Mauro1971 ha scritto:
Questo è vero. E' il punto più delicato, nel senso che non si sa bene cosa sia successo.
La non conoscenza però non sottointende di per se un intervento esterno.
C'è sempre un elemento da tenere da conto. MILIONI DI ANNI. Decine, centinaia, non siusciamo ad immaginare cosa questo possa comportare, minimamente, almeno noi non abituati ad avere la mente sempre proittata in lunghezze simile.
Ecco perchè ci sembrano "impossibili" certe cose, ma poi se ci si va a fondo si trova che è molto più probabile di quanto potesse sembrare.
Ovviamente non ci sono prove fossili di quel lontanissimo periodo, ma la scienza è sempre in evoluzione ed in crescita, quindi sono ottimista sul fatto che arriveranno risposte molto più precise.
Ma guarda che la vita è nata relativamente "subito".
Praticamente a ridosso della presunta datazione di formazione dei componenti organici necessari alla vita.
Le prime forme di vita procariote erano già qualcosa di estremamente complesso.
Io poi non ho parlato di impossibilità, ho parlato di meccanismi catalizzatori che, secondo me sfuggono ancora alle teorie darwiniane e neo-darwiniane.
Sono ottimista anche io, ma credo che di tale mio ottimismo ne godranno altre generazioni ^^
Fermi no... già solo l'aver dimostrato che da materiale inorganico si può formare naturalmente i mottoncini essenziali per la vita... beh, è un bel passo avanti. Chissà tra 50 o tra 100 anni cosa si conoscerà.
Tremendamente fermi invece..
Sono stati formati in laboratorio una manciata di molecole organiche... lo 0,1% di ciò che compone un organismo vivente.
Secondo me i passi in avanti maggiori li stanno facendo con le ipotesi, prima ancora che con le sperimentazioni empiriche.
Il problema non sono gli amminoacidi o i lipidi o qualche zucchero, ma ciò che sta alla base della teoria evolutiva: RNA o qualcosa di simile che lo sostituisca.
L'uomo esulta perchè ha scoperto una cosa successa molti milioni di anni fa. Non è poco.
C'è sempre quel "molti milioni di anni" in mezzo è c0è un meccanismo che assicura che ciò che sopravviva sia estremamente funzionale: ciò che non lo è più degli altri muore.
Mah...sinceramente non mi sembra molto esaltante l'aver scoperto che con qualche spintarella tecnologica le molecole inorganiche vanno a costituire alcune molecole organiche.
Si parla di chimica...
A dare botte a DX e a SX gli atomi di carbonio è ovvio che tendano in un modo o nell'altro ad assumere determinate conformazioni molecolari, ecc...
Trovo assai più strabiliante la scoperta di un nanomotore protonico autoassemblante nella membrana citoplasmatica di una creatura che è a ridosso dell'inizio della vita (non milioni dopo che la vita ha visto la luce).
Il che non mi fa gridare all'ID...perchè non ce n'è la necessità...
Ma mi fa rendere conto del fatto che le teorie più assodate possono avere delle grosse lacune.
...e quanto è in effetti limitata la nostra mente che di fronte a qualcosa di complesso e straordinario prima che cercare di capire come è accaduto, si inginocciano di fronte a qualcosa o qualcuno che deve averlo per forza fatto.
Indipendentemente da come è accaduto, un credente, si può inginocchiare a quel Dio che crede abbia dato l'incipit e tutte le regole affinchè qualcosa di così straordinario possa essere accaduto.
Chi crede non ha bisogno per forza di escludersi l'interrogativo: "come si può essere giunti a questa meraviglia?"
Anche se purtroppo molti credenti lo fanno...e su questio siamo in assoluta sintonia.
C'è solo un piccolo particolare, le convergenze non creano neppure vaghe similitudini nel DNA.
Hai fatto l'esempio dei pipistrelli. Il dna di un pipistrello non ha assolutamente nessuna similitudine con quello di un uccello. L'analisi del DNA è un metodo estremamente preciso, non lascia spazio a congetture o angoli oscuri.
Non esistono in natura due DNA affini che non si possano far risalire ad un antenato comune. Questo nei tempi lunghi (sino a quando si riesce ad estrarre del DNA da qualcosa) come nel nostro presente.
Su questo sei in pieno errore.
Ho specificato SIA fenotipicamente (ali dei pipistrelli, bulbo oculare, ecc...), SIA genotipicamente...vedi emoglobina.
Per ricreare l'emoglobina occorrono i medesimi "mattoni".
Siccome attualmente conosciamo un solo modo per dettare alla cellula quali mattoni usare ed in quale sequenza comporli, l'RNA che da origine all'emoglobina nel tubero ha le medesime basi azotate che descrivono la sequenza corretta per costituire l'emoglobina nell'animale (generalizzo...potevo dire nell'uomo).
Senza congetture e senza angoli oscuri, se fai l'esame del DNA nella sequenza di DNA umano che descrive la sintetizzazione dell'emoglobina lo troverai simile al 95% al DNA del tubero nella sequenza che descrive la sintetizzazione dell'emoglobina.
Ti ho fatto solo un esempio dei tanti.
Penso che i biologi lo sappiano benissimo, e prima di fre certe affermazioni le abbiano molto ben valutate. Meglio di quanto possiamo fare io e te, visto che la loro conoscenza inq uesto campo è sicuramente molto ma molto più ampia ed approfondita.
Sicuramente, è per questo che mi andava di chiarire alcuni punti..
Perchè spesso sembra che basti guardare la percentuale di geni comuni per valutare l'imparentamento tassonomico di due specie...ma non è così.
Ci possono essere fenomeni che sfalsano un po' la lettura dei dati, se li si guarda così.
Veramente semplicemente sopravvive l'individuo che ha una maggiore resistenza, ed il suo dna prolifica.
Le mutazioni sono ancora cose diverse e possono avvenire per svariati motivi, per motivi di semplicità, che comporta anche velocità, basta pensare alle nostre influenze stagionali e come i virus mutino a volte anche all'interno dello stesso anno.
Sono cose che possiamo vedere.
Si ma devi stare attento alla differenza (sto parlando della teoria evolutiva neh..) fra mutazione che genera speciazione...e adattamento all'interno del pool genetico della specie.
Nel caso dei batteri, poi, la questione è particolare poichè è un meccanismo biologico specifico del batterio ad indurre mutazioni mirate per resistere agli attacchi esterni.
Tutt'altra cosa dal concetto evoluzionistico di mutazione casuale.
Questo da te non me lo aspettavo: ERRORISSIMO
Le mutazioni che portano all'evoluzione non sono casuali, ma nascono sulla spinta della necessità, della sopravvivenza. Necessità di doversi adattare soprattutto ad ambienti diversi da quelli originari, soprattutto se i cambiamenti avvengono in tempi lunghi.
Vedi formazione della Rift Valley, savanizzazione della foresta ed i nostri antenati che iniziavano ad allontanarsi dagli alberi ed a camminare sempre di più eretti, non salendo più sugli alberi.
Sbagliato ^^
E' proprio come dico io invece!
E' la mutazione casuale che sta alla base della teoria evoluzionistica.
Le antiche concezioni credevano che gli animali si "trasformassero" per SPORT (tipico l'esempio della giraffa...che si pensava avesse il collo lungo per continui tentativi e relativi stimoli di raggiungere le fronde più alte...).
La svolta della teoria di Darwin era appunto basata sul concetto di mutazione casuale e di relativa selezione.
La mutazione crea nuove specie (cioè con genoma diverso), delle quali sopravvivono e vengono selezionate quelle che hanno fenotipi vantaggiosi mentre si estinguono quelle che hanno fenotipi svantaggiosi.
Prova ad informarti bene, io sono sicuro di aver ragione...scusami la presunzione ;P
Ora a memoria faccio un po' fatica, ma c'era una cosa su delle farfalle in inghilterra ai tempi della rivoluzione industriale che mutarono colore, totalmente, per adattarsi agli alberi che con i residui del carbone erano diventati neri in vaste zone.
Esatto, nn si trattava di una mutazione...ma di "adattamento all'interno del pool genetico".
Cioè la specie era la stessa ma c'erano due alleli che davano il colore alle farfalle.
L'uno recessivo e l'altro dominante.
Più precisamente quello recessivo all'inizio era quello scuro.
Perchè era recessivo? Perchè le farfalle chiare che si appoggiavano ai muri chiari (quando non erano ancora sporcati dall'inquinamento), si mimetizzavano meglio di quelle scure.
Il risultato era che la percentuale di farfalle con fenotipo "chiaro" era superiore a quelle con fenotipo scuro...perchè le prime se la cavavano e si riproducevano di più, le seconde venivano avvistate dagli uccelli e morivano (e quindi il loro genotipo era svantaggiato perchè molte morivano prima di potersi riprodurre).
Con l'avvento della rivoluzione industriale la situazione si è invertita...i predatori hanno sterminato il fenotipo "chiaro", mentre il fenotipo "scuro" ha avuto la possibilità di riprodursi.
In tal modo la popolazione di quella specie di farfalle ha visto il genotipo/fenotipo "scuro" divenire dominante.
Ripeto, siamo sempre all'interno del pool genetico della stessa specie.
Non c'è nè mutazione nè speciazione.
Beh... per ora si, oer ora :D
Mah, speriamo che sia la strada giusta! Ciao! Buona notte! ;)