2 Corinti 12:8: chi è "il Signore"?

La Bibbia dei Testimoni di Geova è davvero una traduzione fedele ed accurata delle Sacre Scritture?

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Achille
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2 Corinti 12:8: chi è "il Signore"?

Messaggio da Achille »

Cito dalla versione della CEI:

7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.

A chi si rivolse Paolo per chiedere che gli venisse tolta la "spina nella carne"?
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anima ha scritto:Dio ? :boh:
Questo Signore dice a Paolo: "Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza". E poi Paolo parla della potenza di Cristo...
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Mario70
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Messaggio da Mario70 »

Achille ha scritto:
anima ha scritto:Dio ? :boh:
Questo Signore dice a Paolo: "Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza". E poi Paolo parla della potenza di Cristo...
Ovviamente hanno tradotto "supplicai" ...
Supplicare Cristo o invocarlo per loro non è pregarlo, se poi gli si chiede cosa significa si arrampicano sugli specchi perché sono loro i primi a dire che la supplica è una forma di preghiera.
Fanno i salti mortali per eliminare dal NT i riferimenti a preghiere rivolte a Cristo, Stefano prima di morire si mette a fare appello, il mi di gv 14:14 scompare, invocare il Signore ["Gesù" lo dice il contesto] di RM 10:13 per essere salvati diventa invocare Geova e così via...
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
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Comunque Mario la wts dice che il Signore in questo passo è "Geova".... La supplica "a Geova" in questo caso è quindi una preghiera.
Ma il contesto fa pensare che Paolo si rivolgeva a Cristo, non a "Geova".
Fra l'altro se qui si parla di "Geova" perché non hanno "ripristinato" anche qui il nome Geova anziché lasciare il termine Signore?
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Mario70
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Messaggio da Mario70 »

Achille ha scritto:Comunque Mario la wts dice che il Signore in questo passo è "Geova".... La supplica "a Geova" in questo caso è quindi una preghiera.
Ma il contesto fa pensare che Paolo si rivolgeva a Cristo, non a "Geova".
Fra l'altro se qui si parla di "Geova" perché non hanno "ripristinato" anche qui il nome Geova anziché lasciare il termine Signore?
Strano che hanno lasciato "Signore" e non lo hanno cambiato con Geova come fanno di solito... :risatina:
Lo abbiamo scritto insieme...
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Hai notato come traducono ora Atti 7:59?
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Mah, vi dirò; per quel che ne so anche in ambiente protestante il kyrios/Signore qui sta per Gesú. Ma a una lettura estemporanea, anche del greco, non escluderei che Paolo intendesse il Padre, il contesto mi aiuta relativamente, bisognerebbe considerare e non dare per scontata una lettura di Paolo di Cristo=Dio, che scontata non è, e che può anche essere corretta, ma piú a posteriori che a priori. Ad ogni modo anch’io, leggendo il thread, mi sono subito domandato: e perché qui hanno lasciato Signore, e non ci han messo Geova? nella loro logica ci stava, almeno credo, ma occorre riconoscere loro, almeno in questo caso, che di programma lo mettono solo in presenza di citazioni dal VT. Quindi non lo trovo incoerente. Quanto al «supplicai» ci può anche stare, vale anche ‘pregare, invocare’, persino “fare appello” (pr. para-kaleo è ‘chiamare accanto, in aiuto’, se non è una paraetimologia credo sia corradicale con l’inglese call).
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Non lo mettono solo in presenza di citazioni ma anche in altri casi. Sì avvalgono dell'"autorità" di alcune traduzioni in ebraico del nuovo testamento e lo "ripristinano" ogni volta che queste traduzioni rendono "signore" con il tetragramma. Nella TNM con riferimenti mettono sempre delle note che richiamano queste traduzioni. Su questo passo invece non mettono nulla.
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Mario70
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o
Quixote ha scritto:Mah, vi dirò; per quel che ne so anche in ambiente protestante il kyrios/Signore qui sta per Gesú. Ma a una lettura estemporanea, anche del greco, non escluderei che Paolo intendesse il Padre, il contesto mi aiuta relativamente, bisognerebbe considerare e non dare per scontata una lettura di Paolo di Cristo=Dio, che scontata non è, e che può anche essere corretta, ma piú a posteriori che a priori. Ad ogni modo anch’io, leggendo il thread, mi sono subito domandato: e perché qui hanno lasciato Signore, e non ci han messo Geova? nella loro logica ci stava, almeno credo, ma occorre riconoscere loro, almeno in questo caso, che di programma lo mettono solo in presenza di citazioni dal VT. Quindi non lo trovo incoerente. Quanto al «supplicai» ci può anche stare, vale anche ‘pregare, invocare’, persino “fare appello” (pr. para-kaleo è ‘chiamare accanto, in aiuto’, se non è una paraetimologia credo sia corradicale con l’inglese call).
Concordo con Achille, quando non gli fa comodo la presunta regola sparisce:

1 Pietro 2:2-5 “
(Nuova tnm) :
Quindi sbarazzatevi di ogni cattiveria,+ inganno, ipocrisia, invidia e di ogni maldicenza. 2 Come bambini appena nati,+ abbiate un forte desiderio del latte genuino* della parola, così che per mezzo d’esso cresciate verso la salvezza,+3 se davvero avete gustato* che il Signore è buono.*
4 Avvicinandovi a lui, pietra vivente scartata dagli uomini,+ ma davanti a Dio scelta e preziosa,+ 5 voi, come pietre viventi, siete edificati formando una casa spirituale+ per un sacerdozio santo, così da offrire sacrifici spirituali+ graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.+"


Ecco la citazione del salmo: 
Salmo 34:8[9]:
Nuova tnm:

" Gustate e vedete che Geova è buono;+
Felice è l’uomo robusto* che si rifugia in lui.+"
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Lo penso anch’io, so che ci sono delle eccezioni, ma in questo caso sono costretto a constatare che non c’è, e quindi a non metterla nel conto. Ma a voi sfugge un altro particolare, per me piú intrigante: la NWT traduce Cor. 2, 12, 8:

Three times I begged the Lord about this, that it would depart from me.


che la nuova TNM addirittura salta:

Tre volte ho supplicato il Signore di allontanarla da me.

Vale a dire salta la traduzione di yper toutou, che stando all’inglese si può rendere «per questo tre volte ho pregato, che si dipartisse da me.

Qui i JW anglosassoni lo rendono come un neutro (come fa poi anche la Vulgata), perché quel “riguardo a questo” non sembra valer altro che “per questa ragione”, ma in realtà quel toutou (‘questo, quello’) potrebbe essere piú qualitativamente un maschile, riferito al diavolo (aggelos Satana) del versetto precedente, quindi quell’yper toutou (riguardo a questo fatto o riguardo al diavolo?) andrebbe reso, o comunque compreso, in tutta la sua difficoltà interpretativa, e non saltato a piè pari dall’allegra TNM italiana.

E questa sarebbe una traduzione? esaltata da chi del greco non conosce un iota?? e addirittura predicata come buon novella??? Potrei sbagliarmi, ma secondo me i traduttori italiani il problema non se lo sono nemmeno posto, come se il testo sacro, per loro fosse la versione inglese, addirittura da “scorciare” (alla faccia della sacralità dei libri) tanto per loro è il CD che conta nei fatti, non la Bibbia, che conta solo a parole.
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Achille ha scritto:Hai notato come traducono ora Atti 7:59?
Mentre veniva lapidato, Stefano supplicò: “Signore Gesù, ricevi il mio spirito”.
Io tronco qualsiasi dibattito su come tradurre questo verbo affermando che, se anche ci fosse un banalissimo verbo "dire" anziché "pregare"\"Invocare"\"supplicare", sempre di una preghiera si tratterebbe. Pregare infatti significa chiedere qualcosa a qualcuno. Se anche ci fosse scritto "Mentre veniva lapidato, Stefano diceva: “Signore Gesù, ricevi il mio spirito”, questa sarebbe comunque una preghiera.
A chi si rivolse Paolo per chiedere che gli venisse tolta la "spina nella carne"?
Anche io ritengo più probabile si tratti di Gesù, sebbene il contrario non sia manifestamente impossibile. Infatti si potrebbe ritenere che la forza del Padre si manifesti nel Figlio. Come dico sempre la Scrittura, o meglio la Sola Scriptura, ognuno la tira dove vuole, ed infatti è una base su cui è impossibile edificare una religione.
Concordo con Achille, quando non gli fa comodo la presunta regola sparisce:

1 Pietro 2:2-5 “
(Nuova tnm) :
Quindi sbarazzatevi di ogni cattiveria,+ inganno, ipocrisia, invidia e di ogni maldicenza. 2 Come bambini appena nati,+ abbiate un forte desiderio del latte genuino* della parola, così che per mezzo d’esso cresciate verso la salvezza,+3 se davvero avete gustato* che il Signore è buono.*
Questo mostra quanto sia folle mettere ovunque un Geova all'interno del NT dove c'era Yhwh nel versetto corrispondente dell'Antico Testamento.
Ma non si rendono conto che, proprio perché leggevano e citavano da una LXX in cui non c'era nessun tetragramma ma kyrios, gli agiografi neotestamentari potevano applicare questo ed altri versetti a Gesù, inteso come nuovo Signore?
Comunque è vergognoso. Le traduzioni odierne come la CEI o la Nuova Riveduta tolgono Yhwh dalle traduzioni perché seguono l'autorità degli apostoli, che così hanno fatto quando hanno citato l'Antico Testamento nei propri scritti in lingua greca. Essi invece, contro l'autorità apostolica, non solo osano lasciare Yhwh nelle loro traduzioni dell'Antico Testamento, ma pure metterlo nel NT dove non c'era neppure nell'originale. Perché non fanno come l'autore di 1Pietro, il quale, come si evince pure dalla loro traduzione, tolse il tetragramma ebraico nella sua citazione in greco?
Su questo bisogna essere molto diretti e spiazzare i TdG, perché spesso ho trovato dei cattolici che, pur contestando l'introduzione di Geova nel NT, non se la sono sentiti di criticare l'uso di Geova nell'Antico Testamento perché lì c'è Yhwh nel testo ebraico, e dunque concedevano che su questo versante la TNM agisse in maniera legittima. E invece bisogna spiazzarli e dire che, per l'autorità apostolica, nelle traduzioni va tolto, e dunque tolto anche dalle traduzioni dell'AT. C'è un motivo se Gesù chiama Dio coi nomi di Padre e Signore e non col nome di quel dio tribale cananeo della tempesta, tale Yhwh, ed essi buttano a mare secoli di evoluzione teologica.
Ovviamente lasciare Yhwh nelle traduzioni dell'Antico Testamento è possibilissimo qualora si agisca fuori da un ottica cristiana. Nel caso di una traduzione laica dell'AT sarebbe anzi auspicabile lasciare Yhwh.

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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Quixote ha scritto:Lo penso anch’io, so che ci sono delle eccezioni, ma in questo caso sono costretto a constatare che non c’è, e quindi a non metterla nel conto.
Scusa ma non riesco a capire di cosa parli. Quale sarebbe l'eccezione mancante in questo caso?

Quello che io ho notato, consultando la TNM con riferimenti e note (l'edizione "per lo studio"), è che ogni qual volta "ripristinano" il nome Geova si premurano di far notare come alcune versioni ebraiche mettono in questi casi il tetragramma.

Per esempio, 2 Corinti 8:21 nella TNM viene reso così: «21 Infatti ci preoccupiamo di fare tutto onestamente non solo davanti a Geova,* ma anche davanti agli uomini.»

L'asterisco rimana ad una nota in cui si legge (nell'edizione cartacea) che le traduzioni ebraiche contrassegnate con le lettere J7,8 e 24, in questo caso mettono il tetragramma. Tali traduzioni ebraiche sono:

- J7 Cristian Greek Scriptures in 12 lingue, incluso l'ebraico, di Elias Hutter, Norimberga, 1599;
- J8 Cristian Greek Scriptures, Eraico, di William Roberston, Londra, 1661;
- J24 A Literal Translation of the New Testament ... di Herman Heinfetter, Londra, 1863.

Ogni volta che viene "ripristinato" il nome Geova si citano queste versioni ebraiche in cui appunto in questi passi viene utilizzato il tetragramma al posto di kirios.

Sarebbe molto interessante sapere come le suddette versioni ebraiche rendono il passo di 2 Cor.12:8.
Le note della TNM in questo caso sono però assenti.

Mi chiedevo inoltre in quali altre occasioni Dio (Padre) parla all'apostolo.
In questo caso si legge che "il Signore" si rivolge a Paolo e gli dice: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Ci sono altri passi in cui il Signore Gesù parla all'apostolo, ma non ricordo passi in cui Dio Padre parla con Paolo. Voi ne ricordate qualcuno?
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«Eccezioni» non era termine congruo, mi son forse espresso in fretta, intendevo che la regola, di mettere Geova quando si cita il VT, contempla estensioni, non tanto eccezioni, e naturalmente fondate sulla sabbia. Ma non m’importava molto, il discorso è piú ampio, per come lo intendo io.

Vedi, è lo stesso che feci, in uno dei miei primi post, su Giusto Lipsio, perché poi è proprio quella citazione, p. 1640 della vecchia TNM (la ricordo a memoria), che mi spinse a scrivere la pagina sullo stauros, e poi a entrare nel forum. Di fatto lo riportavano, come anche nella KIT, e lí con tanto di una sua illustrazione di un giustiziato sul palo, ma naturalmente si guardavano bene dal dire che Lipsio sapeva benissimo che Gesú era morto su una croce, e anzi recava anche la relativa illustrazione di un crocefisso, su cui i geoviani hanno sempre fatto silenzio, e pazienza se non han letto il suo latino, che per altro è facilissimo, l’illustrazione la vedrebbe anche un analfabeta. Ma dato questo, se li avessi criticati in proposito, non avrei fatto che rispondere anch’io tendenziosamente alla loro tendenziosità. Che è quello che allora riscontravo in voi ex, perché non si può agevolmente far critica seria su una assenza, ma solo su una presenza. Intendiamoci, sono d’accordo con voi, ma se lo esternassi con lo stessa verve critica ci farei la figura del PM che non ne dà una buona all’imputato; che sotto quell’immagine stia in realtà un’omissione è tutto da dimostrare, da TdG risponderei che in un esperto di cose latine come Lipsio cercavo solo la prova che in antico l’uso del singolo palo fosse consueto, non nego mica che si potesse usare anche la croce, o che lui non lo dicesse… E regge, perchè non è una distorsione di Lipsio, e nemmeno un’omissione, in sé e per sé il testo della TNM è troppo sintetico per stabilirlo.

Venendo al presente caso, è chiaro che l’introduzione del nome Geova nel NT è una corbelleria sotto tutti i punti di vista, storico filologico teologico. Ma qui, per l’appunto, non l’hanno messo, non so la ragione, perché ci poteva stare, nella loro logica; anche se anch’io penso, se pur non ne sono certissimo, che Paolo si rivolgesse a Gesú, non a Dio. Quanto poi alle traduzioni ebraiche sono descriptae, copiate, quindi non ho che da ripetere, su questi testimoni, la stizzosa uscita di Cobet: comburendi, non conferendi, ovv. da bruciare, non da collazionare; non c’entrano un tubo, e davvero non mi interessa sapere come rendano 2 Cor. 2, 18: troppo onore per i TdG se ossequiassi la loro pseudo-metodologia; non è che uno specchietto per le allodole, e le allodole sono, in questo caso, i loro candidi adepti.

Rimane però che il passo è relativamente ben tradotto, quanto a kyrios, e a criticarlo si rischia: non si può criticare ciò che non è criticabile. Può al piú servire per connotare la loro incoerenza, ma andare oltre offre facilmente loro lo spunto per dire: Vedete, traduciamo come la CEI, e gli ex ci criticano lo stesso. In sostanza rischiate di far loro un favore, perché anche se avete l’abilità di scoprire tutto quel che c’è dietro, chiunque sia fuori da questo giro, non contaminato dai suoi veleni, in questo caso darà ragione a loro, e non a voi.

Del resto anche Poly, se non vado errato, è costretto a vedere queste cose da filologo e non da teologo: per il secondo può essere importante distinguere fra supplicare, pregare, venerare, adorare, ecc., per il primo meno. E mi sembra che anche lui corra il rischio di cadere un nel tendenzioso, quando parla dei cattolici e di Yahweh nel VT. Sono naturalmente d’accordo che un cattolico possa evitare, per tradizione, YHWH persino nel VT, e viceversa adoperare Signore, l’Éternel o quant’altro; ma se ciò può davvero spiazzare l’interlocutore TdG, a meno di non possedere solide basi storiche per demolire la presunta (e fantasiosa…) apostasia dei primi secoli che ti opporrebbe, non hai molte armi da opporre alla ritorsione: Ecco, io immetto indebitamente Geova nel NT; tu indebitamente lo elimini dal VT. E finché rimani nel teologico, pro domo tua, lo puoi giustificare, forse persino nello storico; ma nel filologico fai un buco nell’acqua.

Quanto è comodo l’inglese, che può sostituirlo con LORD, rendendo l’uno e l’altro!
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Quixote ha scritto:Quanto poi alle traduzioni ebraiche sono descriptae, copiate, quindi non ho che da ripetere, su questi testimoni, la stizzosa uscita di Cobet: comburendi, non conferendi, ovv. da bruciare, non da collazionare; non c’entrano un tubo, e davvero non mi interessa sapere come rendano 2 Cor. 2, 18: troppo onore per i TdG se ossequiassi la loro pseudo-metodologia; non è che uno specchietto per le allodole, e le allodole sono, in questo caso, i loro candidi adepti.
Ovviamente queste traduzioni non possono essere usate per legittimare il "ripristino" del nome Geova nel NT. Ma la mia era una curiosità: strano che non dicano nulla nelle note, mentre negli altri casi in cui hanno "ripristinato" fanno sempre notare che le traduzioni ebraiche riportavano YHWH.
Io penso che qui invece stiano zitti perché tali versioni in questo caso traducono con il termine ebraico "Signore" e quindi non hanno potuto avvalersi della loro "autorità" per tradurre "Geova".
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Mario70 ha scritto:1 Pietro 2:2-5 “
(Nuova tnm) :
Quindi sbarazzatevi di ogni cattiveria,+ inganno, ipocrisia, invidia e di ogni maldicenza. 2 Come bambini appena nati,+ abbiate un forte desiderio del latte genuino* della parola, così che per mezzo d’esso cresciate verso la salvezza,+3 se davvero avete gustato* che il Signore è buono.*
4 Avvicinandovi a lui, pietra vivente scartata dagli uomini,+ ma davanti a Dio scelta e preziosa,+ 5 voi, come pietre viventi, siete edificati formando una casa spirituale+ per un sacerdozio santo, così da offrire sacrifici spirituali+ graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.+"


Ecco la citazione del salmo: 
Salmo 34:8[9]:
Nuova tnm:

" Gustate e vedete che Geova è buono;+
Felice è l’uomo robusto* che si rifugia in lui.+"
Questa è una nota che si trova (solo) nella NWT inglese con riferimenti:
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Mi chiedevo inoltre in quali altre occasioni Dio (Padre) parla all'apostolo.
In questo caso si legge che "il Signore" si rivolge a Paolo e gli dice: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Ci sono altri passi in cui il Signore Gesù parla all'apostolo, ma non ricordo passi in cui Dio Padre parla con Paolo. Voi ne ricordate qualcuno?


Ciao Achille
Non vi sono passi in cui il Padre fa udire la Sua Voce nelle scritture "nemmeno quando parla al Figlio che si battezza...."; tantomeno passi in cui parla all'apostolo Paolo.
Quindi visto quanto dice il Signore Gesù in Gv. 5, 37 : voi non avete, Mai udito la Sua voce.....[/i]"già riportato in altra discussione, e constatando che Yhwh ,nell'A.T. ,ha fatto udire spesso la Sua voce....,
quindi ,ecco che è presto detto, che il Padre non ha Mai parlato a Paolo, come non ha fatto Mai udire , la Sua voce, nell'A.T.
Ciao
Presentazione
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1 Giovanni 4,8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
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