…...Come al solito niente di nuovo sotto il sole ed anche il catechismo cattolico lo confermaAd ogni modo nemmeno nei versetti di Giovanni 3:16-36 si attribuisce a Gesù una natura divina: in Giovanni 3:16-36 viene attribuito a Gesù il titolo di "figlio di Dio" che appunto non significa "essere Dio" e non significa "essere di natura divina".
Tuttavia come sappiamo:441 Figlio di Dio, nell'Antico Testamento, è un titolo dato agli angeli,44 al popolo dell'elezione,45 ai figli d'Israele46 e ai loro re.47 In tali casi ha il significato di una filiazione adottiva che stabilisce tra Dio e la sua creatura relazioni di una particolare intimità. Quando il Re-Messia promesso è detto « figlio di Dio »,48 ciò non implica necessariamente, secondo il senso letterale di quei testi, che egli sia più che umano. Coloro che hanno designato così Gesù in quanto Messia d'Israele49 forse non hanno inteso dire di più.
Ritornando pertanto al punto di partenza.Nei Vangeli diventa un termine più specifico per indicare il Messia, inviato da Dio per portare a termine l'opera di salvezza del suo popolo.
Il vangelo secondo Marco in particolare è orientato, secondo l'opinione comune degli studiosi, alla "dimostrazione" che Gesù è il "Figlio di Dio", mediante il compimento delle profezie dell'Antico Testamento.
Nei Vangeli (Nuovo Testamento) Gesù si riferisce a se stesso come il figlio in quattro occorrenze: tre in Mc ed una in Mt; in Mc 12,1-12 con un discorso parabolico, in Mc13,32 ed in Mt 11,27 in maniera implicita.
Gli Evangelisti chiamano Gesù con il titolo «Figlio di Dio» numerose volte: 13 in Matteo, 6 in Marco, 8 in Luca, 33 in Giovanni. Nella lettere di s.Paolo il titolo ricorre 17 volte..
Ma il “nostro”, questa volta ha lasciato da esaminare un altro “pelucchio” dimenticandosi la parola “unigenito” ….
Andiamo allora, questa volta ad esaminare meglio la parola “unigenito” poiché aggiungere questa parola a “figlio di Dio”, a parer nostro, dovrebbe rappresentare un ulteriore rafforzativo del rapporto unico di Gesù con il Padre.
Se non ci fosse stata questa intenzione da parte dell'autore o degli autori di questi vangeli, che ragione alla fine ci sarebbe stata nel fare in più volte queste precisazioni?
Primogenito perché nessuno fu generato dal Padre prima di Lui
Unigenito perché nessuno fu generato dal Padre dopo di Lui
Andiamo a vedere:
IL FIGLIO
PRIMOGENITO ED UNIGENITO
Da https://digilander.libero.it/domingo7/I ... ITO.htm#s3
Per puntualizzare: non è catechismo ma una analisi filologica
Sta infatti scritto:
Giovanni 3,16-18GiovanniI 17,1816 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 17 Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.Sebbene le parole unigenito (μονογενής) e primogenito (πρωτοτοκος) possano essere talora usate in greco senza uno stretto riferimento alla generazione o all'ordine della generazione, non si deve negare (come fanno alcune chiese protestanti) che il Figlio di Dio sia stato realmente generato dal Padre prima di tutti i secoli.17 Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18 Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.
Non sono pertanto conformi a verità né le posizioni estreme di coloro che fanno della Parola di Dio un essere creato né gli argomenti di coloro che arrivano a negare la generazione del Verbo di Dio
Unitari, neoariani ed antitrinitari hanno spesso considerato la differenza tra generare e creare come puramente teorica e speculativa, risentendo soprattutto di alcuni condizionamenti filosofici e patristici emersi durante i primi secoli dell'Era Volgare.
Dal rifiuto di ogni differenza tra i concetti di azione creativa ed azione generativa, sono così scaturite inevitabili conseguenze logiche e teologiche alquanto eterodosse e del tutto discutibili.
Il Logos di Dio è così, per alcuni, diventato un essere spirituale prodotto dal Padre allo stesso modo degli Angeli, con l’unica prerogativa di esser venuto all’esistenza prima delle altre creature celesti. La condizione divina del Verbo, chiaramente attestata dalle Sacre Scritture (Giovanni 1,1; Giovanni 1,18; Filippesi 2,6; Colossesi 2,9) è venuta quindi a coincidere solo con la sua gloriosa esistenza preumana.
I concetti di Figlio Primogenito ed Unigenito sono stati poi reinterpretati in senso riduttivo per evitare ogni riflessione sull’ontologia del Verbo.
Colui che è il Primo ed Unico Generato dal Padre è diventato l’Unico nel Genere, cioè l’unica creatura prodotta direttamente da Dio. Il chiaro insegnamento secondo cui Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui neppure una delle cose fatte è stata (Giovanni 1,3) è stato relativizzato, includendo la Parola di Dio tra le cose create, quale unica eccezione alla regola chiaramente enunciata dall’apostolo Giovanni.
Si è trattato (e si tratta) evidentemente di un’analisi cristologia alternativa, che volutamente prescinde dalla tradizione della chiesa, dalla fede dei cristiani dell’antichità, dalle riflessioni dei Padri e dalle decisioni dei primi Concili, rifiutando e precludendo ogni possibile indagine sulla natura del Figlio. L’accettazione di tale schema interpretativo è evidentemente legata alle scelte logiche, filosofiche e teologiche di coloro che lo hanno costruito, elaborato ed adottato.
PROTOTOKOS IN COLOSSESI 1,15
Colossesi 1,15-20
primo generato o leader?15 Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; 16 poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni, Principati e Potestà.
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
17 Egli è prima di tutte le cose
e tutte sussistono in lui.
18 Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro
che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose.
19 Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza
20 e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce,
cioè per mezzo di lui,le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli.
prototokos o protoktistos?
genitivo partitivo o genitivo di relazione?
Primo generato o leader?
La parola prototokos (πρωτοτοκος) indica nel Nuovo Testamento sia il primo nato di donna (Matteo 1,25; Luca 2,7; Ebrei 11,28) sia il primo per ordine, rango e dignità senza stretto riferimento alla nascita e all'ordine della generazione (Romani 8,29; Colossesi 1,15-18; Ebrei 1,6; Apocalisse 1,5).
Anche la parola monogenes (μονογενής) è usata nelle scritture greche-cristiane sia nel senso di figlio unico (Luca 7,12; Luca 8,42; Luca 9,38) che nel senso di figlio unico prediletto e molto amato (Giovanni 1,14; Giovanni 1,18; Giovanni 3,18; Ebrei 11,7; 1 Giovanni 4,9).
Isacco, figlio d’Abramo, venne detto “yachid” (cioè unico) nel testo ebraico di Genesi 22,2. La Bibbia dei Settanta tradusse approssimativamente con “agapetos” (cioè diletto o molto amato), tenendo forse conto dell’esistenza di Ismaele. Nel Nuovo Testamento fu però ristabilita la forma “monogenes” a totale conferma dell’unicità d’Isacco secondo la promessa.
Nella Bibbia il termine primogenito, tradotto con πρωτοτοκος nella Settanta, veniva usato anche per chi era il capo degli altri, anche se non necessariamente il primo nato.
Per esempio sta scritto: Tu dirai al faraone: "Così dice Jahvé: Israele è mio figlio, il mio primogenito " (Es 4:22)
Ora qui il termine primogenito vorrebbe dire che Israele come popolo fu il primo popolo generato da Dio nella storia dell'umanità oppure che Israele era il primogenito della famiglia di Giacobbe ma sappiamo tutti che il primogenito era Esaù che vendette in modo vergognoso la sua primogenitura (Genesi 25,29-34).
Sta anche scritto "sono diventato un padre per Israele, ed Efraim è il mio primogenito" (Geremia 31,9) ma sappiamo tutti che il primogenito di Giuseppe fu Manasse e non Efraim. Sta pure scritto del re messianico: "Io inoltre lo costituirò mio primogenito, il più eccelso dei re della terra " (Salmo 89,27) ma sappiamo che il messia per i cristiani fu uno solo e non il primo di una serie di altri messia, anche se qui è chiamato primogenito.
Se poi vogliamo applicare, come fanno gli ebrei, la profezia ad un discendente di Davide, l'unico re eccelso su tutta la terra fu Salomone, mentre tutti gli altri re che vennero dopo furono tutto meno che eccelsi.
Se poi il confronto è fatto tra il re Messia e gli altri re della terra pare che non sia neppur lontanamente possibile pensare che il re Messia possa fare, in qualche modo, parte del gruppo dei re pagani ed idolatri che governavano le nazioni.
Protoktistos o prototokos?
Occorre notare che per "primo creato" il greco ha protoktistos (πρωτοκτιστος) e non prototokos (πρωτοτοκος).
Secondo Basilio di Cesarea, Apollinare di Laodicea, Teodoreto di Ciro, Didimo ed Ambrogio[2] se l’apostolo Paolo avesse voluto dire “primo creato” e non “primo generato", avrebbe pertanto sicuramente usato πρωτο (primo) κτιστος (creato) e non πρωτο (primo) τοκος (generato), visto che conosceva in profondità le sfumature della traduzione greca dei Settanta (si vedano, a tal proposito, i casi emblematici di Ebrei 1,6 e di Ebrei 10,2-5).
Il termine πρωτοκτιστος non è contenuto nel Nuovo Testamento ma era già conosciuto ed utilizzato nei primi secoli dell'Era Volgare. Nel Pastore d'Erma testo paleocristiano di genere apocalittico composto verso il 120 d.C. il termine “protoktizo” è presente al plurale ben due volte ed è chiaramente applicato agli angeli... Οι προτοι κτισθεντες.... creati per primi.
Clemente Alessandrino (153-207) usò poi, per Gesù Cristo, il termine πρωτοκτιστος σοφια (sapienza creata per prima) su influenza della traduzione greca di Proverbi 8,22 proposta dalla Settanta, mentre Atenagora, nel 177 in una supplica all'imperatore Marco Aurelio, parlò di "Primogenito (πρωτοτοκος) del Padre, non creato, ma dal principio presente nella mente eterna del Padre".
A proposito del Logos di Dio, Giustino parlò, invece, semplicemente di "Primogenito (πρωτοτοκος) di Dio". "[3].
Sebbene in Genesi 1,1 la Settanta avesse tradotto correttamente l’ebraico barà (ברא) = creare con il verbo greco epoieo (εποιεω è una variante di ποιεω), in Proverbi 8,22 la Versione dei Settanta tradusse l'ebraico quanah (קנה) = comprare, possedere e generare con il verbo greco ektiseo (εκτισευ è una variante di κτιζω) che vuol dire fare, fondare, costruire, fabbricare, edificare, partorire, dare alla luce.
Pur essendo tale verbo molto efficace dal punto di vista figurato, la Settanta aprì la strada ad interpretazioni carnali e giustificò traduzioni errate (mi creò), peraltro presenti in alcuni Padri della Chiesa (Tertulliano, Clemente Alessandrino, Origene, Eusebio di Cesarea) e in non poche recenti autorevoli versioni bibliche.
Genitivo partitivo o genitivo di relazione?
Anche interpretando πρωτοτοκος di Colossesi 1,15 nel senso di "primo", "capo" e "leader", non si ha per forza un genitivo partitivo come sostiene qualche autorevole commentario biblico[4]. "Primogenito della creazione" come “Principio della creazione” (Rivelazione 3,14) sono infatti genitivi di relazione, dove nulla prova che "Primogenito" e “Principio” siano parte della creazione stessa [5].
Per comprendere ciò basta infatti considerare che un leader è tale anche in relazione ad un gruppo di elementi rispetto a lui eterogenei: il capo degli schiavi è infatti spesso un liberto (o un uomo libero) e non uno schiavo, il capo dell'esercito un politico e non un militare, il capo dei medici un dirigente amministrativo e non un tecnico, il capo dei muratori un geometra (o un architetto) e non un capomastro.
Un esempio biblico di genitivo di relazione è contenuto in Esodo 12,29 dove si parla del "primogenito del prigioniero": qui si parla certamente di "uno dei figli del carcerato" ma è estremamente difficile che anch'egli sia "un prigioniero" [6].
Primogenito della nuova creazione
Per amor del vero va comunque detto che i cattolici, sebbene siano profondamente convinti che il Logos non risulti legato alla creazione come entità creata, non escludono affatto che i termini “Primogenito di tutte le creature” (Colossesi 1,15) e “Principio della creazione di Dio” (Apocalisse 3,14) possano mettere in rapporto l’uomo Gesù Cristo con la creazione, della quale egli è, a tutti gli effetti, entrato a fare parte.
Tale tesi è sicuramente legittima soprattutto se si riconosce che alcuni accenni alla generazione del Figlio (Salmo 2,7 e Ebrei 1,5) si riferiscono, molto probabilmente, all’entrata di Gesù uomo nella storia e nel mondo creato e che lo stesso Cristo è detto "Primogenito tra molti fratelli" (Romani 8,29) e "Primogenito dai morti" (Colossesi 1,18)
Riferimenti:
[5] Sebbene nella Settanta e nel Nuovo Testamento il termine "primogenito" sia spesso usato in riferimento ad un gruppo omogeneo di persone, non esiste alcuna evidenza linguistica che permetta di accettare in modo acritico il fatto che "primogenito di tutte le creature" abbia un valore semantico intrinseco di genitivo partitivo, così da poter affermare che "prototokos" vada per forza incluso nella classe degli esseri creati.
La tesi che “primogenito della creazione” sia un genitivo di relazione e non un genitivo partitivo è condivisa da studiosi autorevoli. Vedasi, ad esempio, John Henry Newman, Select Treatises of St. Athanasius: Discours II, Cap. XXI, nota M. [It would be perhaps better to translate "first-born to the creature," to give Athan.'s idea; [tes ktiseos] not being a partitive genitive, or [prototokos] a superlative, (though he presently so considers it,) but a simple appellative and [tes kt.] a common genitive of relation, as "the king of a country," "the owner of a house." "First-born of creation" is like "author, type, life of creation." As, after calling our Lord in His own nature "a light," we might proceed to say that He was also "a light to the creation," or "Arch-luminary," so He was not only the Eternal Son, but a "Son to creation," an "archetypal Son." Hence St. Paul goes on at once to say, "for in Him all things were made," not simply "by and for," as at the end of the verse; or as Athan. says here, "because in Him the creation came to be." On the distinction of [dia] and [en], referring respectively to the first and second creations, vid. In illud. Omn. 2. Wessel understands Athan.'s sense of [prototokos] somewhat differently, as shall be mentioned presently.]
[6] A sostegno di questa tesi si veda anche: D. B. Wallace, Greek Grammar Beyond The Basic: An Exegetical Syntax of The New Testament, 1997, pp. 103-104. Wallace interpreta prwtotokoς pashς ktisewς come genitivo di subordinazione cioè come “primogenito sopra tutte le creature”. Casi simili citati da Wallace sono "il principe dei demoni" (Matteo 9,34), "il re d'Israele" (Marco 15,32) e "il dio di questo mondo" (2 Corinzi 4,4).
Osservazioni finali:
Anche se nella traduzione del termine possono esserci state diverse interpretazioni quali: “Essere unico”, “Primo ed Unico Generato”,”sapienza creata per prima”, rappresentano alla fine sempre un carattere di unicità della figura di Cristo e dove le parole “figlio di Dio” non possono essere più considerate, da mia opinione, come un semplice titolo onorifico in uso in quel tempo ma da interpretare in maniera decisamente più specifica come rapporto con Dio.