Esodo 3:14 esegesi corretta.
Inviato: 06/11/2023, 12:19
Probabilmente a causa della tradizione del nostro paese, che si basa sulla Vulgata, in italiano non compare la giusta traduzione di questo passo importante.
Premesso che in ebraico non si usa il presente indicativo, ed il suo sostituto è il participio, nel caso del verbo essere, non esiste neanche la forma personale del presente. Quindi se è coniugato, o è al futuro, oppure al passato.
In pratica in ebraico non si dice "io scrivo", bensì "io scrivente".
In esodo 3:14 quindi nei testi in lingua originale il verbo è coniugato al futuro. Ehyeh (o come si traslittera) è futuro e significa "sarò". In rete e non solo gira un'informazione assolutamente falsa di questa esegesi.
La traduzione esatta in originale letterale è:
Sarò quegli che (essente) io sarò. E dovrai dire ai figli d'Israele "Io sarò" mi ha mandato da voi.
Sul significato di questa espressione ci sarebbe da dire.
Abbiamo comunque la versione dei settanta che potrebbe aiutare a capire il significato. Non conosco il greco, ma sul sito del forum ho trovato un'informazione curiosa, ovvero che questa versione tradurrebbe:
Io sono l'Essente
Fonte https://www.infotdgeova.it/4TNM/giovanni-8-58.html
Se così fosse ci sarebbe un paragone con Giovanni 8:58, in quanto Gesù, parlando ebraico, non ha coniugato il verbo, quindi ha detto "prima che Abramo fosse, io (essente).
Questa è la vera relazione che c'è. Ciò non sostiene secondo me la Trinità per altri motivi, ma torno alla versione in ebraico.
Secondo me la risposta di Gesù corrisponde alla traduzione degli scribi di Alessandria, perché c'è il pronome prima persona dopo il pronome in terza. Se io lo tolgo, abbiamo "sarò quel che sarò", il cui unico significato corrisponderebbe all'interpretazione dei rabbini e della wts. Ovvero che Dio sia un essere mutabile, in poche parole.
Invece aggiungendo "io", l'ebraico si legge come ci fosse il verbo essere al presente, tra i due pronomi. Ed il significato di una frase come quella consiste nell'essere in futuro per sempre. Questa è la definizione dell'essente.
Premesso che in ebraico non si usa il presente indicativo, ed il suo sostituto è il participio, nel caso del verbo essere, non esiste neanche la forma personale del presente. Quindi se è coniugato, o è al futuro, oppure al passato.
In pratica in ebraico non si dice "io scrivo", bensì "io scrivente".
In esodo 3:14 quindi nei testi in lingua originale il verbo è coniugato al futuro. Ehyeh (o come si traslittera) è futuro e significa "sarò". In rete e non solo gira un'informazione assolutamente falsa di questa esegesi.
La traduzione esatta in originale letterale è:
Sarò quegli che (essente) io sarò. E dovrai dire ai figli d'Israele "Io sarò" mi ha mandato da voi.
Sul significato di questa espressione ci sarebbe da dire.
Abbiamo comunque la versione dei settanta che potrebbe aiutare a capire il significato. Non conosco il greco, ma sul sito del forum ho trovato un'informazione curiosa, ovvero che questa versione tradurrebbe:
Io sono l'Essente
Fonte https://www.infotdgeova.it/4TNM/giovanni-8-58.html
Se così fosse ci sarebbe un paragone con Giovanni 8:58, in quanto Gesù, parlando ebraico, non ha coniugato il verbo, quindi ha detto "prima che Abramo fosse, io (essente).
Questa è la vera relazione che c'è. Ciò non sostiene secondo me la Trinità per altri motivi, ma torno alla versione in ebraico.
Secondo me la risposta di Gesù corrisponde alla traduzione degli scribi di Alessandria, perché c'è il pronome prima persona dopo il pronome in terza. Se io lo tolgo, abbiamo "sarò quel che sarò", il cui unico significato corrisponderebbe all'interpretazione dei rabbini e della wts. Ovvero che Dio sia un essere mutabile, in poche parole.
Invece aggiungendo "io", l'ebraico si legge come ci fosse il verbo essere al presente, tra i due pronomi. Ed il significato di una frase come quella consiste nell'essere in futuro per sempre. Questa è la definizione dell'essente.