Testimone di Geova si rifiuta di rispondere in Tribunale e finisce nei guai per reticenza
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- Achille
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Testimone di Geova si rifiuta di rispondere in Tribunale e finisce nei guai per reticenza
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Ha invocato il diritto al "segreto confessionale" ed è stato denunciato.
Ma da quando esiste il "segreto confessionale" per i TdG?
Quando fa comodo usano gli stessi "diritti" dei cattolici?
Achille
Ha invocato il diritto al "segreto confessionale" ed è stato denunciato.
Ma da quando esiste il "segreto confessionale" per i TdG?
Quando fa comodo usano gli stessi "diritti" dei cattolici?
Achille
usano il mondo di satana come e quando fa loro comodo... che dire!? sono degli inguaribili imbonitori senza coscienza....
Ma loro si autoloderanno..per non aver spiattellato fatti personali....personali quando vogliono loro....
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Prima di giudicare un uomo cammina per tre lune nelle sue scarpe.
Proverbio Indiano
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Proverbio Indiano
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- Ray
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Si adesso manca solo questa,di non rispondere al giudice perché .....
Questa è buona......peccato che l'abbia sciupata così....
A parte gli scherzi........ sarebbe stato un precedente grave,come ha commentato l'avvocato Navarra.
il testimone si sarebbe appellato al segreto confessionale, affermando di essere un ministro di culto, chiamato dalla famiglia in visita pastorale, ma solo per discutere della Bibbia
Questa è buona......peccato che l'abbia sciupata così....
A parte gli scherzi........ sarebbe stato un precedente grave,come ha commentato l'avvocato Navarra.
«Se un ministro di culto apprende direttamente, “visivamente”, una notizia di reato, non può appellarsi al proprio credo religioso per impedire alla Giustizia che sia accertata la verità processuale – ha commentato l’avvocato Tommaso Navarra – Si sarebbe trattato di un precedente gravissimo. Il testimone ha l’obbligo di rispondere».
Ray
Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
Genesi
Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
Genesi
.. quando fa comodo, perchè pensano di poter fare il brindisi della vittoria. Certamente la magistratura avrà effettuato le sue ricerche se "tizio" poteva invocare il segreto confessionale.Mamy ha scritto:Forse quella del segreto confessionale è l'unica condivisione a cui si appellano quando fa comodo
Quale incarico riveste.
Gli anziani sono riconosciuti quali ministri di culto?
C'é qualche casistica dove il "segreto confessionale" viene escluso?
La CCTdG italiana ha toppato?
da altra fonte:
.. ....
Segreto professionale o d’ufficio e obbligo di rendere testimonianza
Va inoltre considerato l’aspetto del possibile conflitto fra l’ obbligo al segreto professionale o d’ufficio e l’obbligo di rendere testimonianza sul fatto oggetto del segreto nel processo penale.
Anche in merito a tale questione ci troviamo di fronte ad un conflitto di doveri sul medesimo fatto oggetto del segreto nel corso di un procedimento penale.
L’obbligo di rendere testimonianza è disciplinato dagli artt. 366 c.p. e 198 del c.p.p. che riguardano rispettivamente il “rifiuto di atti legalmente dovuti” e gli” obblighi del testimone.” E’ stabilito che il testimone; “ha l’obbligo di presentarsi al giudice e di attenersi alle prescrizioni date dal medesimo per le esigenze processuali nonchè di rispondere secondo verità alle domande che gli sono rivolte”; può essere altresì punito per falsa testimonianza ai sensi dell’art.372 del c.p.
Le norme ora citate confliggono con le disposizioni che vietano la divulgazione di notizie coperte dal segreto professionale e da quello d’ufficio. Tale contrasto viene superato nell’art. 200 e 201 c.p.p. con la conseguenza che le categorie citate nei suindicati articoli possono astenersi dall’obbligo di deporre su quanto hanno conosciuto per ragione del proprio ministero, ufficio o professione.
La famiglia, i figli, la religione, la politica, non hanno più spina dorsale
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Un altro caso in cui hanno invocato il fantomatico segreto confessionale, che però era il segreto di Pulcinella:
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- Gabriele Traggiai
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In realtà loro si appellano al segreto confessionale equiparando il loro operato a quello di dottori e/o avvocati e al "segreto confessionale" cattolico. Il "segreto confessionale" riconosciuto dallo stato alla Chiesa Cattolica è tale in virtù dei Patti Lateranensi, e il segreto professionale di avvocati e medici non ha nulla a che vedere con il segreto confessionale. I testimoni di Geova si sono appellati allo stesso anche in altre occasioni ma ovviamente non hanno ricevuto riscontro. L'intesa con lo stato probabilmente li aiuterebbe anche sotto tale aspetto.....
Ciao
Gabry
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IL CINICO E' COLUI CHE CONOSCE IL PREZZO DI TUTTE LE COSE MA IL VALORE DI NESSUNA.
LA VERITA STA SPESSO NEL MEZZO, MA MAI NELLE SALE DEL REGNO!
Le origini del Dingus
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ovviamente nessun tesyimone di geova in un loro comitato giudiz potrà mai fare appello alla facoltà di nn rispondere .sono obbligati a fare la spia oppure sarebbero complici loro stessi.inoltre il loro nn è un segreto confessionale come il prete .loro notificano le situaz alla filiale o al sorvegliante per avere anche maggiori istruz.nn è mai una cosa che riguarda solo la persona e l anziano e poi tutto viene scritto e conservato in archivi che l indagato nn ha la possibilità di consultare....già ma loro sono esperti nel far decidere a dio quando e come si debba dire la verità.peccato che nn conoscono proprio il significato del termine .sono disgustata
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Sbaglio o quando si trovano di fronte a questioni particolarmente spinose, come quando c'è di mezzo un reato, gli anziani sono tenuti a chiedere istruzioni alla sede centrale? E allora come fanno a parlare di segreto?
Compiacersi di aver ragione è sgradevole - Avere troppa coscienza di sé è odioso - Commiserarsi è infame
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I fatti in oggetto non riguardano una confessione privata. Non si è trattato del caso in cui una persona si è confessata con un “anziano” (o prete) nella convinzione che ciò che avrebbe detto sarebbe rimasto riservato. Una simile circostanza fra l’altro, nel caso dei TdG, non si verifica mai, in quanto se il “peccatore” confessa ad un “anziano” di aver commesso certi peccati (o reati), l’anziano riferisce immediatamente agli altri membri del comitato di servizio ciò che ha saputo. Viene informato anche il sorvegliante di circoscrizione se è necessario convocare un comitato giudiziario e vengono anche scritte lettere dettagliate alla Betel per sapere come comportarsi. Quindi la “questione confidenziale” viene diffusa in lungo e in largo.
Anche nel caso di confidenze personali, fatte a qualcuno che magari si considera amico, non è affatto garantita la discrezionalità. Parlo per esperienza personale: ricordo che in un’occasione, sentendomi piuttosto depresso, mi confidai con un “anziano” che consideravo particolarmente umano e comprensivo. Ricordo che gli dissi che non mi sentivo più motivato ad andare a predicare di casa in casa. Sul momento questa confidenza sembrò non avere conseguenze. Solo che, qualche mese dopo, quando venne il Sorvegliante di Circoscrizione in visita, fecero un’adunanza speciale per esaminare i miei requisiti: l’anziano “amico” gli aveva rivelato tutto quello che gli avevo detto.
I TdG usano il passo di Proverbi dove si parla di non rivelare il discorso confidenziale. Ma questa è un’indicazione generica in cui si esorta ad essere discreti e a non rivelare quello che ci viene confidato e che dovrebbe rimanere riservato. Ma quando si tratta di rivelare aspetti o azioni sbagliate, o anche discorsi “apostati” (= che non sono in piena armonia con gli insegnamenti della WTS), o “poco esemplari ed edificanti” (come le mie confidenze a quell’anziano) i TdG citano Lev. 5:1, incoraggiando a rivelare tutto quello che si sa o che ci è stato confidato. Per i TdG prima di tutto viene la “lealtà alla WTS” e nel nome di tale “lealtà” praticano senza esitazione la delazione, rivelando ogni genere di “discorso confidenziale”.
Ma tornando al caso specifico menzionato nell’articolo, questo TdG era andato a far visita a questa famiglia ed era quindi stato testimone di ciò che vi accadeva. Essendo stato chiamato a testimoniare sui fatti, aveva il dovere (come qualsiasi altro cittadino) di riferire ciò che sapeva. Rifiutare di testimoniare è un reato che si chiama reticenza.
E questo vale anche se si fosse trattato di un prete cattolico: se un prete va a fare una visita a delle famiglie ed è testimone di reati che vi si commettono, ha l’obbligo di dire ciò di che ha visto, se viene chiamato a testimoniare in tribunale. E non mi risulta che in questo caso i preti si appellino al “segreto confessionale”.
Come ha osservato l’avvocato: «Se un ministro di culto apprende direttamente, “visivamente”, una notizia di reato, non può appellarsi al proprio credo religioso per impedire alla Giustizia che sia accertata la verità processuale ... Si sarebbe trattato di un precedente gravissimo. Il testimone ha l’obbligo di rispondere».
Da notare il “visivamente”: non si è trattato di un discorso confidenziale o di una “confessione” privata.
Il TdG era stato più volte chiamato da questa famiglia, assieme ad un altro “fratello”, nel tentativo di trovare una conciliazione. Per la difesa, la sua testimonianza avrebbe rappresentato un punto nodale per scagionare l’imputato. Rifiutandosi di testimoniare ha commesso un reato.
E lo avrebbe commesso anche un prete cattolico, che comunque in un caso come questo – che nulla ha a che vedere con la “confessione” – avrebbe certamente fatto il suo dovere di testimone (non di Geova).
Anche nel caso di confidenze personali, fatte a qualcuno che magari si considera amico, non è affatto garantita la discrezionalità. Parlo per esperienza personale: ricordo che in un’occasione, sentendomi piuttosto depresso, mi confidai con un “anziano” che consideravo particolarmente umano e comprensivo. Ricordo che gli dissi che non mi sentivo più motivato ad andare a predicare di casa in casa. Sul momento questa confidenza sembrò non avere conseguenze. Solo che, qualche mese dopo, quando venne il Sorvegliante di Circoscrizione in visita, fecero un’adunanza speciale per esaminare i miei requisiti: l’anziano “amico” gli aveva rivelato tutto quello che gli avevo detto.
I TdG usano il passo di Proverbi dove si parla di non rivelare il discorso confidenziale. Ma questa è un’indicazione generica in cui si esorta ad essere discreti e a non rivelare quello che ci viene confidato e che dovrebbe rimanere riservato. Ma quando si tratta di rivelare aspetti o azioni sbagliate, o anche discorsi “apostati” (= che non sono in piena armonia con gli insegnamenti della WTS), o “poco esemplari ed edificanti” (come le mie confidenze a quell’anziano) i TdG citano Lev. 5:1, incoraggiando a rivelare tutto quello che si sa o che ci è stato confidato. Per i TdG prima di tutto viene la “lealtà alla WTS” e nel nome di tale “lealtà” praticano senza esitazione la delazione, rivelando ogni genere di “discorso confidenziale”.
Ma tornando al caso specifico menzionato nell’articolo, questo TdG era andato a far visita a questa famiglia ed era quindi stato testimone di ciò che vi accadeva. Essendo stato chiamato a testimoniare sui fatti, aveva il dovere (come qualsiasi altro cittadino) di riferire ciò che sapeva. Rifiutare di testimoniare è un reato che si chiama reticenza.
E questo vale anche se si fosse trattato di un prete cattolico: se un prete va a fare una visita a delle famiglie ed è testimone di reati che vi si commettono, ha l’obbligo di dire ciò di che ha visto, se viene chiamato a testimoniare in tribunale. E non mi risulta che in questo caso i preti si appellino al “segreto confessionale”.
Come ha osservato l’avvocato: «Se un ministro di culto apprende direttamente, “visivamente”, una notizia di reato, non può appellarsi al proprio credo religioso per impedire alla Giustizia che sia accertata la verità processuale ... Si sarebbe trattato di un precedente gravissimo. Il testimone ha l’obbligo di rispondere».
Da notare il “visivamente”: non si è trattato di un discorso confidenziale o di una “confessione” privata.
Il TdG era stato più volte chiamato da questa famiglia, assieme ad un altro “fratello”, nel tentativo di trovare una conciliazione. Per la difesa, la sua testimonianza avrebbe rappresentato un punto nodale per scagionare l’imputato. Rifiutandosi di testimoniare ha commesso un reato.
E lo avrebbe commesso anche un prete cattolico, che comunque in un caso come questo – che nulla ha a che vedere con la “confessione” – avrebbe certamente fatto il suo dovere di testimone (non di Geova).
Strano che i TDG internettiani, tanto attenti alle notizie del mondo, per criticarle, per farci su commenti scandalizzati se si tratta di preti o cattolici, questa notizia invece non ritengono di esporla sui loro forum.
Nascondendo, come fa lo struzzo, il capo sotto la sabbia pensano di potere nascondere meglio il tutto?
Nascondendo, come fa lo struzzo, il capo sotto la sabbia pensano di potere nascondere meglio il tutto?
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- Utente Junior
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- Iscritto il: 19/10/2009, 9:26
- Facebook: marika.mazzuia@gmail.com
- Località: viterbo
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forteee marika..... sei simpaticissima.....
Prima di giudicare un uomo cammina per tre lune nelle sue scarpe.
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