in breve: Dici che il Magistero Ordinario Universale della Chiesa ha luogo solo nei documenti di un Concilio Ecumenico o nei documenti Ex-Cathdra del Papa. In tal caso da cosa si distingue dal Magistero Solenne/Straordinario, che è tale proprio perchè si esprime proprio attraverso i documenti Ex-Cathdra del Papa o di un Concilio Ecumenico? Ho trovato questa definizione che mi sembra la più opportuna per descrivere tale Magistero:
Cos’è il magistero ordinario universale? In questa categoria rientra ogni insegnamento costante di tutti i vescovi in comunione gerarchica col Papa, senza tuttavia che sia mai intervenuta una proclamazione solenne. Si tratta di insegnamenti, si potrebbe dire, attinenti a verità che la chiesa sempre e dovunque ha proposto a credere, anche se essi non sono mai stati formalmente definiti come dogmi.
Nonostante ciò, si ritiene che queste dottrine vengano proposte infallibilmente da parte del magistero della Chiesa (cf. DS 2879; LG 25). Per questo, il magistero ordinario universale rientra nel gruppo delle forme di esercizio straordinarie, ovvero di quelle che fissano la dottrina in maniera incontrovertibile.
Nella lettera Tuas libenter (21 dicembre 1863), Pio IX insegnava che l’atto di fede divina non deve essere limitato da parte del credente solo a quanto è stato esplicitamente definito dal Papa o dai concili ecumenici, ma deve essere effettuato «anche a quelle cose che per mezzo del magistero ordinario di tutta la Chiesa diffusa sulla terra, sono trasmesse come divinamente rivelate e quindi, per universale e costante consenso, sono considerate dai teologi cattolici come appartenenti alla fede» (DS 2879). Anche il concilio Vaticano II (cf. LG 25) ha fatto riferimento a questa forma di magistero. Un esempio recente di richiamo a questo tipo di magistero lo incontriamo nella Lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis (22 maggio 1994) di Giovanni Paolo II, in cui il Papa affermava che «la dottrina circa l’ordinazione sacerdotale da riservarsi soltanto agli uomini» è «conservata dalla costante e universale tradizione della Chiesa» e dichiarava perciò che «la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa» (EV/14, nn. 1347-1348)2.
Una successiva «Risposta» della Congregazione per la Dottrina della Fede (28 ottobre 1995: EV/14, n. 3271; si veda anche l’annesso commento: nn. 3274-3282) ha chiarito che questo insegnamento di Giovanni Paolo II rientra esattamente nella categoria del «magistero ordinario universale», per cui qui il Papa non ha fatto altro che prendere attodi ciò che da sempre fa parte della fede della Chiesa e lo ha riproposto con la sua autorità magisteriale ai nostri giorni.
Infine, circa le varie forme di magistero non infallibile: di certo questi insegnamenti non vengono proposti come definitivi e sono pertanto perfezionabili. Tuttavia, bisogna partire dal presupposto (praesumptio) che di norma anche il magistero ordinario o non infallibile non sbagli nel guidare i fedeli alla conoscenza della verità. Sarebbe errato ritenere che l’azione ispiratrice dello Spirito Santo si verifichi solo in occasione di insegnamenti infallibili: ciò farebbe di tutte le altre forme di esercizio magisteriale un’iniziativa puramente umana*. D’altro canto, l’indispensabile distinzione tra un magistero infallibile e uno non infallibile non dovrebbe essere strumentalizzata per fungere da fondamento per il dissenso teologico nei confronti dei pronunciamenti non infallibili dei pastori della Chiesa, insegnamenti che, d’altro canto, rappresentano la parte materialmente più ampia della dottrina ecclesiale. Il teologo può dare un notevole contributo alla vita ecclesiale anche facendo notare i margini di miglioramento di aspetti particolari del magistero autentico dei pastori, tuttavia tale collaborazione deve essere vissuta sempre in spirito ecclesiale e non in un dilacerante spirito di contestazione e di rivalsa.
[Tratto dal numero di marzo-aprile 2007 di “Sacerdos” ]
http://ilmisterodigiusto.in/portale/il- ... hiesa.html" target="_blank
*Per lo stesso motivo le decisioni magisteriali in materia di disciplina, anche se non sono garantite dal carisma dell'infallibilità, non sono sprovviste dell'assistenza divina, e richiedono l'adesione dei fedeli. (Benedetto XVI - Donum Veritatis III:17)
Avevi dato quest'idea, quando hai liquidato il Documento che non hai citato con questi commenti:E perché dovrei voler ammorbidire quel testo?
[commentando Papa Innocenzo III]
esistono sia mezzi ordinari (il battesimo) sia mezzi straordinari per far parte della Chiesa, perché Dio può bypassare la via sacramentale, pur essendo i sacramenti la via ordinaria della salvezza.
Idem come sopra [riferendoti a Papa Bonifacio VIII] e per tutte le altre citazioni che fai…[riferendoti inevitabilmente al terzo documento che hai volutamente omesso di commentare, quello di Eugenio]
Sillogismo Logico : commentando Papa Innocenzo sostieni che egli voglia dire che Dio usa sia i mezzi del sacramento che senza per far entrare in comunione alla salvezza, e idem, cioè lo stesso identico commento hai preteso di applicarlo indistintamente sia al documento di Papa Bonifacio, sia anche al documento di Papa Eugenio, che, mi dispiace, ma smentisce categoriamente e vigorosamente questa tua tesi.
Come fa a sussistervi pienamente la verità se al suo interno vigono opinioni contrastanti tra loro su molteplici cose? Oltretutto, la cosidetta "Verità" pare averla promulgata in una sola dozzina di sentenze/dogmi in tutto il resto la Chiesa brancola nell'ignoranza e nel buio di cosa sia verità, giacchè perfino tra i pontefici e i padri della Chiesa vi sono sentenze contraddittorie e che perfino tu stesso non condividi. Mi sembra irreale questa affermazione, perchè dire che nella Chiesa Cattolica sussiste pienamente la verità è come dare del pienamente vedente a un miope senza occhiali.la Chiesa cattolica è l’unica in cui sussiste pienamente la verità
Saluti