Andiamo a vedere il significato di "dogma" nel cristianesimo:il cardinale Müller: “Nemmeno il Papa può abolire il celibato dei preti”
09 OTTOBRE 2019
https://rep.repubblica.it/pwa/intervist ... P6-S1.8-T1" onclick="window.open(this.href);return false;
Parla il prefetto emerito dell’ex Sant’Uffizio: "Né il Pontefice né la maggioranza dei vescovi possono cambiare dogmi o leggi del diritto divino secondo i loro piaceri. Dell’ordinazione sacerdotale delle donne non si può parlare perché è dogmaticamente impossibile"
I dogmi nel cristianesimo
Io non sono ovviamente un teologo ma un conto è affermare come "dogma della fede" la verginità di Maria dove o ci credi e rimani cattolico o non ci credi....ed un conto è stabilire come dogma e quindi come principio della fede la possibilità di effettuare il sacerdozio solo dal sesso maschile senza la possibilità di contrarre matrimonio.Nella teologia cristiana, la verità dogmatica può solo discendere dalla rivelazione divina, in modo diretto o indiretto. Essa ha la funzione di fornire delle indicazioni di fede o di morale chiare e certe una volta per tutte su di un determinato argomento, pur non trattandosi necessariamente di verità scientificamente o storicamente dimostrabili, che devono quindi in tal caso essere accettate solo per fede nell'interpretazione della Chiesa.
Coloro che non ritengono per vere le verità di fede o di morale definite come dogma, si autoescludono dalla comunità ecclesiale e vengono definiti eretici, cioè persone che hanno scelto una parte e non il tutto.
Nella definizione storica e nello sviluppo dei dogmi di fede, hanno avuto grande importanza le controversie e i dibattiti sorti soprattutto nei primi secoli. Per risolvere tali controversie, sempre più frequentemente, anche a motivo del diffondersi del cristianesimo e del suo incontro con altre culture e religione, vennero indetti successivi concili ecumenici per definire l'ortodossia, risolvere tali controversie e porre fine agli scismi all'interno della Chiesa. Il risultato di tali assemblee e delle diverse posizioni che si andavano delineando sono formulazioni sintetiche di confessioni di fede (dette anche credo), di cui la più teologicamente significativa è il simbolo niceno-costantinopolitano.
Non tutto ciò che venne deciso nell'ambito dei concili ebbe e ha valore dogmatico ma solamente quanto espressamente indicato come tale, e i dogmi della Chiesa cattolica possono anche essere proclamati come tali dal solo papa anche indipendentemente da un concilio.
Io sono dell'opinione invece che in 2000 anni di storia sia passata molta acqua sotto i ponti e le concezioni antiche sul ruolo della donna siano, specie nell'ultimo secolo, decisamente cambiate con una rivalutazione notevole della donna nell'ambito della società.
Perchè allora non potranno essere nominate "sacerdoti" ?
Certo allora, 2000 anni fa le considerazioni di sottomissione all'uomo erano presenti ma il mondo religioso anche in ambito ebraico era stato sempre stato contraddistinto sia da scerdoti e profeti che da profetesse:
Interessante è l'articoloQuarantotto profeti e sette profetesse predicarono per Israele […]. Chi furono le sette profetesse? Sara, Miriam, Debora, Anna, Abigail, Culda e Ester (Megillah 14a).
https://www.queendido.org/jesus.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
Non per niente ancora oggi nel mondo ebraico donne e uomini pregano in settori diversi del muro del pianto e negli ebrei più tradizionalisti degli ortodossi la donna deve pensare solo a fare figli ed accudire alla casa.....Gesù di Nazaret era sposato? Molto probabilmente no. Praticava il celibato? Quasi sicuramente sì, vista la sua vicinanza alla setta ebraica degli esseni. Ma che amasse le donne è un fatto accertato dagli storici: non solo le amava come persone, ma riconosceva loro anche dignità e rispetto. Secondo la teologa americana Elisabeth Schussler, che ha approfondito forse più di tutti i rapporti fra Gesù e il sesso femminile, le donne di oggi devono sapere che il primo femminista fu, oltre 2 mila anni fa, proprio lui, il Messia.
«Gesù si pose in forte rottura con le usanze palestinesi dell'epoca: la legge ebraica, nell'interpretazione dei farisei, dava ben poco spazio alle donne» osserva Remo Cacitti, docente di storia del cristianesimo antico all'Università di Milano. «Si pensi alle norme sulla purezza, che impedivano qualsiasi contatto durante il ciclo mestruale. Le donne non mangiavano con gli uomini. Non partecipavano alle discussioni in pubblico, non potevano uscire, se non per lavorare nei campi o per prendere l'acqua; dovevano portare il velo. Non potevano testimoniare ai processi e potevano essere ripudiate anche per futili motivi».
Guercino (1629): Gesù risorto e Maria MaddalenaUna "comune" di seguaci. Lo storico ebreo Flavio Giuseppe (I secolo d.C.) ricorda che per la legge "la donna è inferiore all'uomo in ogni cosa". «Nel tempio» aggiunge Cacitti «non avevano accesso alla sala del sacrificio (riservata agli uomini): potevano stare solo in un'area marginale. Gesù ha combattuto in un modo impensabile, per quei tempi, tutti i tabù sulle donne». Il motivo era forse legato più alla sua battaglia sociale che a quella teologica. Quando diceva "gli ultimi saranno i primi" nel nuovo Regno (un tempo di giustizia che lui immaginava prossimo e in parte attuabile subito con comportamenti concreti), si riferiva agli emarginati: malati e perciò ritenuti impuri e peccatori; persone con problemi psichici, che allora erano considerate indemoniate; poveri e pubblicani (ovvero esattori delle tasse, di livello sociale anche alto, però malvisti dalla gente). In questa vasta categoria di "ultimi", il sesso femminile era largamente rappresentato: prostitute, donne ripudiate, vedove, tutte particolarmente svantaggiate in una società patriarcale. Non solo i ricchi ("Difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli" dice Gesù in Matteo 19,23), ma lo stesso fondamento della società ebraica, la famiglia patriarcale, fu da lui duramente attaccato. Come? Con la vita comunitaria che proponeva ai suoi seguaci di ambo i sessi: dovevano uscire dall'ambito familiare per diffondere la nuova fede, cosa che per le donne poteva costituire una vera liberazione da padri o mariti autoritari.
E' indubbio che anche il mondo cristiano abbia per molti secoli avuto simili intendimenti verso la donna ma oggi i tempi sono decisamente cambiati e non vedrei impossibile ed anti dogmatico, il sacerdozio anche per le donne in ottemperanza del resto alla considerazione ed al rispetto che Gesù stesso aveva per le donne.
Preti sposati ?
Altre confessioni religiose principalmente protestanti hanno preti sposati e non ho mai notato che ci siano stati grandi problemi di carattere religioso o dottrinale.
Può essere vero il fatto che uno se fa una scelta da sacerdote debba dedicare interamente la propria vita al servizio di Dio senza amare altri ma all'inizio non viene detto solo "ama il Signore Dio tuo" e basta ma anche "ama il prossimo tuo" che come i due pali della croce sono strettamente legati ed imprescindibili.
Non si può amare Dio se non si ama anche il prossimo tuo.
Se poi questo "prossimo" si concretizza in un amore maturato verso una donna che desidera effettuare lo stesso percorso di vita sacerdotale, non ne vedo poi lo scandalo.
Qui non è questione di dogmi, poichè non mi pare che compaia da nessuna parte del vangelo delle regole precise sul sacerdozio e Gesù per questo è sempre stato contrario alla imposizione delle "regole"....
Avevamo con noi anni fa una persona ormai di una certa età che rimasta vedova si iscrisse al seminario e divenne sacerdote con sua figlia presente alla celebrazione della sua prima Messa.
Ma doveva diventare vedovo ed attendere così tanti anni prima di dare vita al suo desiderio di diventare sacerdote ?
Certi vescovi o cardinali, chiusi nei loro palazzi e fuori dal mondo spesso non li capisco poichè nel loro dorato isolamento perdono la visione del cambiamento trovandosi poi completamente isolati .