Giobbe 19,26

La Bibbia dei Testimoni di Geova è davvero una traduzione fedele ed accurata delle Sacre Scritture?

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Necche
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Giobbe 19,26

Messaggio da Necche »

A voi tutti,
Vorrei soffermarmi su Giobbe 19,26 incomprensibile nella TNM. "E dopo la mia pelle,(che) hanno portato via, questo!..." Avete capito qualcosa? Se tolgo la frase secondaria( che hanno portato via) rimane la frase che dovrebbe essere la principale e cioè:" E dopo la mia pelle, questo!" dove mancano le due colonne che la reggono, cioè l'azione e chi la fa. Se quest'ultima espressione poi non fosse la principale, ma un'altra secondaria, allora al periodo mancherebbe la frase principale: ecco perchè non si capisce il contenuto del versetto. Penso a tutti quei tdg che hanno un pò d'istruzione e soprattutto ai giovani, oggi quasi tutti acculturati, che rimangono in silenzio davanti a questi strafalcioni. Invece di urlare allo" scandalo" affermano che la TNM è chiara, semplice, la migliore! Non so se nella nuova traduzione, quella del 2017, questo versetto sia stato corretto o no. Subito dopo Giobbe afferma che "contemplerà" Dio. Questa espressione dimostra che esiste un qualcosa che non muore( che noi cattolici chiamiamo anima) Ecclesiaste 12,7 conferma le parole di Giobbe"...quindi la polvere torna alla terra proprio come era e lo spirito stesso torna al (vero) Dio che l'ha dato". Ma Giobbe è un unto facente parte dei 144000? Poichè solo queste persone hanno il privilegio di vedere Dio! Se non lo è, come spiegano l'affermazione di Giobbe che " contemplerà" Dio? Non mi dite "con gli occhi della fede"! Vi saluto
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Socrate69
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Re: Giobbe 19,26

Messaggio da Socrate69 »

Ciao Necche, sul sito W Biblioteca Online il versetto viene tradotto: (Giobbe 19:26) 26 Dopo che la mia pelle si sarà consumata,
benché ancora nella mia carne, vedrò Dio.
https://www.jw.org/finder?wtlocale=I&pu ... rcid=share
Un breve paragone di questo versetto con altre traduzioni (fatto dal sito https://www.laparola.net/bibbia/) fà pensare che questo passo l'abbiano reso un po più comprensibile.
Ma l'interpretazione della seconda parte rimane sempre quella che è, cioè Giobbe "vedrà" Dio nel senso che ne avrebbe visto la sua manifestazione indiretta tramite atti miracolosi, questo nell'arco della sua vita. È ciò che si comprende da una loro spiegazione del 94:
"In effetti Giobbe vide la manifestazione della potenza di Dio, udì la sua parola e gli occhi del suo intendimento furono aperti affinché comprendesse la verità riguardo a Geova."
https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1994844#h=23:0-24:0
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Re: Giobbe 19,26

Messaggio da Necche »

Caro Socrate 69,
ti ringrazio per la tua risposta. Hanno tradotto "Dopo che la mia pelle si sarà consumata, benchè ancora nella mia carne(" senza la mia carne" Cei) vedrò Dio". Ma anche questa è una traduzione senza senso, illogica! Come può una carne vivere senza la sua pelle? Il CD vuole a tutti i costi far passare la visione di Dio durante la vita di Giobbe e non dopo la sua morte e questo per ammettere che non esiste un'anima, quel soffio di Dio nelle narici di Adamo che non può morire "il corpo torna alla terra, lo spirito torna a chi lo ha dato"! Il versetto adopera il verbo al futuro "vedrò" e non al passato remoto (come hanno spiegato, usando appunto i verbi al passato remoto!), quando? dopo che la carne ha perso la sua pelle, cioè quando è morta! Quindi Giobbe vedrà Dio dopo la sua morte! Ripeto: ma come fanno quei tdg con un pò di cultura ad accettare una tale traduzione e spiegazione? ti saluto
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Re: Giobbe 19,26

Messaggio da Necche »

Caro Socrate 69,
ti ringrazio per la tua risposta. Hanno tradotto "Dopo che la mia pelle si sarà consumata, benchè ancora nella mia carne(" senza la mia carne" Cei) vedrò Dio". Ma anche questa è una traduzione senza senso, illogica! Come può una carne vivere senza la sua pelle? Il CD vuole a tutti i costi far passare la visione di Dio durante la vita di Giobbe e non dopo la sua morte e questo per ammettere che non esiste un'anima, quel soffio di Dio nelle narici di Adamo che non può morire "il corpo torna alla terra, lo spirito torna a chi lo ha dato"! Il versetto adopera il verbo al futuro "vedrò" e non al passato remoto (come hanno spiegato, usando appunto i verbi al passato remoto!), quando? dopo che la carne ha perso la sua pelle, cioè quando è morta! Quindi Giobbe vedrà Dio dopo la sua morte! Ripeto: ma come fanno quei tdg con un pò di cultura ad accettare una tale traduzione e spiegazione? ti saluto
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Re: Giobbe 19,26

Messaggio da Necche »

A tutti gli ex tdg,
chiedo se avete mai letto Giobbe 19,26 quando eravate dentro al recinto geovista e cosa pensavate della traduzione incomprensibile. Eravate d' accordo o avevate dei dubbi? Avete avuto mai il coraggio di chiedere spiegazioni? Vi saluto
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Achille
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Re: Giobbe 19,26

Messaggio da Achille »

Necche ha scritto: 28/11/2022, 14:18 A tutti gli ex tdg,
chiedo se avete mai letto Giobbe 19,26 quando eravate dentro al recinto geovista e cosa pensavate della traduzione incomprensibile. Eravate d' accordo o avevate dei dubbi? Avete avuto mai il coraggio di chiedere spiegazioni? Vi saluto
Non ho mai capito il senso di quel passo. In una rivista veniva "spiegato" così:

*** w79 15/12 pp. 16-17 parr. 22-24 Risuscitati “ciascuno nel proprio ordine” ***
22 Giobbe era certo della propria integrità verso Geova, nonostante gli uomini lo accusassero falsamente. Quindi era sicuro che per lui ci sarebbe stato un “redentore”. Questo “redentore” sarebbe sorto dopo la morte di Giobbe, ma egli avrebbe lasciato dietro di sé un buon ricordo di cui il “redentore” avrebbe potuto tener conto. Fiducioso che questo futuro “redentore” avrebbe fornito la base della risurrezione, Giobbe esclamò:
23 “Io stesso so bene che il mio redentore vive, e che, venendo dopo di me, si leverà sulla polvere. E dopo la mia pelle, che han portata via, questo! Eppure ridotto nella mia carne [essendo spellato] io guarderò Dio, che perfino guarderò da me, e che i miei medesimi occhi per certo vedranno, ma non qualche estraneo. I miei reni son venuti meno profondamente dentro di me”, per l’emozione dell’attesa. — Giob. 19:25-27.


"perfino guarderò da me"... "i miei medesimi occhi"... "i miei reni sono venuti meno", e profondamente anche! :conf: :conf: :conf:

Traduzioni incomprensibili, ma non solo in questi versetti. Io ho letto più volte il libro di Giobbe nella TNM e facevo una fatica incredibile a comprendere il significato. Spesso prendevo la Bibbia della CEI e facevo il confronto per riuscire a capire.
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Re: Giobbe 19,26

Messaggio da Necche »

Caro Achille,
pensavo proprio a te ed anche a Mario quando eravate tdg, siete due persone intelligenti che stimo molto e sono sicura che una profonda riflessione su questo versetto di Giobbe l'avrete fatta, come su tanti altri passi. Anch'io quando non capisco la traduzione del NM prendo la CEI e le cose si chiariscono! Vi saluto
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Re: Giobbe 19,26

Messaggio da Mario70 »

Necche ha scritto: 29/11/2022, 20:33 Caro Achille,
pensavo proprio a te ed anche a Mario quando eravate tdg, siete due persone intelligenti che stimo molto e sono sicura che una profonda riflessione su questo versetto di Giobbe l'avrete fatta, come su tanti altri passi. Anch'io quando non capisco la traduzione del NM prendo la CEI e le cose si chiariscono! Vi saluto
Grazie della stima,
Questo verso è molto difficile, qui trovi diverse ipotesi:

https://biblehub.com/commentaries/job/19-26.htm

Quando ero tdg anche io come Achille adoperavo diverse traduzioni per capire meglio passi tradotti male come questo, all'epoca pensavo ad una malattia della pelle tipo lebbra o simile che distruggeva la pelle lasciando la carne scoperta e prima di morire avrebbe visto Dio in una visione rassicurante.
All'epoca dello scrittore anonimo di questo libro non so se già si credeva ad una resurrezione del corpo tipo quella in Daniele, se così fosse poteva riferirsi a questa, del resto si tendeva molto ad antropomorfizzare Dio, ma difficilmente quello scrittore poteva credere al corpo spiritualizzato, ovvero all'anima ricongiunta al corpo "nell'ultimo giorno" (soma pneumatikos) simile a quello del Cristo risorto, nel quale credeva il futuro Paolo.
"La cosa più triste è che molto spesso chi viene ingannato, o illuso, tende a rimanere strettamente ancorato a quello in cui crede nonostante le evidenze indichino chiaramente che la realtà è diversa. Forse è talmente affezionato alle sue credenze che preferisce chiudersi gli occhi e tapparsi le orecchie di fronte a qualunque cosa possa farle vacillare."
(Torre di Guardia 1/9/2010 p 10)
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