Perché in questo caso basta solo un testimone e non due?
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Perché in questo caso basta solo un testimone e non due?
Leggete questa risposta.
A me sembra che NON abbiano risposto.
Da notare che uno dei membri della commissione australiana, usò questo passo per contestare a Jackson che la Bibbia richiedesse sempre la testimonianza di due persone per considerare qualcuno colpevole.
Questa Domanda dai lettori sembra un modo per cercare di rispondere a questa obiezione.
Secondo me, da quello che leggo, non hanno spiegato proprio niente.
Ho evidenziato in rosso la frase chiave di questa non risposta.
Voi che ne pensate?
Domande dai lettori
La Bibbia dice che ci devono essere almeno due testimoni per stabilire una questione (Num. 35:30; Deut. 17:6; 19:15; Matt. 18:16; 1 Tim. 5:19). Ma sotto la Legge se un uomo violentava una ragazza fidanzata “in campagna” e lei gridava, la ragazza non era considerata colpevole di adulterio mentre l’uomo sì. In questa situazione, in cui nessuno era stato testimone del fatto, perché lei era considerata innocente e lui colpevole?
Il brano di Deuteronomio 22:25-27 non aveva l’obiettivo primario di provare la colpevolezza dell’uomo, perché nel caso descritto lui era già riconosciuto colpevole. Questa legge si concentrava sull’innocenza della donna. Esaminiamo il contesto.
I versetti precedenti menzionano il caso di un uomo che aveva avuto rapporti sessuali con una ragazza fidanzata “in città”. Facendo questo, aveva commesso adulterio, dato che una donna fidanzata era considerata come sposata, e sotto la Legge un uomo non sposato che aveva rapporti sessuali con una donna sposata (o fidanzata) si rendeva colpevole di adulterio. Che dire della ragazza? “Non [aveva] gridato nella città”. Se lo avesse fatto, qualcuno sicuramente l’avrebbe sentita e sarebbe accorso in sua difesa. Ma non aveva gridato. Perciò anche lei aveva commesso adulterio, ed entrambi erano giudicati colpevoli (Deut. 22:23, 24).
La Legge descriveva poi una situazione diversa: “Se però l’uomo ha incontrato in campagna la ragazza fidanzata e l’ha violentata, allora deve morire solo l’uomo che l’ha violentata, mentre alla ragazza non devi fare nulla. Lei non ha commesso un peccato che meriti la morte. Questo caso è come quello di un uomo che aggredisce il suo prossimo e lo uccide. Siccome l’uomo l’ha incontrata in campagna, la ragazza fidanzata ha gridato, ma non c’era nessuno che la potesse aiutare” (Deut. 22:25-27).
In questo caso alla ragazza veniva dato il beneficio del dubbio. In che senso? Si dava per certo che la ragazza avesse gridato, ma che non ci fosse stato nessuno lì ad aiutarla. Quindi non aveva commesso adulterio. L’uomo invece era colpevole di stupro e di adulterio perché ‘aveva violentato’ la ragazza fidanzata.
Quindi, anche se si concentrava sull’innocenza della donna, questa legge descriveva giustamente l’uomo come colpevole di stupro e adulterio. Possiamo essere sicuri che i giudici “[avrebbero fatto] indagini accurate” ed emesso una sentenza in armonia con le norme che Dio aveva esposto più volte e in modo chiaro (Deut. 13:14; 17:4; Eso. 20:14).
https://wol.jw.org/it/wol/library/r6/lp ... o/dicembre
A me sembra che NON abbiano risposto.
Da notare che uno dei membri della commissione australiana, usò questo passo per contestare a Jackson che la Bibbia richiedesse sempre la testimonianza di due persone per considerare qualcuno colpevole.
Questa Domanda dai lettori sembra un modo per cercare di rispondere a questa obiezione.
Secondo me, da quello che leggo, non hanno spiegato proprio niente.
Ho evidenziato in rosso la frase chiave di questa non risposta.
Voi che ne pensate?
Domande dai lettori
La Bibbia dice che ci devono essere almeno due testimoni per stabilire una questione (Num. 35:30; Deut. 17:6; 19:15; Matt. 18:16; 1 Tim. 5:19). Ma sotto la Legge se un uomo violentava una ragazza fidanzata “in campagna” e lei gridava, la ragazza non era considerata colpevole di adulterio mentre l’uomo sì. In questa situazione, in cui nessuno era stato testimone del fatto, perché lei era considerata innocente e lui colpevole?
Il brano di Deuteronomio 22:25-27 non aveva l’obiettivo primario di provare la colpevolezza dell’uomo, perché nel caso descritto lui era già riconosciuto colpevole. Questa legge si concentrava sull’innocenza della donna. Esaminiamo il contesto.
I versetti precedenti menzionano il caso di un uomo che aveva avuto rapporti sessuali con una ragazza fidanzata “in città”. Facendo questo, aveva commesso adulterio, dato che una donna fidanzata era considerata come sposata, e sotto la Legge un uomo non sposato che aveva rapporti sessuali con una donna sposata (o fidanzata) si rendeva colpevole di adulterio. Che dire della ragazza? “Non [aveva] gridato nella città”. Se lo avesse fatto, qualcuno sicuramente l’avrebbe sentita e sarebbe accorso in sua difesa. Ma non aveva gridato. Perciò anche lei aveva commesso adulterio, ed entrambi erano giudicati colpevoli (Deut. 22:23, 24).
La Legge descriveva poi una situazione diversa: “Se però l’uomo ha incontrato in campagna la ragazza fidanzata e l’ha violentata, allora deve morire solo l’uomo che l’ha violentata, mentre alla ragazza non devi fare nulla. Lei non ha commesso un peccato che meriti la morte. Questo caso è come quello di un uomo che aggredisce il suo prossimo e lo uccide. Siccome l’uomo l’ha incontrata in campagna, la ragazza fidanzata ha gridato, ma non c’era nessuno che la potesse aiutare” (Deut. 22:25-27).
In questo caso alla ragazza veniva dato il beneficio del dubbio. In che senso? Si dava per certo che la ragazza avesse gridato, ma che non ci fosse stato nessuno lì ad aiutarla. Quindi non aveva commesso adulterio. L’uomo invece era colpevole di stupro e di adulterio perché ‘aveva violentato’ la ragazza fidanzata.
Quindi, anche se si concentrava sull’innocenza della donna, questa legge descriveva giustamente l’uomo come colpevole di stupro e adulterio. Possiamo essere sicuri che i giudici “[avrebbero fatto] indagini accurate” ed emesso una sentenza in armonia con le norme che Dio aveva esposto più volte e in modo chiaro (Deut. 13:14; 17:4; Eso. 20:14).
https://wol.jw.org/it/wol/library/r6/lp ... o/dicembre
Re: Perché in questo caso basta solo un testimone e non due?
Se la ragazza impaurita non gridava era colpevole ? 

Presentazione
) Giovanni 14:27
Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio»
(Mario Luzi)
Nonostante l’ora mattutina, all’aria fresca era già mescolato un po’ di tepore. Si era già alla fine di marzo.
(Franz Kafka)

) Giovanni 14:27
Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio»
(Mario Luzi)
Nonostante l’ora mattutina, all’aria fresca era già mescolato un po’ di tepore. Si era già alla fine di marzo.
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Re: Perché in questo caso basta solo un testimone e non due?
Che cosa leggi nei versetti citati?
Re: Perché in questo caso basta solo un testimone e non due?
Se non sbaglio se la ragazza veniva violentatata sia che gridava ho meno veniva risparmiata ? 

Presentazione
) Giovanni 14:27
Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio»
(Mario Luzi)
Nonostante l’ora mattutina, all’aria fresca era già mescolato un po’ di tepore. Si era già alla fine di marzo.
(Franz Kafka)

) Giovanni 14:27
Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio»
(Mario Luzi)
Nonostante l’ora mattutina, all’aria fresca era già mescolato un po’ di tepore. Si era già alla fine di marzo.
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Re: Perché in questo caso basta solo un testimone e non due?
Solo se si trovava in un posto dove nessuno poteva sentire le sue grida.
Deuteronomio 22,23-27
23 Quando una fanciulla vergine è fidanzata e un uomo, trovandola in città, pecca con lei, 24 condurrete tutti e due alla porta di quella città e li lapiderete così che muoiano: la fanciulla, perché essendo in città non ha gridato, e l'uomo perché ha disonorato la donna del suo prossimo. Così toglierai il male da te. 25 Ma se l'uomo trova per i campi la fanciulla fidanzata e facendole violenza pecca con lei, allora dovrà morire soltanto l'uomo che ha peccato con lei; 26 ma non farai nulla alla fanciulla. Nella fanciulla non c'è colpa degna di morte: come quando un uomo assale il suo prossimo e l'uccide, così è in questo caso, 27 perché egli l'ha incontrata per i campi: la fanciulla fidanzata ha potuto gridare, ma non c'era nessuno per venirle in aiuto.
Re: Perché in questo caso basta solo un testimone e non due?
In conclusione, cosa hanno voluto dire?
Che non sono necessari sempre due testimoni, mi sembra. Ma non l'hanno espresso chiaramente.
Che non sono necessari sempre due testimoni, mi sembra. Ma non l'hanno espresso chiaramente.
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Re: Perché in questo caso basta solo un testimone e non due?
Loro scrivono che «il brano di Deuteronomio 22:25-27 non aveva l’obiettivo primario di provare la colpevolezza dell’uomo, perché nel caso descritto lui era già riconosciuto colpevole.»
Ma dove è scritto che lui era già riconosciuto colpevole? E in base a che cosa era stato riconosciuto colpevole se era da solo con la ragazza violentata?
Evidentemente non erano stati necessari due testimoni, quindi la "regola" spesso invocata dai TdG - che porta a non fare nulla nei confronti di pedofili e abusatori - non è una regola da seguire sempre e in ogni caso.
Invece i TdG scrivono:
*** w19 maggio p. 11 par. 16 L’amore e la giustizia ci proteggono dalla malvagità ***
16 Quando vengono a sapere che qualcuno che fa parte della congregazione è accusato di abuso sui minori, gli anziani seguono quanto stabilito dalle leggi locali per denunciare il caso [nota: se la legge locale non obbliga alla denuncia, loro non faranno nessuna denuncia o segnalazione alle autorità] e poi esaminano i fatti alla luce delle Scritture. Se l’accusato nega di aver commesso il peccato, gli anziani ascoltano chi è diretto testimone dell’accaduto. Se almeno due persone (chi fa l’accusa e un’altra persona che può confermare l’accaduto o altri episodi di abusi sessuali commessi dall’accusato) dimostrano che l’accusa è fondata, allora viene formato un comitato giudiziario. Se non si trova un secondo testimone non significa che chi ha fatto l’accusa abbia mentito. Anche nel caso in cui una trasgressione non possa essere dimostrata da due testimoni, gli anziani riconoscono che potrebbe essere stato commesso un peccato grave, un peccato che danneggia fortemente altri. Offriranno conforto e aiuto continuo a chiunque ne abbia subìto qualche ripercussione. Inoltre terranno d’occhio chi è stato accusato, in modo da proteggere la congregazione da un potenziale pericolo.
--------------
Nel caso citato in Deuteronomio, il violentatore veniva punito anche se solo la ragazza lo accusava.
Questa donna, nelle congregazioni dei TdG, avrebbe ricevuto "conforto e aiuto" e il suo violentatore sarebbe stato "tenuto d'occhio", ma non sarebbe stato denunciato o disassociato.
Dinnanzi alla Commissione Reale Australiana, l'avvocato Angus Steward ha discusso con ilo membro del CD Geoffrey Jackson anche su questo passo. Cito da JWanalize:
...Come ulteriore esempio dell’apparente ignoranza di Jackson sulle Scritture, prendete la discussione sulla regola dei due testimoni. Le Scritture cardine utilizzate dalla Watchtower per giustificare questa regola sono Deuteronomio 19:15, in cui la legge mosaica afferma che sono richiesti due testimoni per stabilire la colpevolezza di qualcuno, e Matteo 18:16 dove Gesù sembra riaffermare questa regola.
Tuttavia, è divenuto presto evidente come la Watchtower sembra aver preso queste scritture fuori dal contesto. E’ stato portato all’attenzione di Jackson Deuteronomio 22:23-27, che sembra indicare specificamente una situazione in cui una donna viene violentata in un campo (con lei come unica testimone del fatto) e il violentatore è comunque riconosciuto colpevole sulla base della sua sola testimonianza. E’ stato quindi fatto notare a Jackson come la regola dei due testimoni, indicata in Deuteronomio e nel Nuovo Testamento, consente eccezioni, specificamente nel caso di reati quali la violenza sessuale.
Come riportato nelle Conclusioni:
328 … E’ stato fatto notare al signor Jackson, che ha convenuto, che la Scrittura contempla il caso in cui non ci siano testimoni dello stupro diversi dalla donna stessa. E’ stato anche fatto notare al signor Jackson, che ha convenuto, che era sufficiente quindi un solo testimone, in tali circostanze, per mettere a morte il violentatore.
Sarebbe potuto sembrare che Jackson, colto di sorpresa da questa competenza scritturale inaspettata della Commissione, possa aver contemplato un cambiamento nella regola. Tuttavia, dopo le audizioni, Jackson ha fatto marcia indietro tramite una bizzarra comunicazione scritta, in cui ha affermato che in questa scrittura non si stava discutendo di trovare il colpevole, ma di decidere se la donna fosse colpevole o meno di complicità nel suo stupro. [E questa "bizzarra" tesi è quella che è stata riportata poi nella succitata "Domanda dai Lettori].
Su questo punto, la relazione del consulente è estremamente eloquente.
330 … Il signor Jackson non ha cercato di spiegare il motivo della differenza tra la sua testimonianza orale e scritta al contesto di Deuteronomio 22 : 23- 27.
331 Si conclude che è di poca utilità il tentativo di risolvere il conflitto tra la testimonianza orale e il successivo scritto del signor Jackson, sul tema della rilevanza di Deuteronomio 22 : 23-27 per la flessibilità della regola dei due testimoni. Tuttavia, è chiara alla Commissione Reale la difficoltà anche per un membro del Corpo Direttivo di giungere a una interpretazione di Deuteronomio 22 : 23-27 per renderla non applicabile alla regola dei due testimoni.
Insomma, è come se il consulente volesse dire: “Non c’è proprio verso di ragionare con quest’uomo”.
https://jwanalyze.wordpress.com/2015/12 ... sun-aiuto/
Insomma, "alla Bibbia" si può far dire quello che si vuole, basta che non contrasti con quello che insegna l'organizzazione.
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