Sulla strada di Mosè....
Moderatore: nelly24
Sulla strada di Mosè....
Il deserto
la prova , la tentazione e la missione
riflesioni di viaggio verso Petra
Nel viaggio che abbiamo percorso da Amman verso Petra di circa 250 km di deserto ho ripensato all'ultima parte del viaggio che sicuramente Mosè percorse con il suo popolo ed era la prima volta che mi trovavo in una zona scarsamente abitata.
Un deserto particolare non di sola sabbia ed infinito come normalmente si pensa a quello del Sahara ma formato invece da una serie di zone pianeggianti a volte sassose con leggere colline. Non era un deserto morto, disabitato ma con alcune abitazioni lungo la strada e qualche piccola zona verde dove forse c'era acqua a sufficienza per bagnare però poche piante.
Fra i miei pensieri mi erano pertanto venute alla mente le parole citate nel titolo poichè nell'ambito della Bibbia rivestono insieme un significato molto importante.
In particolare da sempre il deserto, arido, senza vita e vegetazione ha sempre assunto nella Bibbia il significato di ciò che Dio non ha benedetto ed abitato da demoni. Una terra difficile e pericolosa; in pratica la nostra vita non scevra spesso di delusioni e difficoltà di ogni genere.
Questo deserto riferito però anche all'area geografica nella quale ero, non è sconfinato e quasi impossibile da attraversare come il Sahara ma presente tra territori limitrofi vivibili come il deserto del Sinai, del Negeb in Israele e soprattutto questo deserto Giordano ai confini con Israele.
Difficoltà quindi non insormontabili e che se abbiamo costanza e fede nella vita, sono superabili.
Ovviamente parlando di deserto ritorna alla mente l'esodo degli ebrei nel deserto del Sinai dove in un periodo di 40 anni errarono in attesa di trovare la terra promessa.
In pratica Dio aveva salvato il popolo ebraico dalla schiavitù ma come avviene anche oggi con noi Dio ci offre dei doni ma ci mette sempre alla prova se siamo in grado di meritarceli con un continuo conflitto interiore per raggiungere una coerenza cristiana nei nostri pensieri e nei nostri atti.
Il tempo passa ma l'uomo rimane disgraziatamente sempre lo stesso dove anche noi continuiamo, nel “deserto” delle nostre difficoltà quotidiane sempre a chiedere, principalmente salute e beni materiali, pronti ad inveire o dubitare come gli ebrei di un tempo se rimaniamo in difficoltà.
Un fede labile che dobbiamo accrescere poiché Dio ci è sempre fedele senza mai abbandonarci in ogni circostanza come avvenne per la manna e per la fonte d'acqua fatta trovare da Mosè nei pressi di Petra.
A cosa si contrappone questa speranza e questa fede? La tentazione.
La tentazione di “cambiare strada”, di non fidarsi più e quindi di rinnegare Dio dubitando di Lui appena non vediamo, appena non assistiamo, ad eventi più o meno straordinari che possano cambiare la nostra vita.
Cosa c'è di diverso di noi dagli ebrei di un tempo? Niente.
Questo deserto, questo “cammino” rappresenta pertanto anche per un cristiano una prova e il segno della “missione” che deve compiere in mezzo agli altri allontanandosi dalle tentazioni del demonio, vivendo sempre nella fede e nella speranza di non rimanere mai soli.
Sul tema della “missione” volevo aggiungere però un commento relativo a questa esperienza.
In questa parte del deserto quasi sicuramente attraversato da Mosè ho trovato lungo il percorso delle piccole abitazioni completamente recintate con un rigoglioso giardino all'interno.
Mi sono poi ricordato che questo deserto è ricco di fosfati, quindi molto fertile e bastava pertanto una piccola e forse insignificante sorgente d'acqua per far crescere la vita
Cosa mi ha suggerito allora tutto questo ?
La missione di un cristiano è anche quella di portare umilmente in questo “deserto” anche al prossimo desideroso e "fertile" di ricevere anche un gesto ed una piccola parola di conforto; quel piccolo goccio d'acqua di amore e disponibilità per genare e far crescere la speranza come quel rigoglioso giardino
la prova , la tentazione e la missione
riflesioni di viaggio verso Petra
Nel viaggio che abbiamo percorso da Amman verso Petra di circa 250 km di deserto ho ripensato all'ultima parte del viaggio che sicuramente Mosè percorse con il suo popolo ed era la prima volta che mi trovavo in una zona scarsamente abitata.
Un deserto particolare non di sola sabbia ed infinito come normalmente si pensa a quello del Sahara ma formato invece da una serie di zone pianeggianti a volte sassose con leggere colline. Non era un deserto morto, disabitato ma con alcune abitazioni lungo la strada e qualche piccola zona verde dove forse c'era acqua a sufficienza per bagnare però poche piante.
Fra i miei pensieri mi erano pertanto venute alla mente le parole citate nel titolo poichè nell'ambito della Bibbia rivestono insieme un significato molto importante.
In particolare da sempre il deserto, arido, senza vita e vegetazione ha sempre assunto nella Bibbia il significato di ciò che Dio non ha benedetto ed abitato da demoni. Una terra difficile e pericolosa; in pratica la nostra vita non scevra spesso di delusioni e difficoltà di ogni genere.
Questo deserto riferito però anche all'area geografica nella quale ero, non è sconfinato e quasi impossibile da attraversare come il Sahara ma presente tra territori limitrofi vivibili come il deserto del Sinai, del Negeb in Israele e soprattutto questo deserto Giordano ai confini con Israele.
Difficoltà quindi non insormontabili e che se abbiamo costanza e fede nella vita, sono superabili.
Ovviamente parlando di deserto ritorna alla mente l'esodo degli ebrei nel deserto del Sinai dove in un periodo di 40 anni errarono in attesa di trovare la terra promessa.
In pratica Dio aveva salvato il popolo ebraico dalla schiavitù ma come avviene anche oggi con noi Dio ci offre dei doni ma ci mette sempre alla prova se siamo in grado di meritarceli con un continuo conflitto interiore per raggiungere una coerenza cristiana nei nostri pensieri e nei nostri atti.
Il tempo passa ma l'uomo rimane disgraziatamente sempre lo stesso dove anche noi continuiamo, nel “deserto” delle nostre difficoltà quotidiane sempre a chiedere, principalmente salute e beni materiali, pronti ad inveire o dubitare come gli ebrei di un tempo se rimaniamo in difficoltà.
Un fede labile che dobbiamo accrescere poiché Dio ci è sempre fedele senza mai abbandonarci in ogni circostanza come avvenne per la manna e per la fonte d'acqua fatta trovare da Mosè nei pressi di Petra.
A cosa si contrappone questa speranza e questa fede? La tentazione.
La tentazione di “cambiare strada”, di non fidarsi più e quindi di rinnegare Dio dubitando di Lui appena non vediamo, appena non assistiamo, ad eventi più o meno straordinari che possano cambiare la nostra vita.
Cosa c'è di diverso di noi dagli ebrei di un tempo? Niente.
Questo deserto, questo “cammino” rappresenta pertanto anche per un cristiano una prova e il segno della “missione” che deve compiere in mezzo agli altri allontanandosi dalle tentazioni del demonio, vivendo sempre nella fede e nella speranza di non rimanere mai soli.
Sul tema della “missione” volevo aggiungere però un commento relativo a questa esperienza.
In questa parte del deserto quasi sicuramente attraversato da Mosè ho trovato lungo il percorso delle piccole abitazioni completamente recintate con un rigoglioso giardino all'interno.
Mi sono poi ricordato che questo deserto è ricco di fosfati, quindi molto fertile e bastava pertanto una piccola e forse insignificante sorgente d'acqua per far crescere la vita
Cosa mi ha suggerito allora tutto questo ?
La missione di un cristiano è anche quella di portare umilmente in questo “deserto” anche al prossimo desideroso e "fertile" di ricevere anche un gesto ed una piccola parola di conforto; quel piccolo goccio d'acqua di amore e disponibilità per genare e far crescere la speranza come quel rigoglioso giardino
Presentazione
Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
Bella riflessione Vieri. Cos'è cambiato tra noi e gli ebrei del tempo? Tu dici niente, io dico tanto. Loro non avevano strumenti per evolvere il pensiero. Noi ne abbiamo e ne amiamo talmente tanti che in poche ore possiamo diventare altre persone. Noi abbiamo il progresso che ci fa intendere quel che loro ignoravano (fermati sole). La scienza e la filosofia. La meccanica quantistica. E non ultimo, una nuova idea di individualità dalla biologia evolutiva. Noi oggi siamo quel che siamo grazie al progresso. Loro in mezzo al deserto erano agli albori di ciò che noi siamo diventati.
Belle riflessioni,
ma, forse andando OT: Vieri, quindi credi che Mose' sia effettivamente vissuto e abbia fatto 40 anni nel deserto con gli israeliti?
ma, forse andando OT: Vieri, quindi credi che Mose' sia effettivamente vissuto e abbia fatto 40 anni nel deserto con gli israeliti?
“I nostri nemici sono stati l’ignoranza e la rassegnazione”. Non so perché, ma ormai è andata così.
Presentazione
Presentazione
Grazie e penso che Mosè fosse un personaggio veramente esistito ma ampiamente "rimaneggiato" sia relativamente al numero di ebrei che lasciarono l'Egitto ( poche migliaia...rispetto ai 600.000 descritti...più mogli, figli, armenti ed altre persone al seguito tanto da spopolare alla fine l'Egitto) mentre i 40 anni ritengo che sia sicuramente un numero biblico molto ricorrente che indichi "molto tempo".Morpheus ha scritto:Belle riflessioni,
ma, forse andando OT: Vieri, quindi credi che Mose' sia effettivamente vissuto e abbia fatto 40 anni nel deserto con gli israeliti?
Alcuni studiosi hanno identificato la Città di Ramses o Dominio di Ramses, menzionata nella Sacra Bibbia (Esodo, 1,11) come i centri abitati deposito di Pitom e Ramses, come il posto dove venne alla luce Mosè e come il luogo in cui ebbe inizio l’emigrazione degli Ebrei dal Paese delle due Terre
https://storiedistoria.com/2015/08/pi-r ... di-ramses/" onclick="window.open(this.href);return false;
In effetti di tale città, costruita interamente di mattoni ( prodotti dagli ebrei) dopo il suo interramento trovandosi in vicinanza del Nilo decadde rapidamente e della quale oggi ne esistono pochissime tracce.
Per la "storia dell'attraversamento del Mar Rosso", pare alla fine veramente strano che dal delta del Nilo e quindi vicinissimo alle strade che da secoli passavano il Sinai in corrispondenza della costa si addentrasse a sud ed attraversare "il Mar Rosso".
In effetti alcuni studiosi hanno rilevato che in corrispondenza del delta del Nilo esiste una zona lacustre che in certe situazioni particolari il vento spinge le acque del lago come una marea e tale da lasciare asciutta una parte di essa.
(da I misteri della Bibbia con Albert Lin National Geographic. vedi film sul Disney Channel)
La tradizione poi vuole che vicino a Petra ci sia una sorgente chiamata "la sorgente di Mosè"
http://www.terrasanta2012.it/la-sorgente-di-mose.html" onclick="window.open(this.href);return false;
mentre Il Monte Nebo in Giordania dove mori Mosè senza potere entrare in Israele esiste storicamente
http://www.terrasanta2012.it/monte-nebo-giordania.html" onclick="window.open(this.href);return false;
Indipendentemente dalle esagerazioni storiche che Mosè ricevette ( o scrisse su dettatura divina) "le tavole della legge" potrebbe essere anche un fatto accertato poichè queste furono conservate nell'arca dell'Alleanza conservata a lungo nel tempio di Gerusalemme prima che fossero o distrutte o asportate dalla regina di Saba prima della distruzione di Gerusalemme nel 587 a. C., dal re di Babilonia, Nabucodonosor, nel corso della guerra condotta contro l’Egitto per la conquista della Siria.
https://it.wikipedia.org/wiki/Arca_dell%27Alleanza" onclick="window.open(this.href);return false;
Ipotesi dell'Etiopia
La Cappella di Axum dove sarebbe conservata l'Arca dell'alleanza originale
Secondo un'antica tradizione contenuta nel testo sacro etiope Kebra Nagast (il Libro della Gloria dei Re), l'arca sarebbe stata donata da re Salomone a Menelik I (seconda metà del X secolo a.C.), il figlio da lui avuto dalla regina di Saba, leggendaria fondatrice della nazione etiope (secondo un'altra versione, Salomone avrebbe donato a Menelik una copia dell'arca, ma questi la scambiò di nascosto con l'originale).
Il defunto Imperatore d'Etiopia Hailé Selassié I sosteneva che nel tesoro imperiale della Corona d'Etiopia vi fosse anche l'arca.
I chierici etiopi della cattedrale di Nostra Signora Maria di Sion ad Axum, di rito copto, sostengono di conservare tuttora l'arca. Questa affermazione non può però essere verificata in quanto, essi dicono, l'arca sarebbe un oggetto così sacro che a nessuno può essere permesso di vederla; l'unica persona a cui è concesso questo privilegio è il suo custode, che vive in solitudine nella cappella dove sarebbe riposta l'arca, senza avere contatti col mondo e dedicando alla protezione della reliquia la sua intera vita.
Il 19 giugno 2009 il patriarca della Chiesa ortodossa etiopica Abuna Paulos, in una conferenza stampa tenutasi all'Hotel Aldrovandi a Roma (alla quale hanno partecipato anche un figlio del principe Makonnen Hailé Selassié, secondogenito dell'imperatore d'Etiopia Hailé Selassié I, e il duca Amedeo D'Aosta), ha dichiarato tra l'altro che
«L'Etiopia è il trono dell'arca dell'Alleanza. L'arca dell'Alleanza è stata in Etiopia per tremila anni e adesso è ancora lì e con la volontà di Dio continuerà ad essere lì. È per via del miracolo che è arrivata in Etiopia. L'ho vista con senso di umiltà, non con orgoglio, come quando si va in chiesa. È la prima volta che dico questo in una conferenza stampa. Ripeto: l'arca dell'Alleanza è in Etiopia e nessuno di noi sa per quanto tempo ancora. Solo Dio lo sa. Tutto quello che si trova nell'arca è descritto perfettamente nella Bibbia. Lo stato di conservazione è buono perché non è fatta da mano d'uomo, ma è qualcosa che Dio ha benedetto. Ci sono molti scritti e prove evidenti sulla presenza dell'arca in Etiopia. Non sono qui per dare delle prove che l'arca sia in Etiopia, ma sono qui per dire quello che ho visto, quello che so e che posso testimoniare. Non ho detto che l'arca sarà mostrata al mondo. È un mistero, un oggetto di culto.[2]
Saluti...
Presentazione
Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
Vieri scrive che....
...vicino a Petra c'è una sorgente chiamata : "La sorgente di Mosè" . Vicino a casa mia c'è un ristorante chiamato: " La locanda di Mosè".
Tralascio di parlare di Mosè, Esodo, Egitto ecc. perchè è arcinoto che sono pure favole. Per quanto riguarda invece l'altra favola, quella dell'Arca dell'Alleanza che si troverebbe in Etiopia è interessante il seguente Link:
"www.livescience.com/64256-ark-of-the-covenant-location" - In poche parole le truppe inglesi entrarono nel '41 in quella chiesa, c'era un esperto con loro, videro un'arca che risaliva all'epoca medioevale come età, copia di tante altre dislocate in Etiopia. E non potava essere altrimenti.
Tralascio di parlare di Mosè, Esodo, Egitto ecc. perchè è arcinoto che sono pure favole. Per quanto riguarda invece l'altra favola, quella dell'Arca dell'Alleanza che si troverebbe in Etiopia è interessante il seguente Link:
"www.livescience.com/64256-ark-of-the-covenant-location" - In poche parole le truppe inglesi entrarono nel '41 in quella chiesa, c'era un esperto con loro, videro un'arca che risaliva all'epoca medioevale come età, copia di tante altre dislocate in Etiopia. E non potava essere altrimenti.
Re: Sulla strada di Mosè....
Vieri meno male che riuscisti a visitare quei luoghi anni fa
Presentazione
) Giovanni 14:27
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore
Novembre legnaiolo
vai nei boschi solo solo,
c’è l’ultima foglia a un albero in vetta
e cade al primo colpo d’accetta.
(Gianni Rodari)
) Giovanni 14:27
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore
Novembre legnaiolo
vai nei boschi solo solo,
c’è l’ultima foglia a un albero in vetta
e cade al primo colpo d’accetta.
(Gianni Rodari)
Re: Sulla strada di Mosè....
Si ed è stata una esperienza indimenticabile e descritta nel mio sito
www.terrasanta2012.it
Buon divertimento se vuoi visitare oggi Israele....
Presentazione
Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
Bertolt Brecht
Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
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