Fermo restando che condivido, in generale, quanto espresso dal link, tuttavia mi sembra tendenzioso piú del dovuto. Perlomeno quanto alla lettera di Bergoglio: in effetti questa lettera, che «spunterebbe fuori», stando alla data nel blog, il 24 novembre, è datata quasi quattro anni e mezzo prima, e non so quanto possa far testo, oggi come oggi. Anzi, secondo me faceva poco testo anche un’anno fa, quando l’ho segnalata, in privato, a Cogitabonda, e a Mauro1971. E sebbene nessuno di noi tre, credo, possa definirsi filocattolico, abbiamo deciso di non linkarla. Ma poiché ora è saltata fuori ne passo la traduzione – molto alla buona, ma certo meglio del translator – che ne feci il 5 dicembre dell’anno scorso.mr-shadow ha scritto:Non si capisce dove possa esservi un dialogo franco se gli alunni italiani vengono considerati vittime di “una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale”, non si capisce come la lotta al diritto di scegliere la propria sessualità non possa non definirsi omofoba. Ma forse è il gioco dei sinonimi.
http://www.uaar.it/news/2014/11/26/ness ... more-50152" onclick="window.open(this.href);return false;
Caro Justo
La Commissione Episcopale per i Laici della CEA [Conferencia Episcopal Argentina], nella sua veste “civica”, ha aderito all'iniziativa di organizzare una manifestazione di fronte alla possibile approvazione della legge sul matrimonio di persone dello stesso sesso, riaffermando al contempo la necessità dei bambini al diritto ad avere un padre e una madre per la loro educazione e formazione. Attraverso queste righe desidero offrire il mio sostegno a questa manifestazione di responsabilità dei laici .
Lo so, perché me lo hai espresso, che non sarà un azione contro qualcuno, perché non vogliamo giudicare coloro che pensano e sentono in modo diverso. Tuttavia, più che mai, di fronte al bicentenario e con la certezza di costruire una nazione che includa la pluralità e la diversità dei suoi cittadini, sosteniamo chiaramente che non si può rendere uguale ciò che è diverso; nella convivenza della società è necessaria l’accettazione delle differenze.
Non è una questione di mera terminologia o di convenzioni formali di un rapporto privato, bensí di un vincolo di natura antropologica. L'essenza dell'essere umano tende all'unione dell'uomo e della donna come reciproca realizzazione, attenzione e cura , e come via naturale per la procreazione. Questo conferisce al matrimonio trascendenza sociale e carattere pubblico. Il matrimonio precede lo Stato, si basa sul nucleo familiare della società , anteriore alla stessa Chiesa. Da qui l' adozione del disegno di legge in progetto significa un reale e grave regresso antropologico.
Non è la stessa cosa il matrimonio (conformato per maschio e femmina) e l'unione di due persone dello stesso sesso. Distinguere non è discriminare, bensí rispettare; differenziare per discernere è valutare propriamente, non discriminare. In un momento in cui poniamo l’enfasi sulla ricchezza del pluralismo e sulla diversità culturale e sociale, è una contraddizione minimizzare le differenze umane fondamentali. Non è la stessa cosa un padre o una madre. Non possiamo insegnare alle generazioni future che è ugual cosa, per prepararsi a svolgere un progetto di famiglia, l’assunzione dell’impegno di una relazione stabile tra uomo e donna, e la convivenza con una persona dello stesso sesso.
Facciamo attenzione che, cercando di anteporre e assicurare un presunto diritto degli adulti, lasciamo da parte il diritto prioritario dei bambini (che dovrebbero essere gl'unici privilegiati) a poter contare su modelli di padre e di madre, ad avere mamma e papà.
Ti raccomando che, da parte vostra, tanto nel linguaggio che nel cuore, non vi sia mostra né di aggressività o di violenza contro nessun fratello. Noi cristiani agiamo come servitori della verità e non come i suoi padroni. Prego il Signore che, con la sua mansuetudine, la mansuetudine che chiede a tutti noi, la renda tale in atto.
Ti chiedo, per favore, di pregare e far pregare per me. Che Gesù ti benedica e la Santa Vergine ti custodisca.
Fraternamente.
Card. Jorge ecc.