mackenzie ha scritto:
La consapevolezza di un errore o meno non rende meno grave lo sbaglio... quando si tratta di orrori come torture ed assassini.
Il comando NON UCCIDERE.... esisteva già allora?
Come ti dicevo, ragioni in modo molto etno-centrico e, fammelo dire, grossolano. Anche la schiavitù è ingiustificabile ai nostri occhi, eppure l'apostolo Paolo non la condanna. Paolo, poi, dice che lo Stato può usare la spada, così come gli è stato concesso da Dio. E a cosa serve la spada? Serve a dare piattoni e a rasarsi? Non credo.
Per quanto ne so (e ne so qualcosa) fino al XVIII secolo nessuno ha mai avanzato l'idea che la tortura sia ingiusta ed inutile in sé. Si era solo capito che questo metodo di interrogatorio aveva dei limiti e che non aveva, pertanto, senso abusarne (ed ecco le bolle papali atte a salvaguardare la vita e la salute del “torturato”).
Il comando “Non Uccidere” c'era, ma allora come adesso la gente sapeva che fare di questo comando, così, nudo e crudo, una legge universale, significa cadere una serie praticamente infinita di aporie morali.
Tu, inoltre, dici che se uno fa del male inconsapevolmente è colpevole di quel male che compie, ma le cose non stanno così. A chi compie il male involontariamente, vale a dire non sapendo di stare facendo il male, ma animato da buone intenzioni, il male compiuto non è imputabile.
Ottonio ha scritto:
No, a mio parere la cosa andò in un altro modo.
Per quasi mille anni il clero si atteneva, per quanto poteva, almeno al comando di Cristo di non rendere male al simile.
Poi per simonismo (comprare un incarico spirituale/clericale con il denaro) entrarono a far parte nel clero anche dei prepotenti laici nobili che di spiritualità non avevano nulla, e vedevano solo il potere sulle anime. E più potere, più corruzione.
Vedo che hai una conoscenza molto parziale della storia tardo-antica e medievale. Le persecuzioni contro gli eretici (a suon di espulsioni, esili e detenzioni) iniziarono praticamente fin dal tempo di Costantino e si amplificarono quando, con Teodosio, il cristianesimo divenne la religione ufficiale dello Stato romano. Il popolino, già nel IV secolo, cominciò a spargere il sangue degli anti-conformisti (anche se si trattò sempre di episodi più sporadici ed isolati rispetto a quanto avvenne in seguito). Uno dei passatempi preferiti dei re franchi dopo la loro conversione al cristianesimo era massacrare i sassoni pagani. Questo perché nella cultura antica e medievale non esisteva una scissione così netta tra potere politico e potere religioso e le espressioni religiose diverse da quella che era la religione ufficiale venivano tollerate nella misura in cui non erano concepite come devianti e “pericolose” per l'ordine sociale (forse non lo sai, ma anche Socrate fu condannato a morte perché, questa era l'ingiusta accusa che gli fu mossa, voleva introdurre in Atene il culto di nuovi dei, diversi da quelli adorati da sempre dagli abitanti di questa città). Per gli antichi ed i medievali lo Stato non era non poteva essere “laico”. La situazione si inasprì nel Medioevo perché anche gli eretici, in questo periodo, cominciarono a prendere iniziative molto più aspre rispetto a prima (lo sai cosa facevano, ad esempio, i Petrobrussiani? Il loro sport preferito era assaltare monasteri, impiccare i preti e tutti quelli che non la pensavano come loro, accendere fuochi con le suppellettili sacre predate dalle chiese, che venivano trasformate in latrine, ed usare i suddetti per arrostire carni di venerdì). In un certo senso, l'essere eretico, nel Medioevo, equivaleva ad essere quello che noi chiameremmo un “terrorista”, o, almeno, questo era ciò che la gente pensava. Altra cosa, noi diamo per scontata l'idea che l'uomo abbia dei diritti inviolabili, ma gli antichi ed i medievali non avevano questa consapevolezza, per gli antichi ed i Medievali il bene della società (come è giusto) veniva sempre prima del bene del singolo, anche a rischio di violare (il che oggi noi sappiamo essere ingiusto) o limitare in forma molto grave i diritti del medesimo. Per finire, come sa chiunque abbia letto Foucault, l'antichità ed il medioevo non conoscevano il concetto di pena detentiva, non c'era proprio l'idea che qualcuno potesse scontare una pena di mesi o anni in carcere. All'epoca si punivano i rei a suon di frustate o con la pena capitale, la detenzione veniva concepita solo in senso cautelare.