Eccomi, attesa finita...
cavdna ha scritto:
[25] Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa".
[26] Le disse Gesù: "SONO IO, che ti parlo".”[/b][/color]
appunto, nota che la donna sta parlando del Messia, cioè Cristo,
non di Dio e Gesù le dice "SONO IO"...il messia (si parlava di quello)
...
cavdna ha scritto:
Subito dopo, vi è una accusa : "Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera".
Ed allora GESU’ cerca di far comprendere/manifestare la VERITA’, la SUA vera IDENTITA’
Si contrappongono alla figura di CRISTO, i Patriarchi e la Legge
GESU’ afferma che gli Scribi e i Farisei moriranno ….., ma PRECISA:
“Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che IO SONO, morirete nei vostri peccati".”
CHE IO SONO
(ovvero, EGLI E’ DIO – ovvero, "Se voi non credete che JHWH, sono io")
Infatti gli Scribi e i Farisei gli chiedono: «Tu chi sei?» (8,25).
Mi sembra incerdibile come balzi a delle conclusioni così affrettate e maldestre, ma come "ovvero egli è Dio?" se quel "io sono" l'aveva usato per spiegare alla donna che era il Messia!!!!
...
cavdna ha scritto:
Che cosa mai significa quel:
«che IO SONO»?
L'esegesi, per poter rispondere all’affermazione di GESU’, va ricercata nel linguaggio dell’Antico Testamento, nel linguaggio e nel giudaismo in cui Egli viveva.
In Esodo 3,14 – “la scena del roveto ardente”
Il racconto in cui Dio chiama Mosè che, a sua volta, chiede a questo Dio che si è rivolto a lui:
«Come ti chiami?».
La risposta che gli viene data è “IL NOME” : «YHWH»,
il cui significato (con la frase enigmatica) «lo sono colui che sono».
Ovvero,
Egli è sempre presente per gli uomini, ieri, oggi, domani.
Così anche nel Racconto del nuovo Esodo alla fine dell'esilio babilonese, il Deutero-Isaia
(Isaia 43,10 - 22):
“[10] Voi siete i miei testimoni - oracolo del Signore -
miei servi, che io mi sono scelto
perché mi conosciate e crediate in me
e comprendiate che sono io.
Prima di me non fu formato alcun dio
né dopo ce ne sarà.
[11] Io, io sono il Signore,
fuori di me non v'è salvatore.
[12] Io ho predetto e ho salvato,
mi son fatto sentire
e non c'era tra voi alcun dio straniero.
Voi siete miei testimoni - oracolo del Signore -
e io sono Dio,
[13] sempre il medesimo dall'eternità.
Nessuno può sottrarre nulla al mio potere;
chi può cambiare quanto io faccio?".
[14] Così dice il Signore
vostro redentore, il Santo di Israele:
"Per amor vostro l'ho mandato contro Babilonia
e farò ……………………………………………..”
Qui è ripreso e sviluppato il messaggio del Roveto.
Ove vi era un DIO (ETERNO/INFINITO) escluso, e tutti ricorrevano alla concorrenza delle divinità,
perché un Dio che non aveva “terra propria”, non era neppure un Dio, non poteva essere venerato.
Così anche nel Vangelo di Giovanni, l’insegnamento di GESU’ verte proprio sulla SUA PERSONA/DIO
– e si comprende meglio nel successivo:
“Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che IO SONO e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.”
Qui ci sta dicendo:
“solo dopo il mio Sacrificio - PASSIONE/MORTE/RESURREZIONE”, si manifesterà la SUA vera identità
Solo dopo di ciò, diverrà chiaro per Tutti che EGLI E’ DIO
E l’allusione alla SUA : “innalzato da terra” = CROCE – ci rimanda al ROVETO ARDENTE
(quale meravigliosa cerniera : Antico Testamento/prefigurazione del Nuovo, il Nuovo Testamento E’ la REALIZZAZIONE del Vecchio)
Quando Gesù dice: «lo Sono», riprende questa storia e la riferisce a SE'
in LUI è presente in persona il MISTERO dell'unico Dio.
«lo e il Padre siamo una cosa sola.»
GESU’ sta dicendo ai Farisei e agli Scribi la SUA inseparabilità tra PADRE e FIGLIO.
Essendo il FIGLIO, GESU’ può AFFERMARE “l'autopresentazione” del PADRE.
«Chi ha visto me ha visto il Padre» (Gv 14,9).
E continua la discussione
Gli Scribi e i Farisei vantano la discendenza di Abramo, tale discendenza a loro avviso li rende fedeli al progetto di DIO
GESU’ inverte la prospettiva, non più da Abramo ma da CRISTO/DIO:
“Gesù rovescia la prospettiva: non è lui che deve guardare verso Abramo per beneficiare della Salvezza; è invece
Abramo che guarda verso Gesù, perché da lui viene la SALVEZZA:
«Abramo esultò nella speranza di vedere il mio giorno, lo vide e se ne rallegrò”
quel figlio/promesso/atteso in Genesi 17, 16 E’ CRISTO - e non Isacco
(Isacco lo ha solo simboleggiato)
In realtà, Abramo non rimanda verso il passato, a DIO Creatore,
ma bensì, rimanda alla GIOIA del giorno (PRESENTE/FUTURO) della SALVEZZA offerta dal REDENTORE CRISTO
il PRIMO Adamo ha fallito
il NUOVO Adamo (CRISTO) = vero Uomo e VERO DIO ha Ristabilito/Ripristinati i tempi Messianici HA REDENTO
vedasi il seguente 3d:
https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=13&t=6531" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank
grazie
ogni bene nel CRISTO RISORTO
Guarda, non te la prendere. Ci sono stato così tanto a risponderti perchè l'ho letto e riletto decine di volte senza capirlo. Ho pure pensato di non essere abbastanza intelligente per afferrare il tuo ragionamento. Poi l'ho studiato ancora e ho capito che molto più sempolicemente è proprio privo di logica.
Per dare un significato a quel IO SONO parti da Mosè che chiede a Dio come ti chiami? e si sente rispondere YHWH (io sono quel che sono). Poi fai uno slalom fra le scritture del vecchio testamento dove Dio parlando di se stesso usa "io sono" "sono io" "io sono il Signore" ecc ecc. Poi balzi al nuovo testamento dove Gesù parlando di se se stesso usa le stesse parole "io sono" e lo porti come prova che è Dio. Ma che ragionamento è? Se mio padre suona al citofono rientrando a casa e, a domanda, risponde "sono io", e poi arrivo io e alla stessa domanda "chi è?"rispondo "sono io" secondo ste sostenedo di essere mio padre???? Ma che discorsi. Gesù con quel IO SONO sosteneva di essere il Messia, come dimostra l'esempio che tu stesso hai citato della donna: "So che
deve venire il Messia (cioè il Cristo):...Le disse Gesù: "
SONO IO, che ti parlo.
E anche al Rovereto “Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che IO SONO (il Messia)
e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.” Del resto comne potrebbe DIo non fare nulla da se stesso? e farsi insegnare dal Padre?
Invece nelle scritture dove asserisce «lo e il Padre siamo una cosa sola.» «Chi ha visto me ha visto il Padre» non fa altro che confermare la sua natura divina come unigenito figlio di Dio, si sta riaffermando come Messia. Gesù sta ovviamente facendo riferimento alla sua natura molto più vicino a Dio che agli uomini infatti continua a distinguere le figure di Padre e Figlio.
Ciaoo