"Agorà" -Il film che l'Italia non vedrà

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polymetis
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Per Cristianalibera
“Il fatto che anche il buon Lutero aveva una certa logica a me può per cosi dire fregar di meno perchè non credo certo che egli sia un infallibile.”
L’argomentazione di Trainello non era né sostenere che Lutero avesse ragione, né che noi dal nostro punto di vista possiamo ritenere giusto quello che faceva l’inquisizione. Non hai capito la sua strategia argomentativa. Credo che volesse mettere in luce che evidentemente la repressione degli eretici,essendo anche e soprattutto un problema dei riformati, non era un errore della Chiesa cattolica, ma di quel tempo in generale, e infatti accomunava tutti. A questo punto viene da chiedersi: com’è possibile che tutti sbagliassero, dai cattolici ai calvinisti? E la risposta è che non avevano le nostre medesime categorie di pensiero. Prima di sapere che esiste il diritto a non essere torturati devi avere l’idea di che cosa sia un diritto. Tu dai per scontato che la gente abbia dei diritti, o che il diritto di uno sia il diritto di tutti, ma non ti rendi conto di quanto sia culturale e artificiale l’idea che esista qualcosa chiamata “diritto”, e che tale cosa inerisca ad ogni soggetto. Queste non sono cose ovvie, sono invenzioni della cultura occidentale che hanno pochissimi secoli.

Per Agabo
“Vaje a parlà alla povera gente di "approfondimento filosofico" ... di filologia ecc., della "teoria della persona" e della "teoria dei diritti umani" Bello mettersi alla scrivania, oggi, e pontificare. Quelli erano altri tempi e se uno finiva sul patibilo, vi moriva chiedendosi il perchè ... Ecco una dimostrazione pratica di ciò che si dice "REVISIONISMO".”
La risposta è già stata data: perché erano percepiti come un pericolo della stessa entità con quale noi oggi percepiamo un terrorista. E del resto, era la Bibbia stessa a prescrivere che le streghe dovessero essere messe a morte, legge che non fu mai cancellata. “Non lascerai che la strega viva” (Es 22,17)
Gli uomini del medioevo e del rinascimento, profondamente religiosi e alieni ad ogni dubbio di natura storico-critica sul testo sacro, dedussero da questo passo chela stregoneria esisteva e che era un pericolo reale, e che per Dio la strega meritasse la morte.
“Il dovere che lo Stato esercita non è il diritto di commettere dei soprusi, altrimenti, senza scomodare la storia, mi dici che cavolo ci stiamo a fare tutti quanti in Afganistan?”
Sono d’accordo che lo stato non debba commettere soprusi, ma il punto è che tu, in modo veramente semplicistico, stai dando per scontato che quelli che per te sono dei soprusi dovessero essere considerati tali in qualsiasi epoca. Stai cioè dando per scontato una mole di concetti, che non sai da dove derivano, e dunque ingenuamente credi universali. Ad esempio dici “lo stato non deve fare soprusi”, e già fai un anacronismo, perché quello che tu hai in mente col concetto di stato nel I secolo non esisteva, quello che tu chiami “Stato” è un’invenzione del seicento. Se una cosa è un sopruso, bisogna capire perché lo sarebbe. Una cosa è un sopruso se esistono dei diritti violati in una persona, ma l’idea che esistano dei diritti, ancora una volta, non è coeva a Gesù, che non aveva neppure un termine per indicare quello che tu chiami “diritto”. Diritto, cioè “ius”, in latino indica semplicemente una legge, cioè il senso in cui ancora oggi diciamo che qualcuno “studia diritto”, per dire che studia giurisprudenza. Non esisteva il concetto di “diritto” nel senso di qualcosa che inerisce ad un soggetto, ad esempio “il diritto alla vita”, “il diritto alla libertà di stampa”. Non solo questi diritti non esistevano, ma non esisteva neppure il concetto di diritto, esattamente come non esisteva il concetto di “persona”. A livello giuridico tutte queste sono acquisizioni degli ultimi secoli, perché non esisteva ad esempio l’idea che una persona in una prigione avesse, per il solo fatto di essere un uomo, dei “diritti”,come il diritto a non essere maltrattato. Tutta questa roba è frutto della riflessione europea degli ultimi secoli.
Prima di dire che lo stato fa dei soprusi, devi toglierti dalla mente che quelli che erano considerati soprusi siano gli stessi che tu consideri un sopruso. Ad esempio sterminare eretici, non era considerato un sopruso, ma legittima difesa, una difesa invocata dalla società stessa.
“Ma guarda! Sta a vedere che ci siamo imbarbariti rispetto al medioevo.”
Sotto molti aspetti è ovvio che sia così.
“Questa è la prova della presunzione umana e del suo potere: pretendere di dimostrare l'indimostrabile e pretendere che tutti se ne convincano, pena l'essere messi a morte. Ma questo costituisce oggi la prova per eccellenza che quei furbi di allora erano delle bestie assetate di sangue, che così spesso si azzannavano anche tra loro per primeggiare su tutto e su tutti.”
Ma cosa c’entra? Io non sto discutendo del fatto che i monarchi fossero davvero scelti da Dio. Quello che sto dicendo è che quella società si basava su questa convinzione, come avveniva in Israele del resto, e che dunque la sicurezza della nazione si basava sul motto francese “una legge, una fede, un re”. La mia strategia argomentativa non ha nulla a che fare col fatto che questo modello sociale sia giusto o sbagliato, voglio solo mettere in luce che se l’autorità del monarca è a base religiosa (e San Paolo legittima in Rm questa visione), allora sostenere una religione diversa rispetto a quella dello stato in cui ci si trova significa essere percepiti come sudditi potenzialmente non leali al monarca, in quanto non si riconosce ipso facto la sua investitura divina se si professa un’altra religione rispetto alla religione di Stato. Questo spiega perché gli eretici sono stati visti come disgregatori della compagine sociale, come anarchici, anti-lealisti.

“Di quale "società" parli? Di quella formata da clerici e potentati che si servivano della religione per dominare? Chi ha mai, in qualche tempo e in qualche luogo, dimostrato l'esistenza dell'anima immortale? Stai ancora una volta fondando i tuoi ragionamenti sull'indimostrabile, esattamente come facevano quei bei tomi per vessare il popolo.”
Ma che cosa c’entra col mio ragionamento il fatto che l’anima esista o meno? AL mio ragionamento serve solo che l’anima fosse creduta da quella gente come una verità certa. Stai fraintendendo tutta la mia linea argomentiva. Ti sto spiegando perché gli inquisitori si sentivano legittimati ad inquisire, non perché gli inquisitori avevano ragione o torto, questo è del tutto irrilevante dal punto di vista della storia del pensiero. Infatti tu non sai facendo un discorso dal punto di vista della verità, ma del peccato, stai cioè dicendo che quel clero fosse peccaminoso. Ma per peccare com’è noto ci vuole non solo il consenso all’errore, ma anche la consapevolezza dell’errore, altrimenti si applica la frase di Gesù in croce “Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno”. Orbene, è irrilevante se l’anima esista o meno, come è irrilevante se esista o meno Dio, cioè che conta è che queste persone vivevano in una società dove tanto Dio quanto l’anima erano concetti scontati, non erano cioè materia di disputa popolare, ma un dato acquisito. Ora, se sia la società sia il clero erano convinti che l’anima esistesse, e che gli eretici causassero la perdizione eterna di questa anima, allora si capisce perché, dinnanzi ad un pericolo reale, e ben più grave del pericolo di venire uccisi, si perseguissero gli eretici come gli assassini, perché dal punto di vista della “visione del mondo” di quella società era legittima difesa, in quanto gli eretici facevano del male più degli omicidi.
“Questo non dice nulla che fosse giusto. E se erano così presuntuosi allora, non è una ragione per riabilitarli oggi ...”
Ma io non li sto riabilitando, ti sto spiegando cosa c’era dietro la loro azione, quale mentalità ALTRUISTICA stesse dietro l’inquisizione. Quelle che passano come azioni fatte per cattiveria, sono cioè azioni certamente errate, ma che non venivano percepite come tali, e che anzi erano fatte credendo di fare il bene. L’inquisizione com’è noto non è affatto un’invenzione cattolica. Il concetto che la società vada difesa da chi la attacca, e che i pensieri che fanno andare in perdizione l’anima siano pericolosi e da debellare quanto l’azione di chi si ribella con armi, è comune a tutto il mondo antico, Platone e Aristotele in primis. Non si tratta cioè di bieca ignoranza, ma di una diversa concezione di quale sia il compito del governo rispetto ai suoi cittadini, e di una diversa scala di priorità.
“Mi permetto di dubitare che la gente l'abbia mai pensata così. Fanatici a parte, anche Cristo fu riluttante a bere quel calice, ha intimato a Pietro di riporre la spada e a consigliato a tutti di cercare di sfuggire alle persecuzioni.”

Se si tratta di scegliere tra la salvezza del corpo e quella dell’anima, intere generazioni di cristiani si sono fatte martirizzare pur di non abiurare il nome di Cristo, dai martiri all’epoca dell’impero romano a San Tommaso Moro. Ma non è questo il punto. È verissimo che quando si tratta della propria vita si può essere portati a preferire di portare a casa la pelle, ma dal punto di vista di un ragionamento astratto è indubbio che tutti preferiremmo la morte terrena alla dannazione eterna. Gli inquisitori e il governo non dovevano scegliere per se stessa se preferivano la morte o la dannazione per se stessi, ma se in linea di principio fosse più grave chi attentava alla salute del corpo o chi attentava alla salute dell’anima, e alla luce di quanto detto sopra, era più grave di faceva finire i suoi fratelli nell’eterna dannazione. Il Signore stesso disse che se uno scandalizza uno dei suoi fratelli più piccoli è meglio per lui se si lega una macina al collo e si butta in mare, e questo passo com’è noto non ha nulla a che fare con la pedofilia. Scandalizzare i fratelli più piccoli vuol dire far perdere la fede a gente culturalmente o religiosamente semplice ed indifesa.
“Allora non impari proprio nulla? Non te l'ha già detto Veronika che la chiesa faceva le leggi come voleva”
Ma la Chiesa non faceva leggi..
“decideva che cosa fosse "eretico" e che cosa non lo fosse?!”
In base ad un confronto con la propria ortodossia.
“chissà perchè con l'illuminismo e con tutto quello che seguì gli uomini preferirono ricadere nella "barbarie" invece di fare sì che si perpetuasse quella spledita "età d'oro"”
L’idea che il medioevo fosse una barbarie è un cliché storiografico demolito da 40 anni, e quanto all’illuminismo,è ben noto che durante la Rivoluzione Francese, quando il governo fu in mano ai philosophes, furono fatte fuori più persone in 30 anni nella sola Francia che durante tutto il medioevo nell’intera Europa dall’inquisizione. La libertà d’opinione è ciò che si chiede solo per sé e per chi la pensa come noi, e gli illuministi, una volta al potere, si sono adeguati a questo aforisma.

Ora devo andare, risponderò agli altri messaggi domani.

Admaiora
Presentazione


Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Cristianalibera

Messaggio da Cristianalibera »

Achille Lorenzi ha scritto:
Cristianalibera ha scritto:E nonostante che egli era un figlio del suo tempo né lui né un altro apostolo diede la disposizione di uccidere l'eretico ma soltanto di espellerlo dalla congregazione.

Che facciamo ci scandalizziamo quando nella WT si trovano parole come " oggi non possiamo più uccidere l'apostata..." e poi bolliamo per logico e normale quello che ha permesso la chiesa cattolica in passato?
Ma ci vogliamo rendere conto dei due pesi e misure che vengono usate?
Io non sto giustificando nulla e non sto usando nessuna doppia misura. Non leggere oltre quello che ho scritto, attribuendomi intenzioni che non mi appartengono.

Sto solo dicendo che secondo la cultura del passato, certe cose che oggi riteniamo barbare ed assolutamante inaccettabili, erano invece considerate del tutto normali. E questo vale anche e specialmente per certe figure bibliche di spicco e per diversi episodi riportati nelle Sacre Scritture come esempi di condotta "giusta", lecita e doverosa.

Achille
Tu non stai giustificando nulla... bene quindi tu sei assolutamente d'accordo che i metodi che la chiesa usava con l'inquisizione e con la conseguenza dell'abbandono dell'eretico al bracio secolare che praticava la pena di morte el malcapitato siano una cosa sbagliata?
Giusto per capire.

Barbere? E quale delle cose che i pimi cristiani praticavano tu oggi li ritieni barbare?



Veronika
Cristianalibera

Messaggio da Cristianalibera »

[quote="polymetis"]


L’argomentazione di Trainello non era né sostenere che Lutero avesse ragione, né che noi dal nostro punto di vista possiamo ritenere giusto quello che faceva l’inquisizione. Non hai capito la sua strategia argomentativa. Credo che volesse mettere in luce che evidentemente la repressione degli eretici,essendo anche e soprattutto un problema dei riformati, non era un errore della Chiesa cattolica, ma di quel tempo in generale, e infatti accomunava tutti. A questo punto viene da chiedersi: com’è possibile che tutti sbagliassero, dai cattolici ai calvinisti?

[quote]

Diciamo che il buon Trianello ha definito logico tutto ciò, bene bene, tutto ciò che è logico non sempre è cosa buona e giusta, tu sei d'accordo con questo?
Mi vuoi forse dare ragione che quello che l'inquisizione faceva non era cosa buona e giusta e che la chiesa cattolica ( visto le molte cose cattive che ha provocato) mettendola in atto ha sbagliato?


Veronika
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ClintEastwood
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Messaggio da ClintEastwood »

X Polymetis
"Forse abbiamo una nozione diversa di che cos’è la santità. Alcuni amici anni fa si scandalizzarono con me perché sostenevo la causa per la beatificazione di un frate che predicava le crociate, io risposi loro che proprio per questo sostenevo la candidatura...Fosse per me farei santo anche Carlo Magno, lo sterminatore dei sassoni, evidentemente ho un’idea diversa di cosa voglia dire essere uno spirito santo. "
Mah guarda, ognuno ha la sua mentalità ed io non giudico nessuno, ma se ti può consolare molti anni fà ero un mezzo fascistone che stimava hitler ed avevo pure qualche svastica attaccata in camera, sai com'è quando si è giovani e con amici che la pensano in un certo modo si subisce il fascino di chiunque, poi pian piano ho maturato idee diverse, sopratutto studiando la storia..
"Se parli dell’episodio dell’espulsione degli Ebrei, se n’è già accennato. Io credo che non si possa giudicare la vita di una persona senza conoscere la dinamica sociale in cui era inserito, e quali siano le leve che hanno mosso certe azioni. A volte ciò che pare dar scandalo, in realtà è il frutto di una ponderata decisione per evitare mali ben peggiori. "
Infatti se n'è discusso solo blandamente, non si è detto che quell'esplusione non è stata limitata ai colpevoli di certe sommosse o cmq ad una parte degli ebrei alessandrini, ma furono scacciati più di 100000 ebrei lasciando anche donne e bambini senza niente, furono distrutte decine di sinagoghe da folle di monaci e cittadini, chiaramente niente.. il governatore Oreste che provò a battere ciglio sull'avvenimento da Costantinopoli per poco non rischiò il linciaggio se non fossero intervenuti in sua difesa, questo può far pensare che non si trattava solo di una precauzione ma di un atto nato già da una mentalità antigiudaica, cui Cirillo senz'altro contribuì ad espandere ad Alessandria.

"Nessuno ha detto niente contro Ipazia, qui il problema non è ammirarla o meno, ma vedere se Cirillo sia implicato. Le fonti sono tarde, e francamente descrivono la cosa come un teatrino."
E' vero, non è assolutamente certo che Cirillo fù il mandante, ma è possibile che abbia spianato la strada o sia stato uno di quelli che l'hanno spianata per dare luogo a quell'omicidio.

"C’è cioè chi si documenta sui manuali, e chi invece studia le fonti e le problematizza, sapendo quali sono i loro problemi ermeneutici e dunque cosa sta dietro la linea di lettura che si legge nei vari manuali. "
Infatti non è il mio mestiere fare lo storico, mi affido a chi è del mestiere, le fonti prime alle volte posso anche consultarle ma non sempre è possibile, esistono appunto gli esperti nel settore, altrimenti se ti fai una ferita invece di andare dal medico puoi tranquillamente rifarti 6 anni di medicina e te la curi, sempre che non sia andata in suppurazione nel frattempo..

"In questo caso sono molto curioso di sapere in che pubblicazioni di FIloramo e Lupieri, che tra l’altro non sono specialisti dell’argomento tardo-antico (per Cirillo) né tanto meno di filosofia neoplatonica, avresti letto che Cirillo è implicato nell’assassino di Ipazia."
Lupieri e Filoramo sono entrambi docenti di storia del cristianesimo, ora il fatto che non sia specialisti (cosa che poi non sò perchè non conosco tutto il loro curriculum) non li invalida visto l'ambiente dove lavorano.
Filoramo ha edito un libro di storia del cristianesimo in 4 volumi chiaramente con la collaborazione di diversi storici, e nel 1, quello sull'età arcaica e tardo antica, puoi trovare la parte di Salvatore Pricoco di cui tratta anche del periodo storico di Teofilo e Cirillo, che non dipinge molto bene, ma non ricordo se là puoi trovare qualcosa riguardo a Damascio, devo riguardare, ciò che ho scritto in questo proposito si riferiva da una mail mandata da un mio conoscente allo stesso Lupieri su quegli avvenimenti di Alessandria tempo fà ed una sua risposta con un documento in cui parlava anche di Ipazia e di Damascio, che non ho al momento, ma provvedo a riscivergli richiedendogli di Damascio, vediamo se mi risponde.
Pincherle per quanto contenuto invece non si frena comunque dal negare la durezza di Cirillo nei confronti degli eretici, ma su Ipazia si limita a dire che "cadde vittima del fanatismo dei monaci", a pag. 227 della sua introduzione alla storia del cristianesimo.
Non ho mai asserito che suddetti autori diano per certa la complicità di Cirillo.

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Dài, Veronica ...

Messaggio da agabo »

Cristianalibera ha scritto:
polymetis ha scritto:

L’argomentazione di Trainello non era né sostenere che Lutero avesse ragione, né che noi dal nostro punto di vista possiamo ritenere giusto quello che faceva l’inquisizione. Non hai capito la sua strategia argomentativa. Credo che volesse mettere in luce che evidentemente la repressione degli eretici,essendo anche e soprattutto un problema dei riformati, non era un errore della Chiesa cattolica, ma di quel tempo in generale, e infatti accomunava tutti. A questo punto viene da chiedersi: com’è possibile che tutti sbagliassero, dai cattolici ai calvinisti?

Diciamo che il buon Trianello ha definito logico tutto ciò, bene bene, tutto ciò che è logico non sempre è cosa buona e giusta, tu sei d'accordo con questo?
Mi vuoi forse dare ragione che quello che l'inquisizione faceva non era cosa buona e giusta e che la chiesa cattolica ( visto le molte cose cattive che ha provocato) mettendola in atto ha sbagliato?

Veronika
Dài, Veronika, stai sfidando sul terreno della "logica" i "maestri" della logica?
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Messaggio da Achille »

mackenzie ha scritto:
Peccato che Paolo, che viene dopo Gesù Cristo e di definisce per questo Cristiano, ignora che Gesù non fece mai cenno alla subordinazione o inferiorità della donna, giusto per nominare un esempio... Paolo era figlio del suo tempo... Gesù, pare, fosse figlio di Dio...
Gesù ha parlato il linguaggio dei suoi contemporanei, ma si è dimostrato al di sopra dei modi di pensare e dei pregiudizi culturali dei Suoi contemporanei. E' per questo che io mi sento di amare Cristo. Percepsico nella Sua figura qualcosa che va oltre le nostre miserie umane, qualcosa di eterno e di assoluto.
I cristiani di tutti i tempi hanno spesso creato regole e leggi anziché essere come Cristo nello spirito e nel modo di pensare.
Certo è più facile legiferare che vivere, ma Cristo ci pone continuamente dinanzi alla sfida di essere come Lui ha mostrato di essere.

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Messaggio da mackenzie »

Achille Lorenzi ha scritto:mackenzie ha scritto:
Peccato che Paolo, che viene dopo Gesù Cristo e di definisce per questo Cristiano, ignora che Gesù non fece mai cenno alla subordinazione o inferiorità della donna, giusto per nominare un esempio... Paolo era figlio del suo tempo... Gesù, pare, fosse figlio di Dio...
Gesù ha parlato il linguaggio dei suoi contemporanei, ma si è dimostrato al di sopra dei modi di pensare e dei pregiudizi culturali dei Suoi contemporanei. E' per questo che io mi sento di amare Cristo. Percepsico nella Sua figura qualcosa che va oltre le nostre miserie umane, qualcosa di eterno e di assoluto.
I cristiani di tutti i tempi hanno spesso creato regole e leggi anziché essere come Cristo nello spirito e nel modo di pensare.
Certo è più facile legiferare che vivere, ma Cristo ci pone continuamente dinanzi alla sfida di essere come Lui ha mostrato di essere.

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Messaggio da agabo »

mackenzie ha scritto:
Achille Lorenzi ha scritto:mackenzie ha scritto:
Peccato che Paolo, che viene dopo Gesù Cristo e di definisce per questo Cristiano, ignora che Gesù non fece mai cenno alla subordinazione o inferiorità della donna, giusto per nominare un esempio... Paolo era figlio del suo tempo... Gesù, pare, fosse figlio di Dio...
Gesù ha parlato il linguaggio dei suoi contemporanei, ma si è dimostrato al di sopra dei modi di pensare e dei pregiudizi culturali dei Suoi contemporanei. E' per questo che io mi sento di amare Cristo. Percepsico nella Sua figura qualcosa che va oltre le nostre miserie umane, qualcosa di eterno e di assoluto.
I cristiani di tutti i tempi hanno spesso creato regole e leggi anziché essere come Cristo nello spirito e nel modo di pensare.
Certo è più facile legiferare che vivere, ma Cristo ci pone continuamente dinanzi alla sfida di essere come Lui ha mostrato di essere.

Achille
:quoto100:
Perchè continuate a cadere nella dicotomia Cristo sì, Paolo no?
Noi non abbiamo conosciuto concretamente nè l'uno nè l'altro; se ne parliamo è perchè leggiamo le Scritture che, a loro volta, sono state ispirate dall'unico Spirito. Le Scritture stesse ci mettono in guardia da certe dicotomie che operavano i primi cristiani:
1Corinzi 1:12 Voglio dire che ciascuno di voi dichiara: «Io sono di Paolo»; «io d'Apollo»; «io di Cefa»; «io di Cristo».
13 Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo?

1Corinzi 2:10 A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio.
11 Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.

1Corinzi 12:11 ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole.
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Messaggio da Trianello »

Cristianalibera ha scritto:
Perché invece oggi la chiesa si batte contro la pena di morte?
La Chiesa non è contraria alla pena di morte in sé, perché questa, in termini di pura giustizia naturale (lo dice anche il Decalogo biblico), può essere comminata ad un individuo che ha commesso un reato tanto grave (tipo un omicidio o una strage) da aver perduto il diritto a vivere. Oggi, però, viviamo in una società che si è dotata di strumenti culturali e materiali tali che è possibile applicare una particolare forma di misericordia verso i criminali più incalliti ed evitare loro la pena capitale (dandogli così l'opportunità, Dio volendo, di emendare, in parte, al male commesso e riconciliarsi con la propria coscienza e con Dio). Oggi come oggi, la pena di morte è quindi diventata inaccettabile.
E perché negli stati dove tale esiste ancora la chiesa oggi non consegna gli eretici al bracio secolare per subire anche ogi la pena di morte se tutto è cosi logico?
Forse ti sfugge il fatto che (fortunatamente) viviamo in un'epoca in cui, almeno negli Stati tradizionalmente cristiani, la legge civile non contempla più il reato di opinione. Se oggi, però, siamo giunti a questo, lo dobbiamo anche allo sforzo fatto nei secoli dal Magistero della Chiesa perché lo spirito evangelico penetrasse sempre più nella cultura dei popoli. Oggi noi disponiamo di categorie culturali (e teologiche) di cui i medievali non disponevano, per cui siamo in grado di stabilire quella separazione tra potere politico e potere spirituale (assolutamente estranea al mondo antico e a tutte le culture extra-europee) di cui proprio la riflessione dei grandi filosofi e teologi scolastici ha gettato le fondamenta.
Ah, volevo chiedere pure questo, se è pur vero che la morte dell'eretico non veniva deciso dalle autorità ecclesiastici come tu giustamente hai annotato è però pur vero che gli inquisitori una volta accertati che il presunto eretico era colpevole di eresia erano ben consapevole a quale condanna andava incontro, o sbaglio?
Certamente, ma anche gli inquisitori erano figli del loro tempo e, pertanto, erano convinti che fosse giusto che gli eretici, attentando alla salvezza eterna della povera gente, fossero un cancro che (nei casi più gravi, quando proprio non c'era altro mezzo di curarlo) andava estirpato con la forza dalla società così come previsto dai vari ordinamenti giuridici locali, i quali, in un tempo in cui non esisteva il concetto di pena detentiva, quasi sempre optavano per la pena capitale.
Io sinceramente non ho capito perché qualcuno vuole sempre difendere l'indifendibile con discorsi di presunta logica filosofica e compagnia bella, quanto sarebbe bello e umile soprattutto se qualcuno fnalmente dicesse: sì, la chiesa cattolica ( o meglio l'autorità ecclesistica) si è sbagliata ed è colpevole del sangue di anime innocenti, punto e basta.
Perché una tale affermazione difetterebbe di logica. Con il senno di poi noi possiamo giudicare determinate cose come ingiuste, ma date le premesse culturali e teologiche in cui operavano i medievali non possiamo addossare a loro una colpa della quale non avevano la percezione. La filosofia morale, infatti, ci insegna da sempre che c'è colpa solo lì dove c'è piena avvertenza del male che si sta facendo. Date le premesse da cui partivano, i medievali agirono secondo quanto gli dettava la coscienza, e non possiamo quindi supporre necessariamente malafede nelle loro intenzioni. Ergo, questi hanno colpa solo lì dove compirono quelle che per noi sono crudeltà nella misura in cui queste non erano comunque giustificate dal loro retroterra culturale (e nessuno nega che in diversi casi questo avvenne... ed è stato di ciò che Giovanni Paolo II ha chiesto perdono).
Diciamo che il buon Trianello ha definito logico tutto ciò, bene bene, tutto ciò che è logico non sempre è cosa buona e giusta, tu sei d'accordo con questo?
Mi vuoi forse dare ragione che quello che l'inquisizione faceva non era cosa buona e giusta e che la chiesa cattolica ( visto le molte cose cattive che ha provocato) mettendola in atto ha sbagliato?
E' mai possibile che davvero ti riesca così difficile distinguere i due piani argomentativi?
Allora, in base alle premesse culturali in cui gli uomini di Chiesa medievali si trovavano ad operare, fecero cosa buona e giusta a venire incontro alle esigenze delle autorità civili istituendo dei tribunali inquisitoriali che servirono egregiamente a porre un freno ai linciaggi da parte del popoli e ad evitare che molti “innocenti” rispetto al reato di eresia venissero ingiustamente condannati. Rispetto a quelli che sono i nostri parametri di giudizio, ovviamente, non ha senso parlare di “colpevolezza” a riguardo degli eretici (a meno che questi non siano tali in malafede), né parlare di “reato” relativamente a determinate opinioni. Di questo, però, i medievali non avevano coscienza e quindi non possiamo fargliene una colpa.
Ti chiarisco la cosa con un esempio. Oggi come oggi, la nostra legislazione concede a tutti il diritto di professare la propria religione e di avere e manifestare le proprie idee. Questo diritto, però, è soggetto a delle limitazioni in determinati casi. Ad esempio, il codice giuridico italiano prevede il reato di apologia del fascismo (questo perché si ritiene che l'ideologia fascista sia in sé sbagliata e, pertanto, sia dannosa per la società). Allora, per i medievali, che vivevano in una società che si riteneva cristiana e davano per scontata non solo l'esistenza di Dio e l'immortalità dell'anima, ma anche il fatto che non ci fosse salvezza fuori dalla Chiesa, chiunque sostenesse il contrario era da considerarsi socialmente pericoloso (proprio come socialmente pericolosi sono considerati nella nostra società, che ha fatto della democrazia il proprio valore assoluto, quei neo-nazisti che propugnano delle idee fortemente anti-democratiche) e pertanto si riteneva indispensabile limitarne l'opera (fermo restando che, proprio come accade oggi per i neo-nazisti, ma in una scala assai più ampia, spesso gli eretici medievali non si limitavano a predicare, ma passavano anche all'azione, macchiandosi di crimini efferati).
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Lupieri e Filoramo sono entrambi docenti di storia del cristianesimo, ora il fatto che non sia specialisti (cosa che poi non sò perchè non conosco tutto il loro curriculum) non li invalida visto l'ambiente dove lavorano.
Filoramo ha edito un libro di storia del cristianesimo in 4 volumi chiaramente con la collaborazione di diversi storici, e nel 1, quello sull'età arcaica e tardo antica, puoi trovare la parte di Salvatore Pricoco di cui tratta anche del periodo storico di Teofilo e Cirillo, che non dipinge molto bene, ma non ricordo se là puoi trovare qualcosa riguardo a Damascio, devo riguardare, ciò che ho scritto in questo proposito si riferiva da una mail mandata da un mio conoscente allo stesso Lupieri su quegli avvenimenti di Alessandria tempo fà ed una sua risposta con un documento in cui parlava anche di Ipazia e di Damascio, che non ho al momento, ma provvedo a riscivergli richiedendogli di Damascio, vediamo se mi risponde.
Pincherle per quanto contenuto invece non si frena comunque dal negare la durezza di Cirillo nei confronti degli eretici, ma su Ipazia si limita a dire che "cadde vittima del fanatismo dei monaci", a pag. 227 della sua introduzione alla storia del cristianesimo.
Non ho mai asserito che suddetti autori diano per certa la complicità di Cirillo.
Il campo di indagine specifico di Filoramo è lo gnosticismo, quello di Lupieri (che, se non ricordo male, è cattolico) sono le origini cristiane, mentre, in effetti, Pincherle era proprio uno specialista del periodo di cui stiamo parlando. Nell'Introduzione al Cristianesimo Antico (il manuale su cui hanno studiato generazioni di studenti universitari) non esprime nessuna opinione in merito ad un eventuale coinvolgimento diretto o indiretto di Cirillo nella morte di Ipazia (se non ricordo male). Provvederò, invece, a verificare quanto prima cosa dice il Filoramo-Menozzi su questo tema. Sta di fatto che io non ho citato il retrocopertina di un libro delle Edizioni Segno, ma il lemma dedicato ad Ipazia dell'Enciclopedia Filosofica (parlo di quella in 12 volumi recentemente riedita, in una versione nuova di pacca, dall'editore Bompiani), un'opera unanimemente considerata come estremamente autorevole.
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Deus non deserit si non deseratur

Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)
Cristianalibera

Messaggio da Cristianalibera »

Trianello ha scritto:


Perché una tale affermazione difetterebbe di logica. Con il senno di poi noi possiamo giudicare determinate cose come ingiuste, ma date le premesse culturali e teologiche in cui operavano i medievali non possiamo addossare a loro una colpa della quale non avevano la percezione. La filosofia morale, infatti, ci insegna da sempre che c'è colpa solo lì dove c'è piena avvertenza del male che si sta facendo. Date le premesse da cui partivano, i medievali agirono secondo quanto gli dettava la coscienza, e non possiamo quindi supporre necessariamente malafede nelle loro intenzioni.
E questo è una bella cosa e mi mette in uno stato di totale tranquillità, perché cosi tutti noi affidandoci alla filosofia morale possiamo compiere tutti i mali che vogliamo tanto finché la nostra coscienza ( forse maladdestrata) ce la permette non saremo mai colpevoli di nulla. :ciuccio:
Trianello ha scritto:
Ergo, questi hanno colpa solo lì dove compirono quelle che per noi sono crudeltà nella misura in cui queste non erano comunque giustificate dal loro retroterra culturale (e nessuno nega che in diversi casi questo avvenne... ed è stato di ciò che Giovanni Paolo II ha chiesto perdono).


E meno male che il buon Giovanni Paolo II vide una possibilità che qualcuno almeno abbia avuto qualche colpa, ma chissà come egli sia arrivato a tutto ciò?
Non è che qualcuno glielo abbia fatto notare?


Veronika
Cristianalibera

Messaggio da Cristianalibera »

Trianello ha scritto:Cristianalibera ha scritto:
Perché invece oggi la chiesa si batte contro la pena di morte?
La Chiesa non è contraria alla pena di morte in sé, perché questa, in termini di pura giustizia naturale (lo dice anche il Decalogo biblico), può essere comminata ad un individuo che ha commesso un reato tanto grave (tipo un omicidio o una strage) da aver perduto il diritto a vivere.

E sbaglia perché nessun UOMO dovrebbe arrogarsi il diritto di decidere chi ha il diritto di vivere e chi no!





Veronika
Cristianalibera

Messaggio da Cristianalibera »

agabo ha scritto:

Dài, Veronika, stai sfidando sul terreno della "logica" i "maestri" della logica?
Sei temeraria!
Sono soprattutto "barbarica", purtroppo poco dotata riguarda la logica fine dei filosofi romani :occhiol:
Che ci vuoi fare... :verde:
agabo ha scritto:
Adesso ti salteranno tutti addosso ... :timido: hemm... non intendevo "quello"!
Ormai ci ho fatto il callo... hemm... nemmeno io intendo in quel senso :risata:




:strettamano:
Veronika
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Messaggio da Achille »

Cristianalibera ha scritto:E sbaglia perché nessun UOMO dovrebbe arrogarsi il diritto di decidere chi ha il diritto di vivere e chi no!
Personalmente sono contrario alla pena di morte. E credo che la mia convinzione sia il risultato, oltre che di mie personali riflessioni e considerazioni, anche del periodo culturale e dell'epoca in cui viviamo.

Se fossi però vissuto però in altri periodi storici, quasi certamente avrei considerato lecita e giusta la pena di morte, essendo influenzato dalla società del tempo e dai valori culturali diversi che, in quasi tutta la storia umana, hanno fatto sì che la pena di morte fosse ritenuta cosa buona e giusta.

Attualmente molti ritengono barbaro uccidere o giustiziare qualcuno per dei delitti commessi, fosse anche il peggiore criminale.
Ma, come dicevo in un mio messaggio precedente, perfino figure di spicco della storia biblica - personaggi ritenuti santi ed esemplari - approvavano la pena di morte ed in diversi casi la comminarono essi stessi, uccidendo uomini, donne e bambini.
E questo comportamento - che oggi verrebbe quasi universalmente ritenuto barbaro - veniva considerato invece un atto di giustizia che aveva addirittura (secondo chi agiva il quel modo) l'approvazione divina.

Un esempio per tutti, il Salmo 137 (VR):

«8 Figlia di Babilonia, che devi essere distrutta,
beato chi ti darà la retribuzione del male che ci hai fatto!
9 Beato chi afferrerà i tuoi bambini
e li sbatterà contro la roccia!
».

Parola di Dio. :triste:

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Messaggio da Achille »

A proposito di barbarie, ho trovato un mio vecchio messaggio nel forum su FFZ dove parlavo della caccia alle streghe, che ebbe particolare vigore specialmente nei paesi protestanti e fra i "cristianissimi" puritani.

Copio/incollo:
----------------------------------
Ancora qualche riflessione su questo argomento.

Si è parlato in questa discussione di come l'ignoranza, la superstizione, il pregiudizio e - aggiungo - una buona dose di "barbarie" (con tutto ciò che il termine può includere) contribuirono a far sì che migliaia di persone venissero condannate a morte con l'accusa di stregoneria.
Il punto è che coloro che vissero in quel tempo non si ritenevano certo barbari, ignoranti e superstiziosi...

Con il senno di poi (specialmente dopo che sono passati molti secoli) è facile emettere giudizi (più che legittimi) di condanna.

Tuttavia, come dicevo, queste persone, di varia estrazione religiosa e culturale, che ritenevano corretto e doveroso condannare a morte le "streghe", avevano evidentemente delle ragioni che facevano loro pensare di essere nel giusto (è sempre stato così con i "credenti" di tutte le epoche)

Fra queste ragioni non si può evitare di includere anche ciò che viene detto in alcuni passi della Bibbia.

La Bibbia in diversi passi parla di stregoneria. Per esempio, nell'Esodo si legge:

«Non devi conservare in vita una strega» (22:18).

Altri passi mostrano che tutti coloro che praticavano forme di occultismo dovevano essere messi a morte (cfr. Lev. 20:6, 1 Sam. 28:3).

In un'epoca in cui tutto ciò che si leggeva nella Bibbia era ritenuto assolutamente "parola di Dio", da seguire alla lettera, come legge universale ed assoluta - oggi si direbbe "alla maniera fondamentalista" -, credo che si possa comprendere come dei giudici "cristiani", trovandosi di fronte a persone accusate di stregoneria, vedessero in simili passi biblici la legittimazione ad usare "la spada":
"Se nella legge data da Dio a Mosè sul monte Sinai, Dio stesso disse di condannare a morte le streghe, chi siamo noi per contrastare il volere divino?", avranno ragionato questi inquisitori.

E che dire della condanna al rogo? Anche questa barbara punizione poteva trovare qualche "legittimazione" nella Scrittura.

Nella Genesi, nel passo in cui si parla del patriarca Giuda e di sua nuora Tamar (con la quale Giuda aveva avuto inconsapevolmente un rapporto sessuale incestuoso), si legge quanto segue:

«Circa tre mesi dopo, vennero a dire a Giuda: "Tamar, tua nuora, si è prostituita e, per di più, eccola incinta in seguito alla sua prostituzione". Giuda disse: «Portatela fuori e sia bruciata!» (38:24).

Non viene specificato se prima di essere bruciata la povera donna avrebbe dovuto essere uccisa (magari per lapidazione).
Il fatto che non venga specificato può far pensare che la morte avrebbe dovuto avvenire solo tramite il fuoco...

Non è l'unico episodio in cui la "parola di Dio" ordina simili esecuzioni. Ecco altri esempi:

«Se la figlia di un sacerdote si disonora prostituendosi, ella disonora suo padre; sarà bruciata con il fuoco» (Lev. 21:9).

«Se uno ha relazioni sessuali con la figlia e la madre è un delitto; saranno bruciati con il fuoco lui e loro due, affinché non si trovi fra voi alcun delitto» (Lev. 20:14).

Come dicevo sopra, in un'epoca in cui la Bibbia veniva ritenuta "Parola di Dio", valida in senso assoluto e per tutti i tempi e le generazioni, simili passi possono aver fornito una "legittimazione" a giudici ed inquisitori. Questo penso valga in special modo per quegli "evangelici" che vedevano - forse ancor più dei cattolici - nella Scrittura (sola), espressa l'immutabile e perfetta volontà divina.

Sono cambiati (grazie a Dio) i tempi e l'umanità è uscita in gran parte da quelle tenebre.

Tuttavia, anche se nessuno (almeno nel mondo occidentale) viene oggi più condannato a morte per aver violato ciò che può essere stato scritto in qualche "libro sacro", vi sono ancora molti che, utilizzando la Bibbia nello stesso modo degli inquisitori del passato, "condannano a morte" socialmente coloro che non aderiscono alle loro interpretazioni bibliche (cfr. http://www.infotdgeova.it/apo.htm" target="_blank" target="_blank ).

Simili modi strumentali di usare la Bibbia vengono già ora universalmente condannati dalle persone che amano la libertà di pensiero e di coscienza.

Naturalmente coloro che usano la Bibbia in questo modo credono di essere nel giusto, così come lo credevano gli inquisitori cattolici ed i puritani "evangelici" quando condannavano a morte le "streghe".

C'è da augurarsi che venga presto il tempo in cui anche queste persone si rendano conto di come, servendosi in questo modo di quella che ritengono essere "parola di Dio", in realtà calpestano l'umanità, proprio quell'Uomo" che la "parola di Dio, letta nello spirito di Cristo, avrebbe dovuto essere messo prima della "legge". (cfr. Marco 2:27).

Saluti
Achille
--------------------
Link: http://freeforumzone.leonardo.it/discus ... dd=4594825" target="_blank , messaggio del 28/05/2006, inviato alle 18.31
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agabo
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Messaggio da agabo »

Mi pare che si continui a girare largo attorno alla vera questione, cioè alla pretesa della Chiesa cattolica di ingerire nelle cose dello Stato fino al punto di condizionare politicamente la società.

Nessun dubbio che la Bibbia non la escluda, ma che nemmeno la legittimi in perpetuo, la pena di morte. Ma noi continiuamo a confondere i reati comuni con quelli ideologici e i cosiddetti "reati di opinione".
La Bibbia condanna senz'altro i reati comuni. Inoltre, i governi di questo mondo, fanno bene a perseguire coloro che commettono reati ideologici come quelli razziali, quelli contro gli omosessuali ecc. In alcuni Stati sono perseguite anche certe ideologie come il nazismo. Ma tutto questo non ha niente a che fare con i cosiddetti "reati di opinione": una persona non può e non deve essere perseguita legalmente o in altro modo a causa delle sue convinzioni religiose, sempre che non leda la libertà e la sicurezza altrui.

Nel passato, la Chiesa cattolica ha perseguitato tutti quelli che avevano una concezione religiosa diversa dalla sua, compresi alcuni eminenti personaggi della stessa chiesa cattolica, come Girolamo Savonarola, il quale finì impiccato e abbruciacchiato pubblicamente. La scusa adottata fu sempre che costoro erano dei perturbatori del consesso sociale; e una scusa dovevano pur presentarla per coprire ragioni ben più importanti relativi alle pretese egemoniche della chiesa, non sempre spirituali, molto spesso, invece, politiche e terrene. Spesso cardinali e papi provenivano da famiglie potenti che, non contando molto sul piano sociale, aspiravano ad una carica ecclesiastica per concretizzare le loro vili aspirazioni. Di esempi la storia ne mostra a iosa...

Oggi le cose sono forse cambiate? Si, ma meno di quanto si pensi. Le persecuzioni sono perpretate sul piano politico, di costume e su quello sociale: discriminazioni sulla donna, ingerenza sulla malattia e il diritto di cura, sulla libertà sessuale, sui costumi e sulla cultura ... in quest'ultima rientra anche il "veto" (tra virgolette, per il momento) di far proiettare "Agorà" nelle sale cinematografiche italiane (in altri Paesi se ne sono infischiati).

Ripeto, perchè non si possa ancora giocare sugli equivoci: perseguitare qualcuno per le sue idee religiose è un reato. Il reo vero non è chi professa una religione cosiddetta cristiana-non-cattolica, ma chi usa mezzi coercitivi, non importa quali, contro chi non segue la religione dominante di un paese. Molti cattolici gridano, giustamente, alla persecuzione religiosa in Cina e in certi paesi musulmani, ma la stessa chiesa cattolica inibisce la libertà di espressione di chi la pensa diversamente nel nostro paese e non si limita ad apostrafare i suoi membri ma cerca di obbligare tutti, indipendentemente dalla religione professata, atei compresi, ad adeguarsi alla propria politica. Dal tempo de "Il Nome della rosa", passando da "Il Codice da Vinci" ecc. la chiesa ha imparato e non intende più essere presa alla sprovvista ... dopo le polemiche passate, oggi cerca di prevenirne altre che potrebbero indebolirla sul piano culturale ed oltre.
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Per Achille !

Messaggio da Cristianalibera »

Scusami, ti avevo fatto una domanda ben specifica cioè "quale secondo te sono le cose tra i primi cristiani che tu oggi definisci barbariche?"Alla quale tu ancora non mi dai una risposta soddisfacente.

Non so sinceramente cosa serva tutta sta sfilza di scritture tratte dall 'ANTICO TESTAMENTO che tra l'altro possono essere servite anche a certi fondamentalisti protestanti nella caccia alle streghe.
La mia domanda era un'altra.
:boh:

Se poi ti volevi semplicemente collegare a quel termine per far vedere che certe barbarie non venivano compiute solo dagli inquisitori cattolici ma anche in campo protestante, sappi caro Achille che IO da protestante e da CRISTIANA LIBERA non cercherei mai con presunta logica e con morale filosofica scusare certi atti barbariche compiuti da CATTOLICI O PROTESTANTI che siano IO al contrario dei tuoi colleghi cattolici li condanno entrambi :lingua:


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Messaggio da Achille »

Cristianalibera ha scritto:Scusami, ti avevo fatto una domanda ben specifica cioè "quale secondo te sono le cose tra i primi cristiani che tu oggi definisci barbariche?"Alla quale tu ancora non mi dai una risposta soddisfacente.

Non so sinceramente cosa serva tutta sta sfilza di scritture tratte dall 'ANTICO TESTAMENTO che tra l'altro possono essere servite anche a certi fondamentalisti protestanti nella caccia alle streghe.
La mia domanda era un'altra.
Io ho parlato genericamente di comportamenti che oggi definiremmo barbarici. Che abbia attribuito tali comportamenti ai cristiani delle origini è una tua deduzione ma non è quello che io ho scritto. Nel VT ci sono diversi episodi in cui "uomini di fede" hanno compiuto azioni che oggi definiremmo barbariche. Nel NT le cose sono cambiate, anche perché i cristiani non erano più una nazione distinta con delle leggi e un governo proprio, come lo era la nazione di Israele. Se i cristiani delle origni fossero stati molto più numerosi ed organizzati nello stesso modo, come nazione autonoma, nulla esclude che avrebbero anch'essi continuato ad applicare la pena di morte. Secondo la cultura predominante anche in ambito cristiano, difatti, la pena di morte, o anche cose come la schiavitù, erano ritenute legittime.

E difatti, quando certe comunità cristiane hanno in seguito cercato di organizzarsi in senso politico, illudendosi magari di ricreare una "Nuova Gerusalemme", hanno applicato con molto zelo i principi desunti dalle Scritture - specialmente del VT - secondo cui era lecito uccidere e perseguitare gli "infedeli" e gli "eretici". E lo facevano con la consapevolezza di fare una cosa giusta.
Non sto parlando dei primi cristiani, ma di gruppi organizzati che vennero in seguito, quando il numero dei convertiti alla nuova fede permetteva a queste comunità di avere una loro struttura organizzata anche politicamente.
Non parlo solo dei cattolici ma anche di altre comunità, come i Calvinisti, i Luterani, i Puritani, gli Anabattisti...
Erano tutti convinti di agire a maggior gloria di Dio, anche quando uccidevano gli "eretici" - Calvino fece arrostire vivo Serveto, torturandolo a fuoco lento per cinque ore - facevano massacrare i contadini (Lutero), o impiccavano Quaccheri e streghe (Puritani).

Achille
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Messaggio da Cristianalibera »

Per Achille:

Tu avevi scritto:
"Sto solo dicendo che secondo la cultura del passato, certe cose che oggi riteniamo barbare ed assolutamante inaccettabili, erano invece considerate del tutto normali. E questo vale anche e specialmente per certe figure bibliche di spicco e per diversi episodi riportati nelle Sacre Scritture come esempi di condotta "giusta", lecita e doverosa.

Ecco perché io ti avevo chiesto se tu ti ricordi disposizioni tra i primi cristiani che erano barbariche, a me non sembra e a te?
Perciò sarebbe inutili di fare riferimento a qualche personaggio biblico non cristiano per cercare di scusare "i cristiani " del medioevo e le loro barbariche azioni.


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Messaggio da polymetis »

Per Clint

“Mah guarda, ognuno ha la sua mentalità ed io non giudico nessuno, ma se ti può consolare molti anni fà ero un mezzo fascistone che stimava hitler ed avevo pure qualche svastica attaccata in camera, sai com'è quando si è giovani e con amici che la pensano in un certo modo si subisce il fascino di chiunque, poi pian piano ho maturato idee diverse, sopratutto studiando la storia..”

Ad lacuni lo studio della storia fa l’effetto contrario. Inoltre non sono mai stato fascista da adolescente perché al liceo classico i fascisti e i leghisti non esistono.

“Infatti se n'è discusso solo blandamente, non si è detto che quell'esplusione non è stata limitata ai colpevoli di certe sommosse o cmq ad una parte degli ebrei alessandrini,”

Perché a differenza di quello che può saltare in mente a noi, maestri di individualismo, la dialettica antica tra parti sociali è una dialettica tra comunità. La tensione non era tra quegli ebrei incendiari e i cristiani, ma tra la comunità ebraica e la comunità cristiana, e la comunità ebraica era, ed era percepita, come una koinonia unitaria, un unico corpus. Espellerli non è stato un atto frutto di un genio maligno, ma qualcosa dettato dalla percezione dell’unità dei loro intenti ed interessi come parte sociale, e non è una cosa isolata infatti, ma pratica comune nel mondo antico. Non si tratta di “quel cattivone di Cirillo”, ma della sociologia e dell’antropologia culturale antica. Ad esempio l’imperatore Claudio, in base ad una medesima percezione, espulse tutti gli Ebrei da Roma. Per fare un parallelo moderno potremmo dire che gli ebrei erano percepiti come noi avvertiremmo la massoneria, cioè una corporazione unica. E la percezione non era sbagliata, non perché fossero ebrei, ma perché ciascun popolo nell’impero quando migrava formava delle piccole enclavi all’interno delle varie città, ed è una prassi attestata l’espulsione di diversi gruppi etnici. In questo caso Cirillo col provvedimento di espulsione ha fatto loro un favore, perché li ha salvati dal linciaggio popolare. E quanto alle razzie delle loro singoghe, non sono imputabili direttamente a Cirillo, ma alla folle che ovviamente se ne approfittò.

“E' vero, non è assolutamente certo che Cirillo fù il mandante, ma è possibile che abbia spianato la strada o sia stato uno di quelli che l'hanno spianata per dare luogo a quell'omicidio.”

E dunque, in dubio pro reo.

“Infatti non è il mio mestiere fare lo storico, mi affido a chi è del mestiere, le fonti prime alle volte posso anche consultarle ma non sempre è possibile”

Per consultare le fonti bisogna sapere le lingue in cui sono scritte: consultare traduzioni non è consultare le fonti, sarebbe come prendere di andare a consultare Dante leggendo la Divina Commedia in tedesco. Per il tipo di dibattiti che interessano gli storici, dov’è l’analisi dei termini impiegati a fare la differenza, lavorare sulle traduzioni è semplicemente impossibile. E, quanto all’affidarsi agli storici del mestiere, è ovviamente una scelta saggia, con l’avvertenza che chi non è a sua volta storico può solo decidere a simpatia da che parte stare, perché non conoscendo né il metodo storiografico né le fonti in discussione, né la storia della critica su quel problema x, non ha idea di quale possa essere l’ideologia e la strategia ermeneutica dietro le fonti manualistiche che legge.

“Lupieri e Filoramo sono entrambi docenti di storia del cristianesimo, ora il fatto che non sia specialisti (cosa che poi non sò perchè non conosco tutto il loro curriculum) non li invalida visto l'ambiente dove lavorano.”

Ma chi ha invalidato qualcosa? Sto solo dicendo che questo campo è talmente settoriale che se vuoi avere dei pareri su argomenti così controversi non puoi rifarti alla consultazione di manuali generici, perché la storia del cristianesimo è lunga XX secoli, bensì devi rifarti a chi studi l’argomento in particolare. Nel caso di Ipazia, devi consultare degli studiosi di storia della filosofia neoplatinica, cosa che infatti ha fatto il sottoscritto sapendo quali erano gli strumenti tecnici da prendere in mano.



Per Veronika

“E questo è una bella cosa e mi mette in uno stato di totale tranquillità, perché cosi tutti noi affidandoci alla filosofia morale possiamo compiere tutti i mali che vogliamo tanto finché la nostra coscienza ( forse maladdestrata) ce la permette non saremo mai colpevoli di nulla”

È ovvio che se fai il male senza sapere che è il male, non sei colpevole di peccato mortale. Qualcosa mi dice che però tu abbia tutti gli strumenti culturali per sapere cosa è giusto e cosa non lo è, ergo il problema non si pone. Forse però, tra 300 anni, si riterrà grazie ad un’evoluzione del diritto, che la vita degli animali è sacra come la nostra, e i nostri discendenti si guarderanno indietro e giudicheranno barbari noi che mangiavamo carne animale. In quel caso tu, sarai guardata con indulgenza, perché la tua cultura non aveva ancora maturato gli strumenti per capire che gli animali hanno diritto a non essere uccisi. Chiaro l’esempio?
Qui non si vuole dimostrare che quegli inquisitori fecero il bene, ma spiegare perché, a causa della visione del mondo che li permeava, non vi fosse la consapevolezza che stavano sbagliando, e che dunque i loro atti non dipendano da malvagità, ma solo da una mancata evoluzione socio-culturale.

Per Agabo

“Ma noi continiuamo a confondere i reati comuni con quelli ideologici e i cosiddetti "reati di opinione".”
Presupponi dei distinguo moderni che non hanno alcun senso nel mondo antico. Se vuoi un parallelo coi reati d’opinione, puoi vedere le autentiche leggi contro la libertà di culto che prescrive la Bibbia, quando ordina di far fuori gli idolatri (cioè gli adoratori di altri dèi), che s’aggirassero nel popolo di Dio.

“Ma tutto questo non ha niente a che fare con i cosiddetti "reati di opinione": una persona non può e non deve essere perseguita legalmente o in altro modo a causa delle sue convinzioni religiose, sempre che non leda la libertà e la sicurezza altrui.”

Come già spiegato il diritto d’opinione e la libertà d’opinione sono categorie moderne. Che sia sbagliato perseguirli è ovvio, che un medioevale sapesse che è sbagliato perseguirli è invece impossibile. Come già detto qualora vi sia coincidenza tra società e religione civile, allora chi è eterodosso mina i fondamenti della comunità, che si basa su questo legame civile-religioso. La tua pretesa che i “reati d’opinione” siano innocenti dipende unicamente dal fatto che, in base ad una concezione post-seicentesca, tu credi che la religione sia un fatto che riguarda solo il singolo, che riguarda la sfera del privato, cioè la coscienza di qualcuno. Ma questo modo di concepire sia la religione sia la sfera del privato è per l’appunto tarda, ed estranea alle epoche che trattiamo. La religione nel mondo antico e nel medioevo non è un’opinione del privato, e non esiste separazione tra mondo civile e mondo religioso: tutta la società era basata, permeata, e scandita dal ritmo della religione. Avere dunque un’idea eretica, non aderire alla religione dello stato in cui ci si trovava, significava minarne i fondamenti, non riconoscere la struttura portante di tutti i legami sociali, la fonte di legittimazione della legge e delle autorità, in sintesi significava disgregare il collante che teneva insieme tutta la comunità. Non esiste la categoria “reati d’opinione” nel mondo antico perché la religione nel mondo antico non è mai semplicemente l’opinione di un privato, ha sempre ricadute pubbliche.

“in quest'ultima rientra anche il "veto" (tra virgolette, per il momento) di far proiettare "Agorà" nelle sale cinematografiche italiane “

Stiamo ancora aspettando la prova che questo veto sia mai stato pronunciato.




Ad maiora
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
Cristianalibera

Messaggio da Cristianalibera »

Per Poly:

"È ovvio che se fai il male senza sapere che è il male, non sei colpevole di peccato mortale. Qualcosa mi dice che però tu abbia tutti gli strumenti culturali per sapere cosa è giusto e cosa non lo è, ergo il problema non si pone. Forse però, tra 300 anni, si riterrà grazie ad un’evoluzione del diritto, che la vita degli animali è sacra come la nostra, e i nostri discendenti si guarderanno indietro e giudicheranno barbari noi che mangiavamo carne animale. In quel caso tu, sarai guardata con indulgenza, perché la tua cultura non aveva ancora maturato gli strumenti per capire che gli animali hanno diritto a non essere uccisi. Chiaro l’esempio?"

Klar wie dicke Klosbruehe poly, scherzo eh...credo che si tratti di un'esempio alquanto infelice.

Qui non si vuole dimostrare che quegli inquisitori fecero il bene, ma spiegare perché, a causa della visione del mondo che li permeava, non vi fosse la consapevolezza che stavano sbagliando, e che dunque i loro atti non dipendano da malvagità, ma solo da una mancata evoluzione socio-culturale.

Il problema però è se parliamo degli inquisitori non parliamo di un pincopallino qualsiasi ma parliamo di persone che agivano su ordine di una persona che si chiami il vicario di Cristo, questo è il problema, caro poly.

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Polymetis scrive:

Messaggio da agabo »

Come già spiegato il diritto d’opinione e la libertà d’opinione sono categorie moderne. Che sia sbagliato perseguirli è ovvio, che un medioevale sapesse che è sbagliato perseguirli è invece impossibile. Come già detto qualora vi sia coincidenza tra società e religione civile, allora chi è eterodosso mina i fondamenti della comunità, che si basa su questo legame civile-religioso. La tua pretesa che i “reati d’opinione” siano innocenti dipende unicamente dal fatto che, in base ad una concezione post-seicentesca, tu credi che la religione sia un fatto che riguarda solo il singolo, che riguarda la sfera del privato, cioè la coscienza di qualcuno. Ma questo modo di concepire sia la religione sia la sfera del privato è per l’appunto tarda, ed estranea alle epoche che trattiamo. La religione nel mondo antico e nel medioevo non è un’opinione del privato, e non esiste separazione tra mondo civile e mondo religioso: tutta la società era basata, permeata, e scandita dal ritmo della religione. Avere dunque un’idea eretica, non aderire alla religione dello stato in cui ci si trovava, significava minarne i fondamenti, non riconoscere la struttura portante di tutti i legami sociali, la fonte di legittimazione della legge e delle autorità, in sintesi significava disgregare il collante che teneva insieme tutta la comunità. Non esiste la categoria “reati d’opinione” nel mondo antico perché la religione nel mondo antico non è mai semplicemente l’opinione di un privato, ha sempre ricadute pubbliche.
Bella accoppiata: revisionismo e relativismo; di questo passo nemmeno Dio potrà giudicare i delitti umani! Erano tutti "figli dei loro tempi"; allora non capivano e oggi li si giustifica! Sarà per questo che molti di loro, stragisti, inquisitori e ammazza-streghe, la Chiesa li ha fatti salire agli onori dell'altare? :boh:
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Messaggio da Trianello »

Cristianalibera ha scritto:
E questo è una bella cosa e mi mette in uno stato di totale tranquillità, perché cosi tutti noi affidandoci alla filosofia morale possiamo compiere tutti i mali che vogliamo tanto finché la nostra coscienza ( forse maladdestrata) ce la permette non saremo mai colpevoli di nulla.
E questo significa proprio che non hai capito nulla di tutto il discorso (forse perché non hai mai frequentato un corso di filosofia morale o letto qualcosa al riguardo). Noi siamo colpevoli di ciò che facciamo sapendo che si tratta di un male. Il far riposare la propria coscienza è in sé una colpa (perché significa volersene fregare di stabilire se determinate cose sono un bene o un male). Ora, se qualcuno non sa qualcosa, questo può dipendere da due motivi: può dipendere da una sua radicale indifferenza verso il vero (e quindi il bene, in quanto vero e bene sono due trascendentali dell'essere), oppure può dipendere da una sua oggettiva impossibilità materiale di conoscere il vero. Nel secondo caso non c'è colpa morale, mentre nel primo sì. E' per questo motivo che i TdG, per esempio, che si fanno morire pur di non farsi trasfondere non hanno colpa, perché loro sono convinti che ciò che fanno sia confacente alla volontà di Dio (e sono nell'impossibilità materiale di sapere che, invece, le cose non stanno così), mentre se io, come cattolico, intrattengo dei rapporti sessuali extra-coniugali, sapendo che ciò è moralmente sbagliato, sono colpevole di tale azione.
E meno male che il buon Giovanni Paolo II vide una possibilità che qualcuno almeno abbia avuto qualche colpa, ma chissà come egli sia arrivato a tutto ciò?
Vedi?, nessuno nega che in diversi casi gli inquisitori abbiano agito probabilmente in malafede e pertanto abbiano commesso delle barbarie non giustificate da quello che era l'insieme delle loro pre-comprensioni. Quello che si cerca di far capire è che noi non siamo necessitati a presupporre la malafede nei suddetti, perché il contesto in cui vivevano può far sì che costoro si siano comportati come si sono comportati agendo in buona fede.
E sbaglia perché nessun UOMO dovrebbe arrogarsi il diritto di decidere chi ha il diritto di vivere e chi no!
Questa è un'affermazione apodittica che non ha grossa consistenza, e te lo dimostro subito. Se questa proposizione fosse valida come legge morale di carattere universale, infatti, ne dovremmo dedurre che anche uccidere qualcuno per legittima difesa sia sbagliato, con tutti gli assurdi che una tale cosa comporterebbe a livello di morale individuale, di etica sociale e di filosofia del diritto.

Agabo ha scritto:
Bella accoppiata: revisionismo e relativismo;
Ha scritto Sofia Vanni Rovighi (rifacendosi ad una considerazione di Stevenson, se non ricordo male) che un modo molto semplice per evitare di pensare è etichettare le cose con dei termini che hanno cattiva stampa. Questo a prescindere dal fatto che il termine “relativismo” non ha nulla a che fare con quanto noi stiamo qui sostenendo. Qui infatti non stiamo dicendo che i valori morali siano relativi, ma che la percezione dei medesimi (pur nella loro obbiettività) varia da contesto a contesto. La teoria della gravitazione universale era “vera” anche prima che Newton la formulasse, ma coloro che vissero prima di lui non lo sapevano e non potevano saperlo. Questo non significa che prima di Newton tutti fossero idioti, ma, più semplicemente, che tutti vissero in un contesto in cui tale teoria non era ancora stata formulata, per cui nessuno poteva conoscerne la verità. La stessa cosa vale per le questioni morali.
Ti faccio un esempio. Noi consideriamo l'antropofagia un abominio e non tolleriamo né forme di endocannibalismo che di esocannibilismo. Ci sono culture che hanno praticato o che praticano su vasta scala entrambe le forme di cannibalismo. Gli appartenenti a queste culture sono tutti dei “mostri”? No, semplicemente costoro non hanno la percezione del fatto che la legge naturale ci induce a rispettare i corpi dei defunti in una maniera tale che è ingiusto nutrirsene (questo a prescindere dalla motivazione per cui lo si fa, salvo situazioni estreme, ovviamente). Ora, in parecchie culture, invece, in particolare l'endocannibalismo viene vissuto, al contrario, come una forma di supremo rispetto verso i defunti, per cui coloro che lo praticano sono convintissimi di star facendo una cosa giusta. Questo cosa significa? Significa forse che l'endocannibalismo è giusto o ingiusto a seconda dei contesti (relativismo)? No, significa che ci sono dei contesti in cui gli individui non hanno la possibilità materiale di sapere che il cannibalismo è in sé sbagliato e, pertanto, questo non gli è imputabile come colpa morale (contestualismo).
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Messaggio da agabo »

Ha scritto Sofia Vanni Rovighi (rifacendosi ad una considerazione di Stevenson, se non ricordo male) che un modo molto semplice per evitare di pensare è etichettare le cose con dei termini che hanno cattiva stampa. Questo a prescindere dal fatto che il termine “relativismo” non ha nulla a che fare con quanto noi stiamo qui sostenendo. Qui infatti non stiamo dicendo che i valori morali siano relativi, ma che la percezione dei medesimi (pur nella loro obbiettività) varia da contesto a contesto. La teoria della gravitazione universale era “vera” anche prima che Newton la formulasse, ma coloro che vissero prima di lui non lo sapevano e non potevano saperlo. Questo non significa che prima di Newton tutti fossero idioti, ma, più semplicemente, che tutti vissero in un contesto in cui tale teoria non era ancora stata formulata, per cui nessuno poteva conoscerne la verità. La stessa cosa vale per le questioni morali.
Ti faccio un esempio. Noi consideriamo l'antropofagia un abominio e non tolleriamo né forme di endocannibalismo che di esocannibilismo. Ci sono culture che hanno praticato o che praticano su vasta scala entrambe le forme di cannibalismo. Gli appartenenti a queste culture sono tutti dei “mostri”? No, semplicemente costoro non hanno la percezione del fatto che la legge naturale ci induce a rispettare i corpi dei defunti in una maniera tale che è ingiusto nutrirsene (questo a prescindere dalla motivazione per cui lo si fa, salvo situazioni estreme, ovviamente). Ora, in parecchie culture, invece, in particolare l'endocannibalismo viene vissuto, al contrario, come una forma di supremo rispetto verso i defunti, per cui coloro che lo praticano sono convintissimi di star facendo una cosa giusta. Questo cosa significa? Significa forse che l'endocannibalismo è giusto o ingiusto a seconda dei contesti (relativismo)? No, significa che ci sono dei contesti in cui gli individui non hanno la possibilità materiale di sapere che il cannibalismo è in sé sbagliato e, pertanto, questo non gli è imputabile come colpa morale (contestualismo).
Dopo questa "lezioncina" ti degneresti di rispondere a due semplici domande?

1a. Le persecuzioni religiose e, soprattutto, i metodi punitivi della chiesa nei secoli sono oggi "moralmente" giustificabili?
2a. Alla luce degli insegnamenti di Gesù Cristo, secondo la comprensione cattolica odierna, i suddetti comportamenti della Chiesa possono essere definiti "cristiani"?
"Come può uno scoglio arginare il mare? Anche se non voglio torno già a volare..." - Mogol
predestinato74

Messaggio da predestinato74 »

Trianello ha scritto:
Cristianalibera: E meno male che il buon Giovanni Paolo II vide una possibilità che qualcuno almeno abbia avuto qualche colpa, ma chissà come egli sia arrivato a tutto ciò?
Vedi?, nessuno nega che in diversi casi gli inquisitori abbiano agito probabilmente in malafede e pertanto abbiano commesso delle barbarie non giustificate da quello che era l'insieme delle loro pre-comprensioni.
in effetti da come i media hanno presentato l'evento, si è indotti a pensare che il papa abbia chiesto perdono per l'inquisizione in se stessa e non per le esagarazioni di singoli individui. Così l'avevo recepita anche io :boh:
Cristianalibera

Per Trianello

Messaggio da Cristianalibera »

che scrive:

"E questo significa proprio che non hai capito nulla di tutto il discorso (forse perché non hai mai frequentato un corso di filosofia morale o letto qualcosa al riguardo). Noi siamo colpevoli di ciò che facciamo sapendo che si tratta di un male. Il far riposare la propria coscienza è in sé una colpa (perché significa volersene fregare di stabilire se determinate cose sono un bene o un male)."

Sei tu a questo punto che nonostante che hai frequentato chissà quanti corsi di filosofia hai capito niente di qello che io ho detto, tu da dove lo deduci che io intendevo far riposare la coscienza?


Veronika
predestinato74

per Cristianalibera

Messaggio da predestinato74 »

se non errro fai parte della Chiesa luterana, quindi una Chiesa che ha vissuto quel periodo, come spiegano i luterani le cacce alle streghe, inquisizioni e quant'altro? si dice semplicemente che ai tempi si sbagliava e si tradiva la Bibbia o vi sono delle attenuanti?

:ciao:
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ClintEastwood
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Messaggio da ClintEastwood »

X Trianello
"Nell'Introduzione al Cristianesimo Antico (il manuale su cui hanno studiato generazioni di studenti universitari) non esprime nessuna opinione in merito ad un eventuale coinvolgimento diretto o indiretto di Cirillo nella morte di Ipazia (se non ricordo male). "
Si tratta di un semplice libretto, peraltro su certi aspetti anche datato, ma comunque molto pacato e meno critico rispetto a quello di Filoramo, e non parla di Cirillo come mandante dell'omicidio di Ipazia, ma come persona durissima con pagani ed ebrei, tanto per aggiungere un'altro storico alla schiera di quelli che non negano le violenze del patriarca. La ricerca su questo personaggio non può certo esaurirsi in un libretto da 250 pagine, che peraltro è un'introduzione.

Non mi hanno ancora risposto ne Filoramo ne Lupieri ai quali ho mandato una e-mail per sapere cosa ne pensano di Damascio.

"quello di Lupieri (che, se non ricordo male, è cattolico) sono le origini cristiane, "
Sarà anche cattolico ma nel libro di Filoramo descrive un cristianesimo antico senza paraocchi e pregiudizi e non molto in sintonia con le credenze cattoliche, parla di chiese e non di grande chiesa, inutile dire che lo condivida ma non credo sia così per molti cattolici.



X Polymetis
"Ad lacuni lo studio della storia fa l’effetto contrario. "
Si ed in effetti l'ho capito bene da questo thread.
"Ad esempio l’imperatore Claudio, in base ad una medesima percezione, espulse tutti gli Ebrei da Roma."
Certo, difatti l'episodio di Alessandria non è certo il solo, ce ne sono stati anche di più cruenti come quello di Adriano secoli prima, ma resta il fatto che non è giustificabile un'atto simile quando potevano essere colpiti solo i responsabili o comunque i sospettati. Poi non è tutta quà la storia, perchè scontri tra ebrei e cristiani ve ne sono stati diversi in più episodi, spesso le sinagoghe erano oggetto di vandalismo, grazie a quell' onda antigiudaica che nei primi secoli ha attraversato la storia dell'impero e che molti padri hanno coltivato ed alimentato.

"In questo caso Cirillo col provvedimento di espulsione ha fatto loro un favore, perché li ha salvati dal linciaggio popolare."
Questi sono punti di vista, il popolo di Alessandria nel IV secolo era in gran parte cristiano, e il patriarca era proprio la guida che avrebbe dovuto orientare il comportamento civile, o per lo meno, frenare eccessi di fanatismo, invece ha solo alimentato odio. A prescindere che tra gli ebrei ci fossero fanatici, è innegabile la brutalità di Cirillo.
"Sto solo dicendo che questo campo è talmente settoriale che se vuoi avere dei pareri su argomenti così controversi non puoi rifarti alla consultazione di manuali generici, perché la storia del cristianesimo è lunga XX secoli, bensì devi rifarti a chi studi l’argomento in particolare. Nel caso di Ipazia, devi consultare degli studiosi di storia della filosofia neoplatinica, cosa che infatti ha fatto il sottoscritto sapendo quali erano gli strumenti tecnici da prendere in mano."
Non basta certo la tua indagine personale ad invalidare Damascio, ma il consenso della maggioranza di studiosi che hanno approfondito a lungo l'argomento; già qualche giorno fà hai scritto che Damascio non è affidabile perchè aveva il dente avvelenato contro i cristiani, ma questo non è argomento sufficente per dichiarare che mente. Detto questo non ho sentito nessun nome ancora, oppure me lo sono perso, di storici specifici e di volumi di suddetti che trattano l'argomento, rimango in attesa.

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Messaggio da Trianello »

Cristianalibera ha scritto:
Sei tu a questo punto che nonostante che hai frequentato chissà quanti corsi di filosofia hai capito niente di qello che io ho detto, tu da dove lo deduci che io intendevo far riposare la coscienza?
Guarda che avevo capito benissimo il senso ironico del tuo commento ed è a questo che ho replicato. Scrivendo infatti:

“E questo è una bella cosa e mi mette in uno stato di totale tranquillità, perché cosi tutti noi affidandoci alla filosofia morale possiamo compiere tutti i mali che vogliamo tanto finché la nostra coscienza ( forse maladdestrata) ce la permette non saremo mai colpevoli di nulla.”

volevi dire che, se le cose stanno così, allora un cattolico può stare tranquillo, tanto può fare quello che vuole, se si trova in uno stato di falsa coscienza, infatti, nulla gli sarà imputato. Ed io ti ho replicato che le cose non stanno così, perché questo sarebbe indizio di un atteggiamento di pigrizia intellettuale ed etica e, pertanto, in sé peccaminoso (ed un cattolico lo sa).

Agabo ha scritto:
1a. Le persecuzioni religiose e, soprattutto, i metodi punitivi della chiesa nei secoli sono oggi "moralmente" giustificabili?
Almeno in parte, ovviamente, sì. Tanto che non ripugna alla ragione (per usare un'espressione cara agli scolastici) che qualcuno abbia torturato e bruciato eretici e lo abbia fatto in buona fede.
2a. Alla luce degli insegnamenti di Gesù Cristo, secondo la comprensione cattolica odierna, i suddetti comportamenti della Chiesa possono essere definiti "cristiani"?
Questa domanda è inficiata da un errore logico. E' un po' come se mi domandassi se in base alla mia esperienza di accanito bevitore (oltre che una “mezza cartuccia”, come avesti un tempo a designarmi), un litro di rosso è più lungo di un litro di bianco.
Bisogna contestualizzare la questione. Ora, partendo dal presupposto che (per la teologia cattolica) è nella sequela esplicita o implicita di Cristo chiunque ami la verità, nella misura in cui la conosce, se gli inquisitori hanno agito perché credevano veramente che gli eretici impenitenti fossero dei pericolosissimi criminali (il che, in base al contesto culturale in cui si trovarono a vivere, è assolutamente plausibile), allora hanno agito per amore della verità in cui credevano, per cui hanno agito “cristianamente”, anche se hanno fatto qualcosa che ad un cristiano dei nostri giorni sarebbe impossibile concepire e fare.
Per tornare all'esempio dei cannibali, questi andranno tutti all'inferno (o, per stare a quanto credi tu, non saranno riportati in vita nel giorno del giudizio) perché hanno mangiato in vita carne umana, spesso procurandosela uccidendo di guerrieri nemici? Dipende tutto dal perché lo hanno fatto. Per esempio, almeno nel caso dell'endo-cannibalismo possiamo essere certi che chi lo ha praticato o lo pratica lo fa in buona fede, come una forma di rispetto verso i defunto (lo fa perché, questo è quello che si crede in molti contesti, altrimenti la sua anima non potrà essere libera o perché questa non si perda con la sua morte, ma possa continuare a vivere grazie e nei suoi discendenti). Allora, come cristiani che dobbiamo dire di ciò? Dobbiamo dire che il cannibalismo è sbagliato in sé, ma che tutti coloro che vissero o vivono in culture dove questo è considerato cosa buona e giusta non sono condannabili per essere stati o essere dei cannibali nella misura in cui lo sono stati o lo sono in buona fede (perché, in questi contesti culturali, è plausibile che qualcuno possa nutrirsi di carne umana in perfetta buona fede).



Clint ha scritto:
La ricerca su questo personaggio non può certo esaurirsi in un libretto da 250 pagine, che peraltro è un'introduzione.
Ovviamente, ma sei tu ad averlo tirato in ballo.
Sarà anche cattolico ma nel libro di Filoramo descrive un cristianesimo antico senza paraocchi e pregiudizi e non molto in sintonia con le credenze cattoliche,
Forse dovresti leggerti un manuale di ecclesiologia, perché quanto sostiene il Nostro nel manuale citato (anche questo una semplice introduzione) non contrasta con quanto sostenuto a livello teologico dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.
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X Trianello
"Ed io ti ho replicato che le cose non stanno così, perché questo sarebbe indizio di un atteggiamento di pigrizia intellettuale ed etica e, pertanto, in sé peccaminoso (ed un cattolico lo sa)."
Posso rigirare questo tuo monito agli stessi inquisitori, nati sì in quella cultura, ma liberi di fare una loro ricerca personale alla luce del Vangelo e guidata dai sentimenti, e forse sarebbero giunti a conclusioni diverse; non mi si dica che il contesto non lo permetteva, francescani e valdesi l'hanno fatto ed erano tutt'altro che sanguinari.

Questo treadh è diventato un tribunale di avvocati del diavolo in difesa di criminali belli e buoni, rimango sconcertato, e con le stesse strategie difensive io potrei difendere benissimo le atrocità naziste, erano nati in quel tempo e sedotti dai gerarchi, non ne avevano colpa. In realtà, proprio molte Ss che aprirono gli occhi di fronte a quegli orrori, si suicidavano perchè non riuscivano a reggere, stessa cosa potrei rapportarla agli avvenimenti dell'inquisizione.
"se gli inquisitori hanno agito perché credevano veramente che gli eretici impenitenti fossero dei pericolosissimi criminali"
Come sopra, te la rigiro per il terzo reich, i tedeschi vedevano negli ebrei dei criminali ed un pericolo per la società, giustificabili?
"Per tornare all'esempio dei cannibali, questi andranno tutti all'inferno (o, per stare a quanto credi tu, non saranno riportati in vita nel giorno del giudizio) perché hanno mangiato in vita carne umana, spesso procurandosela uccidendo di guerrieri nemici? "
Hai fatto un esempio tra una civiltà primitiva ed una civiltà superiore, antropologicamente quindi molto differenti, e paragonando atti rituali su persone già morte (riferendomi ai rituali in onore dei defunti, non tanto ai bottini di guerra come era in uso presso i Mundurucù) con atti cruenti su persone vive, non sò quanto possa reggere. Inoltre si stà già portando la discussione sul piano metafisico della dannazione o meno, questo è un discorso apparte, direi invece di rimanere coi piedi quaggiù e analizzare i fatti svolti in "carne e ossa", onde evitare svincoli che possono portare a giustificare tutto.

"Forse dovresti leggerti un manuale di ecclesiologia, perché quanto sostiene il Nostro nel manuale citato (anche questo una semplice introduzione) non contrasta con quanto sostenuto a livello teologico dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa."
La ricerca seria laica ed imparziale della storia della chiesa ha sempre mostrato un cristianesimo ben diverso da quello propinato dalle confessioni istituite.


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