IL GENITORE TESTIMONE DI GEOVA NON DEVE INDOTTRINARE IL FIGLIO - Cass. 9546/12 - di Ilaria Bedeschi

In questo spazio si discute di argomenti di vario genere relativi ai Testimoni di Geova e che non sono inclusi nelle altre sezioni

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deliverance1979
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IL GENITORE TESTIMONE DI GEOVA NON DEVE INDOTTRINARE IL FIGLIO - Cass. 9546/12 - di Ilaria Bedeschi

Messaggio da deliverance1979 »

Ho trovato molto interessante questo argomento tratto da una sentenza giudiziaria......e volevo condividerlo con tutti voi e con i TDG che ci leggono, e mentre aspettano la fine di questo sistema di cose che tarda sempre a venire, possono nel frattempo imparare qualcosa ed essere sempre meno ignoranti e grotteschi.....

DIRITTI A DUELLO?

Che la libertà religiosa e di culto siano inalienabili e detentrici di garanzia nazionale e sovranazionale non è questione dubbia. Tuttavia la personalità del diritto deve essere garantita anche dal punto di vista passivo. Questo è il senso della sentenza in esame.

L’articolo 19 della Costituzione dispone che tutti possono professare liberamente la propria fede anche attraverso attività di proselitismo; il successivo articolo 20 stabilisce che le aggregazioni a carattere religioso non possono essere soggette a discriminazione.

Certamente non è questione contesa se i genitori debbano essere sottoposti a limitazioni in ordine alla personale sfera religiosa; lo saranno nella misura in cui aggrediranno il limite del buon costume.

Il problema si pone, ed in questo senso sarebbe estendibile ad un’ampia sfera che riguarda le decisioni assunte dagli adulti, se si considera che l’autonomia fondata su libertà e diritti, indiscutibilmente riconosciuti da fenomeni legislativi di livelli differenti, possa in qualche modo andare ad incidere sulla libertà di scelta, di autonomia, di sviluppo e di determinazione del figlio.

La risposta, almeno per quanto riguarda l’ambito religioso, è offerta positivamente dalla sentenza 9546/2012 pronunciata dalla Cassazione.

È manifesto come il giudice si sia trovato di fronte a quella situazione attuale di “interessi confliggenti”, ossia quel frangente in cui, a soggetti legati da un rapporto di dipendenza, è riconosciuto il medesimo diritto (conflitto diverso da quello presente, ad esempio, nella stessa Costituzione, tra diritto alla privacy e libertà di informazione), per cui il primo determina il secondo.

Tuttavia, nota positiva, è il ricorso del giudice, in sede di motivazioni, all’articolo 31 comma 2 della Costituzione.

Il giudice si è accorto che l’infanzia, come situazione distinta e antecedente alla qualifica di figlio, deve essere tutelata. Ed è questa necessità di tutela che obbliga i giudicanti a porre un limite anche ai diritti/doveri che sorgono in capo ai genitori.

Sentenza espansiva che rinforza l’implementazione di quei principi che nella Convenzione dei Diritti del Fanciullo di New York del 1989 prevedono, tra le altre, la libertà religiosa. Libertà che può essere assicurata al fanciullo soltanto attraverso la messa a disposizione della conoscenza di differenti realtà religiose ma non di costrizione alla partecipazione ad esse.

IL CASO

Il Tribunale dichiarava la separazione dei coniugi disponendo l’affidamento del figlio minore in via esclusiva al padre e regolamentando le frequentazioni materne.

La madre impugnava la sentenza, affermando che il motivo discriminatorio ed esautorante, per il quale il minore era stato affidato in via esclusiva al padre, sarebbe stato quello della sua appartenenza alla confessione religiosa dei Testimoni di Geova e deficitando, in sede decisionale, della valutazione compiuta dal C.T.U. rivelatrice della carenza, di entrambi i coniugi, ad un ruolo genitoriale adeguato.

La Corte di Appello riformava la sentenza impugnata, affidando il minore in regime condiviso con prevalente collocazione presso la casa materna ma con un obbligo: non coinvolgere il figlio in nessun modo, diretto o indiretto, nelle attività caratterizzanti la fede dei Testimoni di Geova e disponendo che durante le festività tradizionali o religiose (vietate dalla confessione geovista) il minore restasse con il padre.

Le motivazioni addotte dalla Corte territoriale si sono fondate su principi decisamente innovativi, rilevando che la condotta dei genitori non coincide sempre con il dovere di educazione:

- Entrambi i genitori si sono rivelati problematici rispetto al dovere della genitorialità, ravvisando quindi, nell’affidamento condiviso, una complementarietà tale da poter colmare le lacune personali di ciascun coniuge. Infatti, l’atteggiamento paterno si era dimostrato offensivo e oppressivo nei confronti del figlio. Dal canto suo, la madre, stava pregiudicando la crescita del figlio a causa dell’osservanza anche domestica della sua nuova fede religiosa;



- Entrambi i genitori avevano deciso di battezzare il figlio, in ragione dell’iniziale idea di avviare una educazione cattolica. Solo dopo la separazione, il figlio era stato introdotto in una realtà totalmente nuova, che lo allontanava dalla vita sino ad allora condotta, a causa delle restrizioni imposte dalla religione seguita dalla madre;



- Solo tramite la normativa nazionale ed internazionale si sarebbe potuto risolvere il conflitto nascente tra il diritto del genitore all’educazione ed il diritto del figlio ad essere rispettato nella sua fase evolutiva, di maturazione e di formazione della personalità;

La madre impugnava in Cassazione la decisione della Corte di Appello censurando unicamente il divieto imposto dal giudice relativo al dovere di astenersi dal coinvolgimento del figlio nella propria scelta religiosa sostenendo che il giudice, in sede di disposizioni ex. art. 155 del cod. civ., non possa limitare le scelte educative dei genitori che in questo caso si ripropongono nella libertà di culto. Sarebbe dunque ingiusto, a parere della madre, il divieto posto dal giudice in ordine ai suoi diritti di genitore rilevando, poi, l’ancillare compressione del suo diritto di professare liberamente la propria religione

DECISIONE

La Cassazione respinge il ricorso. Motiva la decisione spiegando che l’articolo 155 cod. civ. consente al giudice di adottare i provvedimenti necessari a garantire il migliore interesse del fanciullo, anche se con il collasso del contenuto degli articoli 30 Cost. e 147 cod.civ..

Dovere del giudice è assicurarsi l’assenza di fattori che possano incidere sulla salute psico-fisica del minore e al suo sviluppo, ravvisando questi fattori negativi non già nel movimento religioso dei Testimoni di Geova, ma nelle ripercussioni pregiudizievoli per il figlio derivanti dal tipo di condotta di vita limitativo che l’appartenenza a tale fede impone. Limitativa ancora di più per un bambino che sino a quel momento aveva vissuto in condizioni ed abitudini completamente differenti che gli consentivano di vivere in un contesto maggiormente aperto, caratterizzato da una partecipazione sociale che gli aveva donato un equilibrio, conducibile facilmente alla frantumazione se introdotto nelle nuove modalità imposte dalla religione seguita dalla madre.

Quasi a voler dire che il genitore è obbligato ad educare il figlio, (non si dimentichi che si arriva a scivolare nel terreno dello jus corrigendi) ma lasciando libera la capacità di determinazione del minore. Difatti, è lo stesso codice a disporre che il dovere dei genitori devono trovare limite nelle capacità, nelle inclinazioni e nelle aspirazione del figlio, non viceversa. (il grassetto è mio tanto per mettere il dito sull piaga)

A seguire il PDF della sentenza....

http://www.personaedanno.it/attachments ... azione.pdf

Aiutatemi a dire il caso del povero figlio che ha invece la sfortuna di nascere in una famiglia con tutti e due i genitori TDG e neanche tanto svegli e brillanti mentalmente che oltre alle loro prepotenze teocratiche sono pure forti del sostegno di un'intera congregazione.......altro che che libera determinazione del minore.... :fronte: :fronte: :fronte:
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607Evolved
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Messaggio da 607Evolved »

Chissà che non possa interessare ad Ales73!
Mi spiace non abbia più scritto...

Grazie
evo
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deliverance1979
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Messaggio da deliverance1979 »

Caro evolved, stiamo ampliando la discussione su un'altro tread, se la cosa può interessarti passa a dare un'occhiata.....

https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.p ... 20#p250220
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daniela47
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Messaggio da daniela47 »

Mi pare quasi impossibile per questa madre, che ora ha tra le mani il figlio ubbidire alla sentenza e non tentare di indottrinare il figlio.
Certamente darà ascolto alle maestranze geoviste che la indurranno a far di tutto, magari in maniera meno appariscente, per invischiarlo in qualche modo nel geovismo.
Quando si tratta DEI LORO INTERESSI, i geovisti sarebbero capaci di sfidare anche certe sentenze.
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Muscoril-Matisse
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Messaggio da Muscoril-Matisse »

daniela47 ha scritto:Mi pare quasi impossibile per questa madre, che ora ha tra le mani il figlio ubbidire alla sentenza e non tentare di indottrinare il figlio.
Certamente darà ascolto alle maestranze geoviste che la indurranno a far di tutto, magari in maniera meno appariscente, per invischiarlo in qualche modo nel geovismo.
Quando si tratta DEI LORO INTERESSI, i geovisti sarebbero capaci di sfidare anche certe sentenze.
Carissima,
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deliverance1979
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Messaggio da deliverance1979 »

Ma infatti daniela con questa sentenza e con i commenti che abbiamo affrontato nel tread sull'indottrinamento, abbiamo fatto capire a chi ci legge con chi e cosa hanno a che fare....

Le stesse persone che poi tronfie del loro sapere da 2 soldi pretendono rispetto e libertà di pensiero e di culto, affidandosi alle leggi e costituzioni demoniche di questo mondo per pararsi il c..o, ma a questo punto c'è da chiedere loro...

E Geova dovè in tutto questo? :fronte: :ciuccio: :prega:
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daniela47
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Messaggio da daniela47 »

deliverance1979 ha scritto:Ma infatti daniela con questa sentenza e con i commenti che abbiamo affrontato nel tread sull'indottrinamento, abbiamo fatto capire a chi ci legge con chi e cosa hanno a che fare....

Le stesse persone che poi tronfie del loro sapere da 2 soldi pretendono rispetto e libertà di pensiero e di culto, affidandosi alle leggi e costituzioni demoniche di questo mondo per pararsi il c..o, ma a questo punto c'è da chiedere loro...

E Geova dovè in tutto questo? :fronte: :ciuccio: :prega:
Ben detto ma Geova dov'è in tutto le contorsioni ipocrite e destabilizzanti, di questo GRUPPO ?.
Parlando con mia nipote che esercita la professione di psicologa e che spesso viene chiamata nei tribunali per i casi di affido, mi sono premurata di procurarle materiale da far leggere e valutare che può essere utile nei casi specifici di questa "religione".
Forse chi decide nei tribunali dovrebbe essere maggiormente informato sui TDG.
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