Il battesimo dei bambini è scritturale?

Tutto ciò che riguarda la dottrina dei Testimoni di Geova.

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agabo
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Messaggio da agabo »

Mia risposta parziale al post di Polymetis.
Queste due affermazioni oltre che essere false sono contraddittorie. Sono contraddittorie perché, se anche la Chiesa Cattolica fosse nata dopo il Concilio di Nicea, avrebbe comunque il merito della compilazione del canone, essendo il canone più tardo del Concilio di Nicea. Se il canone è nato dopo Nicea, la Chiesa Cattolica, nata a tuo dire dopo Nicea, ne avrebbe comunque il merito.
La storia non è fatta con i "ma" e con i "se". Continui a muoverti nel campo delle (tue) tesi.
La prima attestazione del canone attuale risale infatti al 367 d.C., nella lettera festale di Atanasio, qualche decennio dopo Nicea.
Completamente falso, vedi B. Ehrman, che ne sa più di te, che afferma che nel 2° secolo il Canone era già quasi del tutto formato, una verità confermata anche dal "canone muratoriano". Atanasio? Dillo ai gonzi!
Ovviamente che prima di Nicea, all’interno della Grande Chiesa, mancassero al canone uno o due libri, è del tutto irrilevante,
Non esisteva "piccole" o "grandi" chiese. Questa è pura invenzione. Anche se fosse, che cosa significherebbe, che una "grande chiesa" potesse godere di maggior considerazione sul piano spirituale e/o teologico? Come lo provi?
Affermando che sia "irrilevante" il fatto che mancassero alcuni libri del canone non fai altro che portare acqua al mio mulino. Grazie!
perché ne basta uno per far crollare il castello di carte dei protestanti che vorrebbero togliere alla Chiesa cattolica il merito dell’attuale canone. Questo canone, con tutti e soli i 27 libri del NT, non è attestato prima di Nicea, è dunque a buon diritto una creazione della Chiesa Cattolica, anche se questa fosse nata con Nicea. Si badi che quando dico “non è attestato prima del IV” secolo, non voglio lasciare aperto lo spiraglio che questo canone esistesse già da prima, sebbene non sia a noi attestato per via della perdita delle fonti coeve. Se le fonti fossero silenti sul canone potremmo infatti immaginare di retrodatare all’indietro il canone del IV secolo, immaginandoci che semplicemente fosse esistito pure prima, ma le fonti non ce l’hanno disgraziatamente tramandato. Ma non è così: le fonti prima del IV secolo non solo sono silenti, ma ci tramandano anche canoni diversi, frutto della discussione in progresso. Sicché prima del IV secolo questo canone non esisteva, e ne esistevano di diversi, più o meno simili a quello attuale. Ovviamente i canoni precedenti simili al nostro, sono sempre quelli all’interno della Grande Chiesa, resta infatti pacifico che altre correnti gnostiche e giudeo-cristiane avevano canoni del tutto diversi. Il problema dei protestanti, quando dicono che nel III secolo c’era un canone quasi completo, è perché si rifacciano alle liste canoniche della Grande Chiesa, visto che essi la disconoscono, e non prendano in considerazione il canone delle altre correnti.
Ancora supposizioni, sempre supposizioni, continuamente discorsetti infarciti ben bene di "ma" e di "se" per poter fare passi indietro all'occorrenza. La verità è una sola: Il Concilio di Nicea si è reso indispensabile, a parere di Costantino, perchè v'erano troppe correnti e troppe divisioni. Il Concilio si è espresso chiaramente a questo proposito ammonendo e minacciando tutti coloro che non si fossero attenuti alle sue decisioni. Ma una realtà rimane: con la forza si ottiene tutto, anche il ridurre le contestazioni, le divisioni, le eresie e quant'altro, ma una cosa non la può cancellare: la realtà dei fatti che testimonia un cristianesimo variegato e litigioso che mai e poi mai avrebbe accettato la pretesa supremazia di questa o di quella chiesa. Costantino ha usato il suo potere e le sue guarnigioni per zittire i movimenti che variegavano la chiesa di allora. La chiesa cattolica nasce quindi come compromesso tra impero e una parte della chiesa, la dissidenza rimase, ma venne sistematicamente soffocata nel sangue da Teodosio in poi. Non vinsero quindi le ragioni della tua idealizzata 2grande chiesa", vinse la forza delle armi e dell'intolleranza con l'assenso di vescovi che hanno svenduto i principi evangelici per sete di potere. A Nicea non si parlò di "Canone", non era un tema in discussione. E il Canone del Nuovo Testamento era comunque una realtà.
Veniamo poi all’affermazione falsa secondo cui la Chiesa Cattolica sarebbe nata nel IV secolo, si tratta di una boutarde scema quanto può esserlo un libro di Dan Brown, degna di fonti anticlericali internettiane, e destituita di qualsiasi senso scientifico. Oggi gli storiografi stanno a chiedersi se la corrente che noi oggi intensifichiamo come quella ortodossa sia nata a fine primo secolo o nel II secolo, parlare di IV è qualcosa di fuori dalla grazia divina.
Non è Dan Brown che ha fatto certe affermazioni, ma Bart Ehrman, che è tutt'altro che un fesso! La chiesa cattolica diventa ufficialmente RELIGIONE DI STATO con Teodosio. E' ovvio che fosse nata prima, ma soltanto alcuni decenni prima, con le premesse gettate da Costantino, "premesse", come ricordato prima, fatte di minacce, di leggi indiscutibili, di pene di morte.
Poiché il Concilio di Nicea non ha modificato in nulla l’assetto gerarchico della Chiesa, viene da chiedersi a quale canone di Nicea, o a quale editto di Costantino, Agabo attribuisca la nascita della Chiesa Cattolica, o di che trasformazione gerarchica parli, che non sarebbe attestata prima del IV secolo, tale da farci pensare che la Chiesa Cattolica nacque in quell’epoca.
Devi dimostrare di quale "assetto gerarchico" parli. Dimostra che esisteva, piuttosto di fare giochetti con me e con gli sprovveduti che ti leggono.
Ovviamente non ho mai avuto risposta da Agabo su questo punto, perché è capace solo a ripetere degli slogan.
Veramente, gli "slogan" li ripeti tu. Se non puoi dimostrare che esisteva una chiesa gerarchicamente costituita sono affari tuoi. La storia, ripeto, riferisce che Costantino si trovò con MOLTE correnti (non chiese organizzate, ma correnti) DA SEDARE CON LA FORZA, COME FECE. Se esse erano molte, è da fanatici affermare che in quel grogiolo, in verità caotico, vi fosse una bella organizzazione beatamente organizzata come l'hai sognata tu!
Il connubio della gerarchia ecclesiastica col potere imperiale infatti non ha modificato in alcun modo l’assetto gerarchico della Chiesa Cattolica dell’epoca costantiniana: semplicemente i vescovi ebbero l’appoggio imperiale, senza che questo modificasse i poteri che il vescovo già aveva nel gestire la Chiesa.

Un "connubio" innaturale, bestiale, demoniaco e dissacrante. Dopo quel connubio le acque non si calmarono, iniziarono le persecuzioni e i genocidi: prima quelli dei pagani, poi degli ebrei e dei cristiani che non vollero assoggettarsi a quel
"connubio"
Lo stesso avverrebbe oggi se in Italia sorgesse un governo dittatoriale che proclamasse il cattolicesimo religione di Stato, e coadiuvasse l’opera dei vescovi con la forza del braccio armato secolare: ciò non cambierebbe in nulla il funzionamento della gerarchia ecclesiastica cattolica, o i poteri che già ora i vescovi hanno di stabilire qual è l’ortodossia. Banalmente se manca una divisione tra Stato e Chiesa nasce una coercizione che è anche armata, mentre nel caso i vescovi abbiano un potere solo ecclesiastico quello che possono fare per far tacere i dissidenti è scomunicarli ed espellerli dalla comunità. Un passaggio del genere di quello appena descritto si verifica nel IV secolo: la gerarchia della Chiesa ed il ruolo dei vescovi era del tutto identico a prima di Nicea, semplicemente il potere secolare nel IV secolo si presterà sempre più a fare da braccio armato alle rivendicazioni di una Chiesa che è già del tutto strutturata.
Te lo sei sognato la notte scorsa? Ma che cavolo stai ipotizzando? Te ne rendi conto o giochi sull'ignaranza di chi ti legge? Non pensare che la beva io! Una teoria e un accostamento così strampalato non lo potevi che idearlo tu solo. Tu ti stai rifacendo alla storia già trascorsa, ma che non aveva nulla a che fare con quella del periodo a cavallo del 3° secolo. Ma a scuola ci sei andato per davvero?
Prima però di spiegare perché non è sensato ritenere che la Chiesa Cattolica sia nata a Nicea, siccome Agabo ancora non sa la differenza tra Chiesa di Roma e Chiesa Cattolica, occorre fare un piccolo riassuntino di che cosa sia la Chiesa Cattolica. Una volta che avremo visto come la Chiesa Cattolica definisce se stessa, potremo chiederci se tale Chiesa esistesse o meno prima di Nicea. Ora non dobbiamo confondere la Chiesa Cattolica con l’istituzione del papato: con Chiesa Cattolica ci si riferisce ad un’insieme di comunità in comunione tra loro, caratterizzate dal fatto che ciascuna di esse abbia vescovi che, tramite imposizione delle mani, di successore in successore, si riallaccino agli apostoli. Ora non è il momento di stabilire se questa successione apostolica sia storicamente esistita oppure no, quello che ci interessa è che la Chiesa Cattolica si definisce così. Infatti ora passeremo a documentare che questo parere di che cosa sia la Chiesa era presente già prima di Nicea, cioè che esisteva una corrente di cristiani, la Grande Chiesa, che diceva di sé che a distinguerla dagli eretici era la successione apostolica di vescovo in vescovo. Nel momento in cui avremo fatto questo, avremo dimostrato che, in base ai criteri di questi Padri della Chiesa pre-niceni, la Chiesa Cattolica attuale è la loro stessa Chiesa. Se infatti avremo documentato che la Chiesa cui appartenevano questi Padri pre-niceni si auto-definisce nello stesso modo della Chiesa Cattolica attuale, a avremo documentato cioè che entrambe le Chiese rientrano negli stessi criteri di riconoscimento, allora queste due Chiese sono la medesima Chiesa.
Prima dunque vediamo che cosa oggi la Chiesa Cattolica dice di se stessa mediante il Catechismo, e poi documenteremo le medesime vedute sulla struttura ecclesiale nei Padri pre-niceni:
A Polimé, che vi fosse una chiesa anche a Roma, nessuno si sogna di negarlo, ma esistevano tante chiesa quante erano le latitudini geografiche ed anche di più. La successione apostolica è una stampella che somiglia a una canna, non appoggiartici, ti faresti solo male: non la puoi dimostrare. E' ovvio che la chiesa del dopo Nicea si definisse "apostolica-cattolica" ed infine Romana. perchè aveva vinto. Ti concedo pure che ha vinto con la dialettica di alcuni cosiddetti padri, ma sai bene che anni dopo lo stesso Atanasio dovette scappare e nascondersi perchè un successore di Costantino simpatizzò con gli ariani. Te lo ricordi, vero? E allora, se le cose andavano così, per che cavolo vieni a parlare qui di altro che non sia, invece quello che dovresti: la VERITA':
Tutto potè la FORZA, l'impero, non il Vangelo, non i principi cristiani, non l'antichità di una certa chiesa, ma la forza bruta dell'Impero Romano. Amen!
"Come può uno scoglio arginare il mare? Anche se non voglio torno già a volare..." - Mogol
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Ray
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polymetis ha scritto:Per Ray
"Penso...che la successione apostolica qualche vescovo... poi chiamato eretico l'aveva.... "
Non capisco quale sia il problema. Questo tizio fu nominato vescovo quando ancora era ortodosso, ed in virtù del fatto che era ortodosso. Cosa poi abbia fatto dopo non c'entra. E' come Milingo... l'hanno ordinato vescovo quando era del tutto ortodosso, e poi è uscito di testa.
Invece ci sono chiese, correnti, che non hanno una successione apostolica, perché i loro rappresentanti sono eretici in partenza.
Era un chiarimento al tuo gli eretici non POTEVANO VANTARE...in pratica la si toglieva questa successione apostolica,quando non erano in ortodossia con le dottrine....?
Ray

Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Messaggio da polymetis »

Per Agabo

Completamente falso, vedi B. Ehrman, che ne sa più di te, che afferma che nel 2° secolo il Canone era già quasi del tutto formato, una verità confermata anche dal "canone muratoriano". Atanasio? Dillo ai gonzi!”
Povero Agabo, perché cavolo mi rispondi, se non hai letto tutto quello che ho scritto? Ho già confutato la parti in cui parli di quel video di Ehrman, ti basta arrivare in fondo. Hai la compiacenza di leggere quello che ho scrittp, o ci toccherà rispondere ai tuoi deliri ogni volta da capo? Tra l’altro, come faccio notare, quel video non è neppure di Ehrman. Abbi dunque la bontà di non farmi perdere tempo,e finisci di leggere quello che ho scritto, troverai la risposta di questa e di tutte le tue altre obiezioni.
Domani, confidando che tu nel frattempo abbia letto quello che ho scritto, potrai forse farmi domande più sensate, perché finora vedo solo riproposizioni di cose già confutate, nelle parti del mio messaggio che non hai letto.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Messaggio da polymetis »

Per Ray
Era un chiarimento al tuo gli eretici non POTEVANO VANTARE...in pratica la si toglieva questa successione apostolica,quando non erano in ortodossia con le dottrine....?
Ma quando dico eretici, intendo gli appartenenti alle chiese eretiche, cioè eretici tout court. Non stavo ovviamente parlando una persona che prima era ortodossa, e poi è divenuta eretica.
Comunque, la tua domanda ha una risposta ovvia: un vescovo che diviene eretico viene scomunicato, non è più nella Chiesa, e dunque perde la possibilità di nominare legittimamente altri vescovi.
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Messaggio da Ray »

Agabo a parte il video...puoi citare il testo o libro... dove Bart D. H.. afferma questo ? :boh:
Ray

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Messaggio da polymetis »

Ray ha scritto:Agabo a parte il video...puoi citare il testo o libro... dove Bart D. H.. afferma questo ? :boh:
Ma in quel video non parla neppure Ehrman, come ho spiegato, Agabo è fulminato. E poi, quello che dice quel video non va a favore di Agabo, ma contro Agabo, come ho ampiamente spiegato. Purtroppo nessuno s'è dato la pena di leggere fino in fondo il mio post.
Non fare anche tu come Agabo, che mi risponde a puntate, ignorando che quello che scrive per rispondermi ha già trovato risposta nella seconda parte del mio messaggio, che egli non ha ancora letto.

Ad maiora
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Messaggio da Ray »

polymetis ha scritto:
Ray ha scritto:Agabo a parte il video...puoi citare il testo o libro... dove Bart D. H.. afferma questo ? :boh:
Ma in quel video non parla neppure Ehrman, come ho spiegato, Agabo è fulminato. E poi, quello che dice quel video non va a favore di Agabo, ma contro Agabo, come ho ampiamente spiegato. Purtroppo nessuno s'è dato la pena di leggere fino in fondo il mio post.
Non fare anche tu come Agabo, che mi risponde a puntate, ignorando che quello che scrive per rispondermi ha già trovato risposta nella seconda parte del mio messaggio, che egli non ha ancora letto.

Ad maiora
Ho letto la tua lenzuolata Poly....fino in fondo ecco....

A me sembrava strano che Bart avesse scritto una cosa simile,ma non possedendo tutti i libri..... anche perchè moltissimi sono scritti in inglese ..arabo per me. :help:
Ray

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... su Costantino...di B.E. da ... La verità sul Codice da Vinci

Messaggio da Ray »

Agabo ....

Il problema di quali testi includere nel canone non fu risolto neanche ai tempi di Costantino,e lo si evince dagli scritti di Eusebio ( Il padre della storia della chiesa ) IV secolo,e le dispute erano tutt'altre che concluse persino dopo un secolo e mezzo dopo il canone Muratori.
Eusebio racconta che Costantino gli commissionò 50 bibbie era il 331 dc ,per le chiese che fece costruire,l'ordine di Costantino per le bibbie non includeva o non implicava quali vangeli escludere o quali includere ...i manoscritti biblici risalenti a quel periodo sono il codice Sinaitico e il codice Vaticano,per alcuni studiosi sono due delle copie che Costantino aveva commissionato.
Ray

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Messaggio da Viandante »

polymetis ha scritto: La tua posizione non fa veramente i conti con la storia, e cerca di scavalcare la Chiesa Cattolica solo per antipatia personale.
Credimi non è affatto antipatia personale ma proprio perchè faccio i conti con la storia mi rendo conto della fallibilità di tutte le chiese, sia in ambito dottrinale che pratico, comprese quella protestante o dei tdg.
Saluti
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Giovanni64
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Messaggio da Giovanni64 »

agabo ha scritto:Ti sei mai chiesto come sarebbe andata la storia del cristianesimo se a cominciare dal IV° secolo non fosse iniziata la repressione religiosa, dei pagani prima, poi degli Ebrei e infine dei "dissidenti" cristiani? So che è una domanda retorica, almeno per te, ma questo è il punto, non certi versetti del Vangelo di Matteo sul primato petrino, non le presunte prerogative di questa o di quella chiesa, ma ciò che dirige veramente la storia, cioè la violenza. Senza l'intolleranza, così duramente ottenuta dai cristiani e altrettanto duramente negata da questi agli altri, saremmo qui a raccontare tutta un'altra storia. Anche quella della chiesa cattolica, beninteso.
Dici che la Storia non si fa con i "se" e i "ma" e poi, come al solito, qui hai veramente utilizzato "SE" e "MA" grandi come una casa. Comunque sia, voglio stare a questo gioco giustamente proibito e ti dico istintivamente quello che penso: senza la chiesa cattolica così come è storicamente stata tu come minimo non saresti un avventista del settimo giorno ma un islamista della millesima notte.
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minstrel
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Messaggio da minstrel »

Due letture "di supporto" (anche se non ce n'è bisogno ovviamente) dopo la lettura del bel post fiume di Polymetis (grazie!).

Per Victor sulla credibilità vs Verità

“Per sfatare qualsiasi «tentazione» soggettivistica nell’interpretazione della credibilità va anche sottolineato che a presupporre e trascendere questa caratteristica della persone c’è quel complesso di valori o principi etici naturali correlati ad essa e oggettivabili dalla ragione. Il fatto che la credibilità si fondi sull’adaequatio rei et personae non implica necessariamente la perfetta aderenza della vita del testimone alle sue argomentazioni: quando qui si parla di “certezza morale” si inende l’attestazione di una congruenza tra i contenuti della testimonianza con i valori etici fondamentali. È chiaro che un comportamento conforme alla parola detta avvalora ulteriormente la testimonianza ma non è l’essenza della credibilità: non solo bisogna sempre considerare la sproporzione antropologica tra volontà e azione, tra intenzione e realizzazione, ma talvolta può essere più importante l’etica ispiratrice della testimonianza rispetto a quella “esistenziale” del testimone. Ad esempio, se un uomo, coerentemente con le sue convinzioni e motivazioni, si fa esplodere compiendo una strage tra i suoi nemici, la sua testimonianza non è accreditata dalla coerenza dell’atto con le sue parole. Il problema è che i contenuti del suo sapere non offrono ragioni di credibilità, visto che contrastano in modo evidente con il più essenziale dei principi etici naturali: il rispetto della vita umana, sia propria che altrui. Sull’indubitabilità di questo valore preculturale in quanto riconoscibile universalmente dalla ragione naturale che trascende la diversificazione culturale, non sono ammesse ambiguità. La problematizzazione non si può applicare al fondamento: «I principi primi sono “indemonstrabilia“, proprio in quanto premesse di ogni possibile demonstratio: sono dunque la base pre-critica di ogni possibile critica» (vedi Livi, 2005c)

Livi, Antonio; Silli, Flavia. Logica della testimonianza Quando credere è ragionevole, Città del Vaticano, Lateran University Press, 2007 pp. 31 – 32

Consiglio la lettura dell'intero libro di Livi ovviamente.

Per Agabo sulla coerenza perfetta del suo amato Erhman (di cui coglie al solito solo quello che gli interessa, in pieno spirito eretico...) che l'ha ahimé portato all'ateismo. Naturalmente a mio umile avviso questa non è l'unica strada. Si coglie anzi, dalla seguente lettura, quale sia stato l'errore iniziale di Erhman: un modo SBAGLIATO di intendere le Scritture. Questo errore tipicamente protestante insomma apre la strada ad errori ancor più grandi.
"Quia parvus error in principio magnus est in fine, secundum Philosophum in I Celi et mundi"

“Ben presto mi accorsi che il pieno significato e la sottigliezza del testo greco del Nuovo Testamento potevano essere compresi solo leggendolo e studiandolo nella versione originale (lo stesso vale per l’Antico Testamento, come imparai poi studiando l’ebraico). Ragione di più, pensavo, per imparare la lingua alla perfezione. Tuttavia, ciò mi indusse a cominciare a mettere in dubbio il mio modo di intendere le Sacre Scritture come letteralmente ispirate da Dio. Se il pieno significato delle loro parole può essere compreso solo studiandole in greco (e in ebraico), questo non significa forse che la maggioranza dei cristiani, che non legge le lingue antiche, non avràmai completo accesso a ciò che Dio vuole che sappiamo? E ciò non rende forse la dottrina dell’ispirazione una dottrina elitaria, riservata agli studiosi che dispongono delle capacità intellettuali e del tempo per imparare le lingue e studiare i testi leggendo li nella versione originale? Cosa significa affermare che le parole sono ispirate da Dio se la maggior parte delle persone non ha alcun accesso a tali parole, ma solo a interpretazioni più o meno goffe in una lingua, come per esempio l’inglese, che non ha nulla a che spartire con il testo originale?
A mano a mano che approfondivo la riflessione sui manoscritti che tramandavano quelle parole, le mie domande diventavano sempre più complicate. Più studiavo il greco, più mi interessavano i manoscritti che conservavano il Nuovo Testamento, e la critica testuale che, si presume, possa aiutare a ricostruire quali fossero le parole originali. Continuavo a tornare al mio interrogativo di fondo: come può essere di aiuto affermare che la Bibbia è la parola infallibile di Dio quando in realtà non abbiamo le parole che Dio ispirò in modo infallibile, bensì solo quelle copiate dagli scribi, talvolta in modo corretto, talaltra (spesso!) in modo errato? A che serve dire che i manoscritti autografi (cioè gli originali) furono ispirati? Noi non abbiamo gli originali! Abbiamo solo delle copie piene di errori, in grande maggioranza distanti secoli dai primi scritti, da cui si discostano in maniera evidente in migliaia di modi.[...]
A tale consapevolezza si aggiunsero i problemi che incontravo a mano a mano che studiavo più da vicino i manoscritti greci superstiti del Nuovo Testamento. Dire che gli originali furono ispirati va bene, ma la realtà è che noi non ne siamo in possesso, e dunque quell’affermazione non è di grande aiuto, a meno che non si sia in grado di ricostruirli. Inoltre, in tutta la storia della Chiesa la maggioranza dei cristiani non ha avuto accesso agli originali, fatto che ne rende l’ispirazione una questione un po’ controversa. Non soltanto non abbiamo gli originali, ma non siamo neppure in possesso delle loro prime copie. Anzi, non abbiamo nemmeno le copie delle copie, e neppure le copie delle copie delle copie. Quello che possediamo sono copie eseguite più tardi, molto più tardi. Nella maggior parte dei casi, diversi secoli dopo. E le copie sono tutte differenti una dall’ altra, in migliaia di punti.[...]
Ciascun autore è un autore umano e deve essere letto per ciò che egli (supponendo che fossero tutti uomini) ha da dire, e non partendo dal presupposto che quello che dice sia la stessa cosa o qualcosa di simile o di coerente con ciò che qualunque altro autore ha da dire. La Bibbia, in definitiva, è un libro molto umano.[...]
Naturalmente, molti cristiani non hanno mai creduto in una tale concezione letterale della Bibbia e ai loro occhi essa potrebbe apparire parziale e priva di sfumature (per non dire bizzarra e senza alcun rapporto con le questioni di fede). Eppure esistono molte persone che vedono ancora la Bibbia in questo modo.”

Ehrman, Bart D. Misquoting Jesus: The Story Behind Who Changed the Bible and Why, New York, HarperSanFrancisco, 2005 (tr. it. Francesca Gimelli, Gesù non l’ha mai detto: millecinquecento anni di errori e manipolazioni nella traduzione dei vangeli, Milano, Mondadori, 2007) pp. 15 – 21
A little bit of me, myself and I
«Chi è capace di una visione generale è dialettico, e chi non lo è, no», PLATONE, Repubblica VII,537 c.

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polymetis
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Messaggio da polymetis »

Molto significativo il passo di Ehrman. Si potrà trovare ampia spiegazione del perché questi verità esposte da Ehrman sono distruttive per qualsiasi religione protestante, mentre lasciano del tutto indifferente la fede cattolica, nel mio testo “La Bibbia non esiste”.

https://forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=21&t=6753" onclick="window.open(this.href);return false;

Ma lasciatemi comunque dire alcune cose

Ehrman dice che se noi potessimo conoscere la Rivelazione di Dio solo sulla base della Scrittura, gran parte della gente sarebbe tagliata fuori da questa rivelazione, perché la maggioranza delle persone non sa leggere i testi originali, e “tradurre è tradire”. Questo distrugge i protestanti, perché se essi credono ad un “Sola Scriptura”, ma la scrittura non l’hanno mai letta, perché ignorano le lingue antiche, allora il loro unico mezzo per ricevere la volontà di Dio è sbarrato. Inoltre essi, che si vantano di non avere mediatori nella loro lettura della Bibbia, sono degli ingenui, perché non si rendono conto che qualcuno ha già operato una mediazione tra loro e il testo sacro, cioè il traduttore. Quella che essi leggono non è la Bibbia, ma l’interpretazione dello studioso che l’ha tradotta.
Perché tutto ciò non tocca il cattolicesimo? In primis perché i cattolici non derivano la loro dottrina dalla Bibbia, ma è la Bibbia che deriva la sua dottrina dai cattolici, essendo essa una trascrizione della catechesi orale della Chiesa. La Bibbia cioè potrebbe anche non esistere senza che per questo il depositum fidei venga privato di un solo elemento.
Inoltre non tocca i cattolici perché Dio non solo ci ha dato la Scrittura, , ma per l’appunto ci ha dato un magistero infallibile, che parla la nostra lingua, con l’autorità di spiegarcela. Sicché il magistero della Chiesa, che parla tutte le lingue, può dirci, nel nostro idioma, quale delle possibili interpretazioni di un capitolo della Bibbia sia quello corretto, e può esporci i medesimi contenuti che la Bibbia espone nella nostra lingua madre. Sicché il fatto che nella teologia cattolica la Chiesa sia infallibile, permette di avere un sicuro accesso alle Scritture, perché la Chiesa può dirti nella tua lingua quale delle possibili interpretazioni di un versetto controverso per traduzione sia quella corretta. Al contrario nella logica protestante, in cui vi è il Sola Scriptura, e nessun uomo autorizzato a dirsi sicuro di spiegarla infallibilmente, coloro che non hanno accesso alle Scritture restano tagliati fuori dalla Rivelazione.

Ehrman si domanda che senso ha dire che gli agiografi furono ispirati nel comporre il manoscritto autografo, se tanto poi questo manoscritto non ce l’abbiamo.
Qui bisogna dire sebbene il Nuovo Testamento sia certamente il testo antico meglio tramandato dell’antichità classica, e dunque gli errori di trasmissione potrebbero essere relativamente pochi, ne basterebbe uno per mandare in frantumi il sistema protestante. Dove leggo infatti la Bibbia? Questo manoscritto originale non esiste, e dunque possiamo solo rifarci ad edizioni critiche del Nuovo Testamento che confrontano i manoscritti per tentare di trovare il testo originale. Ma come sa chiunque, ogni nuova edizione di queste edizioni critiche cambia, sicché la ventiseiesima edizione del Nestle-Aland è diversa dalla ventisettesima, e la ventottesima sarà ancora diversa. Dunque dove posso trovare la Bibbia, se il Nuovo Testamento cambia dal 2008 al 2013? E si badi che non sono necessariamente piccole variazioni. E che anche fossero minime, basta una particella, una preposizione, a far cambiare il senso di una frase. E se anche il senso della frase non cambiasse, che senso ha dire che Dio ha ispirato ogni singola parola, ogni singola congiunzione, ogni singolo articolo, se poi non c’è affatto arrivato ogni singolo articolo?
Perché tutto ciò non riguarda la Chiesa Cattolica? Per la banalissima ragione che il testo per la Chiesa non è canonico perché uscito dalle mani di un apostolo, ma perché la Chiesa nella sua infallibilità l’ha analizzato trovandolo ispirato e conforme alla propria dottrina. È cioè la Chiesa il metro di misura della Bibbia, e non la Bibbia il metro di misura della Chiesa. La Chiesa come dicevo ha analizzato i testi sacri, trovandoli conformi alla propria dottrina e canonizzandoli. Se anche si tratta di una progressiva presa di consapevolezza, perché la creazione del canone è durata secoli, ad un certo punto sono intervenuti i Concili per bloccare una situazione in divenire, e noi dobbiamo riconoscere l’infallibilità a questi Concili, altrimenti dovremmo ammettere che il canone sia ancora aperto, e potenzialmente in divenire. Se infatti nessuna chiesa fosse infallibile, l’accordo raggiunto nel IV secolo da persone fallibili sarebbe ancora fallibile, e dunque alla Bibbia si potrebbero legittimamente aggiungere o togliere dei testi.
Come dicevo dunque la Chiesa ha analizzato questi testi sacri, trovandoli conformi alle proprie dottrine, e li ha canonizzati. Ma, è questo il punto, essa non ha affatto canonizzato i testi come usciti dalle mani degli apostoli, e li ha invece canonizzati nella forma in cui erano arrivati allorché la Chiesa esaminò la loro canonicità. Sicché la Chiesa ha posto il suo sigillo di garanzia non sul libro come nacque, ma sul libro nella forma in cui era quando la Chiesa lo visionò. Ciò implica che i testi originali potrebbero anche contenere eresie, e non sarebbe di nessuna rilevanza, perché quelle parti non sarebbero canoniche. Sono canonici i testi non come uscirono dallo stilo dei loro autori, ma nella forma in cui la Chiesa li esaminò. I testi dei sacri canoni infatti ci dicono che sono da ritenersi ispirati tutti i libri della Bibbia, e con tutte le loro parti, così come compaiono nella Vulgata di Girolamo. Vale a dire che ad esempio l’episodio dell’adultera risparmiata che compare in Giovanni cap. 8, sebbene non appartenga all’originale del Vangelo, è tuttavia canonico, perché banalmente quando la Chiesa ha canonizzato Giovanni s’era stabilmente infilato in quel testo, ed infatti è lì tradotto nella Vulgata. Vorrei tanto che saltasse fuori qualche manoscritto di Giovanni senza il cap. 21, che è probabilmente un’aggiunta, ma non abbiamo papirologica di questo fatto, perché le copie in nostro possesso lo contengono. Se saltasse fuori, per i cattolici il cap. 21 sarebbe ancora canonico, perché tale l’ha reputato la Chiesa, ma i protestanti potrebbero finalmente iniziarsi a chiedere perché essi hanno tenuto come parola di Dio per secoli un testo che non era mai uscito dallo stilo di Giovanni, visto che essi si illudono che il criterio di canonicità sia come un testo è uscito dalle mani dell’apostolo che lo scrisse. Appena si dimostrerà che il cap. 21 non faceva parte di Giovanni, i protestanti dovranno chiedersi se esso sia canonico, ed in base a che cosa. Le conseguenze per loro sono tutte disastrose: o ammettere che per secoli hanno considerato Parola di Dio un testo che non lo era, e dunque dovrebbero ammettere che la Bibbia non è un testo fisso, ma suscettibile di stravolgimenti; oppure dovranno tenersi Gv 21, ma a quel punto dovranno chiedersi in base a che cosa lo ritengono canonico, visto che non è uscito dalle mani dell’apostolo Giovanni. Ovviamente, usando il nome convenzionale Giovanni, non intendo impegnarmi nella dichiarazione che l’apostolo Giovanni sia l’autore dello scritto, questo è un altro problema.
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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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minstrel
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Un solo appunto, minimo.
polymetis ha scritto:Ma come sa chiunque, ogni nuova edizione di queste edizioni critiche cambia, sicché la ventiseiesima edizione del Nestle-Aland è diversa dalla ventisettesima, e la ventottesima sarà ancora diversa.
La 28° edizione è già uscita. :sorriso:
http://www.nestle-aland.com/en/the-28-edition/" onclick="window.open(this.href);return false;
Ho interpellato ai tempi l'amico Don Barbaglia a proposito e mi ha risposto con una mail fulminea, che introduce molti riferimenti rintracciabili nei bei post di Polymetis oltre che lanciare un rapidissimo sguardo alla nuova edizione Nestle e alla metodologia di critica textus.
"Circa la 28a edizione del Nestle-Aland (che non ho ancora acquistato...) le differenze rispetto a prima sono davvero troppo tecniche che neppure un biblista riesce più di tanto ad apprezzare perché appartengono alla disciplina stretta della critica textus.
In ogni caso, da parecchi anni a Muenster in Westfalia in Germania esiste un team di persone tra cui Barbara Aland, moglie di Kurt mancato un po' di anni fa che ha tabulato tutti i manoscritti del NT e a computer hanno organizzato tutte le varianti testuali (si tratta di oltre 300.000). E nel Institut für neutestamentliche Textforschung si sta componendo l'Editio Critica Maior in più volumi, edizione che riporta tutte le varianti di ogni manoscritto in modo preciso utilizzando per la selezione del testo critico il criterio dell'albero genealogico che giunge ad individuare l'Archetipo che per definizione è un'ipotesi di originale che non si ha mai; questo è uno dei criteri elaborati dalla critica textus classica (Tampanaro e altri...). Tale metodo è assunto per discernere quale possano essere le varianti più idonee nel testo del NT. Tieni presente che il Nestle - Aland come il The Greek New Testament hanno lo stesso testo, solo che quest'ultimo serve per tradurre nelle lingue moderne nelle confessioni cristiane, cattoliche, protestanti, anglicane... con un testo base unico.
Ora, questa edizione 28 del NA si riferisce direttamente all'Editio Critica Maior che nel frattempo ha ultimato buona parte del suo lavoro e il comitato ha iniziato ad applicare alla lettere Cattoliche i criteri presenti nell'Editio Critica Maior. Cosa che vorranno successivamente fare anche per il resto del testo del NT.
In sintesi, sempre di più un'edizione critica non è un'edizione diplomatica. Quest'ultima come nel caso dell'AT selezione un manoscritto antico e ne riporta il testo e lo confronta con le varianti di altri manoscritti. Invece l'edizione critica produce un testo che non esiste così in nessun manoscritto, ma è frutto di discussioni e dibattiti metodologici su vari manoscritti per decidere quale possa essere il testo originale... Sono due metodologie molto diverse tra loro."

Insomma: ulteriore fonte autorevole alle cose rintracciabili nel post "la Bibbia non esiste" di Polymetis. Se mai ci fosse bisogno di ulteriori fonti autorevoli, ovvio.
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Messaggio da Ray »

Non soltanto non abbiamo gli originali, ma non siamo neppure in possesso delle loro prime copie. Anzi, non abbiamo nemmeno le copie delle copie, e neppure le copie delle copie delle copie. Quello che possediamo sono copie eseguite più tardi, molto più tardi. Nella maggior parte dei casi, diversi secoli dopo. E le copie sono tutte differenti una dall’ altra, in migliaia di punti.[...]
:quoto100:
Ho sempre citato questa affermazione.....come si fa a credere letteralmente a tutte le parole ,virgole .....ecc... della bibbia.?
Naturalmente, molti cristiani non hanno mai creduto in una tale concezione letterale della Bibbia e ai loro occhi essa potrebbe apparire parziale e priva di sfumature (per non dire bizzarra e senza alcun rapporto con le questioni di fede). Eppure esistono molte persone che vedono ancora la Bibbia in questo modo.”
Sappiamo chi sono... i tdg e... a quanto pare non sono i soli.. . :fronte:
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Messaggio da agabo »

Per Polymetis.
Ti risponderei anche sul resto ma quello che ho fatto basta:

-Hai ipotizzato che la chiesa cattolica discende dagli apostoli.
-che la chiesa cattolica esisteva già bella e organizzata in mezzo a un guazzabuglio di comunità in contrasto tra di loro su molte cose.
-che la chiesa cattolica ha stabilito il canone del Nuovo Testamento.

Per contro, la storia, non io, dice che il Concilio di Nicea dette inizio al cosiddetto "cesaropapismo" il che significa che un'autorità inizialmente pagana inizò proprio allora a intromettersi pesantemente nelle dispute religiose per "redimerle" a suon di leggi.
Infatti, le dicisioni prese furono accompagnate da minacce varie, compresa la pena di morte.

Che fosse l'Impero, nella veste dei vari imperatori, da Costantino in poi, a legiferare in campo religioso è provato dal fatto che cambiava tutto a seconda del vantaggio politico che ne poteva derivare. Quando l'imperatore Costanzo ribaltò le tesi del Concilio di Nicea a favore degli ariani, molti vescovi "niceni" dovettero riparare in esilio, Atanasio compreso! Tutto questo mostra che non erano le questioni spirituali o teologiche a guidare i concilii, ma gli interessi politici sia dell'Impero che di certi ambiziosi vescovi.

Con Teodosio la chiesa di Roma divenne "chiesa di stato". Iniziò un lungo periodo di intolleranza, di lotte tra fazioni cristiane e la chiesa perseguitata divenne persecutrice: calano le oscurità del Medioevo.

Se neghi queste cose e teorizzi una chiesa organizzata sin dal tempo degli apostoli la quale, secondo quello che hai affermato, si è trovata "per caso" con un potere dispotico, QUELLO IMPERIALE, che comunque, e nonostante il suo compromesso con esso potere, non ha cambiato nulla dell'organizzazione che precedentemente aveva, ti dico che di storia o non ne sai niente o sei in malafede.

Nei riguardi di chi legge, invece, posto questo video che non è opera mia, ma fu trasmesso dalla rete La 7. Potete così vedere come stessero effettivamente le cose.

VIDEO: LA ROMA CRISTIANA:
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agabo
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Messaggio da agabo »

MINSTREL SCRIVE:
Per Agabo sulla coerenza perfetta del suo amato Erhman (di cui coglie al solito solo quello che gli interessa, in pieno spirito eretico...) che l'ha ahimé portato all'ateismo. Naturalmente a mio umile avviso questa non è l'unica strada. Si coglie anzi, dalla seguente lettura, quale sia stato l'errore iniziale di Erhman: un modo SBAGLIATO di intendere le Scritture. Questo errore tipicamente protestante insomma apre la strada ad errori ancor più grandi.
"Quia parvus error in principio magnus est in fine, secundum Philosophum in I Celi et mundi"
Amico, hai anche tu il "vizietto" di andare oltre quello che uno scrive? Ve ne sono già tanti qui!
Per tua norma, a me non può fregarmene di meno del fatto che Ehrmann sia diventato ateo. Un medico ateo non vale, per questo motivo, meno un un medico credente. lo stesso si può dire di notai, avvocati, meccanici ecc. Anzi, per me le sue ricerche di storico valgono molto di più di quelle di qualcuno affiliato a una data organizzazione religiosa. E come nessuno al mondo si possa considerare perfetto o che abbia ragione in tutto, fino a prova contraria, cerca di stare a quello che io posto di Ehrmann perchè, vedi, se Ehrmann dovesse dire (esagero) che gli asini volano, stanne certo che su questo avrei sufficiente buonsenso per dubitarne. Mi spiego?
E liberatevi del vostro conformismo intellettuale e dei vostri bassi pregiudizi, proprio voi che siete qui pronti ad affibbiarli ad altri!
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Messaggio da mlp-plp »

agabo ha scritto:MINSTREL SCRIVE:
Per Agabo sulla coerenza perfetta del suo amato Erhman (di cui coglie al solito solo quello che gli interessa, in pieno spirito eretico...) che l'ha ahimé portato all'ateismo. Naturalmente a mio umile avviso questa non è l'unica strada. Si coglie anzi, dalla seguente lettura, quale sia stato l'errore iniziale di Erhman: un modo SBAGLIATO di intendere le Scritture. Questo errore tipicamente protestante insomma apre la strada ad errori ancor più grandi.
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Amico, hai anche tu il "vizietto" di andare oltre quello che uno scrive? Ve ne sono già tanti qui!
Per tua norma, a me non può fregarmene di meno del fatto che Ehrmann sia diventato ateo. Un medico ateo non vale, per questo motivo, meno un un medico credente. lo stesso si può dire di notai, avvocati, meccanici ecc. Anzi, per me le sue ricerche di storico valgono molto di più di quelle di qualcuno affiliato a una data organizzazione religiosa. E come nessuno al mondo si possa considerare perfetto o che abbia ragione in tutto, fino a prova contraria, cerca di stare a quello che io posto di Ehrmann perchè, vedi, se Ehrmann dovesse dire (esagero) che gli asini volano, stanne certo che su questo avrei sufficiente buonsenso per dubitarne. Mi spiego?
E liberatevi del vostro conformismo intellettuale e dei vostri bassi pregiudizi, proprio voi che siete qui pronti ad affibbiarli ad altri!

:boh: meno male :boh: credevo di trovarmi nel "deserto, pensando quello"...!!!!

:timido2: allora l'hai notato anche Tu? :timido2:

..a volte si ha l'impressione di "cozzare" con una comunità di calabroni,
che come ti "esponi", il "branco" ti assale subito....


:strettamano:


Piero
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agabo ha scritto:Amico, hai anche tu il "vizietto" di andare oltre quello che uno scrive? Ve ne sono già tanti qui!
Per tua norma, a me non può fregarmene di meno del fatto che Ehrmann sia diventato ateo. Un medico ateo non vale, per questo motivo, meno un un medico credente. lo stesso si può dire di notai, avvocati, meccanici ecc. Anzi, per me le sue ricerche di storico valgono molto di più di quelle di qualcuno affiliato a una data organizzazione religiosa. E come nessuno al mondo si possa considerare perfetto o che abbia ragione in tutto, fino a prova contraria, cerca di stare a quello che io posto di Ehrmann perchè, vedi, se Ehrmann dovesse dire (esagero) che gli asini volano, stanne certo che su questo avrei sufficiente buonsenso per dubitarne. Mi spiego?
E liberatevi del vostro conformismo intellettuale e dei vostri bassi pregiudizi, proprio voi che siete qui pronti ad affibbiarli ad altri!
Ma non hai capito che è diventato ateo perché è l'unica strada che la coerenza pretende da una visione delle Scritture errata come quella protestante?
Qui si parla di c-o-e-r-e-n-z-a intesa come "unica logica possibile", unica strada percorribile secondo razionalità condivisa, unico cammino indicato dal senso comune e dalla logica intesa tradizionalmente.
Hai i presupposti di Erhman? Eh... l'ateismo dello storico dovrebbe colpirti come mazza ferrata sui denti. Tutto qui.
Ovvio che da un punto di vista storico, le sue ricerche entrano nell'alveo accademico e si incontrano/scontrano con quelle degli altri storici parallele o antitetiche alle sue. Ma qui non si discute sulla bontà di una ricerca storica, ma sulla coerenza di una scelta di fede rispetto ad una visione distorta dell'uso di uno strumento come le Scritture.
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Quixote
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Messaggio da Quixote »

mlp-plp ha scritto: :boh: meno male :boh: credevo di trovarmi nel "deserto, pensando quello"...!!!!

:timido2: allora l'hai notato anche Tu? :timido2:

..a volte si ha l'impressione di "cozzare" con una comunità di calabroni,
che come ti "esponi", il "branco" ti assale subito....
Vedi Piero, non è come tu pensi: siccome il forum ha una forte connotazione cattolica, che per altro è la norma in Italia, Agabo sa benissimo, quando scrive qui, di scrivere in un ambiente ostile. In parole povere non è che ti assalga uno sciame di calabroni in un prato, sei tu che sei entrato nel loro nido, e ne devi accettare le conseguenze. Quando Poly, Mauro1971, io stesso, abbiamo scritto nel forum dei TdG, sapevamo benissimo ciò a cui andavamo incontro. Se hai le capacità dialettiche, filologiche, storiche, di Polymetis, forse te la cavi, altrimente devi mettere in conto i pungiglioni del branco.

Lo stesso vale per altri argomenti: se assumi una posizione impopolare, ne devi accettare le conseguenze, ti piaccia o meno, sia giusto o meno. Di Agabo condivido in buona parte l’ultimo post “storico”, non ne condivido le conclusioni dottrinali. Devo dire che spesso lo trovo indisponente, forse è solo un meccanismo di difesa, umano e giustificabile in un ambiente non proprio favorevole. La dignità dei suoi principi morali, siano condivisi o meno, è fuori discussione. Da questo lato ha il mio rispetto, come credo di avere il suo. E da questo lato la critica alla Grande Chiesa non mi pare infondata. Incoerente sì, sono d’accordo con Poly. Ma la coerenza della storia è relativa, e attende il futuro, non a priori prossimo, per essere ulteriormente verificata, ammesso e non concesso che si possa mai verificare definitivamente.

Detto questo una nota filologica per l’amico Minstrel: l’archetipo, di per sé, non coincide con l’originale. Mettiamo la Bibbia ispirata da Dio: detta ispirazione deve passare per l’uomo; l’uomo riflette il testo, e lo trascrive; già in questa operazione si insinuano i primi errori, magari semplici lapsus calami, e fatalmente qualche incomprensione. A sua volta essi si trasmetteranno e raddoppieranno nelle copie; fino all’archetipo, non necessariamente unico, perché non si può a priori escludere una variante d’autore (lo stesso Dio? perché no? :-). Il filologo ricostruisce un testo, vichianamente, “certo”, non “vero”. Sara tanto più vero quanto più il certo si avvicinerà ad esso. Nel caso della Bibbia abbiamo una situazione privilegiata, per l’abbondanza delle testimonianze. L’arcivescovo Carlo Maria Martini, grande biblista, ne sottolineava l’attendibilità, a fronte del resto della tradizione classica, pagana, a volte limitata a un solo codice sopravissuto.

Che vuol dire, questo, in termini di certezza e verità, e del loro rapporto? Un grande filologo, non ricordo bene se Fränkel o Maas, ma mi sembra il primo, diceva che del testo eschileo del Prometeo noi non possiamo essere sicuri di una sola parola, di una sola congiunzione, che essa apparisse effettivamente nel testo originale. Ma possiamo essere certi che lo spirito del Prometeo, quale ci è effettivamente tramandato, pur nella sua aleatorietà, sia veramente eschileo. A maggior ragione, e con tanta maggior sicurezza, lo spirito della Bibbia, e di chi ne sia stato l’autore, uomo o Dio non sta a me stabilirlo, risale al suo ideatore. Poco conta che esso non corrisponda perfettamente all’originale. Se anche vi corrispondesse, e ammettendo che l’originale fosse veramente Dio, non avremmo i mezzi di attingere la Sua verità fino in fondo, per cui dovremmo comunque contentarci di una certezza, tanto più tale quanto più aderente alla verità, comunque inattingibile all’uomo, per lo meno all’uomo storico.

Postilla sul “se” in storia:

Distinguiamo please, se non altro perché io stesso ho introdotto il discorso: se ho scritto, e lo riconfermo, che «la storia non si fa con i se», non estendiamo in maniera inappropriata; se dico ad Agabo che è inutile arzigogolare sul fatto che se si fosse seguito l’editto di Costantino/Licinio, molto tollerante, non sarebberero avvenute le persecuzioni ulteriori a scapito di ebrei, pagani ed eretici, ciò è perfettamente legittimo e logico in ambito storico perché di fatto la storia non è andata così, ed è inutile arrovellarsi su ciò che poteva essere e non è stato, se non in ambito filosofico, invece che storico. Ma se io dico, come Poly, che:
se anche la Chiesa Cattolica fosse nata dopo il Concilio di Nicea, avrebbe comunque il merito della compilazione del canone, essendo il canone più tardo del Concilio di Nicea. Se il canone è nato dopo Nicea, la Chiesa Cattolica, nata a tuo dire dopo Nicea, ne avrebbe comunque il merito.
ciò è operazione totalmente legittima in ambito storico, in quanto una delle due proposizioni è supposta oggettivamente vera e realizzata nella storia. Tertium non datur. La lingua latina, che sapeva ben distinguere il periodo ipotetico, avrebbe riconosciuto nel mio esempio l’ipotesi irreale (cosiddetto 3° tipo latino), e in quello del Poly quella possibile o addirittura oggettiva (2° o 1° tipo), a seconda di quello che il Poly avrebbe sottolineato in una eventuale traduzione. Non mi cadete in questi banali errori logici. :risata:

PS — Siamo un po’ OT, o è una mia impressione? :ironico:
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι μᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς.
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
GIOVANNI, III, 19. (G. Leopardi, La ginestra, esergo)
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Primo postPresentazioneStaurós: palo o croce? (link esterno)
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Messaggio da Ray »

polymetis ha scritto:Per Ray
Era un chiarimento al tuo gli eretici non POTEVANO VANTARE...in pratica la si toglieva questa successione apostolica,quando non erano in ortodossia con le dottrine....?
Ma quando dico eretici, intendo gli appartenenti alle chiese eretiche, cioè eretici tout court. Non stavo ovviamente parlando una persona che prima era ortodossa, e poi è divenuta eretica.
Comunque, la tua domanda ha una risposta ovvia: un vescovo che diviene eretico viene scomunicato, non è più nella Chiesa, e dunque perde la possibilità di nominare legittimamente altri vescovi.
...Io invece intendevo tutta un'altra cosa....fa niente... :addio:

Sarà per la prossima.... :ironico:
Ray

Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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Messaggio da Amalia »

Quixote ha scritto:
PS — Siamo un po’ OT, o è una mia impressione? :ironico:
Un OT molto interessante in ogni caso, Quixote; i tuoi interventi sono sempre un valore aggiunto al discorso.

Sto imparando un sacco di cose da post che suscitano dibattiti come questi, articolati e argomentati. Quindi grazie, comunque sia, grazie.

P.S. Poly...io le tue lenzuolate di post non solo le leggo dall'inizio alla fine ma le rileggo pure (a volte l'intero thread), giusto per seguire a 360° lo scambio di opinioni con gli altri foristi. Quindi un grazie anche a te.

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Messaggio da agabo »

La definitiva decisione politico-ecclesiastica nel conflitto ariano venne presa dall'imperatore Teodosio il Grande (379-395), che era un occidentale e un niceno convinto. Nel suo editto sulla religione "Cunctos populos" ("Tutti i popoli") in verità non si trovavano, in generale, misure giuridiche contro ebrei e pagani, in quanto esso ha di mira gli ariani. Soltanto verso la fine del suo periodo di governo, nel 392, egli emanò il "divieto generale, non più revocato, di tutti i culti e riti sacrificali pagani e cominciò la pena di "laesae maiestatis" per i trasgressori". In questo modo egli rese di fatto il cristianesimo religione di Stato, la chiesa cattolica chiesa di Stato e l'eresia crimine contro lo Stato. Quanto breve può essere anche la memoria della chiesa: non sono occorsi cent'anni per trasformare la chiesa perseguitata in una chiesa persecutrice! Ora il nemico della chiesa è anche il nemico dell'impero e viene punito in maniera adeguata. Nel 385 il predicatore laico spagnolo Priscilliano un asceta fanatico, viene giustiziato a Treviri per eresia insieme a sei compagni -un brutto segno per i futuri secoli cristiani. Per la prima volta i cristiani uccidono altri cristiani per divergenze di fede. Nonostante le proteste di diverse parti ci si sarebbe abituati presto a ciò. Già Leone Magno espresse soddisfazione per questo modo di procedere. Anzi, la chiesa incominciò a condividere, e addirittura a inasprire con continue distruzioni di templi, le misure coercitive dello Stato contro ariani e pagani.
Anche alcuni vescovi (eminenti come Giovanni Crisostomo) furono attivi in questo senso. La cristianizzazione della vita pubblica venne perseguita con coerenza: ora il senato romano abiurava solennemente l'antica fede. Graziano, coreggente di Teodosio durante i primi anni, abolì il titolo del sommo sacerdote romano "Pontifex Maximus", così che esso, a partire dal V° secolo, potrà venire rivendicato, senza tante difficoltà, dal vescovo di Roma.

Inutile aggiungere che prima di questo, a iniziare da Costantino, la chiesa corrotta dal connubio con l'Impero, aveva assunto per intero l'organizzazione dello Stato, un'organizzazione così efficiente che si mantenne nei secoli e che regge ancora egregiamente, con l'unica pecca di non essere di provenienza apostolica ma, più terra-terra, Romana!
Ora si fanno salti mortali per riscrivere tutto questo e far apparire una chiesa pura, con un sistema dottrinale e un Canone già bell'è confezionati e un'autorità dipendente, per "successione apostolica" da Cristo stesso. Tutto questo sarebbe vero solo se Costantino, o Teodosio si fosse chiamato Gesù Cristo. :cer:
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Messaggio da Ray »

Agabo :
Quanto breve può essere anche la memoria della chiesa: non sono occorsi cent'anni per trasformare la chiesa perseguitata in una chiesa persecutrice!
Già fatta una simile domanda a Poly......

C'eri anche tu Agabo dimentichi ? :risata:
E' una sorta di sentimento di revanscismo, semplicemente i cristiani, che si sentivano minacciati fino a pochi decenni prima, hanno sentito il bisogno di tutelarsi dai pagani. E' un senso di scampato pericolo che li percorreva. E possiamo dire che, dopo Costantino, la breve esperienza nuovamente persecutoria di Giuliano fece intendere ad ambo le fazioni che si trattava di una lotta per la vita e per la morte dove solo uno dei 2 poteva restare.
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Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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polymetis
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Per Agabo

E dunque ripetiamo ancora una volta le confutazioni, perché Agabo palesemente non ha letto nulla di quello che ho scritto, ma siccome io ho una pazienza da Madre Teresa, sarò ben lieto di ripetere il tutto ancora una volta, sperando che finalmente capisca.

La storia non è fatta con i "ma" e con i "se". Continui a muoverti nel campo delle (tue) tesi.”
Il mio metodo di utilizzare i “se” e i “ma” è molto semplice, per la banalissima ragione che esplora tutti i “se”, tutte le opzioni, al fine di mostrare che, quali che siano le premesse di partenza, tu perdi. In questo caso infatti ho analizzato entrambe le opzioni poste sul piatto, per mostrare che in ambo i casi tu perdi. Le due opzioni sono: a) La Chiesa Cattolica nasce a Nicea. (tesi Agabo) B)La Chiesa Cattolica non nasce a Nicea. (tesi mia).
Ho mostrato perché in ambo i casi tu perdi, e perdi perché come già detto il canone nasce dopo Nicea, quindi, sia che la Chiesa sia nata prima di Nicea, sia che sia nata dopo Nicea, il canone è comunque una creazione della Chiesa.
Ma il canone è davvero nato dopo Nicea? Certamente. Vedasi la risposta al prossimo quote.
“Completamente falso, vedi B. Ehrman, che ne sa più di te, che afferma che nel 2° secolo il Canone era già quasi del tutto formato, una verità confermata anche dal "canone muratoriano". Atanasio? Dillo ai gonzi!”
In primis il video in questione non intervista Ehrman, ma semmai una persona che critica Ehrman. In secondo luogo, quello che viene detto in quel video è irrilevante per salvarti, e per due motivi:
1)Si dice che esisteva un cuore del canone sin dal II secolo, ed in effetti il canone muratoriano prodotto dalla comunità romana a fine II secolo riporta 22 dei 27 libri attuali (più altri libri da te considerati apocrifi). Il problema è che tu come protestante non ti rifai affatto “al cuore del canone”, bensì all’attuale canone del NT, che non conta 22 libri ma per l’appunto 27. Come già detto, se i libri già stabilizzatesi nel II secolo fossero stati anche 26 su 27, non avrebbe fatto nessuna differenza, perché la logica protestante non può permettersi di perdere un solo libro. Per arrivare ai 27 attuali bisogna passare come già detto per la Chiesa Cattolica del IV secolo, perché la prima attestazione di tutti e soli i 27 libri attuali è nel 367 d.C., con la lettera festale di Atanasio. Se tu sei in grado di produrre qualsiasi attestazione dell’attuale canone completo prima del Concilio di Nicea sono ansioso di conoscere la fonte antica cui ti rifai, perché non è conosciuta da alcuno nel mondo scientifico.
Se dunque tu intendi rifarti a qualche canone del II o del III secolo, sarò ben lieto di notificarti quali libri devi buttar fuori dal tuo Nuovo Testamento. Se invece ti rifai al canone del IV secolo, devi passare per gli uomini della Chiesa Cattolica.

2)Le dichiarazioni secondo cui esisterebbe un cuore del canone già a fine II secolo sono irrilevanti, e non solo perché tale canone non è completo, ma per il banalissimo motivo che esso è il canone di una corrente particolare, e non dell’intera pletora di persone che dicevano di rifarsi a Gesù Cristo, quali gnostici o ebioniti. Vale a dire che le fonti dove troviamo un canone parziale a fine II secolo, ad es. Ireneo, sono, per loro stessa ammissione, parte di una Chiesa che diceva di sé che a distinguerla da altre Chiese era la successione apostolica di vescovo in vescovo. Il problema dei protestanti è che essi rigettano il criterio della successione apostolica, ma così facendo delegittimano le fonti sul canone, che appartengono proprio a quella corrente che diceva di basarsi sulla successione apostolica. In pratica i protestanti, per cavar fuori questi frammenti di canone, si rifanno a fonti appartenenti ad una corrente che essi, i protestanti, in realtà rigettano, perché questa corrente dice nei suoi autori di basarsi sulla succesione episcopale.
“Non esisteva "piccole" o "grandi" chiese. Questa è pura invenzione. Anche se fosse, che cosa significherebbe, che una"grande chiesa" potesse godere di maggior considerazione sul piano spirituale e/o teologico? Come lo provi?”
Non mi serve provarlo, sei tu che devi confessarlo, anzi, devi farti l’assertore entusiasta di questa tesi, secondo cui esisteva una Grande Chiesa più autorevole di altre correnti. E perché devi affarmalo? Perché è il canone degli autori di questa corrente quello che tu stai usando, quindi se rigetti questa corrente, rigetti il suo canone. Tutti gli autori che si possono citare tra II e IV per mostrare che esisteva un canone parziale appartengono alla corrente della Grande Chiesa. In cosa consiste questa Grande Chiesa? Beh, ce lo dicono loro stessi, nelle citazioni patristiche che tu non ti sei degnato di commentare, perché non le hai lette. Tutte queste persone dicevano di appartenere ad una Chiesa, tale che questa Chiesa era data dall’unione di varie comunità identificabili perché dicevano di se stesse di basarsi sul vescovi successori degli apostoli. Vale a dire che da Roma all’Asia minore esisteva una serie di comunità, i cui vescovi erano in comunione tra loro, ed essi lo scrivono apertamente, e che si riconoscono in questa mutua e vicendevole comunione perché hanno come criterio comune che un vescovo di questa Chiesa deve essere ordinato da altri vescovi in comunione con questa Chiesa. Esattamente come il vescovo di Bergamo è in comunione con gli altri vescovi cattolici se è stato un vescovo cattolico ad ordinarlo, e non un ministro calvinista, allo stesso modo quest’insieme di comunità di riconosceva in un unico episcopato unito. Lo dicono loro, non io, e le fonti sono state citate, tu non le hai neppure lette, né tanto meno commentate.
Questa Chiesa, che gli storici chiamano “Grande Chiesa”, non era l’unica Chiesa, c’erano un mucchio d’altre correnti, tra cui gnostici e giudeo-cristiani eretici, con cui i vescovi della Grande Chiesa non erano in comunione. Ciò che ci interessa però non è negare l’esistenza di altre correnti, bensì ribadire che gli scrittori ecclesiastici sul cui canone oggi noi ci basiamo, dicevano in far parte della Grande Chiesa, cioè dicono di se stessi che la loro Chiesa crede di distinguersi dagli eretici per la successione dei vescovi che risale agli apostoli.
Ed è per questo, visto che tale è il criterio, che applicandolo, noi vediamo come la Chiesa cui credevano questi ecclesiastici, nelle cui opere troviamo frammenti di canone, è la Chiesa Cattolica attuale. Perché? Ma per la banalissima ragione che anche la Chiesa Cattolica è colei che dice di sé che a darle legittimità è la successione vescovile che risale agli apostoli. Qualsiasi corrente cristiana, come gli avventisti, che rifiutino il concetto di successione apostolica, si qualificano immediatamente come una Chiesa differente da quella del giovane Tertulliano e di Ireneo, perché loro dicevano che la loro Chiesa si distingueva nei secoli per l’appunto con la successione apostolica.
E dunque, a noi non interessa stabilire che la cosiddetta Grande Chiesa fosse la più prestigiosa, o la più numerosa. Fossero stati anche in minoranza (cosa non veda comunque), ci basta sapere che il canone che noi utilizziamo viene dai suoi autori, da questa corrente. E dunque, se accettiamo di dire che nel II secolo c’era un canone parziale, [g]lo possiamo fare solo limitandoci a guardare ai suoi autori,[/g] e non ad autori di altre correnti, come ad esempio i valentiniani.
“Affermando che sia "irrilevante" il fatto che mancassero alcuni libri del canone non fai altro che portare acqua al mio mulino. Grazie!”
Ho detto che è irrilevante nel senso che è irrilevante per la tua tesi. A te infatti per non passare dalla Chiesa Cattolica del IV secolo, tu infatti la dici nata nel IV secolo, non serve un canone “quasi completo”, ti serve un canone completo. Se infatti vuoi rifarti ad un canone quasi completo, non puoi tenerti il tuo intero Nuovo Testamento.
“Ancora supposizioni, sempre supposizioni, continuamente discorsetti infarciti ben bene di "ma" e di "se" per poter fare passi indietro all'occorrenza. La verità è una sola: Il Concilio di Nicea si è reso indispensabile, a parere di Costantino, perchè v'erano troppe correnti e troppe divisioni. “
E ciò è del tutto vero quanto irrilevante. Queste divisioni erano all’interno della Grande Chiesa, e riguardavano la crisi ariana. Non c’erano certo correnti estranee alla Grande Chiesa a Nicea, ad esempio gli gnostici. Queste correnti e divisioni in seno alla Grande Chiesa, non tolgono ovviamente il fatto che gli autori ecclesiastici in cui rinveniamo tracce del canone siano suoi esponenti. Non a caso per noi sono dei santi e dei Padri, perché ci identifichiamo con loro, per voi sono tutti più o meno eretici. Non ti fa strano Agabo, pensaci, rinvenire tracce di canone in autore che per i tuoi criteri sono sempre dei fallibili eretici? Per avere un canone parziale a metà secondo secolo devi passare per autori che dicono cose così cattoliche che ti si accapponerebbe la pelle, come il buon Ireneo. E tu davvero non ti rendi conto della contraddizione di rifarti, da avventista, a fonti del genere? Che valore può avere un canone presentato da questi autori, che fosse un canone parziale od integrale, se per i tuoi standard sono degli eretici che dicono eresie? Come puoi escludere che il loro canone parziale non sia che un’altra delle loro eresie?
“Il Concilio si è espresso chiaramente a questo proposito ammonendo e minacciando tutti coloro che non si fossero attenuti alle sue decisioni. Ma una realtà rimane: con la forza si ottiene tutto, anche il ridurre le contestazioni, le divisioni, le eresie e quant'altro, ma una cosa non la può cancellare: la realtà dei fatti che testimonia un cristianesimo variegato e litigioso che mai e poi mai avrebbe accettato la pretesa supremazia di questa o di quella chiesa.”
Infatti, se tu non l’avessi ancora capito, l’idea della Grande Chiesa non c’entra nulla col problema della supremazia o meno di una qualche comunità sulle altre. L’idea della Grande Chiesa, lo ripetiamo, non c’entra col primato del vescovo di Roma, ma con l’idea che ci siano delle Chiese che si riconoscono in comunione tra di loro per via della comune struttura episcopale, che queste comunità dicono derivare dagli apostoli. Io non ho detto che questo insieme variegato e litigioso avesse qualche comunità che primeggiava sulle altre, perché ciò è inessenziale ai miei scopi. La chiesa di Roma non è la Grande Chiesa, ma è una delle Chiese con successione episcopale che fa parte della Grande Chiesa. Chiaro?
Il problema della supremazia di Roma sulle altre comunità facenti parte della Grande Chiesa non c’entra col problema dell’esistenza della Grande Chiesa, infatti la Grande Chiesa potrebbe esistere anche se la città di Roma non fosse mai esistita. Il termine si riferisci alla comunione di questi vescovi tra loro, ed è scisso dal problema se essi avessero un leader.
Se però vogliamo trattare il problema della supremazia della comunità romana ai tempi di Nicea in seno alla Grande Chiesa, possiamo anche farlo. Proprio Nicea parla dei privilegi di alcune sedi vescovili, ma, si badi, non dice che sta creando questi privilegi, bensì che conferma antiche consuetudini già esistenti. Dicono i sacri canoni:
can. VI “In Egitto, nella Libia e nella Pentapoli siano mantenute le antiche consuetudini per cui il vescovo di Alessandria abbia autorità su tutte queste province; anche alvescovo di Roma infatti è riconosciuta una simile autorità. Ugualmente ad Antiochia e nelle altre province siano conservati alle chiese gli antichi privilegi. Inoltre siachiaro che, se qualcuno è fatto vescovo senza il consenso del metropolita, questo grande sinodo stabilisce che costui non debba esser vescovo. Qualora poi due o tre, per questioni loro personali, dissentano dal voto ben meditato e conforme alle norme ecclesiastiche degli altri, prevalga l'opinione della maggioranza.”

Privilegi per Alessandria, Roma, ed Antiochia, non a caso 3 sedi petrine. A Roma Pietro morì, fu vescovo di Antiochia, e quanto ad Alessandria è petrina per via di Marco, il più stretto collaboratore di Pietro, che dunque aveva insediato in quella città una tradizione petrina.
Qui vediamo che si dice che il vescovo d’Alessandria a potere sulle province vicine, e si dice che il vescovo di Roma ha un privilegio simile, ne deduciamo dunque che anch’egli controllasse le comunità vicine. Ed in effetti dall’epistolografia del secolo precedente, ad esempio gli scambi con Cipriano, vediamo che Roma amministrava a livello giurisdizionale la Chiesa occidentale e parte del Nord Africa. Naturalmente, qui si sta parlando di potere giurisdizionale, cioè di intervento diretto di rimozione di questo o quel vescovo ad esempio. Se Alessandria aveva questo potere sulle sue province, dobbiamo ipotizzare che Roma non ce l’avesse. Ma allora in cosa consisteva il primato petrino di Roma, sempre che esistesse? Non poteva riguardare questioni giurisdizionali, dunque se era un primato con qualche tipo di efficacia, poteva essere solo un primato di natura dottrinale. Questo è documentato? Ma certo. Per citarne uno già a fine II secolo un orientale come Ireneo, nato a Smirne, dice parlando di Roma: “Infatti con questa chiesa, in ragione della sua origine più eccellente, deve necessariamente essere d'accordo ogni Chiesa, cioè i fedeli che vengono da ogni parte — essa nella quale per tutti gli uomini è sempre stata conservata la tradizione che viene dagli apostoli.” (Ireneo di Lione, Adversus haereses 3, 3, 3). Altre citazioni si troveranno nel post che Agabo non ha letto.
“Costantino ha usato il suo potere e le sue guarnigioni per zittire i movimenti che variegavano la chiesa di allora. La chiesa cattolica nasce quindi come compromesso tra impero e una parte della chiesa, la dissidenza rimase, ma venne sistematicamente soffocata nel sangue da Teodosio in poi.”
Ho paura che tu confonda l’esistenza di correnti dottrinali all’interno della Chiesa, con l’esistenza di più Chiese. Il trinitarismo e l’arianesimo sono entrambi fenomeni inscritti nella Grande Chiesa. Esistevano certo altre chiese, come quelle gnostiche, fuori dalla Grande Chiesa, ma la controversia ariana è un dibattito in seno alla Chiesa dei vescovi. Che il potere imperiale abbia con la forza direzionato la controversia interna alla Chiesa verso la soluzioni atanasiana, ovviamente non c’entra nulla con l’esistenza di una Chiesa gerarchica. Una Chiesa gerarchica già c’era, e banalmente era divisa al suo interno dottrinalmente su questo punto, senza che ciò comporti alcunché riguardo all’esistenza di una gerarchia, invariata prima e dopo il Concilio niceno. Nulla di strano ovviamente nell’esistenza di varie correnti in una Chiesa infallibile, infatti non sono i singoli vescovi, e neppure gruppi di vescovi, ad essere infallibili, ma la Chiesa nel suo insieme. Sicché l’esistenza di gruppi episcopali di tendenze avverse non pregiudica l’infallibilità della Chiesa che si esprime nel Concilio Ecumenico, allorché l’episcopato è radunato nel suo insieme per parlamentare.
“Non vinsero quindi le ragioni della tua idealizzata 2grande chiesa", vinse la forza delle armi e dell'intolleranza con l'assenso di vescovi che hanno svenduto i principi evangelici per sete di potere”
Come già detto, tu confondi la Grande Chiesa col partito di Atanasio, ma, per l’ennesima volta, anche gli ariani erano vescovi della Grande Chiesa. Come abbia vinto il partito di Atanasio è del tutto irrilevante al fine di stabilire se la Grande Chiesa esistesse o meno in quanto struttura episcopale di comunione reciproca. Le armi imperiali hanno fatto prevalere una fazione, ma la struttura gerarchica della Chiesa con tutto ciò non c’entra nulla.
Comunque sia, il Concilio di Nicea è espressione della forza imperiale, e al contempo è espressione dell’opera di Dio. Le due cose non hanno la benché minima contraddittorietà. Infatti non è che Dio, per manifestarsi nei Concili, si metta ad invasare i singoli vescovi come il Dio Apollo possedeva la Pizia a Delfi. No, Dio agisce “per cause seconde”, cioè attraverso la storia, e gli uomini della storia. Dio ad esempio sapeva sin da prima della creazione del mondo che mandando il proprio Figlio sulla terra un certo Giuda l’avrebbe tradito, consegnandolo ai sommi sacerdoti, e tuttavia Giuda fu accolto nel gruppo dei 12, proprio perché dalla sua azione malvagia Dio potesse ricavare il bene, cioè il fatto che suo Figlio salì sulla croce, redimendo il mondo (cosa che non sarebbe accaduta senza il tradimento di Giuda, involontario collaboratore della Redenzione). Quest’idea si può riassumere con l’assioma “Dio scrive dritto sulle righe storte”, trae il bene dal male, usa il male dell’uomo per ricavarvi del bene, incuneandosi nella pieghe della storia. Allo stesso modo a Nicea emerge l’ortodossia che Dio voleva, divenendo ufficialmente da allora, in quanto stabilita in un Concilio Ecumenico, dogma della Grande Chiesa. Che tale ortodossia si sia imposta grazie all’appoggio imperiale non preclude l’operato di Dio, ma anzi, ci permette di dire che, avendo Dio previsto l’appoggio imperiale alla tesi atanasiana, ha creato le condizioni perché un Concilio si tenesse sotto quest’imperatore.


. A Nicea non si parlò di "Canone", non era un tema in discussione. E il Canone del Nuovo Testamento era comunque una realtà.”
Una sola fonte, a dire il vero, ci dice che a Nicea si discusse e si approvò la canonicità del libro di Giuditta. Quanto al canone, all’epoca di Nicea contava circa 25 dei 27 libri attuali, mancavano ancora un vasto riconoscimento di Giacomo ed Ebrei. La lettera agli Ebrei entrerà stabilmente nel canone verso il 380, la lettera di Giacomo verso il 350. Ciò, si badi, non è in contraddizione con quanto ho detto precedentemente, secondo cui il canone completo è attestato per la prima volta nel 367 con la lettera festale di Atanasio. Infatti questa è semplicemente la prima attestazione di qualcuno che è arrivato a maturare consenso al canone attuale con tutti e soli i 27 libri odierni, ma non è l’attestazione di una fede generalizzata della Chiesa in questi libri. Come ripeto l’accettazione generalizzata di Ebrei avverrà più tardi.
Il Nuovo Testamento attuale a Nicea non c’era, non con tutti i 27 libri attuali. Il che pone seri problemi a chi immagini che dopo Nicea sarebbe esistita una Chiesa che prima non esisteva, nata grazie al potere imperiale, vincitrice per la forza e non per altro. In questo caso infatti il canone attuale a 27 diventa un mero accidente storico prodotto dalla forza di una Chiesa apostata.
“Non è Dan Brown che ha fatto certe affermazioni, ma Bart Ehrman, che è tutt'altro che un fesso! La chiesa cattolica diventa ufficialmente RELIGIONE DI STATO con Teodosio. E' ovvio che fosse nata prima, ma soltanto alcuni decenni prima, con le premesse gettate da Costantino, "premesse", come ricordato prima, fatte di minacce, di leggi indiscutibili, di pene di morte.”
E dove mai avresti letto in B. Ehrman l’affermazione secondo cui la Chiesa Cattolica sarebbe nata col Concilio di Nicea? Attendiamo di saperlo.
“Devi dimostrare di quale "assetto gerarchico" parli. Dimostra che esisteva, piuttosto di fare giochetti con me e con gli sprovveduti che ti leggono.”
Ma l’ho già fatto, ho citato i testi che parlano dell’episcopato monarchico che controllava le varie comunità, e di come questo episcopato fosse in reciproca comunione, se facente parte della Grande Chiesa, e di come questi vescovi caratterizzassero la loro Chiesa come quella in cui i vescovi discendevano dagli apostoli. Ho citato a questo proposito brani di Ireneo, Cipriano, Tertulliano, Clemente Romano ed Ignazio di Antiochia. Inutile dire che non ti sei degnato di commentarli, ne di leggerli, per poi asserire che non avrei provato nulla! Ben difficile dire che qualcuno non ha provato nulla, se non si sono lette che cose che ha scritto!
“Se non puoi dimostrare che esisteva una chiesa gerarchicamente costituita sono affari tuoi.”
Ma l’ho dimostrato. Perché ignori i testi dei Padri della Chiesa pre-niceni che ho citato? Forse perché non hai letto nulla?
“La storia, ripeto, riferisce che Costantino si trovò con MOLTE correnti (non chiese organizzate, ma correnti) DA SEDARE CON LA FORZA, COME FECE. Se esse erano molte, è da fanatici affermare che in quel grogiolo, in verità caotico, vi fosse una bella organizzazione beatamente organizzata come l'hai sognata tu!”
Veramente io trovo ridicolo affermare che l’esistenza di correnti implichi la non esistenza di una struttura organizzata. Anche oggi nella Chiesa vi sono correnti, ma ciò non implica minimamente che la struttura gerarchica della Chiesa non esista. Essere parte di una medesima organizzazione ed essere d’accordo sono due cose molto diverse.
Noi non vediamo nei decreti di Nicea alcunché che modifichi la struttura gerarchica della Chiesa, dunque a quali canoni fai mai riferimento? Gli unici che parlano della struttura gerarchica della Chiesa non dicono di innovare, ma di conservare quello che già c’è, e per la precisione: a)I privilegi giurisdizionali di Alessandria, Antiochia, e Roma. B)L’idea che l’ordinazione di un vescovo debba essere approvata dal metropolita.
Ma siccome nessuna di queste due è un’innovazione, e c’è scritto chiaramente nei canoni stesso, di che mutamento parli?
“Un "connubio" innaturale, bestiale, demoniaco e dissacrante. Dopo quel connubio le acque non si calmarono, iniziarono le persecuzioni e i genocidi: prima quelli dei pagani, poi degli ebrei e dei cristiani che non vollero assoggettarsi a quel"connubio"”
Posso concordare col fatto che non sia cosa buona usare il potere temporale per zittire i dissidenti, ma ciò è del tutto irrilevante circa il problema in oggetto. Trovo anch’io riprovevole che dei vescovi usino l’appoggio del potere imperiale per piegare i nemici, ma questo non ci dice nulla sulla gerarchia all’interno di cui operavano questi episcopi, che infatti rimase quella che era. Semplicemente prima non aveva l’appoggio imperiale, poi l’ebbe. Ad esempio in Italia il cattolicesimo divenne religione di Stato al tempo dei Savoia con lo Statuto Albertino, che dice proprio all’inizio di come la religione cattolica sia religione di Stato. Ma ciò non ha modificato certo l’assetto gerarchico della Chiesa, che è rimasto invariato prima e dopo lo Statuto Albertino.
“Ma a scuola ci sei andato per davvero?”
Quando avrai sul tuo libretto universitario, come ce li ho io, esami di storia della Chiesa e di storia romana di età imperiale ne riparleremo. Per ora mi pare proprio che tu non sia neppure in grado di valutare quel che leggi.
“A Polimé, che vi fosse una chiesa anche a Roma, nessuno si sogna di negarlo, ma esistevano tante chiesa quante erano le latitudini geografiche ed anche di più. “
Proprio non capisci, a me non importa nulla dell’esistenza della Chiesa di Roma o della sua supremazia, perché la Grande Chiesa non è la Chiesa di Roma, bensì la Chiesa di Roma ne fa parte.
“ successione apostolica è una stampella che somiglia a una canna, non appoggiartici, ti faresti solo male: non la puoi dimostrare.2”
Bisogna vedere cosa significa dimostrare nell’ambito delle scienze storiche. Nessuno ha una macchina del tempo che ci consenta di andar là a vedere come accaddero le cose, quindi una dimostrazione nelle scienze storiche si può dare solamente esibendo documenti antichi e vagliandone l’accuratezza. A questo proposito nel post che tu non hai letto ho portato le più antiche attestazioni della successione apostolica, fonti di due tipi: a)documenti pre-niceni che attestano la pratica della successione apostolica, cioè l’usanza per ogni vescovi di designare tramite imposizione delle mani un altro vescovo, senza però dirci i nomi di questi vescovi coinvolti. B)Documenti pre-niceni, risalenti anche al periodo a cavallo tra I e II secolo (Egesippo) che danno la lista dei vescovi di Roma. Ovviamente, la lista dei vescovi di Roma non è la successione apostolica della Chiesa Cattolica, ma solo la successione apostolica di una delle sue sedi. Infatti tutte le sedi episcopali della Grande Chiesa godono della successione apostolica, e se ci cita la successione della città di Roma, è banalmente perché i Padri della Chiesa, non avendo tempo di mettersi a dirci la successione apostolica di ogni singola città, citano quella di Roma come esempio dell’uso generale.
Dunque i documenti per dimostrare l’esistenza della successione apostolica che ho citato nel papiro da te non letto sono di due tipi: il primo tipo parla di questa pratica, senza fare i nomi dei vescovi, il secondo tipo fa come esempio la lista dei nomi dei vescovi di Roma.
Accettare o non accettare questi documenti, dichiarandoli falsificazioni, è ovviamente del tutto aprioristico e gratuito. Semplicemente questi documenti ci sono, sono antichi, e se non li si vuole accettare non basta dire “sono falsi!”, occorre fornire una ragione. Altrimenti è troppo comodo, e con lo stesso metodo si potrebbe annullare qualsiasi documento ci stia antipatico. Agabo infatti, che non ha alcun metodo storico, decide a simpatia che cosa è vero e che cosa è falso.
Comunque sia vorrei far notare due cose:
1)La fede nell’esistenza di una successione apostolica è qualcosa di diverso dall’esistenza di una successione apostolica. A prescindere dal fatto che la successione apostolica sia davvero esistita, io ho documentato comunque che i Padri della Chiesa pre-niceni vi credevano. Questo è un fatto importante: la fede nella successione apostolica è più antica nella Chiesa della fede nel Nuovo Testamento attuale. Gli autori che parlano della successione apostolica, Ireneo, Tertulliano, Egisippo, ecc. non hanno cioè il nostro canone del NT, ma credevano nella successione apostolica. Sicché perché mai Agabo accetta un dogma tardo della Chiesa, quello del canone (IV secolo), ma rigetta un articolo di fede che la Chiesa ha da prima del canone, cioè la successione apostolica? La fede nella successione apostolica è di antichità più veneranda del canone, ci vuole dunque un’incoerenza assurda per accettare il canone e rigettare la successione apostolica come dottrina tardiva.
2)Come ripeto per l’ennesima volta, non conviene affatto ai protestanti sostenere che la successione apostolica sia falsa. I protestanti anzi, dovrebbero sperare che sia vera. Infatti, come ripetiamo, tutti gli autori nei quali troviamo l’evoluzione del nostro attuale canone facevano parte della Chiesa che si riconosceva in questa successione apostolica. “
“E' ovvio che la chiesa del dopo Nicea si definisse "apostolica-cattolica" ed infine Romana. perchè aveva vintoSe dunque la successione apostolica fosse falsa, il parere di questi autori non varrebbe niente, perché questi autori farebbero parte di una corrente illegittima a parlare al pari degli gnostici.”
Si definiva così anche prima, ma “romana” non s’è mai definita. La Chiesa romana solo è la comunità della diocesi di Roma. La Chiesa Cattolica non chiama mai se stessa nella sua globalità “Chiesa romana”. Il nomignolo “Chiesa Romana” per definire la Chiesa Cattolica in comunione col papa non è un nome che si può trovare nei Padri della Chiesa o nei documenti della Chiesa Cattolica, ma è un nome che è stato affibbiato alla mia Chiesa da anglicani e protestanti. La Chiesa Cattolica accetta il nome “Chiesa Romana” solo all’interno del dialogo ecumenico, per facilitare la comprensione degli ascoltatori.
“, ma sai bene che anni dopo lo stesso Atanasio dovette scappare e nascondersi perchè un successore di Costantino simpatizzò con gli ariani. Te lo ricordi, vero? E allora, se le cose andavano così, per che cavolo vieni a parlare qui di altro che non sia, invece quello che dovresti: la VERITA':
Tutto potè la FORZA”
Il che, da capo, è del tutto irrilevante circa l’esistenza di una struttura episcopale organizzata prima e dopo Nicea.
Comunque sia, dire che l’assetto della Chiesa dopo Nicea dipende solo dalla forza ha conseguenze distruttive sul canone, perché come ripeto all’epoca di Nicea c’erano solo 25 dei 27 libri attuali nel canone, e per averne 27 occorre attendere il 4 secolo inoltrato. Se dunque in questa Chiesa l’unica cosa a contare era la forza, il canone a 27 è un mero prodotto accidentale della forza.
Si badi come ripeto che non sarebbe affatto la stessa cosa per i protestanti avere 25 o 27 libri, specie la lettera agli Ebrei, che ha una cristologia così importante. Dunque non si possono dire frasi come “a Nicea il canone era quasi completo”, illudendosi d’aver detto qualcosa di sensato, giacché la fede protestante del Sola Scriptura non si basa su un canone “quasi completo”, ma su tutti i 27 libri attuali, né più né meno.
“-Hai ipotizzato che la chiesa cattolica discende dagli apostoli.”
Per essere precisi che i vescovi della Chiesa cattolica, attraverso una catena di ordinazioni, risalgano fino agli apostoli. E altresì ho detto che i Padri della Chiesa pre-niceni definivano la Chiesa Cattolica come l’insieme delle comunità, in comunione vicendevole tra loro, i cui vescovi fossero per l’appunto all’interno di questa successione apostolica.
Ho anche mostrato perché ad Agabo non convenga dire che la Chiesa Cattolica non discenda dagli apostoli, e non gli conviene perché, se non è la Chiesa degli apostoli, allora il canone creato da questa Chiesa non è un canone apostolico.

Che fosse l'Impero, nella veste dei vari imperatori, da Costantino in poi, a legiferare in campo religioso è provato dal fatto che cambiava tutto a seconda del vantaggio politico che ne poteva derivare. “
E dove in ciò avresti ravvisato leggi o decreti imperiali che mutino l’organizzazione gerarchica ecclesiastica, o addirittura che la creino, come tu sostieni?
“ Quando l'imperatore Costanzo ribaltò le tesi del Concilio di Nicea a favore degli ariani, molti vescovi "niceni" dovettero riparare in esilio, Atanasio compreso! Tutto questo mostra che non erano le questioni spirituali o teologiche a guidare i concilii, ma gli interessi politici sia dell'Impero che di certi ambiziosi vescovi.”
Non si vede come ciò possa dimostrare una cosa del genere. La Chiesa dice che lo Spirito Santo parla nei Concili Ecumenici, quindi parlò a Nicea, che era ecumenico. Se poi l’imperatore Costanzo cambiò idea divenendo ariano, ciò non può essere usato per dire che a Nicea non parlò lo Spirito Santo. Infatti il parere di Costanzo non si espresse mai in un Concilio ecumenico, ne risulta quindi che il cambiamento di parere di Costanzo non può dimostrare che la Chiesa avesse cambiato opinione su qualcosa. Cambiò parere l’imperatore allora regnante, costringendo molti vescovi in fuga, ma non la Chiesa. La Chiesa avrebbe cambiato parere solo se un Concilio Ecumenico avesse detto l’opposto di Nicea. E siccome non esiste un Concilio ecumenico che ne contraddica un altro, non si può dire che la Chiesa abbia mai cambiato parere su alcunché. Infatti, se solo il Concilio Ecumenico è espressione della voce della Chiesa, anche cambiamenti d’opinione di una fetta più o meno grande di vescovi non implicherebbero un cambiamento di parere da parte della Chiesa, finché questa nuova consapevolezza non si esprima in un Concilio Ecumenico che insegni dottrine opposte al precedente (cosa mai avvenuta).
SI basi che ho detto “Concilio Ecumenico”, perché di sinodi minori, senza partecipazione ecumenica, non si garantisce l’infallibile assistenza dello Spirito Santo.
“Per tua norma, a me non può fregarmene di meno del fatto che Ehrmann sia diventato ateo. “
Il punto è che anche tu devi diventare ateo, se condividi uno dei presupposti di Ehrman, cioè che la Chiesa Cattolica sia una corrente illegittima e non apostolica. Ehrman lo dice chiaramente che, poiché il canone attuale del NT è frutto di questa corrente, che lui non considera più legittima delle altre, allora egli di conseguenza non crede al Nuovo Testamento. Sul canone Ehrman dice l’esatto opposto di te Agabo, cioè dice che vi fossero molti canoni a seconda delle correnti, e che il canone attuale sia il canone di una sola di queste correnti, cioè la Grande Chiesa. Siccome però questa corrente proto-ortodossa per Ehrman non si riallaccia al periodo apostolico con sicurezza, egli la vede il fatto che abbia vinto il canone di questa corrente come un accidente storico, visto che questa corrente secondo lui non ha legami diretti con Gesù. Il tuo problema Agabo è che valuti la corrente proto-ortodossa esattamente come Ehrman, cioè illegittima, perché rigetti il criterio della successione apostolica di cui questa corrente si fregiava, ma a differenza di Ehrman non sai fare due più due, e cioè accettare che se delegittimi questa corrente, delegittimi il suo canone.

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Alla base delle scelte fondamentali del Nolano - a Londra come a Roma -, c'era il convincimento di appartenere alla "casa" dei filosofi, e che ad essa bisogna essere sempre fedeli, anche nei rapporti con i potenti della Chiesa e dello Stato, perché la casa della filosofia è la casa della verità: in un modo intelligente e anche astuto, certo, ma sempre fedeli. (Michele Ciliberto)
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Ray
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anche se poly ti ha detto la sua...

Messaggio da Ray »

Viandante ha scritto:
Ray ha scritto: ...ma il tuo problema,se lo si può definire problema e che accetti il canone ,scelto della Grande Chiesa,e sei legato a tutte le sue dottrine,che tu voglia ammetterlo o no,il canone è legato a questa corrente ,non puoi mangiare il frutto è tagliare l'albero.... :spieg:
In base a quale legge se si sceglie un frutto bisogna per forza di cose accettare tutto il resto? Di una pianta posso prenderne solo il frutto (l'aspetto positivo) e lasciare tutto il resto. Mi viene da pensare alla rosa, prendo (mi piace) solo il fiore e tolgo via le spine; perchè mai dovrei dire che tutto è buono sia il fiore che le spine?
....Ti dico come la vedo io....

....Se tu sei quel contadino che ha coltivato quella rosa,l'ha curata,l'ha protetta dagli insetti,l'ha innaffiata, viene TIZIO e la recide,senza chiedere il permesso,senza curarsi di quanto tempo tu hai ha dedicato per farla crescere,tu cosa penseresti ? Come ti comporteresti ?

Lo stesso è il canone attuale,la chiesa universale ha scelto i libri contenuti nel canone, FRA tutti i rotoli che erano in giro o che esistevano, e che erano già in uso dai primissimi cristiani,non so se ci sono state vittime per formarlo o se per avere ragione su tutti si e dovuta appoggiare a qualche imperatore...ma il problema adesso non è questo,questa corrente (la G. C.) è riuscita a emergere su tutti ,portando avanti la sua idea di Gesù.

Perché se accetti questo canone,non vuoi accettare che sia stato la G.C. a formarlo nei secoli?

Perché vuoi prendere il frutto perché tu decidi che è buono da mangiare,ma dici che l'albero che l'ha prodotto è un'albero marcio ?

Perché non ti coltivi il tuo albero,perché non scegli fra tutti i libri che sono arrivati a noi il tuo canone e quindi produci la tua bibbia?

.... E quindi produci il tuo frutto ?

Ti posso dire per l'ennesima volta come la penso adesso....io accetto tutti i libri che ci sono pervenuti e lo stesso tempo non li accetto come ispirati perché prima di tutto non possiamo dire se tutte le parole coincidono con quelle scritte originalmente ,poi ci sono inesattezze e profezie non avverate.

Dato che ci sono pervenute solo copie di copie,non possiamo essere certi quindi sull'originalità... per me hanno valenza di una guida.

Ma scusa...

Pensi che a D-o interessi le nostre beghe dottrinali ? O di chi ha formato il canone,o chi abbia ragione su una virgola o su una frase ? :fronte:


15.) Gesù disse loro: - Se voi digiunerete, commetterete colpa verso voi stessi; se pregherete, sarete posti sotto giudizio; se farete l'elemosina, farete danno al vostro spirito¹. Se andrete in qualche terra e vi aggirerete per la contrada, se vi riceveranno, mangiate ciò che vi metteranno davanti, e coloro che sono malati fra di loro, guariteli². Poiché, non ciò che entra nella vostra bocca vi contaminerà, ma ciò che esce dalla vostra bocca: questo vi contaminerà³.
:ciuccio: :ciuccio: :ciuccio:



.
Ray

Le falsificazioni e le varianti involontarie si accumulano man mano che un testo è ricopiato attraverso i secoli. Ogni scriba riproduce gli errori degli scribi precedenti e ne aggiunge di propri. Non possediamo alcun originale dei libri del nuovo testamento, ma neppure copie eseguite direttamente sugli originali, né copie di copie...Bart D. Ehrman
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polymetis
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Messaggio da polymetis »

agabo ha scritto:La definitiva decisione politico-ecclesiastica nel conflitto ariano venne presa dall'imperatore Teodosio il Grande (379-395), che era un occidentale e un niceno convinto. Nel suo editto sulla religione "Cunctos populos" ("Tutti i popoli") in verità non si trovavano, in generale, misure giuridiche contro ebrei e pagani, in quanto esso ha di mira gli ariani. Soltanto verso la fine del suo periodo di governo, nel 392, egli emanò il "divieto generale, non più revocato, di tutti i culti e riti sacrificali pagani e cominciò la pena di "laesae maiestatis" per i trasgressori". In questo modo egli rese di fatto il cristianesimo religione di Stato, la chiesa cattolica chiesa di Stato e l'eresia crimine contro lo Stato. Quanto breve può essere anche la memoria della chiesa: non sono occorsi cent'anni per trasformare la chiesa perseguitata in una chiesa persecutrice! Ora il nemico della chiesa è anche il nemico dell'impero e viene punito in maniera adeguata. Nel 385 il predicatore laico spagnolo Priscilliano un asceta fanatico, viene giustiziato a Treviri per eresia insieme a sei compagni -un brutto segno per i futuri secoli cristiani. Per la prima volta i cristiani uccidono altri cristiani per divergenze di fede. Nonostante le proteste di diverse parti ci si sarebbe abituati presto a ciò. Già Leone Magno espresse soddisfazione per questo modo di procedere. Anzi, la chiesa incominciò a condividere, e addirittura a inasprire con continue distruzioni di templi, le misure coercitive dello Stato contro ariani e pagani.
Anche alcuni vescovi (eminenti come Giovanni Crisostomo) furono attivi in questo senso. La cristianizzazione della vita pubblica venne perseguita con coerenza: ora il senato romano abiurava solennemente l'antica fede. Graziano, coreggente di Teodosio durante i primi anni, abolì il titolo del sommo sacerdote romano "Pontifex Maximus", così che esso, a partire dal V° secolo, potrà venire rivendicato, senza tante difficoltà, dal vescovo di Roma.


Inutile aggiungere che prima di questo, a iniziare da Costantino, la chiesa corrotta dal connubio con l'Impero, aveva assunto per intero l'organizzazione dello Stato, un'organizzazione così efficiente che si mantenne nei secoli e che regge ancora egregiamente, con l'unica pecca di non essere di provenienza apostolica ma, più terra-terra, Romana!
Ora si fanno salti mortali per riscrivere tutto questo e far apparire una chiesa pura, con un sistema dottrinale e un Canone già bell'è confezionati e un'autorità dipendente, per "successione apostolica" da Cristo stesso. Tutto questo sarebbe vero solo se Costantino, o Teodosio si fosse chiamato Gesù Cristo. :cer:

Scusate, ma ieri non avevo ancora commentanto questo post di Agabo, un condensato di banalità. Egli ha infranto il regolamento, perché il pezzo non è suo, l'ha copiato senza citare la fonte dal libro del teologo dissidente Hans Kung, infatti sebbene le boiate siano le medesime, lo stile di scrittura è diverso da quello di Agabo (sono di Agabo le ultime righe, dove vedete lo spazio). Il teologo, e non storico, Hans Kung, più dedito alla speculazione dottrinale eretica che non all'accuratezza storica, cade ancora una volta sui luoghi comuni a proposito dei quali era già stato bastonato da altri teologi al tempo del suo libello "Infallibile? Una domanda.", al quale vari studiosi risposero con una silloge di articoli ad hoc, tra cui uno dell'allora prof. Ratzinger, nel quale si elecavano uno dietro l'altro tutti gli errori del buon Hans. E allora, lo diciamo, per l'ennesima volta: è una vulgata manualistica errata che il titolo pontifex maximus sia stato tolto dall'imperatore e assunto dal papa.
Il titolo “pontefice massimo” del papa non è direttamente derivato dall’impero romano, è infatti stato introdotto solo nel rinascimento, quando l’impero romano era sepolto da un pezzo, e fu inserito in allineamento con l’universale tendenza arcaicizzante dell’uso stilistico papale; mentre il titolo vetero-cristiano di “Summus Pontifex”, ben distinto dal precedente , è una nuova creazione prettamente cristiana. Sul titolo “pontifex maxismus” è entrato nell’uso solo nel XV secolo, e sull’originalità cristiana di Summus Pontifex si veda H. Marot, La collégialité et le vocabulaire épiscopal du V au VII siècle”, in Irénikon 37 (1964) pagg. 198-221 (Per tutta questa osservazione, J. Ratzinger, Contraddizioni nel libro «Infallibile?» di Hans Küng, in “Infallibile? Rahner-Congar-sartori-Ratzinger-Schnackenburg e altri specialisti contro Hans Küng”, Roma, 1971, Paoline, pag 52)

Comunque queste righe di Hans Kung sono ancora una volta del tutto irrilevanti circa il tema in oggetto, non si parla di alcun mutamento nell'organizzazione interna della Chiesa o della gerarchia ecclesiastica prima o dopo Teodosio, semplicemente si dice che il potere imperiale iniziò a perseguire i nemici dei niceni. Come ciò possa c'entrare col problema dell'esistenza di una Chiesa Cattolica già gerarchicamente esistente, non è dato saperlo. Quanto poi all'osservazione di Agabo (?) (e non di Kung, o forse l'ha copiata da altri ancora?) secondo cui all'epoca di Costantino la Chiesa "aveva assunto per intero l'organizzazione dello Stato", oltre a non essere suffragata da alcun dato o fonte, è pure così vaga da non significare nulla.

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caribu70
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Messaggio da caribu70 »

Vorrei ringraziare ufficialmente tutti quelli che hanno contribuito a questo post davvero molto interessante, una lezione di storia della Chiesa davvero utile e ben fatta, mi piace vedere le varie contrapposizioni perchè si riesce da queste ad approfondire l'argomento cercando di trovare un bandolo alla matassa alla ricerca della verità storica....posso dire che mi sono riletto varie volte tutto il post è non ho davvero dubbi su quale possa essere di massima la verità storica ma per uno come me la ricerca e l'apprendimento non finiscono mai......mi piacerebbe però, magari in qualche altro post, conoscere le motivazioni e l'esperienze di fede che sono nascoste dietro alla ricerca di certe verità storiche.
ray ha scritto:Ma scusa...

Pensi che a D-o interessi le nostre beghe dottrinali ? O di chi ha formato il canone,o chi abbia ragione su una virgola o su una frase ? :fronte:
Su questo concordo al 100% e penso che se in un post apposito discutessimo di questo argomento emergerebbe che molti di noi (soprattutto ex o ancora tdg) hanno un concetto sbagliato di "religione" e di cosa significa avere "fede" perchè non hanno mai approfondito o perchè vengono da una realtà come quella dei tdg che insegna tutto il contrario di quello che è il Cristianesimo.
Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!» (Mc10,51)
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Victor67

Messaggio da Victor67 »

Ray ha scritto:Pensi che a D-o interessi le nostre beghe dottrinali ? O di chi ha formato il canone,o chi abbia ragione su una virgola o su una frase ? :fronte:
Bellissima affermazione, che condivido pienamente.
Un saluto
Vittorio
Victor67

Messaggio da Victor67 »

polymetis ha scritto:Qui si presuppone una dicotomia che può esistere, ma non ha nessun motivo per esistere necessariamente. Da una parte per credere ad un fatto devi rifarti ad una predicazione, dall’altra la resurrezione di Cristo è un fatto importante proprio in ragione di quello che Cristo predicava. E’ risorto un uomo, ma cosa significa questo? Se non so cosa quest’uomo diceva di se stesso e del mondo, che cosa me ne faccio della sua resurrezione? Il nudo fatto della resurrezione, che pure è anch’esso pervenutoci tramite predicazione, non ha la stessa valenza se a risorgere è stato il figlio di Dio o invece un semplice uomo (come poté resuscitare anche Lazzaro). Dunque la fede cristiana per avere senso ha bisogno di un contorno di dottrinale, che del resto non sono mai separabili dai fatti.
Non ho mai affermato che il contenuto dottrinale non sia importante, ma soltanto che è subordinato alla fattualità dell’Avvenimento cristiano, come dice molto bene Benedetto XVI nella sua prima enciclica:
“All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. (Deus caritas est, 1)
I primi cristiani non andavano per il mondo predicando filosofie o dottrine, ma annunciando un fatto preciso: “Gesù è risorto”, poi spiegavano anche che cosa significava tale risurrezione per tutti gli uomini, ovvero che egli era colui che adempiva le Scritture.
L’immensa ricchezza della teologia cattolica è scaturita tutta dalla fattualità della risurrezione, ed è ad essa subordinata.
Se classifichiamo il cristianesimo a livello delle dottrine e delle filosofie, o delle morali, ne perdiamo l’essenza, come ci fa notare sempre l'acume del Card Biffi attraverso il riferimento al pensatore russo Vladimir Solovev sull'Anticristo:
“L'Anticristo appartiene evidentemente alla schiera dei “sapienti” e degli “intelligenti”. E', dice Solovev, uno studioso ed un esperto biblista (addirittura con una laurea honoris causa dell'università di Tubinga!). Di più, è un asceta e un convinto “spiritualista”, e dà “altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva beneficienza”.
In particolare è un illuminante e attivo pacifista. Il libro che gli procura una fama immensa e un generale consenso si intitola La via aperta verso la pace e la prosperità universali [...]
Ha però un'invincibile antipatia nei confronti della persona di Cristo, che nel suo capolavoro non è nominato nemmeno una volta, ed è dominato da una morbosa insofferenza verso il fatto che Gesù sia risorto e sia oggi vivo, tanto che va istericamente ripetendo: 'Lui non è tra i vivi e non lo sarà mai. Non è risorto, non è risorto, non è risorto! E' marcito, è marcito nel sepolcro...' In sintesi potremmo dire. Ciò che più specificamente connota la posizione dell'Anticristo è di aver sostituito all'identificazione del cristianesimo con la persona del Salvatore glorificato (che è prospettiva fondamentale e irrinunciabile fin dai tempi apostolici) l'identificazione del cristianesimo con quei “valori” che, pur se provengono da una matrice evangelica, sono però anche facilmente esitabili sui mercati mondani.”
(G. Biffi, L'enigma dell'esistenza e l'avvenimento cristiano, Elledici, Torino 2005, vol.1, pag.39)

Se ritieni le loro ragioni altrettanto razionali di quelle cattoliche, sei sia cattolico che protestante, e non vorrei trovarmi nei tuoi panni.
Il problema non è nelle definizioni, ma nei contenuti della fede. Che io possa essere classificato tra i cattolici o i protestanti non ha proprio alcuna importanza, posso garantirti che sono felicissimo lo stesso.
Inoltre, non basta affermare una equipollenza di ragionevolezza, occorrerebbe documentarla.
Non ho detto questo, ma esattamente il contrario, ovvero che sono cattolico anche, e non solo, perché ritengo la nostra confessione più logica e coerente rispetto a quella protestante, della quale tuttavia non disconosco la ragionevolezza, seppur a mio avviso contraddittoria in alcuni punti, ed è tale ragionevolezza che va rispettata.
Non è affatto una presa di posizione insignificante ai loro occhi, infatti è una cosa che li irrita tantissimo, alla quale si sforzano di rispondere, almeno quelli non così ottenebrati da capire quanto sia spiazzante il problema.

Non mi pare che Agabo od altri si sentano così spiazzati dalla tua domanda (e non lo definirei nemmeno “ottenebrato”), anzi mi pare al contrario che la considerino di scarsa importanza, ed essenzialmente tesa a rimarcare la cattiva immagine che hanno di noi come persone eccessivamente dogmatiche ed inquisitorie, e questo lui te lo ha detto chiaramente. Fossi in te, rifletterei molto su questo.
Infatti la razionalità ha le stesse regole per tutti, e dunque quando io faccio le mie domande non parto da presupposti miei, bensì parto da presupposti protestanti, per mostrarne l’incoerenza. Quando una persona è costretta, partendo dalle sue stesse premesse, ad arrivare ad una contraddizione, capisce che qualcosa non va. E dunque, se il protestante dice “tutte le dottrine devono essere attestate nella Sola Scrittura”, e io gli chiedo “se tutte le dottrine devono essere attestate nella Scrittura, in che punto della Scrittura è attestato che tutte le dottrine devono essere attestate nella Scrittura?”, esibisco una contraddizione del mio interlocutore che chiunque vede. I protestanti che dicono cioè di rifarsi al Sola Scriptura credono ad una dottrina extra-scritturale chiamata Sola Scriptura, e pure credono ad una dottrina extra-scritturale canone del Nuovo Testamento, una dottrina del IV secolo di una Chiesa apostata. Le mie affermazioni non sono dunque ai loro occhi insignificanti, perché loro stessi si accorgono d’essere in contraddizioni coi loro postulati.
Questa è una tecnica dialettica che anche io uso spesso con i TdG quando li incontro, ma mi accorgo che non ha l’effetto sperato. Noi dobbiamo colpirli attraverso il loro cuore, non solo attraverso la ragione, in noi devono vedere un’immagine che non vedono negli altri, altrimenti i nostri discorsi restano lettera morta. Per questo occorre mitezza, umiltà, rispetto.
Non esiste il Sola Traditio nella maniera in cui lo intendi tu, perché la Traditio non è la tradizione orale che scorre parallela alla Scrittura.
Se leggi attentamente la Dei Verbum puoi invece capire che essa usa il termine Tradizione proprio nel senso di tradizione orale (e non solo) per distinguerlo dalla tradizione scritta che chiama Scrittura.
Ce lo spiega chiaramente anche il Compendio del Catechismo :
“In quali modi si realizza la Tradizione Apostolica?
La Tradizione Apostolica si realizza in due modi: con la trasmissione viva della Parola di Dio (detta anche semplicemente la Tradizione), e con la Sacra Scrittura, che è lo stesso annuncio della salvezza messo per iscritto.”
(Catechismo della Chiesa Cattolica. Compendio, Libreria Editrice Vaticana - San Paolo. Città del Vaticano - Cinisello Balsamo 2005, pag.17, n.13)
La Traditio è invece ciò che ingloba sia la tradizione orale sia la Scrittura. Traditio viene dal latino “tradere”, cioè trasmettere. E’ ciò che è trasmesso. E la Scrittura e la Tradizione sono entrambe un patrimonio trasmesso dalla Chiesa.
Quella che tu chiami semplicemente “Traditio” viene chiamata dal Compendio “Tradizione Apostolica” ed include non solo la parte orale ma anche la testimonianza, le istituzioni, il culto, oltre agli scritti ispirati:
“Che cos'è la Tradizione Apostolica?
La Tradizione Apostolica è la trasmissione del messaggio di Cristo, compiuta, sin dalle origini del cristianesimo, mediante la predicazione, la testimonianza, le istituzioni, il culto, gli scritti ispirati. Gli Apostoli hanno trasmesso ai loro successori, i Vescovi, e, attraverso questi, a tutte le generazioni fino alla fine dei tempi, quanto hanno ricevuto da Cristo e appreso dallo Spirito Santo.”
(Catechismo della Chiesa Cattolica. Compendio, Libreria Editrice Vaticana - San Paolo. Città del Vaticano - Cinisello Balsamo 2005, pag.17, n.12)
Nel mio discorso ho usato i termini nel senso espresso nei documeti magisteriali, al quale da cattolici è meglio ci atteniamo entrambi.
A proposito di Tradizione e di Presenza di Cristo vivo, è interessante anche un brano di una catechesi di Benedetto XVI:
“Questa permanente attualizzazione della presenza attiva di Gesù Signore nel suo popolo, operata dallo Spirito Santo ed espressa nella Chiesa attraverso il ministero apostolico e la comunione fraterna, è ciò che in senso teologico s'intende col termine Tradizione: essa non è la semplice trasmissione materiale di quanto fu donato all'inizio agli Apostoli, ma la presenza efficace del Signore Gesù, crocefisso e risorto, che accompagna e guida nello Spirito la comunità da lui radunata.”
(BENEDETTO XVI - UDIENZA GENERALE, Piazza San Pietro Mercoledì, 26 aprile 2006, tratta dal link:
http://www.vatican.va/holy_father/bened ... 26_it.html" onclick="window.open(this.href);return false;)
Da notare i punti in cui si afferma che Cristo Risorto è una Presenza che agisce sia attraverso il ministero apostolico, sia attraverso la comunione fraterna.
Inoltre non vedo cosa ci sia di pre-conciliare in quello che dico,
E' preconciliare fare eccessivo riferimento alla “Tradizione orale” senza avvedersi della necessità di approfondire una corretta esegesi delle Scritture nel dialogo coi protestanti.
il Concilio Vaticano II ha affermato, come usuale nella vita della Chiesa, che la Bibbia è normativa per la vita del cristiano. Ma non s’è mai sognato di affermare né che le dottrine cattoliche debbano trovare conferma tutte nella Bibbia, né che un dialogo proficuo coi protestanti consista nel mostrare che le dottrine cattoliche abbiano una base biblica. Mettersi su questo livello significa giocare il loro gioco, senza denunciarne l’errore alla radice. Se si concede di discutere sulla base della Sola Bibbia, stiamo già aderendo ad un modulo di discorso protestante, un modulo che tra l’altro come s’è già visto è incoerente e si distrugge da solo.
Il dialogo coi protestanti si chiude inevitabilmente, se non facciamo lo sforzo di rispondere attraverso quello che ci chiedono. Il che non significa affatto aderire al loro modulo, ma mostrare che anche le Scritture, se interpretate correttamente, possono dirci cose diverse da quelle che loro credono. Insistere sull'incoerenza della non accettazione della Tradizione porta soltanto ad accentuare le divisioni.
Inoltre non possiamo negare che siano stati proprio i protestanti a ricordarci l'importanza degli studi delle Scritture, ravvivandone l'interesse anche da parte dei laici. E' una lezione che non abbiamo ancora imparato, questa, perché ben difficilmente si trovano cattolici in grado di fare un minimo di conversazione biblica. A me piace parlare coi TdG proprio perché almeno loro hanno un approccio alle Scritture, seppur falsato. Invece parlare di Bibbia con un qualsiasi cattolico è un impresa molto ardua.
Il cattolico comune, quello delle messe domenicali, interrogato sulle Scritture, il più delle volte si chiude in un silenzio dovuto essenzialmente ad ignoranza. Ricordo un dialogo ad una mostra presso il Seminario di Milano con alcune cattoliche molto devote che rimasero sconcertate nell’apprendere che nei Vangeli esistono parti non scritte dagli evangelisti.
Quanto alla tua risposta sul professore di matematica, essa ha un doppio errore. In primis perché confondi ancora la credibilità di qualcosa, con la sua verità. Dici infatti che se un professore dimostra il teorema di Pitagora, ma poi sbaglia un sacco di calcoli, per gli alunni è legittimo dubitare della validità del primo teorema. Ma il fatto che sia lecito loro dubitarne, implica forse che quel teorema sia falso? No, è sempre vero, a prescindere da quello che pensino gli alunni.
Se rileggi attentamente la mia frase, puoi notare che io non ho affermato che il teorema sia falso, ho solo detto che il professore non è credibile. Ma il senso della metafora, che purtroppo non hai colto, era un altro.
Finché una persona non capisce che il papa può essere un serial killer, e poi al contempo insegnare cose infallibili, non si sarà capito niente nel cattolicisimo. Dobbiamo spiegare ai protestanti non che le malefatte del clero cattolico non esistono, ma che sono irrilevanti al fine di stabilire se le affermazioni del clero cattolico sono vere o meno. Il papa può anche gettare una bomba atomica e uccidere un milione di persone, senza che la correttezza della dottrina che espone nei suoi documenti sia minimamente intaccata da ciò. Non ha nessuna rilevanza per stabilire la verità di qualcosa se uccide, quello che conta è se predica “non uccidere”. Un papa può andare all’inferno per la sua pessima morale, ma quel papa che è andato all’inferno, se pronuncia un dogma ricorrendo all’infallibilità, ha detto qualcosa di vero.
Come cristiano non posso assolutamente essere d'accordo con te, e le tue affermazioni mi rattristano, perché dette da chi si professa cristiano.
Non può esistere un cristianesimo slegato dalla santità dei suoi membri. Se un Papa si mettesse a gettare bombe atomiche, cesserebbe di essere cristiano, e non mi interesserebbe proprio nulla della verità filosofica delle sue infallibili affermazioni, per quanto logicamente e formalmente ineccepibile. Tu continui a confondere il cristianesimo con una filosofia, una dottrina, una teologia.
Se Cristo è vivo, ed ho capito quello che mi ha detto, devo dimostrare la verità della mia scelta non attraverso una filosofia, ma attraverso la vita nella carità.
Noi non ce ne facciamo nulla di una dottrina teologicamente e filosoficamente perfetta, immacolata, logica, coerente, inattaccabile, se poi questa dottrina non è praticata da persone concrete che la attuano nella loro vita quotidiana.
Sinceramente, se il cristianesimo fosse solo o principalmente una filosofia, non saprei che farmene, di filosofie ce ne sono tante.
Per questo continuo a dire (ma non devi ascoltare me, ascolta chi ti ho citato) che il cristianesimo non è una dottrina, ma un fatto, un Avvenimento, una Persona viva, che si incontra in una comunità di persone vive.
Quello che a mio avviso ti manca è proprio questo incontro, e questa mancanza traspare dalle tue parole, perché non puoi tollerare che qualcuno, cattolico o non cattolico, si permetta di contraddirti. Quando questo succede, ti costruisci attorno un muro invalicabile fatto di cultura filosofica, storica e teologica che brandisci come una spada, in un duello espresso in un fiume di parole che deve necessariamente concludersi a tuo favore.
E’ come se in te la cultura, la preparazione storica facessero da barriera, da ostacolo ad un pieno incontro col Risorto. Un po’ come nell'episodio della conversione di San Paolo che aveva come delle squame davanti agli occhi. Gesù, quando si è manifestato a Paolo , non ha detto: “Paolo, perché non accetti la mia dottrina, la mia filosofia perfetta? ascoltami e ti rivelerò una dimostrazione inconfutabile”,
ma: “Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?”.Rispose: “Chi sei, o Signore?”. Ed egli: “Io sono Gesù, che tu perséguiti!” (At 9, 4-5), cioè: perché fai delle concrete azioni contro di me?
E’ importante notare che Paolo perseguitava i cristiani e non direttamente Cristo, che non aveva mai incontrato. Possiamo quindi capire che Cristo si identifica nei cristiani. Come vedi, Gesù ci parla e giudica attraverso i fatti e le persone, non le dottrine.
Nel prosieguo della vicenda, come riesce Gesù a conquistare definitivamente Paolo? Gli manda un filosofo? Un teologo? No, gli manda un semplice cristiano, Anania:
“Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse:
“Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla
strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo”.
E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e
venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono. “ (At 9, 17-19)

Per restare nel tema del thread, si noti anche che Paolo è stato battezzato da adulto.

Chi ha incontrato Cristo Vivente si pone in modo diverso nei confronti dei propri fratelli, e non ha la pretesa di avere sempre ragione, ma accetta umilmente anche le mancanze, le contraddizioni del proprio interlocutore, espone le proprie argomentazioni, poi lascia fare allo Spirito, e non da ultimo, accompagna le proprie intenzioni con la preghiera.
Ne abbiamo tutto il diritto nella misura in cui due dottrine siano contraddittorie e si escludano a vicenda, così come avviene nella presunta illuminazione privata dei protestanti. Le Scritture che parlano dell’incomprensibilità di Dio ci dicono che egli va oltre la ragione, non contro la ragione. La dottrina cattolica su questo è molto chiara: Dio non può creare cerchi quadrati su un piano euclideo, esattamente come non può creare un masso così pensante che neppure lui possa sollevare. Dio cioè è sottomesso al principio di non contraddizione, per la banalissima ragione che questa legge dell’essere coincide con se stesso, e Dio non può andare conto se stesso.
Per poter affermare “Dio non può creare cerchi quadrati”, devi prima conoscere il significato delle parole “cerchio”, “quadrato”, ecc. Se non conosciamo il significato delle parole, non possiamo nemmeno dire che siano contraddittorie.
Solo Dio conosce il vero significato di ogni sua Parola, per questo è molto meglio dire che sappiamo solo di non conoscere, invece di illuderci di avere capito tutto.
E queste non sono forse dottrine? Dunque credi a dottrine ulteriori rispetto al cosiddetto ed insostenibile “incontro” e basta?
Ripeto per l’ennesima volta: non ho mai detto che le dottrine non servano, ma che non devono essere anteposte all’incontro col Vivente, che si attua attraverso una comunità di persone viventi che nel nostro caso si chiama Chiesa.
Ho perso il conto di quante cose diverse e contraddittorie hai detto in questi tuoi post.
Spero per me che le addizioni non ti siano state insegnate dal professore serial killer di cui parlavamo.
Dipende da che cosa intendi. Le persone credono su Cristo cose diverse, e dunque, quando dicono che ha toccato la loro vita, guarda caso gli effetti sono diversissimi e spesso contraddittori. C’è chi dice che ha incontrato Cristo e s’è fatto prete, chi dice che ha incontrato Cristo e dunque ha smesso di essere prete, per diventare ad esempio pentecostale. Dunque pare che alcuni incontri siano meno veri di altri, quali ovviamente non so dirlo, ma in ogni caso non si potrà dire che tutti siano parimenti veri contemporaneamente, visto che danno esiti opposti.
Inoltre, da capo, non si può essere coerenti con Cristo se prima non sai cosa Cristo insegna, e dunque il fatto che le varie Chiese lo predichino in modo diverso rischia di farci adeguare a dei Cristo diversi. Ad esempio tu dici che basta adeguarsi al messaggio della carità da lui insegnato: già questa sola affermazione smentisce la tua idea di un cristianesimo senza dottrine, perché anche questa è una dottrina. Inoltre non si vede in base a che cosa tu riduca il messaggio cristiano a questo minimo comune denominatore, che se non adeguatamente circostanziato renderebbe il cristianesimo una forma di new age. La carità è cioè inscindibile dalla verità.
Ti rispondo e concludo con le splendide parole di Benedetto XVI:
“Nella parabola del giudizio universale il Signore dice che il giudice si imbatterà in due gruppi di uomini (cfr. Mt 25, 31-46). […] In questa circostanza , all'uomo non viene chiesto quali teorie abbia appreso su Dio e sul mondo. Non viene esaminata la sua conoscenza, ma è interrogato solo sull'amore. Questo è sufficiente per la sua salvezza. Chi ama è un cristiano.”
(J. Ratzinger – Benedetto XVI, L'eredità dell'amore, Piemme, Milano 2013, pag.121)

Un saluto
Vittorio
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minstrel
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Insomma: la diatriba medievale fra dialettici e antidialettici è tutt'altro che conclusa. :sorriso:
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«Chi è capace di una visione generale è dialettico, e chi non lo è, no», PLATONE, Repubblica VII,537 c.

Croce-via: un crocevia di croci.
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