Giusto fare una analisi della Parola ed anche convinto che ai tempi di Gesù per gli ebrei le parole "figlio di Dio" avessero un doppio significato sia onorifico ma anche di parentela più o meno stretta eValentino ha scritto:Guarda che la questione del significato dell'espressione "figlio di Dio" è banalmente una questione filologica.Vieri ha scritto:e così per il resto circa "il Figlio di Dio"
tra l'altro anche la parola "unigenito" poteva avere due significati diversi...
fa https://www.gotquestions.org/Italiano/u ... iglio.html" onclick="window.open(this.href);return false;
La negazione invece da Biblistica:Domanda: "Cosa significa che Gesù è l’unigenito figlio di Dio?"
Risposta: L’espressione “unigenito Figlio” è presente in Giovanni 3:16, laddove si legge:L’espressione "unigenito" traduce la parola greca monogenes. Questa parola è tradotta in vari modi come "solo," "solo e unico" e "unigenito.""Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio , affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna."
È quest’ultima parola ("unigenito" usata in LND e NR2006) che causa problemi. Falsi maestri si sono attaccati a questa parola per provare il loro falso insegnamento che Gesù Cristo non è Dio; per esempio, che Gesù non è uguale a Dio in essenza come Seconda Persona della Trinità. Questi vedono la parola "unigenito" e dicono che Gesù è un essere che è stato creato perché solo qualcuno che ha avuto un inizio nel tempo può essere "generato". Tale asserzione tuttavia non tiene conto del fatto che "unigenito" è la traduzione di una parola greca. Come tale, dobbiamo guardare al significato originale della parola greca, non trasferire significati nel testo.
Cosa significa dunque monogenes?
Secondo il Dizionario Greco-Inglese del Nuovo Testamento ed altra letteratura cristiana antica (BAGD, 3a edizione), monogenes ha due definizioni primarie.
La prima definizione è "riguardante l’essere unico del suo genere in una relazione specifica." Questo è il significato associato al suo uso in Ebrei 11:17 quando l’autore si riferisce ad Isacco come "l’unigenito" di Abramo. Abramo ebbe più di un figlio, ma Isacco era l’unico figlio avuto con Sara e l’unico figlio del patto.
La seconda definizione è "riguardante l’essere unico del suo genere o della sua classe, unico in genere." Questo è il significato implicito in Giovanni 3:16. Infatti, Giovanni è l’unico autore del Nuovo Testamento che usa questa parola in riferimento a Gesù (vedi Giovanni 1:14, 18; 3:16, 18; 1 Giovanni 4:9). Giovanni era soprattutto interessato a dimostrare che Gesù era il Figlio di Dio (Giovanni 20:31), e utilizzò questa parola per evidenziare Gesù quale Figlio di Dio unico nel Suo genere in quanto condivide la stessa natura divina di Dio, a differenza dei credenti che sono figli e figlie di Dio per mezzo della fede.
Ritengo allora che se certamente si parte da certe premesse dove:Yeshùa è Dio? La divinità di Yeshùa è sostenuta spesso con la citazione di passi biblici che presentano Yeshùa come “figlio di Dio”. Specialmente in ambito cattolico, questa sola affermazione sembra sufficiente per stabilire che Yeshùa sarebbe Dio: Yeshùa è figlio di Dio, quindi è Dio. La deduzione non appare logica: se Yeshùa è il figlio di Dio, come fa ad essere Dio? Se poi si vuol sostenere che come un figlio d’uomo è uomo così un figlio di Dio è Dio, la logica si oppone di nuovo. Un figlio d’uomo è uomo, ma è un altro uomo.
La Scrittura indiscutibilmente afferma che Yeshùa è figlio di Dio: “Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio” (1Gv 4:15, CEI). La domanda corretta è quindi: che cosa suggeriva l’affermazione che Yeshùa è figlio di Dio ai lettori del tempo apostolico? L’espressione “figlio di Dio” ha, infatti, una lunga storia precedente che ne chiarisce il senso...........
la logica si oppone di nuovo. Un figlio d’uomo è uomo, ma è un altro uomo.Un figlio d’uomo è uomo, ma è un altro uomo.
con queste parole se si nega e non si accetta fin dall'inizio la spiegazione della Trinità dove il Padre NON è il Figlio e nemmeno lo Spirito Santo come lo stesso Figlio NON è lo S.S. ma tutti e tre sono Dio, tutta la loro logica diventa monidirezionle
Conclusioni in breve:
Non voglio assolutamente aprire nuove discussioni ma evidenziare ancora una volta che l'esame di tali testi anche se alla fine dettagliati ed apparentemente logici non è una banale questione filologica come afferma e chiude Valentino in maniera "spiccia" ma DIPENDE SEMPRE DALLE CONSIDERAZIONI INIZIALI che se orientate in una unica direzione possono inevitabilmente arrivare a conclusioni opposte.
A conferma di ciò, Aristotele era solito distinguere la semplice ragione (da lui chiamata diànoia), dall'intelletto (o noùs): tale distinzione è dovuta al fatto che la razionalità deduttiva, pur essendo capace di trarre conclusioni coerenti con le premesse, cioè di effettuare dimostrazioni corrette da un punto di vista formale, non può in alcun modo garantire la verità dei contenuti; per cui se il ragionamento parte da premesse false, anche il risultato finale sarà falso.
Se non l'avete capito ora che NON esiste una sola vostra verità..... a questo punto arrivederci e buone feste....