.Si può credere che un albero vivo resista alle offese del tempo e degli elementi, e che ogni tanto uno viva mille anni o più. Ma che dire del legno morto? Addirittura da seimila anni? Non è credibile. Eppure le date più antiche ottenute col radiocarbonio si basano su questo
L' articolo verteva sul demolire la validità delle datazioni al radiocarbonio e l' utilità della dendrocronologia.
Bene secondo questo articolo non sarebbe affatto credibile che pezzi di legno....o meglio ancora interi tronchi possano superare i secoli in modo da poter fornire valori sui livelli di radiocarbonio in atmosfera nell' epoca in cui vissero.
Non si può sperare quindi di trovare reperti lignei che consentano di creare una sequenza di alberi che vadano dal periodo attuale alla preistoria.
Ma veramente questa affermazione che mira allo scetticismo circa questa disciplina è veritiera?
Sicuramente qualsiasi legno se lasciato alla mercé delle intemperie atmosferiche e egli insetti non può durare chissà quanto, però nell' articolo la Watchtower dimentica un aspetto importante per gli archeologi, quale?
https://www.researchgate.net/publicatio ... _in_Italia" onclick="window.open(this.href);return false;Nel corso dei lavori di mappatura e di rilievo subacqueo, coordinati dall’ufficio NAUSICAA della Soprintendenza Archeologica del Veneto (direzione di L. Fozzati), condotti nella palafitta del Belvedere (Peschiera del Garda-VR)18 e in una nuova palificazione sommersa individuata nelle acque della sponda veronese del lago in località Ronchi (Castelnuovo del Garda-VR), sono stati prelevati alcuni campioni sottoposti ad indagine dendrocronologica. La datazione di sei delle serie ottenute da questi pali, attraverso il cross-dating sulla cronologia Garda 1, ha permesso di riconoscere la presenza di pali risalenti al 21° secolo cal BC o, al più tardi, agli inizi del 20° secolo cal BC (Tabella 4).
Più in dettaglio: quattro elementi della palificazione individuata nell’area archeologica A di Ronchi del Garda sono risultati pertinenti al 21° secolo cal BC, con ultimo anello datato tra il 2085 e il 2069 cal BC; solo un campione (dal palo n. 12) conservava parte dell’alburno e ha consentito l’individuazione di un episodio di abbattimento, avvenuto tra gli anni 2059 e 2049 cal BC.
Ebbene il legno rimasto sepolto in strati di acque e fango contrariamente a quanto si possa pensare rimane preservato per secoli, ne è un esempio la città di Venezia che sorge su sistemi di palafitte ed è ancora lì dopo più di un millennio da che fu fondata.
Anche il legname rimasto sepolto da valanghe rimane quasi intatto, alcuni anni fa lessi che sempre qui nel nord Italia era stata portata alla luce un tratto di foresta che era stata anticamente abbattuta dall' uomo, rimanevano infatti diversi ceppi visibilmente tagliati da attrezzi umani, per la dendrocronologia italica fu un vero colpo di fortuna perché andava a riconfermare calibrazioni precedentemente eseguite.
Una cosa che mi fa caso è che l' Organizzazione di Geova dopo l' articolo del 1986 non si è più impegnata in seri articoli per sminuire i metodi di datazione impiegati dagli archeologi,....vorrà sott' intendere qualcosa secondo voi?