questione dottrinale aiuto

Tutto ciò che riguarda la dottrina dei Testimoni di Geova.

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firemath
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questione dottrinale aiuto

Messaggio da firemath »

Salve a tutti ragazzi, ho una domanda da porvi..ieri in uno dei discorsi di esercitazione in sala, si è trattato l'argomento dell'ascesa nei cieli, che non avviene con carne ma in spirito. Ora io non mi intendo di argomenti dottrinali, ma ricordando un immagine che da bambina vedevo nel mio libro dei racconti bibilici, ricordo come Gesu saliva in cielo con il suo corpo, cosi mentre si susseguivano gli altri discorsi, sono andata a leggere quello che dicevano i vangeli, e luca e marco (se non erro) dicono che Gesu è asceso in cielo mentre benediceva i suoi discepoli, quindi questo mi fa pensare che l'abbia fatto con il suo corpo. A fine adunanza l'ho fatto presente ad altre sorelle, di cui una non sapeva cosa rispondere, mentre l'altra, quella che aveva svolto la parte diceva che la bibbia non si contraddice, per cui se viene detto in corinti(?) che la carne non puo andare in cielo, allora non puo. La discussione si è chiusa quando mio padre è intervenuto dicendo che in un episodio Gesu si presento ai discepoli attraversando una porta chiusa, e successivamente mangio con loro, per cui il suo non era un corpo propriamente fatto di carne :boh: Al che non ho potuto controbattere, perche se è prevista questa duplicità (per quanto trovi assolutamente assurdo il tutto) allora dovevo dargli atto di quanto. Sapreste spiegarmi meglio questa cosa? Inoltre nel discorso è stato portato l'esempio di elia, il quale a quanto è stato detto (e qui vorrei chiedere conferma dei termini ebraici riportati nel racconto) non è andato in cielo, ma è stato nascosto in un altra parte del cielo. La sorella infatti enfatizzava come il termine cielo era riferito alla parte piu bassa dei cieli, quindi con ogni probabilità, elia è stato teletrasportato in un altro luogo :boh: e infatti a quanto pare, 7 anni dopo torna per riprendere un altro re :boh: :boh: io mi chiedo perche deve riferirsi alla parte piu bassa del cielo? sapevano gia allora dare una profondità all universo? certo non conoscevano gli strati dell atmosfera :boh: :boh: ............. Aiutatemi a capirci qualcosa, o almeno a rispondere adeguatamente :triste:
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deliverance1979
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Messaggio da deliverance1979 »

Premettendo che qui si sta discutendo del sesso degli angeli e che alla fine di tutte queste seghe mentali, eccetto lo scrivere qualche tonnellata di carta , al povero TDG di turno o chi per lui non gliè ne viene niente di più e niente di meno del suo vicino che bestemmia dalla mattina alla sera, proviamo a capirci qualcosa....

Quando parliamo di reame spirituale, il corpo fisico non può entrarvi, di conseguenza si necessita di un corpo spirituale fatto di energia.

Quando Gesù ascese al cielo e gli apostoli lo videro, molto probabilmente (quanto mi piace questa frase che ti permette di dire ogni vaccata stile WTS) videro una raffigurazione spirituale del corpo terreno di Gesù, ma quella raffigurazione era intangibile, un pò come un ologramma o spettro....vedi tu.

In tutte le altre occasioni dopo la risurrezione, Gesù essendo un essere spirituale con dei poteri non più terreni ma celesti conferitigli da Dio, poteva a piacimento avere sia un corpo spirituale che carnale, e poteva assumere anche altre sembianze.

Un caso simile accadde ai tempi del diluvio noetico, quando gli angeli spirituali, videro le figlie degli uomini e si materializzarono per avere rapporti con loro come uomini di carne ed ossa, e quando caddero le aque del diluvio, tornarono angeli ed ascesero nuovamente al cielo.
Per quel motivo limitò poi le azioni degli angeli malvagi sulla terra, non permettendo più a loro di materializzarsi come uomini in carne ed ossa, ma al massimo di interagire a livello spirituale con al massimo possessioni demoniche, molestie, voci e quant'altro ...

In altri casi Dio fece sparire dei copri come nel caso di Mosè, Enoc, o Elia per diversi motivi, Mosè affinchè non venisse adorato il suo corpo, Enoc affinchè non fosse ucciso dai malvagi del suo tempo ed Elia non ricordo.
Comunque in tutti questi casi con la smaterializzazione del corpo cessava anche la vita e l'esistenza della persona che da quel momento in poi sarebbe stata in attesa della risurrezione.

Quando Elia ed Eliseo apparvero a Gesù nel giardino del Getsemani, essi erano solo delle raffigurazioni utilizzate da Dio per infondere coraggio a Gesù ed ai discepoli.

Secondo la teologia dei TDG, Geova è un immenso hard disc che ha in memoria ogni piccolo dettaglio delle persone quando erano in vita, quindi se volesse utilizzare una sorta di videoregistrazione miracolosa del personaggio in questione potrebbe farlo senza problemi...

Spero di non aver detto troppe vaccate e di averti chiarito un pò meglio le idee.... :ok: :strettamano:
« Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un'idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere. »
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caribu70
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Messaggio da caribu70 »

Ciao, per prima cosa è bene "capire" che idea hai tu del termine "cielo" e penso che chiarito questo concetto allora la risposta alla tua domanda risulterà semplice; il catechismo della Chiesa Cattolica scrive:
"II. Il cielo
1023 Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio e che sono perfettamente purificati, vivono per sempre con Cristo. Sono per sempre simili a Dio, perché lo vedono « così come egli è » (1 Gv 3,2), « a faccia a faccia » (1 Cor 13,12): 614

« Con la nostra apostolica autorità definiamo che, per disposizione generale di Dio, le anime di tutti i santi morti prima della passione di Cristo [...] e quelle di tutti i fedeli morti dopo aver ricevuto il santo Battesimo di Cristo, nelle quali al momento della morte non c'era o non ci sarà nulla da purificare, oppure, se in esse ci sarà stato o ci sarà qualcosa da purificare, quando, dopo la morte, si saranno purificate, [...] anche prima della risurrezione dei loro corpi e del giudizio universale — e questo dopo l'ascensione del Signore e Salvatore Gesù Cristo al cielo — sono state, sono e saranno in cielo, associate al regno dei cieli e al paradiso celeste con Cristo, insieme con i santi angeli. E dopo la passione e la morte del nostro Signore Gesù Cristo, esse hanno visto e vedono l'essenza divina in una visione intuitiva e anche a faccia a faccia, senza la mediazione di alcuna creatura ». 615 ( Benedetto XII, Cost. Benedictus Deus: DS 1000; cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 49: AAS 57 (1965) 54)

1024 Questa vita perfetta, questa comunione di vita e di amore con la Santissima Trinità, con la Vergine Maria, gli angeli e tutti i beati è chiamata « il cielo ». Il cielo è il fine ultimo dell'uomo e la realizzazione delle sue aspirazioni più profonde, lo stato di felicità suprema e definitiva.
1025 Vivere in cielo è « essere con Cristo ». 616 Gli eletti vivono « in lui », ma conservando, anzi, trovando la loro vera identità, il loro proprio nome: 617
« Vita est enim esse cum Christo; ideo ubi Christus, ibi vita, ibi Regnum – La vita, infatti, è stare con Cristo, perché dove c'è Cristo, là c'è la vita, là c'è il Regno ». 618
1026 Con la sua morte e la sua risurrezione Gesù Cristo ci ha « aperto » il cielo. La vita dei beati consiste nel pieno possesso dei frutti della redenzione compiuta da Cristo, il quale associa alla sua glorificazione celeste coloro che hanno creduto in lui e che sono rimasti fedeli alla sua volontà. Il cielo è la beata comunità di tutti coloro che sono perfettamente incorporati in lui.
1027 Questo mistero di comunione beata con Dio e con tutti coloro che sono in Cristo supera ogni possibilità di comprensione e di descrizione. La Scrittura ce ne parla con immagini: vita, luce, pace, banchetto di nozze, vino del Regno, casa del Padre, Gerusalemme celeste, paradiso: « Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano » (1 Cor 2,9).
1028 A motivo della sua trascendenza, Dio non può essere visto quale è se non quando egli stesso apre il suo mistero alla contemplazione immediata dell'uomo e gliene dona la capacità. Questa contemplazione di Dio nella sua gloria celeste è chiamata dalla Chiesa « la visione beatifica »:
« Questa sarà la tua gloria e la tua felicità: essere ammesso a vedere Dio, avere l'onore di partecipare alle gioie della salvezza e della luce eterna insieme con Cristo, il Signore tuo Dio, [...] godere nel regno dei cieli, insieme con i giusti e gli amici di Dio, le gioie dell'immortalità raggiunta ». 619
1029 Nella gloria del cielo i beati continuano a compiere con gioia la volontà di Dio in rapporto agli altri uomini e all'intera creazione. Regnano già con Cristo; con lui « regneranno nei secoli dei secoli » (Ap 22,5). 620"

Nulla vieta quindi (anche alla luce delle Scritture) che in questa visione del "cielo" ognuno di noi si "vedrà" anche rapportandosi al proprio "corpo" proprio come faceva qui in questa vita.

Gesù stesso si mostra ai propri cari in carne ed ossa dopo essere resuscitato dai morti dimostrando di avere anche una dimensione "carnale" (non si tratta di uno spettacolo di magia). Nel brano del Vangelo a me molto caro ma abbastanza indigesto ai tdg leggiamo:
Gv 20,19-31 (CEI) "19 La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». 22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
24 Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
26 Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 27 Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». 28 Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
30 Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. 31 Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome."
Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!» (Mc10,51)
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