(presentazione) - estraneità e condizionamento in famiglia

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CignoNero
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(presentazione) - estraneità e condizionamento in famiglia

Messaggio da CignoNero »

Ciao,
vi racconto in breve la mia storia, per sapere cosa ne pensate e se qualcuno ha (avuto) un'esperienza simile.
Dunque: nasco, ultimo di tre fratelli, in una famiglia cattolica sostanzialmente non praticante. Alla età di 19 anni, mio padre muore tragicamente lasciando vuoto, sconcerto e difficoltà economiche in famiglia. A quell'epoca mio fratello maggiore era in procinto di battezzarsi quale TdG avendo iniziato lo studio diversi mesi prima. All'inizio la cosa risulta positiva, nel senso che si vedono notevoli cambiamenti nell'atteggiamenteo di mio fratello, che era stata una testa calda. Per questo motivo anche noi della famiglia frequentiamo le adunanze come 'persone interessate'. Inutile dire che il 'love bombing' è massiccio, ma all'epoca non sapevo cosa significasse e a quell'età non avevo ancora grande capacità di analisi critica. Io comunque, scettico per metodo, dopo un po' faccio un passo indietro, pur restando in buoni rapporti con i TdG che ho conosciuto. Non così invece l'altro fratello e mia madre, che progressivamente arrivano al battesimo. A quel punto, avevo 26 anni, mi ritrovo unico non TdG in una famiglia totalmente convertita. Le discussioni e i contrasti non mancano: da un lato non ho le capacità e la conoscenza per controargomentare, ma d'altro canto avverto qualcosa che non torna nell'apparente perfezione degli insegnamenti della WT (alcune cose inaccettabili: il legalismo, la posizione estrema sul sangue, l'idea di una distruzione imminente in funzione della quale tutto dev'essere presentato sotto una luce negativa, le strampalate teorie della prima ora, le profezie mancate, ma per questo c'è l'altrettanto balorda teoria del 'bordeggio' , e molti altri insegnamenti contorti.) Però il dovere di fare il "bravo figlio" mi tiene legato alla famiglia. Situazione che perdura nel tempo fino a quando entrambi i fratelli, rimasti scapoli e divenuti anziani di congregazione, si trasferiscono per servire altrove, lontano dalla città d'origine.

La situazione diventa bizzarra: rimasto da solo a 36 anni a dovermi occupare di mia madre, sapendo che il dialogo è pressochè impossibile. Ma ciò che più ha condizionato la mia vita è stato l'essere diverso dagli altri ("quelli del mondo", espressione antipatica) pur non essendo TdG! Che so: niente compleanni con gli amici a casa mia, feste neanche a parlare, inibizioni con le donne; una volta si prospettò la possibilità di una convivenza, vidi il ricatto morale nello sguardo affranto di mia madre; poi quella storia finì ma il problema di fondo resta. Per esempio se un domani avessi un figlio, e la (sua) mamma fosse cattolica e volesse il battesimo, questo causerebbe altri ricatti morali, ostracismo e riprensione (io non sono religioso, ma la vita è fatta di compromessi!). Insomma sono in una situazoine indefinita: da un lato non sono e non voglio essere TdG, dall'altro gli obblighi e i legami familiari mi costringono ad essere diplomatico e accomodante, ma non ce la faccio più. Ho anche una casa mia, ma questo non cambia molto le cose. Per me essere una persona normale è uno sforzo notevole, di fronte agli altri. A volte vorrei che altri si trovassero nelle mie condizioni per rendersene conto. La mia ultima relazione (quella di cui ho parlato sopra) è finita soprattutto a causa della mia insicurezza, e non sono riuscito a trasmettere alla mia ragazza cosa significhi realmente vivere una condizione come la mia. Nonchè pensando a quelli che potrebbero essere i problemi futuri anche in relazione a queste divisioni in famiglia. Qualcuno mi considera strano, difficilmente inquadrabile, con un carattere altalenante. Se sapessero! Solo da un po' ho cominciato a fare 'outing' anche con persone che magari mi conoscono poco (es. colleghi di lavoro) in modo da far capire la situazione. Di recente ho visto quel film danese 'a world apart'; a parte alcune imprecisioni, rende bene l'idea dell'isolamento sociale cui si va immancabilmente incontro appartenendo ad una famiglia TdG. Ma, ripeto, io nemmeno lo sono!

Per tanto, troppo tempo ho cercato l'incontro. Ma non c'è via di mezzo, perciò chiedo: cosa devo fare per divenire finalmente una persona libera di fatto e di pensiero?
E' giusto che io mantenga gli obblighi di un figlio sostanzialmente derivati dalla legge umana, quando sul piano pratico ed effettivo i miei punti di incontro con la famiglia siano scarsi?
E poi: troverò mai una donna disposta ad accettare tutto questo? A vivere di sponda questa difficile situazione? Sarò io forte abbastanza da affrontare le inevitabili rotture?
Qualcuno ha esperienze simili?

Accetto consigli e vi saluto caramente.

Manuel
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Cogitabonda
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Messaggio da Cogitabonda »

Ciao, e benvenuto!
La tua situazione è molto tormentata e le risposte alle tue domande non sono semplici, perchè anche se qualcuno ha vissuto esperienze simili non possono essere esattamente come le tue, perchè ogni persona è diversa, e questo rende diversa la tua storia.
Però da noi puoi trovare degli spunti utili per osservare i tuoi problemi da più punti di vista, per aiutarti a riflettere meglio sulla persona che sei, quello che vuoi per la tua vita e soprattutto quello che non vuoi.
Che tu non vuoi essere unTestimone di Geova è evidente, e infatti non lo sei diventato. Altra cosa evidente è che vuoi essere un bravo figlio, e per fare questo hai affrontato non pochi sacrifici, che però ti pesano e temo che peseranno sempre più. Occorre perciò riconsiderare cosa significa in effetti essere un buon figlio.Tocca a te valutare se le aspettative che tua madre ha nei tuoi confronti sono irragionevoli, e se è il momento per dirle "Mamma, sai quanto ti voglio bene, te l'ho dimostrato per tutta la mia vita. Tu saprai volermi bene anche se ti dico che MAI mi battezzerò?"
Questi sono solo i primi spunti di riflessione. C'è ancora tanto di cui parlare.
Ciao per ora.
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Gocciazzurra
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Messaggio da Gocciazzurra »

Ciao CignoNero e benvenutissimo tra noi :fiori:

Come hai ben detto nella vita spesso bisogna ricorrere a dei compromessi perchè non sempre è possibile scegliere solo il bianco o solo il nero.
Pertanto penso che anche tu debba farli verso la tua famiglia nel senso che non puoi esimerti dall'essere figlio e fratello con i relativi doveri, ma nel contempo è doveroso che tu scelga liberamente che tipo di vita condurre. Come già sai questo comporterà dei prezzi da pagare e solo quando sarai disposto a farlo inizierà la tua vera vita.
Magari inizialmente potresti affidarti ad un supporto psicologico da parte di un buon esperto che possa aiutarti a fare chiarezza in te stesso facendo leva su una buona autostima che è l'unica chiave di volta per raggiungere serenità e determinazione.
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Francesco Franco Coladarci
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Messaggio da Francesco Franco Coladarci »

Benvenuto.
:buona partecip:
Franco
“Al di sopra del Papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica.”
(Cardinal Joseph Ratzinger )

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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

Non saprei rispondere alle tue domande, ma ritengo che quel che manca nella tua famiglia, sia stato e sia il dialogo. Per un malinteso senso di rispetto, hai acconsentito a schiacciare la tua personalita' accettando i ricatti morali che t'hanno imposto. Ora, direi che è giunto il momento di parlare chiaro, con rispetto, ma a tua volta pretendendolo.
Spiega che senza di te, probabilmente, tua mamma sarebbe rimasta sola, visto che gli altri due figlioli han preferito servire Dio, indubbiamente impegno più facile e gratificante, per loro, che ottemperare ai propri obblighi verso la loro madre.
Spiega che il tuo amore e rispetto non verranno mai meno, ma che non ti piegherai, come hai fatto finora, ai voleri altrui vivendo una vita a meta'.
Almeno, provaci, te lo devi.
Gabriella
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Amore e Psiche
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Messaggio da Amore e Psiche »

:biinfo:
. Il destino non invia araldi. È troppo saggio o troppo crudele per farlo. (O. Wilde)

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Mauro
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Messaggio da Mauro »

Benvenuto e :buona partecip:

Mauro :surf:
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CignoNero
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Messaggio da CignoNero »

Ciao,
vi ringrazio delle risposte (rapide!).
Avete centrato il punto: da un lato gli obblighi, dall'altro la libertà. "Vita a metà" è una definizione cruda ma corretta, in effetti è proprio così: tutta la mia vita è stata dominata dai doveri, ma arriva sempre il momento in cui si deve avere il coraggio di rompre con gli schemi familiari, e questo vale per ogni situazione anche diversa dalla mia. Ne pagherò (volentieri) il prezzo. Preciso che non è mai stato in discussione - da oltre 15 anni - la possibilità ch'io divenga un TdG, ma ovviamente tutto questo tempo di condizionamenti ha influenzato la mia personalità. Adesso però basta.
Dispiace solo che per raggiungere questo obiettivo non potrò percorrere come vorrei la strada del dialogo, perchè un dialogo - vero - a mio parere non è possibile.
La base del dialogo è la consapevolezza della relatività delle proprie conoscenze ed opinioni. Ma se uno parte già credendo di avere la verità assoluta in tasca è una partita persa in partenza. No?
Grazie
Mamy

Messaggio da Mamy »

:biinfo:


Mamy :loveitdg:
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

Dici che non è mai stata messa in discussione la tua eventuale conversione?
Mha, se è così è stato un gioco ancor più perverso quello che i tuoi familiari ti han fatto giocare, io fossi in te, penserei il contrario proprio per non impazzire.
Gabriella
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Dnick
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Messaggio da Dnick »

Intanto ti do il mio benvenuto,
e una buona partecipazione al forum.
CignoNero ha scritto:tutta la mia vita è stata dominata dai doveri, ma arriva sempre il momento in cui si deve avere il coraggio di rompre con gli schemi familiari
Dimostrarti uomo è anche un dovere.
E non ci sono schemi familiari che possono impedire ciò,
tranne se tali schemi son mal riposti.

Secindo me e per la tua situazione direi
a mali estremi estremi rimedi, e tu non puoi frustarti per colpa di altri ( se poi vuoi continuarti a frustarti dammi un recapito e ti farò
pervenire un gatto a nove code con i chiodi su ogni frusta).
Intanto prendi la tua vita in mano e fa che tua mamma venga accudita,
dai tuoi fratelli, visto la compatibilità con i dettami dell'organizzazione che si è imposta tua mamma.
Come tu senti la responsabilità su tua madre anche loro dovrebbero avere tale responsabilità,
o forse il bene dell'organizzazione arriva prima del bene del genitore che lo ha messo al mondo?
Aquarivs

Messaggio da Aquarivs »

Non sei venuto al mondo, oh Ercole, per sorreggere il mondo, ma per vivere.. Quando gli anni saranno finiti, credi forse di poter riavvolgere il nastro e riviverli in modo diverso? L'abnegazione non può annullare il valore della vita e, in questo caso, hai il bisogno, il diritto, e l'obbligo morale di vivere la vita. Non c'è sacrificio che vale se non esiste l'individuo e la sua libertà.. E' nobile la scelta e la forza con la quale hai affrontato tutto ma, senza rendertene conto, hai oltrepassato il limite tra ciò che è giusto e ciò che è leggittimo.
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Lidia
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CARO CIGNO NERO...

Messaggio da Lidia »

...benvenuto e buona partecipazione al forum. :ciao:
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Dingus JJ
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ciao e benvenuto,

Messaggio da Dingus JJ »

...mi permetto di dirti la mia opinione,senza voler sembrare saccente francamente credo che piu' che dalla religione tu ti dovresti affrancare da tua madre,che direttamente o meno,su di te esercita ancora un grande condzionamento,inaccettabile per la tua eta'.Mi associo a cxhi suggerisce un aiuto psicologico:fa miracoli,credimi.FORZA.
CHIAMIAMO CINICO CHI NON CONDIVIDE LE NOSTRE ILLUSIONI.
IL CINICO E' COLUI CHE CONOSCE IL PREZZO DI TUTTE LE COSE MA IL VALORE DI NESSUNA.
LA VERITA STA SPESSO NEL MEZZO, MA MAI NELLE SALE DEL REGNO!

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sconvolta
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Messaggio da sconvolta »

Come ti hanno già detto,credo proprio sia arrivato il momento di vivere la tua vita,alla quale fino ad ora hai rinunciato; ma hai già 36 anni ,a chi aspetti ancora? Tua madre se ne deve fare una ragione e mettere da parte l'egoismo ,se vuole vederti felice. Purtroppo ,a volte,noi mamme siamo troppo possessive; sta a te farglielo capire ,se lo vuol capire,altrimenti ,alla tua età ,dovresti prendere decisioni serie ..per poter finalmente iniziare ,,a vivere. Non essendo TdG e non essendo appieno uno "del mondo",hai perso i benefici sia dell'una che dell'altra situazione......in pratica .......un "tiepido"......e questo non può che penalizzarti .......da valutare anche ciò che ti ha detto Dingus..........perchè......santo dovere ed educazione.....la vita è breve...e tu ne hai bruciato già un bel pezzo.......spero che tu riesca a trovare ...il CORAGGIO...di vivere....auguri... :carezza: :fiori e bacio: :ciao:
I principi di Brooklyn non possiedono la verità:questa è la causa reale che li ha costretti, e li costringe anche ora,a ritrattare continuamente ciò che hanno proclamato ieri o decine di anni addietro,come verità biblica e divina. (Gunther Pape)
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Cogitabonda
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Messaggio da Cogitabonda »

Rieccomi qua, per affrontare un altro pezzetto di discorso.
Nel frattempo hai chiarito che nel rapporto con tua madre non c'è nessun possibile equivoco su una tua eventuale "conversione". Benissimo, questo è importante. Dobbiamo quindi pensare che quei ricatti morali di cui parli riguardino l'immagine che hanno di te nella congregazione a cui tua madre appartiene, il timore che la tua condotta possa metterla in situazioni per lei imbarazzanti o umilianti. Penso quindi che i compromessi di cui parli riguardino soprattutto questo.
Allo stesso tempo ti stai ponendo il problema di come ti vedono le altre persone, quelle del mondo "normale", quel mondo in cui tu desideri trovare nuovi amici, trovare la tua donna, trovare soddisfazioni morali e materiali. Tutto quello che hai scritto mi fa pensare che tu abbia talmente acquisito l'abitudine alla riservatezza (diciamo addirittura segretezza) sui tuoi pensieri, opinioni e sentimenti, da farti venire il timore di esserti nascosto troppo, tanto da risultare indecifrabile e "strano". E ti chiedi giustamente "Quando incontro una donna, cosa vede lei di me? cosa mai può capire?". Stesso discorso per potenziali nuovi amici.
Lascia perdere per un momento il problema della tua identità e pensa invece alla tua essenza. Tutti noi esseri umani, maschi e femmine, siamo un impasto degli stessi ingredienti, sono i dosaggi a fare la differenza. Da quel poco che so di te mi sento autorizzata a dire che in fatto di lucidità di pensiero, sensibilità e forza di carattere mi sembri ben fornito. E anche di coraggio, visto il modo in cui ti sei messo in discussione in questo forum. Se non sei convinto, prova a rifletterci su. Prova a fare un confronto, su ciascuno di questi parametri, fra te stesso e le persone che conosci. E prova a fare lo stesso con altre qualità che pensi di possedere. Può darsi benissimo che tu questo lavoro di autoesame lo abbia già fatto da tempo, che tu conosca già bene le tue qualità e i tuoi difetti, e che ti stia ponendo solo il problema di come ti presenti al mondo. In un caso o nell'altro, che questo avvenga prima o dopo, il problema che dovrai affrontare è "E' giusto che io mi proponga agli altri come veramente sono, sapendo quali e quanti problemi questo può creare a mia madre?" E la risposta è sì. Perchè la maschera che stai portando ti sta facendo male, e te ne sei già reso conto.
Il mio invito quindi è di accettare compromessi solo quando questi non vanno contro la tua natura più vera. Cose come non fumare, non farsi tatuaggi o non farsi crescere la barba non mi sembrano essenziali per affermare se stessi. E' essenziale invece affermare la propria libertà nello scegliere la propria carriera, la compagna della propria vita, dove vivere, come votare.
Hai accennato al fatto che hai una casa tua, quindi immagino che tua madre non sia una fragile vecchietta, ma una donna ancora abbastanza giovane e autonoma. Intendo autonoma in riferimento alla sua condizione fisica, perchè l'autonomia di pensiero ... sappiamo cosa succede a quella quando si è TdG! Perciò la libertà di vivere la tua vita devi afferrarla adesso, mentre tua madre ha le risorse per mandar giù qualche boccone sgradito.
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arwen
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Messaggio da arwen »

Benvenuto cignonero !!!!!!!!!!!( bellissimo nickname per chi come me, ama la danza classica ). Io non entro troppo nel merito, però son d'accordo con Dingus, un aiutino psicologico ( da chi si intende di sette però....) e un pò di sano affrancamento da tua madre, che non vuol dire non calcolarla più o non aiutarla più, solo, come è giusto che tu alla tua età abbia una TUA vita, di cui farà parte anche tua madre, ma in maniera minore. Ciao :fiori: :welcome: :buona partecip:
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" Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro si allontana.
Oh no !. Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio;
Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato. "
William Shakespeare
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CignoNero
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Messaggio da CignoNero »

Ciao,
dalle vostre risposte capisco di aver trasmesso erroneamente un'impressione legata troppo alla dipendenza da mia madre, ma non è questo. Il punto è quello di essere estraneo in casa mia, tra tutti i miei familiari. La sofferenza è data dall'impossibilità del dialogo : è come parlare due lingue diverse con in mezzo la Bibbia - o lo schema che i TdG ne adottano - come unico interprete e metro di misura. Non c'è un dialogo alla pari, libero, "pacifico". Parlare con loro è come parlare con un libro dalle sembianze umane, una citazione continua di versetti. Nessuno spirito critico, analisi personale, nessuna autonomia di pensiero. Ecco, è questo che volevo trasmettere con la mia presentazione. Sapere se ci sono tra voi persone che vivono in una famiglia divisa e come gestiscono la situazione. Riguardo all'aiuto dello psicologo, beh, forse è una buona idea, ma forse ne avremmo bisogno un po' tutti...
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Gabriella Prosperi
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Messaggio da Gabriella Prosperi »

CignoNero ha scritto:Ciao,
dalle vostre risposte capisco di aver trasmesso erroneamente un'impressione legata troppo alla dipendenza da mia madre, ma non è questo. Il punto è quello di essere estraneo in casa mia, tra tutti i miei familiari. La sofferenza è data dall'impossibilità del dialogo : è come parlare due lingue diverse con in mezzo la Bibbia - o lo schema che i TdG ne adottano - come unico interprete e metro di misura. Non c'è un dialogo alla pari, libero, "pacifico". Parlare con loro è come parlare con un libro dalle sembianze umane, una citazione continua di versetti. Nessuno spirito critico, analisi personale, nessuna autonomia di pensiero. Ecco, è questo che volevo trasmettere con la mia presentazione. Sapere se ci sono tra voi persone che vivono in una famiglia divisa e come gestiscono la situazione. Riguardo all'aiuto dello psicologo, beh, forse è una buona idea, ma forse ne avremmo bisogno un po' tutti...
Meglio se abbiamo frainteso, in effetti dal tuo scritto, presumo involontariamente, traspariva un senso di inferiorita', direi quasi di sottomissione, per il sentirti trattato come un "diverso", un inferiore non in grado d'apprezzare l'elevatura morale degli altri tuoi familiari.
Se così non è, meglio, avrai meno difficolta' a prendere in mano la tua vita e il tuo futuro da uomo libero.
Per inciso, i terapeuti non aiutano solo ad uscire da determinati impasse, ma anche a renderceli noti, qualora ci sfuggano.
Gabriella
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CignoNero
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Messaggio da CignoNero »

ho trovato la sintesi perfetta del concetto di dialogo nella firma di deep-blue-sea:

Il vero dialogo consiste nell'accettare l'idea che l'altro sia portatore di una verità che mi manca...

questo è esattamente ciò che manca in una conversazione con un TdG.
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Cogitabonda
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Messaggio da Cogitabonda »

Ciao di nuovo Manuel, e ti chiedo scusa se ho completamente frainteso quello che hai scritto e quindi ho blaterato a vanvera!
:pace:
Tu ci hai fatto delle domande ben precise e cercherò di darti le mie risposte, con tutti i limiti che comporta il fatto che si basano su come io ho compreso le tue domande.
CignoNero ha scritto:1. Cosa devo fare per divenire finalmente una persona libera di fatto e di pensiero?
2. E' giusto che io mantenga gli obblighi di un figlio sostanzialmente derivati dalla legge umana, quando sul piano pratico ed effettivo i miei punti di incontro con la famiglia siano scarsi?
3. Troverò mai una donna disposta ad accettare tutto questo? A vivere di sponda questa difficile situazione?
4. Sarò io forte abbastanza da affrontare le inevitabili rotture?
1. Continua sulla strada che mi sembri aver già intrapreso: maggiore apertura con gli altri; cercare di farsi qualche amico; accettazione del fatto che non ci può essere un dialogo profondo e vero con tua madre e i tuoi fratelli (tu ci metti te stesso, loro rispondono a colpi di citazioni della WT); trovare ulteriori conferme che il modo in cui i TdG affrontano la vita e la fede è profondamente sbagliato, contrario alla natura umana e allo spirito divino.

2. L'essenziale è definire cosa intendi per obblighi. Non pretendo che tu lo chiarisca a noi, ma che tu lo faccia con te stesso.

3. Se il "tutto questo" è il fatto che tu non abbia un rapporto "normale" con la tua famiglia ti rispondo SI', soprattutto se la "normalità" di cui stiamo parlando è quella della tipica familia italiana. Per un olandese o un tedesco è normalissimo vedere i propri genitori e fratelli solo di tanto in tanto e parlare del più e del meno senza tanti scambi di confidenze intime. Quando cominciai a uscire con quello che poi è diventato mio marito scoprii presto che lui a sua madre nascondeva quasi tutto di sè, perchè era una donna nevrotica. Buona e sensibile, anzi ipersensibile, ma il dialogo con lei era una cosa snervante. Ti assicuro che a me non è mai dispiaciuto avere accanto un uomo abituato a non appoggiarsi sempre alla mamma. Al contrario!

4. La nostra forza riusciamo a misurarla solo quando la mettiamo alla prova davvero. Prova a pensare al peggio che ti può capitare se farai certe scelte. Prova a pensare come sarebbe una vita trascorsa a rimpiangere quello che avresti potuto avere se avessi osato. Poi scegli quello che ti fa meno paura.
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Dnick
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Messaggio da Dnick »

CignoNero ha scritto:Ciao,
dalle vostre risposte capisco di aver trasmesso erroneamente un'impressione legata troppo alla dipendenza da mia madre, ma non è questo. Il punto è quello di essere estraneo in casa mia, tra tutti i miei familiari. La sofferenza è data dall'impossibilità del dialogo : è come parlare due lingue diverse con in mezzo la Bibbia - o lo schema che i TdG ne adottano - come unico interprete e metro di misura. Non c'è un dialogo alla pari, libero, "pacifico". Parlare con loro è come parlare con un libro dalle sembianze umane, una citazione continua di versetti. Nessuno spirito critico, analisi personale, nessuna autonomia di pensiero. Ecco, è questo che volevo trasmettere con la mia presentazione. Sapere se ci sono tra voi persone che vivono in una famiglia divisa e come gestiscono la situazione. Riguardo all'aiuto dello psicologo, beh, forse è una buona idea, ma forse ne avremmo bisogno un po' tutti...
Non ci può essere un dialogo pacifico, sono talmente condizionati che persino chiamando
In causa la loro coscienza e il loro cuore pensano che essi sono ingannevoli, quindi sono
Talmente manipolati, ipnotizzati, che non sentono neanche il proprio IO,
e se non sentono il proprio IO possono sentire gl’altri?
L’unica cosa che sentono sono i dettami di mamma WT.
A me personalmente non tengo più di tanto avere un dialogo, un rapporto
con persone ottuse, ipocrite, insensate e senza rispetto per il prossimo ecc.
e possono essere familiari o no che non faccio tanta distinzione, se mi salutano
saluto , se mi parlano rispondo, ma che vado a cercarli no.
Di che tipo di rapporto si parla se non vi è nessuno spirito critico,
nessun’analisi personale, nessuna autonomia di pensiero, nessun rispetto per chi non la pensa come loro.
E perchè si deve mantenere un tale rapporto con gente così ( e possono essere anche i miei familiari).
Qual'è il prezzo devo pagare?
quello di legare la mia coscienza a starsene zitta?
Come un cretino mentre si dicono stronzate megagalattiche? Quello che per il quiete vivere,
devo solo annuire facendo finta di nulla, solo per salvare un rapporto di plastica?
Per poi essere sempre un burattino sotto l’influenza satanica,
anche se saresti disposto a romperti la schiena per loro, o rischiare la vita per loro?
Ascolta, io mi sento derubato, derubato dagli affetti dalla WTS,
li ho persi, e per ritrovarli non posso far altro che pregare.
Sento che la mia coscienza è a posto, sono fiero di quello che sono,
non ho bisogno di nessuno, e spesso è il contrario che per carità cristiana concedi,
ma vista sempre di come geova si serve anche dei malvagi nelle difficoltà dei suoi ( miracolo geoviano) :test: :test: :test: :test:
Quindi per ciò che sono e per ciò che ho fatto per i miei, prima ho cercato di guadagnarmi rispetto, poi l'ho chiesto,
ma ora LO PRETENDO, altrimenti ognuno per la sua strada, non posso
E non voglio essere un altro, io sono IO e mi rispetto.
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:biinfo: da parte mia
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C'è una forza motrice più forte del vapore, dell'elettricità e dell'energia atomica: la volontà.Albert Einstein
"Mi piacciono le persone che....no, niente. Mi piacciono gli animali"

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CignoNero ha scritto:Per tanto, troppo tempo ho cercato l'incontro. Ma non c'è via di mezzo, perciò chiedo: cosa devo fare per divenire finalmente una persona libera di fatto e di pensiero?
E' giusto che io mantenga gli obblighi di un figlio sostanzialmente derivati dalla legge umana, quando sul piano pratico ed effettivo i miei punti di incontro con la famiglia siano scarsi?
E poi: troverò mai una donna disposta ad accettare tutto questo? A vivere di sponda questa difficile situazione? Sarò io forte abbastanza da affrontare le inevitabili rotture?
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da Antonio, :ciao:

In secondo luogo:

Hai ricevuto, da tanti amici del forum, molte risposte/consigli ai quali io non aggiungo altro ma che unisco un proverbio.."Volere è potere!"
Mi sembri una persona abbastanza autonoma, hai un lavoro, una casa propria e, da ciò che hai scritto, non sembrano esserci grossi problemi di natura sociale o esistenziale.
Se è veramente "tua" volontà cambiare la "tua" situazione, non devi far altro che "volerlo"!
Qualsiasi impedimento, anche il più motivato, può sembrare una scusa.
Non me ne volere, non mi riferisco alla tua situazione, ma conosco casi simili dove l'autore voleva solo suscitare compassione, poi sottosotto gli faceva comodo che le cose rimanessero tali..

Ricorda..Volere è potere!!! :strettamano:
I 'nuovi intendimenti' sono le 'toppe' che lo schiavo mette sui tessuti lacerati dei loro errori.(ryuzaky77)
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expioniera_regolare
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Messaggio da expioniera_regolare »

Caro cigno nero...bello il tuo nick.
Troverai una persona che dovrà amarti per ciò che sei...se ti ama non le interesserà altro.
Qualcuno ti ha scritto VOLERE è POTERE, io ti dico L'AMORE è il VOLERE che dà POTERE.
Ti abbraccio tanto!
"Ci sono coloro che guardano le cose come sono e si chiedono perchè... Io sogno cose che non ci sono mai state e mi chiedo perchè no." (R. Kennedy)
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CignoNero
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la forza dell'amore

Messaggio da CignoNero »

Ciao, grazie ancora.
Rispondo a malcolm11, la cui osservazione è corretta, ma volevo precisare che non mi piace nè mi comoda la situazione in cui mi sono trovato, e il mio racconto non vuole suscitare compassione.
Vuole essere una constatazione quasi amara sul fatto che siamo tutti 'giocati dal caso': uno nasce, senza chiederlo, in un certo tipo di famiglia, e questo determina una parte della sua vita, e magari deve fare uno sforzo disumano solo per diventare una persona normale e libera.
"Volere è potere" è un bel motto, ma da solo non basta. L'unica forza dirompente che fa rompere gli argini, e scavalcare le montagne, è l'AMORE. Quello è il carburante che fa vincere ogni cosa.
Un affettuoso saluto
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CignoNero
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Messaggio da CignoNero »

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combattiva
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Messaggio da combattiva »

Benvenuto!!! :biinfo: ho letto la tua storia e ben capisco i tuoi stati d'animo, è difficile non essere accomodante con le persone alle quali si vuol bene, ma questa è la tua vita!!!!! la tua famiglia a scelto il proprio percorso di vita, ora tocca a te... credi in te stesso e non pensare che sia un deficit questa situazione tanto da essere insicuro, fa si che diventi il tuo punto di forza, e non aver paura di raccontarti agli altri, ti apprezzeranno perchè affronti la vita di petto... con affetto :non mollare:
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deep-blue-sea
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Benvenuto a te

Messaggio da deep-blue-sea »

Anche da me.... :welcome: Infatti la frasetta che citi é molto significativa perciò mi é piaciuta.
Ma una frase del genere non fa breccia nella mente di un TG in quanto sono, ossia pensano, suppongono, di essere gli unici detentori della verità, per questa ragione a causa della loro 'incosciente' arroganza non vi è possibilità di dialogo, sono su una diversa lunghezza d'onda.
Purtroppo l'ho capito solo dopo aver avuto quel 'clic' che mi fatto cominciare a mettere in dubbio gli insegnamenti della WT, dopo aver sprecato una vita li dentro. Ho oltre 60 anni, 3 figli che hanno anch'essi abbandonato il movimento da adulti purtroppo, ma meglio tardi che mai, ora vivono felicemente le loro vite.

Penso che nel tuo caso, dovresti cominciare a pensare al tuo benessere, a ciò che ti renderebbe felice, poniti delle mete e sforzati di raggiungerle. Non sempre cercare di contentare i genitori serve alla felicità dei figli, specie quando sono adulti. Conosco molto da vicino una donna TG dal carattere forte, che si impone, ha sempre avuto una forte presa sui figli, alcuni son riusciti a farsi una propria vita benché questa abbia sempre avuto il dono di interferire continuamente nelle loro vite portando scompiglio e infelicità e tensioni nelle famiglie dei figli. Ma uno dei figli dal carattere più dipendente, si é lasciato sempre guidare dalla madre, al punto che solo la mamma brillava per sapienza ai suoi occhi. Questo figlio non si é mai sposato (nessuna andava bene per la mamma..), in vacanze va dalla mamma, dato che abita lontano. Tra pochi anni sarà in pensione, e alla domanda: cosa farai quando sarai in pensione? Ha risposto; Aspetterò la morte! Poveraccio, mi fa pena e rabbia, ha rovinato la propria vita, non ha alcun interesse, nessun amico... che vitaccia è questa?

Lo racconto perché é la semplice dimostrazione che molti genitori sono egoisti, senza forse rendersene conto, pensano che il bene del figlio sia in una certa direzione che poi si svela un fallimento, gli anni passano e diventa difficile porvi rimedio.

PENSA A TE, ALLA TUA VITA, non cercare di spiegare o farti capire o sperare di essere capito, la logica dei Testimoni é una logica tutta a parte.

Potremo discuterne ancora se vuoi, ma penso a te come un figlio e odio il modo in cui quella donna che ho menzionato, abbia rovinato la vita dei figli e di quest'ultimo in particolare.
Ti lascio, mi sto facendo trascinare dal telefilm 'The Mentalist'...sai com'é..... :ok: :strettamano: :ciao:
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Messaggio da Padre Giorgio »

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