Dalle tue affermazioni sopra ne deriva che: se il "peccatto" fosse nato con l'uomo, ed essendo l'uomo creazione di Dio, questi lo avrebbe creato imperfetto.Vieri ha scritto:Caro Mauro grazie per leggermi ed ovviamente in fatto di "maggiore spessore degli scritti" non mi metto di certo in competizione con i teologi della C.C. ed in linea di massima condivido quanto hai scritto.
Il mio pensiero in proposito, ed è una opinione strettamente personale, non è che l'uomo nacque buono e poi arrivò chissà come questo peccato originale divenendone cattivo, ma anche questo "peccato" che per me rimane sempre la superbia, nacque con l'uomo stesso con la sua brava evoluzione....
Hai presente a te stesso le implicazioni di questo?
Proprio per l'evoluzione è normale che i nostri bisogni primari, in assoluto, sono gli stessi di un qualsiasi essere monocellulare. Considerando che il sistema nervoso sarebbe nato per permettere a primievi esseri pluricellulari di reagire più rapidamente ai mutamenti ambientali esterni, va da se che dalla prima cellula con proprietà neuronali alle successive forme sino al nostro cervello questi bisogni siano presenti in tutte le forme di vita dotate di un cervello in quanto questo è nato per servire il resto del corpo. In quest'ottica è persino ovvio che quindi abbiamo come necessità primarie:Mi spiego meglio, ed andando sullo stesso filo del discorso che hai fatto, i cacciatori e raccoglitori primitivi avevano le esigenze primarie di:
- mangiare
- coprirsi
- trovare un riparo
- oltre all'istinto di procreare trovandosi una donna.
- nutrirsi
- mantenere condizioni ottimoli per un equilibrio biochimico funzionale all'interno del corpo (quindi coprirsi, scoprirsi, ecc...)
- riprodursi.
Sul punto "riprodursi" il discorso poi si fa complesso. La necessità biologica maschile è quella di poter spargere il proprio DNA il piùpossibile con le compagne "migliori". Oggi non è certo una necessità ma in quei milleni dove la popolazione di Homo Sapiens variava dalle 600 unità all'ordine di qualche decina di migliaia questo era una necessità per la sopravvivenza della specie.
Ci sarebbe tutto un discorso sull'estro nascosto e tendenza alla monogamia, ma sarebbe forse troppo lungo, ma è evidente studiando le società umane odierne come ci siamo adattati alle differenti condizioni quali la percentuale di uomini e donne all'interno di un gruppo, basta pensare a certe zone del Tibet dove le donne sono molto poche rispetto agli uomini ed è loro costume che una donna sposi tutti i fratelli di un uomo (prima il maggiore, poi man mano che raggiungono la maturità gli altri in ordine cronologico). Per loro è normale, non esistono gelosie o similari.
Il "possesso" della donna è un nostro retaggio storico-culturale e non un principio morale innato. E' davvero molto ingenuo, e del tutto priovo di senso, voler applicare il "principio del matrimonio" a quella umanità e pensare che facessero "peccato". Facevano ciò che il loro stesso corpo gli diceva fosse necessario per la sopravvivenza, e se non l'avessero fatto noi non saremmo qui a chiacchierare. Per cui non solo era necessario ma era pure "giusto" in un tempo dove la mortalità, infantile e non, era altissima tanto che 2 nati su 7 raggiungevano la maturità e spesso i genitori morivano ben prima che questi potessero raggiungere la maturità.
Per cui il parallelismo su quella che poteva essere una "coppia" ai tempi e la morale cristiana moderna sono davvero insensati.
Le comunità erano piccole ma non isolate tra loro. Il territorio necessario per nutrire un piccolo gruppo di cacciatori-raccoglitori è molto vasto e non permette di avere praticaente qualsi alcun bene personale in quanto gli individui sono sempre in movimento per poter sfruttare le risorse del territorio.Io ritengo, e vorrei allora sentire la tua opinione, che quando queste comunità erano piccole ed isolate tra loro,
non esistessero conflitti con altre tribù e se c'erano ritengo che potessero essere esistiti solo per il diritto alla sopravvivenza loro e della loro tribù.
Poteva esistere anche lo scontro fisico con l'uccisione dell'avversario ma alla stessa stregua degli istinti animali per accaparrarsi un diritto di comando o una donna.
Quindi un misto fra intelligenza ed istinti primordiali di mera sopravvivenza....
Territorio che era la fonte prima di sussistenza per cui gli scontri tra gruppi diversi per accedere alle risorse sicuramente ci sono state, soprattutto in periori dove il cibo scarseggiava.
Proprio per uno stile di vita che non permetteva proprietà personali, che obbligava a numeri molto ridotti di individui in un gruppo (al massimo una trentina) questo è stato impossibile sino all'invenzione dell'agricoltura e la nascita delle prime città circa 9.000 anni fa.Il vero peccato che io considero come tale, ritengo nacque quando i capi tribù per superbia e volontà di comandare sempre su un numero maggiore di persone, iniziarono a spingere il proprio popolo alla guerra per l'appropriazione di beni o terreni superiori alle loro esigenze primarie magari anche sottomettendo e schiavizzando l'avversario.
Quindi il peccato originale sarebbe così recente?
Questo non solo contrasterebbe totalmente con le tue affermazioni di sopra, cioè che il epccato sarebbe nato con l'uomo, ma pure in questo caso, sei consapevole delle conseguenze?
Anche qui siamo in un passato molto recente, anche successivo alla nascita di Cristo, tutto questo non ha nulla a che vedere con l'uomo "primitivo". Mi sa che stai facendo un po' di confusione.La presenza di forme di religiosità esasperate (INCAS e ATZECHI ad esempio) con la superbia delle caste sacerdotali, spinse anche alcuni popoli a prendere prigionieri o fare guerre per commettere sacrifici umani propiziatori.....
Per cui prima di 9.000 anni fa l'uomo era senza peccato originale?Quindi il mio pensiero in conclusione è che la superbia la conquista ed il desiderio di sottomissione di altre tribù o popoli per appropriarsene dei loro beni fu il peccato originale che nacque solo quando se ne presentò l'occasione.
No, non è tutto ok perchè le donne della tua tribù sono tutte tue parenti prossime e questo porta a figliate deboli, per cui diventa necessario avere donne provenienti da altre tribù se no la tribù e la specie a lungo andare, muoiono.Tu hai parlato di donne. Benissimo.
Quando tu da capotribù (capobranco), perché forse sei il più forte ed il più autorevole, hai la possibilità di sceglierti nella tua tribù tutte le donne che vuoi perchè è la legge del branco,...tutto OK.
Poi succede che queste sono un po' racchie ed il capo ne vede altre belle in giro da altre parti e cosa fa ?,..se le prende con la forza punto e basta facendo guerra agli uomini o facendo ammazzare il marito come nel caso di Davide e Betsabea........
Per cui non le scegli dalla tua tribù, sarebbe sbagliatissimo.
Dovresti tener presente che quelle tribù, per essere precisi, erano "tribù famigliari". Lo stesso vale per i Neandhertal per inciso.
Se hai fame e nel tuo non trovi abbastanza cibo e devi pure nutrire i bambini di nuovo è un imperativo biologico, selezione naturale voledo. Sopravvive il gene di chi si adatta meglio.Il fatto che "l'erba del vicino sia sempre più verde", ha sempre spinto da tempo immemorabile l'uomo alla guerra e questa avveniva ovviamente quando se ne presentò l'occasione la prima volta per prendere una collana, una donna o disporre di maggiori territori per i raccoglitori .....
No, non concordo affatto Vieri.Concordi del resto che questa superbia abbia sempre condotto solo ed esclusivamente alla guerra ed alla sopraffazione da tempi immemorabili e che sia veramente il peccato originale dato che come dice il proverbio. "l'occasione fa l'uomo ladro"?...
Buona serata.
Parlando dell'uomo della pietra, di cacciatori-raccoglitori direi proprio che il termine "superbia" sia del tutto inadatto, non ha nulla a che fare. Questo per tutto quello che ho scritto sopra.
Non era "superbia" ma sopravvivenza ai quei tempi.