cattivo esempio ha scritto:
Per costruire macchine come quelle serviva innanzitutto la materia prima acciaio o ghisa non il ferro spugnoso che battuto era il massimo ottenibile a quei tempi poi ancora più importante le macchine per ottenere cilindri e pistoni con una sufficiente tenuta data da una buona
precisione di lavorazione e dunque utensili appropriati tutte tecnologie che si sono evolute con estrema lentezza per molti secoli, solo quando
tutte si sono affinate sufficientemente si è arrivati a Newcomen e watt
esempio: l' uso del carbone minerale al posto del carbone di legna produce temperature più alte......
Tutte balle. Come ho scritto (e non ho fatto altro che riportare il pensiero di gente ben piú competente di me) io ho solo detto che la civlltà ellenistica aveva le conoscenze di base per giungere ben piú in là di dove sia giunta. Tanto che ci si meraviglia che non vi sia giunta, e non si riesce a spiegarlo, se non ricorrendo al sistema macro-economico (ovverossia a base schiavistica) del tempo. Che i Greci potessero giungere alla macchina a vapore di Watt, non si può affermare, perché la storia non si fa con i se. Difatto avevano i mezzi per costruire qualcosa di analogo, che cosa nessuno lo sa, né lo potrebbe immaginare, ma le loro conoscenze teoriche a tanto potevano arrivare, almeno per chi conosce i testi scientifici greci del tempo, fondamentali nella scienza occidentale nel medioevo e ben oltre, e se ne sbatte di chi pone paragoni anacronistici, come se gli antichi Greci avessero potuto pervenire alla luna, utilizzando magari le teorie degli scienziati del ’900. Non si tratta di fare qui un paragone del moderno e dell’antico, ma semplicemente di riconoscere che quell’antico era molto avanzato, e che, come anche nelle scienze umane, le sue riscoperte sono a volte sconvolgenti. A questo mirava il mio discorso, e certo non voleva indugiare su un particolare collaterale di nessun conto in questo thread, su cui qualcuno, privo di ogni conoscenza di base antichistica, che lo contraddirebbe platealmente, ironizza, perché altro non ha dimostrato di saper fare. Salvo informarsi sommariamente su Wikipedia (chiaro come il sole d’agosto) su chi fosse Raffaele Cantarella. Si dà però il caso che io, il Cantarella, e parecchi altri, li abbia letti, e a fondo, e non mi sia limitato ad informarmi su di essi. E che quindi sappia quel che hanno scritto, che è assai comodo liquidare con la frase: era solo un ellenista: niente di piú errato perché questa gente leggeva montagne di libri, e, si può dire, ogni rigo che scrivevano era documentato da una precedente lettura: vale a dire che quando Cantarella, ed altri, parlavano di Eratostene, non riferivano il loro pensiero, ma quello che avevano letto, in studi specialistici e scientifici. Mi rendo ben conto che agli insipienti che non hanno nessun contatto con la letteratura ciò suoni stonato, ma cosi è, e se loro l’ignorano, nella loro ignoranza, non so che farci. Quindi continuo ad attendere dimostrazioni delle capacità degli antichi greci; ma per ottenerle non basta dire che il carbone minerale al posto del carbone a legna ottiene temperature piú alte: questo, oggi, lo sanno anche i sassi. Ma per sapere quel che ne sapevano gli antichi - e ne sapevano tanto che nemmeno ci immaginiamo – occorre conoscere e leggere tutto quel che ne hanno scritto – e ne hanno scritto, e davvero tanto – sicché nessuna persona, con un minimo di buon senso, e soprattutto con una abissale ignoranza di base di queste nozioni, si lancerebbe in giudizi avventati e irriverenti, poi puntualmente smentiti dalle testimonianze antiche. L’alternativa è affidarci a coloro che negano tutto, l’accademia in primis, per partito preso, e senza alcuna solida o addirittura minima conoscenza di base, che rivela anche in questi ultimi post tutta la sua superficialità. Se a voi sta bene, a me no. Il mondo è bello perché vario e libero; e, aggiungerei, parecchio stupido. Morale della favola
Cantarella, che ha letto caterve di pubblicazioni di tutte le risme, incluse quelle scientifiche, ha detto delle «boiate» ed è un’insipente.
Cattivo esempio, che legge l’internet, perché altro non ha saputo esprimere, è un genio. Mi si perdonerà se io penso il contrario.