“Se il catechismo non è il pensiero della Chiesa cattolica chi lo ha redatto e insegnato è un eretico che dovrebbe essere scomunicato perché insegna cose che la Chiesa non si è pronunciato.”
Ma no. Ancora non comprendi le sottigliezze delle teologia cattolica. Il fatto che il Catechismo attuale possa per ipotesi insegnare dottrine che non sono della Chiesa, così come il catechismo di San Pio X insegnava il limbo, non implica che queste dottrine siano eretiche o che fosse eretico insegnare il limbo all’epoca di Pio X. Infatti non si vede perché se diciamo che una dottrina non è della Chiesa, allora debba essere automaticamente eretica. Eretico è ciò che viola un dogma, come la Trinità.
Ma ci sono un mucchio di dottrine che non sono né dogmi né eresie, ma semplicemente l’opinione comune, sulla quale però la Chiesa non ha ancora impegnato la sua infallibilità, né forse lo farà mai. Nel caso del limbo ad esempio tale dottrina era l’opinione comune del clero di allora, ed infatti finì nel catechismo, ma poté essere tralasciata, perché la Chiesa non s’era mai pronunciata su di essa definitivamente, ed infatti nell’attuale catechismo di limbo non c’è più traccia. Da opinione comune il limbo è divenuto opinione minoritaria. Questo non vuol dire che insegnare a credere nel limbo sia sbagliato: il fatto che la Chiesa non si sia mai pronunciata dogmaticamente sulla verità di questa dottrina fa sì che non possiamo tenerla per certamente vera, ma ciò non implica che sia certamente falsa. Può essere sia vera che falsa, è un’opinione.
Similmente nell’attuale catechismo possono esserci dottrine che non sono della Chiesa, perché se lo fossero sarebbero infallibili, ma che neppure sono eretiche, semplicemente sono l’opinione comune di questo momento storico, senza che ciò implichi che il cattolico sia vincolato a tutto ciò che è scritto nel catechismo, ed infatti tali opinioni in futuro potrebbero essere tralasciate. Per la precisione il cattolico che rigetti le idee espresse da un magistero non infallibile, non è da dirsi eretico, bensì “temerario”. Tale è il termine tecnico per riferirsi a chi dissenta su dottrine che pur non essendo dogmi sono tuttavia comunemente insegnate dal clero attuale.
“Il catechismo per chi non lo sapesse viene stampato con l'approvazione della Chiesa o del VATICANO: quindi è il pensiero della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.”
Continui a scrivere cose che non hanno senso. In primis perché la Chiesa Cattolica Apostolica Romana non esiste. La Chiesa non definisce se stessa “romana”, perché “cattolico” in greco vuol dire “universale”, e, se sei universale, non sei romano. Attualmente le gerarchie cattoliche accettano l’aggettivo “romano” solo all’interno di dibattiti ecumenici per facilitare la distinzione con l’altra confessione che definisce se stessa cattolica ed apostolica, cioè i fratelli ortodossi.
Il Vaticano non è la Chiesa Cattolica, è un colle su cui attualmente abita il vescovo di Roma, che è il capo
visibile della Chiesa Cattolica. Lo Stato del Vaticano non coincide con la Chiesa Cattolica:
con Chiesa Cattolica i cattolici non intendono né lo Stato del Vaticano né il clero, intendono “tutto il popolo di Dio”, laici e defunti compresi. Il Vaticano non approva niente, se non per i giornalisti che usano una nomenclatura teologicamente inesatta: è il papa che approva.
Quanto al papa, il fatto che sia il capo visibile della Chiesa Cattolica
non comporta per la teologia cattolica che ogni suo atto sia infallibile. Nel 1870 com’è noto fu approvato il dogma dell’infallibilità papale con la bolla
Pastor Aeternus, ma tale documento non dice che ogni atto del papa sia infallibile, bensì che il papa è infallibile quando decide di utilizzare la sua prerogativa di essere infallibile per farsi portavoce della Chiesa tutta. Quindi il papa se vuole può essere infallibile, cioè promulgare un dogma, o non essere infallibile. Questo è abbastanza ovvio:
la Chiesa Cattolica ha dichiarato alcuni suoi papi eretici, ad esempio Onorio, quindi non è possibile per noi pensare che il papa sia sempre infallibile. Il papa è infallibile quando decide di esserlo. Sicché esistono pronunciamenti fallibili e pronunciamenti infallibili. L’approvazione stessa di un catechismo, e di ciò che contiene, non rientra negli usi dell’infallibilità. Il catechismo non è cioè per i Cattolici il corrispondente di una Costituzione di un Concilio Ecumenico, quest’ultima infatti è a differenza del catechismo infallibile.
“Comunque Paolo condannava i rapporti omosessuali e le lettere sono ispirate, non credo che Dio abbia dimenticato di scrivere che si riferiva a coloro che da etero desideravano divenire pervertiti.”
Infatti non ha dimenticato di scriverlo, è semplicemente ciò che si legge già com’è ora il testo, per chi abbia un minimo di cognizioni storiche. Si vede benissimo da tutto il contesto di Rm 1 che la condanna dei rapporti omoerotici è inserita all’interno di una condanna più generale delle pratiche idolatriche, cioè ad un uso della sessualità fuori dall’idea di coppia, ed anzi all’interno di pratiche cultuali pagane. La cosa è assai semplice da capire: sarebbe come se trovassimo una condanna del portare braccialetti ai polsi, e pensassimo che sia da applicare ancora oggi. L’errore starebbe nel non capire che questo portare braccialetti ai polsi era un segno distintivo delle prostitute, e dunque trovare una frase in cui ci sia scritto che non vanno portati braccialetti ai polsi sarebbe semplicemente legato al fatto che in quel periodo tale pratica era indissolubilmente associata alla prostituzione. Ma tale divieto non avrebbe ragione di essere mantenuto in un epoca in cui i braccialetti ai polsi non sono più associati a tali pratiche. Similmente se Paolo vede rapporti tra maschi solo fuori dall’idea di coppia, e li vede solo all’interno di pratiche di prostituzione sacra, rapporti extra-coniugali del
dominus coi suoi schiavi, ecc., è ovvio che condanni quello che vede, e solo quello.
La tua concezione dell’ispirazione inoltre è un tantino primitiva, perché sembri non capire che Dio parla attraverso le categorie concettuali storiche degli agiografi. Tra queste categorie come dicevo non c’è quella di omosessuale, perché Paolo un omosessuale non sapeva neppure che cosa fosse. Quello che era la categoria dell’epoca in riferimento al sesso tra uomini era un rapporto di sottomissione che intercorreva tra padrone e schiavo, o, come in Romani 1, una pratica orgiastica praticata all’interno di culti pagani. Di questa tipologia di rapporti parla la Scrittura, e da questa connotazione deriva la condanna. E' ovvio che se l'ispirazione è veicolata dalle categorie mentali dell'agiografo non si può scrivere "parlo di uomini che vanno con uomini, ma non degli omosessuali", perché quest'ultima parola non era un concetto conosciuto dall'agiografo e dunque non era un pensiero che potesse esprimere. Siamo noi invece che, sapendo cosa Paolo vede, perché gli manca una categoria, possiamo dire di che cosa invece non parla.
“E chiaro che Dio ad esempio dicendo "..non devi rubare.." si riferisce a tutti i tipi di Furto
”
Questo esempio non va bene, perché il furto non ha cambiato connotazione negli ultimi 2000 anni, è sempre un danno a terzi. Lo stesso non si può dire del rapporto uomo-uomo, che all’epoca di Paolo era sinonimo di un etero che va con altri uomini per puro desiderio di lussuria, magari tradendo la moglie, mentre nella presente epoca, dove da circa duecento anni si è concettualizzata l’esistenza dell’orientamento sessuale omofilo, non riguarda più un etero che va contro la propria natura.
“cosi dicendo che l'omosessualità è condannata si riferisce “
Da capo: dove leggi che “l’omosessualità” è condannata? All’epoca di Paolo non esisteva né la parola né il concetto. L’idea di “orientamento sessuale” ha appena due secoli.
“Tutti i tipi di tale pratica oscena”
Che cosa intendi per osceno? Che cosa c’è di osceno ad esempio nel video postato da Mario?
Ad maiora