Paolo di Tarso, un ebreo del suo tempo - Carocci editore
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Re: Paolo di Tarso, un ebreo del suo tempo - Carocci editore
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Presentazione
Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
Re: Paolo di Tarso, un ebreo del suo tempo - Carocci editore
Mica ho detto che dovevi rispondere qualcosa?
Come si può ben vedere vorrei semplicemente tornare in tema.
Non a caso ho scritto:
Ritornando in tema, desidero condividere il link con la splendida recensione del libro in oggetto, scritta da Adriano Virgili. Si tratta di un’analisi approfondita e ben argomentata, che mette in luce con grande chiarezza gli aspetti più significativi dell’opera:Valentino ha scritto: ↑12/10/2025, 12:54 Paolo di Tarso, un ebreo del suo tempo
di Gabriele Boccaccini e Giulio Mariotti
Il volume esamina la figura controversa di Paolo di Tarso, la sua ebraicità e il suo ruolo nella storia dei rapporti tra ebrei e cristiani, mostrando come non sia né il distruttore del giudaismo né l’inventore del cristianesimo. La ricerca contemporanea – segnata dall’affermarsi della Paul-within-Judaism Perspective – lo ricolloca a pieno titolo all’interno del giudaismo del suo tempo come seguace di Gesù e apostolo dei gentili, rivelando l’inconsistenza di letture successive che ne hanno fatto l’ellenizzatore della nuova fede e il fondatore dell’antigiudaismo e dell’esclusivismo cristiani. Paolo è ebreo e lo è per sempre. Il recupero della sua ebraicità apre la strada a una lettura condivisa da ebrei, cristiani e non credenti. La novità del vangelo di Paolo, quella giustificazione per fede che egli proclama, è un dono di grazia che si aggiunge ai doni della legge naturale e della legge mosaica, i quali “in Cristo” mantengono irrevocabilmente la loro validità ad allargare i confini della salvezza non solo ai giusti tra gli ebrei e le nazioni ma anche ai peccatori che si pentano delle loro opere malvagie.
https://www.carocci.it/prodotto/paolo-d ... -suo-tempo
https://www.adrianovirgili.it/paolo-rit ... -mariotti/
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino. B. Ehrman
Gesù era ebreo, non un cristiano.
Gli ebrei non hanno mai rigettato Gesù l'ebreo.
I cristiani nel loro insieme e in fondo, non hanno accettato Gesù l'ebreo e non lo hanno seguito. S. S. Wise
I soli uomini a vivere, lungo tutto il medioevo, a imitazione di Gesù furono gli ebrei. K. Jaspers
[Pres.: https://rb.gy/n1oko5]
Gesù era ebreo, non un cristiano.
Gli ebrei non hanno mai rigettato Gesù l'ebreo.
I cristiani nel loro insieme e in fondo, non hanno accettato Gesù l'ebreo e non lo hanno seguito. S. S. Wise
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Re: Paolo di Tarso, un ebreo del suo tempo - Carocci editore
Ciao Valentino, volevo chiederti: se Paolo non era il fondatore di una nuova fede antigiudaica come spiega il prof. Boccaccini, come mai proprio Marcione includeva le lettere di Paolo nel suo canone (con il vangelo di Luca)?Valentino ha scritto: ↑16/10/2025, 14:50Mica ho detto che dovevi rispondere qualcosa?
Come si può ben vedere vorrei semplicemente tornare in tema.
Non a caso ho scritto:
Ritornando in tema, desidero condividere il link con la splendida recensione del libro in oggetto, scritta da Adriano Virgili. Si tratta di un’analisi approfondita e ben argomentata, che mette in luce con grande chiarezza gli aspetti più significativi dell’opera:Valentino ha scritto: ↑12/10/2025, 12:54 Paolo di Tarso, un ebreo del suo tempo
di Gabriele Boccaccini e Giulio Mariotti
Il volume esamina la figura controversa di Paolo di Tarso, la sua ebraicità e il suo ruolo nella storia dei rapporti tra ebrei e cristiani, mostrando come non sia né il distruttore del giudaismo né l’inventore del cristianesimo. La ricerca contemporanea – segnata dall’affermarsi della Paul-within-Judaism Perspective – lo ricolloca a pieno titolo all’interno del giudaismo del suo tempo come seguace di Gesù e apostolo dei gentili, rivelando l’inconsistenza di letture successive che ne hanno fatto l’ellenizzatore della nuova fede e il fondatore dell’antigiudaismo e dell’esclusivismo cristiani. Paolo è ebreo e lo è per sempre. Il recupero della sua ebraicità apre la strada a una lettura condivisa da ebrei, cristiani e non credenti. La novità del vangelo di Paolo, quella giustificazione per fede che egli proclama, è un dono di grazia che si aggiunge ai doni della legge naturale e della legge mosaica, i quali “in Cristo” mantengono irrevocabilmente la loro validità ad allargare i confini della salvezza non solo ai giusti tra gli ebrei e le nazioni ma anche ai peccatori che si pentano delle loro opere malvagie.
https://www.carocci.it/prodotto/paolo-d ... -suo-tempo
https://www.adrianovirgili.it/paolo-rit ... -mariotti/
Re: Paolo di Tarso, un ebreo del suo tempo - Carocci editore
Caro Peter,
quella di Marcione rappresenta soltanto una delle molteplici ricezioni dell’epistolario paolino. In effetti, la figura di Paolo è stata reinterpretata più volte nel corso dei secoli: basti pensare, oltre a Marcione, alle letture agostiniana e luterana, che a loro volta hanno elaborato immagini di Paolo profondamente diverse tra loro.
È fondamentale, da un punto di vista metodologico, distinguere tra ciò che Paolo effettivamente intendeva comunicare ai suoi destinatari nel contesto del I secolo e le successive interpretazioni teologiche o ideologiche che la sua opera ha generato. L’esegesi storico-critica nasce proprio per ricostruire il pensiero paolino nel suo contesto vitale (Sitz im Leben), evitando di leggerlo retrospettivamente alla luce di sviluppi teologici posteriori.
Nel caso specifico, la ricezione marcionita di Paolo è particolarmente complessa. Marcione considerava l’apostolo come il solo autentico interprete della predicazione gesuana. Tuttavia, le sue versioni delle lettere paoline non possono essere assunte come fedeli trasmissioni del testo originale: la recensione marcionita dell’epistolario risulta infatti testualmente sospetta. Numerosi studiosi hanno mostrato che Marcione modificò o abbreviò diversi passaggi, probabilmente per armonizzare il testo con la propria teologia dualista.
Nonostante ciò, è significativo che anche nella versione marcionita sopravvivano elementi teologici che mal si accordano con il sistema di Marcione, segno che il suo intervento non fu né sistematico né completamente coerente. Inoltre, anche il canone paolino marcionita include lettere pseudoepigrafe, ossia testi attribuiti a Paolo ma di composizione successiva, come probabilmente sono la Lettera agli Efesini e le Pastorali.
Il fatto che Marcione abbia accolto Paolo nel proprio canone non implica che l’Apostolo delle Genti fosse portatore di un messaggio “antigiudaico” in senso marcionita. Per fare un altro esempio: Il fatto che il vangelo di Giovanni sia stato accolto e commentato da gnostici non rende il vangelo di Giovanni un testo gnostico.
Ti suggerisco, a complemento, di leggere la recensione di Adriano Virgili al volume di Boccaccini, che affronta con chiarezza proprio il tema della pluralità delle ricezioni di Paolo e della loro stratificazione storica.
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino. B. Ehrman
Gesù era ebreo, non un cristiano.
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Re: Paolo di Tarso, un ebreo del suo tempo - Carocci editore
Grazie Valentino per la risposta e il suggerimento della lettura Di Virgili.Valentino ha scritto: ↑26/10/2025, 11:04Caro Peter,
quella di Marcione rappresenta soltanto una delle molteplici ricezioni dell’epistolario paolino. In effetti, la figura di Paolo è stata reinterpretata più volte nel corso dei secoli: basti pensare, oltre a Marcione, alle letture agostiniana e luterana, che a loro volta hanno elaborato immagini di Paolo profondamente diverse tra loro.
È fondamentale, da un punto di vista metodologico, distinguere tra ciò che Paolo effettivamente intendeva comunicare ai suoi destinatari nel contesto del I secolo e le successive interpretazioni teologiche o ideologiche che la sua opera ha generato. L’esegesi storico-critica nasce proprio per ricostruire il pensiero paolino nel suo contesto vitale (Sitz im Leben), evitando di leggerlo retrospettivamente alla luce di sviluppi teologici posteriori.
Nel caso specifico, la ricezione marcionita di Paolo è particolarmente complessa. Marcione considerava l’apostolo come il solo autentico interprete della predicazione gesuana. Tuttavia, le sue versioni delle lettere paoline non possono essere assunte come fedeli trasmissioni del testo originale: la recensione marcionita dell’epistolario risulta infatti testualmente sospetta. Numerosi studiosi hanno mostrato che Marcione modificò o abbreviò diversi passaggi, probabilmente per armonizzare il testo con la propria teologia dualista.
Nonostante ciò, è significativo che anche nella versione marcionita sopravvivano elementi teologici che mal si accordano con il sistema di Marcione, segno che il suo intervento non fu né sistematico né completamente coerente. Inoltre, anche il canone paolino marcionita include lettere pseudoepigrafe, ossia testi attribuiti a Paolo ma di composizione successiva, come probabilmente sono la Lettera agli Efesini e le Pastorali.
Il fatto che Marcione abbia accolto Paolo nel proprio canone non implica che l’Apostolo delle Genti fosse portatore di un messaggio “antigiudaico” in senso marcionita. Per fare un altro esempio: Il fatto che il vangelo di Giovanni sia stato accolto e commentato da gnostici non rende il vangelo di Giovanni un testo gnostico.
Ti suggerisco, a complemento, di leggere la recensione di Adriano Virgili al volume di Boccaccini, che affronta con chiarezza proprio il tema della pluralità delle ricezioni di Paolo e della loro stratificazione storica.
Re: Paolo di Tarso, un ebreo del suo tempo - Carocci editore
Di nulla!
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino. B. Ehrman
Gesù era ebreo, non un cristiano.
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Re: Paolo di Tarso, un ebreo del suo tempo - Carocci editore
Dalla recensione di Adriano Virgili sul tema della cosiddetta "conversione di Paolo":Valentino ha scritto: ↑16/10/2025, 14:50 Ritornando in tema, desidero condividere il link con la splendida recensione del libro in oggetto, scritta da Adriano Virgili. Si tratta di un’analisi approfondita e ben argomentata, che mette in luce con grande chiarezza gli aspetti più significativi dell’opera:
https://www.adrianovirgili.it/paolo-rit ... -mariotti/
Il punto di partenza è una ridefinizione dell’evento sulla via di Damasco, che la tradizione ha etichettato come la sua “conversione” (p. 105). Gli autori dimostrano in modo convincente come questo termine sia profondamente anacronistico e fuorviante (p. 116). Nel I secolo, il movimento di Gesù non era una “nuova religione” separata dal giudaismo, ma una delle tante correnti messianiche e apocalittiche che animavano il panorama giudaico (pp. 27, 109). Di conseguenza, l’esperienza di Paolo non può essere descritta come un passaggio dal giudaismo al cristianesimo. Fu piuttosto, come Paolo stesso la descrive, una “rivelazione” (apokalypsis) e una “chiamata” (klesis) profetica che riorientò la sua vita e la sua teologia all’interno del giudaismo (p. 123). Paolo, il fariseo zelante, non abbandonò la sua identità ebraica né la sua osservanza della Torah; piuttosto, “convertì” la sua comprensione del giudaismo, passando da una corrente (quella farisaica, che probabilmente attendeva un messia futuro) a un’altra (quella del movimento di Gesù, che credeva che il Messia fosse già venuto e avesse inaugurato i tempi escatologici). Fu un cambiamento radicale, un movimento da una varietà di giudaismo a un’altra, ma in nessun modo un atto di apostasia (pp. 127, 129).
https://www.adrianovirgili.it/paolo-rit ... -mariotti/
Gesù non trascorse il suo ministero a proclamarsi divino. B. Ehrman
Gesù era ebreo, non un cristiano.
Gli ebrei non hanno mai rigettato Gesù l'ebreo.
I cristiani nel loro insieme e in fondo, non hanno accettato Gesù l'ebreo e non lo hanno seguito. S. S. Wise
I soli uomini a vivere, lungo tutto il medioevo, a imitazione di Gesù furono gli ebrei. K. Jaspers
[Pres.: https://rb.gy/n1oko5]
Gesù era ebreo, non un cristiano.
Gli ebrei non hanno mai rigettato Gesù l'ebreo.
I cristiani nel loro insieme e in fondo, non hanno accettato Gesù l'ebreo e non lo hanno seguito. S. S. Wise
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