delle farfalle. Questo perché sono comuni nelle esperienze di viaggi nell’aldilà. Compaiono anche nel Libro dei Morti degli antichi egizi. Non sono ricordi, sono reali. E tutti possono vedere Dio”.Non parlo di chi ha esperienze di pre-morte. Non sei veramente morto del tutto se puoi tornare in vita, i tessuti sono ancora vivi, nessuno è tornato "indietro" dalla Morte vera e propria. Parlo invece dell'osservare una persona morire.
Hai mai visto una persona morire?
Ma non muore, nasce. Lievissima differenza.Si ma nel racconto, che naturalmente vuole essere una metafora, il bambino non sa cosa lo aspetta all’uscita dell’utero. Morirà? O vivrà? Sa solo che dovrà attivarsi per uscire al momento del parto, ha delle aspettative incerte il che non è tanto diversoSi si, il parto non è morire. Il bambino non muore nel ventre della madre per "rinascere". Questo è ciò che intendo quando affermo che questo ce lo può vedere solo chi vuole vedercelo. Tu dai per scontato che ci sia un passaggio di qualcosa all'atto della morte. Ma un bambino esce vivo dall'utero, chi muore, muore e basta.
di chi attende di morire, che non sa cosa lo aspetta là fuori…
[/quote]Di argomenti concreti e fondati te ne ho postato, per me potrebbe essere non credibile anche il fatto che si vive solo per poi morire visto che di testimonianze di miracoli e vita pre morte ne ho letto a tonnellate. Se io ti dico di aver visto qualcuno uccidere un uomo e quindi do una testimonianza,dai per scontato che sia vero, dopo aver visto l’insieme degli indizi che possono essere messi insieme come prova. Beh non vedo nessun indizio che indichi che dopo la morte esista il nulla..Il fatto che la cruda realtà per te sia insopportabile non la rende meno vera.
Non è bello/brutto, piacevole/spiacevole un parametro che renda una cosa vera o falsa, non c'entra assolutamente nulla, così come quanta gente ci creda o meno.
Ripeto, questa è una metafora che può apprezzare solo chi a priori "crede" alla morale della storiella. Per gli altri è errata alla base in quanto i due eventi, nascita e morte, sono oggettivamente totalmente dissimili per cui il parallelo è privo di senso.
Di storielle di questo tipo me ne sono sentito raccontare a iosa da bambino dentro i tdg che usano molto metafore incoerenti per dimostrare i loro punti. Ovviamente non ne hanno il monopolio, è una tecnica usata in lungo ed in largo soprattutto nelle religioni.
Pensi davvero che da adulto possano in qualche modo influire davvero sui miei pensieri?
Necessito di argomenti ben più fondati e soprattutto con prove inoppugnabili per poterli prendere in considerazione.
No Lizzy, non ne hai postati, neppure uno, uno che dia un ragionevole dubbio.
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"Sradica le tue domande dal loro terreno, e ne vedrai penzolare le radici. Altre domande!" (F. Herbert)
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No Lizzy, non ne hai postati, neppure uno, uno che dia un ragionevole dubbio.[/quote]Mauro1971 ha scritto:Si si si, anche con più dettagli in quello Tibetano. Siamo sempre li, in reaqltà la persona non è morta, i tessuti sono ancora vivi. Cosa devo dirti, ho visto mia madre morire, non so se abbia avuto espereienza di pre-morte (nota il suffisso pre, cioè prima), so che è morta.Lizzy75 ha scritto:Beh ti rispondo con una domanda: hai mai visto una persona morire mentre ha un’esperienza di pre-morte? La persona in questione sembra morta, ha gli occhi sbarrati, cervello spento ed elettroencefalogramma piatto, ma intanto il suo io si trova proiettato in Paradiso; è già successo, e a tantissime persone che non immagini. Tutti i racconti di pre-morte sono praticamente uguali. Eben Alexander un famoso neochirurgo americano, uno studioso del cervello, dapprima scettico riguardo le esperienze di pre-premorte si è ricreduto dopo che una meningite fulminante lo stava uccidendo. Il suo cervello era praticamente spento e ha detto di aver visto il paradiso e infine Dio. E poi si è risvegliato e guarito miracolosamente, questo me lo sai spiegare? Sua citazione:“Un’infermiera che lavorava nei campi di sterminio della Seconda guerra mondiale ha raccontato che in tanti lettini del lager i prigionieri avevano intagliato delle farfalle. Questo perché sono comuni nelle esperienze di viaggi nell’aldilà. Compaiono anche nel Libro dei Morti degli antichi egizi. Non sono ricordi, sono reali. E tutti possono vedere Dio”.Non parlo di chi ha esperienze di pre-morte. Non sei veramente morto del tutto se puoi tornare in vita, i tessuti sono ancora vivi, nessuno è tornato "indietro" dalla Morte vera e propria. Parlo invece dell'osservare una persona morire.
Hai mai visto una persona morire?
Ma non muore, nasce. Lievissima differenza.Si ma nel racconto, che naturalmente vuole essere una metafora, il bambino non sa cosa lo aspetta all’uscita dell’utero. Morirà? O vivrà? Sa solo che dovrà attivarsi per uscire al momento del parto, ha delle aspettative incerte il che non è tanto diversoSi si, il parto non è morire. Il bambino non muore nel ventre della madre per "rinascere". Questo è ciò che intendo quando affermo che questo ce lo può vedere solo chi vuole vedercelo. Tu dai per scontato che ci sia un passaggio di qualcosa all'atto della morte. Ma un bambino esce vivo dall'utero, chi muore, muore e basta.
di chi attende di morire, che non sa cosa lo aspetta là fuori…
Di argomenti concreti e fondati te ne ho postato, per me potrebbe essere non credibile anche il fatto che si vive solo per poi morire visto che di testimonianze di miracoli e vita pre morte ne ho letto a tonnellate. Se io ti dico di aver visto qualcuno uccidere un uomo e quindi do una testimonianza,dai per scontato che sia vero, dopo aver visto l’insieme degli indizi che possono essere messi insieme come prova. Beh non vedo nessun indizio che indichi che dopo la morte esista il nulla..Il fatto che la cruda realtà per te sia insopportabile non la rende meno vera.
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"Peggio che dire una menzogna è passare tutta la vita rimanendo fedeli ad una menzogna." (Robert Brault)
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E comunque la storia di Eben Alexander e' stata smontata da parecchio tempo,era cosciente ma in un stato allucinatorio, e a casa mia non è morte questa.
"Se è un miracolo, ogni tipo di testimonianza sarà sufficiente; ma se è un fatto, la prova è necessaria." (Mark Twain)
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È già da tempo che in ambiente medico si assistono a esperienze di pre-morte, ed è da tempo che hanno una spiegazione più che razionale. Io stesso ho assistito ad alcune di esse (due racconti dopo il risveglio, di cui uno con presenza durante tutta "l'esperienza" che di fatto se non venisse in seguito raccontata risulterebbe del tutto anonima), infatti sono molto comuni anche dopo pesanti anestesie o arresti cardiaci di durata maggiore ai 3-5 minuti (ovvero quando l'enecefalo comincia a soffrire per carenza di ossigeno). Assolutamente, invece, non accadono in caso di eeg piatto.
Con questi dati sarebbe facile fare 2+2, ma forse è meglio rimanere sul vago per il bene di chi vuole sperare che siano esperienze reali.
Preciserei anche io che la metafora presentata, per quanto divertente, non ha nulla a che vedere con la morte. È un simpatico scherzetto capace di strappare un sorriso a credenti, agnostici ed atei, ma spero veramente che nessuno sia così ingenuo da credere veramente che debba far riflettere seriamente!
Con questi dati sarebbe facile fare 2+2, ma forse è meglio rimanere sul vago per il bene di chi vuole sperare che siano esperienze reali.
Preciserei anche io che la metafora presentata, per quanto divertente, non ha nulla a che vedere con la morte. È un simpatico scherzetto capace di strappare un sorriso a credenti, agnostici ed atei, ma spero veramente che nessuno sia così ingenuo da credere veramente che debba far riflettere seriamente!
Il mio brodo
C'è un solo problema con le religioni che hanno tutte le risposte. Non permettono le domande.
Lo scetticismo è la mia natura. Il libero pensiermo è il mio metodo. L'agnosticismo è la mia conclusione.
L'ateismo è la mia opinione. L'umanitarismo è la mia motivazione.
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