Forse mi hai frainteso, io non intendevo costruirsi un "credo su misura".Daisy ha scritto:E' davvero un benvenuto caloroso il vostro, rinnovo la mia gioia per far parte del forum.
Complimenti a Malcom11 spero di trovare anche io una passione così forte, come il ballo per te, in cui ritrovare il senso della vita.
E come consiglia Anam , di non cercare Dio in una religione, sì condivido ma è comunque difficile mettere insieme i cocci e costruirsi un credo su misura, ci sto lavorando e i vostri consigli stanno già aprendo nuovi spiragli di luce.
Stavo rispondendo a Opepo sul fatto che non riuscirei a tornare alla Chiesa ma Darklight mi ha preceduto spiegando già in gran parte anche quelle che sono le mie motivazioni. Insomma, ci sono scritture così palesi nei Vangeli che, almeno per me, non lasciano dubbi, e se le confronto con quello che insegna il cattolicesimo non ci stiamo dentro! Tipo: battezzare alla nascita, adorare i santi, omettere il nome di Dio, Gesù figlio unico, far credere che un defunto abbia bisogno delle preghiere e soprattutto dei soldi dei parenti per poter raggiungere il paradiso...non vado oltre, perchè comunque non sono qui per giudicare altre religioni ma per trovare insieme a voi la via per la serenità dello spirito. A volte provo invidia e ammirazione per quelle persone così credenti da stare inginocchiate col rosario in mano e il volto così assorto, perchè comunque credono in qualcosa e ne sono appagate. Ma io continuo a cercare...ciao!
Vedi, la domanda secondo me è: Cos'è, e a che cosa serve la religione? Secondo la mia opinione la religione non'è altro che un veicolo, ma non l'unico veicolo; piuttosto uno dei veicoli per avvicinarsi e comprendere Dio, ma assolutamente Dio non'è la religione, come il telefono non'è la persona con cui stai parlando. Se io e te abitiamo in continenti diversi e io voglio starti vicino, un modo possibile - il più utilizzato e immediato - è il telefono, ma non'è l'unico modo; esistono le lettere, il proseguire una tua opera iniziata quando eri qua, il proteggere le tue cose, l'aiutare i tuoi figli ecc.
Pensare a Dio come ad un uomo, con sentimenti umani e che pretende chissà cosa per dare in cambio "il premio" lo trovo estremamente riduttivo.
Non ricordo esattamente il nome del libro, ma l'autore è un sacerdote, quindi non esattamente un super partis, eppure ricordo che disse che la religione deve servirci per poter abbandonare la religione.
Può sembrare un controsenso ma è un concetto molto profondo. Quando capiamo il messaggio e quello che possiamo fare e come, per servire Dio, allora può essere sufficiente dedicarsi a quello. Può essere che questo sia l'istruire nella fede, fare quindi il sacerdote, ma può essere che sia semplicemente l'aiutare il prossimo. Ci sono ad esempio tante missioni cattoliche per il mondo in cui alla fine l'ultima cosa che fanno è istruire nel cattolicesimo, questo perché danno più importanza all'aiuto immediato, e questi penso siano a mio avviso dei veri santi.
Sempre in un libro si leggeva: "abbandonate Gesù per Gesù" e c'era un'esempio che era qualcosa del genere:
Un medico va a trovare una madre che lo ha chiamato perché il figlio è a letto malato. Il medico arrivando si sofferma sulla madre e continua a fare apprezzamenti su di lei, non badando al figlio; finché la madre indispettita rimprovera il medico dicendogli che lui è li per il figlio, e che quindi a lui deve rivolgere le attenzioni.
Il medico siamo noi (è il fedele che segue la religione), la madre è Gesù e il figlio è la persona debole e in difficoltà. E' come se Gesù ci dicesse: "quando capisci quello che devi fare, smetti di concentrarti su di me, vai e fai!"
Questo vale sopratutto per tutti i vari "religiosi" che spesso si concentrano magari sulla predicazione, e poi urlano "vai a lavorare" a chi chiede la carità... beh permettetemi di dire che quelli non hanno capito nulla, e per loro la religione non serve a nulla; è e resterà sempre un semplice telefono.
"La capacità di gratitudina rappresenta la base psicologica necessaria per una sana religiosità naturale, generata non dalla paura, come viene spesso immaginato, ma dal bisogno di avere qualcuno da ringraziare" ...questa non'è mia...